GFK: 4,5 milioni di italiani possiedono una radio DAB+

Mancano ormai pochi mesi all’entrata in vigore dell’obbligatorietà del DAB+ su tutti i veicoli (Gennaio 2020).

A breve distanza, dunque, dalla digitalizzazione dell’autoradio, qual è la situazione in Italia del DAB+? E soprattutto a che livello è la sua popolarità?

Secondo una ricerca realizzata da GFK, basata su circa 22.000 interviste annuali con metodo CATI e pubblicata dal sito digitalradio.it nel mese di agosto 2019, ad oggi sono 12.900.000 gli italiani che conoscono la radio DAB+.

Di questi, 4.500.000 dichiarano di possedere almeno un ricevitore.

Attualmente, l’offerta nazionale DAB+ include 48 programmi nazionali, di cui 28 solo digitali.

Rai Radio attiva nuovi impianti DAB+ e supera la copertura del 50% della popolazione

“La Rai attiva altri 4 impianti di trasmissione DAB+ per una copertura della radio digitale in costante aumento”.

Comincia così un comunicato, diramato dall’ufficio stampa delle reti di Stato, in cui si evidenzia l'”avanzata” della digital radio verso centro-sud.

In particolare, sono stati accesi i trasmettitori di San Vittore del Lazio (Fr), Cava dei Tirreni (Sa), Pigazzano (Pc), Terni Miranda (Tr). Terminata la fase di copertura del centro nord, questi impianti si proiettano così verso il centro e il sud Italia, raggiungendo oltre 400mila persone.

Con i 4 nuovi trasmettitori, il totale degli impianti Rai sale a 50 e supera il 50% della popolazione coperta. Resta confermato l’obiettivo di superare, entro fine anno, il 57% degli italiani con 62 impianti.

Va avanti in parallelo il processo di rinnovamento degli studi in ottica digitale e radio-televisiva. In particolare, a Saxa Rubra sarà inaugurato entro il primo semestre 2020 un nuovissimo studio dedicato a Rai Radio 1. Il nuovo studio sarà grande oltre 100 metri quadrati, avrà un angolo per musica dal vivo, uno spazio per circa 25 ospiti e sarà interamente personalizzabile grazie a schermi, monitor e display. Come gli altri studi già realizzati, permetterà di effettuare dirette web e social, con una regia dedicata e camere motorizzate.

Ulteriori dettagli sono on-line all’indirizzo www.rai.it/ufficiostampa/articoli/2019/07/Rai-Radio-e-Dab-e3235a79-c6a9-46ad-9134-176d36680f94.html

La radio del Giffoni Film Festival in digitale grazie al consorzio Creadab

Giffoni Film Festival e il Consorzio Creadab insieme all’insegna delle nuove tecnologie ed in linea con i giovani.

Quest’anno “Radio Giffoni Now” sbarca sul DAB+ Digital Audio Broadcast: da venerdì 19 a sabato 27 luglio il segnale della webradio legata al Giffoni Film Festival sarà veicolato sul mux del Consorzio Creadab, grazie alla propria consorziata salernitana Radio Flash, sul canale 10A.

Il programma del GFF, l’agenda, le novità, i protagonisti, saranno per tutta la settimana festivaliera ascoltabili in digital radio in buona parte della regione Campania, in particolare le provincie di Napoli e Caserta, ma anche del basso Lazio.

“Il nostro consorzio è attento alle nuove tecnologie e ai giovani che rappresentano il nostro futuro. Un ringraziamento all’organizzazone del GFF che ha colto con entusiamo una proposta innovativa e trasversale per dare più visibilità ai giovani” dichiara Gino Conte presidente del Consorzio Creadab.

Le altre emittenti locali del mux Creadab sono: Primaradio, Radio Capri, Radio Prima Rete, FM Music, Novea Radio, Radio Telesia, Radio Amore, Radio MB, Divina FM, Radio Onda Verde, Radio Base, Radio Antenna Campania, Cuba Station, Radio Buenos Aires.

(Comunicato stampa)

DAB+: a meno di sei mesi dal 2020, qual è la situazione in Italia?

Tra il 2020 ed il 2021, tutti i nuovi ricevitori radiofonici dovranno essere dotati di DAB+.

La “digital radio” entra così ufficialmente, dopo anni ed anni di rinvii e slittamenti, nella quotidianità della gente che ascolta il mezzo “radio”.

Le emittenti nazionali e locali sono pronte per affrontare un approccio di massa verso la radio digitale? Qual è attualmente la loro copertura? E a che punto siamo con la pianificazione delle frequenze per le reti locali?

