Il Censis certifica il boom della radiovisione. Rai Radio: la nostra, una scelta vincente

Si è svolto stamattina il webinar “La transizione verso la radiovisione”, organizzato dal Censis che ha visto la partecipazione di Massimiliano Valerii, Direttore Generale Censis, Emilio Carelli, Commissione parlamentare di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, Maurizio Gasparri, membro Commissione parlamentare di Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi, Roberto Arditti, Direttore Editoriale Formiche e Davide Giacalone, giornalista e scrittore.

Fra i dati presentati, l’importante quota di ascoltatori che utilizzano dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio: 27 milioni su 41 complessivi. Numeri che dimostrano come la radio sia riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri mezzi.

Poi, il boom della radio in modalità visiva: sono circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radio attraverso tv, smartphone o pc. Il 52% di questi dichiara che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi anche in formato video. E il 50% di chi segue la radiovisione la trova piacevole, il 27,5% coinvolgente, il 24% innovativa.

“Siamo felici di conoscere questi risultati – commenta Roberto Sergio, direttore Rai Radio – che non fanno che confermare l’esattezza della nostra scelta di portare, ormai da diversi mesi, Radio 2 in versione visual. Ma soprattutto mi fa piacere vedere i giudizi qualitativi sul gradimento della visual radio, a conferma che abbiamo intercettato una tendenza importante, che va nella direzione di un rapporto caldo con il pubblico”.

Altro dato riportato dalla ricerca Censis è quello sull’aspetto social della radio. Il 63% di chi segue i programmi radiofonici attiva almeno una forma di interazione con essi. Ancora, Il 12% degli utenti condivide i contenuti radio sui social network personali e il 13% condivide i video dei programmi. Forte è la componente on demand, rappresentata da chi segue i programmi su YouTube (18%) e scarica i podcast (12%).

“Tutti dati che trovano conferme negli andamenti che registriamo quotidianamente sulle nostre piattaforme. Basti pensare a Radio 2 che nel 2020 è stata la radio prima in classifica tra tutte le radio nazionali grazie ai suoi 6,56 milioni di interazioni Facebook e agli oltre 133 milioni di visualizzazioni video sulle piattaforme social. La ricerca Censis certifica l’ormai avvenuto passaggio dal mezzo ai contenuti: sicuramente il riposizionamento di Rai Radio ha spinto in tal senso e ha contribuito a tale evoluzione epocale. Oggi la nostra offerta è totalmente guidata dai contenuti, come dimostrano del resto i canali specializzati, ciascuno identificato e costruito su specifiche aree di contenuto. Una scelta che andremo a riconfermare ulteriormente con la prossima Rai Play Sound, già annunciata, dove il contenuto sarà definitivamente re delle scelte, dal podcast alle radio in diretta e on demand”.

La trasformazione digital di Rai Radio è così ormai definitivamente compiuta e ha consentito di incrementare l’offerta, rinnovare l’immagine delle radio, ibridare le piattaforme distributive e portare i contenuti su target nativi digitali.

(Comunicato stampa)

Con “AmaSanremo”, Rai 1 va in onda dalla sede di Rai Radio

Dal 29 ottobre al 26 novembre, ogni giovedì sera andrà in onda “AmaSanremo”, il nuovo show televisivo condotto da Amadeus e dedicato alla selezione di 10 giovani artisti che parteciperanno al Festival.

Uno show in diretta di altissimo livello, che andrà in onda per la prima volta dalla sede di Rai Radio, per l’esattezza dalla sala B di via Asiago.

Un sala, così come le altre, interamente ricostruita in modalità audio-visiva, che oggi può ospitare qualsiasi tipo di produzione, dal più semplice dei programmi radio alla più complessa trasmissione televisiva, come in questo caso.

Già a fine 2019, la sede di via Asiago aveva mostrato tutto il suo potenziale, ospitando Viva Rai Play, lo show di Fiorello realizzato per la piattaforma di streaming della Rai.

“Stavolta – commenta Roberto Sergio, direttore di Rai Radio, intervenendo alla conferenza stampa di lancio del programma – ci misuriamo con uno show tipicamente televisivo, in onda sulla nostra rete ammiraglia e per di più in diretta. Sarà così l’ennesima dimostrazione che la scelta tecnologica che abbiamo fatto tre anni fa era esatta. Da un lato, oggi possiamo fare visual radio, dall’altro abbiamo come Rai un nuovo polo produttivo estremamente performante, di proprietà, in pieno centro a Roma. Aziendalmente, una grande ottimizzazione di risorse, nel segno dei più elevati standard di qualità”.

Una dotazione di oltre 40 telecamere fisse 4k è distribuita fra tutti gli studi di via Asiago, ognuno dotato di regia visual autonoma. Le due sale storiche di via Asiago, la A e la B vantano 100 metri quadrati di ledwall e una illuminazione scenica di tipo televisivo. Dieci chilometri di fibre ottiche e altrettanti di cavi coassiali collegano gli studi, le regie e la “Sala Matrix”, cuore del sistema di messa in onda.

