La radio vent’anni fa: quando la Rai dominava gli ascolti ed i network non raggiungevano i 5 milioni

Come sono cambiati gli ascolti negli ultimi vent’anni? Quali emittenti hanno incrementato il loro pubblico e quali invece lo hanno ridotto?

Dal 1999 ai giorni nostri, pur essendo ancora oggi la metodologia CATI (indagine telefonica) alla base delle rilevazioni, il soggetto preposto a rendere noti gli ascolti è cambiato più volte.

Vent’anni fa (e per un lungo periodo), protagonista assoluta delle rilevazioni è stata Audiradio, a cui è seguita Eurisko, mentre oggi il soggetto incaricato è Tavolo Editori Radio con l’indagine RadioTER.

Fatta questa doverosa premessa,il dato annuale del 1999 mostrava un’Italia radiofonicamente diversa, non tanto nei soggetti quanto nei risultati.

A dominare la classifica nazionale del Giorno Medio Ieri era la RAI con Radio1 al vertice (7.997.000) seguita da Radio2 (5.684.000).

Concludeva il podio RDS Radio Dimensione Suono con 4.707.000, ma distanziata di poco da Radio Deejay (4.657.000) e da RTL 102.5 (4.464.000).

Sesto posto per Radio Italia Solo Musica Italiana (3.802.000), mentre settima era Radio 105 (3.362.000) ed ottava Radio Monte Carlo (2.270.000).

A chiudere la top ten si collocavano Lattemiele (nona), che all’epoca raccoglieva ben 1.810.000 contatti, e Radio3 (decima) con 1.749.000.

Altra syndication di successo era Radio Cuore, che con 1.421.000 si collocava undicesima tra le nazionali.

Al dodicesimo posto Isoradio (1.380.000), tredicesima Radio Italia Network (1.339.000), mentre al quattordicesimo posto arrivava Radio 101 con 1.131.000.

Appena sopra il milione Radio Kiss Kiss (1.050.000), mentre Radio Capital (sedicesima) si fermava a quota 902.000.

Infine, segnaliamo Radio Radicale con 579.000 contatti e Rete Italia con 505.000.

Non ancora rilevata una nascente Radio 24, mentre realtà quali m2o, Virgin Radio e Radiofreccia erano ancora lontane dalla loro comparsa nell’etere.

Tutto questo, in un contesto dove il numero totale degli ascolti della radio era analogo a quello odierno: esattamente 34.971.000 unità.

Dati d’ascolto: che cosa si ascoltava dieci anni fa?

In vista dell’uscita dei dati del primo semestre 2019 dell’indagine RadioTER, siamo andati a ripescare lo stesso lasso di tempo di dieci anni fa, per vedere che cosa è cambiato nell’ultimo decennio.

Erano i tempi in cui a curare l’indagine era Audiradio. Su una base di 53.483.000, erano 38.874.000 coloro che dichiaravano di ascoltare ogni giorno la radio.

L’emittente più seguita era Rai Radio1 con 6.214.000, mentre a distanza ravvicinata si posizionavano RTL 102.5 (5.159.000), RDS (5.070.000) e Radio Deejay (5.041.000).

Questi i dati delle emittenti nazionali del primo semestre Audiradio 2009.

1. Rai Radio1 (6.214.000)
2. RTL 102.5 (5.159.000)
3. RDS (5.070.000)
4. Radio Deejay (5.041.000)
5. Radio 105 (4.497.000)
6. Rai Radio2 (3.879.000)
7. Radio Italia Solo Musica Italiana (3.688.000)
8. Radio Kiss Kiss (2.231.000)
9. R101 (1.999.000)
10.Radio 24 (1.891.000)
11.Rai Radio3 (1.858.000)
12.Virgin Radio (1.801.000)
13.Radio Maria (1.644.000)
14.Radio Monte Carlo (1.596.000)
15.Radio Capital (1.486.000)
16.m2o (1.298.000)
17.Isoradio (1.013.000)
18.Radio Radicale (460.000)
19.Notturno Italiano (106.000)

Audiradio “history”, annuali 1998: quando si ascoltavano Rete Italia e Station One

Da alcuni anni, gli ascoltatori della radio nel giorno medio ieri oscillano tra i 34 ed i 35 milioni.

Il dato fa parte dei tanti passaggi emersi durante i due recenti incontri RadioCompass, che hanno evidenziato un mezzo in salute, con un importante incremento del fatturato pubblicitario negli ultimi 4 anni (+23%).

