“Abbiamo un ascolto attento e di qualità”: FM-world intervista Simona Sala, direttrice di Rai Radio2

Radio Rai a Sanremo: una presenza importante, forse come non mai. E una location aggiuntiva, strappata al concorrente principale. Ma non solo di Sanremo abbiamo parlato in questa intervista a 360 gradi con la direttrice di Rai Radio2.

Sanremo 2024

L’edizione 2024 del Festival di Sanremo ha visto una presenza dell’ente radiotelevisivo pubblico che definire preminente è quasi riduttivo. Oltre a due postazioni prestigiose, la Rai vantava un palco gigante e la riconquista di un famoso negozio a fianco dell’ingresso dell’Ariston. Giovedì 8 febbraio abbiamo avuto il piacere di conversare con l’attuale direttrice di Rai Radio2, Simona Sala: lasciando ad altri il compito di commentare artisti e programmi, abbiamo cercato di focalizzarci su infrastrutture e strategie. Questo il resoconto della conversazione. Lungo, per gli standard di FM-world. Ma, vi assicuriamo, degno del vostro tempo. 

L’intervista

M.H. Barsotti: Siamo qui a Sanremo, ospiti di Rai, anzi di Casa Siae dove sono presenti postazioni di Radio Rai e siamo col direttore di Radio Rai2…

S.Sala: …Direttrice, se posso!

M.H.B:  D’accordo. Il presidente, la presidente… chi ne parlava? Comunque Lei oggi è direttrice di Rai Radio 2. Ma prima?

S. Sala: Allora, ho cominciato una quarantina di anni fa come impiegata. Poi ho fatto 13 anni di contratti in Rai come programmista, regista, pubblicista. Poi, come giornalista, ho lavorato nei servizi parlamentari. Ho fatto tanti anni di parlamento, politica. Sono passata al Tg1, come quirinalista: ho seguito sia Napolitano che Mattarella per il Tg1. E ancora, sono diventata vice direttrice del Tg1 e successivamente direttrice di Radio 1. Ho fatto anche un anno la direttrice del Tg3, e da giugno sono direttrice di Radio2.

Un’esperienza globale

È una esperienza un po’ complessa. Un’esperienza globale che non è male, devo dire. Perché ti fa vedere tanti aspetti della società. Tanti aspetti di chi ti sente, di chi ti guarda, che cosa il pubblico vuole da te: veramente interessante. 

M.H.B: Partiamo da questo: Il festival è nato in radio. Dalle vostre teche mi sono stampato questa meraviglia, la programmazione di Rai Rete Rossa il primo giorno della prima edizione del Festival nel 1951.

 

Da Rete Rossa a Radio2

M.H.B: Come vede, era sulla Rete Rossa, l’equivalente di Radio2: stesso colore, seconda rete. Un’edizione che durava un tempo umano, circa due ore. Ora, a quei tempi si ascoltava in radio per necessità. Ma oggi per scelta, esistendo una versione video su Play Sound, DTT e SAT. Chi pensate che sia il pubblico che sceglie invece di ascoltare proprio tramite Radio2?

S.Sala: Penso sicuramente un pubblico che ama la musica. Perché, comunque, noi abbiamo un ascolto di qualità. Ma come mai su Radio2 si ascolta meglio? Sicuramente perché c’è meno confusione. Di fronte alla televisione ci sono famiglie che si riuniscono, l’attenzione potrebbe non essere la stessa. Poi sicuramente ascolta in radio tanta gente che lavora, o magari che fa i turni: medici, infermieri.

Lo vedo anche dai messaggi che riceviamo. Perché poi come radio abbiamo un feedback diretto col pubblico, che ti chiama, che ti dice “Ascolto questo, questo è bello questo mi piace, questo non mi piace”. Poi sono fiera del fatto che quest’anno trasmettiamo anche Fiorello con Viva Rai2 e Viva Sanremo. Quindi non solo Festival. Siamo l’unica radio che può trasmettere tutto in diretta. 

Anche se altre radio un po’… come dire… ok: diciamo che lo mettono in sottofondo.

Trasmettiamo Fiorello sia la notte che la mattina alle 6 e mezza, perché vogliamo dare al nostro pubblico la più ampia possibilità di seguirci. Non so, quando vanno a scuola la mattina, in auto.

