Grant Benson torna in onda: ogni giorno con la Dany su Radio Morcote International

E’ nata da pochi giorni Radio Morcote International, la nuova radio POP UP in streaming – http://streamingv2.shoutcast.co/benson – un vero e proprio sostegno psicologico per Grant Benson, speaker radiofonico ormai in pensione e senza cantieri a disposizione, e la Dany, sventurata compagna di turno, obbligati a condividere lo stesso spazio h24 e arrivati al limite della sopportazione, oltre a quello delle scorte di birra in casa.

Un’idea nata anche dal desiderio di sentirsi uniti – anche se fisicamente distanti – agli affetti, e dalla convinzione che l’unione fa davvero la forza, sempre.

In onda a partire dall’ora dell’aperitivo (le 18:00), dal lunedì al venerdì (e forse anche il sabato), Grant Benson e la Dany, nelle loro due ore di diretta, hanno così deciso di raccontare con ironia e sarcasmo le difficoltà quotidiane, accompagnando i radioascoltatori con musica rigorosamente rock. Un momento per far passare le lunghe giornate senza buttarsi giù dal balcone, per sentirsi meno soli e più vicini ad amici, parenti, e radioascoltatori in coppia—o, più fortunatamente, single… insomma, un happy hour virtuale che forse proprio virtuale non è, visto che, per sopportarsi a vicenda, bevono qualcosa anche loro, e che, in questo periodo di quarantena, cerca di rendere un po’ più leggera la fine della giornata.

“Giocare con le difficoltà che nascono dalla convivenza forzata, ironizzare sui nervosismi dovuti alla ‘prigionia’ obbligatoria è diventato, in pochi giorni, un vero e proprio antidoto, decisamente divertente e stimolante, e utile, oltretutto, per stemperare le criticità quotidiane” ha dichiarato la Dany. “In onda per due ore con lei, riesco finalmente ad ascoltare buona musica, certo di stare finalmente parlando con altri e non solo con me stesso”, ha aggiunto Grant Benson.

La convivenza obbliga infatti ad inventarsi di tutto pur di trovare nuovi stimoli. Alcune coppie, nel mondo, sono arrivate a compiere atti un tantino estremi, in tutti i sensi. A Hollywood, per esempio, Demi Moore e Bruce Willis sono in isolamento insieme alle tre figlie, e si fotografano con nonchalance indossando pigiami a righe uguali per sentirsi ancora più vicini; in Gran Bretagna, due culturisti hanno scelto di passare il tempo insieme completamente nudi, postando ogni giorno su Instagram i loro allenamenti, ovviamente come mamma li ha fatti; in Cina, alla fine del periodo di isolamento, sono scattati i primi divorzi, mentre alcuni dicono che fra nove mesi l’Italia si ripopolerà con un nuovo baby boom.

A Morcote, uno dei borghi più belli sul lago di Lugano, Grant Benson, noto speaker radiofonico, on air sui più grandi network internazionali – compresa la famosa radio pirata Radio Caroline – e la Dany, hanno invece deciso di staccare la spina e attaccare l’antenna: il soggiorno di casa, messo sotto sopra, è stato trasformato in un vero e proprio studio radiofonico nel quale si accavallano cavi, cuffie, monitor, console e ancora cavi, e dove avvengono le peggiori discussioni della giornata in attesa di ritrovare un momento di pace, proprio nelle due ore di trasmissione e proprio grazie anche al sostegno degli ascoltatori.

Il programma, in onda da qualche giorno, ha avuto fin da subito un enorme successo in giro per il mondo, con ascoltatori on air anche dagli Stati Uniti, dall’Irlanda, e dal Senagal fino ad arrivare in Sudafrica… Centinaia di amici virtuali, molti dei quali nella stessa sventurata situazione di convivenza forzata, si sono ritrovati ad aperitivare con Grant Benson e la Dany, condividendo le crisi di coppia, i momenti di solitudine e di sconforto, ma anche le disavventure quotidiane con una sferzata di ironia.

Raccontare gli screzi e le difficoltà giornaliere, forse, aiuterà un po’ i due a procastinare la data dell’accoltellamento o della separazione definitiva.

