Rassegna Stampa Radiorama Giugno 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.81 di Giugno 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
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Deep Decline for Radio Ads in Norway Bad News for DAB Broadcasters

The transition from FM is considered to be the problem. Meanwhile, all good news for local FM radio.


During 2017 national public and commercial radio made a complete with-over from FM to DAB+. Now, media agencies’ investments in radio advertising show that the two commercial networks Radio Norway and P4 in four months have backed from NOK 144.5 million to a turnover of 133.2 million. By April they have backed 7.8 %, says the CEO of the Media Agency, Merete Mandt Larsen to ad business magazine Kampanje. Just
for April development is even worse. Radio ad investments was down by 17%.

It is a difficult market for radio today, not least because of the transition to DAB. There are fewer listening to DAB radio and the range is decreasing, says Jarle Thalberg, Sales Manager, MediaManager GroupM. The
transition from FM to DAB affects P4 and Radio Norway’s main radio channels when many are listening to a broader output with more and niched channels. It’s worrying is that advertisers seem to have lost their desire for radio, says Thalberg.

In this context, local radio advertising sales have not been included. But there are continued reports of significant increased listening and also increasing advertising revenues for local stations, which continues on FM. For example, one of the larger local radio networks with nine stations Jærradiogruppen – has had a 35 percent increase during the first quarter of the year. It is about local advertising as well as national advertising via media agencies. Radio Metro stations reported have doubled their advertising sales.

Local radio continues to be expanded in areas outside the largest cities where FM is still allowed to broadcast. This week Radio Metro received a local radio concession for Osterøy, Masfjorden, Lindås, Modalen, Meland, Austreim, Radøy, Fedje and Vaksdal in Hordaland county (north of Bergen). The concession was obtained after lottery drawing at the Media Authority because there were two applicants.

The current strike at public broadcaster NRK may benefit local radio more than the two commercial networks DAB channels. This is mainly due to the fact that NRK now broadcasts more music in the absence of news
and current affairs content. Local Radio’s regional and local identity and control override the music playlists of the national commercial channels.

Local radio in Norway is owned and operated entirely by Norwegian interests while the national commercial radio is owned by two foreign companies; German Bauer and Swedish MTG.
In neighbouring Finland and Sweden the radio ad business is increasingly good on national FM networks especially for Bauer. No transition to DAB is on the agenda in those countries. In Denmark Bauer is on FM
and DAB but in order to retain its business position Bauer want to stay on FM.

(da http://digitalradioinsider.blogspot.com 18 maggio 2108)

Bright Future for Commercial Radio in Finland

FM radio is secured until 2030. The Baltic Sea region will be DAB free.

January 2020 is the start of a new tenyear
license period for the commercial
radio in Finland. There will be seven
national FM licenses, with a coverage of
at least 75 percent of the population. In
addition, eleven partially national radio networks (at least 40% in household
coverage) are announced as well as a
number of regional and local states.
Among other things, there is room for AM
and also eight stations in Helsinki.
It will be possible to broadcast on three
long/medium wave frequencies in Pori
(92.2 and 1485 kHz) and Tampere (648
kHz). – Commercial radio in Finland
continues to be the most profitable in the
Nordic region and has increased its
turnover by ten percent in April 2018.
There are no concession fees for
commercial radio in Finland.

There are no plans for DAB radio in Finland, which in 2005 decided to use the full spectrum of VHF band III for television only (DVB-T). Sweden and Latvia are other Baltic Sea region countries which have rejected proposals to replace FM with terrestrial DAB. But digital radio listening online is increasingly strong in the three countries thanks to the smartphone population and full coverage and low cost of 4G LTE for mobile
broadband. (da http://digitalradioinsider.blogspot.com)

La RAI vara Radio1Sport: un canale radio interamente dedicato allo sport


(da www.goal.com giugno 2018) Il 14 giugno prossimo partono i Mondiali di calcio in Russia, appuntamento che tutto il globo calcistico attende con ansia e che noi dovremo accontentarci di vedere da soli spettatori, vista la dolorosa eliminazione dell’Italia allo spareggio da parte
della Svezia.

La RAI, che pure ha lasciato la trasmissione televisiva in chiaro di tutte le partite a Mediaset, ha comunque deciso di approfittare dell’hype che circonderà l’inizio della competizione per lanciare proprio nel giorno inaugurale dei Mondiali il proprio nuovo canale radio, interamente dedicato allo sport.

Tra poco più di una settimana, dunque, partiranno le trasmissioni di Radio1Sport, canale digitale che sarà fruibile su Dab, Dab+, satellite, digitale terrestre, web e app, come recita il tweet di presentazione della
nostra emittente pubblica.

Samsung sbloccherà il chip FM sui propri smartphone venduti in Nord America

(Da https://www.tuttoandroid.net) TagStation LLC, la compagnia proprietaria della nota applicazione NextRadio, ha annunciato che anche Samsung si è unita alla lista di produttori di smartphone che ha deciso di sbloccare il chip radio FM sui propri dispositivi.

Come molti altri produttori anche Samsung costruisce smartphone che contengono chip in grado di ricevere il segnale delle radio FM e grazie all’intervento di TagStation, che ha condotto una campagna a favore
dell’operazione, gli utenti nord americani potranno ascoltare gratuitamente le stazioni radio.

In questo modo gli utenti avranno la possibilità di rimanere sempre in contatto con qualcuno anche in caso di emergenze o di calamità naturali, quando la Rete Internet potrebbe non funzionare. Grazie all’applicazione NextRadio i possessori di smartphone Samsung potranno ricevere dunque le classiche stazioni FM, che nel caso di recenti disastri meteorologici hanno consentito a milioni di persone di essere raggiunte con bollettini
e annunci di pubblica sicurezza.

Il nome di Samsung si aggiunge a quelli di LG, Motorola e Alcatel che avevano già sbloccato in precedenza il ricevitore FM sui loro dispositivi.

Appel d’offres en Suisse romande pour des programmes radio DAB+


(da https://www.swissinfo.ch 28 maggio 2018) Comme annoncé, la Commission fédérale de la communication (ComCom) a publié lundi un appel d’offres pour un nouveau réseau DAB+ en Suiss romande. La date limite de dépôt des offres est fixée au 27 juillet prochain.

Le Conseil fédéral a décidé, le 25 octobre dernier, que le DAB+ deviendrait le principal vecteur de diffusion des programmes radio à compter du 1er janvier 2020.

En Suisse romande, plusieurs entreprises ont manifesté leur intérêt pour une couverture DAB+ supplémentaire. Le Département fédéral des télécommunications (DETEC) a donc décidé d’adjuger le nouveau bloc de fréquences DAB+ dans le cadre d’un appel d’offres public.

L’autorité compétente pour octroyer la concession de radiocommunication est la ComCom. Le renforcement de la diversité des médias, la grandeur du bassin de diffusion et la qualité de réception seront les critères
d’adjudication décisifs.

Dès le 1er janvier 2020, le DAB+ deviendra le principal vecteur de diffusion des programmes radio

Radio. La moria delle emittenti religiose e la conversione delle piccole commerciali in comunitarie

(By Redazione, www.newslinet.com 27 maggio 2108) Insieme allo sviluppo della radio digitale sulla tv (DTT, per il quale presto si limiteranno le possibilità d’ingresso) e sul web (quanto a piattaforma distributiva dei contenuti), ci sono altre due tendenze in corso: la chiusura delle radio religiose (generalmente cattoliche) e la trasformazione di piccole emittenti commerciali in comunitarie, usufruendo delle opportunità offerta dall’art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005.

Quanto al primo aspetto, la discesa della saracinesca riguarda una platea eterogenea di soggetti: tocca certamente le radio parrocchiali, quasi sempre sostenute dalle casse delle Chiese di piccoli centri urbani, ma anche importanti stazioni regionali, magari sovvenzionate da Diocesi o da enti di matrice religiosa che si chiedono se la mission (nel vero senso della parola) abbia ancora un senso, alla luce di taluni fattori oggettivi.

Ci si domanda, in particolare, se abbia ancora un fine concreto tenere accesi ripetitori FM per veicolare spesso contenuti altrui (di solito InBlu, piuttosto che Radio Vaticana o qualche altra importante emittente religiosa), stante la difficoltà di produrne di propri, vista la disaffezione di collaboratori (i giovani non sono particolarmente motivati verso un impegno costante nelle radio comunitarie, mentre i volontari storici mollano per sopraggiunti limiti di età). Ma soprattutto, al di là della classica trasmissione delle liturgie religiose, l’interrogativo che serpeggia è: la radio ultralocale rappresenta un mezzo ancora adatto per un efficace proselitismo? Il respiro del web si sente sul collo delle minuscole emanazioni radioelettriche della Chiese. Sempre di più; al punto da spingere a riflessioni economiche ed editoriali oggettive.

Così, sono sempre di più i parroci che abbandonano il colpo; se va bene cedendo la frequenza paesana (ormai) per un tozzo di pane alla rete nazionale di turno, che spesso ha un proprio diffusore limitrofo o isofrequenziale; se va male, spegnendo il trasmettitore o utilizzandolo solo per la diffusione della messa. Le 2000 radio parrocchiali (comunitarie) di trent’anni fa sono un ricordo: sulla carta ne rimangono circa 400 ed il
ritmo di chiusura e impressionante: da due a quattro al mese…

Relativamente allo sfruttamento delle opportunità ex art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005, ricordiamo che tale disposto normativo consente “alle emittenti di radiodiffusione sonora operanti in ambito locale di ottenere che la concessione precedentemente conseguita a carattere commerciale sia trasferita ad un nuovo soggetto  avente i requisiti di emittente comunitaria“ (NB: si tratta di un processo irreversibile, nel senso che una volta variato il carattere concessorio da commerciale a comunitario non si può più tornare indietro.

Tuttavia, considerati i vincoli cui sono soggette le emittenti commerciali (gestione di una società, di persone o di capitali; due dipendenti; sopravvenute ridotte possibilità di conseguire contributi governativi) e che il tetto pubblicitario del 25% loro concesso difficilmente viene sfruttato, ben si può comprendere come i limiti delle comunitarie non siano così insostenibili. Meglio, cioè, subire un tetto del 10% a fronte di spot venduti con maggiore dignità di listino, senza però soggiacere all’insostenibile onere dei due dipendenti e dei costi di gestione societaria, che un default concreto.

Certo, l’orgoglio degli editori può subire un contraccolpo nel trasferire la propria radio ad una associazione perdendo il carattere commerciale per conseguire quello comunitario; ma è sempre meglio che dover alzare
bandiera bianca. Soprattutto se le possibilità di restare sul mercato ci potrebbero essere ancora a fronte di una riduzione dei costi d’esercizio. Così, del migliaio di titoli concessori formalmente in circolazione, sono
ormai sempre di più quelli che passano da commerciale a comunitario, diminuendo nel contempo il novero delle stazioni con velleità strettamente d’impresa. D’altra parte, la vecchia FRT (oggi Confindustria Radio Tv)
aveva sempre sostenuto che il mercato poteva sostenere non più di 300 emittenti commerciali, ad esser generosi (qualcuno oggi dice che siano 200). Ed effettivamente, ancorché a quasi 30 anni di distanza dal
proclama, questo è l’assetto che il sistema sembra assumere.

“Tra il 2016 ed il 2017 abbiamo curato numerosissime pratiche di trasferimento di emittenti commerciali verso enti in possesso dei requisiti per gestire un’emittente comunitaria“, dichiara Giovanni Madaro,
responsabile dell’Area Affari Economici di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), che, confermando nel 2018 la prosecuzione del trend, precisa: “Lo stesso Ministero dello
Sviluppo Economico ci conferma che è in corso un trend notevole in tale direzione, soprattutto nelle aree più sofferenti dal punto di vista economico”.“A ciò si aggiunge un secondo fenomeno, altrettanto rilevante: quello delle piccole radio che migrano dall’FM alla tv – continua Madaro -. La radio è ascoltata per quasi il 90% in auto, ma solo a condizione che la frequenza FM sia sintonizzabile lungo tragitti di lunga percorrenza diversamente essa non entra nelle preselezioni delle autoradio (e quindi è sconosciuta alla quasi totalità dell’utenza o, per dirla diversamente, è ERP al vento). Le concessionarie di auto spesso effettuano dei check sulle autoradio delle vetture in manutenzione per verificare quali sono le stazioni memorizzate, al fine di stabilire su quali investire pubblicitariamente.

Ebbene, fermo restando che difficilmente l’automobilista va oltre le prime sei preselezioni (di cui quattro sono quasi sempre le top radio nazionali), nella quasi totalità dei casi le emittenti con raggio operativo inferiore ai
30-50 km non entrano nelle memorie. A questo punto, la riflessione è oggettiva: se devo limitare il mio potenzialità d’ascolto all’indoor, dove ormai c’è solo un ricevitore FM ogni due case (fenomeno in corso in
tutto il mondo tecnologicamente evoluto, come dimostra un recente rapporto USA di cui abbiamo dato conto ieri), tanto vale puntare a cambiare vettore migrando sulla tv, dove almeno c’è la certezza di avere
quantomeno due televisori per casa.

