Il caso del ‘boom’ degli ascolti radiofonici nel 2023: le possibili interpretazioni

A cura di Marco H. Barsotti

Come funzionerà la nuova indagine di Audiradio? Cosa è successo davvero nel 2023? Pubblichiamo oggi il primo di due articoli sull’argomento del giorno: come sta la radio.

Iniziamo con una riflessione sul famoso 2023, mentre nel successivo analizzeremo le metodologie della nuova ricerca Audiradio. La riflessione è necessaria perché l’anomalia (o apparente tale) del 2023 non corrisponde a quanto ci aveva detto a suo tempo il Prof. Mannheimer e questo ci ha molto incuriosito.

Ma andiamo per ordine.

Tutti allenatori

Dopo la pubblicazione degli ultimi dati TER decine di post e commenti hanno sommerso la community di Talkmedia ed i social in genere. Oltre ai consueti i comunicati stampa “tutti vincitori”, in tanti – appassionati, operatori radiofonici e addirittura un Professore dell’Università Cattolica della città di Milano – hanno commentato sia il “calo degli ascolti radiofonici” che l’anomalia dell’anno 2023.

A meno che non ci sia sfuggito qualcosa, non abbiamo però trovato commenti da parte di “operatori” del mondo delle ricerche campionarie, gli unici che parlano su solide basi statistiche e non opinioni personali.

Paradossale (o auto-evidente)

Riprendiamo dunque un’ultima volta la questione “anno 2023”. Era l’anno in cui perfino affermati conduttori – gente che ha iniziato in onde medie – era stata costretta a recitare finti messaggi spontanei che invitavano gli ascoltatori a rispondere alle chiamate telefoniche anonime: per dire all’operatore “sì, ascolto radio-x“, x essendo ovviamente quella che si stava ascoltando.

Non sappiamo neppure se considerare il messaggio paradossale o auto-evidente.

L’opinione di tanti era (e resta) che questo avrebbe inficiato i risultati. E i dati, esposti su questa testata dal direttore Franceschini sembrano confermarlo.

Ma, come detto, tra le tante opinioni mancava quella di un vero esperto di statistiche e indagini di mercato.

Renato Mannheimer Dixit

A suo tempo avevamo però intervistato per Newslinet, una persona che probabilmente in quanto a indagini di mercato ha più voce in capitolo di tanti “operatori” del settore e che non stiamo neppure a presentare.

Val la pena ricordare pari pari quanto ci aveva detto:

“Autopromozione? Credo sia una pratica inutile perché la probabilità di essere chiamati è veramente bassa. Il campione è grande, ma [allo stesso tempo] piccolo in confronto alla popolazione che ascolta la radio. Mi sembra che la pratica di invitare ad ascoltare una certa emittente sia inutile e ridicola. La sua influenza è minima. E, alla fin fine, addirittura irrilevante.

Se ti chiama un numero sconosciuto rispondi che stai ascoltando la nostra radio” vuol dire che quella radio la stavi sentendo davvero. Non ne farei una questione.

Anomalia

Dunque, a detta di chi ne sa più di noi, poca influenza sul risultato delle ricerche. Ma certamente l’anomalia nel numero di ascoltatori del 2023 sembra esserci stata, osservando il grafico a barre basato sui dati già presentati da FM-world:

Abbiamo aggiunto (la linea rossa) una media mobile con periodo tre e osato estrapolare i dati del 2025 con le consuete formule della regressione (che però – ricordiamo – danno risultati differenti a seconda della formula scelta e del grado dell’eventuale polinomio).

Per farla breve, ci pare che guardando i dati in prospettiva decennale i movimenti siano piuttosto trascurabili – pur avendo fissato l’origine dell’asse y a 27,5 milioni – e che l’aumento del 2024 relativo a 2022 e 2021 sia un fenomeno transitorio.

“Sembrare”

Dunque che cosa è successo nel 2023? Probabilmente, come scritto da molti, l’insieme dei messaggi delle radio (“Rispondete ai numeri nascosti!“) ha avuto il suo effetto e – considerato che per l’indagine TER “Gli Istituti insistono su ciascun recapito telefonico tentato per almeno 5 tentativi, in caso di contatti non raggiunti” questo ha fatto sembrare il numero di ascoltatori superiore a quello degli altri anni. Sembrare?