Radio Morcote International con Grant Benson e la Dany

Ogni sera, dalle ore 18.00 alle 20.00 dal lunedì al venerdì (a volte anche il sabato ;-))
http://streamingv2.shoutcast.co/benson

Radio Morcote International sui Social Network:

https://www.facebook.com/Radio-Morcote-International-102551291422092/
https://www.instagram.com/radio.morcote.international/
https://twitter.com/MorcoteRadio

(Comunicato stampa)

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Gli ascolti nella Svizzera Italiana: sempre in testa le reti RSI, ma crescono le “private”

Sono recentemente usciti i dati Mediapulse, relativi agli ascolti radiotelevisivi in Svizzera.

Concentrandoci sul Canton Ticino – e quindi sulla Svizzera dove si parla la lingua italiana – ciò che emerge è la conferma al vertice della Rete Uno RSI, con il 35% di quota di mercato sulle 24 ore, pari a 116.300 persone e prima negli ascolti tra gli over 45.

Rete Due ottiene il 3,8%, pari a 18.700 persone, mentre Rete Tre si posiziona al 17,7% con 91.600 contatti, leader nella fascia che va da 15 ai 44 anni.

Le reti RSI ottengono quindi quota 56,5% che sale al 73,6% se si aggiungono gli ascolti delle altre reti SSR (in primis quelle in lingua tedesca e francese).

In parallelo, c’è la crescita delle emittenti private del territorio.

Radio 3i passa dal 12,7% del 2018 al 13,2% del 2019 con 82.000 contatti giornalieri.

Radio Ticino invece ottiene il 5,5% di quota di mercato, con una crescita dello 0,15%.

Addio all’FM in Svizzera tra il 2021 ed il 2024. E in Italia?

Quando terminerà l’esperienza dell’FM in Svizzera?

Se la domanda sembra essere ancora remota per essere affrontata da parte dell’editoria italiana, gli elvetici ne stanno discutendo da tempo.

L’iniziale previsione di uno switch-off analogico entro il 2021 sembra tuttavia possa essere smentita.

A riportarlo è il “Corriere del Ticino” che in un articolo di Giorgia von Niederhäusern parla di tempi supplementari della modulazione di frequenza.

La data ipotizzata potrebbe essere quella del 2024, uno slittamento che farebbe piacere soprattutto al Canton Ticino.

Di certo, la Svizzera sta investendo molto sul digitale, tra la diffusione del DAB+ ed il recente lancio del 5G che potrebbe fornire un ulteriore incentivo all’ascolto del mezzo via IP.

In Italia, intanto, è ancora difficile ipotizzare una data di switch-off analogica, sebbene anche nel nostro Paese la fruizione del digitale stia gradualmente incrementando e diversificando le modalità di ascolto.

Svizzera: il Canton Ticino è la regione dove si seguono maggiormente radio e TV

Nella media giornaliera, l’83% della popolazione di 15 anni o più residente in Svizzera ascolta la radio per due ore.

Con una penetrazione giornaliera del 65% e un consumo medio di quasi 200 minuti, la televisione raggiunge un numero di persone inferiore, ma viene utilizzata decisamente più a lungo.

Considerata l’intera popolazione residente di età superiore ai 14 anni, ciò significa che ogni giorno in Svizzera una persona ascolta la radio per 98 minuti e guarda la TV per 128 minuti. Ad attestarlo sono i dati di ascolto rilevati per conto della Fondazione Mediapulse per il secondo semestre 2018.

L’affinità maggiore nei confronti delle due tipologie mediatiche si evidenzia ancora una volta nella Svizzera italiana. Con quote rispettivamente dell’87% e del 74%, radio e televisione registrano nella regione più meridionale del paese non solo la più alta penetrazione giornaliera, ma anche massimi volumi di ascolto con valori che si attestano a 274 minuti per abitante (TV: 172 minuti, radio: 102 minuti).