Rassegna Stampa Radiorama Maggio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.80 di Marzo 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
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RAI: in arrivo nuovi canali DAB+

(ANSA 13 aprile 2018) La Rai accelera e punta tutto su un futuro prossimo ‘all digital’. Questo è ciò che emerge dal seminario internazionale organizzato sul DAB+ a Via Asiago. «Sul piano tecnologico e produttivo – ha spiegato Roberto Sergio, direttore di Radio Rai – siamo ormai totalmente digital, sul piano della copertura abbiamo stanziato importanti investimenti che ci consentiranno di coprire la cosiddetta ‘T autostradalè in anticipo rispetto alle previsioni, entro fine 2018. Nel biennio successivo continueremo a investire per rendere la copertura del digitale sempre più ampia e sui contenuti siamo già in onda con 5 nuovi canali, pensati e costruiti in maniera verticale per competere sul terreno del digital entertainment. E nuovi canali si aggiungeranno a brevissimo. Insomma, la Rai c’è e intende svolgere a pieno il suo ruolo di attore principale in questo progetto, come del resto è avvenuto anni fa per lo sviluppo del digitale terrestre televisivo, che non avrebbe avuto successo senza la forte discesa in campo di Rai, tema di cui nel 2004- 2007 mi occupai con entusiasmo». Il seminario ospitato nella storica sala A di via Asiago – trasmesso in diretta sui siti web e i profili Facebook di Rai Play Radio e Rai Radio Live – è stato aperto da Fabrizio Ferragni, Direttore delle Relazioni Istituzionali della Rai: «Siamo impegnati al massimo per guidare questa fase di cambiamenti storici nel mondo della comunicazione. E tutto ciò in stretta collaborazione con Agcom con la quale condividiamo l’obiettivo di gestire nel modo più utile e proficuo per i cittadini il cambio del Dab+ e il nuovo piano nazionale delle frequenze». È stato stabilito che a partire dal prossimo 2020 tutti gli apparati radio in vendita dovranno avere una modalità di ricezione digitale. «Decisione che tutti noi della filiera editoriale e produttiva – conclude Roberto Sergio, Direttore di Radio Rai – abbiamo salutato con grande soddisfazione. La copertura per tutti gli editori è in continuo aumento, così come l’offerta di contenuti».

Radio DAB+: quale scegliere. Un servizio della TV Svizzera

(Portale Italradio, http://portale.italradio.org/ Aprile 27, 2018) La radio cambia musica ma tra gli 8 apparecchi radio DAB+ provati dalla TV Svizzera sono molte le delusioni e alcuni ricevono una… sonora bocciatura. Suono scadente, prezzi, display insufficienti e soprattutto batterie che durano poco. Ecco i difetti della radio digitale dal lato dell’ascolto. Entro il 2024, tutte le radio svizzere dovranno adottare il DAB+. Si promette suono di ottima qualità, niente fruscii o crepitii anche in viaggio; grande facilità di utilizzo, informazioni aggiuntive attraverso testi e immagini. Ma è sempre così? Se lo sono domandati due popolari programmi della tv svizzera. In italiano “Patti Chiari” – andato in onda il 27 aprile su RSI La 1: https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/pattichiari/Inchieste/inchieste-andate-inonda/Radio-DAB-quale-scegliere10403618.html

preceduto sulla tv germanofona SRF lo scorso 3 aprile dal programma Kassensturz: https://www.srf.ch/sendungen/kassensturz-espresso/digitalradios-im-test-der-klang-laesst-zu-wuenschenuebrig

Patti chiari ha esaminato 8 modelli diversi, con prezzi da 99,90 a oltre 300 franchi (85-260 euro circa). Come dimostrano anche le osservazioni che giungono all’Ufficio federale delle comunicazioni, che coordina il passaggio al digitale in Svizzera, i risultati sono poco incoraggianti. Vince il test modello Ruark Audio (a 379 franchi, 340 euro circa) con un voto di 5,1 che ha mostrato la migliore qualità del suono e facilità di utilizzo.

Al test di parlato, musica classica e pop i ricevitori sono apparsi con suono scadente anche per le dimensioni dell’altoparlante e problemi di elettronica. I display sono apparsi spesso troppo piccoli o insufficienti ma soprattutto le batterie.

Dovendo comprare le batterie a parte il costo supera i 20 Euro (24 franchi) e la durata è scarsa. I peggiori apparecchi si bloccano dopo 6 ore, il migliore dopo 24 ore di funzionamento ininterrotto. Secondo Kassensturz un apparecchio ha anche mostrato di subire disturbi da telefoni mobili e l’ascolto in quasi tutti gli apparecchi non è possibile in ogni luogo. Muri di cemento, ad esempio, bloccano il segnale. Il DAB+ continua a dare segni di insufficienza e costare parecchio. La strada è ancora lunga.

La Svizzera prepara il passaggio al DAB+

(traduzione dal gruppo Facebook BANDSCAN FM Da InfoDigital 24 aprile 2018 https://www.infosat.de/ )

Così, la popolazione in Svizzera può preparare per il passaggio da FM a DAB + nella diffusione di programmi radiofonici in tempo, l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) ha annunciato oggi pubblicamente il mandato per una campagna di informazione di quattro anni sul DAB + dal 2019. L’Ufficio federale sostiene quindi l’industria radiofonica, che distribuisce sempre più i suoi programmi in modo digitale sulle reti DAB + e desidera disattivare le sue stazioni FM entro pochi anni. La Svizzera si vede in pista per impostare la trasmissione analogica di programmi radiofonici nei prossimi anni: in famiglie e veicoli svizzeri circa 3,5 milioni di DAB + dispositivi erano alla fine del 2017 in funzione, 600.000 unità in più rispetto all’anno precedente. Più di un milione di automobili sono ora in grado di DAB + per ricevere 85 per cento di tutti i nuovi veicoli sono equipaggiati di serie con DAB +, e l’uso digitale dei programmi radiofonici (DAB +, reti televisive e internet) nel 2017 54-61 per cento aumentato. Al fine di rendere il DAB + ancora più conosciuto e di promuovere l’ascolto della radio digitale, l’OFCOM sta lanciando una seconda campagna di informazione. L’obiettivo è aumentare ulteriormente il numero di ricevitori radio abilitati DAB + in case e veicoli. La campagna va dal 2019 al 2022 ed è stata pubblicizzata oggi sulla piattaforma di procurement di simap.ch. Il contratto è previsto per l’autunno 2018. Il bilancio di 5,5 milioni di franchi svizzeri sarà finanziato dalla tassa di ricezione e dal nuovo prelievo per la radio e la televisione, che sarà prelevato dal 2019 in poi. Dopo aver avviato l’attuale fase di spegnimento di FM, la campagna si concentrerà sull’informare e consigliare il pubblico e le altre parti interessate. Inoltre, il contraente dovrebbe istituire un centro di competenza per DAB +. La campagna si basa sull’articolo 58 della legge sulla radiotelevisione (RTVG). Prevede che l’UFCOM lavori con società esterne per informare il pubblico sulle nuove tecnologie nel campo dei media elettronici. La prima campagna d’informazione con il tema “Radio in movimento” sarà gestita dal 2017 al 2018 dall’agenzia Republica, con un budget di quattro milioni di franchi. La campagna di informazione è condotta in stretta collaborazione con l’industria radiofonica, che li supporta anche nei propri programmi e con i clienti free-lance. L’industria radiofonica prevede di rinunciare alle trasmissioni radio analogiche via VHF nei prossimi anni e utilizzerà invece il DAB + come principale tecnologia di trasmissione. DAB + consente una ricezione stabile e chiara in alta qualità. Inoltre, gli organizzatori possono integrare i loro programmi radio con informazioni aggiuntive (come testi e grafica). Le frequenze saranno anche utilizzate in modo più efficiente e consentiranno la distribuzione di più programmi in aree di copertura più ampie. Tra il 2013 e il 2014, rappresentanti della SRG, associazioni di radio private e non commerciali e OFCOM hanno elaborato una strategia comune per quanto riguarda la migrazione da VHF a DAB + entro il 2024 al più tardi. Il gruppo di lavoro “AG DigiMig” ha consegnato il corrispondente rapporto finale al Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) nel dicembre 2014. Il gruppo di lavoro determinerà la data di disattivazione definitiva del VHF entro l’inizio del 2019 e quindi lo annuncerà.

Si gioca sulle strade il futuro del DAB in Italia

(Portale Italradio, portale.italradio.org Aprile 14, 2018) In primo piano al convegno tenutosi a Roma venerdì 13 sugli sviluppi del DAB+ in Italia la conferma della priorità, all’ordine del giorno dei prossimi investimenti della RAI, di garantire la copertura autostradale (inizialmente da Salerno verso nord) essendo prevalente (74%) l’ascolto tramite autoradio. Successivamente si lavorerà, ha sottolineato il direttore del settore tecnologico della RAI Stefano Ciccotti, per la copertura “indoor”. Non realistico, secondo Sergio Natucci di DAB Italia, uno “switch-off” dell’FM.

Sul piano normativo, riferisce a Italradio l’ing. Costantino Pacifici, che ringraziamo per la cortesia, Angelo Cardani, presidente dell’AGCOM, ha confermato che la pianificazione in atto in VHF-III utilizzerà frequenze conformi al piano di Ginevra 2006 opportunamente coordinate con i Paesi confinanti.Tutto comunque compatibilmente con le necessità frequenziali televisive dovute al rilascio della banda 700 Mhz a favore dei servizi TLC in banda larga. Questo limiterà drasticamente il numero dei consorzi che potranno operare a livello di copertura nazionale. Anche l’ing. Ciccotti ha mostrato preoccupazione per la convivenza DAB e DTT dal punto di vista interferenziale.

Sul piano dell’ascolto Natucci (DAB Italia) ha segnalato come circa il 6,1% degli intervistati di un recente sondaggio abbia dichiarato di avere un ricevitore DAB. Natucci ha anche ricordato che dal 1° giugno 2019 (Legge stabilità 2018) i nuovi ricevitori dovranno prevedere almeno una interfaccia digitale. Georg Plattner della RAS di Bolzano, ha ripreso il tema dell’ascolto in auto rendendo noto che la sua organizzazione sta procedendo a servire anche le gallerie più lunghe mediante irradiazione a cavi fessurati. Dal punto di vista dell’emergenza – ha detto Plattner – la protezione civile può anche entrare direttamente nella matrice audio con propri messaggi specifici.

Il convegno – coordinato da Andrea Borgnino della RAI – ha riservato ampio spazio ad interventi internazionali. Patrick Hannon, presidente del WorldDab, ha portato come esempio la situazione di ascolto in UK con nuove opportunità in materia di programmi (esempio sfruttamento di materiale d’archivio). La stessa RAI, secondo altri intervenuti, sarebbe pronta a introdurre 10 nuovi contenuti (programmi?) nella rete DAB. Jacqueline Bierhost (Radio Nederland) prende atto dello sviluppo del DAB+ nel suo Paese fino a chiedersi se abbia ancora senso investire nel servizio FM. Michael Reichert (Bayerischer Rundfunk) riprendendo in parte l’intervento precedente, ha insistito sulla necessità di campagne informative e di sostegno alla distribuzione on line dei ricevitori. Attesi gli interventi di Ole Jorgen Torvmark e Jorn Erik Jensen della NRK che hanno esposto con entusiasmo l’esperienza dello switch off in Norvegia che secondo loro ha avuto pieno successo. Per esempio i piccoli centri abitati dove quasi nessuno investiva si sono visti salire i programmi da 3 a 30. Tutti i relatori stranieri hanno presentato il nuovo logo del DAB+.

Concludendo gli interventi internazionali ricordiamo che Graham Dixon (EBU) ha ribadito le peculiarità positive del mezzo radio come la provenienza certa del messaggio,la robustezza verso i cyber attack, l’affidabilità in caso di emergenza e la non tracciabilità. Italradio si permette di osservare come ciò prescinda dalla banda prescelta e dalla diffusione digitale o meno, se non che quest’ultima non consente la diffusione internazionale e transfrontaliera autenticamente libera. Anche il caso svizzero o quello altoatesino presentano programmi prescelti dalla gestione della piattaforma e non dall’ascoltatore come accade su onde medie e corte.

Tra gli studi economici presentati, Eugenio LaTeana di RTL102.5 ha illustrato il lungo impegno del suo gruppo e il considerevole impegno economico previsto nei prossimi 18 mesi. Anch’egli si è mostrato preoccupato per le ristrettezze frequenziali. Interessante la presenza di Claudio Nervi della FCA (FIAT Chrysler) che ha confermato l’interesse e l’impegno dell’industria automobilistica. Marcello Lombardo della EBU ha presentato infine un suo studio sul confronto tra costi di uno stesso servizio attraverso la radio digitale e il servizio in IP attraverso LTE. Deciso il vantaggio del primo. Sarebbe interessante confrontare i risultati con i costi delle reti hertziane analogiche.

Radio Caroline now available on London DAB

(radiotoday.co.uk Aprile 3, 2018)
Radio Caroline has been added to the Small Scale DAB multiplex in London. The station, which is now broadcasting via 648 AM in East Anglia, is available in the capital at 64 kbit/s in stereo using DAB+. News of the extra coverage was tweeted over the weekend, saying “From Sunday 1st April (honestly) Radio Caroline can be heard on DAB+ throughout the London area. If you are located within the M25, the nearer to central London the better, simply give your DAB+ radio a full scan and then you may find us.”

There’s Not Enough Political Support for FM Sunsetting in Denmark

(By Doug Irwin, www.radiomagonline.com Aprile 19, 2018) COPENHAGEN — There’s more talk in the government of Denmark about the possible “sunsetting” of the VHF FM band in that country. Now, the Danish Ministry of Culture is trying to accelerate the pace of the transition. A strategy paper from the Ministry presented at the beginning of April outlines two scenarios: VHF FMs should be switched off two years after it has been determined that the 50% listening threshold has been exceeded (it is currently at 36%). And, even if the threshold is not reached by 2021, the country should off VHF and go to DAB + anyway. The trouble is that there’s not enough political support for such a move, according to radiowoche.de. The ruling liberal-conservative three-party coalition does not have its own majority in parliament and needs cooperation from other parties; it have to put forward its proposed plans in the media sector up for discussion and then convince either the right-wing conservative People’s Party or the Social Democrats and get their votes. Representatives of the People’s Party have already announced their rejection of a premature VHF exit in the Danish media. A survey conducted for the Danish news agency Ritzau revealed that 70% of respondents are opposed to the sunsetting of premature VHF FM by 2021. Also not very enthusiastic about the new government plans are a number of newspaper publishers operating various regional and local stations, according to the same article.

Can Digital Save Medium Wave?

(www.radioworld.com Marzo 28, 2018)
So, it appears as if the listeners’ appetite for sport, banter and a bit of humor is increasing, and also that medium wave remains the first option for broadcasters to reach sports lovers over the country or capital. And even though Love Sport Radio will presumably not use an AM transmitter from GatesAir, after a recent announcement that the company was suspending the sale of its AM transmitters, is there a constructive way forward for medium wave overall?

