Pubblicato un aggiornamento delle graduatorie Lcn per l’Umbria e la Campania

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (l’ex Mise) ha pubblicato nelle scorse ore un aggiornamento delle graduatorie Lcn delle Tv locali relative a due regioni italiane, dove naturalmente nei mesi scorsi è avvenuto lo switch-off conseguente al passaggio alla nuova fase della Tv digitale.

Si tratta dell’Umbria e della Campania e se nel primo caso non ci sono novità ‘clamorose’, nel secondo ce ne sono invece diverse, tali da lasciare anche alcuni interrogativi specifici per le varie emittenti non più presenti.

Ma partiamo dall’Umbria, dove viene di nuovo sancita la situazione, decisamente ‘insolita’, per cui al 10 c’è Umbria Tv (come appariva quasi scontato prima delle graduatorie) e solo all’11 Retesole, che pure la precedeva quanto a punteggio complessivo. Ma la cosa, per quanto appunto un po’ ‘anomala’, sembra ormai accettata di buon grado da tutti. Non ci sono peraltro altre novità di grosso rilievo in questa nuova graduatoria, compilata seguendo nell’ordine le numerazioni acquisite, che conferma ovviamente tutte le posizioni nella fascia ‘strategica’ 10-19.

Ma qualche novità c’è ugualmente e le emittenti presenti in graduatoria passano così da 21 a 25. Le quattro emittenti inserite ex novo sono tutte di Orte e sembrano fare capo ad uno stesso gruppo radiotelevisivo, in fase di proficua espansione. Si tratta del ‘gruppo Tele Radio Leo’ appunto di Orte, che piazza TRL all’85, Hit Tv (legata alla radiofonica Radio Hit FM) al 90, Leo Tv al 91 e Orte Tv al 92.

Nessuna novità invece fra le Tv comunitarie, che restano tre, tutte collegate al ‘gruppo Aquesio’ di Orvieto.

Rilevanti, invece, come si diceva, le novità in Campania, l’ultima regione a realizzare lo switch-off in termini di tempo e da sempre piuttosto ‘turbolenta’. Qui intanto le emittenti presenti in questa nuova graduatoria Lcn calano nettamente, passando da 53 a 49 nella prima graduatoria ‘generale’ e addirittura da 16 a 8 in quella delle Tv comunitarie.

Il caso che potrebbe fare rumore è comunque l’assenza dalla nuova graduatoria (ma la cosa sarà davvero definitiva, stavolta?) della pur rilevante (per quanto ‘discussa’) Tv Luna, che perde il 19 che aveva alla fine acquisito e scompare del tutto (per ora?) da qualunque altra numerazione. Il 19 passa così a Irpinia Tv, che in precedenza aveva ottenuto il 75.

Sono sempre al loro posto, fra le Tv legate a emittenti radiofoniche, Kiss Kiss Napoli Tv al 76, Radio Marte Tv al 183 e Radio Crc Tv al 188, mentre le new entry sono interessanti: si tratta di Tva di Acerra al 184, di Info Tv al 187 (che però, come abbiamo già segnalato, trasmette la lucana Le Cronache, in forte espansione) e addirittura di Telecolore al 191. L’emittente di Salerno, dal passato molto illustre, da tempo al centro di una vertenza con il Ministero, torna così ‘ufficialmente’ in graduatoria, dopo aver continuato a trasmettere finora nella sua provincia grazie alla numerazione di un’altra emittente (Telestabia).

Ma chi manca, visto che le mittenti sono appunto ‘diminuite’? Oltre a Tv Luna, non figurano più Media Tv all’82, Napoli Tivù (pur dal passato abbastanza ‘glorioso’) all’86, Telespazio 2 al 112, Tv Campane 1 al 113, Scelza Edizioni Televisive S.E.T. al 97 e la romana Tv Yes al 178. Alcune di queste assenze sono appunto in apparenza poco spiegabili, in particolare con riferimento a Media Tv o a S.E.T. nel Cilento. Vedremo se ci saranno ulteriori rettifiche a questa un po’ sconcertante graduatoria.

