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18 Marzo 2021
Fra i dati presentati, l’importante quota di ascoltatori che utilizzano dispositivi alternativi all’apparecchio tradizionale e all’autoradio: 27 milioni su 41 complessivi. Numeri che dimostrano come la radio sia riuscita a rigenerarsi nel tempo, ibridandosi con gli altri mezzi.
Poi, il boom della radio in modalità visiva: sono circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radio attraverso tv, smartphone o pc. Il 52% di questi dichiara che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi anche in formato video. E il 50% di chi segue la radiovisione la trova piacevole, il 27,5% coinvolgente, il 24% innovativa.
“Siamo felici di conoscere questi risultati – commenta Roberto Sergio, direttore Rai Radio – che non fanno che confermare l’esattezza della nostra scelta di portare, ormai da diversi mesi, Radio 2 in versione visual. Ma soprattutto mi fa piacere vedere i giudizi qualitativi sul gradimento della visual radio, a conferma che abbiamo intercettato una tendenza importante, che va nella direzione di un rapporto caldo con il pubblico”.
Altro dato riportato dalla ricerca Censis è quello sull’aspetto social della radio. Il 63% di chi segue i programmi radiofonici attiva almeno una forma di interazione con essi. Ancora, Il 12% degli utenti condivide i contenuti radio sui social network personali e il 13% condivide i video dei programmi. Forte è la componente on demand, rappresentata da chi segue i programmi su YouTube (18%) e scarica i podcast (12%).
“Tutti dati che trovano conferme negli andamenti che registriamo quotidianamente sulle nostre piattaforme. Basti pensare a Radio 2 che nel 2020 è stata la radio prima in classifica tra tutte le radio nazionali grazie ai suoi 6,56 milioni di interazioni Facebook e agli oltre 133 milioni di visualizzazioni video sulle piattaforme social. La ricerca Censis certifica l’ormai avvenuto passaggio dal mezzo ai contenuti: sicuramente il riposizionamento di Rai Radio ha spinto in tal senso e ha contribuito a tale evoluzione epocale. Oggi la nostra offerta è totalmente guidata dai contenuti, come dimostrano del resto i canali specializzati, ciascuno identificato e costruito su specifiche aree di contenuto. Una scelta che andremo a riconfermare ulteriormente con la prossima Rai Play Sound, già annunciata, dove il contenuto sarà definitivamente re delle scelte, dal podcast alle radio in diretta e on demand”.
La trasformazione digital di Rai Radio è così ormai definitivamente compiuta e ha consentito di incrementare l’offerta, rinnovare l’immagine delle radio, ibridare le piattaforme distributive e portare i contenuti su target nativi digitali.
(Comunicato stampa)