GatesAir’s decision to evaluate the medium wave market might be a direct consequence of many broadcasters shutting off analog medium wave. Take the BBC, for example, which switched off some of its domestic medium wave coverage, or other European broadcasters who see the medium as energy inefficient, expensive and a legacy technology that does not fit in with the age of podcasts. But then again, naysayers have been calling radio — including analog medium wave — dead for many years.

In parallel, or as an answer to this declared radio obituary, the EBU Director General praises radio and doesn’t see it dead but “Over 100 Years Young.” He recently quoted a very recent EBU report that shows radio being the most trusted form of media (trusted by nearly 60 percent of the European population). Some might say the figure would be even higher if more medium wave transmitters had been kept on air and were digitized.

In the United States, Nielsen tells us that 93 percent of adults over the age of 18 tune into FM and AM (medium wave) radio each week. The number ticks up to 95 percent when considering just those between the ages of 35 and 49. So AM and FM are popular (though a bit less so with the teen listeners). Square this with the fact that in the U.S., i-Heart Media, the country’s largest analog FM and AM station, recently went bust, having paid about US$1.5 billion in interest on debts only last year.

Are you confused yet? If so, that would be understandable, since there exist many different and contradictory perspectives. There are those who are waiting for 5G to revive radio or audio. But I tend to agree with Reiner Mueller, a top IT manager at the Bavarian State Centre for New Media in Munich, who thinks that there will be so many demands on 5G, when it happens in 2025 or beyond, that it is questionable if 5G would succeed as an important digital transmission path for radio at all. Then there are those who believe that diversification is prudent, like the BBC head of radio who wants a mixed FM, digital and hybrid economy to continue with no digital switchover date set until the audience makes up its mind, or the government.

Further away from such complex evaluations are those who have looked at their rusting medium wave transmitters and have decided to go digital. In India 35 new DRM medium wave transmitters are beaming digital signals. In some very populated areas of India there is much more (information, internet content, educational information, disaster warnings) available than “just” audio. These signals (and their additional benefits) are available to over 600 million Indians now. Neither FM nor DAB can offer this kind of access to radio.

Shortwave and medium wave broadcast bands can cover large areas. Medium wave transmitters deliver excellent coverage for long distances as the signal propagation is along the earth’s surface. Most broadcasters worldwide have been using medium wave and shortwave bands for free-to-air broadcasting for years. But, and there is one but, in-band transmissions use Amplitude Modulation, and in the analog mode this results in quality degradation — on medium wave this is due to noise generated by industrialization. To remain relevant medium wave and shortwave bands must therefore be digitized in order to guarantee the necessary quality listeners wants, along with more capacity, value-added services and to also fill the gaps for FM or DAB transmitters.

Thanks to Digital Radio Mondiale, all the justified criticisms of analog medium wave (poor sound, high operational costs etc.) have been eliminated. So why is it that we aren’t seeing more broadcasters move to digital medium wave instead of simply abandoning entire transmitters sites? We see digital medium wave taking hold in India and there are plans in other parts of the world but what about Europe (with the exception of Hungary that recently installed a huge medium wave DRM transmitter) and the U.S.?

One reason might be the very name “medium wave,” which sounds so old-fashioned. In reality, the digitized version of the medium offers exceptional digital audio quality and extra bells and whistles. A deeper reason might be that digital radio has been promoted exclusively from the technology platforms upward, rather than starting from a broadcaster and listener needs and benefits perspective.

Maybe it’s time to start talking digital radio only and not just focusing on the specific standards (DRM, DAB or HD). Why not have a single organization promote the two open digital standards. This would provide complete solutions to meet requirements, coverage demands and scenarios. It would also encourage listeners to embrace digital radio faster, with more confidence and help convince them to invest a small sum in a new receiver. In short, digital radio (as a whole) would be stronger, better understood and promoted.

Analog radio is not dead, of course, but digital terrestrial radio still has some ground to cover in order to finally be considered more than just an experiment, trial or a modest add-on to analog and IP platforms.

Stati Uniti. La FCC contro i pirati in onde medie ed FM

(The Spectrum Monitor – Maggio 2018 ) FCC Showcases Broadcast Enforcement. During last month’s National Association of Broadcasters convention in Las Vegas, FCC Chairman Ajit Pai detailed the commission’s efforts since January 2017 in combating broadcast pirate operations. The chairman noted that the FCC’s Enforcement Bureau had undertaken 306 pirate investigations, issued 210 Noticed of Unlicensed Operation (NOUOs), proposed fines totaling over $300,000 and found property owners liable for actively supporting the illegal activity on their property.

In a separate statement the FCC instructed would-be pirates on ways to broadcast to their local communities without resorting to illegal transmitters: “The FCC has licensed low power radio stations in markets where that can be done without causing interference. Also, the use of fill-in translators rebroadcasting AM stations and FM stations, including HD-Radio sub-channels, has expanded the availability of programming in the FM band, including major markets. In addition, modern technology has empowered many new voices to reach audiences online via streamed radio services and other tools, like podcasts, that do not impact licensed spectrum users.”

While intended to be helpful, the advice is not realistic. The FCC does not currently offer low power licenses—a new window for such operations is not likely to open soon, if ever; fill-in FM translators are issued only to currently licensed FM and AM stations (no new AM licenses are being issued either) and, it’s unlikely that any FM station, commercial or noncommercial, broadcasting in HD-Radio, will offer a subchannel to a potential competitor.

Often described as a “Whack-a-Mole” arcade game, the FCC’s Enforcement Bureau has had trouble keeping up with FM pirate radio activity as its budget has been slashed, field offices closed and staff reduced to a fraction of its previous force when pirate activities weren’t nearly so robust. Congress has stepped into the fray, with a recent bipartisan proposal to heap fines on pirates amounting to $100,000 per day, per violation with a $2 million cap. You can view the FCC’s interactive pirate radio map and find out what has happened in each location here: https://www.fcc.gov/reports-research/maps/fcc-enforcement-actions-against-pirate-radio-location

Antenna Bayern anche per il 2018 seguirà i turisti tedeschi sul Garda e a Rimini

(Traduzione del gruppo Facebook BANDSCAN FM da http://www.radiowoche.de 1 aprile 2018)

La stazione radio nazionale ANTENNE BAYERN accompagna i suoi ascoltatori quest’anno in vacanza sul Lago di Garda. Una collaborazione con l’emittente radiofonica italiana ‘Radio Studio Più’ permette agli ascoltatori della stazione di godersi il loro solito programma radiofonico anche in ‘Bella Italia’. ANTENNA BAYERN invia lì ogni giorno dalle 8 alle 16. Per tutti gli ascoltatori di ANTENNA BAYERN che trascorrono le loro vacanze estive sul Lago di Garda, quest’anno ci sarà di nuovo un regalo speciale. Perché la radio nazionale invia di nuovo nei mesi estivi il più grande lago d’Italia. Ciò è reso possibile dalla cooperazione con la radio italiana Radio Studio Più, sulle cui frequenze si possono ascoltare le voci di ANTENNA BAYERN da oggi. Ogni giorno dalle 8 alle 16 ci sono accanto alle consuete trasmissioni, il miglior mix musicale della Baviera tutto incluso. Il programma può essere ricevuto da ANTENNE BAYERN alle seguenti frequenze:

101. MHz – Riva del Garda (TN) – 91.0 MHz – Malcesine (VR) – 91.0 MHz – Rovereto (TN) 94.0 MHz – Pozzolengo (BS) – 106,7 MHz – Gabicce Mare (RN) – Riviera Adriatica

L’inizio del programma è stato il 29 marzo 2018. Fino al 30 settembre 2018, il programma può essere ricevuto nella regione turistica. Con la frequenza di 106,7 MHz a Gabicce Mare si sente anche sulla Riviera Adriatica la radio privata più ascoltata della Germania. Nel frattempo, questo progetto comune europeo ha una lunga tradizione: è stato trasmesso per la prima volta sul Lago di Garda nel 1996 e ha ascoltato le note voci di Leikermoser, Nullinger e Meixner.

BBG Budget News Including Plans for Shortwave

(mt-shortwave.blogspot.com Aprile 8, 2018) The Broadcasting Board of Governors, consisting of VOA, RFE/RL, Radio Free Asia, Radio/TV Marti, Radio Sawa and Alhurra, is slated for a $24 million budget reduction in fiscal year (FY) 2019. Of course, Congress will review and probably will modify the President’s budget request for BBG and other agencies.

Here are excerpts from the budget request pertaining to shortwave:

TSI [Technology, Services and Innovation, i.e. BBG engineering] continues to move the BBG from traditional broadcasting technologies, such as cross-border radio transmissions on shortwave (SW) and mediumwave (MW serving regions where these platforms are no longer popular, to other delivery systems that are rapidly growing in effectiveness and are less expensive to operate (e.g., FM radio, DTH satellite, internet streaming, mobile, and social media).

As part of its multi-year global network realignment, TSI will continue to focus efforts on upgrading its shortwave capacity at the Kuwait Transmitting Station, even as use of SW decreases. With superior strategic location and extremely low operating costs, this station will be able to serve the overwhelming majority of legacy SW audiences in the most cost-effective manner possible, at a fraction of the cost of other BBG operated site or expensive leased capacity.

Over the years, the use of shortwave (SW) radio has declined globally. TSI has responded by consolidating broadcasts to more cost-effective transmitting stations and reducing or even eliminating SW where it is no longer relevant. In markets where SW does still retain a sizable, valuable audience, TSI is committed to making SW service available in the most cost-effective way possible.

To meet this need, TSI has been upgrading the Kuwait Transmitting Station (KTS), which enjoys a superior strategic location and extremely low operating costs. In FY 2017 TSI continued to expand that facility, and in FY 2018 TSI will procure and install new antennas. In FY 2019, TSI is committed to investing in the KTS expansion further, utilizing whatever resources may be available, in order to realize longer-term savings. Ultimately, the BBG’s goal is to be able to serve most legacy SW audiences from this one site, at a fraction of the cost of all the other transmitting stations, so that other, more expensive sites may be scaled back or closed.

Philippines relay will close: In FY 2017, TSI completed the closure of the station in Sri Lanka and in FY 2018 will close the BBG facility in Poro, Philippines. TSI’s systematic and thorough review of all transmission leases will continue in FY 2019, identifying further opportunities for savings. In the years between 2010 and 2016, total costs associated with Cross Border Radio (SW and MW ) have declined by over $25 million (34.5%), and we expect this decrease to continue as we respond to market needs and as the Administration and Congress authorize us to shutter less effective legacy facilities.

In China, including Tibet, TSI will continue to provide satellite TV and radio service via Telstar 18, the most popular satellite in China, for only a fraction of the cost of the BBG’s legacy shortwave and medium wave transmissions to the region. This allows TSI to leverage the widespread use of satellite receiver dishes across the country and provide accessible programming where local cable and internet access is restricted . In FY 2018, TSI will procure additional satellite capacity on this satellite, allowing BBG to simultaneously distribute HD and SD TV programming and capitalize on the migration of Chinese audiences to HDTV, while not stranding legacy SD users.

Radio remains a very popular platform in many BBG markets, particularly Africa. BBG global weekly radio audiences increased by a stunning 28 million in 2016 alone and by 35 million since 2012. While shortwave continues to be a relevant means of delivery in several African markets, in most countries rapid growth and competition in the media market have shifted radio habits almost entirely towards FM. The BBG provides 24/7 FM radio programming in over 30 markets across the continent.

But good news for Kuwait and Greenville stations. As part of its multi-year global network realignment, TSI will continue to focus efforts on upgrading its shortwave capacity at the Kuwait Transmitting Station, even as use of SW decreases. With superior strategic location and extremely low operating costs, this station will be able to serve the overwhelming majority of legacy SW audiences in the most cost-effective manner possible, at a fraction of the cost of other BBG operated sites or expensive leased capacity.

The BCI [broadcasting capital improvement] funds in FY 2018 (and base funds in FY 2019) will be used to continue the planned reconfiguration and expansion of the shortwave broadcast infrastructure at the Kuwait Transmitting Station. This will allow BBG to enhance transmission to multiple regions, including Africa, and achieve cost savings for shortwave broadcasts. Because of the very low cost of electrical power in Kuwait, the Kuwait Transmitting Station is the least expensive IBB station to operate. This project will allow the agency to shift mission-critical but higher cost transmissions from other stations in the IBB network to Kuwait.

TSI will install and deploy three newer SW transmitters at the Greenville, NC Edward R. Murrow transmitting station enabling a doubling of frequencies servicing Cuba and making it extremely difficult for the Cuban government to effectively block Radio Marti signals into the Island.

To serve audiences in less developed areas of the world, the BBG must continue to broadcast via traditional technologies, such as shortwave, and maintain capability and improve efficiency on these platforms by replacing antiquated equipment. But to stay relevant in competitive news markets and serve current and future audiences, the BBG must continue to invest in new cutting-edge technology.

In areas where ownership and usage of shortwave radio has declined significantly, the Agency has evolved away from broadcasting in that medium. The BBG has closed transmission stations, repurposed equipment and invested these savings in platforms that the audience has shifted to, primarily television and digital media.

La distensión en la península coreana repercutirá en la propaganda radiofónica

(gruporadioescuchaargentino.wordpress.com Maggio 1, 2018) De cambio histórico y respaldo a la paz y la reunificación es considerada en Pyongyang la Declaración conjunta firmada recientemente por el presidente del Partido del Trabajo de Corea (PT), Kim Jong-un, y el mandatario surcoreano, Moon Jae In.

El texto, fue rubricado por ambos mandatarios el viernes último en la Casa de la Paz de Panmunjom, cuando subrayaron a 80 millones de coreanos y a todo el mundo que no habrá nunca más guerra en la Península Coreana.

De acuerdo con ese documento, la RPDC y Corea del Sur reanudarán en breve los diálogos y negociaciones en distintos sectores, incluidas conversaciones de alto nivel, a fin de tomar medidas para poner en práctica los acuerdos de la Cumbre. El texto precisa que Pyongyang y Seúl instalarán en breve en la zona fronteriza de Kaesong la Oficina Conjunta de Enlace Norte-Sur, donde permanecerán autoridades de ambas partes con el objetivo de estrechar los debates entre las autoridades y asegurar satisfactoriamente el intercambio y la cooperación de nivel civil.