Il discorso non cambia molto per le otto escluse dalla graduatoria delle comunitarie. Qui non c’è nessuna new entry, mentre le assenze spiccano: la prima è proprio Telestabia all’89, ma ci sono anche la pur ‘meritevole’ Telespazio 1 al 99, Cilento Channel al 180, Partenope Tv al 189, Elle Tv 2 al 198, Jone Tv al 280, Abc Digital al 279 e Informare al 290. Anche qui non resta che aspettare per capire se sarà possibile qualche auspicabile ‘rientro’.

Mauro Roffi

Confindustria Radio Tv: “Inaccettabili le ipotesi di switch-off fra FM e DAB”

Si torna a parlare – quasi si evocasse un fantasma che molti radiofonici non vogliono vedere trasformarsi in realtà – di progetti ministeriali di dismissioni della FM analogica a favore del DAB+ o in subordine di interventi di ‘razionalizzazione’ (per così dire) della Modulazione di Frequenza italiana (tutti da chiarire, eventualmente) al fine di eliminare le interferenze lamentate da anni da Slovenia e Croazia in campo radiofonico.

Ricordiamo che nei mesi scorsi l’Agcom aveva adottato (nel plauso generale) il piano delle frequenze per il DAB+, qualificandolo tuttavia come ‘provvisorio’, proprio per via dei mancati accordi internazionali inerenti l’area adriatica.

Il nuovo Governo ora davvero potrebbe essere intenzionato a ‘intervenire’ sulla FM, tanto importante per la nostra radiofonia, per risolvere una volta per tutte questo problema delle interferenze adriatiche e addirittura potrebbe ipotizzare uno switch-off fra FM e DAB+, eventualità che appunto costituisce un piccolo grande ‘incubo’ per il settore radiofonico? E che fine farebbe in questo dedalo di ipotesi l’attuazione del Piano DAB di cui sopra, ‘delicato’ in particolare per ciò che riguarda il campo della radiofonia e dei consorzi locali? Infine, perché nel frattempo sembra essersi arrestato il rilascio di autorizzazioni sperimentali DAB ai consorzi locali, in corso già da qualche tempo?

Sui temi di cui sopra interviene una nota di questi giorni di Confindustria Radio Tv, che affronta in modo esplicito queste fondamentali questioni.

“Nessuno può immaginare che la radiofonia possa abbandonare in breve tempo la struttura portante e attuale di radiodiffusione rappresentata oggi dall’FM – scrive infatti l’associazione – . Confindustria Radio Televisioni, con tutto il suo sistema associativo delle Radio nazionali e locali, registra con preoccupazione e forte disappunto la ripresa, in questi giorni, di voci più o meno accreditate che vedrebbero in corso operazioni preliminari per avviare un processo di dismissione dell’analogico a tappe forzate fuori dalla realtà dei fatti. Una traumatica sostituzione dell’FM non è possibile senza un equilibrato e concreto sviluppo del processo di digitalizzazione in cui sarà centrale il DAB.

Le pressioni dei Paesi confinanti (il riferimento è appunto a Slovenia e Croazia; N.d.R.) non possono condizionare le scelte dell’Italia, che ha il dovere di salvaguardare innanzitutto gli utenti – che da un processo di dismissioni inattuali sarebbero tagliati fuori dall’accesso all’ascolto della propria Radio – nonché il patrimonio industriale, fatto di informazione, pluralismo, creatività, occupazione, concorrenza e investimenti.

L’FM ad oggi è la struttura portante e ancora irrinunciabile del sistema e non può essere abbandonato di impulso, perché la radiodiffusione sonora in tecnica analogica rappresenta ancora oggi il vero mercato del sistema. Eventuali interventi in senso contrario metterebbero a rischio anche la continuità aziendale di un settore che fattura 650 milioni di ricavi e occupa 3000 dipendenti diretti”.

Difficile essere più chiari e quanto al DAB, “Confindustria Radio Televisioni ritiene… indispensabile la semplificazione e l’accelerazione del rilascio delle autorizzazioni per l’attivazione degli impianti in attuazione del Piano Nazionale delle Frequenze (PNAF)… Le imprese hanno già investito e sono impegnate in reti, tecnologie e contenuti ma è necessario assicurare nel frattempo la presenza del mezzo radiofonico su tutte le piattaforme di trasmissione perché nessuno sia lasciato indietro”.