Radio2 Visual

M.H.B: Radio2 è stata la prima rete Rai a divenire visual radio. Come vedete il pubblico di Radio2 visual ? E’ lo stesso della radio, è diverso? E come sta andando globalmente questo esperimento, passare a visual in modo così importante?

S.Sala: Dovendo scegliere una radio che facesse la visual era chiaro che Radio2 fosse quella, diciamo, più vocata. Noi abbiamo, e questo è un po’ un fiore all’occhiello, anche delle trasmissioni radiofoniche che vanno in TV. Abbiamo degli studi anche televisivi. Per esempio, Radio2 Social Club e la scorsa estate anche Happy Family. Sono due trasmissioni che vengono prodotte in radio: vanno in radio ma hanno anche un appeal televisivo. Lo vediamo anche dagli ascolti. 

È un fenomeno che va studiato perché… Perché è chiaro che i conduttori devono fare uno sforzo in più. Perché sanno che vanno in televisione, quindi hanno anche il visual: sono attenti al modo di vestirsi, al modo di porsi. Però sanno anche che si rivolgono a un pubblico radiofonico. Che può non guardarli. Perché non tutti ci guardano, anche se noi ripetiamo sempre, potete accendere il canale TV 202, e stiamo vedendo come cresce proprio questo canale: ad esempio alle due del pomeriggio. Con delle chicche che Fiorello fa apposta per noi. E abbiamo un riscontro forte. 

È chiaro che i numeri non sono i numeri di nessuna radio. Sono dei numeri televisivi… Cioè, il Social club già ha 300-400 mila ascoltatori. Non è questo il pubblico della visual radio. Però è un’occasione in più. 

E poi la cosa bella è che noi abbiamo anche una trasmissione solo radiofonica in video. Cioè, uno studio semplice, due microfoni che sono I lunatici. Ai quali apriamo delle finestre notturne, quando abbiamo la possibilità, su Rai2. E abbiamo un pubblico di affezionati. 

Content is king

S.Sala: Oggi si pensa prima al contenuto. E poi si pensa a come svilupparlo in diversi media. Cioè, hai un contenuto forte? Ok, come lo sviluppo in radio? Come lo sviluppo in tv? Come lo sviluppo sui social? E in podcast? È una cosa su cui mi piace molto riflettere. Certo, a volte serve un’organizzazione un po’ diversa, meno barriere tra i direttori. 

M.H.B.: Infatti mi viene da pensare che forse l’organizzazione classica a reti e tra le reti Rete 1, Rete 2, Radio, TV, Internet, ecc non abbia più senso oggi... 

S.Sala: Noi abbiamo fatto in televisione la rivoluzione dei generi. Che è una rivoluzione che è rimasta a metà. A volte non si capisce bene se sia meglio tornare indietro o se andare avanti; nel caso in cui andassimo avanti, secondo me l’obiettivo a cui puntare è proprio questo. Il rafforzamento del fatto che se io penso a un prodotto lo penso per metterlo su una rete generalista, lo penso per metterlo su una rete di cultura, su una sperimentale. Sono tre cose diverse. È un lavoro forte da fare.  

La radio e i giovani 

M.H.B: Si dice spesso che i giovani non sanno cos’è la radio: perché hanno Spotify, TikTok eccetera. E che ormai la radio abbia un pubblico di persone anziane. Anzi no, ci sono anch’io…

S.Sala:e anch’io, ho (non abbiamo capito N.d.R) anni!

M.H.B: …esatto di persone diciamo non più teen-agers. Ma poi vediamo tanti giovani a Sanremo. Secondo i vostri dati, la radio questi giovani la ascoltano? Perché voi avete – mi risulta – i vostri dati interni, anche se non pubblici. 

 S.Sala: Guarda, è complicato. Perché come sai la Rai è uscita da TER. Adesso si sta trattando per cercare una convergenza. Però è un sistema che non ti consente in realtà una rilevazione reale. Perché è un sistema che si basa sulla memoria. 

E poi ti chiamano e ti dicono “Tu ieri che cosa stavi ascoltando?”.

Se tu dici “Ruggito del coniglio” e non dici “Radio2” il tuo dato non conta. E’ scartato.

Proprio per una trasmissione forte! Più è forte e più non si conta il voto. È un problema grave. 

