L’11 settembre è apparso sul gruppo talkmedia un messaggio a cura di FM-World in prima persona, che chiedeva ai lettori come riorganizzerebbero loro, le emittenti nella griglia dell’app e quali vorrebbero nelle prime 35 posizioni.
Numerosi lettori-radioascoltatori hanno colto l’occasione per suggerire la loro radio preferita: un lettore ha proposto Radio Hemingway, un altro Radio Stop, e così via con molte altre radio citate dai rispettivi fan.
Un utente ha suggerito di creare una sezione dedicata alle radio in onde medie, penalizzate nelle app. Un altro ha affermato che la soluzione più banale sarebbe metterle in ordine alfabetico.
Qualcuno ha lamentato che alcune web radio indipendenti erano state tolte dalla lista, ma poi si è scusato perché in realtà le aveva ritrovate. Un commentatore ha chiesto di poter organizzare i preferiti con il drag and drop anziché un ordine predefinito.
Nota del badante: sul drag and drop è comparso dopo pochi giorni un video di uno degli sviluppatori di 22HBG che mostra proprio questa funzionalità al lavoro. La attendiamo con impazienza su testflight
Tra le richieste anche quella di mostrare per prime le radio più ascoltate da ciascun utente, e l’introduzione della funzione di ricerca sui dispositivi iOS. L’admin ha risposto prendendo nota dei feedback per migliorare l’app.
TeleMeloni
Il 17 settembre un lettore ha linkato nel gruppo un articolo intitolato “il Flop di teleMeloni” dove si sosteneva l’esistenza di un crollo degli ascolti RAI a seguito del cambio di dirigenza.
“TeleMeloni” non e’ il nome di una vera rete, ma una specie di gioco di parole, inventato da qualcuno certamente meno fantasioso rispetto a chi inventò la famosa Tele Kabul (N.d.B.)
Tra i commenti c’e’ stato addirittura quello dell’Amministratore delegato della RAI, che ha cosi’ dimostrato di essere attento a quanto si scrive sul nostro gruppo e di essere tutto fuorché’ il classico dirigente RAI inaccessibile e blindato nella sala dei bottoni (anzi, dei potenziometri vista la sua passione per la radio).
Un primo commentatore ha liquidato l’articolo come un mero pretesto per attaccare l’attuale premier, accusando l’autore di aver manipolato i dati. Un suo sostenitore ha rincarato denunciando il confronto improprio tra anni diversi, e rivendicando l’equilibrio della nuova gestione rispetto al passato.
Tuttavia altri ritengono le critiche fondate, aprendo una riflessione sulla difficoltà della Rai a proporre contenuti di servizio pubblico, appiattendosi sull’offerta privata. C’è chi evidenzia il rischio di una eccessiva “colorazione” politica dell’informazione pubblica.
Non sono mancate critiche alla condivisione selettiva di articoli, che andrebbero bilanciate condividendo più voci per un dibattito pluralista. Qualcuno parla di vera e propria “propaganda” anti-governativa.
Il badante ha commentato sottolinendo il poco Fair Play del quotidiano Il Domani – dove compariva l’articolo originale -, che cita dati di ascolto di altri quando a sua volta non fornisce i propri dati di diffusione, da sempre impossibili da ritrovare in ADS (provare per credere).