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Cinquant’anni di radio private – Marco Toni: “Come ho fatto partire Radio Parma 102”

Cinquant’anni di radio private: dopo aver parlato di contenuti e organizzazione con Rino Borra passiamo ad occuparci di tecnica. Antenne, trasmettitori recuperati o prodotti a fatica prima che nascesse un’industria a supporto dell’emittenza privata. L’intervista con Marco Toni è talmente lunga che non sappiamo se riusciremo a farla stare in due o in tre articoli: comunque questo è il primo, si parte dal novembre 1974 si passa per Radio Parma e si arriva all’incontro con un tal Angelino.

Seguirà, ça va sans dire, Radio Milano International.

Marco Toni

Marco è stato il primo responsabile tecnico di Radio Parma.  Questa la qualifica formale, ma quella reale potrebbe essere “colui che ha reso tutto possibile”. Marco è stato in seguito ingegnere progettista a Siemens dove ha sviluppato i sistemi di antenna cellulari invisibili per società quali Wind. Dopo la guerra del Golfo ha ricevuto un encomio solenne per aver realizzato il sistema che neutralizzava le trasmissioni radio di Saddam Hussein.

Il giorno dell’intervista aveva 87 anni e 11 mesi (non ha precisato i giorni); l’intervista ha avuto luogo il 4 marzo 2025 (ovviamente in collegamento wireless via Facetime 5G Nizza-Parma).

L’intervista

FM-world: Dunque prima di RMI parte Radio Parma.

M.T.: Sì, sì: Radio Parma è nata il primo gennaio del ’75, in via Cavallotti a Parma.

La pare tecnica mia, quella editoriale di un giornalista un po’ in difficoltà con la Gazzetta di Parma. E poi  Virginio Menozzi, che era segretario di una sezione della DC, di un paesone in provincia di Parma.

Erano un po’ tutti in fibrillazione, dati anche i momenti di allora: c’era bisogno di libertà, di poter dire qualcosa di diverso, c’era questa necessità.

Però la radio non è nata…. come radio, è stata una mia idea sotto questa forma. Loro volevano fare la TV.

Allora ero uno studente lavoratore, ero un tecnico di primo livello all’ENEL di Fidenza, e avevo anche costruito da tempo una grossa stazione trasmittente come radioamatore. E mi collegavo regolarmente tutte le settimane con il Venezuela, dove c’era un parmigiano e faceva parlare i suoi familiari.  C’era la guerra fredda, c’erano dei momenti abbastanza seri, abbastanza caldi, però mi lasciavano fare perché ero un tecnico di primo livello all’ENEL, ero un dirigente.

Un certo Beppe Sacchi

Loro avevamo sentito dire, letto su qualche giornale, che un c’era un certo signor Beppe, Beppe Sacchi di Biella che aveva fatto la TV, ma la TV via cavo. E così vengono a chiedere a me e anche alle poste, se si poteva fare la TV via etere.

Il primo (…forse) banco di Radio Parma

Alle poste hanno gli rispondono “è una cosa impossibile, però se ne volete sapere qualcosa, andate da questo signore che di etere se ne intende“: ed ero io.

Ci manda il direttore delle poste

Si presentano questi due individui alle 10 del mattino. Mi dicono: “Lei è Marco Toni?” – “” – “Guardi, noi… noi ci manda da lei… il direttore delle poste di Parma, perché vorremmo fare la TV via etere”.

Non si può, non si può la TV via etere”, dico: “c’è il monopolio, non so se lo sa”.

Ma aggiungo: “Ma perché volete fare subito una TV via etere? Fate prima la radio: io c’ho un trasmettitore, trasmettete e fate delle prove, cominciate via radio”.

La prima antenna

TRC-1

Poi un giorno, guarda un po’, prendo la radio rivista dei radioamatori e c’è la pubblicità di un surplusario di Livorno che vendeva i TRC-1. (il famoso primo trasmettitore militare di RMI N.d.R.)

Costava, ma io prendevo anche un bel po’ di soldi all’ENEL, allora ne mando a prendere uno.

Questo coso arrivava… e finiva a 100. 100 Megahertz: faceva 60-100, ne ho uno qui.

Dentro è complicatissimo, ma con lo schema riesco… mi metto lì per mio sfizio e comincio a modificarlo.

