Muore durante la diretta radio: il cordoglio di colleghi e ascoltatori

“È con il cuore afflitto che dobbiamo informarvi che il nostro caro amico e conduttore del mattino Tim Gough è morto questa mattina mentre presentava il suo programma”.

La britannica GenX Radio Suffolk annuncia così la scomparsa della ‘voce’ che animava le prime ore della giornata.

Tim Gough aveva 55 anni, faceva radio dagli anni ’80 ed ha avuto un malore – risultato poi fatale – mentre era in onda nella mattina di lunedì 24 ottobre.

“Tim stava facendo quello che amava”, scrivono dall’account social della radio dove trasmetteva ogni giorno e di cui peraltro, si legge in un articolo, lo stesso Gough attendeva l’imminente attivazione DAB+.

L’emittente infatti sarà collegata in digitale lunedì 31 ottobre, come evidenziato dal countdown presente sul sito.

Numerosi i messaggi di cordoglio giunti all’emittente per una voce indubbiamente amata, a cui erano particolarmente legati gli ascoltatori.

(Si ringrazia Alessandro Remia per la collaborazione)

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“Patto con riscatto” di Vasco sfiora la ‘top ten’ dei più trasmessi in radio

Vasco Rossi protagonista al cinema: accadrà per tre giorni, dal 14 al 16 novembre, con il film dedicato al concerto tenutosi la scorsa estate al Circo Massimo.

In occasione dell’uscita, è arrivato in radio il nuovo brano del rocker di Zocca.

Si chiama “Patto con riscatto”, in programmazione da venerdì 21 ottobre.

L’impatto – com’era del resto prevedibile – c’è stato, tanto che Vasco ha già sfiorato la ‘top ten’ dei più trasmessi in radio ed è la più alta ‘new entry’ del weekend.

Secondo i dati Radiomonitor, il pezzo – sulla base dei dati di venerdì, sabato e domenica – si colloca all’undicesimo posto, appena un gradino sopra la nuova dei Måneskin (“The loneliest”) che si trova alla n.12.

Al vertice, anche nell’ultimo fine settimana, i Pinguini Tattici Nucleari con “Ricordi”.

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Nuovo Governo Meloni: ecco chi conta in tema di media

Con la nascita del nuovo Governo di Giorgia Meloni si sono finalmente dissolti diversi dubbi su alcune caselle (o dicasteri) che riguardano da vicino il campo dei media, della cultura e dello spettacolo.

Naturalmente le nuove nomine sono solo il primo fondamentale passo per ciò che riguarda questo settore, visto che occorrerà di seguito osservare da vicino anche chi andrà ad occupare le cariche di sottosegretario (o viceministro), con particolare riguardo all’Editoria, e poi capire bene la situazione nel fondamentale campo delle deleghe, ossia le attribuzioni di potere interne ai Ministeri. E ci sarà poi da seguire attentamente anche quanto accadrà in Parlamento in tema di Commissioni competenti in materia (a partire dalla Vigilanza Rai, ma non solo, naturalmente).

Ma vediamo allora a chi sono andate le due caselle fondamentali nel settore dei media. C’è in primo luogo il Ministero dello Sviluppo Economico (cui fanno capo da anni anche le Comunicazioni), che però d’ora in poi si chiamerà Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con un cambio di nome che non è solo formale, e allora bisognerà vedere se ci saranno modifiche anche in fatto di competenze (riguardo appunto alle Comunicazioni e allo specifico sottosegretario o viceministro).

In ogni caso il Ministero è andato a Adolfo Urso, politico noto ma non esattamente in questo campo, anche probabilmente ad evitare di attribuire la casella a Forza Italia, per via del possibile conflitto di interessi con Mediaset. E, salvo le eventuali variazioni di cui dicevamo, sarà sempre questo Ministero a seguire la politica generale in tema appunto di media, Radio e Tv.