Con valori pari a 225 minuti per la Svizzera tedesca e a 220 minuti per quella romanda, nelle restanti due regioni la durata di ascolto combinata per abitante relativamente ai due media risulta inferiore, ma si attesta comunque a oltre tre ore e mezza al giorno. Mentre nella Svizzera tedesca e in Romandia la TV registra penetrazioni analoghe (rispettivamente 64% e 65%), con una penetrazione giornaliera dell’83% la radio può contare nella principale regione linguistica su un’utenza superiore di 3 punti percentuali rispetto a quella della Svizzera francese. Con una durata di ascolto di 104 minuti per abitante, nella Svizzera tedesca la radio raggiunge inoltre valori paragonabili a quelli della Svizzera italiana.

Un confronto temporale con il 2° semestre del 2017 mostra un calo della penetrazione televisiva di 2 punti percentuali nella Svizzera tedesca e di 1 punto in quella francese, nonché una riduzione di 7 minuti nel consumo televisivo pro capite in entrambe le regioni. Nello stesso periodo, nella Svizzera italiana la TV ha visto incrementare di 1 punto la quota delle persone raggiunte e di 4 minuti il volume di fruizione.

Poiché nel gennaio 2018 è stato introdotto un nuovo metodo di ricerca sull’ascolto radiofonico, non è possibile procedere a un confronto con i dati dell’ascolto radiofonico relativi al 2017.

Per ragioni di metodo e di economia della ricerca, i sistemi di rilevazione di Mediapulse SA non registrano il consumo dei programmi radiofonici e televisivi in tutte le sue forme: i dati presentati, pertanto, tendono a sottostimare la fruizione dei contenuti radiofonici e televisivi. Ad esempio non viene registrata la visione televisiva nei luoghi pubblici (public viewing) o tramite dispositivi mobili. Per quanto riguarda il consumo radiofonico, non vengono considerati l’ascolto in differita di programmi radio o l’ascolto in cuffia.

(Comunicato stampa)

Svizzera: ascolti in crescita per la radio in Canton Ticino

La radio in Canton Ticino gode di ottima salute. A rilevarlo sono i dati del primo semestre 2018 raccolti dalla Fondazione Mediapulse.

Il risultato più eclatante riguarda Radio 3i: la privata del Gruppo Corriere del Ticino ha superato gli 80.000 contatti quotidiani.

Un numero decisamente confortante se paragonato ai 65.000 dello scorso anno, pur essendo cambiata in parte la metodologia di raccolta dati dall’inizio dell’anno.

Si sorride anche in casa RSI: le tre emittenti pubbliche della Svizzera italiana hanno raggiunto una quota di mercato pari al 53.5%, una percentuale che sottolinea la centralità del servizio pubblico, suddiviso tra la generalista Rete Uno (leader assoluta), Rete Due dal taglio culturale e Rete Tre per un pubblico più giovane.

Anche Radio Fiume Ticino, infine, brinda ad un crescente successo. L’emittente, che gode di una copertura inferiore rispetto ai competitor ma che ha annunciato un prossimo potenziamento del segnale, tocca il 5.93% di quote di mercato, pari a 41.000 ascoltatori.

E riscontri arrivano anche dalle proprie seconde reti “all digital”, quali per esempio RFT Pop, presente non solo su web e app, ma anche in DAB+.

Rassegna Stampa Radiorama Giugno 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.81 di Giugno 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/06/Radiorama-n.81-v1.pdf

Deep Decline for Radio Ads in Norway Bad News for DAB Broadcasters

The transition from FM is considered to be the problem. Meanwhile, all good news for local FM radio.


During 2017 national public and commercial radio made a complete with-over from FM to DAB+. Now, media agencies’ investments in radio advertising show that the two commercial networks Radio Norway and P4 in four months have backed from NOK 144.5 million to a turnover of 133.2 million. By April they have backed 7.8 %, says the CEO of the Media Agency, Merete Mandt Larsen to ad business magazine Kampanje. Just
for April development is even worse. Radio ad investments was down by 17%.

It is a difficult market for radio today, not least because of the transition to DAB. There are fewer listening to DAB radio and the range is decreasing, says Jarle Thalberg, Sales Manager, MediaManager GroupM. The
transition from FM to DAB affects P4 and Radio Norway’s main radio channels when many are listening to a broader output with more and niched channels. It’s worrying is that advertisers seem to have lost their desire for radio, says Thalberg.