El texto señala además que Pyongyang y Seul paralizaron desde el primero de mayo próximo todos los actos hostiles, sobre todo, la radiodifusión con altavoces y el lanzamiento de volantes en la zona de la línea de demarcación militar, desmantelarán sus medios y convertirán en el futuro la Zona Desmilitarizada en una realmente pacífica.Es importante señalar que aún siguen en el aire un sinnúmero de emisoras de radio propagandísticas que transmiten en onda corta por lo que se aventuran cambios para los próximos meses de continuar esta tendencia hacia la distensión.

 

Radio 105 in digital radio: il network Radio Mediaset entra nel DAB+

Radio 105 arriva anche in DAB+. Il network del gruppo Radio Mediaset entra ufficialmente nel mux DAB Italia, prendendo il posto di R101 Urban Night che continua a trasmettere sul web.

DAB Italia (che trasmette sul canale 12C) si arricchisce così di un nuovo “big player”, diventando uno dei bouquet più “variegati” tra le digital radio.

Presenti da tempo, infatti, network quali Deejay, Capital e m2o (per quanto concerne il gruppo GEDI) e poi RDS, Radio 24, Radio Radicale, Radio Maria, oltre ad alcune seconde reti ed emittenti sperimentali. Considerando anche i mux della RAI e di EuroDAB Italia, le uniche realtà nazionali assenti in DAB+ restano ora Virgin Radio e Radio Monte Carlo.

Ben diversa invece la sitazione tra le locali, in seguito alla mancata pianificazione (tuttora) delle frequenze in molti bacini regionali.

Rassegna Stampa Radiorama Gennaio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.76 di Gennaio 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/
Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
https://air-radiorama.blogspot.it/2018/01/radiorama-web-n76-di-131-pagine-e.html

La Rassegna stampa di Giampiero Bernardini

La stazione Radio Marconi in concessione per 2 anni al Comune di Pisa

Un piccolo passo avanti verso il recupero della Stazione Radio Marconi a Coltano. Nei giorni scorsi infatti è stato siglato un accordo con l’Agenzia del Demanio grazie al quale il bene è stato dato in concessione al Comune di Pisa per due anni. “A seguito dell’accordo -spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Serfogli

– l’amministrazione si è mossa con una prima determina che impegna 47mila euro per la pulitura dell’area e la messa in sicurezza della struttura. In questo modo potremmo effettuare le indagini e le verifiche necessarie per la definizione del progetto definitivo e per elaborare un progetto di valorizzazione del bene”.

Una volta definiti questi progetti l’amministrazione conta di ottenere il trasferimento definitivo del bene. “L’obiettivo – prosegue Serfogli – è quello di arrivare alla progettazione e al trasferimento definitivo del bene al Comune entro il 2018. Siamo in una fase interlocutoria e decisive saranno le prossime riunioni con il Demanio”. Per riqualificare la struttura e farne uno spazio museale, con annesso una sorta di incubatore d’impresa, servono circa 2,5 milioni di euro. “Il Comune – prosegue l’assessore – è disposto a mettere sul piatto circa un milione di euro di risorse proprie. I finanziamenti restanti dovranno arrivare dalla Regione nell’ambito dell’accordo per la vendita dell’azioni Sat. Stiamo inoltre lavorando anche con il Ministero dei Beni Culturali per vedere se è possibile intercettare ulteriori risorse”.

Sopralluogo al Centro Radio Marconi di Coltano

La Stazione Radio Marconi fu inaugurata nel 1911 dal premio Nobel per la fisica insieme al re Vittorio Emanuele III e fino ai primi anni ’20 del secolo scorso ha rappresentato il centro radio più importante e all’avanguardia d’Europa. Dopo i bombardamenti tedeschi della II Guerra Mondiale, che distrussero le antenne e i trasmettitori radio, il bene è rimasto inutilizzato e abbandonato a se stesso. Nel corso degli ultimi anni si è più volte parlato di un possibile recupero del bene, proposte che però sono rimaste sempre inascoltate. Nei giorni scorsi il caso è arrivato alle cronache nazionali con la denuncia della figlia di di Guglielmo Marconi, Elettra, che parlando al Tg1 ha chiesto di risollevare la situazione della struttura mettendo anche una targa per ricordare ‘l’impresa’ di cui suo padre andava fiero: nel 1910 partì infatti, per la prima volta, proprio dalle campagne di Pisa, un messaggio radio che dall’Europa raggiunse l’Africa. (PisaToday Tommaso Fabiani, 2 gennaio 2018)

Media vaticani: ecco il nuovo portale vaticannews.va

Cresce l’attesa per il nuovo portale vaticannews.va. Se ne parla da mesi, praticamente da quando il progetto di riforma dei media vaticani ha iniziato a prendere corpo, anche se come è stato più volte ribadito il nuovo sito non è la riforma, bensì un effetto di questa. E ora ci siamo: vaticannews.va sarà on line a breve e sostituirà i siti a carattere informativo utilizzati in precedenza. Il Sir ha avuto modo di conoscere in anteprima il nuovo progetto.

Guarda il video: https://youtu.be/YQJU-5oyq_U Il nuovo sito: http://www.vaticannews.va/it.html

“È in versione beta e, quindi, non definitiva”, ripete più volte monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, illustrandoci il portale. L’attesa, quindi, creata attorno al sito, non deve

distogliere dal discorso complessivo. “Il rischio – ripete il prefetto – è di vedere il dito e non la luna. La riforma, infatti, non è il portale, bensì un diverso approccio comunicativo”.

Una visione nuova, insomma, che emerge anche da vaticannews.va. A un primo sguardo, esaminando il nuovo portale, colpisce la scelta d’impostare il menù – su una fascia di colore rosso – in maniera agile e funzionale, isolando solo quattro termini, quattro parole cardine: Papa, Vaticano, Chiesa, Mondo. Già in questo si coglie l’idea di percorso di Chiesa in uscita, dal Vaticano alle periferie, tenendo sempre al centro della narrazione la figura del Papa.

È attorno all’attività del Pontefice che ruotano anche i contenuti multimediali (testi, audio, video) offerti dal sito, dai comunicati stampa della sala stampa vaticana ai contributi audiovisivi del comparto radio o del centro di produzione audiovisivo (in particolare, l’Angelus). Chiaramente dominante è la presenza delle immagini nel corpo del sito, che occupano un ruolo di primo piano. Spazio rilevante, poi, è riservato ai social, richiamando gli account del Papa su Twitter e Instagram.

Come è stato rilevato anche dallo studio del semiologo Paolo Peverini – “Il racconto di Francesco. La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale” (Luiss University Press 2017), volume in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione –, la struttura del portale sembra assolvere alla funzione del cosiddetto “cabasario”, ideato dal padre gesuita Félix Juan Cabasés durante il pontificato di Giovanni Paolo II: uno strumento di lavoro e documentazione contenente tutte le informazioni puntuali sul viaggio apostolico in cui il Papa era impegnato.

“Si tratta solo della punta dell’iceberg”, sottolinea però il prefetto. Il suo invito è di concentrarsi soprattutto su ciò che c’è sotto, a cominciare dal profondo ripensamento del modo di produrre e dalla centralità

antropologica e non tecnologica. “Nei due anni scorsi – spiega – ci siamo impegnati intensamente sulla formazione del personale. E l’abbiamo fatto con lo scopo di valorizzare le professionalità interne e di definire un gruppo di lavoro unificato, multilingue e multicanale per declinare contenuti in diversi formati da destinare a varie piattaforme di trasmissione. Il nostro sistema – precisa Viganò – è perfettamente in linea con l’ambiente digitale contemporaneo: non punta su un singolo media, ma è agnostico e, cioè, indipendente dal mezzo e dalla tecnologia”. Il web, conclude, “è soltanto una delle soluzioni a disposizione”.

Vincenzo Corrado, www.agensir.it 16 dicembre, 2017)

Austria: inizia l’era della radio digitale

L’autorità dei Media rilascia la prima licenza per l’operazione di controllo della radio digitale: 11 programmi radiofonici DAB + saranno avviati nell’area della Grande Vienna nel 2018 Comunicato stampa del 15.12.2017

(Traduzione Roberto Sadun da Facebook “Bandscan FM”)

Per la prima volta, l’autorità dei media KommAustria ha concesso l’autorizzazione in Austria per il regolare funzionamento di una cosiddetta piattaforma multiplex per la radio digitale terrestre nello standard DAB +. L’effetto a partire dal 3 Aprile 2018 licenza è per un periodo di 10 anni per RTG Radio Technical Center GmbH, a primi 11 programmi radio fornitore di servizi tecnici e di una guida elettronica ai programmi e, nella fattispecie, un servizio di avviso di pericolo nella zona di Vienna e in alcune parti dei dintorni Vienna con una portata tecnica di circa 2,25 milioni di persone si diffonderà. Finora, la radio digitale DAB + in Austria dal maggio 2015 può essere ricevuta solo nell’ambito di un’operazione di test a Vienna.

Per il lancio del DAB + Digital Radio dice Mag Michael Ogris, Presidente del KommAustria. “Noi, come un ente pubblico e le emittenti radiofoniche stessi sanno dall’esperienza di molti vicini europei molto bene che non è automatico che i consumatori sull’uso della nuova radio digitale DAB + essere introdotto, perché non è richiesta l’acquisizione di un’apparecchiatura radio adatta. Tuttavia, DAB +, che utilizza intervalli di frequenza molto diversi, è la soluzione per consentire una maggiore varietà di programmi e una maggiore varietà di radio rispetto alle frequenze radio FM completamente caricate. È per questo che naturalmente abbiamo seguito la richiesta del mercato dopo l’introduzione di DAB + e lanciato una gara d’appalto nella primavera del 2017. ”

Parte della gara è stato un DAB + a livello nazionale la copertura al KommAustria dopo aver completato un coordinamento delle frequenze completa con le autorità estere che cercano una licenza rilasciata nel primo trimestre del 2018. La maggior parte dei programmi DAB + distribuiti a Vienna in futuro non può ancora essere ricevuta tramite l’antenna. La gamma di servizi è ampia. Il programma si concentra principalmente su contributi di parola e di informazione, in parte sulla musica, che vanno dalla rock alla musica classica ai successi degli anni ’70, ’80 e ’90 o nel salotto e gli intervalli di Jazz.

Proprio come la radio FM, DAB + è anche facilmente ricevuto via antenna, ma richiede le radio che controllano lo standard di trasmissione. I dispositivi disponibili in commercio solitamente supportano sia DAB+ che FM.

Norway becomes first country to end national radio broadcasts on FM

By Agence France-presse In Oslo, www.theguardian.com (13 dicembre 2017)

Digital switchover means that only the country’s local radio stations continue to use FM frequencies. A worker displays digital radios at an electronics outlet in Oslo.

Norway has completed its transition to digital radio, becoming the first country in the world to shut down national broadcasts of its FM network. The country’s most northern regions and the Svalbard archipelago in the Arctic switched to digital audio broadcasting (DAB) as scheduled on Wednesday, said Digitalradio Norge (DRN), an umbrella group for Norway’s public and commercial radio.

The transition, which began on 11 January, allows for better sound quality and more channels and functions at an eighth of the cost of FM radio, according to authorities.

The move has, however, been met with some criticism linked to technical incidents and claims that there is not enough DAB coverage across the country. Radio users have also complained about the cost of having to buy new receivers or adapters, usually priced at between €100 and €200 (£88 and £176).

Only 49% of motorists are able to listen to DAB in their cars, according to DRN figures. A study cited by local media suggests the number of Norwegians who listen to the radio on a daily basis has dropped by 10% in a year, and the public broadcaster NRK has lost 21% of its audience. IIt’s a big change and we have to give listeners time to adapt to digital radio,” the head of DRN, Ole Jørgen Torvmark, said in a statement. “After each shutdown in a region, we noticed that the audience first dropped but then rose again.”

The transition only involves national radio channels. Most local stations continue to broadcast on FM. Other countries, including Switzerland, Britain and Denmark, are due to follow suit in the coming years.

Ma c’è chi dice no

Norway switches off FM radio, but this station is defying government order

CBC-Radio 13 dicembre 2017

Svein Larsen is still broadcasting on FM radio, despite Norway’s transition to digital. (Foto by: Radio Metro)

In a world first, Norway has switched off its FM radio service — but not everyone is celebrating the move to digital.

The country completed its switch on Wednesday when digital audio broadcasting (DAB) was turned on in some remote regions. Now, listeners will have to use that format to hear national radio broadcasts.

Officials say the move to digital will save money. In 2015, As It Happens spoke with Ole Torvmark, the head of Digital Radio Norway. He was confident people would embrace the switch, and said it would allow for more radio stations.

But broadcaster Svein Larsen isn’t convinced. Despite government orders, he has continued to broadcast on FM in Oslo. Larsen is the CEO of Radio Metro and the chairman of the Norwegian Local Radio Association. Here’s part of his conversation with As It Happens host Carol Off.

I don’t think that the government has actually the right to give that sort of order.

Why have you continued to broadcast despite the government’s orders to stop airing on FM?

Do you have a lot of support from your listeners in Norway?

I have great support, and more and more so when it becomes clear that this is actually what the government wants to do.

Don’t underestimate the fight against the government and different agencies.… Even if Norway is looked upon as quite a flexible and rational society, it’s not easy to take that fight. But we have done it, and we will see what will be the outcome.

But now the public starts to be aware that they actually are closing down not only the national network on FM, but also some of the local stations. But not all of them. Very many are going to continue to broadcast until 2022 — and even after that. But it’s my stations in Oslo that they’re looking to close down.

How are they punishing you for not complying?

They want me to pay for every day I’m continuing to do this.

How much?

100,000 Norwegian Kroner (around $15,000 Cdn) per day. I think I have to discuss that with them because they cannot be completely unreasonable.

We have both. We continue to have FM and we can get digital channels. It’s often a clearer signal [on digital]. We get more variety. It seems to be the way of the future. Why resist it? Why isn’t it something that’s of benefit to listeners?