Qualcosa non ci quadra. Ricapitoliamo: nel 2023 più persone del consueto – accogliendo l’invito delle radio – hanno risposto a numeri sconosciuti. Si tratta di persone che ascoltano la radio e che ovviamente hanno affermato di farlo.

Potrebbe per assurdo essere dunque un anno in cui il risultato dell’indagine è stato più corretto del consueto in quanto – sempre nelle parole di Mannheimer – “Col CATI ormai è difficilissimo fare sondaggi. Non solo è alto il tasso di non risposta, ma anche quelli che magari rispondono arrivano fino in fondo solo nel 10% dei casi. Il CATI fa ancora il suo bel mestiere e faccio tanti sondaggi con quel metodo. Però sicuramente è in corso un processo di decadimento continuo“. 

L’ipotesi è talmente eterodossa che (scegliendo forse un momento non ideale) sabato 18 gennaio verso le 20 abbiamo ricontattato Mannheimer per chiedere un parere. Ma – a conferma della serietà del ricercatore – questo ci ha fatto notare che una risposta definitiva si può avere solo tramite uno “studio apposito” (parole testuali). Sistemando in una sola riga noi e tutti i commentatori che abbiamo potuto leggere.

In quanto al metodo scientifico – testare l’ipotesi su casi reali, dunque su un secondo anno con l’autopromozione – questo non potrà mai essere applicato: come sappiamo nel 2023 AGCOM ha “ordinato la sospensione, con decorrenza dal 18 giugno e fino al termine dell’indagine in corso, di ogni forma di pubblicità autopromozionale“.  Non abbiamo – e forse non avremo mai – un secondo anno con le medesime condizioni del 2023, che possa dare una risposta definitiva alle tante ipotesi.

Audiradio

Nel prossimo articolo faremo un’analisi approfondita della metodologia di Audiradio per cercare di capire se e quanto c’è di nuovo e innovativo rispetto al sistema TER. (M.H.B. per FM-world)

 

Sanremo solo per radio analogiche: tutte le reazioni alla scelta degli organizzatori del Festival

Larticolo di FM-world dell’8 gennaio in cui annunciavano la decisione di includere le sole radio FM nella lista delle candidabili alla “giuria delle radio” del Festival ha scatenato molte reazioni, tra cui un polemico editoriale di Newslinet e decine di commenti della community di Talkmedia: facciamo il punto.

I fatti

Cominciamo dai fatti: tramite la vagamente burocratica formula dell’ “Avviso esplorativo per la manifestazione d’interesse” i Corecom hanno informato che i criteri per l’individuazione delle radio da includere nell’elenco della “Giuria delle Radio” 2025 prevede tra i “criteri qualitativi” la “trasmissione in FM”, precisando che “sono da escludere le radio solo DAB e solo WEB”.

Qualità ? Solo in FM

Ovvio che dopo anni in cui importanti esponenti della RAI hanno ventilato l’ipotesi dello spegnimento dell’FM a favore del digitale questa cosa suoni per molti paradossale. Se poi consideriamo che questa è una scelta qualitativa l’affronto ai nativi digitali (o agli analogici in ampiezza) è evidente. Solo se sei in FM fai un prodotto di qualità, full stop.

E lasciamo da parte il fatto che le radio AM – poche, ma riconosciute e autorizzate dal ministero – non sono neppure citate, ovviamente da qualcuno che dimentica che il Festival è nato proprio in AM, sulla frequenza degli 1034 Kc/s della Rete Rossa, l’attuale Radio2.

Le reazioni

Lasciamo ai lettori il piacere di leggere l’opinione in merito del direttore di Newslinet, limitandoci a citarne il titolo che fa intendere il tono del pezzo: “Approccio analogico di Sanremo a radio: emblematico di chi non assimila cambiamenti. RAI torna indietro di 10 anni o Festival non capisce“.

Veniamo invece alle reazioni dei lettori di Talkmedia, la community di FM-world.

C’e’ innanzitutto chi vuole capire, come il caso di Dario Albertini, il quale ci informa di essere comunque passato al Podcasting: “Sarebbe interessante comprendere i motivi dell’esclusione per DAB e Web. Dico subito di non essere parte in causa, da 4 anni sono passato con gioia al podcasting dopo 10 di webradio. Però, almeno capire. Magari tra chi legge c’è qualcuno più competente di me o che osa dire quella che forse è più che una mia fantasia”

C’è chi è più tranchant, come Massimo Siddi che liquida la faccenda con un “Che cosa ridicola“.