Mi dico, dove finisce la radio? (l’FM per la RAI dei tempi, eccettuato il canale stereo, era sempre sotto i 100 MHz, N.d.R.)

Dove finisce la radio (anzi oltre)

Mi dico: beh io mi metto lì, subito dopo, se riesco, subito dopo. Questo trasmettitore era controllato al quarzo ma con  una complicazione di filtro, un casino… e  riesco a fare il 102 (sintonizzarlo su 102 MHz, anche se c’è chi sostiene fosse 102.360: esattamente come RMI che era su 100.88 ma nonostante abbiamo ripetuto tre volte la domanda non abbiamo capito il motivo N.d.R).

Lo metto in funzione e ha anche una bella potenza, con quell’unica valvola VHF che ne ho ancora.

Qui siamo a Novembre 1974, eh! Ancora stavo provando. Un giorno viene Virginio Menozzi (il fondatore di Radio Parma) con un politico un po’ defenestrato. Mi dicono: vieni con noi che andiamo all’autogrill dell’autostrada di Sarzana dove c’è l’onorevole…  non ricordo. Mi dicono è del controllo della RAI (forse commissione parlamentare di Vigilanza, N.d.R.), così chiediamo a lui se si può fare la radio: se ci risponde bene, se no andiamo da Spadaccia o da Pannella e chiediamo a loro.

E così lo incontriamo: era un parlamentare  dei Repubblicani, non so se te li ricordi…

FM-world: Quelli che hanno ucciso la TV a colori, o meglio le industrie della TV a colori italiane.

M.T.: TV a Colori? Quelli dell’edera!

FM-world: La Malfa.

M.T.:  Sì, ecco, La Malfa, bravo, perfetto. Ma non era La Malfa, che incontrammo.

Vorremmo fare una radio libera

Diciamo, senta, noi vorremmo fare una radio, una radio libera via etere.

C’è il monopolio, vi legano, vi ci trovate con le manette…” Ma noi vogliamo provare.

Tu metti il mixer, io il trasmettitore

Per farla breve, con il futuro direttore Drapkind  (“socialista”), andiamo nel magazzino. Beh, c’è tutto quello che serve:  un tavolo con i giradischi, il microfono, il mixerino. Il trasmettitore lo metto io.

Poi in questa casa vecchia che c’è ancora in fondo via Garibaldi di Parma, mi organizzo, studio l’antenna, faccio l’antenna, trovo il traliccetto, preparo tutto quanto, e il primo gennaio, una giornata fredda, mezzo piovosa, mezzo ghiaccio, col tetto antico che si scivolava da tutte le parti, senza dire niente a nessuno perché doveva essere tutto un segreto, accendo il trasmettitore, attacco il mixer, attacco tutto quanto e si sente… e si sente.

In tutta Parma si sente: e non si è mai più fermata, da quel momento ha cominciato a essere famosa per quella rivista… la conosci?

A casa mia ricevo chi voglio

Era Millecanali (“Millecanali TV“, perché quando nacque c’era praticamente solo Sacchi e la sua Tele Biella: e infatti il sottotitolo era “rivista di CATV, CCTV e Audiovisivi” e di radio proprio non si parlava, N.d.R.).

Millecanali lo gestiva la GBC, ci scriveva allora un giornalista molto di sinistra, molto di sinistra che era Eduardo Fleischer con sua moglie.

Lui a Radio Parma ha dato risalto, perché voleva la libertà, anche se era tutto un po’ un fuorilegge. Insomma, era proprio una cosa proletaria.

FM-world: Adesso Edoardo Fleischner fa il professore la domenica al programma “Media e Dintorni” su Radio Radicale.

Angelino Borra

M.T.: Beh, senti, un giorno finalmente l’Angelino Borra – che avevo conosciuto prima – torna a contattarmi…. sarà stato febbraio?… febbraio 1975. Dice “Ne hai fatto uno sui 101?”

Sì, ne ho proprio fatto uno sui 101, a metà strada fra i 100 e i 102“, rispondo.

E così siamo partiti in macchina, abbiamo portato su il trasmettitore, il cavo e l’antenna e li abbiamo portati su in via Locatelli che era buio, era buio e… (segue)

(M.H.B. per FM-world)

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Radio Pooh esordisce col botto: FM-world ne parla con l’editore Fabio Martini

Nata da una costola di RTR 99 TI RICORDI, Radio Pooh sembra proprio aver colpito nel segno. FM-world ha dunque deciso di chiedere un’intervista all’editore delle due radio, Fabio Martini, per parlare di questo successo e di radio in generale.