Yes. But it’s not a benefit to listeners to close down one of the distribution systems. I agree with you. I’m also distributing my radio stations on DAB, locally, here in the bigger Oslo area.

I’ve never said that DAB as a distribution technology is not functioning. It’s functioning. But the main question is, why do you switch off a system in Norway where we have 10 to 15 million radio receivers? And you just say to the public, you’re not going to use this anymore because you need to buy new ones.

What sort of logic is that for media companies to operate that way?

I mean, you operate on behalf of the listener. Here, the big players are saying to the listeners: “No. You need to go out and buy new radio receivers.”

In 2015, we spoke with your head of Digital Radio Norway. He was confident that this was going to happen — that people in Norway would buy their digital receivers, they would switch over, and this wouldn’t be an issue.

That’s true. But I know that guy and that was his job. He’s paid for saying that. Today, you can ask him the same question and he also admits that it’s a big problem that only 50 per cent of the cars have DAB radios, obviously

This is why they are pushing me also. They feel that if I represent the competition, then that is a problem here in the Oslo area — then that is a problem for other people to change to DAB because they don’t feel that they need it. They have my radio stations and they feel happy about that. That’s why they’re so eager to close me down.

This interview has been edited for length and clarity. To hear more of our interview with Svein Larsen, listen to the audio above. As It Happens has reached out to Ole Torvmark at Digital Radio Norway, but haven’t received a response.

Radioricordando il 2017

By Antonello Napolitano www.coradx.it 30 dicembre 2017

Il 2017 si apre con la notizia shock dell’abbandono da parte di Radio Australia, delle onde corte che si concretizzerà il 31 gennaio. La decisione era stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale diramato il 6 dicembre 2016. Di Australia si è parlato molto nel 2017 anche per l’apparizione di una serie di emittenti di bassa potenza. La prima è stata Unique Radio, da Gunnedah (New South Wales), che per il 17 febbraio aveva annunciato dei test su 3210 kHz Successivamente è stata la volta di una Stazione senza nome,  gestita dall’italiano Stefano Mollo,  già proprietario di 77.400 FM, che da Perth (Western Australia) agli inizi di maggio realizza delle brevi emissioni di prova su 5045 kHz, mentre il 28 agosto, dopo due anni di assenza, riappare, sempre su 5045 kHz, Ozy Radio da Razorback, vicino a Camden (new South Wales).  Contrariamente a quella gestita da

Mollo, Ozy Radio viene ascoltata anche lontano dall’Australia. Infine, il 20 dicembre, tocca a 4KZ che opera da Innisfail (Queensland) sulla frequenza di 5055 kHz con 1000 watt di potenza…

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BBC confirms local radio medium wave closures

(Radiotoday.co.uk 1 gennaio 2018)

Seven BBC local radio stations are losing their AM frequencies on January 15th, with three more stations losing at least one service. BBC Surrey, Sussex, Humberside, Kent, Lincolnshire, Nottingham and Wiltshire will turn off their medium wave transmitters altogether, whilst partial closures all affect BBC Radio Devon, Essex and Humberside.

Here are the details:

BBC Surrey is closing 1368 kHz AM – but will remain on 104 and 104.6 MHz FM

BBC Sussex is closing 1161 and 1485 kHz AM – but will remain on 104.8, 104.5, 95.3, 95.1 and 95 MHz FM BBC Radio Humberside is closing 1485 kHz AM – but will remain on 95.9 MHz FM

BBC Radio Kent is closing 1602 and 774 kHz AM – but will remain on 104.2, 97.6 and 96.7 MHz FM BBC Radio Lincolnshire is closing 1368 kHz AM – but will remain on 94.9 and 104.7 MHz FM

BBC Radio Nottingham is closing 1584 kHz AM – but will remain on 95.1, 95.5 and 103.8 MHz FM

BBC Radio Wiltshire is closing 1332 and 1368 kHz AM – but will remain on 103.3, 103.5, 103.6 and 104.3 MHz FM

BBC Radio Devon is closing 1458 kHz AM – but will remain on 801 and 990 kHz AM along with 104.3, 94.8, 103.4, 96.0, 95.7 and 98.5 MHz FM

BBC Essex is closing 1530 kHz AM – but will remain on 765 and 729 kHz AM along with 95.3 and 103.5 MHz FM

BBC Radio Lancashire is closing 1557 kHz AM – but will remain on 855 kHz AM along with 95.5, 103.9 and

104.5 FM.

Kieran Clifton, Director, BBC Distribution & Business Development said: “We conducted detailed assessments of the coverage of each BBC local radio station on FM, MW and DAB. Following this process, we trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters and asked for audience feedback. Taken together, the audience feedback and the coverage data have informed which medium wave transmitters are unlikely to represent value for money in the longer term.”

The BBC has trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters over the past few years and made the decision to turn off the above 13 transmitters following audience feedback.

Radio Caroline returns to the airwaves

( www.bbc.com 21 dicembre 2017)

The first of the off-shore pirate radio stations is to return to the airwaves. Radio Caroline was founded in 1964 and broadcast from ships until 1991, when the Ross Revenge was shipwrecked off the Kent coast. The station continued to exist, and is currently an internet and digital service.

After a successful application to Ofcom, Radio Caroline has been given the medium wave frequency of 648kHz – once used by the BBC World Service.The frequency, once used to relay broadcasts

to Eastern Europe, will be taken over from noon on Friday. Radio Caroline boss Peter Moore said it was an “ironic twist” to be given the former BBC frequency.

The station was founded in 1964 to play pop music all day in a time where broadcasting was dominated by the BBC and pop was played for an hour a week. Caroline was one of five stations granted a community radio licence by Ofcom in June. The award comes 50 years after the station was rendered an illegal – or pirate – station under the 1967 Marine Broadcasting Offences Act.

Mr Moore said: “The unlikely return of Caroline to regular radio opens the latest chapter in its extraordinary 53-year history. “Caroline was the first of many pirate stations to broadcast from ships and abandoned war- time forts off the British coast, opening at Easter 1964.” He said the current Radio Caroline was aimed at Suffolk and Essex though added “test transmissions have reached further afield and it can be received along much of the East Coast”.

Rassegna Stampa Radiorama Dicembre 2017

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.75 di Dicembre 2017 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

La radio digitale si ampia – in Alto Adige si spengono i primi impianti FM

(dal sito della RAS 5-12-2017) La RAS ha ulteriormente ampliato la rete trasmissiva della radio digitale DAB+. Ora il 99,5% della popolazione dell’Alto Adige può ricevere 22 programmi radiofonici con l’eccellente qualità del DAB+. E oggi sono stati disattivati i primi 19 impianti FM. (Nella foto Fabio Covelli Peter Silbernagl Johann Silbernagl Georg Plattner eseguono il primo “cambio di frequenza”)

Il 99,5 percento della popolazione è raggiunta dalla radio digitale DAB+

La RAS ha ulteriormente ampliato la rete trasmissiva radiofonica DAB+ con la messa in esercizio di impianti trasmissivi presso le postazioni di Melago e di La Valle. Grazie ad 84 impianti digitali la RAS serve il 99,5 percento della popolazione dell’Alto Adige con 22 programmi radiofonici di eccellente qualità. In caso di acquisto di un nuovo apparecchio radiofonico o di un’autovettura si dovrebbe senz’altro optare per il DAB+.

La radio digitale consente una riduzione dei costi

Per la diffusione sul territorio provinciale di tre programmi FM la RAS esercisce 212 impianti trasmissivi. Sono invece sufficienti solo 84 impianti trasmissivi per la diffusione di 22 programmi radio digitali. Se si rapporta il numero degli impianti trasmissivi al numero dei programmi diffusi, emerge che la radio digitale DAB+ è 19 volte più efficiente! I costi d’esercizio calano quindi quasi al 5 percento per programma!

Spegnimento dei primi impianti FM

Dato che ormai grazie al DAB+ possono essere ricevuti su tutto il territorio provinciale molti programmi radiofonici di miglior qualità e che molte famiglie posseggono un apparecchio radiofonico digitale, la RAS ha disattivato (il 5 dicembre 2017 ndr) i primi 19 impianti trasmissivi dei programmi Ö1, ORF Radio Tirol, Ö3 e Radio Rumantsch presso sei postazioni ricetrasmittenti. Ciò consente anche di ridurre gli alti costi d’esercizio.

Inoltre la RAS non intende investire ulteriormente denari pubblici nell’obsoleta tecnologia FM. Per proseguire la regolare gestione delle reti trasmissive FM, la RAS dovrebbe infatti sostituire impianti trasmissivi FM, che nel frattempo hanno raggiunto anche oltre 30 anni di esercizio. Lo spegnimento degli impianti FM consente di utilizzare tali impianti come ricambi per gli impianti ancora in esercizio e di evitare pertanto l’acquisto di nuovi impianti trasmissivi FM. Alla fine del prossimo anno la RAS provvederà allo spegnimento di ulteriori 22 impianti FM.

Riepilogo dei motivi a favore dello spegnimento degli impianti FM:

Il 99,5 percento della popolazione dell’Alto Adige riceve 22 programmi radiofonici digitali. Molte famiglie sono già in possesso di un apparecchio radiofonico digitale.

In commercio è reperibile un’ampia scelta di apparecchi a prezzi convenienti (a partire da 50 Euro).

L’offerta di programmi è molto più attraente: oltre all’Ö1, ORF-Radio Tirol e Ö3 sono disponibili altri 19 programmi con migliori qualità ricettiva e sonora.

La RAS non deve più investire nella vecchia tecnologia FM. Gli impianti FM dismessi possono essere utilizzati come pezzi di ricambio per gli impianti ancora in esercizio e non devono esserne acquistati di nuovi.

Diminuiscono i costi d’esercizio. Grazie allo spegnimento si riducono i costi relativi al consumo di energia elettrica ed alla manutenzione. Grazie al DAB+ i costi di diffusione calano quasi al 5 percento per programma diffuso!

In una prima fase sono spenti solo gli impianti FM di zone servite da altre postazioni, anche se più distanti e con un segnale qualitativamente inferiore.

Radio solo se anche digitali dal 2020, la modulazione di frequenza va in pensione

Uno degli emendamenti della Manovra chiude un’era multimediale. Dal 2020 tutte le radio in vendita dovranno «integrare almeno un’interfaccia che consenta all’utente di ricevere i servizi della radio digitale». L’emendamento del governo è stato depositato oggi in commissione Bilancio del Senato. Con la proposta si dà anche tempo ai rivenditori per esaurire le scorte dei vecchi apparecchi che ricevevano solo le frequenze AM-FM. Si prevedono infatti sei mesi di coesistenza tra vecchie e nuove radio prima che scatti dal 1 gennaio 2020 l’obbligo di vendita di radio in grado di ricevere entrambi i segnali. (Leggo 23 Novembre 2017)

New VHF FM Stations Are Coming to Sweden

STOCKHOLM — Sweden is in the process of allocating VHF spectrum for three new national networks, in addition to new regional and local station licenses.

The new national radio networks will cover about 80%, of the country, and regional and local licenses will, in total, cover about the same land area as Norway, according to radionytt.no.

NRJ, MTG, Bauer Media, DB Media AB, and Mad Men Media AB have all applied for the national network licenses.

The criteria for winning the concessions are simple: the highest bidder is awarded the license. The winners must show they have the financial and technical wherewithal to operate the facilities — and for the sake of competition, a company would initially only be allowed one license in each area.

There are 80 brand new frequencies for VHF FM in Sweden, which means that some smaller cities will have more commercial channels than ever before; previously some smaller cities had only two local stations, according to the same article. (By Doug Irwin www.radiomagonline.com 3-10-2017)

Rai: Firenze capitale della radio per un mese

La Radio firmata Rai si sposta per un mese a Firenze, nella rinnovata sede della Tgr, con programmi live, collegamenti, eventi con il pubblico, concerti e registrazioni.

Così, Radio1, Radio2, Radio3, Gr Parlamento, Radio Classica, Radio Kids, Radio Live, Radio Techetè e Radio Tutta Italiana avranno un palcoscenico unico dal quale proporre diversi generi di programmi radiofonici.

Si comincerà con il concerto di Radio Tutta Italiana lunedì 27 novembre con Roberta di Mario, Francesco Guasti, il Cile, Marco Masini e Paolo Vallesi e la partecipazione di Carlo Conti. Il concerto sarà trasmesso in diretta su Radio Tutta Italiana e Gr Parlamento e poi riproposto da Radio 1 la notte del 31 dicembre.

Pif e Michele Astori, il 1 dicembre, proporranno una puntata speciale de ‘I Provinciali’ (Radio2) alla presenza del pubblico, andando alla ricerca di storie, persone e situazioni paradossali lontane dai riflettori mentre i ‘Sociopatici’, condotto su Radio2 da Andrea Delogu, Gianfranco Monti e Claudio De Tommasi, faranno una nuova tappa a Firenze. Radio1 proporrà invece ‘Radio anch’io’, il popolare talk condotto da Giorgio Zanchini. Non mancheranno, poi, le iniziative di Radio3 che proporrà la storica rassegna stampa (Prima pagina) direttamente dalla sede della Tgr.

L’arbore musicale è il nome del concerto di musiche del XVI secolo organizzato da Radio Classica il 3 dicembre (in onda il 20 dicembre); mentre Radio Techetè il 16 dicembre ripercorrerà la storia della radio a Firenze in collaborazione con l’Aire, associazione radio d’epoca e l’associazione italiana dei radioamatori. Al microfono Andrea Borgnino e Tiziano Bonini.

Rai Radio Live si occuperà di diffondere le interviste realizzate nel mese di dicembre ad artisti e cantanti che si esibiranno nel capoluogo toscano mentre Rai Radio Kids, in collaborazione con ‘Porte Aperte Rai’ realizzerà per la prima volta Big Bang (iltalk principale del canale) alla presenza dei bambini di due classi elementari.

Infine, appuntamento speciale il 15 dicembre con Radio2: nella sala C della sede fiorentina della Rai dove arriverà ‘Caterpillar’ per una diretta unica in cui, tra le 18:30 e le 20, gli ascoltatori e il pubblico presente interverranno per condividere il racconto dei grandi e piccoli avvenimenti quotidiani.