Una questione di spazio?

Cercano un razionale, il noto e (ci si permetta) storico conduttore Renato Tradico, attualmente in FM a Radio Millennium, insieme al suo editore Ronchi:

Afferma Renato Tradico: “A mio avviso non ritengono le web radio emittenti nell’etere in pratica non irradiano un segnale. Tutto ciò è comunque ridicolo perché escludono il DAB che è un moderno mezzo di Segnale Radio e ci sono Radio Web con segnale DAB. A meno che abbiano voluto stringere la cerchia limitando la selezione a quelle presenti in FM“.

Commenta con tanto di emoji il suo editore, Andrea Ronchi: “Credo che sia una questione di esposizione mediatica, le radio web hanno poche centinaia di persone all’ascolto, certificate ma pochissime, per avere 20/30 mila ascolti (quelli che fa una piccola radio in Fm) ci vorrebbero 100 web radio in sala stampa 😳“.

Non sappiamo se i numeri citati relativamente alle piccole FM siano realistici: il margine di errore della rilevazione TER per radio con “bacino di ascolto” pari a 25.000 era del 52% (cinquantadue percento), quasi come tirare ai dati.

In ogni caso si ipotizza una questione di spazio in sala stampa. Ipotesi plausibile, ma non è quella citata dal documento con cui abbiamo aperto.

Copertura capillare

C’è poi un interessante scambio, che evitiamo di riportare interamente, centrato sull’ipotesi che il ragionamento riguardi la copertura.

Il Festival esigerebbe una copertura totale del territorio ma, come fa notare un lettore, numerose “Aree Bianche disagiate di forte vegetazione selvaggia ma molto belle” non hanno “segnale” ADSL. Ovvia la contro risposta: “In Sardegna, (ad esempio) il segnale più capillare lo ha la rete mobile”.

Ma stiamo divagando, l’ipotesi che siano ammesse solo radio FM non ci pare possa essere dettato dall’esigenza di avere nella giuria rappresentanti di radio che “coprono” perfettamente il territorio.

Chi ha i contenuti non si preoccupa

In quanto alle Onde Medie, l’editore di Centrale Milano, radio del Nord che punta ai contenuti di qualità, non sembra crucciarsi troppo.

Scrive Enzo Bassman: “Oggettivamente c’è un limite fisico di emittenti invitabili. Che in generale la decisione sia discutibile è vero. Però… in fondo, siamo veramente interessati a essere invitati? È così importante? Non è forse meglio starne fuori e perseguire obbiettivi che differenziano le emittenti? Abbiamo riacceso le Onde Medie che la Rai ha spento, abbiamo canali web che proponiamo con contenuti che dovrebbero differenziare. Che ci frega di Sanremo? Noi in AM e Web (parlo di questo perché non sono in Dab) dobbiamo essere diversi“.

Grilli e Fax

Forse la morale di tutta questa vicenda la hanno riassunta al meglio i lettori Berfio e Barbi: “Chi ha scritto il regolamento si è fatto ispirare dal Marchese del Grillo” ha affermato il primo, mentre il secondo “Aggiungerei anche che può candidarsi alla giuria solo chi è un possesso di telefono fisso e linea fax per comunicazioni importanti.

Buon 2025 (M.H.B. per FM-world)

 

Cinquant’anni di RMI: tutti invitati al ‘Flash Mob’ proposto da Fausto Terenzi il 10 marzo

In pochi hanno veramente festeggiato con noi di FM-world i 50 anni (mezzo secolo!) della prima radio privata italiana, Radio Parma. Ma forse c’è ancora tempo per replicare l’incredibile evento del giorno della chiusura di Rock FM, celebrando come si deve l’anniversario.

Lo spunto viene da un’idea di Fausto Terenzi e l’iniziativa di Giuseppe Fiorellini, a cui lasciamo la parola.

Flash Mob a Milano, di Giuseppe Fiorellini

L’idea di ritrovarci tutti, appassionati della storia di Radio Milano International, in via Locatelli il 10 marzo, nasce da un desiderio di Fausto Terenzi, subito accolto con entusiasmo da Rino Borra.