Spero che si vada verso un accordo per una rilevazione reale. Che è costosa. Ma secondo me sarebbe importante da fare, come è per la TV. E magari un altro tipo di rilevazione. Su questo non sono io personalmente a trattare. 

M.H.B: Certo, è sul tavolo del vostro AD, se capisco bene. 

Niente haters in radio

S.Sala: Avevi chiesto dei giovani. Allora, ho il feedback interno che abbiamo tramite le telefonate. Certo, non è che ci possiamo basare solo su quello, ma è un dato. E cambia molto in base all’orario. Prendiamo Il ruggito del coniglio. L’Italia che ci telefona è un’Italia straordinaria. Perché è la classica Italia che lavora, che affronta i problemi. 

Della vita, dei matrimoni, dei divorzi, dei figli a scuola: sempre con il sorriso. Cioè, sicuramente è un’Italia lontana dagli haters. E questa cosa si ripropone da anni e anni.

Perché Il ruggito del coniglio è una trasmissione che ha preso i nonni, i papà e i figli.  Poi ci sono delle trasmissioni dove addirittura ci chiamano i bambini. A volte le mamme fanno chiamare i bambini per fare una domanda. 

Poi ci sono altre trasmissioni per persone un pochino più “agée” Diciamo così, io tra l’altro ho (non abbiamo capito, N.d.R) anni. Quindi posso dirlo, più “agée”. 

Spotify concorrente delle radio di flusso 

Poi sì, sicuramente Spotify: per forza di cose, il ragazzo entra in macchina, mette il telefono con la sua playlist. Però in questo senso è più la radio di flusso che viene sostituita. Noi facciamo un’offerta di programmi… 

M.H.B.: Quindi solo le radio di flusso soffrono di questo abbandono?

S.Sala: No, questo non credo. Perché comunque molti che fanno radio di flusso fanno belle radio. Anche i nostri concorrenti, questo devo dirlo.

M.H.B: L’ultima domanda che volevo fare è questa: Parliamo di RaiPlay Sound. Questa settimana su Newslinet è uscito un articolo Che dice “BBC Sound da record nel quarto trimestre 2023” Continuano ad aumentare gli ascolti di BBC Proprio su BBC Sound che un tool è molto simile a Rai PlaySound. Esiste una migrazione dall’ascolto sulle vecchie piattaforme FM e DAB alla app proprietaria?

S.Sala: Certo, oggi non è che stai più con la radiolina. E poi oggi se non hai sentito un programma che ti interessa lo cerchi su RaiPlay Sound. Per dire, io ce l’ho quasi sempre aperta, anche per ascoltare in diretta. Ed è importante farlo capire anche ai giovani: Puoi fare il tuo lavoro, vivere la tua vita. E nello stesso tempo puoi sentire un programma che ti piace. È un’occasione in più.

OVS

M.H. Barsotti: Allora io ho finito il domande che mi ero preparato. C’è qualcosa di interessante che vogliamo dire, qualcosa che magari non ho chiesto?

S.Sala: Diciamo questo: intanto abbiamo questo nuovo studio molto importante, che fa parte del villaggio Sanremo. Il villaggio Sanremo inteso proprio come Green Carpet, quindi studio del Prime Time. Del Prima Festival. Poi c’è il famoso Glass di Fiore.  

E poi c’è il famoso negozio-studio OVS dove c’era un’altra radio. Che era un po’ diciamo bizzarro. Perché l’Ariston è poi subito attaccato, a quel negozio.

E quest’anno ci siamo noi. Siamo molto contenti di esserci. Tu hai l’Ariston e poi hai Rai Radio2 che è la radio ufficiale del Festival. E’ proprio una bella visione no? (M.H.B. per FM-World).

 

Stefano Carboni

Tra novità e conferme: Stefano Carboni, neo-direttore artistico di Number One, si racconta a FM-world

Stefano Carboni è il nuovo Direttore Artistico di Radio Number One, la superstation del nord Italia nota per la gloriosa storia, il robusto segnale e gli importanti conduttori che hanno avuto occasione di lavorarci. A Sanremo siamo stati ospiti di Stefano nel vasto “Truck” posteggiato ai piedi del Casinò.