Sarà certamente la forza di un nome, quello dei Pooh, che da quasi sessanta anni è amato da un pubblico di tutte le età. Sarà il fatto che è la logica continuazione di una WebRadio quasi omonima del gruppo RTR 99 TI RICORDI. Sarà magari in parte la posizione privilegiata (in prominence) nella app di FM-world. Sarà la scelta della musica e la logica della programmazione. O forse – più probabilmente – la combinazione lineare del tutto.

Ma resta il fatto che in un mondo dove è molto difficile emergere, Radio Pooh ha avuto un esordio col botto ed i dashboard a uso interno di FM-world confermano che non si è trattato di sola curiosità del primo giorno. Ne abbiamo parlato con Fabio Martini, editore di RTR 99 Ti Ricordi. L’intervista ha avuto luogo domenica 16 febbraio 2025.

Nessuna banalità

FM-world (Marco Hugo Barsotti):  Radio Pooh nasce da una costola di RTR  99 Ti ricordi, radio molto nota a Roma ma magari meno conosciuta al Nord, puoi raccontarne la storia?

Fabio Martini (F.M.) – RTR 99 Ti Ricordi ha radici lontane. Nasce nei meravigliosi anni 80 e subisce varie trasformazioni, fino ad arrivare a un assestamento definitivo, fatto di canzoni “importanti” pop e rock che vanno dagli anni 60, ai 70 ma anche 80 e 90.

Una radio non solo musicale che cerca di inserire contenuti e storia e nessuna banalità in onda. La ricerca di musica e argomenti è ampia. E non ci limitiamo solo alla super hit. Cerchiamo l’emozione anche facendo riascoltare un brano che da quarant’anni non si sentiva.

E comunque al nord grazie al canale 799 in Lombardia e al DAB in Umbria e Lombardia, ma anche alla nostra app, la radio inizia a diffondersi bene.

Fuori dagli schemi

FM-world: Prima di Radio Pooh esisteva un canale dedicato nel vostro bouquet. Di chi è l’idea e quando avete cominciato ?

(F.M.) – Tutto il nostro gruppo cerca di essere fuori dagli schemi. Nel 2016 i Pooh avevano annunciato la loro fine. Abbiamo pensato che far continuare la loro storia on air potesse essere una cosa bella, gradita e fuori dagli schemi soliti. I loro concerti sono sempre stati frequentati da un pubblico di tutte le età. E una radio dedicata a loro non poteva fallire. Infatti sin da subito è stato un grande successo.

Radio Ufficiale

FM-world:  Ed eccoci a Radio Pooh: un esordio col botto…

(F.M.) – Dopo 8 anni di RTR 99 Canale Pooh, con il ritorno dei Pooh che stanno preparando il sessantennale nel 2026 bisognava chiudere il cerchio. Ho parlato con loro, gli ho proposto di trasformare la nostra RTR 99 Canale Pooh in Radio Pooh e farla diventare la radio ufficiale. Non credo esistano artisti che possano vantare il fatto di avere una loro radio ufficiale.

Il progetto rimane di RTR 99 Ti Ricordi ma la radio va ormai oltre il nostro marchio e la nostra struttura. I numeri sono enormi. In un solo giorno lo scarico delle app ha annoverato Radio Pooh al terzo posto globale sulla piattaforma Android e l’ottavo in quella Apple. E il trend, sia di download delle app che degli ascolti in streaming, è inarrestabile. Meglio di così è impossibile.

Oltre i grandi successi

FM-world: Qualche nota sulle scelte di programmazione: quali le scelte? Pensate che l’utenza giovane (quelli nati molto ma molto dopo gli esordi dei Pooh) possa rappresentare un segmento importante degli ascoltatori?

(F.M.) – Le scelte sono di trasmettere l’intera discografia dei Pooh. Hanno venduto milioni di dischi e ancora oggi riempiono gli stadi. Quindi il pubblico non manca. Ma loro hanno anche una prerogativa importante. A parte i grandi successi hanno capolavori dentro i loro dischi. Divulgare brani come “Il Tempo Una Donna La Città” è bellezza allo stato puro. Canzone che dimostra quanto siano grandi musicisti. Dura 10 minuti questo brano ed è uno dei loro più grandi capolavori.