Sarà un raduno spontaneo, come tra vecchi amici, aperto a chiunque voglia partecipare: ex ascoltatori, voci storiche e tutti coloro che portano nel cuore questa emittente leggendaria. Non ci saranno inviti ufficiali né organizzatori: sarà un incontro libero e informale.

Lo scorso anno, sempre grazie all’iniziativa di Fausto Terenzi, avevo promosso una petizione sulla piattaforma Milano Partecipa per chiedere al Comune di Milano l’affissione di una targa commemorativa in via Locatelli, in occasione del cinquantesimo anniversario delle prime trasmissioni di RMI. (L’idea non ha avuto per ora abbastanza firme, ma se si considera che Milano ospita un’intera via con il nome di un “olmetto” la targa ci sembra un omaggio quasi dovuto N.d.R.).

Flash Mob

Quest’anno, attraverso la formula del flash mob, ci incontreremo lì per scambiare due chiacchiere, raccontare aneddoti, rivivere ricordi e guardare, con un po’ di nostalgia, quelle gloriose finestre che hanno fatto la storia della radio libera. Faremo qualche foto, qualche diretta Facebook e se possibile vorremmo il coinvolgimento di qualche radio con sede a Milano disponibile con noi a celebrare un compleanno come si deve.


(registrazione del 14 marzo 1975)

10 marzo

Cinquant’anni fa nasceva Radio Milano International, una delle prime emittenti che, sfidando il monopolio RAI e passando per l’esperienza della pirateria, ha aperto la strada alla radio commerciale italiana.

Questo incontro vuole essere un tributo non solo alla storia di RMI, ma anche alla tenacia di tutti gli ex ascoltatori che, ancora oggi, si identificano in questa straordinaria avventura. Si tratta di un gruppo di appassionati che, grazie all’ascolto di vecchie registrazioni, alla condivisione di musica e di ricordi, riescono a rivivere l’emozione autentica della scoperta di una nuova radio con quei pezzi di musica “spaziale” che hanno segnato un’epoca. (M.H.B. e G.F. per FM-world)

Un volo di cinquant’anni: Federico l’Olandese Volante si racconta a FM-world

Da pirata su Veronica a Radio Norba passando dalla RMC di Noel Coutisson, 105, RTL 102.5 e tante altre emittenti. Dopo il saluto agli ascoltatori avvenuto il 29 dicembre 2024, FM-world ha deciso di contattare Federico L’Olandese Volante per parlare di radio tra passato, presente e futuro.

L’intervista/conversazione ha avuto luogo martedì 7 gennaio 2025; l’audio originale è disponibile cliccando QUI.

L’intervista

FM-World (Marco Hugo Barsotti): Tu sei venuto in Italia abbastanza giovane, attorno ai 22 anni, come riporta Wikipedia. Anzi sei giunto a Monaco. Com’era Monte Carlo a quei tempi?

Federico l’Olandese Volante (F.OV.): Molto prima, perché mio padre è stato console olandese a Milano negli anni ’50, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Poi lui è andato in pensione molto presto dal servizio diplomatico e quando era in Italia si era innamorato del Lago di Garda, dove ha comprato un terreno a Riva del Garda (Torbole, N.d.R.) e dove ha poi costruito un albergo.

Lido blu a Torbole 

Praticamente siamo arrivati con la famiglia in Italia nel ’58, io avevo 8 anni all’epoca e sono del ’50. Anche i miei fratelli hanno fatto le scuole in Italia, poi per varie vicissitudini mio padre ha venduto l’albergo e siamo tornati in Olanda quando avevo 16 anni. Lì ho finito il liceo e mi sono iscritto ad architettura e ho cominciato a lavorare nel ’68 per Radio Veronica che era una radio offshore che trasmetteva da un vecchio peschereccio arrugginito fuori dalle acque territoriali. In onde medie facevamo praticamente tutto il nord Europa perché lì è tutta pianura, non ci sono montagne.