Stefano CarboniStefano Carboni

Ma cominciamo dall’auto-presentazione di Carboni, presa direttamente al suo profilo:

Prima di tutto per me c’è la musica. È il mio battito costante. La colonna sonora che mi accompagna ovunque. Poi c’è la radio, che è uno dei modi in cui melodie e parole raggiungono le persone, il mondo là fuori. E infine la tecnologia che rende concretamente possibile il rapporto tra noi e la musica, in ogni angolo del globo. Tre grandi passioni che mi seguono da sempre e che sono diventate il mio lavoro. Insomma sono un “ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno”. E il sogno è il lavoro che ho fatto e che continuo a fare. Con passione, con determinatezza, con amore.

L’intervista

Marco Hugo Barsotti: Siamo nel track di Radio Number One, che è veramente impressive per dirla all’inglese. Cosa ci dici di questa presenza cosi importante?

SC: La mia esperienza con Radio Number One è cominciata a novembre. Ovviamente questa è una radio che ha un enorme potenziale che aveva cominciato a tirare fuori Angelo De Robertis. Ora ho cominciato a lavorarci io e in effetti mi rendo conto del potenziale enorme della radio, quindi sto cercando in qualche maniera di lavorare sulla stessa strada e questo è un inizio.

MHB: E in effetti forse devo cominciare con un’altra domanda, ma la faccio ora. Presentati per chi non ti conosce: Due parole su come sei arrivato a Number One.

SC: Ok, mi chiamo Stefano Carboni, lavoro in radio da quando ho 16 anni …e ora ne ho 60, i conti li lascio fare a voi. Ho cominciato nelle radio locali, anche perché le radio nazionali ai miei tempi non c’erano. Ho esperienze multiple, ti faccio un elenco, così come facciamo  prima. Ho iniziato in una radio locale Sarda, perché io sono di origine Sarda poi sono arrivato a Milano, esattamente a Radio Milano International che era una radio locale di Milano (!!! N.d.R.). Parallelamente per il fatto che non c’erano radio nazionali ho lavorato per un po’ in Rai, quando la Rai aveva splittato i segnali da onde medie ad FM.

MHB: Stereo Rai, il primo giorno di primavera!

SC: Esatto. Rai aveva creato questo contenitore, StereoRai, canale musicale nel contenitore di RaiStereoDue. Poi, dopo la mia esperienza di Radio Milano International, sono approdato a Radio 105 dove sono stato per 8 anni con un’esperienza oltre oceano a New York per un paio d’anni. Dopodiché sono tornato e sono passato da Radio 105 a Radio Monte Carlo dove sono rimasto fino al 2017. Ho anche partecipato alla creazione del prodotto Virgin Radio e poi per un periodo ho avuto una piccola parentesi dove non sono stato più in scena (problemi personali che ho risolto per fortuna) e adesso sono qui, a Number One.

La Playlist

MHB: Parliamo della musica di Number One; è una sensazione forse, non so se corretta o no, ma la sensazione è che il mix musicale sia un po’ cambiato rispetto al passato. E che la musica abbia un tono un po’ meno locale, mi viene da dire. 

SC: L’intenzione non è di trasformare il DNA della radio, ma magari di farla diventare una rhythm crossover. Vuol dire che c’è una percentuale di catalogo e una certa percentuale di musica di playlist del momento. È sicuramente una radio spostata sui ricorrenti, se vogliamo parlare in termini tecnici, e lavorando da tanti anni nella radio io sono molto avvezzo alla schedulazione, alla classificazione della musica e al criterio di selezione.

Vengo da una radio dove il criterio di selezione è stato sempre vincente per Radio Monte Carlo, ovviamente sono due radio che non hanno niente a che vedere l’una con l’altra, ma i professionisti normalmente riescono a spostarsi su altri format, quindi il criterio è lo stesso. Non è un lavoro ancora terminato, è un lavoro in evoluzione.

La “Giuria delle Radio”

MHB: Torniamo per un secondo a Sanremo, tu fai parte della giuria delle radio, è una buona iniziativa …ma porta valore a chi? Alle radio o al festival …o al pubblico?

SC: Bella domanda; è la prima volta che partecipo come giurato per conto terzi, perché in genere ognuno è a casa propria, fa quello che deve fare e vota. Ad esempio anni fa, nel 2005, ero stato invitato da Bonolis a stare sul palco come esperto di radio, come addetto ai lavori, e quella l’ho trovata un’esperienza quasi traumatica, perché stare sul palco tutto il tempo di un festival è veramente traumatico.