Sorpresa finale invece alla Cultura, dove è sbucato con una forza travolgente nelle ultime ore il nome vincente di Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2 dalle notissime e anche ostentate simpatie per il Centro-Destra, quale successore del ministro Franceschini, annullando altre ipotesi (come quella di Giordano Bruno Guerri). Il Ministero ha grande importanza, si sa, in tema di Beni Culturali, editoria libraria, ma anche e soprattutto di cinema e produzione audiovisiva, settori in cui sono stati di recente messi in campo finanziamenti di non poco conto.

La nomina di Sangiuliano (che molti vedevano di prossimo approdo al Tg1, dove era già stato in anni precedenti quale vice) libera altresì una casella importante alla Rai e porterà naturalmente alla necessità di nominare un successore al Tg2, nomina che però potrebbe essere solo la prima di tutta una serie, considerando che appunto la direzione del Tg1 è più o meno sempre stata ‘di area governativa’. Ci sarà dunque una nuova sarabanda di nomine in Rai, a nuovo piano industriale (con altre nomine da poco varate) appena avviato, dopo tanta attesa?

Lo vedremo, ma bisogna anche considerare che la stessa designazione ad AD della Rai di Fuortes (giudicato peraltro da alcuni osservatori un po’ ‘opaco’ nel suo attuale ruolo) era molto legata alla presenza di Draghi a Palazzo Chigi. Di conseguenza, l’arrivo di Giorgia Meloni scompagina sicuramente la carte, anche perché l’attuale Cda – come si ricorderà – era nato con una strana (e, vista oggi, quasi ‘incredibile’) esclusione dai Consiglieri di personaggi riconducibili a Fratelli d’Italia. Qui il ruolo dell’ex Consigliere Giampaolo Rossi, esperto della Rai, viene giudicato determinante nei prossimi mesi.

Bisogna anche ricordare che i problemi attuali della Rai sono parecchi, a partire da una situazione economica certo non brillante, accentuata dai nuovi limiti più stringenti in tema di pubblicità che sono stati stabiliti della nuova ‘legge di sistema’ in tema di media varata giusto un anno fa (nell’incomprensibile indifferenza generale) dal Governo Draghi, anche quale recepimento di una Direttiva Europa. E neppure gli ascolti della Rai nelle ultime settimane sembrano così brillanti, ragion per cui il ritorno in onda di Fiorello diventa ‘quasi determinante’ per il futuro dell’azienda.

Ma soprattutto c’è sullo sfondo il fondamentale tema del canone. La Lega accarezza l’idea di abolirlo proprio ma, a parte un’idea così estrema, occorrerà stabilire presto che cosa succederà nel 2023, quando l’inserimento del canone stesso nella bolletta elettrica (già cara o carissima di suo) dovrebbe venire a cadere, anche qui ‘su ispirazione europea’. Qui appare importante anche il ruolo del nuovo Ministro dell’Economia (‘proprietario’ della Rai stessa) Giorgetti, che già si è occupato anche di media nel Governo Draghi quale titolare dello Sviluppo Economico.

Infine, a dicembre dovrebbero smettere di trasmettere gli ultimi canali televisivi in Mpeg-2, ‘lasciando a piedi’ chi si era ‘rifugiato’ sui canali 500 per continuare a vedere la tv senza adottare un televisore HD o dotarsi di specifico decoder. Di T2, invece, pur previsto a gennaio, non si parla più, come peraltro si prevedeva, a scanso di nuovi switch-off, con la necessità magari di adottare nuovi ‘bonus tv’.

Ma anche la Radio è ‘in partita’. Decisioni in tema di Dab non dovrebbero tardare e per questa tecnologia e per il settore radiofonico in generale si tratta di un argomento di decisiva importanza.

Mauro Roffi
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Quante radio si ascoltano ogni giorno?

Ogni giorno, ognuno di noi ascolta più emittenti nell’arco della giornata.

Escludendo le ‘occasionali’ (quelle su cui ci fermiamo giusto per il tempo di una canzone), quante sono le radio che cercate volutamente e che seguite con cadenza quotidiana?