“La radio da sempre è il mezzo più vicino alla gente. Per questo – commenta Roberto Sergio, direttore Rai Radio – abbiamo immaginato di portare le nostre produzioni a contatto con le persone, grazie alla disponibilità dataci dalla sede di Firenze. Un’opportunità per entrare in contatto con gli ascoltatori e festeggiare dalla Toscana la nostra amata radio”. ( controradio.it 24-11-2017)

Radio Caroline 648 AM e i rapporti di ricezione – Reception Reports Round-up

Thank you to everyone who has sent in reception reports. We have literally been inundated with them, and will try to reply to those who asked for replies over the coming weeks, but it will be a slow process.

Our best reports so far have been from keen DX’ers in Finland and Italy, although one report did come from Japan from a listener using an on-line radio receiver much closer to us! Whilst we appreciate all reports and understand the excitement of radio DXing, it is the reports from within our local target area where you are almost all reporting good and excellent reception on all types of radio which are the most important to us.

Comments such as “no fading while passing under bridges on A12” are very informative, as are “signal is good enough in my kitchen that my wife doesn’t switch it off”

One or two comments seem to be frequently occurring and we will try and respond to those here. It is good to know our listeners are knowledgeable and care enough to bring these to our attention.

Frequency accuracy. Yes, we are approximately 3Hz low, on 647.997. Although our transmitter was fully tested and setup before it was shipped to our transmitter site, for some reason when it was installed, it was running slightly low. It is adjusted to its maximum, but we appreciate the need to be more accurately on channel and reduce the nighttime flutter experienced in fringe areas. This will be attended to in due course though the OFCOM and ITU limit is for 10Hz, so we are well within the required specification.

Audio processing. Thank you for all your comments on audio processing. Reports vary from “best AM audio I’ve ever heard” to “very tiring to listen to after a few minutes”. Although we are running our permanent audio processor, we are currently using a temporary programme feed to the transmitter site. Once we have the permanent connection to our main studio we will adjust the processing carefully. The most common comment is that the bass is a bit light and the treble a bit crushed. We will address this once we have a good quality source to find the best compromise to suit the multitude of different radios in use as we can.

We’ve received many comments on audio bandwidth. Our brand new state of the art DSPx digital audio processor (kindly supplied by our friends at Broadcast Warehouse) allows us to run audio to +/- 7khz, yet still be better than 30dB down at 7.5Khz, which is well within the required limits. On a good quality radio many have said that we sound very bright. However, with some mid-band pre-emphasis to suit the filtering in the majority of radios, some of you have said we are too bright. We will keep an eye/ear on this and carefully adjust the processing during these tests transmissions to arrive at a best compromise.

We received a lot of comments over the weekend of 25/26th stating that our signal appeared weaker than the previous tests over the 11/12th although a few commented that it was stronger. We can confirm we did not make any substantial changes during this period and are curious to establish whether this is accurate or just perceived. We are investigating this.

We can also confirm that all test transmissions have come from our new land based transmitter site. The broadcasts over the weekend of 25/26th, although originating from the ship were not broadcast from the ship.

As expected, those of you in fringe areas can get a good daytime signal but find the signal is over powered at night time by other stations. We share the channel with stations in Spain and Slovenia, so there is not much we can do to improve this other than suggest you listen online or via a mobile app, or try adjusting the position of your radio to minimise the other stations.

Modern houses often contain foil-lined insulation in the cavity walls. In these circumstances you will likely find reception better by placing the radio close to a window. Modern houses also contain a lot of computer and switching-power supplies which can generate a lot of interference. Try moving a portable radio around, or rotating its direction to improve reception.

There is a lot of difference between different radios, particularly as manufacturers may not put much effort into providing good performance for AM nowadays. If you have several radios then try them all.

Some cars can have truly awful AM reception – again manufacturers often do not put effort into obtaining good performance. The old fashioned spark plug ignition and alternator interference may not be as much a problem these days as interference generated by all the computer modules in a modern car. Generally a car with an external roof mounted antenna will be better than one which uses elements in the rear windows or a small “shark fin” type antenna.

If you are thinking of buying a new car (either new or second hand) be sure to check the radio performance on AM. You may find it only picks up very strong stations so make sure you try some weaker frequencies. In and around Suffolk and Norfolk try signals like Spectrum Radio from London on 558Khz, or Radio 4 on 720Khz. Tune them in, then start the engine. If performance is not good, ask the salesman why it is so poor! Easy for a new car – not so easy for a second-hand one.

So far we have not received any reports which have come from a listeners with an all-electric or a hybrid car. If you have access to such a vehicle we would appreciate a report both for Caroline reception and AM radio reception in general. So far very little has been publicised on how well AM is received in a vehicle with such complex electrical systems and computer control.

It’s good to hear about the variety of radios you are using – from vintage 1933 sets to the latest software defined internet connected systems. For those who posted your age in the comments it is good to know how many of you have followed us since 1964. So far the ages admitted to range from 13 to mid 80’s and it is reassuring to know we cross so many age groups.

A number of reports have asked whether we would be trialling DRM (Digitale Radio Mondiale) technology. DRM is a technique for using digital modulation on AM frequencies, giving near FM quality sound, but requires the use of new and exclusive receivers. As much as we love to try new technologies, this is unlikely

to happen. Firstly, our licence is for conventional AM service, though we could perhaps discuss with OFCOM about having an additional test licence for DRM. But more importantly our 648 transmitter is not DRM compatible. In a roundabout way the transmitter came into our possession as it can not be upgraded for DRM – were it able to support DRM it would probably not have been offered to us! Should we be offered a DRM capable transmitter we may re-evaluate the situation!

We have received a number of reports from many of our longtime listeners in Holland and Belgium and the question as to whether we would start any Dutch language programmes has been asked a number of times. The answer again, is sadly no. Our licence is specifically for a service for Suffolk and North Essex and unless those areas suddenly gain a large number of Dutch speakers to whom we can offer programming, then we will remain in the English language. From our transmitter site we appreciate that we put a good signal into the coastal areas of Holland and Belgium and trust you will enjoy our programmes, but we cannot cater specifically for you.

Thank you to those who have offered to send in mp3 recordings of reception. This is very kind but we would get swamped by the number of submissions. We are just glad that you are able to hear our signal. We have listened to our signal on a number of web connected SDR radios in various locations so have a good idea of how much interference there is and what reception is like.

Thank you all for making the effort and taking the time to provide reports and feedback. We really have read and studied every one of them. Radio Caroline Engineering Team (dal sito di Radio Caroline)

Onde medie. TWR Bonaire, presto on air con nuovi trasmettitori ad alta potenza

Il broadcasting religioso non conosce crisi. Nel generale ridimensionamento che i grandi broadcasters mondiali stanno effettuando a livello di trasmissioni di tipo tradizionale attraverso onde medie e corte, le organizzazioni religiose nord americane continuano ad investire in know how e infrastrutture per potenziare la loro presenza nelle aree geografiche di loro interesse. TWR Trans World Radio o Radio Transmundial è storicamente una delle presenze più longeve su onde medie e corte operando ininterrottamente su queste bande dal 1952.

L’emittente utilizza numerosi siti trasmittenti in tutti i continenti uno dei quali è ubicato sull’isola di Bonaire, territorio d’oltremare del Regno d’Olanda nel Mar dei Caraibi. Da questa isola, attraverso i potenti trasmettitori su onde corte i segnali di TWR arrivavano in tutto il mondo. Dismesse le onde corte attraverso questo sito TWR ha scelto di utilizzare le onde medie per servire l’area caraibica e quella settentrionale

dell’America Latina. Lapotenza finora utilizzata era di 100 KW sulla frequenza di 800 KHz, ma 3 anni fa è partito un nuovo progetto di reperimento fondi per installare un nuovo trasmettitore da 400 KW attraverso il quale servire Cuba, il Centro America, Venezuela, Colombia e una consistente parte del Brasile con un bacino di utenza potenziale di circa 50 milioni di ascoltatori, come illustrato in questa cartina.

Il 13 giugno di quest’anno Lauren Libby direttore esecutivo di TWR ha annunciato che la copertura finanziaria del progetto, 3.8 milioni di dollari era stata raggiunta e che quindi si poteva passare alla fase successiva del progetto con l’installazione del nuovo trasmettitore e la sua messa in opera prevista per il 18 gennaio dell’anno prossimo. L’obbiettivo è stato raggiunto grazie anche lavoro di 220 volontari che a vario titolo hanno partecipato al progetto. Per l’evento è prevista la massima copertura e gli utenti di Facebook potranno seguirlo attraverso l’applicazione live del social network.

E’ notizia di questi giorni che il gruppo di tecnici dell’emittente Jonas Fisher, Daryl Van Dyken e Dave Pedersen (nella foto) si è recato ad Halifax in Canada, presso la Nautel, azienda che ha realizzato il nuovo trasmettitore, per un addestramento pratico sulla gestione e la manutenzione del costoso impianto. (dal blog Radioascolto Listen to the World 2-12-2017)

Radio New Zealand si prepara a lasciare le onde medie e riorganizza le sedi

Radio New Zealand Morning Report is co-hosted by Susie Ferguson in Wellington and Guyon Espiner in Auckland. Radio New Zealand has indicated there is still a long way to go in its plan to downsize its Wellington headquarters. RNZ planned to shift up to a further 50 jobs from its Wellington to Auckland office, it said in its briefing to broadcasting minister Clare Curran.

It also signalled a scaling back of the nation’s AM radio operations. RNZ owned a large amount of broadcasting technology, but said it wanted to eventually sell and decommission a lot of its infrastructure and land.

Although the state broadcaster had stated these plans in its report, a spokesmen said things could change with the incoming Labour-NZ First Government. The new government said it would give an extra $38 million to share between RNZ and NZ On Air. The budget would not be confirmed until May. RNZ chief executive Paul Thompson said about 80 staff were in Auckland, compared to about 160 people in Wellington. He wanted each office to be the same size, with both sites being big enough to run RNZ on its own if emergency hit. The Auckland expansion was also to strengthen the station’s reach in the region, Thompson said. It had a relatively small Auckland audience. “To fully reflect New Zealand in the 21st century, RNZ needs to be as strong in Auckland as it is in Wellington,” the report said.

It identified issues with RNZ’s engagement with ethnic minorities. Māori, Pasifika and Asian communities were “under represented” in RNZ’s audience, the report said. Thompson said the broadcaster needed to increase its ground staff in Auckland to connect with a more diverse audience. RNZ had been moving jobs to Auckland for some time, and Thompson said it would probably take another five years for the Auckland office to be equal in size with Wellington.

A funding increase could mean fewer jobs left Wellington, he said. Instead, he said RNZ could look to hire more people in Auckland while the Wellington office was left alone. In the longer term, the report raised RNZ’s wish to divest from broadcasting infrastructure.

“RNZ currently owns a significant property portfolio and other related equipment required to support its AM radio services,” it said. “While the AM audience is declining, the cost of maintenance and upkeep of the property, buildings and AM equipment is increasing.”

The report went on to say RNZ was sitting on potentially lucrative land, that could be used for housing. “RNZ considers it is now time to work with stakeholders to develop plans to, either partially or completely, exit AM broadcasting over time,” the report said.

Thompson said RNZ’s plan to sell of its transition sites would likely take more than a decade. It had just invested in a new AM tower in Titahi Bay, Wellington, that he said cost “millions”. Through its network of transmission towers, RNZ was also responsible for broadcasting other radio stations including Newstalk ZB and iwi radio stations.

“We think we’re an audience and content organisation, not an infrastructure organisation,” Thompson said.If RNZ was to sell or close its AM towers, he said the Government would need to make the call. The other broadcasters would also need to be consulted. (da www.stuff.co.nz 7-12-2017)

Farewell to Miki Gurdus, Israel’s National Listener

Had he been born two or three decades later, Miki Gurdus would probably have been just another middle- aged man glued to his smartphone, scrolling through endless torrents of social media ephemera. But Gurdus, who passed away in Israel this week at the age of 73, was born with a radio. And early on, he knew the device would change his life.

His first transistor was a small plastic gizmo, so poorly made that it would frequently electrocute the young Gurdus as he tried to listen to short-wave transmissions from around the world. But the boy didn’t care: Growing up in the Israel of the 1950s, and feeling perpetually under siege in a small nation surrounded by enemies, Gudrus looked to his radio for the promise of a larger world outside. He listened to it non-stop, until it overheated one day and went up in flames.

Most boys move on from their youthful obsessions, but Gurdus never did. And as soon as he completed his army service, he applied for a job with the Israel Broadcast Authority. His expertise, he said, was listening to news from everywhere. He was hired, and his boss, amused, labeled him kashavenu, Hebrew for “our listener.”

And listen Gurdus did. Commanding six languages—Hebrew, English, Arabic, French, Russian, and Polish— as well as numerous shortwave radios and as many as 11 television sets, he tuned in not only to broadcasts from far and wide but, often, to private conversations, military wire exchanges, and other dispatches not meant for public consumption. In late June of 1976, for example, he interrupted a radio broadcast to announce that he had just picked up a conversation between Palestinian terrorists and an air traffic controller in Libya announcing that they had just hijacked an Air France flight and intended to land it in Benghazi en route to Entebbe, Uganda. It wouldn’t be his last scoop: In 1990, when Saddam Hussein invaded Kuwait, Israeli military intelligence got the news from Gurdus, who had intercepted the transmissions of the Iraqi army.

While most of his efforts went toward breaking news, Gurdus often proved instrumental in helping to save the lives of Israeli citizens and foreign dignitaries alike. After the Yom Kippur War, for example, Egyptian TV started broadcasting images of Israeli fighter pilots shot down and held as prisoners. Gurdus took note and alerted the army, which, in turn, sent photographers to take snapshots of Gurdus’s screens and learn which of the men missing in action were still alive. A year later, in 1974, Gurdus intercepted a mayday call from Cyprus’s president, Makarios III, believed to be dead after an assassination attempt that launched a coup d’etat. “He was calling for help,” Gurdus recalled in a later interview. “I heard him.” Gurdus reported the news to IDF intelligence, which in turn alerted Britain, helping to save Makarios’s life.

