Rassegna Stampa Radiorama Giugno 2018

Rassegna Stampa Radiorama Giugno 2018

18 Giugno 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.81 di Giugno 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/06/Radiorama-n.81-v1.pdf

Deep Decline for Radio Ads in Norway Bad News for DAB Broadcasters

The transition from FM is considered to be the problem. Meanwhile, all good news for local FM radio.


During 2017 national public and commercial radio made a complete with-over from FM to DAB+. Now, media agencies' investments in radio advertising show that the two commercial networks Radio Norway and P4 in four months have backed from NOK 144.5 million to a turnover of 133.2 million. By April they have backed 7.8 %, says the CEO of the Media Agency, Merete Mandt Larsen to ad business magazine Kampanje. Just
for April development is even worse. Radio ad investments was down by 17%.

It is a difficult market for radio today, not least because of the transition to DAB. There are fewer listening to DAB radio and the range is decreasing, says Jarle Thalberg, Sales Manager, MediaManager GroupM. The
transition from FM to DAB affects P4 and Radio Norway's main radio channels when many are listening to a broader output with more and niched channels. It's worrying is that advertisers seem to have lost their desire for radio, says Thalberg.

In this context, local radio advertising sales have not been included. But there are continued reports of significant increased listening and also increasing advertising revenues for local stations, which continues on FM. For example, one of the larger local radio networks with nine stations Jærradiogruppen - has had a 35 percent increase during the first quarter of the year. It is about local advertising as well as national advertising via media agencies. Radio Metro stations reported have doubled their advertising sales.

Local radio continues to be expanded in areas outside the largest cities where FM is still allowed to broadcast. This week Radio Metro received a local radio concession for Osterøy, Masfjorden, Lindås, Modalen, Meland, Austreim, Radøy, Fedje and Vaksdal in Hordaland county (north of Bergen). The concession was obtained after lottery drawing at the Media Authority because there were two applicants.

The current strike at public broadcaster NRK may benefit local radio more than the two commercial networks DAB channels. This is mainly due to the fact that NRK now broadcasts more music in the absence of news
and current affairs content. Local Radio's regional and local identity and control override the music playlists of the national commercial channels.

Local radio in Norway is owned and operated entirely by Norwegian interests while the national commercial radio is owned by two foreign companies; German Bauer and Swedish MTG.
In neighbouring Finland and Sweden the radio ad business is increasingly good on national FM networks especially for Bauer. No transition to DAB is on the agenda in those countries. In Denmark Bauer is on FM
and DAB but in order to retain its business position Bauer want to stay on FM.

(da http://digitalradioinsider.blogspot.com 18 maggio 2108)

Bright Future for Commercial Radio in Finland

FM radio is secured until 2030. The Baltic Sea region will be DAB free.

January 2020 is the start of a new tenyear
license period for the commercial
radio in Finland. There will be seven
national FM licenses, with a coverage of
at least 75 percent of the population. In
addition, eleven partially national radio networks (at least 40% in household
coverage) are announced as well as a
number of regional and local states.
Among other things, there is room for AM
and also eight stations in Helsinki.
It will be possible to broadcast on three
long/medium wave frequencies in Pori
(92.2 and 1485 kHz) and Tampere (648
kHz). - Commercial radio in Finland
continues to be the most profitable in the
Nordic region and has increased its
turnover by ten percent in April 2018.
There are no concession fees for
commercial radio in Finland.

There are no plans for DAB radio in Finland, which in 2005 decided to use the full spectrum of VHF band III for television only (DVB-T). Sweden and Latvia are other Baltic Sea region countries which have rejected proposals to replace FM with terrestrial DAB. But digital radio listening online is increasingly strong in the three countries thanks to the smartphone population and full coverage and low cost of 4G LTE for mobile
broadband. (da http://digitalradioinsider.blogspot.com)

La RAI vara Radio1Sport: un canale radio interamente dedicato allo sport


(da www.goal.com giugno 2018) Il 14 giugno prossimo partono i Mondiali di calcio in Russia, appuntamento che tutto il globo calcistico attende con ansia e che noi dovremo accontentarci di vedere da soli spettatori, vista la dolorosa eliminazione dell'Italia allo spareggio da parte
della Svezia.

La RAI, che pure ha lasciato la trasmissione televisiva in chiaro di tutte le partite a Mediaset, ha comunque deciso di approfittare dell'hype che circonderà l'inizio della competizione per lanciare proprio nel giorno inaugurale dei Mondiali il proprio nuovo canale radio, interamente dedicato allo sport.