Radio Veronica con i suoi 192 metri la prendevi a Londra, Amsterdam, Bruxelles, Parigi, un’utenza di più o meno 30 milioni di persone. Era molto interessante anche perché le radio nazionali all’epoca avevano dei limiti dei monopoli e non facevano tantissima pubblicità. Ma c’era un potenziale di pubblicità… aziende che stavano spingendo prodotti per giovani come jeans, Coca-Cola e altre cose e che non trovavano assolutamente spazio. Perciò le radio offshore erano anche un grandissimo business soprattutto pubblicitario. Essendo in acque internazionali potevano fare pubblicità anche per le sigarette che all’epoca andavano tantissimo. La facevamo anche a RMC, non so se ricordi…

FM-world: Sì, ricordo, “Muratti Ambassadorrrrr“…

F.O.V.: Sì, Herbert Pagani, il programma addirittura si chiamava “Fumorama“.

205 metri

FM-World: Raccontaci di Coutisson, di come era lavorare a Radio Monte Carlo in quei tempi così lontani.

F.OV.: Coutison è un mezzo genio, anche se aveva un paio di difetti grossi, uno era quello di apprezzare il buon vino francese.

Dopo le 5 di pomeriggio non ci si poteva più parlare perché era impegnato con il suo Pernod. Ma lui ha inventato un sacco di giochi, di situazioni radiofoniche, ha inventato il clock radiofonico.

Lui veniva da France Inter e poi è stato assunto a Radio Monte Carlo per far fruttare questa frequenza (205 metri, 1466 Kc). Sfruttare questo diritto che aveva il Principato di trasmettere in Italia.

Il problema era la pubblicità, perciò Coutisson la risolse andando alla Sipra, ovvero la concessionaria ufficiale della RAI, prendendo anche la concessione della pubblicità di Radio Monte Carlo.

La Sipra era ben contenta, era un feudo DC all’epoca, perciò dicevano “Radio Monte Carlo non può trasmettere in Italia… figurati, la pubblicità la vendiamo noi“. Così aveva risolto tutti i problemi. E così siamo stati la prima radio privata italiana, per così dire. Quando sono andato via avevamo 8 milioni di ascoltatori.

Modernizzare la conduzione… nel 1978

Coutisson voleva qualcuno che modernizzasse il parco speaker, poiché erano tutti troppo tradizionali, italiani che si ispiravano a Boncompagni e alla RAI. O a Supersonic: uno stile troppo ufficiale.

Io ho tradotto lo stile anglosassone, il DJ… quello che tiene il parlato contenuto – anche nei limiti dei dischi – quello che si fa regia da solo, si manda i jingle, fa una emissione molto movimentata.

E, negli anni a seguire, nelle private ho sentito tanti piccoli “Federichi”, qualcuno che in parte si ispirava a me.

Fonici del sindacato

FM-World: A RMC avevate il regista o facevate da soli ?

F.OV.: A Monte Carlo avevamo il regista perché nel Principato c’è un sindacato molto forte, francese, che obbliga tutti gli speaker ad avere un regista.

Anche quando uscivamo per esempio a fare le interviste – io diverse volte sono andato a Londra a intervistare i Pink Floyd – ti obbligavano a portare dietro il tecnico con il registratore. Con il Nagra.

Non potevi registrare tu da solo, serviva il tecnico ed era proprio il sindacato a imporre questa cosa.

E tuttora il sindacato obbliga ad esempio l’editore di Radio Monte Carlo, prima Hazan poi RadioMediaset, a tenere aperta una sede nel Principato. Con dei tecnici – almeno 3 o 4 francesi – anche se non trasmettono.

Credo che ci siano solo uno o due speaker che fanno qualcosa nel weekend, tutto il resto è Milano, però devi avere qualcuno nel Principato, se no non può chiamarla Radio Monte Carlo, questa è la condizione proprio del contratto.

105

FM-World: Secondo sempre Wikipedia poi sei andato ad aiutare Hazan appunto a strutturare 105. Come era lavorare con Hazan?

F.OV.: Non era facile. Dobbiamo dire innanzitutto che lui veniva da una ricca famiglia, suo padre era il socio di Khashoggi (Adnan, non Jamal, N.d.R.), uno dei più grandi commercianti d’armi del mondo che aveva il suo panfilo (Nabila, l’attuale “Trump Princess” N.d.R.) nel porto di Monte Carlo dove aveva l’ufficio.
Nota: FM-world non ha potuto verificare da altre fonti questa associazione tra il padre di Alberto Hazan e Khashoggi.