With each passing decade, Gurdus’s fame grew. A reporter interviewing him in 2003 described his office as “half Aladdin’s cave and half control tower, a labyrinth of television screens, radios, remote controls, electric wires, speakers, model airplanes and photos of Saddam Hussein and George W. Bush stuck on the walls.” And in the center of it all was Gurdus, tartan slippers on his feet and dark shades covering his eye, to protect his vision from the glare of a dozen screens. Even as Israel’s media landscape flourished and more and more commercial radio and television channels debuted, giving rise to new generations of reporters, anchors, and celebrities, Gurdus remained a national treasure, a name you knew even if you weren’t sure exactly what “our listener” did.

And then came the Internet.

Gurdus, in his typical tough manner, minimized it, calling it just another arrow in his quiver. “The Internet is just another tool for me,” he said in a recent interview, “and not a major one at that, because you can’t compete with what’s broadcast on all these satellites. Besides, neither the Internet nor anything else can make me stop working, or make me irrelevant. I’ll continue to report the news, to listen, and to try and deliver scoops. I’ll be there for as long as I’m breathing.” Work on he did, but technology proved to be a more formidable foe than he had imagined. Our listener wasn’t quite as essential now that anyone anywhere could listen in on anything at anytime. His expertise, his erudition, his skills as a reporter were no longer valued in a world where all is sound and fury. He remained revered, but no one skipped a beat at the mention of his name anymore, anticipating some bit of breaking news unobtainable elsewhere. He became just another voice in the shouty chorus.

Earlier this week, Gurdus passed away in his home in Yehud. Prime Minister Netanyahu and President Rivlin both eulogized him, the latter calling him “our mythological listener, the man who brought into our nation faraway voices even before the Internet.” His loss is substantial, and not just for Israelis. We may have an endless stream of information permanently at our disposal, but what we so sorely lack is what Gurdus had elevated into an art: the ability to sit by the radio or the television set or the computer, patiently and diligently, and just listen. (By Liel Leibovitz, www.tabletmag.com 1-12-2017)

Rassegna Stampa Radiorama Novembre 2017

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.74 di Novembre 2017di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Svizzera: via libera al passaggio progressivo dalle OUC al DAB+
Berna, 25.10.2017 – Dalla primavera 2016, la fruizione della radio in modalità digitale prevale su quella
via OUC. Il graduale spegnimento delle OUC può quindi iniziare, come previsto, nel 2020. Per facilitare questa transizione, il 25 ottobre 2017 il Consiglio federale ha adottato una revisione parziale della legislazione nel settore radiotelevisivo. Ha inoltre deciso che le attuali concessioni radiofoniche debbano essere prorogate.
Allo scopo di sostenere il settore radiofonico nel passaggio dalle OUC al DAB+, nella sua seduta del 25 ottobre 2017, il Consiglio federale ha adottato degli adeguamenti nell’ordinanza sulla radiotelevisione come pure nelle disposizioni d’esecuzione della legislazione sulle telecomunicazioni.
Inoltre, ha deciso la proroga al 2024 di tutte le concessioni rilasciate alle emittenti radiofoniche in scadenza a fine 2019.

Al settore radiofonico viene così garantita la stabilità necessaria per attuare il processo di migrazione dalle OUC al DAB+, come previsto, entro fine 2024 al più tardi.
La revisione dell’ordinanza sulla radiotelevisione prevede, a partire dal 2020, il DAB+ quale modalità di diffusione principale, parallelamente a uno spegnimento graduale delle OUC. Le emittenti radiofoniche con un mandato di servizio pubblico otterranno dal 2020 la garanzia di poter diffondere i propri programmi su una piattaforma DAB+.

Allo stesso tempo, le concessioni di radiocomunicazione per la diffusione digitale devono
poter essere prorogate sino a fine 2024.
Avanza la transizione verso il DAB+ Nella primavera 2017 la quota di fruizione della radio digitale (DAB+ e Internet) si attestava al 57 per cento,
ossia 8 punti percentuali in più rispetto all’autunno 2015. Nello stesso arco di tempo la fruizione OUC è calata al 43 per cento. L’obbligo di diffusione via OUC è già stato allentato dal 1° gennaio 2015, e dal 1° luglio 2016 è stato migliorato anche l’aiuto finanziario alla diffusione via DAB+ durante il processo di migrazione. Inoltre, da febbraio 2017 è in corso la campagna informativa “La radio si trasferisce”. Da parte sua anche il settore radiofonico è molto attivo: 56 delle 57 radio OUC della SSR e delle emittenti private
possono già essere captate via DAB+.

Indirizzo cui rivolgere domande Servizio stampa,
Ufficio federale delle comunicazioni UFCOM
Tel. +41 58 460 55 50, [email protected]
(Dal Portale del governo svizzero )

Austria to get permanent DAB service from 2018

The hills will be alive with sound of DAB digital radio in Austria, after the country’s regulator announced it was starting the tendering process for its first national multiplex.
Following tests in previous years, it has been decided that there is demand for long-term DAB services in the country. KommAustria has published a selection criteria that will inform potential multiplex operators of various requirements for the new multiplex, including the use of the DAB+ standard and coverage reaching
75% of the population within three years of the multiplex launching.
But the main public service broadcaster (ORF) and main commercial radio station (Kronehit) both say they won’t be supporting DAB. Since ORF was told it can’t use DAB to launch additional stations, it has withdrawn
its support. Meanwhile, Kronehit appears to be worried about the commercial threat posed by more competitors in the marketplace if DAB gains in popularity. Its boss Ernst Swoboda previously said that digital
radio reception was a “frontal attack on FM”, which was “initiated by the electrical sector”.
Nevertheless, it appears there is sufficient interest from other radio stations, with around 15 stations expected to take up slots on the DAB multiplex. The new multiplex is expected to go live in 2018.
Austria’s experience with DAB contrasts with neighbouring Switzerland and South Tyrol (Italy) who are both moving towards turning off FM in favour of DAB transmissions. (da http://www.a516digital.com/ )

Arriva il DAB+ per le radio locali di Veneto ed Emilia Romagna

Le emittenti locali venete ed emiliano-romagnola, associate Aeranti-Corallo, sono pronte per il DAB+.
A dare l’annuncio, la stessa associazione attraverso il seguente comunicato.
Nella giornata odierna sono state costituite, a Bologna, due società consortili, partecipate da imprese radiofoniche locali, tutte associate AERANTI-CORALLO (concessionarie per le trasmissioni radiofoniche analogiche autorizzate quali fornitori di contenuti per la radiofonia digitale terrestre in ambito locale), per l’esercizio dell’attività di operatore di rete per la radiofonia digitale terrestre (in tecnica DAB+) in Veneto e in Emilia Romagna.
Si tratta, rispettivamente, della società “Emilia Romagna Dab”, partecipata delle seguenti emittenti radiofoniche locali AERANTI-CORALLO (in ordine alfabetico): Lattemiele Emilia Romagna, Modena Radio City, Punto Radio, Radiostella News, Radio Bologna International, Radio Bologna Uno, Radio Bruno, Radio Budrio, Radio Città Del Capo Popolare Network, Radio Gamma, Radio Icaro, Radio Italia Anni 60, Radio Modena 90, Radio Nettuno, Radio Pico, Radio Pico Classic, Radio Reggio, Radio Studio Delta, nonché della società “Veneto Dab”, partecipata delle seguenti emittenti radiofoniche locali AERANTICORALLO (in ordine alfabetico): Radio 80, Radio Asiago, Radio Bellla e Monella, Radio Birikina, Radio Company, Radio Cortina, Radio Gelosa, Radio Marilù, Radio Onda Sette, Radio Piave, Radio Piterpan, Radio Sorrriso, Radio Valbelluna, Stella Fm, Radio Verona, Radio Vita.
In entrambe le società, Amministratore unico è stata nominata Elena Porta. (Da FMWorld Maggio 2017)

82 anni fa, la presentazione dell’FM di Edwin Armstrong

Il 6 novembre 1935, veniva presentata all’istituto di ingegneria radiofonica di New York l’invenzione della modulazione di frequenza. Autore della proposta era Edwin Howard Armstrong, che ne aveva conseguito il brevetto due anni prima.
Nato nel 1890 a New York, Armstrong mise a punto un sistema di trasmissione a modulazione di frequenza (FM), alternativo a quello a modulazione di ampiezza (AM), dopo anni di esperimenti nei laboratori della Columbia University, dove si era laureato.
Secondo quanto riportato dalla Fondazione Guglielmo Marconi, nel 1937 finanziò la costruzione della prima stazione radio FM ad Alpine (New Jersey), ma il sistema FM incontrò molte resistenze, sia perché metteva
in crisi un assetto industriale fondato sulle AM, sia perché s’inseriva nella gara di assegnazione delle bande di frequenza, a cui partecipava anche la neonata televisione.
La situazione non migliorò negli anni seguenti, con continue battaglie legali che videro Armstrong scontrarsi con la RCA (Radio Corporation of America) di David Sarnoff nelle attribuzioni di banda stabilite dalla FCC (Federal Communications Commission), nel 1945. Attribuzioni che risultarono penalizzanti nei confronti dell’FM e di Armstrong stesso, che comunque poteva riscuotere notevoli diritti per il suo brevetto. Diritti che però la RCA non volle riconoscergli, il che diede il via a una nuova battaglia legale.
Edwin Howard Armstrong continuò a lavorare per apportare migliorìe, brevettando inoltre nel 1953 il Multiplexing FM, un sistema di trasmissioni multiple su una stessa lunghezza d’onda. Costretto a patteggiare con la RCA perché non era più in grado di sostenere le spese processuali, sprofondò nella depressione e il 31 gennaio 1954 si suicidò.
La vedova Marion, che prima di sposarlo fu la segretaria del presidente di allora della RCA David Sarnoff, impugnò nuovamente la causa contro la Radio Corporation of America e, dopo un lungo iter, ottenne infine ragione, tanto che ancora oggi buona parte della radiofonia mondiale fruisce delle sue intuizioni. (Da FM World 6 Novembre 2017)
(gia’ messo in pensione dalla Rai) per la partita Milan vs Rimini (il Milano in serie B per l’allora vicenda Farina)”. “Un altro programma dal grande seguito al mattino – continua Alfano – era con il medico ginecologo (allora sconosciuto, ma oggi noto in tutto il mondo) Leonardo Formigli che trattava varie problematiche sessuali e spiegava l’innovativa fecondazione in vitro”.

Storia della Radio / Milano: Ambrosiana, la radio mai uscita dall’ombra del Duomo

Radio Ambrosiana iniziò le prove tecniche di trasmissioni a Milano nel dicembre 1977 su 91,700 MHz, allorquando si era creato uno spazio a seguito della decisione di Radio Popolare di abbandonare la frequenza sino a quel momento impiegata, i 91,800 MHz (per migrare definitivamente sui 101,600 MHz ex Radio Milano Centrale).
Come ricorda Mirko Blasi (Mirko Asciamprenier), tra i primi speaker, l’emittente sorse da una scissione intervenuta nell’organico di Radio Stramilano 102. Gabriele Congia (detto “Pierino”), titolare del ristorante “Su Nuraghe di Milano”, fu il principale ispiratore del
gruppo, che vedeva anche quali soci Carlo Capra e Nino Bilello (della LEM componenti elettrici). La sede fu posta inizialmente in Via Roncaglia 25, nei pressi del ristorante di Congia, in quanto condizione strategica posta la frequentazione da parte della “Milano bene” e di numerosi personaggi dello show business. “Pierino – spiega Mirko Blasi (che proveniva, insieme a Gianni Boccalari, dall’esperienza di Radio Condor Milano) –
era un personaggio istrionico dai mille agganci. Egli creò e plasmò programmi che sarebbero rimasti nella storia, come “Il mandarancio”, trasposizione radiofonica di un canale di incontri per single: un ascoltatore e una ascoltatrice (su 2 linee telefoniche diverse) andavano in onda e incominciavano a parlarsi in diretta. Se si piacevano e se si pensava avessero’ affinita’, si scambiavano, tramite noi, in privato, i numeri telefonici.
Vari pare siano stati i matrimoni propiziati da quella trasmissione. Se vogliamo paragonarla ai giorni nostri, era una forma di speed date…”.Gabriele Congia, da noi raggiunto presso il suo attuale locale La Locanda dei denari a Berbenno (So), ricorda altri programmi lanciati, come “Vota la porta”.
“In questo caso – ci spiega “Pierino” – gli ascoltatori si esibivano in diretta telefonica secondo le loro capacita’: dai cantanti ai barzellettieri, dai poeti agli imitatori. Il tutto culmino’ in una serata zeppa di pubblico al Teatro Orione di Milano, dove, con la presenza in giuria, tra gli altri, di Ivano Bordon e Nazzareno Canuti (allora colonne portanti dell’Inter) vennero eletti i migliori in ogni campo”.
Tra i conduttori del tempo, oltre ai citati Mirko Blasi e Gianni Boccalari, si annoveravano Franco Moiraghi, Dario Bianchi (“Dario 1”), Pinuccia Basile, Monica delle bambole (così chiamata per i suoi 8 anni…), figlia di Pierino, Patrizia Lapiccirella, Ermanno Barbato, Luisella Ferrari (oggi impegnata in televisione) e Dario Pastorello (“Dario 2”). Mutuato dal celebre telefilm con Tony Curtis e Roger Moore, che aveva segnato il periodo, c’era la trasmissione “Attenti a quei due”. “In questo caso – illustra lo speaker Dario Pastorello
(Dario 2) – andavano in onda due dischi “criptati” e bisognava indovinare quali fossero. Erano in palio, vista la difficoltà, grossi premi tra i quali viaggi e auto”. Sul fronte sportivo, un rilevante seguito ebbe “Musica a centrocampo”, trasmissione che prevedeva la diretta dai campi di calcio di Serie A. “I collegamenti in diretta – ricorda Alberto Alfano, altro esponente dell’emittente (oggi a Radio Italia) – avvenivano in collaborazione con altre emittenti, che a loro volta avevano inviati sul campo (Canale 21 Napoli, Radio Firenze International, Radiolina di Cagliari, Radio Lanterna di Genova). Per Radio Ambrosiana da San Siro c’era il giornalista Costantino Muscau (in onda come Tino Costa). Storica e’ rimasta la radiocronaca di Niccolò Carosio

A dimostrare il grande riscontro di pubblico che Radio Ambrosiana ebbe nel suo periodo d’oro, pubblichiamo una raccolta degli articoli di giornale relativa al “pesce d’aprile” del 1° aprile 1978 (ricordato proprio quest’anno dal Corriere della Sera come “scherzo radiofonico dello scorso millennio”. Il quell’occasione, l’emittente informò gli ascoltatori
che avrebbe offerto gratuitamente un viaggio sul Lago Maggiore, con tanto di pullman, navigazione e grigliata di pesce, con la presenza, quali ospiti d’onore, nientemeno che di Johan Cruyff (per lo sport) e Donna Summer (per la musica).