Esattamente 20 anni fa, tuttavia, con l’indagine annuale Audiradio del 1998, la fidelizzazione verso il mezzo che si registrava era piuttosto simile.

Erano 35.523.000 gli italiani che dichiaravano di ascoltare la radio ogni giorno, che salivano a 42.242.000 se si prendevano in considerazione i 7 giorni.

Radio1 e Radio2 erano le emittenti più seguite, rispettivamente con 8.388.000 e 6.086.000 contatti nel giorno medio ieri.

Completava il podio RDS (all’epoca iscritta col nome per esteso RDS Radio Dimensione Suono) con 5.057.000 fedelissimi.

Piuttosto distaccate le inseguitrici Radio Deejay, RTL 102.5 e Radio Italia Solo Musica Italiana, rispettivamente a quota 4.268.000, 4.161.000 e 4.068.000 ascoltatori.

Settima e ottava erano le due reti Finelco, Radio 105 (3.416.000) e Radio Monte Carlo (2.189.000).

La top ten terminava con una Lattemiele in splendida salute (1.980.000) e Radio3 (1.845.000).

Le nazionali proseguivano con Radio Maria (1.734.000), Radio Cuore (1.718.000) e Radio Italia Network (1.575.000), mentre al quattordicesimo posto si inseriva una già seguitissima Radio Subasio con 1.458.000 contatti.

Limitandoci a network e circuiti, sopra il milione si collocavano Isoradio (1.212.000), Radio 101 (1.177.000) e Radio Kiss Kiss (1.160.000).

Ancora acerbo nel 1998 l’ascolto di Radio Capital che si fermava a 660.000 unità, seguita da Radio Radicale (613.000) e da due realtà ormai scomparse da tempo: Rete Italia con 543.000 e Station One a quota 403.000.

A chiudere la classifica delle nazionali, l’indimenticabile Notturno Italiano con 282.000 contatti ed il Circuito Marconi con 91.000 fedelissimi.

Il “10 Years Challenge” della radio: dieci anni fa c’erano 4 milioni di ascoltatori in più

Mancano una decina di giorni al “verdetto” degli ascolti annuali e del secondo semestre 2018.

In attesa della pubblicazione delle anticipazioni dell’indagine RadioTER (la cui data ufficiale è quella del 29 gennaio), siamo andati a rivedere quanto succedeva esattamente dieci anni fa, nel mese di gennaio 2009, quando arrivavano alle emittenti (ed alla stampa) i risultati relativi all’anno 2008.

L’indagine era ancora a cura di Audiradio e, consultando il giorno medio ieri, l’emittente più ascoltata d’Italia dell’anno 2008 era stata Radio1 Rai con 6.876.000 contatti.

A seguire, tre network a breve distanza tra di loro: RTL 102.5 (seconda con 5.399.000), RDS (terza con 5.263.000), Radio Deejay (quarta a quota 5.249.000).

Radio2 Rai si collocava quinta, ma anch’essa piuttosto vicina, grazie a 4.918.000 contatti quotidiani.

Decisamente più basso, invece, il seguito di Radio 105 e di Radio Italia Solo Musica Italiana che nell’ultimo decennio hanno guadaganato consensi.

Il network oggi Mediaset (all’epoca Finelco) si posizionava sesto con 3.975.000, mentre l’emittente di musica italiana otteneva 3.799.000 contatti chiudendo l’anno al settimo posto.

Ottava era Radio Kiss Kiss con 2.242.000, mentre concludevano la “top ten” Radio 24 con 2.113.000 ed R101 a 2.080.000.

Undicesimo posto per Radio3 Rai (1.993.000), mentre il primo network sotto la soglia dei due milioni era Radio Monte Carlo (1.818.000).

Tredicesima trovavamo Radio Maria (1.715.000, oggi non più iscritta), seguita a brevissima distanza da Virgin Radio (1.707.000), altra realtà decisamente cresciuta negli anni a seguire.

Al quindicesimo posto ecco Radio Capital (1.623.000), già avvicinata dalla “sorellina” m2o (1.469.000).

Isoradio Rai si collocava al diciasettesimo posto con 1.181.000, mentre chiudevano la classifica nazionale Radio Radicale (515.000) ed il Notturno Italiano (118.000).