Ne parliamo nel podcast di questa settimana, per discuterne con voi – come sempre – sui canali social di FM-world.

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Tv2000 e Radio InBlu2000 verso il loro Giubileo

Non c’è solo il cambio dei loghi di Tv2000 e Radio InBlu2000, di cui abbiamo dato notizia nelle scorse settimane. Quello che sta avvenendo nel gruppo radiotelevisivo che fa capo alla Cei (Conferenza Episcopale Italiana, con a capo da alcuni mesi Matteo Zuppi) è un processo complessivo di trasformazione che si svilupperà in questi mesi.

Tv2000 e InBlu2000 avviano così un processo per diventare una media company integrata, con una forte propensione al digitale. Nei programmi ci sono dunque anche il restyling del sito, con un maggiore utilizzo dei social, e un nuovo ecosistema digitale, con tanto di inedito payoff: ‘Autentici per vocazione’. È peraltro la prima tappa di un percorso che porterà al Giubileo di Tv2000 e InBlu2000, a febbraio 2023, quando saranno passati 25 anni dalla nascita delle due emittenti della Cei.

“Il vostro è uno strumento fondamentale – ha detto il card. Matteo Zuppi in un videomessaggio a Tv2000 e InBlu2000 – . In 25 anni tante cose sono cambiate e forse dobbiamo anche interrogarci per guardare al futuro e per usare al meglio Tv2000 e InBlu2000 in un momento di grande trasformazione del mondo, delle persone e della Chiesa”.

“Ci avviciniamo in effetti al nostro primo Giubileo – ha sottolineato da parte sua l’amministratore delegato di Tv2000 e InBlu2000 Massimo Porfirie lo facciamo non con spirito commemorativo ma con grande entusiasmo innovativo. Tv2000 e InBlu2000 diventano una media company integrata, che intende essere presente da protagonista nello scenario comunicativo dei prossimi anni”.

“Vogliamo continuare a raccontare il mondo – ha infine spiegato il direttore di Tv2000 e InBlu2000 Vincenzo Morgante (noto anche per il suo passato alla Rai) – con speranza, attraverso un’informazione puntuale, rigorosa e mai scandalistica, capace, anche negli appuntamenti del Tg e dei Gr, di leggere le notizie mettendo al centro l’uomo, i suoi bisogni, le sue fatiche, ma anche il suo coraggio e la sua generosità. Lo faremo, forti della libertà garantita dal nostro editore e con l’energia di un cambiamento importante ormai prossimo: la costituzione di un’unica grande squadra giornalistica che vedrà riunite le redazioni del Tg2000 e del Giornale Radio”.

Proprio l’unificazione delle redazioni giornalistiche della Tv e della Radio è una delle novità più significative annunciate nelle scorse settimane, in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti radio-tv del gruppo. In questo quadro, in primo piano ci sono naturalmente i programmi di Tv2000 ma c’è anche un “rinnovato interesse” (come è stato annunciato nell’occasione) per la produzione di InBlu Radio, che, proprio secondo Morgante, “cresce e cammina con programmi significativi, perché la Radio è uno strumento nel quale ovviamente crediamo, molto antico ma sempre vivo nel panorama della comunicazione italiana”.

Mauro Roffi
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La scomparsa di Dario Monferini

È proprio un anno sfortunato quello che stiamo vivendo.

In piena estate era arrivata, del tutto inattesa e improvvisa, da Palermo la notizia della morte di Roberto Scaglione. Nelle scorse ore si è rapidamente diffusa nel mondo del radioascolto ma anche in quello dell’ambiente radiotelevisivo nel suo complesso, un’altra brutta novità, ovvero la scomparsa di Dario Monferini, che tanti conoscevano soprattutto nella sua Milano ma anche in Italia e nel mondo.

