La radio italiana verso il futuro digitale: sfide e opportunità nella seconda edizione dell’Osservatorio CRTV

La transizione digitale della radio in Italia sta vivendo un momento cruciale grazie alla progressiva soluzione del problema della scarsità di frequenze per le emittenti locali.

Questo cambiamento, su cui le imprese radiofoniche hanno già investito, migliorerà la qualità del segnale, l’efficienza nell’uso delle risorse e amplierà l’offerta per gli ascoltatori.

Tuttavia, l’Osservatorio Radio 2024 di Confindustria Radio Televisioni evidenzia come il settore radiofonico italiano, pur essendo vivace e apprezzato, risulti sottodimensionato rispetto ad altri mercati europei come Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Per competere nel mercato digitale è quindi fondamentale sostenere lo sviluppo dimensionale, anche attraverso fusioni tra piccole realtà.

Il presidente Antonio Marano sottolinea la necessità di maggiori risorse pubbliche e politiche mirate a rafforzare un settore cruciale per informazione, cultura e coesione sociale. L’Osservatorio si conferma un importante strumento di analisi comparata e riflessione strategica per il futuro della radio italiana.

Questo il comunicato integrale:

È un momento cruciale per il completamento delle reti di trasmissione digitale in Italia, perché finalmente è in via di soluzione la questione della scarsità di frequenze per le emittenti locali. Il processo di transizione, su cui da tempo hanno investito le imprese radiofoniche, permetterà di migliorare la qualità del segnale, l’uso efficiente e più sostenibile delle risorse frequenziali, nonché una maggiore offerta per gli ascoltatori. Una transizione coerente con lo sviluppo del mercato che, in definitiva, non lasci indietro nessuno” ha dichiarato il Presidente di Confindustria Radio Televisioni Antonio Marano nella prefazione all’Osservatorio della Radio, appena pubblicato.

L’Osservatorio Radio di Confindustria Radio Televisioni nella sua seconda edizione si misura con gli altri maggiori mercati europei, ossia Germania, Regno Unito, Francia e Spagna: dal confronto risulta che la radio italiana, nonostante la sua resilienza, la vivacità e l’apprezzamento del pubblico e degli investitori pubblicitari è sottodimensionata rispetto agli omologhi europei, e la dimensione è fattore strategico per competere nel mercato digitale connesso. “La nostra associazione ha il compito di tutelare e valorizzare le imprese radiofoniche italiane, la cui attività costituisce un pilastro fondamentale dell’informazione e della libertà di espressione, strumento indispensabile per il progresso e la coesione della società. Ma affinché il ruolo di tali imprese resti centrale nella promozione della cultura, dell’informazione e dell’identità territoriale è necessario un rinnovato impegno da parte dello Stato, della politica e delle istituzioni. Servono interventi concreti a sostegno del settore, attraverso l’allocazione di maggiori risorse finanziarie, e la definizione di politiche di razionalizzazione che incentivino lo sviluppo dimensionale, anche attraverso accorpamenti di piccole realtà “diseconomiche” ha aggiunto il Presidente Marano.

L’Osservatorio nasce come ricognizione ragionata dei dati di settore ad opera dell’Ufficio Studi di CRTV. La seconda edizione, oltre ai 5 principali mercati europei – Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna –  guarda anche ad altri case studies, come la Svizzera, che si accinge a spegnere il segnale FM. Per ogni mercato si descrivono le caratteristiche dell’offerta, nazionale e locale, pubblica e privata, le piattaforme distributive, la dotazione degli apparecchi di ricezione, gli ascolti radiofonici, gli economics del mercato e la radio nel contesto audio. L’edizione si avvale della collaborazione di Albino Pedroia, docente alla Sorbona di Parigi, che vanta un’esperienza pluriennale di lavoro e ricerca nel settore radiofonico.