Una cattiveria?

SC: La giuria delle radio…. Forse è una scusa per tenersi buone le radio…  è una cattiveria forse, ma non ne vedo un valore aggiunto.

Forse si desidera coinvolgere le radio che svolgono il lavoro pesante del dopo festival, cioè quelle che poi programmeranno le canzoni; si potrebbe pensare a qualcosa di più inglobante.

DAB

MHB: Dopo “la radio” e la musica tra le tue passioni viene la tecnologia. Ora, sul sito di Number One non c’è scritto che siete in DAB: è una dimenticanza o è una scelta?

SC: No, non è una dimenticanza, credo che sia in parte voluto: c’è da dire che il nostro editore è molto attento sulla parte alta frequenza e anche più competente di me quindi quello sicuramente è una scelta.

MHB: Number One in FM ha sempre avuto una qualità sonora eccellente. Ma in DAB (a parte RTL 102.5 e per alcuni canali la RAI) direi che anche le radio nazionali usano bit rate troppo bassi…

SC: La mia sensazione è che tanti non ci credono fino in fondo: il fatto è che il DAB è ancora molto difficile da fruire muovendosi in macchina perché come ben sai la radio digitale o si sente o non si sente. Una volta, con l’analogico, anche se sentiva male si sentiva, ma con il digitale si va al muto: questo secondo me è un deterrente per un ascoltatore e probabilmente per un editore che è anche ascoltatore della propria radio.

 

Una radio del nord

MHB: La vostra radio è potentissima nella sua zona core, Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte con impianti eccezionali e un segnale molto gradevole. Ma col digitale contano più i contenuti che non l’impianto. Da questo punto di vista state pensando di parlare a tutta l’Italia o anche a tutto il mondo, o siete ancora orientati a guardare alla zona dove avete le radici storiche?

SC: In questo momento penso che questa debba essere una realtà del nord Italia e per il momento si parla del e al nord Italia. E vorremmo farlo bene: avere un buon prodotto che possa comunque soddisfare il nostro ascoltatore medio e comunque soddisfare al meglio tutte le province che copriamo da sempre.

Un’attenzione particolare alla programmazione

MHB: Ultima domanda, quello che ascoltiamo oggi in onda è definitivo, è già un punto fermo o c’è ancora lavoro, magari molte cose che pensi di cambiare, modificare, migliorare?

SC: Beh… Innanzitutto ho appena cominciato, sono tre mesi e non si può ribaltare una radio cosi in fretta. Ma poi, come dicevo, io non sono per i ribaltoni, sono per continuare le cose buone state fatte dalle gestioni precedenti. Essendo stato per molti anni un programmatore musicale, sono molto attento appunto alla programmazione musicale, al clock, alle sequenze delle categorie, tutto quello che fondamentalmente fa, crea una radio e fa diventare un flusso piacevole all’ascoltatore.

Sono molto attento su questo che secondo me è la base su cui mettere sopra dei programmi interessanti.

(M.H.B da Sanremo per FM-World)

BBC World intervista in diretta Marco Mengoni

Sapevate che l’Eurofestival è nato in Italia, in un paesino al nord?“. Con queste parole mercoledì sera il canale BBC World News, corrispondente televisivo del prestigioso World Service, ha aperto un’interessante intervista in diretta  a Marco Mengoni.

Paesino

Il paesino è ovviamente Sanremo (ok, visto da Londra appare evidentemente tale) e il fatto notevole è il tempo dedicato all’intervista. Vero, si stava attendendo che Antony Blinken e Benjamin Netanyahu iniziassero un’importante conferenza stampa (come si vede a destra dello schermo) e forse c’era tempo da riempire.

Ma il tono dell’intervista, che esaltava la funzione del Festival anche a livello internazionale era decisamente positivo e ci ha fatto molto piacere.

L’intervista

Con l’occasione abbiamo appreso che – cosa non scontata in Italia – Marco parla molto bene l’inglese, ed è pure molto simpatico. Vi lasciamo dunque all’intervista

 

FM-world e il Festival. Rudy Neri (Radio Delta International): “Sanremo è Sanremo e se ve lo dico io…”

Conoscete la storia del tormentone “Perchè Sanremo è Sanremo”? Noi sì, ora che ce l’ha raccontata chi la ha portata al grande pubblico, Rudy Neri di Radio Delta International.