Le figure professionali

FM-world: Che tipo di figure e con quante risorse parte oggi una radio che vuole essere di successo in un panorama digitale ultra affollato?

(F.M.) – Bisogna fare ciò che si sa fare e soprattutto ciò che si conosce. Noi, il gruppo RTR 99 Ti Ricordi, può muoversi per questioni anagrafiche solo in certe direzioni. Le risorse sono quelle della nostra squadra e il successo in una dimensione digitale si ottiene con le idee e non scimmiottando gli altri. Una radio come Radio Pooh funziona meglio di una radio generalista. Parlo del digitale ovviamente.

Ventitré anni di sperimentazione

FM-world: Ultima cosa: IP Dab FM: quanto pesa davvero nella sostanza l’ascolto DAB e a vostro avviso quanto è davvero utile spendere in una tecnologia ancora basata su tipologia Broadcast quando abbiamo reti cellulari che coprono il territorio in modo capillare (persino nelle gallerie) disponibili sostanzialmente gratis?

(F.M.) – Domanda interessante che parla di futuro però. Al momento i numeri IP sono molto interessanti ma ancora non si può parlare di numeri pari all’ascolto in auto con la cara vecchia FM.

E questo vale a maggior ragione per il DAB, dove siamo tutti ancora in fase poco più che sperimentaleBisogna investire su tutte le piattaforme e vedere dove ci porterà il mercato.

Sicuramente il futuro sarà dell’IP, ma è ancora presto pensare che solo questa modalità oggi possa sopperire al resto. Non dobbiamo pensare che i fruitori unici siano solo i giovani, ma anche le tantissime persone sopra i 55 anni, che hanno meno confidenza con le nuove tecnologie.

Ci si arriverà ma è prematuro. Nel frattempo bisogna essere ovunque. Noi abbiamo anche la visual in tutto il Lazio sul canale 87 con numeri molto buoni, abbiamo iniziato 8 anni fa. Perchè la tv ha sostituito la vecchia e cara radiolina. Ma non sono passaggi facili. (M.H.B. per FM-world)

Ringraziamo Marco Lolli, supervisore artistico e tecnico di Radio Pooh, per la collaborazione nell’intervista

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La storia della radio raccontata da Sergio Zavoli

Da lunedì 16 Novembre, Radio Techetè trasmetterà una parte dei contenuti speciali realizzati da Radio Rai nel 1960 per i festeggiamenti dei 35 anni della radio italiana.

Vero e proprio gioiello di questa programmazione speciale è il documentario “Riascoltiamo la nostra storia” realizzato da Sergio Zavoli, che in due ore ricostruisce la nascita e lo sviluppo della radiofonia in Italia dal 1924 al 1960.

Zavoli per l’occasione utilizza materiale d’archivio per raccontare gli albori della radio, prima URI e poi EIAR, e per ricostruire minuziosamente la guerra delle onde che si è combattuta nell’etere dal 1943 fino alla liberazione nell’aprile 1945.

Alla realizzazione del documentario collaborarono i migliori giornalisti radiofonici dell’epoca tra cui Sandro Ciotti, Roberto Costa, Gigi Marsico e Amerigo Gomez.

Oltre a “Riascoltiamo la nostra radio” Radio Techetè trasmetterà anche il programma “Viva la radio 30 anni di nostri successi” una lunga colonna sonora realizzata da Bruno Canfora con i motivi più popolari usciti dalla radio.

I programmi saranno trasmessi nella fascia “Le storie della radio” in onda alle 8.00 e alle 18.00 e saranno disponibili on-demand in podcast.

Radio Techetè è il canale dell’offerta di Rai Radio dedicato all’archivio e si può ascoltare sulla radio digitale Dab+, sul digitale terrestre televisivo, sul satellite, utilizzando l’App RaiPlay Radio e online con i contenuti on demand.

(Ufficio Stampa Rai)

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Il 1° dicembre 1958 nasceva in Italia la Filodiffusione

Il 1° dicembre 1958 veniva inaugurata la Filodiffusione della RAI, anche se le trasmissioni partirono ufficialmente il 4 gennaio 1959.

La qualità del suono era migliore rispetto alle onde medie.