Nel 2023 con il lancio dell’Osservatorio Radio, Confindustria Radio Televisioni ha inteso dare una risposta proattiva ai cambiamenti in atto e alle sfide emergenti legate alla digitalizzazione della radio. Con questa seconda edizione si consolida un lavoro importante, unico per ricchezza di dati e rigore metodologico, una conferma dell’impegno dell’Associazione nel raccontare e rappresentare i settori di riferimento.

(Comunicato stampa)

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Non solo smart tv: Agcom chiede di mantenere i ricevitori DAB+ e FM sulle auto

Televisioni e radio in evidenza sulle smart tv, l’Agcom avvia le modifiche: la notizia arriva da Italia Oggi, in un articolo a firma di Andrea Secchi.

Mentre il dibattito si concentra sulle regole per garantire la visibilità dei contenuti radiofonici e televisivi sugli apparecchi connessi – su cui approfondiremo tra poco – Agcom ha acceso un ulteriore riflettore su un altro tema cruciale: la presenza dei ricevitori DAB+ e FM nelle auto. Con una recente segnalazione al governo, l’Autorità ha chiesto che si intervenga per evitare che questi strumenti vengano progressivamente eliminati a favore dei soli sistemi connessi, privi di ricezione via etere. Una mossa che punta a salvaguardare l’accesso universale e gratuito alla radio, in particolare nei veicoli, dove il rischio è quello di trasformare un servizio pubblico in un’opzione a pagamento o legata a connessioni dati.

Questo intervento si inserisce in un quadro più ampio di revisione della delibera sulla prominence (n. 390/24/Cons), approvata lo scorso ottobre, con cui si erano definite le modalità per garantire la rilevanza dei servizi di interesse generale – tv e radio – sui dispositivi connessi, a partire dalle smart tv, ma anche nei sistemi di infotainment delle automobili.

Il consiglio dell’Agcom ha approvato un provvedimento per avviare una consultazione pubblica su una versione semplificata delle linee guida. Il documento, non ancora pubblicato, riapre il confronto su aspetti già affrontati nella prima fase e nasce anche a seguito del ricorso al Tar presentato da Google, Samsung e Anitec-Assinform. I ricorrenti – produttori di piattaforme e dispositivi – avevano contestato le modifiche richieste ai loro sistemi operativi, necessarie per applicare le disposizioni dell’Autorità.

Tra i punti chiave della revisione – riporta l’articolo del quotidiano economico – figura una razionalizzazione dell’interfaccia utente dei dispositivi: si prevede una home page semplificata con un numero limitato di icone. Oltre all’icona blu che rimanda al digitale terrestre, dovranno comparire le app dei cinque principali operatori televisivi (Rai, Mediaset, La7, Sky e Discovery), un’icona per le altre tv nazionali e una per le tv locali. Presente anche un’icona dedicata alle radio. L’obiettivo è mantenere la visibilità dei contenuti gratuiti e di interesse generale senza appesantire l’esperienza utente o penalizzare i produttori.

Secondo le linee guida attuali, entro un anno tutti i televisori connessi, decoder e chiavette smart avrebbero dovuto ospitare nella schermata iniziale una sezione dedicata ai Servizi di interesse generale. Oltre alla Rai, questo includeva radio e tv nazionali gratuite – generaliste, semigeneraliste, d’informazione, per bambini e culturali – e le emittenti locali, purché dotate di una testata registrata. Le domande ricevute dall’Agcom per essere inclusi in questo elenco sono state ben 1.163, segno dell’interesse ma anche fonte di complessità attuative che hanno spinto i produttori a opporsi.

Il contenzioso aperto da Google e gli altri sarà discusso l’11 giugno prossimo. Anche se le modifiche non saranno ancora operative per quella data, la consultazione pubblica in corso rappresenta un tentativo di distendere il clima e guadagnare tempo utile a trovare una soluzione condivisa. Dopo questa fase, il provvedimento dovrà comunque essere notificato alla Commissione europea, con ulteriore attesa per il parere di Bruxelles. Risultato: l’intero impianto potrebbe subire ritardi consistenti.