Segue una sorta di appello al nuovo Ministero delle Imprese (MIMIT, ex MISE) per aprire “una nuova stagione di relazioni istituzionali e pratiche, in un’ottica di proficua cooperazione e non di ostilità anche con le direzioni generali del Ministero”.

Ma a che punto è l’attuazione di questo Piano o PNAF che sia? Il bando per l’assegnazione dei diritti d’uso ai consorzi locali, che potrebbe comportare una complicata e persino ‘dolorosa’ selezione delle emittenti richiedenti, è atteso ma al momento continua a segnare il passo (senza tener conto delle ulteriori incertezze nell’area adriatica), mentre per le tre frequenze nazionali, in presenza di tre consorzi, la via sembrerebbe spianata.

Ma, secondo i colleghi di newslinet.com (che seguono passo per passo la situazione), non è esattamente così, in quanto la Rai sembrerebbe intenzionata a contestare l’assegnazione della frequenza n. 3 ad Eurodab (la Rai preferirebbe, a quanto pare, questa frequenza alla n. 2), mentre per la n. 1 i giochi sembrerebbero fatti a favore di DAB Italia. Di qui ulteriori incertezze in un quadro già complicato di per sé.

Insomma, le incognite su questo importantissimo tema non mancano di sicuro e il settore radiofonico resta ‘sul chi vive’, per capire quale sarà il suo reale assetto futuro.

Mauro Roffi

Nuovi vertici all’associazione europea AER

Marianne Bugge Zederkof, Direttore di DanskeMedier (Danimarca), è da alcuni giorni il nuovo Segretario Generale della AER (Association of European Radios). Bugge Zederkof, che era vicepresidente uscente della stessa AER, subentra a Matt Payton (Radiocentre, Regno Unito).

In qualità di Segretario Generale, Bugge Zederkof contribuirà a sviluppare l’attività di AER, in continuità con il lavoro svolto in precedenza da Payton, nel “guidare la rivoluzione audio” a Bruxelles, affiancando il presidente dell’associazione, il finlandese Stefan Möller, e Francesca Fabbri, direttore generale, sui temi relativi alla Radio in Europa.

L’Assemblea di AER ha anche eletto Luka Duric (HRF, Croazia) nuovo vicepresidente dell’associazione, in sostituzione proprio di Marianne Bugge Zederkof, e ha dato il benvenuto anche al rinnovato Comitato Esecutivo.

Questi i propositi dichiarati dal nuovo Segretario Generale di AER: “La Radio è il mezzo più affidabile, dobbiamo costruire su questo capitale, in un mondo in cui le grandi piattaforme tecnologiche sono il distributore, il veicolo pubblicitario, il guardiano che ostacola il modello di business in modo poco trasparente e dominante. Abbiamo bisogno di crescere e continuare le battaglie necessarie per proteggere la libertà di parola, la parità di accesso ai mercati e il ruolo delle Radio in un ambiente digitale in evoluzione”.

AER continuerà a perseguire gli obiettivi di promozione della Radio presso il Parlamento e la Commissione europei, a informare sui dossier continentali, a scambiare e coordinare informazioni e iniziative tra gli associati nazionali e a collaborare con altre associazioni dei media e della pubblicità in Europa su obiettivi condivisi.

I dossier attualmente all’attenzione dell’associazione includono, tra l’altro, l’European Media Freedom Act (una proposta di regolamento di rilievo per il mondo della Radio), le disposizioni attuative di DSA e DMA, il WRC-23, la direttiva sul credito al consumo (con gli obblighi di informazione per le Radio), il regolamento sulla pubblicità politica.

L’italiana Confindustria Radio Tv è associata ad AER ed è rappresentata nel Comitato Esecutivo da Elena Cappuccio.

Mauro Roffi

Kristall Radio vuol essere ‘la Radio locale di Milano’

Ma Milano ha ancora sue ‘vere’ Radio locali?