Un’iniziativa così sopra le righe che non si pensava potesse illudere le centinaia di persone che invece ci cascarono… Il progetto Ambrosiana prevedeva anche la creazione di una televisione (la denominazione completa era infatti Tele Radio Ambrosiana) che però non vide mai la luce, come ci ha confermato il giornalista Oliviero Dellerba, tra i principali studiosi del fenomeno delle tv libere italiane.
Sul finire degli anni ‘70, a seguito di divergenze tra i soci fondatori, Pierino lasciò l’emittente, che passò sotto la gestione di Carlo Capra e gli studi di trasmissione vennero trasferiti in Via del Fusaro, in ampi ed eleganti locali. La stazione, passata sotto la direzione di Enrico Virzo, proveniente, insieme a Mario Pettenghi e Roberto Braides, da NCT Radiotelevisione (100,2 MHz), si affiliò in quel periodo a Multiradio, prima rete
lombarda interconnessa e spin-off del noto studio di produzione di audiovisivi Studio 21. A parte i contributi esterni, il palinsesto di Ambrosiana in quella fase della propria esistenza si sostanziava in musica trasmessa da un sistema automatico Cepar PT21 alternati ad un notiziario locale condotto dall’unico collaboratore fisso.
“Unica eccezione – ricorda Dario Pastorello – era un programma condotto da me tre volte alla settimana in forma preregistrata sui più grandi artisti internazionali”. Nonostante il formato non fosse affatto originale e i passaggi disco-jingle-disco apparissero funambolici (con intro “mangiati”, interminabili sfumate e imbarazzanti “bianchi”), l’ottimo segnale diffuso, dopo la delocalizzazione dall’originario sito in zona San Babila, dalla postazione dell’Hotel Michelangelo, in prossimità della stazione centrale (interconnesso con gli studi con un doppino telefonico SIP codificato con apparecchiature Cepar), garantiva all’emittente un certo seguito. Peraltro, sul piano della distribuzione del segnale, l’impianto 91,700 MHz venne presto integrato da un diffusore di 1 kW a 91.400 MHz da via dei Biancospini (frequenza su cui fino a quel momento aveva operato, da Via Lazzaro Palazzi 4, Radio Studio TV3, successore di American Radio di Viale Piave, a sua volta spin-off di Radio Nord Milano 22 di Desio).

L’iniziativa, sul piano tecnico, aveva anche lo scopo di contrastare la presenza di Radio Milano 1, che aveva preso a trasmettere su 91,500 MHz con una deviazione di frequenza spesso fuori controllo che creava grandi problemi di sintonizzazione al diffusore primario 91,700 MHz di Radio Ambrosiana. In tutti gli anni ’80 e per i primi ’90, l’emittente di Carlo Capra vivacchiò senza sfondare, rimanendo una presenza silenziosa ma
costante nella modulazione di frequenza milanese. Sul finire della prima metà degli anni ’90 iniziarono i contatti tra l’editore e l’imprenditore toscano Loriano Bessi, in cerca di uno sbocco milanese per il suo circuito in franchising Radio Cuore. Fu così che, di lì a qualche tempo, il marchio ed il format indistinto di Radio Ambrosiana lasciarono il posto al palinsesto forte e caratterizzato del network toscano. Ma l’operazione durò poco: Capra, ormai stanco della gestione di una stazione i cui ricavi a stento coprivano gli ingenti costi di gestione decise di cederla a Mario Volanti, che, come aveva fatto con Radio Derby, ne fece presto un mero relay di altre stazioni di sua proprietà. In un primo tempo la frequenza 91,700 MHz veicolò i programmi di Radio Italia Anni 60 e poi di Radio Montestella, acquistata sempre da Volanti e rimasta orfana del suo storico impianto 103,200 MHz (ceduto a RAI per la rete Isoradio).
La 91,700 MHz divenne presto un porto di mare di prodotti editoriali: dopo Rete Italia (la rete nazionale di Volanti nata sulle ceneri di 105 Classics che consentì di mutare lo status giuridico di Radio Italia da locale a nazionale), Radio Italia Anni ’60 e Montestella fu la volta di Radio Sound International (dopo che i suoi 106,500 MHz da Bruzzano erano finiti a Radio Italia), indi le venete Bum Bum e Company, che lasciarono presto il posto a Radio Milan Inter (prima versione), fino al 2007, allorquando il marchio frequenziale di Radio Ambrosiana iniziò a veicolare i programmi di Radio Capital. Nota di chiusura: nonostante la lunghissima presenza nell’etere meneghino, di Radio Ambrosiana c’è poco o nulla sul web e questo articolo ne rimarrà probabilmente uno dei pochissimi ricordi. ( M.L. e C.G. per NL )

Assegnazione di frequenze AM:
anche i radioamatori chiederanno una porzione di banda?
Di Daniele Pizio www.webhamradio.com

Ultimamente il ministero dello sviluppo economico è stato accusato di favorire i grandi network nelle aste delle frequenze radio. La diffusione in AM ha bassi costi per grandi spazi; per questo è ambita dalle emittenti comunitarie. Annunciati al recente hackmeeting progetti di auto-costruzione per combattere la concentrazione.
La fine della radio è una delle tante profezie mai avveratesi che sono andate di pari passo con l’avvento dell’era digitale. A smentire come il potere della comunicazione via etere sia tutt’altro che al tramonto è, ad esempio, la vicenda dell’assegnazione delle frequenze AM in Italia. Questa porzione dello spettro elettromagnetico, comunemente definita “onde medie”, è oggi al centro di una battaglia (per ora) sotterranea fatta di regolamenti, graduatorie, ricorsi al TAR e impianti di trasmissione auto-costruiti. Un terreno, su cui si
stanno addensando contendenti e interessi tra i più disparati: grandi imprese del mondo della radiofonia, aspiranti radio comunitarie, istituzioni europee, radioamatori e pirati dell’etere.
Le frequenze AM si differenziano dalle più popolari FM per una serie di proprietà tecniche. Prima tra tutte, la capacità di trasmissione: le onde radio veicolate mediante la vecchia tecnologia AM possono raggiungere distanze nettamente superiori rispetto a quelle propagate attraverso FM. Certo, queste ultime hanno dalla loro una qualità del suono maggiore ma, proprio per questo motivo, utilizzano frequenze ormai affollatissime.
È infatti noto come le grandi emittenti radiofoniche facciano a gara tra loro per occupare questa sezione dello spazio elettromagnetico considerata più “pregiata”: facendo leva su trasmettitori potenti e costosissimi – sia in termini di dispendio energetico che di costo dell’hardware – pompano fino all’inverosimile il loro segnale, nel tentativo di coprire quello delle loro concorrenti.

Al contrario, il processo di broadcasting AM richiede trasmettitori non particolarmente potenti e, per questo motivo, dal prezzo e dai consumi assai ridotti. Per via di queste loro caratteristiche, le onde medie potrebbero aprire la strada a sperimentazioni culturali e politiche praticabili dal basso: radio comunitarie o universitarie, emittenti di quartiere o stazioni radiofoniche non necessariamente costrette a modificare il palinsesto a seconda dei desiderata degli inserzionisti pubblicitari.
Le frequenze AM sono parte integrante dell’infrastruttura radiofonica di molti stati europei. Nel Regno Unito il legislatore garantisce una fascia protetta per le emissioni a bassa potenza: alla fine del 2016 sono state diverse le assegnazioni di frequenza riservate alle radio comunitarie. In Grecia sono numerosissime le radio ad onde medie che, a fronte di una sostanziale tolleranza delle autorità elleniche, trasmettono in maniera non autorizzata. Per quanto riguarda l’Olanda invece, ogni città ha delle frequenze liberamente utilizzabili riservate alla bassa potenza.
Tutt’altro paio di maniche è la situazione italiana. In passato dominio esclusivo della RAI, le frequenze AM sono oggi pressoché inutilizzate, anche a causa del vuoto legislativo registrato fino a questo momento in materia. Sebbene chiunque abbia, almeno in via teorica, il diritto di trasmettere, a nessuno è consentito farlo
senza previa autorizzazione. Una situazione paradossale, a cui l’Unione Europea aveva chiesto all’Italia di porre rimedio nel 2013, minacciando l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese qualora le richieste di Bruxelles non fossero state accolte. La risposta positiva del Ministero dello Sviluppo Eoconomico (Mise) arriva nell’agosto 2016, quando Palazzo Piacentini apre finalmente un bando pubblico per l’assegnazione delle frequenze in questione. Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio.

LE FASI DEL BANDO. La prima tornata del bando si conclude il 30 settembre dell’anno scorso. Il risultato è un sostanziale fallimento: a fronte di un altissimo numero di richiedenti (circa 800 le domande inoltrate), vengono assegnate solo due frequenze. Tutto da rifare per il ministero che a marzo pubblica non uno, bensì due nuovi bandi riservati agli scartati del primo giro. Si tratta di una mossa che però non sembra essere risolutiva e lascia intatte le criticità che avevano punteggiato il primo bando. Le regole dettate dal MISE per definire la titolarità di assegnazione delle frequenze sono poco chiare, e allo stesso tempo escludenti.
Ad esempio, nella graduatoria la “potenzialità economica” del richiedente viene valutata 10 punti. Tradotto:
chi non è in grado di presentare un business plan – ovvero tutti quei soggetti che non siano già delle consolidate realtà commerciali – viene penalizzato. Tra gli altri requisiti, c’è poi la richiesta di un attestato di affidabilità di una banca: improbabile che questo venga ottenuto da un’associazione o da una radio di quartiere. Proibitivo anche un altro dei paletti indicato dal MISE, ovvero il mantenimento a spese del
richiedente del sito trasmissivo: tenuto conto che questi possono essere stati costruiti in passato, magari per la RAI, risulta davvero difficile immaginare che una piccola radio possa sobbarcarsi tale spesa. Infine c’è il problema della strumentazione.
Nei bandi, inoltre, non si parla di auto-costruzione: una pratica che, vista la scarsa potenza richiesta dal broadcasting AM, sarebbe alla portata delle tasche di tutti. Al contrario, le linee guida stabilite a Palazzo Piacentini accennano all’omologazione degli apparati: un problema non di poco conto se si considera che in Italia non esistono produttori di trasmettitori AM. Insomma, se nel resto del mondo le onde medie sono
cavalcate da attori indipendenti, le scelte operate fino a questo momento dal ministero sembrano remare nella direzione opposta, scoraggiando la partecipazione di quanti non abbiano già le spalle coperte sul piano economico. Basta dare un’occhiata all’elenco delle società ammesse alla procedura di selezione per rendersene conto. Tra queste figurano ad esempio Monradio e Incentive Promomedia. La prima è una controllata di Radio 101 (a sua volta facente parte del gruppo Radio Mediaset) mentre la seconda è una compagnia pubblicitaria attiva fin dal 1994 nell’ambito del marketing orientato alla grande distribuzione (ovvero le radio nei supermercati). Nella lista fanno capolino anche altri colossi (come Rtl 102.5) mentre sono veramente pochi i nomi riconducibili al mondo dell’associazionismo, radioamatori compresi.

«A mio avviso i soggetti emergenti in graduatoria non superano il 25 per cento del totale. Per il resto si tratta di realtà commerciali o comunque di società che già si occupano di comunicazione. Non c’è nessuna apertura alle radio comunitarie». A parlare è Andrea Borgnino, uno dei più apprezzati esperti in Italia nel settore della radiotelegrafia. Autore di diversi saggi sull’esperienza delle radio pirata e conduttore su Radio3
RAI della rubrica “Interferenze” (trasmissione interamente dedicata al mondo della radio), Borgnino definisce le scelte operate dal ministero come “un’occasione perduta. Il risultato saranno brutte radio che, temo, non ascolterà nessuno”.
La vicenda non è ancora definita. La poca chiarezza nell’assegnazione delle frequenze fa infatti presagire una pioggia di ricorsi al TAR volta a mettere in discussione tutta la legittimità del procedimento adottato dal ministero. E a mettersi in mezzo sono anche alcuni gruppi di hacker sparsi nello stivale. Tra il 15 ed il 18 giugno si è infatti tenuto in Val Susa la ventesima edizione dell’Hackmeeting, il raduno annuale delle controculture digitali. Durante il meeting sono stati tenuti seminari per discutere quale valore politico possono assumere le onde medie in questa fase storica. E workshop dedicati all’auto-costruzione degli apparati AM, qualora il MISE non sia disposto a rivedere le sue decisioni.
Un ultimo aggiornamento della situazione parla dell’arrivo di primi provvedimenti di attribuzione dei diritti d’uso ventennali a seguito delle domande presentate a mente dell’avviso pubblico 4 agosto, ma il Ministero
ha ha escluso dalla gara chi non ha potuto produrre la famigerata «dichiarazione di istituto di credito attestante l’affidabilità finanziaria del soggetto partecipante», prevista tra l’altro per i soli soggetti nuovi entranti”.
In conclusione ciò che interessa a noi radioamatori è che nessuno riunito in associazioni locali, nazionali o sovranazionali, abbia manifestato un minimo interesse a questa assegnazione di frequenze.

Per chi fosse interessato alle pubblicazioni antecedenti a Novembre 2017 può trovarle sul sito di Air-radio Radiorama