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Black-out in Spagna: la radio, punto di riferimento

Durante il blackout che il 28 aprile ha colpito la penisola iberica, lasciando milioni di persone senza elettricità, la radio ha riaffermato il suo ruolo cruciale come principale fonte d’informazione.

Con internet e televisione fuori uso – come sottolinea in un articolo la RTVE – cittadini di tutta la Spagna si sono affidati ai vecchi transistor a batterie per ricevere aggiornamenti e rassicurazioni.

A Madrid e in molte altre città, si sono moltiplicate le scene di persone riunite intorno a piccole radio portatili, un’immagine che ha riportato alla memoria eventi storici lontani.

Le voci dei conduttori, come quella di Sandra Urdín di Radio Nacional, hanno proposto non solo notizie, ma anche conforto in un momento di grande incertezza.

Testimonianze come quella di Paqui, 83 anni, che ha seguito le informazioni tramite il suo vecchio dispositivo a batterie, evidenziano quanto la radio resti insostituibile in situazioni d’emergenza.

Non solo informazione, ma anche compagnia e sicurezza emotiva in un’epoca sempre più dipendente dal digitale.

E per le tante persone che erano in giro? Un approfondimento trasmesso da BBC World riporta la seguente dichiarazione di una ragazza, che così ha vissuto le difficoltà della giornata: “Non avevamo alcuna informazione su quanto stava succedendo – spiega – il telefono non aveva campo e nessuno sapeva niente. Fortunatamente avevamo a casa dei contanti, perché la carta di credito non funzionava: siamo dunque scesi in negozio a comprare delle tradizionali pile non ricaricabili. Le abbiamo inserite nella vecchia radio analogica ‘molto analogica’ – rimarca la testimoneche avevamo a casa e abbiamo potuto informarci su quanto stava accadendo”.

A sua volta, Enzo Mauri – autore di diversi testi dedicati alla storia della radio – ha condiviso dalle proprie pagine social alcuni di questi momenti, che riportiamo in coda all’articolo.

Oggi l’energia elettrica è stata ripristinata pressoché il tutto il Paese, ma il black out ha dimostrato che, nonostante l’avanzare delle nuove tecnologie, la radio – i cui principali trasmettitori in onde medie sono rimasti operativi grazie all’utilizzo di generatori diesel di emergenza – resta uno strumento imprescindibile per garantire la comunicazione in tempi di crisi.

(A cura di Nicola Franceschini, ha collaborato Marco H. Barsotti)

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BBC Sounds: rinviato il blocco degli streaming dell’app per l’estero

La BBC ha annunciato il rinvio della chiusura dell’app BBC Sounds per il pubblico residente al di fuori del Regno Unito.

La decisione giunge dopo che l’emittente aveva inizialmente stabilito che, fuori dai confini britannici, sarebbe stato possibile accedere solo a Radio4 e al World Service tramite una nuova sezione audio disponibile su BBC.com.

In una nota ufficiale, la BBC ha fatto sapere di essere al lavoro su un piano volto a garantire la disponibilità di altre stazioni radiofoniche ai propri ascoltatori internazionali. L’emittente ha inoltre chiarito che l’app non verrà disattivata fino a quando tali piani non saranno definiti e confermati.

Il cambiamento aveva sollevato interrogativi, in particolare in Irlanda, dove gli utenti rischierebbero di non poter più accedere online a BBC Radio Ulster e Radio Foyle.

La BBC ha spiegato che BBC Studios ha recentemente lanciato un nuovo servizio audio internazionale, accessibile sia tramite BBC.com sia attraverso l’app BBC. Questo sviluppo fa parte di una strategia più ampia che prevede la chiusura definitiva di BBC Sounds per gli utenti internazionali entro la fine dell’anno.