Nel corso della conferenza, Sergio è anche tornato sul recente lancio della visual radio, puntualizzando: “Continuo a leggere alcune critiche, anche autorevoli, alla modalità visiva per la radio. Credo però che ci sia un equivoco di fondo. La visual radio, almeno la nostra visual radio, non è una televisione. Non a caso non è presente nell’offerta dei canali dtt o sat dei nostri televisori.

La Rai ha numerosi canali televisivi, noi in Radio vogliamo upgradare l’audio con la funzione video per andare sulle piattaforme dove senza video non si vince, anzi, non si entra neanche. Penso ai social, al web, allo streaming live. Solo con un contenuto audio+video possiamo sperare di portare delle pillole di 30 secondi sugli smartphone delle persone, soprattutto di quelle che non ci conoscono. Questo è l’obiettivo della visual radio. Se invece veniamo vissuti come una tv, vuol dire che siamo andati già molto oltre l’obiettivo fissato. Bene”.

(Comunicato stampa)

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“Rai Radio pronta per rilevare gli ascolti tramite meter”: Roberto Sergio replica a Paolo Salvaderi (RadioMediaset)

Roberto Sergio (Direttore Rai Radio) replica a Paolo Salvaderi (AD RadioMediaset), che aveva definito una “boutade” l’annuncio Rai di procedere alle rilevazioni degli ascolti con una ricerca autonoma basata su meter.

Questa la dichiarazione che conferma l’intenzione di approcciarsi ad un nuovo metodo di indagine.

Lo scorso 15 settembre, Rai Radio ha annunciato di essere pronta per l’inizio di una foto degli ascolti in autonomia, basata su meter.

Roberto Sergio, Direttore Rai Radio, aveva dichiarato che la fase test è ormai in avvio e che la ricerca partirà all’inizio del 2021, meno che Ter non decida di inserire una simile metodologia a integrazione della contestata Cati. Paolo Salvaderi, Ad di Radio Mediaset, ha poco dopo il racconto di annuncio una “boutade”, accusando Rai Radio di essersi sempre opposta all’ampliamento della Cati con l’ampliamento dei numeri della telefonia mobile.

Puntuale la replica di Sergio, attraverso le pagine di Prima Comunicazione: “La ricetta per svecchiare Ter sarebbe l’inserimento di più numeri cellulari nella Cati? Sappiamo tutti che le persone non rispondono alle indagini telefoniche, una maggior ragione sui cellulari. Qualcuno di noi È disposto a farsi intervistare per 45 minuti sul proprio cellulare per dire quali radio ha ascoltato in passato e perché?

Se questa è la direzione per svecchiare l’indagine, siamo ben lieti di procedere con la nostra ricerca basata su metro, ovvero ciò che Salvaderi chiama una boutade. Grazie a questa nostra boutade, avremo dati di ascolto veri, minuto per minuto, poche ore dopo la messa in onda dei programmi.

Con la soluzione Salvaderi, Ter si arricchirà di nuovi contatti di persone che non rispondono, per avere un vago quadro sulla brand awareness delle radio, in genere una decina di mesi dopo la messa in onda. Penso che non ci sia bisogno di spiegare altro”.

(Comunicato stampa)

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Roberto Sergio intervenendo alla Task Force Italia: “Il mondo della comunicazione sia motore della ripartenza”

Il Direttore Rai Radio Roberto Sergio è intervenuto oggi al web talk “Rilanciare il potenziale dell’Italia” organizzato da Task Force Italia con UnitelmaSapienza Eventi, moderato dal Presidente di Task Force Italia Valerio De Luca e aperto dall’intervento del Presidente Rai Marcello Foa.

Tra gli altri relatori, Paolo Messa, già membro del Cda Rai e Alessandro Picardi, vicepresidente esecutivo di Tim e vicepresidente di Confindustria digitale.

Nel suo speech, Sergio ha dichiarato che “Il ruolo degli editori e dei professionisti della comunicazione deve allora essere quello di promotori della fiducia e di acceleratori della ripartenza”.

Sergio ha ricordato come il servizio pubblico Rai si sia comportato in linea con la sua mission durante l’emergenza Covid19 e come Rai Radio abbia performato andando a soddisfare le diverse esigenze di ascolto degli italiani durante e dopo la quarantena: “Grazie alla trasformazione digitale avvenuta negli ultimi anni, abbiamo potuto adattarci alle nuove abitudini di consumo mediatico. In tempi rapidissimi abbiamo aumentato le news a inizio quarantena, così come abbiamo spinto sulla leggerezza e l’intrattenimento a maggio e a giugno. Abbiamo cioè cercato di interpretare al meglio i bisogni di ascolto che cambiavano in relazione allo scenario complessivo. Come un istant media di qualità”.

La case history Rai e Rai Radio, ha concluso Sergio, può essere di stimolo per una ripartenza rapida ed efficace. “Alcune indicazioni – ha spiegato – mi sembrano già chiare: digitalizzazione, flessibilità, reattività, ascolto dei bisogni delle persone e risposte in termini di contenuti in tempi estremamente rapidi. Da qui in poi va costruito un percorso virtuoso chiaro. Perché la comunicazione non può permettersi passi falsi. La comunicazione è da sempre un asset fondamentale nelle economie moderne e oggi deve riprendersi con forza questo ruolo. Facendo da motore della ripartenza. E’ un compito che può e deve svolgere con la collaborazione di tutti i soggetti in campo: editori, clienti investitori, concessionarie, centri media, agenzie, conduttori e creatori di contenuti, Istituzioni”.