La domanda, volutamente un po’ ‘provocatoria’, se la sono posta gli animatori di Kristall Radio, emittente meneghina ‘di vecchio stampo’ con sede nella zona dei Navigli, che si candida a svolgere in pieno questo ruolo, reso un po’ ‘indistinto’ dalle tante reti nazionali e network radiofonici presenti nel capoluogo lombardo.

In questa stagione ci sono comunque diverse novità per Kristall Radio, come ha evidenziato in un recente articolo un sito locale che non poteva forse che essere giornaledeinavigli.it:

“Avete presente quel modo unico cha ha la Radio di entrare nel cuore delle persone? Di parlare sussurrando all’orecchio e di farti sentire vicino alle cose che vivi ogni giorno?… Ce ne sono tante (di Radio locali; N.d.R.), in tutte le città. Parlano del tuo quartiere, ti informano su dove hanno spostato la fermata dell’autobus che prendi ogni giorno quando vai al lavoro o a scuola, danno voce a chi si occupa di politica locale. E poi raccontano la tua squadra del cuore. Ce ne sono in tutte le città, dicevamo… E a Milano? Milano è sempre stata la città dei grandi network e delle super station che coprono con le loro frequente più regioni, delle Web Radio alla ricerca di ascolti estesi, ma dove sono finite le Radio locali?”.

A continuare a svolgere a Milano da tanti anni il suo ‘sporco lavoro’ di Radio locale c’è però appunto Kristall Radio. Nata nel 1984, l’emittente con sede sui Navigli ha attraversato tutti i decenni della radiofonia privata, arrivando fino ad oggi.

Ora si propone però di ‘alzare la voce’: “Al motto ‘Milano si sente!’ cala quest’anno il poker d’assi per affermare la sua presenza sul territorio: informazione locale, grazie alla nuova partnership con la testata giornalistica ‘Milano All News’; tutto lo sport delle squadre locali di Milano (e se state pensando solo al calcio vi sbagliate di grosso!); la musica e i suoni degli artisti emergenti, con ‘Voci di periferia’ e la collaborazione con Ostello Bello; lo spazio dedicato agli influencers per portare il Web in Radio. E inoltre un palinsesto ricchissimo di intrattenimento e approfondimenti che promette di essere vicino a chi vive a Milano da sempre o da chi si è trasferito da poco”.

A entrare nei dettagli sono i vari protagonisti dell’operazione.

“Siamo il megafono dei cittadini che vivono a Milano e provincia – dichiara per primo Alberto Corti, presidente dell’associazione legata alla Radio – . Sempre più il punto di riferimento per il commerciante di Milano che cerca di innovare tra mille difficoltà, ma anche per il pendolare bloccato nel traffico del mattino, il residente che non sa più dove parcheggiare l’auto, o lo studente che ha voglia di fare comunità con noi.  Il rapporto con il territorio è la nostra forza”.

Tocca poi a Fabio Novarino, direttore artistico di Kristall Radio: “È un percorso iniziato due anni fa, quando abbiamo deciso, con il gruppo direttivo, di rilanciare l’emittente sia dal punto di vista tecnologico che artistico. Abbiamo da quest’anno attivato la frequenza DAB+, affiancata alla storica frequenza Fm 96.2 di Kristall Radio, abbiamo iniziato ad innovare il parco software, con programmi di regia moderni e flessibili, più adatti alle nostre nuove sfide, abbiamo inoltre svecchiato il brand, rilanciato il sito e la app, potenziato lo streaming. Ed è solo un primo passo di un percorso che abbiamo disegnato. Dal punto di vista artistico abbiamo arricchito il palinsesto in modo sintonico al posizionamento che volevamo darci: la vera, ultima, Radio locale di Milano. Ci siamo mossi anche dal punto di vista commerciale, affidando la raccolta pubblicitaria a DeiNaviGanti, un’agenzia d’esperienza e operante proprio sul territorio milanese”.