FM 100.5

Radio Delta International è una storica radio FM italiana: una di quelle dove, leggendone l’evoluzione, paiono essere passati tutti.

È anche una radio il cui editore – lungi dal vendere tutto ai network – ha sempre deciso di lavorare in una dimensione locale che, con un termine che va oggi di moda, potremmo definire sostenibile. Creando programmi accattivanti e sempre legati al cosiddetto territorio.

Ma non è di questo che vogliamo parlare oggi. Piuttosto del fatto che il famoso tormentone “Perché Sanremo è Sanremo” è stato cantato e reso popolare proprio da uno dei suoi conduttori, Rudy Neri.

Intervista esclusiva

Abbiamo pertanto pensato di farci raccontare la storia di questo brano direttamente dalla sua voce, con un’intervista raccolta rocambolescamente mentre stava impacchettando microfoni e mixer per la trasferta sanremese.

FM-world: Intanto raccontaci che cosa fai a Radio Delta International.

Rudy Neri: Ciao a tutti gli amici che sono collegati con noi e ciao Marco. Beh innanzitutto un programma dal nome Delta Live, il suo slogan è “Delta Live non ti cambia la vita ma te la migliora” tutti i giorni due ore di diretta e poi curo la parte artistica della radio.

FM-world: Infatti, l’abbiamo scritto su FM World,  Radio Delta International dopo tanti anni passati come radio solo automatica è tornata a essere una radio anche con un tocco umano, che fa sempre piacere. Però oggi volevamo parlare di una cosa che è legata a Sanremo perché tu hai una storia molto interessante da raccontarci riguardo al famoso tormentone, raccontacela.

Rudy Neri: Il tormentone del festival, allora vi racconto velocemente i miei primi due festival, anno 1994 e 1995 con i Prefisso. Nel 94 la prima canzone ovviamente è rap ma con la parte melodica, proprio lì al festival di Sanremo vinciamo il Sanremo Giovani. Perché vincevano i primi due gruppi e noi come gruppo vinciamo proprio il Sanremo 1994 con la canzone “Avevo bisogno di te”.

Nel 95 nella sezione “Nuove proposte”, anche qui un vero slogan perché chi più ne ha più ne ha più ne metta, avrei voluto fare ma no non c’è fretta, entrambi festival del grande e mitico Pippo Baudo, grandi ricordi… e poi nel 1996 è arrivata la chiamata dell’indimenticabile maestro Caruso per cantare e rappare la sigla del festival.

FM-world: Come mai questa canzone è diventata così famosa e così è proprio diventata un tormentone, cos’è stata la molla?

Rudy Neri: Te ne faccio una rapatina, la vuoi live?

E qui, cari lettori, vi tocca proprio ascoltare il podcast, perchè neppure whisper.ai è in grado di trascrivere degnamente il rappeggiante Rudy.

Rudy Neri: Lo ricordo proprio per la telefonata di quella mattina del 1996, la ricordo riutilizzata anche nell’anno 2002 sempre con il festival di Pippo Baudo, però durante l’annata tutte le trasmissioni utilizzano lo slogan della sigla e di questo tromentone “perché Sanremo è Sanremo”.

FM-world: Ultimissima cosa, tu sarai presente in live da Sanremo per la tua radio,  quando?

Rudy Neri: Si con l’editore Giovanni Ciminelli di Radio Delta International abbiamo organizzato un altro speciale festival di Sanremo come facciamo ogni anno, e ci piace molto.

Noi saremo in diretta con Delta Live tutte le sere dalle ore 21 a raccontare il festival di Sanremo, sintonizzatevi perché racconteremo un sacco di aneddoti, avremo un sacco di ospiti tutte le sere per tutte le cinque serate, tutto in diretta a raccontare ovviamente la nuova edizione del festival di Sanremo. Lo ricordiamo, siamo arrivati alla 74esima edizione e viva sempre il festival della canzone italiana.

FM-world: Vediamo se ho studiato: FM 100.5 per Legnano e zone collegate, il DTT e la app…

Rudy Neri: …E il DAB! In Lombardia e Piemonte.