Audiola

Così Alberto ha investito… aveva già l’Audiola, una ditta che produceva autoradio e per fare pubblicità alla sua Audiola ha messo su una radio. Poi ha visto il business e allora è andato a cercare qualcuno che gli potesse dare una mano e ha preso Cecchetto e me. Noi due abbiamo praticamente messo su la radio con i criteri che all’epoca nessuno che faceva radio aveva.

La radio libera era in Italia una roba così astratta dove ogni ragazzo che aveva un po’ di dischi a casa li portava, blaterava al microfono e metteva i dischi suoi, ma non c’era nessuna forma, nessuna organizzazione.

Poi piano piano arrivarono le radio tipo Milano International, tipo Deejay, tipo noi, ma in realtà noi molto prima di Deejay.  Lui aveva preso anche un paio di americani esperti di radio che gli misero a posto tutto il palinsesto. Questo su consiglio della moglie americana. Perciò 105 è nata così. Io sono arrivato a Milano nel ’78, da Monte Carlo facevo una trasmissione anche a Radio2 e mi sono messo a lavorare con Hazan che è stata una felice collaborazione durata 12 anni.

Mezzo Clock

FM-World: Avevate il clock?

F.OV.: No, all’inizio no, però poi sono arrivati gli americani che ci hanno messo subito il famoso clock.

Prima avevamo metà clock a nostra disposizione con dei brani di nostra scelta, però approvati dalla programmazione e poi l’altra metà era programmazione imposta, cioè già scritta.

Perciò io avevo il foglio della mia scaletta che a metà era vuota e potevo metterci cinque, sei dischi e gli altri sei erano invece quelli che avevano già messo loro, perché la radio doveva suonare in una certa maniera. Tutt’ora se senti 105 capisci che è lei, ha un suo suono, una sua musica.

Radio con lo stampino

FM-World:  Se segui il gruppo Talkmedia di FM-world saprai che la critica che fanno tanti lettori è che le radio, i network tendono ad essere molto simili. Mi sembra qualcosa di analogo a quanto hai detto tu in una famosa dichiarazione subito prima di lasciare R101…

F.OV.: Tuttora la condivido e io ho lasciato la radio e i programmi proprio anche per quello. Anche perché non mi trovo più tanto con quella musica di adesso, non che sono uno che è fanatico solo del passato, però voglio un po’ più di spazio.

Poi dopo cinquant’anni che fai un programma, sempre dalle cinque alle sette o dalle tre alle cinque, tutte le volte puntuale, perfetto, professionale, a un certo punto ti rompi anche le scatole. Io adesso ho deciso di ritirarmi in Tunisia, dove ho preso una casa sul mare, prendo la pensione e le tasse sono ragionevoli.

Ho un mio studio, mi ha chiamato per esempio RTL, mi hanno chiamato tante radio, per esempio Radio Rock a Roma che vogliono che io faccia dei podcast sulla storia della musica e altre cose. Perciò vediamo di portare avanti il discorso… non più con dei programmi live, ma con dei podcast dove io tiro fuori il mio know-how del passato, le interviste che ho fatto, la storia delle varie band.

FM-World: Oggi tu cosa ascolti? Senti BBC Radio One? Veronica ?

F.OV.: Un po’ di radio internazionali, con la app, sai… ma non solo: un po’ di Radio Deejay, Virgin, Radio Rock di Roma, un po’ di radio locali. Ma non le radio “popolari”.

FM-World: Niente in olandese, per dire?

F.OV.: Sì, ogni tanto ho ascoltato anche Radio Veronica, che è diventata ormai una radio nazionale non più pirata, hanno dato le licenze e sono tutt’ora apprezzati.

DJ, anyone?

FM-World: Tornando alle radio di oggi… se guardiamo i corsi proposti dalle varie scuole di radiofonia, ne trovi per conduttore, per fonico – che oltretutto è una parola che sembra del secolo scorso – e non c’è un corso per DJ. È scomparso di recente Johnny Walker della BBC, ho ascoltato tutto il suo podcast (disponibile cliccando QUI), una specie di autobiografia. Lui si definiva DJ, ancora all’età avanzata che aveva.