E infine parla anche Marcello Peluso, responsabile dell’informazione: “Avevamo bisogno di aprirci alla città, di non trincerarci dietro le mura comode dell’emittente. Vengo da una realtà, Napoli, dove le Radio locali sono una potenza e conosco bene l’impatto che può avere una Radio disegnata e funzionale per la città. Per questo abbiamo da subito cercato le realtà più affini a noi nel campo dell’informazione, dello sport, dell’associazionismo, della musica ecc. Milano da questo punto di vista è una miniera d’oro e, quando abbiamo bussato, ci hanno aperto tutti la porta”.

Mauro Roffi
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Le Cronache Tv anche in Campania all’Lcn 187

Nuovi ulteriori sviluppi per Le Cronache, la ormai nota emittente televisiva con base in Basilicata che soprattutto negli ultimi mesi ha iniziato un rapido processo di espansione che l’ha portata a trasmettere a buone numerazioni, oltre che nella sua regione, anche in Puglia e poi in Abruzzo e Molise. Come noto, il ‘gruppo Postiglione’ cui fa capo Le Cronache (in origine solo Cronache Lucane Tv) è molto attivo anche su altri media, tra cui la carta stampata ma soprattutto la Radio, con Radio Potenza Centrale quale emittente di punta.

Ora, nell’intento di diventare nientemeno che ‘la Tv del Mezzogiorno d’Italia’, Le Cronache fa un altro passo avanti e ha iniziato a trasmettere anche in Campania, alla inedita (per questa regione) numerazione Lcn 187. A quanto sembra, al momento la diffusione è concentrata soprattutto sull’area di Salerno (contigua alla Basilicata), sul mux specifico che serve questa parte della Campania, ma potrebbero esserci, naturalmente, successivi sviluppi.

Un’altra notizia, per chiudere: come comunicato dalla stessa Le Cronache, dovrebbe entrare a far parte della redazione anche Shabana Noori, in un recente passato giornalista radiofonica e soprattutto giovane volto noto della Tv dell’Afghanistan, poi però costretta, lo scorso anno, a riparare all’estero al momento della riconquista del potere da parte del regime talebano, non certo sostenitore del ‘libero giornalismo femminile’ nel Paese.

Shabana, arrivata in Italia, è approdata a Potenza, dove ha trovato accoglienza nella Casa San Francesco e Santa Chiara presso la Parrocchia di Santa Maria.

A riaprirle le porte del mondo dell’informazione (pur con la consapevolezza di dover ricominciare da capo, prima di tutto imparando una nuova lingua) è stato proprio l’editore Giuseppe Postiglione, che ha dichiarato: «Ho voluto cogliere subito l’opportunità di lavorare con Shabana. Lei era un volto molto noto della Televisione afghana che purtroppo ha dovuto, con l’avvento dei talebani, rifugiarsi in Italia e diventare una rifugiata politica. Una azienda come la nostra che è contro il gender gap non poteva che essere attenta ad una tematica del genere».

Mauro Roffi
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Sabato 19, la presentazione del libro di Massimo Emanuelli sulla storia della Radio pubblica italiana

Verrà presentato sabato 19 novembre a Milano, il doppio volume di Massimo Emanuelli sulla storia della radiofonia pubblica in Italia dalle origini a oggi, da noi presentato in anteprima nei giorni scorsi (info disponibili cliccando QUI).

La presentazione avverrà mediante una specifica conferenza stampa (che in realtà sembra invece un piccolo ‘evento’), nell’ambito dei giorni di Bookcity (manifestazione milanese dedicata ai libri), e si terrà appunto sabato 19 novembre al notissimo Anteo (Palazzo del Cinema) Astra alle ore 12.

Ne saranno protagonisti, oltre all’autore del libro Massimo Emanuelli, due personaggi ‘imprevedibili’ come il giornalista Massimo De Luca (un gradito ritorno sulla scena il suo) e nientemeno che Enrico Beruschi.

Ricordiamo che il doppio megavolume di cui parliamo è ‘L’avventurosa storia della Radio pubblica italiana. Dall’Araldo Radiofonico a Radio Rai cent’anni di Radio’ di Massimo Emanuelli, Oltre Edizioni.

Viene raccontata l’intera storia della Radio pubblica in Italia, a partire da ben prima che la denominazione diventasse appunto quella di Radio Rai; la prefazione è di Umberto Broccoli.

Mauro Roffi
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