(A cura di Marco Barsotti)

Non solo musica italiana: nasce a Sanremo “Monkey’s Radio”, spinoff di clubbing e di sonorità da scoprire

Tra le mille novità sanremesi di questo periodo c’è anche un nuovo progetto radiofonico. Si tratta di Monkey’s Radio, un format interessante che è già ascoltabile – pur essendo l’emittente ancora in fase sperimentale – tramite l’aggregatore FM-world.

FM-world ha avuto l’opportunità di parlarne con uno dei soci fondatori, Daria Rusu.

L’intervista

FM-world: Per cominciare, raccontaci di te.

DR: Mi chiamo Daria Rusu, sono una delle socie di questa nuova emittente radio nascente, che si chiama Monkey’s Radio, con sede a Sanremo che è la città della musica.

È un po’ un’espansione del brand Monkey’s,  un format di clubbing che è stato già lanciato nell’estate del 2023, sempre qui a Sanremo e che è presente anche il giovedì notte dell’Hollywood prive di Milano.  Ma abbiamo deciso di creare un emittente che possa parlare a tutte le generazioni, a tutte le età, ogni genere, ogni provenienza, proponendo i migliori successi del momento, sia a livello nazionale che internazionale, brani pop di tendenza. A oggi le proposte di piattaforme che offrono musica in streaming sono veramente tante e le playlist proposte sono a loro volta moltissime, quindi a volte diventa quasi complicato scegliere, quando ci sono tante proposte, decidere quale playlist ascoltare, quale genere, quale artista, diventa un po’ complicato.

Zero stress

La nostra radio parte un po’ da questa idea, che è quella che in qualunque momento tu accendi la radio, ti colleghi al nostro sito web, oppure apri la nostra app, puoi sentire una canzone nuova o successo del momento, che magari non avevi ancora mai sentito, oppure di un artista che non avevi mai preso in considerazione. Quindi è un po’ una missione zero stress per l’ascoltatore, in quindi scegliamo noi il meglio del momento.

FM-World: Chi sono i fondatori?

DR: Siamo una società costituita da diversi componenti. Ci sono diverse persone che lavorano nel mondo della comunicazione, tra questi soci c’è anche Matteo, che è il fondatore del format Monkey’s (e di una location per cocktail-ing tra le più entusiasmanti di Sanremo, aggiungiamo noi).  È lui che ha avuto l’idea di proseguire il brand anche dal punto di vista radiofonico.

Monkey’s and tonic

FM-World: Ok, il nome puoi spiegarlo? Monkey’s.

DR: Monkey’s nasce veramente quest’estate, quando è nato il format di questa discoteca, che si trova a Sanremo. È stato un po’ pensato come una giungla, una giungla di suoni, quelli amati dalle persone che popolano la discoteca e la location. Abbiamo puntato ovviamente su un’atmosfera dedicata, quindi con decorazioni che ricordino la giungla. E da qui siamo ovviamente collegati al nome.

Lancio imminente

FM-World: Non ancora totalmente lanciato la radio, giusto?

DR: La radio parte la prossima settimana. Abbiamo deciso di seguire un po’ l’onda e di sfruttare la vetrina del Festival di Sanremo, visto che ci troviamo qui e siamo proprio immersi in questa atmosfera. Possiamo ovviamente  anche offrire qualche contenuto, direttamente da Sanremo, con qualche intervista ad artisti e a talent presenti qui, quella settimana del Festival.

Playlist

FM-World: La musica che si sente oggi è significativa? In altre parole, quanto è completa la playlist?

DR: Allora, la playlist è in fase di avviamento,  alle spalle abbiamo la consulenza di esperti del campo radiofonico, ci affidiamo molto a loro, soprattutto in questa fase di avviamento.

FM-World:  Programmi con conduzione ?

DR: Al momento programmi con conduzione non ci saranno, sono previsti, però in un periodo successivo. Ma subito inseriremo delle interviste direttamente da Sanremo.

FM-World: Hai detto che avete dei consulenti…di chi si tratta?

DR: Abbiamo una consulenza di RadioMediaset che ci ha seguito anche nel format di clubbing, quindi ovviamente noi ci affidiamo soprattutto a loro.

FM-World: Target?

DR: Il nostro target è illimitato. Noi vogliamo parlare sia ai giovanissimi che alle persone più adulte, perché, come dicevo prima, la scelta musicale spazia molto,  Poi sicuramente quello che vogliamo fare è essere un po’ una vetrina anche del territorio, quindi offrire anche degli spazi alle attività del territorio, per farsi conoscere.