Se ti occupavi di radioascolto non potevi del resto non conoscerlo, ne era un protagonista assoluto, un solista però in realtà, perché non aveva rapporti facili con diversi altri e il carattere spigoloso lo rendeva periodicamente protagonista di alcune polemiche. Ma per lui il radioascolto era veramente una scelta di vita ‘totale’, quello era tutto il suo mondo e voleva allora far tutto a modo suo, prendere o lasciare. Condensava tutto in PlayDX, il suo ‘periodico’ di riferimento, nelle sue infinite liste di ricezione delle emittenti (che l’hanno reso celebre per anni anche nel mondo della FM), in quel Radio Tv Handbook (la ‘bibbia’ del settore nel mondo) con cui collaborava dall’Italia e che rivendeva anche nel nostro Paese agli amici e a tutti gli interessati.

Poi c’è stato (e c’è tuttora, oggi on line) ‘Monitor’, la rivista italiana del settore radiotelevisivo di Enrico Callerio, con cui collaborava (per le liste) da una vita e dove è ugualmente sempre rimasto. In teoria ‘Monitor’ era la rivista ‘concorrente’ della mia ‘Millecanali’ ma i rapporti erano assolutamente cordiali e sinceramente amichevoli, non ci si guardava certo in cagnesco. Dario quando usciva ‘Monitor’ mi telefonava regolarmente, offrendosi di portarmene alcune copie (io poi le passavo anche all’ufficio commerciale e lui lo sapeva bene), in cambio di altrettante di ‘Millecanali’. Veniva così a trovarmi in redazione, soprattutto quando eravamo a Cinisello Balsamo (ai tempi della Jce), anche perché lui lavorava lì vicino e faceva un salto volentieri da noi. La sua ‘complicata’ conformazione fisica gli provocava purtroppo diversi problemi nei movimenti ma sapeva come cavarsela, come fare le scale e come trarsi d’impaccio. Aveva sempre qualche argomento di attualità con cui intrattenermi, mi portava liste, manco a dirlo, e mi raccontava con toni epici dei suoi tanti viaggi nel mondo, finalizzati a redigere altre liste d’ascolto naturalmente ma anche ad andare a trovare qualunque emittente volesse accoglierlo in visita. L’entusiasmo era infinito, manco a dirlo, e la lingua parlata nel Paese di turno non era mai un problema, si direbbe.

È stato protagonista in questo campo per tanti anni, come lo era sempre stato per gli adesivi delle emittenti, che collezionava con voracità e maniacalità. Era uno spettacolo vedere lui e altri appassionati di adesivi incontrarsi all’Ibts o in altre occasioni e confrontarsi e anche scontrarsi con decisione su chi avesse fatto le ‘prede migliori’ in termini di adesivi.

Dario viveva appunto in questo suo mondo esclusivo e totalizzante, non senza asprezze e scontri con chi non reputava all’altezza, ma non per disprezzava certo i piaceri della vita. I viaggi erano un autentico spasso per lui anche in senso generale ed era celebre anche il suo grande amore per il cibo e le più opportune ‘soste gastronomiche’ rifocillanti.

Ci siamo frequentati così, periodicamente, per molti anni, anche se ogni volta per pochi minuti, fino a quando, per varie ragioni, ci siamo un po’ persi di vista, come capita spesso. Da qualche tempo, ormai lontano da Milano, sentivo parlare poco di lui (la cosa era davvero insolita) e avevo la vaga sensazione che avesse qualche effettivo problema di salute. Purtroppo era vero e la triste notizia della sua morte in queste ore l’ha confermato.

Con lui e Scaglione ci hanno lasciato due persone che erano anche un po’ emblematiche di una generazione, quella che viveva l’apertura a tante voci del mondo radiotelevisivo con un entusiasmo da bambini, che non aveva pace fino a che non aveva individuato e scoperto anche la più piccola e fioca (in termini di potenza irradiata) emittente radiofonica e che faceva tutto solo per una passione incontenibile, senza nessun altro fine. Ci mancheranno persone così, all’orizzonte è difficile scorgere dei ‘successori’ degni di questo nome.

Mauro Roffi
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