Oltre alle tre reti RAI, veniva proposto un canale di sola musica classica (dal 1974 presente anche in FM nelle più popolose città italiane) ed uno di sola musica leggera.

Dal 1997, la Filodiffusione viene collegata in DAB e dal 1999 in streaming.

Oggi, in un contesto tecnologico completamente cambiato, l’offerta RAI vede un pacchetto di 12 emittenti, tra cui Radio Tutta Italiana e Radio Classica che ne sono l’evoluzione.

Si possono ascoltare in DAB+, in streaming, tramite app e sul digitale terrestre.

(Immagine da radioamatore.info)

Nuovi dati Radio Monitor: RTL conferma il vertice

RTL 102.5 sempre più leader degli ascolti: è questa, in estrema sintesi, l’analisi dei nuovi dati Radio Monitor relativi a 120.000 casi compresi tra marzo 2012 e marzo 2013.

L’ascolto nel giorno medio ieri del network di Suraci sfiora ormai i 7 milioni, raggiungendo quota 6.878.000. Complessivamente non sono molte le variazioni che possiamo evidenziare nell’ultima indagine.

Al secondo posto troviamo Radio Deejay con 5.171.000, seguita da Radio 105 con 4.909.000. Quarto posto per RDS, anch’essa poco distante dalle due reti antecedenti, ed oggi a quota 4.758.000. Prosegue lo slancio di Radio Italia Solo Musica Italiana, con l’ottima performance di 4.573.000 ed una quinta posizione sempre più stabile.

Soltanto sesta Radio 1 Rai (4.399.000), seguita – a debita distanza – da Radio 2 (3.041.000). Tornando ai network, all’ottavo posto si posiziona Virgin Radio (2.384.000), mentre R 101 totalizza 2.069.000 ed è l’ultima emittente che resiste sopra la soglia psicologica dei due milioni di contatti quotidiani.
Proseguendo con la chart delle emittenti nazionali più ascoltate, troviamo in posizione n.10 Radio 24 (1.896.000), tallonata da Kiss Kiss (1.883.000). Mantiene un buon posizionamento m2o (1.670.000), anche se avvicinata dalla sorella Radio Capital (1.639.000).

Quattordicesima è Radio Maria (1.457.000), seguita da Radio 3 (1.356.000) e Radio Monte Carlo (1.256.000). Fanalino di coda come sempre Radio Radicale (279.000).

Poche le novità a livello regionale, dove le superstation ai vertici restano sempre le stesse. Tuttavia, dalla Lombardia arriva una curiosità importante: l’iscrizione all’indagine di Radio Peter Flowers. Sta per tornare in onda una delle emittenti che ha fatto la storia della radiofonia?

In attesa di risposta, ricordiamo che i dati sono disponibili in versione integrale all’indirizzo http://radiomonitor.it/dox/RadioMonitor_dati_1o_trimestre_2013.pdf

Radio Monte Carlo: 47 anni di gran classe

47 anni fa, il 6 marzo 1966 alle 14.00 iniziavano le trasmissioni in lingua italiana di Radio Monte Carlo.
L’emittente, che diffondeva il proprio segnale sui 701 KHz in onde medie in buona parte dell’Italia, ha rappresentato un’anteprima di quella che sarebbe diventata, dalla metà degli anni ’70, la radiofonia privata nel nostro Paese: linguaggio informale, più musica, la nascita di speaker diventati punti di riferimento, alcuni dei quali (Luisella Berrino) ancora in attività.

Con l’arrivo della modulazione di frequenza, il periodo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 rappresentò un momento difficile per l’emittente monegasca che manteneva uno standard di trasmissione sempre meno ascoltato. A “salvarne” le sorti fu Alberto Hazan, editore di quella che all’epoca si chiamava Rete 105, che acquisì i diritti di marchio per l’Italia, trasformando Radio Monte Carlo in un Network a copertura nazionale in FM, con trasmissioni che in parte rimasero nella sede del Principato e in parte vennero trasferite a Milano.

Oggi la “radio di gran classe” dispone anche della seconda rete Monte Carlo 2, di numerose web-radio e di una web-tv, tutte presenti sul proprio portale www.radiomontecarlo.net

Dalla redazione di FM World, AUGURI ad una delle emittenti che ha segnato la storia della radio nel nostro Paese.