DAB+

FM-World: Ultima cosa, diffusione IP ovviamente. Anche  DAB+?

DR: Sì, esatto, noi saremo in DAB+, Web e App.

FM-World: Su che multiplex?

DR: MediaDab.

* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]

Lorenzo Suraci (RTL 102.5) a FM-world: “A Sanremo 20 ore di diretta dal nostro truck. Giuria delle radio? Posso anticiparvi che…”

Ha suscitato molta curiosità il cambio di denominazione e format di una delle sei radio digitali del gruppo RTL 102.5: RTL 102.5 Caliente.

FM-World ha chiesto all’Editore Lorenzo Suraci di raccontare di questa nuova iniziativa, ma inevitabilmente siamo finiti a parlare di Sanremo: e alla fine la notizia caliente era soprattutto quest’ultima. Partiamo dunque da qui.

Giuria delle radio

Marco Hugo Barsotti: La novità di Sanremo quest’anno è la “Giuria delle radio“. Come pensate di partecipare?

Lorenzo Suraci: Voglio sorprendervi, anticipando una notizia: noi non faremo parte della giuria. E vi spiego il motivo. Noi abbiamo sentito tutte le canzoni, io e i miei programmatori musicali, trenta canzoni. E posso anticiparvi, sarà un grande Sanremo.

Dieci e lode

Tante canzoni da 10 e lode. Credimi, non è una battuta: grande musica davvero. Per cui non voglio giudicare, non vogliamo giudicare, diciamo che RTL 102.5 resta al di sopra delle parti. Perché se no dovremmo dare 10 a tantissimi artisti…

OVS No more

M.H.B.: Quindi l’appuntamento resta tra qualche giorno alla solita postazione a fianco dell’ingresso dell’Ariston.

L.S.: E invece anche qui devo sorprendervi; l’appuntamento ve lo do da un’altra parte. A voi e a tutti gli ascoltatori che vorranno venire a Sanremo.

Truck

Quest’anno saremo presenti con il nostro truck in uno spazio più accessibile a tutti, vicino al Casinò. E faremo tantissime ore di diretta, almeno 20 ore, dalle 6 del mattino fino a notte fonda. In diretta con tutti i programmi, con conduttori in abbinamento: uno a Sanremo e uno che resta in studio.

Caliente

E veniamo a RTL 102.5 Caliente. A gennaio 2024, RTL 102.5 Romeo & Juliet diviene RTL 102.5 Caliente. Moltissimi, come era prevedibile, i commenti  sui nostri canali social, anche in considerazione della modalità quasi “stealth” dell’avvicendamento, avvenuto senza comunicati stampa.

La nuova programmazione è stata definita da un lettore di Talkmedia “pop/reggeton latinoamericano“, mentre un altro lettore ha commentato “mancava nell’etere nazionale, anche perché le poche presenti di musica latinoamericana sono locali“. Anche qui abbiamo chiesto qualche commento a Lorenzo Suraci,


L’idea

Marco Hugo Barsotti: Come vi è venuta l’idea proprio di questo canale, e non – per dire – uno Jazz?

Lorenzo Suraci: Guarda, è un semplice avvicendamento musicale da un formato all’altro. I miei programmatori musicali e tante altre persone mi hanno convinto che è un format che ha tanti estimatori e che non trovavano una radio adatta ai loro gusti. Molto semplice.

M.H.B:  In Francia esiste una radio latina addirittura in FM, segno della presenza di un grande pubblico interessato, forse poco visibile ma certamente esistente.

L.S.: E infatti risulta anche a noi, risulta che ci siano tanti appassionati del genere, poco serviti. Ma – al di là delle ricerche di mercato – sono state le tante voci in questo senso a convincermi. Professionisti del settore, ma anche semplici ascoltatori e conoscenti. Anche se – e lo sapete – alcuni di questi brani fanno capolino di tanto in tanto sulle tre reti principali. Quindi ringrazio quanti hanno ascoltato con attenzione questa nuova iniziativa e hanno voluto commentarla ma, dal mio punto di vista, si tratta appunto di un semplice avvicendamento musicale. (M.H.B. per FM-World)