(Comunicato stampa)

Rai Radio2: lunedì 14 settembre l’esordio “visual”

“Il 14 settembre sarà una data storica. Nascerà infatti quel giorno quella Radio2 visiva che abbiamo citato e che al nostro interno abbiamo definito ‘entertainment hub'”.

E’ il direttore di Rai Radio, Roberto Sergio, ad approfondire dettagli su quella che sarà Rai Radio2 dalla prossima stagione.

In una intervista rilasciata a ‘Today’, si parla di quello che avverrà sulla rete dedita all’intrattenimento.

Tutti i programmi saranno in ‘audio-video’ ad eccezione della notte.

Secondo il direttore, “i linguaggi dei due mezzi sono oggi meno lontani di quanto fossero anni fa”.

“E vero che il linguaggio video è diverso dallo storytellng audio” – aggiunge – “ma è anche vero che la convergenza digitale ha avvicinato molto due mondi non più così incompatibili. E’ un dato di fatto”.

L’interscambio di voci e volti noti tra radio e tv, tuttavia (vedi per esempio l’esordio di Andrea Delogu alla conduzione de “La vita in diretta Estate” su Raiuno), non comporterebbe – secondo Sergio – una minor disponibilità di spazio per nuovi conduttori.

“La presenza di voci native televisive non toglie spazio ai nuovi inserimenti. Per fortuna, abbiamo 24 ore da riempire e, per quanto riguarda noi, 12 canali. Molto spesso ci permettiamo il lusso di testare. L’estate, per questo funziona molto”.

Uno degli esempi, tra i vari, va al riscontro che hanno avuto “I Lunatici”, vincitori del “Premio Biagio Agnes” alla prima edizione.

In chiusura, Roberto Sergio sottolinea che “Rai Radio si dota di un nuovo canale andando a presidiare un settore strategico e finora non coperto, quello dell’intrattenimento leggero di flusso. Pensate solo ai televisori nei luoghi pubblici e nei locali aperti al pubblico. Oggi i nostri competitor (alcuni televisivi, altri radio) sono molto forti in quel settore”.

Appuntamento dunque a metà settembre con la nuova Rai Radio2 “visual”.

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Roberto Sergio, Rai Radio: «Chiudiamo un periodo entusiasmante. E ora, la radio in tv»

Intervenendo alla conferenza di lancio del progetto di Radio 2 “Let’s Play”, Roberto Sergio, direttore Rai Radio, ha evidenziato i risultati ottenuti nel triennio appena concluso e ha dato qualche anticipazione sul futuro.

Queste le sue dichiarazioni.

«Era il 12 giugno 2017: esattamente 3 anni fa si accendevano i canali specializzati che sono andati a sommarsi ai generalisti fino ai 12 attuali. In questi anni, Rai Radio ha cambiato volto. Completa digitalizzazione, studi e regie interamente rifatti in modalità audio-video, nuova offerta di contenuti, nuova immagine. Insomma, una vera e propria rivoluzione. Oggi Rai Radio è la realtà tecnologicamente più avanzata in Italia dal punto di vista delle produzioni. Basti pensare che lo show di Fiorello “Viva RaiPlay” è stato interamente prodotto nella nostra sede. Il tutto con minor impegno economico e maggior offerta di contenuti».

Nel periodo 2017-2020, le ore di produzione radio annuali sono passate da 61.000 a 105.000, con un incremento del 71%. Il tutto con una quota di produzioni interne pressoché totale. Il budget radio è stato contestualmente ridimensionato del 12% nel triennio. «Questo è stato possibile perché abbiamo spinto con grandissima forza sulla digitalizzazione, che ci ha consentito di ampliare l’offerta riducendo i costi. Se non avessimo fatto quella virata, oggi saremmo a raccontare un’altra storia».

Altri punti chiave del rinnovamento sono la scelta di accelerare sulla copertura Dab+, la volontà di essere su tutte le piattaforme digitali, compresi gli aggregatori e gli smart speaker, la verticalizzazione dei contenuti.

«Per il futuro ci attendono sfide ancora più entusiasmanti. Oggi posso solo dire che a luglio, in occasione della presentazione palinsesti Rai, annunceremo i dettagli del lancio di Radio 2 in modalità visual. Un’anteprima per arrivare a metà settembre quando verrà lanciato il servizio. E sempre a settembre, il 10 per l’esattezza, presenteremo il nuovo piano di sviluppo Rai Radio per il prossimo triennio, in occasione della presentazione palinsesti radio, con i direttori di Radio 1 Simona Sala, di Radio 2 Paola Marchesini e di Radio 3 Marino Sinibaldi. Chiudiamo oggi un periodo entusiasmante, ma siamo già pronti alle sfide del futuro».

(Comunicato stampa)

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