Se Rai Radio ha annunciato di poter servire oltre il 60% della popolazione entro la fine del 2019, i consorzi “DAB Italia” ed “EuroDAB Italia” (che di fatto contengono tutti i network privati oltre ad alcune emittenti tematiche) stanno proseguendo con l’attivazione di impianti, a cadenza quasi quotidiana, per poter inaugurare il nuovo anno con una illuminazione sempre più capillare.

Resta lo scoglio delle emittenti locali, “imprigionate” da una pianificazione di bacini areali che prosegue a rilento. E intanto, si sfruttano al massimo le zone già assegnate, anche da parti di realtà che non fanno parte del territorio interessato.

Un caso che prendiamo ad esempio (ma ce ne sarebbero molti altri) è quello delle venete Stereocittà e Radio Cafè, le quali, impossibilitate ad accendere ancora in Veneto, sono state collegate in Piemonte, Toscana e Sardegna e lo promuovono sulle proprie frequenze FM (venete e friulane) attraverso il radiotext.

Per capire meglio la situazione attuale, attraverso il nostro podcast settimanale abbiamo contattato Ivan Gasperi, moderatore del gruppo DAB Digital Radio Italia, profondo conoscitore della diffusione della digital radio.

Da 24 a 62 impianti DAB+ in tre anni: Rai Radio investe sulla digital radio

Più copertura DAB+ nell’arco dei prossimi mesi.

A prometterlo è Rai Radio che, in occasione del WorldDAB Automotive 2019 – convention mondiale sul DAB tenutasi a Torino – ha mostrato i passi avanti compiuti dal 2017 ad oggi, relativi alla digitalizzazione del proprio segnale.

E così, se nel 2017 il numero di impianti attivi era appena pari a 24, con un 46% di popolazione nazionale raggiunta, già nel 2018 si era passati a 34 impianti, sfiorando il 50% di persone servite.

La situazione ad oggi (o meglio, a fine maggio) è di 43 impianti attivi, che diventeranno 62 entro la fine dell’anno, pari ad una copertura potenziale del 57% della popolazione nazionale.

Inoltre, entro la fine del 2020 è prevista la realizzazione di nuovi impianti per l’estensione della rete, in accordo con il nuovo PNAF (Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze).

Aeranti-Corallo: “Ancora poche frequenze DAB+ per le radio locali”

Aeranti-Corallo interviene nuovamente sui ritardi della pianificazione delle frequenze utilizzabili, da parte della radiofonia locale, per le trasmissioni in DAB+.

La dichiarazione dell’avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, avviene a margine di un comunicato relativo alle ultime novità che Agcom ha predisposto per l’avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale.

Questo il comunicato integrale:

Con delibera n. 223/19/CONS, avente ad oggetto “Consultazione pubblica relativa a modifiche e integrazioni al regolamento recante la nuova disciplina della fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale, di cui alla delibera n. 664/09/CONS e successive modificazioni” l’Agcom ha predisposto uno schema di modifiche a tale Regolamento finalizzate a introdurre un obbligo di must carry a carico degli operatori di rete per destinare capacità trasmissiva degli stessi a fornitori indipendenti di contenuti radiofonici.

In particolare, viene previsto l’obbligo per gli operatori di rete radiofonici in ambito nazionale di cedere una quota delle unità di capacità (CU) del blocco di diffusione (formato da 864 CU) a fornitori di contenuti radiofonici nazionali indipendenti nelle seguenti quantità: da parte della concessionaria del servizio pubblico Rai 216 CU; da parte di ciascun operatore di rete nazionale privato 144 CU.

Gli operatori di rete radiofonica in ambito locale dovranno, invece, rendere disponibile la capacità trasmissiva non utilizzata dai partecipanti alle società consortili, a fornitori di contenuti radiofonici in ambito locale autorizzati anche non facenti parte del capitale sociale delle medesime società.
La consultazione pubblica avrà termine il 13 luglio p.v.

Al riguardo, l’avv. Marco Rossignoli coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Nel momento in cui l’Agcom prevede nuove norme per incentivare la diffusione di contenuti attraverso la tecnologia radiofonica digitale Dab+, dovrebbe affrontare contestualmente anche la problematica degli spazi frequenziali utilizzabili, con tale tecnologia, dall’emittenza locale. Infatti, in oltre due terzi del territorio italiano, l’emittenza locale non può ancora trasmettere in Dab+ a causa della mancanza di frequenze disponibili.

E’ evidente – ha concluso Marco Rossignoli – che, in un contesto in cui il settore radiofonico sta avviando il processo di digitalizzazione delle trasmissioni, coloro che non potranno operare fin da subito, quantomeno in via sperimentale, con la nuova tecnologia, matureranno un incolmabile ritardo rispetto a coloro che già operano in digitale, con evidenti conseguenze sul pluralismo e la concorrenza nel comparto”.