Tra le superstation, Radio Subasio godeva già di un enorme seguito (1.834.000), mentre Radio Margherita era a quota 757.000 e Radio Zeta totalizzava 670.000.

Da evidenziare, tuttavia, che circuiti quali Lattemiele e Radio Cuore erano iscritti su più regioni, per cui non è disponibile un dato nazionale.

Infine, un elemento che fa riflettere: nel 2008, gli ascoltatori del mezzo secondo Audiradio erano 38.381.000 su una popolazione di 53.061.000, nel primo semestre 2018, dall’indagine RadioTER sono risultati essere 34.535.000 su un totale di poco inferiore: 52.974.000.

Nessuna chiusura di Radio Manà Manà

Da qualche giorno, le emittenti romane Radio Manà Manà e Radio Manà Manà Sport trasmettono solo musica. Un radicale cambio di contenuti che ha allarmato gli ascoltatori. A fare chiarezza, ha provveduto l’editore Stefano Bandecchi che, dal sito www.lenovae.it, ha diramato il seguente comunicato stampa

INFORMO GLI ASCOLTATORI DELLE DUE EMITTENTI CHE QUELLA CHE SI E’ VERIFICATA IN QUESTE ORE NON E’ STATA LA CHIUSURA DELLE RADIO, MA UNA SOSPENSIONE MOMENTANEA DELLA PROGRAMMAZIONE, IN QUANTO L’EDITORE INTENDE PROVVEDERE A UNA RISTRUTTURAZIONE E A UN RINNOVAMENTO DELLA GESTIONE CHE VALUTA FINO A QUESTO MOMENTO INSODDISFACENTE. QUESTO PORTERA’ AL RIPRISTINO DELLA PROGRAMMAZIONE LA PROSSIMA SETTIMANA PER QUANTO RIGUARDA GLI 89.1 IN FM DI MANA’ ALL NEWS, MENTRE I 90.9 DI MANA’ SPORT RIPRENDEREANNO LE TRASMISSIONI MOMENTANEAMENTE OGGI, SABATO 29 SETTEMBRE, A PARTIRE DALLE 17 FINO A DOMENICA 30 PER CONSENTIRE AGLI ASCOLTATORI DI SEGUIRE GLI EVENTI SPORTIVI DEL FINE SETTIMANA E IN PARTICOLAR MODO GLI INCONTRI DI CALCIO DELLE DUE SQUADRE ROMANE. SPERO CHE QUESTO COMUNICATO ABBIA DEFINITIVAMENTE CHIARITO AI TANTISSIMI ASCOLTATORI CHE RICHIEDEVANO UNA SPIEGAZIONE I MOTIVI DI QUESTA INTERRUZIONE MOMENTANEA DELLA PROGRAMMAZIONE.

Audiradio: il commento della Rai

“La minoranza in seno ad Audiradio (4 contro 11) ha decretato la morte di Audiradio impedendo con ostinazione e con motivazioni pretestuose l’approvazione del Bilancio 2010 della Società”. Lo nota la Rai, che replica alle dichiarazioni fatte nei giorni scorsi da esponenti dell’emittenza radiofonica dopo la mancata approvazione del bilancio della Società Audiradio, tra cui quelle del Presidente di Radio Nazionali Associate Eduardo Montefusco, e denuncia: “Il mercato rimarrà senza un’ indagine sugli ascolti e per questo deve ringraziare il comportamento irresponsabile di Finelco, RTL, RDS e Radio e Reti”.

Le dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti dell’emittenza radiofonica privata, scrive l’azienda del servizio pubblico, “contengono affermazioni inaccettabili, non rispondenti ai fatti e lesive per Rai”. I rappresentanti del mercato UPA/Assocomunicazione e Unicom, le altre emittenti nazionali e la Rai, prosegue la nota, “hanno tentato fino alla fine di evitare questo epilogo infausto per lo sviluppo del mezzo radiofonico.

Rai è pronta a lavorare per lo sviluppo di una nuova indagine insieme al mercato e agli altri operatori in coerenza con le linee che saranno dettate dall’AGCOM”. La nuova indagine, conclude Viale Mazzini, “non potrà più basarsi su metodologie ormai obsolete e non più in grado di rappresentare le dinamiche del mercato. Essa dovrà utilizzare le più moderne metodiche traguardando anche l’introduzione del meter al pari di quanto oggi avviene per la televisione”. (ANSA)