In this context, local radio advertising sales have not been included. But there are continued reports of significant increased listening and also increasing advertising revenues for local stations, which continues on FM. For example, one of the larger local radio networks with nine stations Jærradiogruppen – has had a 35 percent increase during the first quarter of the year. It is about local advertising as well as national advertising via media agencies. Radio Metro stations reported have doubled their advertising sales.

Local radio continues to be expanded in areas outside the largest cities where FM is still allowed to broadcast. This week Radio Metro received a local radio concession for Osterøy, Masfjorden, Lindås, Modalen, Meland, Austreim, Radøy, Fedje and Vaksdal in Hordaland county (north of Bergen). The concession was obtained after lottery drawing at the Media Authority because there were two applicants.

The current strike at public broadcaster NRK may benefit local radio more than the two commercial networks DAB channels. This is mainly due to the fact that NRK now broadcasts more music in the absence of news
and current affairs content. Local Radio’s regional and local identity and control override the music playlists of the national commercial channels.

Local radio in Norway is owned and operated entirely by Norwegian interests while the national commercial radio is owned by two foreign companies; German Bauer and Swedish MTG.
In neighbouring Finland and Sweden the radio ad business is increasingly good on national FM networks especially for Bauer. No transition to DAB is on the agenda in those countries. In Denmark Bauer is on FM
and DAB but in order to retain its business position Bauer want to stay on FM.

(da http://digitalradioinsider.blogspot.com 18 maggio 2108)

Bright Future for Commercial Radio in Finland

FM radio is secured until 2030. The Baltic Sea region will be DAB free.

January 2020 is the start of a new tenyear
license period for the commercial
radio in Finland. There will be seven
national FM licenses, with a coverage of
at least 75 percent of the population. In
addition, eleven partially national radio networks (at least 40% in household
coverage) are announced as well as a
number of regional and local states.
Among other things, there is room for AM
and also eight stations in Helsinki.
It will be possible to broadcast on three
long/medium wave frequencies in Pori
(92.2 and 1485 kHz) and Tampere (648
kHz). – Commercial radio in Finland
continues to be the most profitable in the
Nordic region and has increased its
turnover by ten percent in April 2018.
There are no concession fees for
commercial radio in Finland.

There are no plans for DAB radio in Finland, which in 2005 decided to use the full spectrum of VHF band III for television only (DVB-T). Sweden and Latvia are other Baltic Sea region countries which have rejected proposals to replace FM with terrestrial DAB. But digital radio listening online is increasingly strong in the three countries thanks to the smartphone population and full coverage and low cost of 4G LTE for mobile
broadband. (da http://digitalradioinsider.blogspot.com)

La RAI vara Radio1Sport: un canale radio interamente dedicato allo sport


(da www.goal.com giugno 2018) Il 14 giugno prossimo partono i Mondiali di calcio in Russia, appuntamento che tutto il globo calcistico attende con ansia e che noi dovremo accontentarci di vedere da soli spettatori, vista la dolorosa eliminazione dell’Italia allo spareggio da parte
della Svezia.

La RAI, che pure ha lasciato la trasmissione televisiva in chiaro di tutte le partite a Mediaset, ha comunque deciso di approfittare dell’hype che circonderà l’inizio della competizione per lanciare proprio nel giorno inaugurale dei Mondiali il proprio nuovo canale radio, interamente dedicato allo sport.

Tra poco più di una settimana, dunque, partiranno le trasmissioni di Radio1Sport, canale digitale che sarà fruibile su Dab, Dab+, satellite, digitale terrestre, web e app, come recita il tweet di presentazione della
nostra emittente pubblica.

Samsung sbloccherà il chip FM sui propri smartphone venduti in Nord America

(Da https://www.tuttoandroid.net) TagStation LLC, la compagnia proprietaria della nota applicazione NextRadio, ha annunciato che anche Samsung si è unita alla lista di produttori di smartphone che ha deciso di sbloccare il chip radio FM sui propri dispositivi.

