Cala la pubblicità: Confindustria chiede sostegno al Governo per le emittenti

L’emergenza da coronavirus sta mettendo alla prova le nostre comunità e tutte le attività economiche e sociali.

Il sistema dei media è in prima linea e ci resterà doverosamente, con professionalità, come è giusto che sia. La puntualità dell’informazione qualificata è essenziale.

Tutti i media fanno la loro parte ma il sistema radiotelevisivo locale è sommamente esposto sotto tutti i punti di vista, anche perché l’attività di informazione di prossimità non può subire alcun fermo, tale è il valore di interesse pubblico che si configura come un vero e proprio servizio alle comunità locali più colpite.

Il sistema sta però avvertendo già i primi contraccolpi di contrazione di attività economiche che si riversano in tagli rilevanti di investimenti pubblicitari, risorsa essenziale, peraltro già debole, del sistema radiotelevisivo locale.

La tenuta di questo importante servizio professionale non può che essere di interesse generale.

Allo scopo di evitare criticità ulteriori e per assicurare che la rete televisiva locale possa continuare a svolgere con efficacia e ancora maggiore impegno la sua funzione nel tempo dell’emergenza, Confindustria Radio Tv chiede al Governo di valutare una proposta di congruo sostegno al settore con uno stanziamento eccezionale aggiuntivo sul fondo del pluralismo dell’informazione.

E’ evidente a tutti, infatti, che se la radiotelevisione locale vuole assicurare costante servizio e presenza nel territorio, non può fare ricorso a sospensioni neanche parziali dell’attività né agli ammortizzatori sociali.

Di contro le entrate necessarie a supportare tale impegno si vanno drammaticamente riducendo e la situazione e destinata a peggiorare.

Per questi motivi Confindustria Radio Televisioni ha fatto una richiesta al Governo di supporto pubblico a favore delle imprese radiotelevisive, a carattere informativo, in possesso dei criteri fissati dalla legge per le erogazioni delle misure di sostegno previste per il settore.

(Comunicato stampa)

Radio Kiss Kiss entra in Confindustria Radio TV

Con l’ingresso di Radio Kiss Kiss in Confindustria Radio Televisioni – già membro dell’Associazione Radio Locali FRT con le emittenti Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Kiss Kiss Italia Tutta Musica Italiana, Radio Ibiza e Radio Napoli – salgono a 18 i marchi radiofonici nazionali associati a Confindustria Radio Televisioni.

Oltre a Radio Kiss Kiss, le emittenti sono Radio Rai 1, Radio Rai 2, Radio Rai 3, Isoradio, GrParlamento (Gruppo Rai); R101, Radio 105, Virgin Radio, RMC (Monradio/RadioMediaset – Gruppo Mediaset), Radio Deejay, Radio Capital, m2o (Elemedia – Gruppo Editoriale GEDI), Radiofreccia, RTL 102.5 HIT Radio, Radio Italia, RDS: si tratta di tutta l’offerta di servizio pubblico e della quasi totalità dell’offerta commerciale.

Complessivamente le radio associate a CRTV, secondo le ultime elaborazioni TER, hanno un bacino di circa 32 milioni di ascoltatori nel giorno medio, pari al 93% del totale, ed esprimono un fatturato di 360 milioni di euro su un complessivo di 378 (95% del totale mercato nazionale – dati 2017).

(Comunicato Confindustria Radio TV)

Confindustria Radio TV chiede più tutela dei diritti in rete

Confindustria Radio Televisioni interviene sulla tutela dei diritti in rete.

Oggi, il presidente Franco Siddi ha partecipato al Convegno “Uso responsabile della rete e tutela dei diritti” che si è svolto presso la Sala della Regina alla Camera dei Deputati.

“Affinchè lo sviluppo e l’innovazione abbiano valore per tutti – ha dichiarato – occorre condividere un percorso che concili la tradizione giuridica europea con i processi di innovazione innescati dalla Rete. Ma quando l’innovazione si poggia sull’attività creativa messa a disposizione del pubblico – film, musica, audiovisivi, informazione professionale – tale attività deve essere remunerata”.

Siddi ha aggiunto che “il link da solo non è sufficiente, l’attività intellettuale deve ricevere un compenso equo, come ad esempio attraverso il sistema delle licenze da tempo abbracciato dagli operatori radiotelevisivi per il diritto di autori artisti, interpreti ed esecutori o attraverso l’informazione professionale”.

L’intervento del presidente di Confindustria Radio Televisioni si è concluso sostenendo: “Il modello di business audiovisivo ha una tradizione di remunerazione e investimento nella creatività e nella professionalità. Tali meccanismi devono essere attivati anche per gli utilizzi online. Non si tratta di mettere una camicia di forza all’innovazione ma creare regole condivise fra tutti gli stakeholder del sistema per evitare che la rete diventi un ‘Far Web’. Si tratta di alimentare con risorse lo sviluppo del sistema dell’informazione e della creatività audiovisiva nazionale ed europea, patrimonio economico, industriale, identitario”.