Parallelamente, l’ente radiotelevisivo ha assicurato di essere impegnato nell’individuare modalità per mantenere l’accesso ad altre stazioni, comprese quelle musicali come Radio1, Radio2, Radio3, 6Music, 1Xtra e l’Asian Network, nonché le emittenti locali e regionali del Regno Unito.

L’azienda ha inoltre specificato che darà priorità ai Paesi dove la domanda per i servizi audio della BBC risulta più elevata.

Sulla questione è intervenuto anche l’ex ministro del governo irlandese Charlie Flanagan, che in un post su X ha definito il rinvio “una buona notizia”.

Flanagan ha sottolineato come decine di migliaia di persone in tutta l’isola d’Irlanda utilizzino quotidianamente BBC Sounds e ha aggiunto che il mantenimento dello status quo sarebbe positivo per le relazioni tra Regno Unito e Irlanda.

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PrimaOnLine: “Radio 24 pronta per il debutto ufficiale in tv sul canale 246 dal 24/6”

Dopo un lungo periodo di ‘work in progress’, Radio 24 si appresta al suo debutto televisivo in ‘radiovisione’.

L’emittente è già presente da tempo sul canale 246 del digitale terrestre, ma solo in versione audio, ad eccezione di qualche occasionale programma.

Dal 24 giugno (ovvero – guarda caso – dal 24/6), dovrebbe prendere ufficialmente il via Radio 24 Il Sole 24 Ore Tv, con un palinsesto caratterizzato da molta ‘visual’ della radio, ma anche contenuti ‘splittati’ solo per la televisione.

Ad anticiparlo è Prima Comunicazione, che ricorda nell’articolo i tempi (tra il 2001 ed il 2006) in cui il gruppo tentò il lancio di 24Ore.tv.

Ulteriori dettagli sono disponibili su primaonline.it.

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“Tre minuti alle 4”: il successo virale realizzato con l’AI firmato Andrea Secci

È bastato un gioco, una sperimentazione tra amici, per scalare le classifiche mondiali.

Il brano “Tre minuti alle 4”, nato da un’idea del dj e conduttore Andrea Secci, ha conquistato il primo posto tra i brani elettronici e ha raggiunto il 53° posto nella classifica globale. Un risultato sorprendente, soprattutto considerando che la voce che lo canta non esiste.

Sì, perché il brano – disponibile su tutte le principali piattaforme digitali – è stato interamente realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. La voce, sintetizzata al computer, è frutto di una tecnologia su cui Secci, editore dell’emittente toscana Radio Nostalgia, ha sempre puntato, distinguendosi come uno dei pionieri italiani del settore.

«Il testo è di CloudBrust, nome d’arte di Simone Viti – racconta Secciio ci ho cucito sopra la musica, mentre Biba Dj ha aggiunto un beat davvero originale, che ha dato al brano un’identità forte». Pubblicato il 3 aprile, il singolo ha guadagnato terreno in pochi giorni, fino a toccare il 53° posto nella classifica mondiale la sera del 9 aprile, mantenendo la vetta tra i brani elettronici.

“Tre minuti alle 4” – riporta una recensione – è la dimostrazione che l’innovazione tecnologica può andare a braccetto con la creatività musicale. Non a caso, le parole firmate da CloudBrust riflettono la sensibilità di un artista già noto per le sue composizioni acustiche, intime e ricche di ispirazione.

«Non abbiamo una casa discografica né un’etichetta – sottolinea Secci ma già dalla promozione sui social ci eravamo accorti che il brano piaceva. Lo abbiamo visto nelle storie delle persone. Poi, improvvisamente, è esploso».

Il successo di “Tre minuti alle 4” sembra stia accendendo nuove scintille creative.

Nel frattempo, Andrea Secci è anche in corsa per i Dance Music Awards, nella categoria miglior spettacolo serale con il suo Dinner Club, in scena ogni sabato sera al Jux Tap di Sarzana fino al 26 aprile.

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