Come molti altri produttori anche Samsung costruisce smartphone che contengono chip in grado di ricevere il segnale delle radio FM e grazie all’intervento di TagStation, che ha condotto una campagna a favore
dell’operazione, gli utenti nord americani potranno ascoltare gratuitamente le stazioni radio.

In questo modo gli utenti avranno la possibilità di rimanere sempre in contatto con qualcuno anche in caso di emergenze o di calamità naturali, quando la Rete Internet potrebbe non funzionare. Grazie all’applicazione NextRadio i possessori di smartphone Samsung potranno ricevere dunque le classiche stazioni FM, che nel caso di recenti disastri meteorologici hanno consentito a milioni di persone di essere raggiunte con bollettini
e annunci di pubblica sicurezza.

Il nome di Samsung si aggiunge a quelli di LG, Motorola e Alcatel che avevano già sbloccato in precedenza il ricevitore FM sui loro dispositivi.

Appel d’offres en Suisse romande pour des programmes radio DAB+


(da https://www.swissinfo.ch 28 maggio 2018) Comme annoncé, la Commission fédérale de la communication (ComCom) a publié lundi un appel d’offres pour un nouveau réseau DAB+ en Suiss romande. La date limite de dépôt des offres est fixée au 27 juillet prochain.

Le Conseil fédéral a décidé, le 25 octobre dernier, que le DAB+ deviendrait le principal vecteur de diffusion des programmes radio à compter du 1er janvier 2020.

En Suisse romande, plusieurs entreprises ont manifesté leur intérêt pour une couverture DAB+ supplémentaire. Le Département fédéral des télécommunications (DETEC) a donc décidé d’adjuger le nouveau bloc de fréquences DAB+ dans le cadre d’un appel d’offres public.

L’autorité compétente pour octroyer la concession de radiocommunication est la ComCom. Le renforcement de la diversité des médias, la grandeur du bassin de diffusion et la qualité de réception seront les critères
d’adjudication décisifs.

Dès le 1er janvier 2020, le DAB+ deviendra le principal vecteur de diffusion des programmes radio

Radio. La moria delle emittenti religiose e la conversione delle piccole commerciali in comunitarie

(By Redazione, www.newslinet.com 27 maggio 2108) Insieme allo sviluppo della radio digitale sulla tv (DTT, per il quale presto si limiteranno le possibilità d’ingresso) e sul web (quanto a piattaforma distributiva dei contenuti), ci sono altre due tendenze in corso: la chiusura delle radio religiose (generalmente cattoliche) e la trasformazione di piccole emittenti commerciali in comunitarie, usufruendo delle opportunità offerta dall’art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005.

Quanto al primo aspetto, la discesa della saracinesca riguarda una platea eterogenea di soggetti: tocca certamente le radio parrocchiali, quasi sempre sostenute dalle casse delle Chiese di piccoli centri urbani, ma anche importanti stazioni regionali, magari sovvenzionate da Diocesi o da enti di matrice religiosa che si chiedono se la mission (nel vero senso della parola) abbia ancora un senso, alla luce di taluni fattori oggettivi.

Ci si domanda, in particolare, se abbia ancora un fine concreto tenere accesi ripetitori FM per veicolare spesso contenuti altrui (di solito InBlu, piuttosto che Radio Vaticana o qualche altra importante emittente religiosa), stante la difficoltà di produrne di propri, vista la disaffezione di collaboratori (i giovani non sono particolarmente motivati verso un impegno costante nelle radio comunitarie, mentre i volontari storici mollano per sopraggiunti limiti di età). Ma soprattutto, al di là della classica trasmissione delle liturgie religiose, l’interrogativo che serpeggia è: la radio ultralocale rappresenta un mezzo ancora adatto per un efficace proselitismo? Il respiro del web si sente sul collo delle minuscole emanazioni radioelettriche della Chiese. Sempre di più; al punto da spingere a riflessioni economiche ed editoriali oggettive.