Tra poco più di una settimana, dunque, partiranno le trasmissioni di Radio1Sport, canale digitale che sarà fruibile su Dab, Dab+, satellite, digitale terrestre, web e app, come recita il tweet di presentazione della
nostra emittente pubblica.

Samsung sbloccherà il chip FM sui propri smartphone venduti in Nord America

(Da https://www.tuttoandroid.net) TagStation LLC, la compagnia proprietaria della nota applicazione NextRadio, ha annunciato che anche Samsung si è unita alla lista di produttori di smartphone che ha deciso di sbloccare il chip radio FM sui propri dispositivi.

Come molti altri produttori anche Samsung costruisce smartphone che contengono chip in grado di ricevere il segnale delle radio FM e grazie all’intervento di TagStation, che ha condotto una campagna a favore
dell’operazione, gli utenti nord americani potranno ascoltare gratuitamente le stazioni radio.

In questo modo gli utenti avranno la possibilità di rimanere sempre in contatto con qualcuno anche in caso di emergenze o di calamità naturali, quando la Rete Internet potrebbe non funzionare. Grazie all’applicazione NextRadio i possessori di smartphone Samsung potranno ricevere dunque le classiche stazioni FM, che nel caso di recenti disastri meteorologici hanno consentito a milioni di persone di essere raggiunte con bollettini
e annunci di pubblica sicurezza.

Il nome di Samsung si aggiunge a quelli di LG, Motorola e Alcatel che avevano già sbloccato in precedenza il ricevitore FM sui loro dispositivi.

Appel d'offres en Suisse romande pour des programmes radio DAB+


(da https://www.swissinfo.ch 28 maggio 2018) Comme annoncé, la Commission fédérale de la communication (ComCom) a publié lundi un appel d'offres pour un nouveau réseau DAB+ en Suiss romande. La date limite de dépôt des offres est fixée au 27 juillet prochain.

Le Conseil fédéral a décidé, le 25 octobre dernier, que le DAB+ deviendrait le principal vecteur de diffusion des programmes radio à compter du 1er janvier 2020.

En Suisse romande, plusieurs entreprises ont manifesté leur intérêt pour une couverture DAB+ supplémentaire. Le Département fédéral des télécommunications (DETEC) a donc décidé d'adjuger le nouveau bloc de fréquences DAB+ dans le cadre d'un appel d'offres public.

L'autorité compétente pour octroyer la concession de radiocommunication est la ComCom. Le renforcement de la diversité des médias, la grandeur du bassin de diffusion et la qualité de réception seront les critères
d'adjudication décisifs.

Dès le 1er janvier 2020, le DAB+ deviendra le principal vecteur de diffusion des programmes radio

Radio. La moria delle emittenti religiose e la conversione delle piccole commerciali in comunitarie

(By Redazione, www.newslinet.com 27 maggio 2108) Insieme allo sviluppo della radio digitale sulla tv (DTT, per il quale presto si limiteranno le possibilità d’ingresso) e sul web (quanto a piattaforma distributiva dei contenuti), ci sono altre due tendenze in corso: la chiusura delle radio religiose (generalmente cattoliche) e la trasformazione di piccole emittenti commerciali in comunitarie, usufruendo delle opportunità offerta dall’art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005.

Quanto al primo aspetto, la discesa della saracinesca riguarda una platea eterogenea di soggetti: tocca certamente le radio parrocchiali, quasi sempre sostenute dalle casse delle Chiese di piccoli centri urbani, ma anche importanti stazioni regionali, magari sovvenzionate da Diocesi o da enti di matrice religiosa che si chiedono se la mission (nel vero senso della parola) abbia ancora un senso, alla luce di taluni fattori oggettivi.

Ci si domanda, in particolare, se abbia ancora un fine concreto tenere accesi ripetitori FM per veicolare spesso contenuti altrui (di solito InBlu, piuttosto che Radio Vaticana o qualche altra importante emittente religiosa), stante la difficoltà di produrne di propri, vista la disaffezione di collaboratori (i giovani non sono particolarmente motivati verso un impegno costante nelle radio comunitarie, mentre i volontari storici mollano per sopraggiunti limiti di età). Ma soprattutto, al di là della classica trasmissione delle liturgie religiose, l’interrogativo che serpeggia è: la radio ultralocale rappresenta un mezzo ancora adatto per un efficace proselitismo? Il respiro del web si sente sul collo delle minuscole emanazioni radioelettriche della Chiese. Sempre di più; al punto da spingere a riflessioni economiche ed editoriali oggettive.

Così, sono sempre di più i parroci che abbandonano il colpo; se va bene cedendo la frequenza paesana (ormai) per un tozzo di pane alla rete nazionale di turno, che spesso ha un proprio diffusore limitrofo o isofrequenziale; se va male, spegnendo il trasmettitore o utilizzandolo solo per la diffusione della messa. Le 2000 radio parrocchiali (comunitarie) di trent’anni fa sono un ricordo: sulla carta ne rimangono circa 400 ed il
ritmo di chiusura e impressionante: da due a quattro al mese…

Relativamente allo sfruttamento delle opportunità ex art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005, ricordiamo che tale disposto normativo consente “alle emittenti di radiodiffusione sonora operanti in ambito locale di ottenere che la concessione precedentemente conseguita a carattere commerciale sia trasferita ad un nuovo soggetto  avente i requisiti di emittente comunitaria“ (NB: si tratta di un processo irreversibile, nel senso che una volta variato il carattere concessorio da commerciale a comunitario non si può più tornare indietro.

Tuttavia, considerati i vincoli cui sono soggette le emittenti commerciali (gestione di una società, di persone o di capitali; due dipendenti; sopravvenute ridotte possibilità di conseguire contributi governativi) e che il tetto pubblicitario del 25% loro concesso difficilmente viene sfruttato, ben si può comprendere come i limiti delle comunitarie non siano così insostenibili. Meglio, cioè, subire un tetto del 10% a fronte di spot venduti con maggiore dignità di listino, senza però soggiacere all’insostenibile onere dei due dipendenti e dei costi di gestione societaria, che un default concreto.

Certo, l’orgoglio degli editori può subire un contraccolpo nel trasferire la propria radio ad una associazione perdendo il carattere commerciale per conseguire quello comunitario; ma è sempre meglio che dover alzare
bandiera bianca. Soprattutto se le possibilità di restare sul mercato ci potrebbero essere ancora a fronte di una riduzione dei costi d’esercizio. Così, del migliaio di titoli concessori formalmente in circolazione, sono
ormai sempre di più quelli che passano da commerciale a comunitario, diminuendo nel contempo il novero delle stazioni con velleità strettamente d’impresa. D’altra parte, la vecchia FRT (oggi Confindustria Radio Tv)
aveva sempre sostenuto che il mercato poteva sostenere non più di 300 emittenti commerciali, ad esser generosi (qualcuno oggi dice che siano 200). Ed effettivamente, ancorché a quasi 30 anni di distanza dal
proclama, questo è l’assetto che il sistema sembra assumere.

“Tra il 2016 ed il 2017 abbiamo curato numerosissime pratiche di trasferimento di emittenti commerciali verso enti in possesso dei requisiti per gestire un’emittente comunitaria“, dichiara Giovanni Madaro,
responsabile dell’Area Affari Economici di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), che, confermando nel 2018 la prosecuzione del trend, precisa: “Lo stesso Ministero dello
Sviluppo Economico ci conferma che è in corso un trend notevole in tale direzione, soprattutto nelle aree più sofferenti dal punto di vista economico”.“A ciò si aggiunge un secondo fenomeno, altrettanto rilevante: quello delle piccole radio che migrano dall’FM alla tv – continua Madaro -. La radio è ascoltata per quasi il 90% in auto, ma solo a condizione che la frequenza FM sia sintonizzabile lungo tragitti di lunga percorrenza diversamente essa non entra nelle preselezioni delle autoradio (e quindi è sconosciuta alla quasi totalità dell’utenza o, per dirla diversamente, è ERP al vento). Le concessionarie di auto spesso effettuano dei check sulle autoradio delle vetture in manutenzione per verificare quali sono le stazioni memorizzate, al fine di stabilire su quali investire pubblicitariamente.

Ebbene, fermo restando che difficilmente l’automobilista va oltre le prime sei preselezioni (di cui quattro sono quasi sempre le top radio nazionali), nella quasi totalità dei casi le emittenti con raggio operativo inferiore ai
30-50 km non entrano nelle memorie. A questo punto, la riflessione è oggettiva: se devo limitare il mio potenzialità d’ascolto all’indoor, dove ormai c’è solo un ricevitore FM ogni due case (fenomeno in corso in
tutto il mondo tecnologicamente evoluto, come dimostra un recente rapporto USA di cui abbiamo dato conto ieri), tanto vale puntare a cambiare vettore migrando sulla tv, dove almeno c’è la certezza di avere
quantomeno due televisori per casa.

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