Così, sono sempre di più i parroci che abbandonano il colpo; se va bene cedendo la frequenza paesana (ormai) per un tozzo di pane alla rete nazionale di turno, che spesso ha un proprio diffusore limitrofo o isofrequenziale; se va male, spegnendo il trasmettitore o utilizzandolo solo per la diffusione della messa. Le 2000 radio parrocchiali (comunitarie) di trent’anni fa sono un ricordo: sulla carta ne rimangono circa 400 ed il
ritmo di chiusura e impressionante: da due a quattro al mese…

Relativamente allo sfruttamento delle opportunità ex art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005, ricordiamo che tale disposto normativo consente “alle emittenti di radiodiffusione sonora operanti in ambito locale di ottenere che la concessione precedentemente conseguita a carattere commerciale sia trasferita ad un nuovo soggetto  avente i requisiti di emittente comunitaria“ (NB: si tratta di un processo irreversibile, nel senso che una volta variato il carattere concessorio da commerciale a comunitario non si può più tornare indietro.

Tuttavia, considerati i vincoli cui sono soggette le emittenti commerciali (gestione di una società, di persone o di capitali; due dipendenti; sopravvenute ridotte possibilità di conseguire contributi governativi) e che il tetto pubblicitario del 25% loro concesso difficilmente viene sfruttato, ben si può comprendere come i limiti delle comunitarie non siano così insostenibili. Meglio, cioè, subire un tetto del 10% a fronte di spot venduti con maggiore dignità di listino, senza però soggiacere all’insostenibile onere dei due dipendenti e dei costi di gestione societaria, che un default concreto.

Certo, l’orgoglio degli editori può subire un contraccolpo nel trasferire la propria radio ad una associazione perdendo il carattere commerciale per conseguire quello comunitario; ma è sempre meglio che dover alzare
bandiera bianca. Soprattutto se le possibilità di restare sul mercato ci potrebbero essere ancora a fronte di una riduzione dei costi d’esercizio. Così, del migliaio di titoli concessori formalmente in circolazione, sono
ormai sempre di più quelli che passano da commerciale a comunitario, diminuendo nel contempo il novero delle stazioni con velleità strettamente d’impresa. D’altra parte, la vecchia FRT (oggi Confindustria Radio Tv)
aveva sempre sostenuto che il mercato poteva sostenere non più di 300 emittenti commerciali, ad esser generosi (qualcuno oggi dice che siano 200). Ed effettivamente, ancorché a quasi 30 anni di distanza dal
proclama, questo è l’assetto che il sistema sembra assumere.

“Tra il 2016 ed il 2017 abbiamo curato numerosissime pratiche di trasferimento di emittenti commerciali verso enti in possesso dei requisiti per gestire un’emittente comunitaria“, dichiara Giovanni Madaro,
responsabile dell’Area Affari Economici di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), che, confermando nel 2018 la prosecuzione del trend, precisa: “Lo stesso Ministero dello
Sviluppo Economico ci conferma che è in corso un trend notevole in tale direzione, soprattutto nelle aree più sofferenti dal punto di vista economico”.“A ciò si aggiunge un secondo fenomeno, altrettanto rilevante: quello delle piccole radio che migrano dall’FM alla tv – continua Madaro -. La radio è ascoltata per quasi il 90% in auto, ma solo a condizione che la frequenza FM sia sintonizzabile lungo tragitti di lunga percorrenza diversamente essa non entra nelle preselezioni delle autoradio (e quindi è sconosciuta alla quasi totalità dell’utenza o, per dirla diversamente, è ERP al vento). Le concessionarie di auto spesso effettuano dei check sulle autoradio delle vetture in manutenzione per verificare quali sono le stazioni memorizzate, al fine di stabilire su quali investire pubblicitariamente.

Ebbene, fermo restando che difficilmente l’automobilista va oltre le prime sei preselezioni (di cui quattro sono quasi sempre le top radio nazionali), nella quasi totalità dei casi le emittenti con raggio operativo inferiore ai
30-50 km non entrano nelle memorie. A questo punto, la riflessione è oggettiva: se devo limitare il mio potenzialità d’ascolto all’indoor, dove ormai c’è solo un ricevitore FM ogni due case (fenomeno in corso in
tutto il mondo tecnologicamente evoluto, come dimostra un recente rapporto USA di cui abbiamo dato conto ieri), tanto vale puntare a cambiare vettore migrando sulla tv, dove almeno c’è la certezza di avere
quantomeno due televisori per casa.