F.OV.: Il DJ secondo me in Italia l’abbiamo completamente diviso tra speaker radio e DJ da discoteca e le due categorie non si toccano. Claudio Cecchetto all’epoca ha chiamato la sua radio DJ (Deejay) perché appunto i suoi speaker erano DJ, poi è cambiato tutto, ora non si reputano più DJ, ma appunto speaker radiofonici o animatori radiofonici o giornalisti radiofonici.

Ma noi ai tempi di RMC avevamo sempre la cuffia in testa, sentivamo la musica.

All’epoca io avevo un ritorno in cuffia delle onde medie, con quel fading che era veramente da impazzire, ma sì, sentivamo la musica.

Stipendi da fame

Però oggi, il mestiere di speaker radiofonico non è più come una volta. E poi oggi ci sono stipendi da fame.

Io ho guadagnato un sacco di soldi negli anni 80-90, ero ben pagato. Ma adesso ai ragazzi, se gli va bene, danno 2.500 euro al mese, che per vivere a Milano o Roma non possono bastare. Non è un mestiere dove puoi dire “divento ricco”, mentre noi all’epoca facevamo le serate, facevamo i produttori discografici, facevamo gli speaker. Io a RTL all’epoca guadagnavo veramente bene (c.f.r. podcast, N.d.R.). Ti pagavano in base alla tua qualità, alla tua professionalità.

FM-World: L’ultima cosa che volevo chiederti è questa: tu hai vissuto nel tuo Paese, poi a Monte Carlo, poi a Milano e infine al Sud. Come ci vedi noi italiani, come vedi l’Italia?

F.OV.:  Ci sono un po’ d’Italia diverse. Io sono arrivato qui al sud nel 2015, la Puglia è molto bella, si sta bene, ho un sacco di amici qua, ma all’inizio era una realtà provinciale.

Poi in questi 10 anni si è sviluppata tantissimo, la Puglia e la Radio. Norba con la storia di Battiti ha fatto furore, ha sostituito il vecchio Festivalbar. Hanno fatto passi da gigante, non c’è niente da dire. Non è più “una radio del Sud”: è una radio italiana, proprio come quelle del Nord.

UItim’ora

Come avevamo sospettato, quando un DJ dice che “appende la cuffia al chiodo”, la cosa risulta sempre provvisoria: ecco qui una bella novità arrivata a sorpresa oggi direttamente da RTL 102.5 e che farà sicuramente piacere a tutti. (M.H.B. per FM-world)

Dutch/Italian DJ Federico l’Olandese Volante on his 50+ years at Radio Veronica, Radio Monte Carlo and several Italian networks

 

From pirate on Veronica to Radio Norba passing through Noel Coutisson’s RMC, 105, RTL 102.5 and many other stations. After the farewell to listeners that took place on December 29, 2024, FM-world decided to contact Federico L’Olandese Volante to talk about radio between past, present and future.

The interview/conversation took place on Tuesday January 7, 2025; the original audio is available by clicking HERE.

The Interview

FM-World (Marco Hugo Barsotti): You came to Italy quite young, around 22 years old, as Wikipedia reports. Actually, you arrived in Monaco. How was Monte Carlo in those times?

Federico l’Olandese Volante (F.OV.): Much earlier, because my father was Dutch consul in Milan in the ’50s, right after World War II. Then he retired very early from diplomatic service and when he was in Italy he fell in love with Lake Garda, where he bought land in Riva del Garda (Torbole, Ed. Note) and where he then built a hotel.

Lido blu in Torbole

Basically we arrived with the family in Italy in ’58, I was 8 years old at the time and I’m from ’50. My brothers also went to school in Italy, then for various reasons my father sold the hotel and we returned to Holland when I was 16 years old. There I finished high school and enrolled in architecture and started working in ’68 for Radio Veronica which was an offshore radio that broadcast from an old rusty fishing boat outside territorial waters. In medium waves we covered practically all of northern Europe because it’s all flat there, there are no mountains.

Radio Veronica with its 192 meters you could receive it in London, Amsterdam, Brussels, Paris, a audience of more or less 30 million people. It was very interesting also because national radios at the time had monopoly limits and didn’t do much advertising. But there was advertising potential… companies that were pushing products for young people like jeans, Coca-Cola and other things and that absolutely couldn’t find space. Therefore offshore radios were also a huge business especially for advertising. Being in international waters they could also advertise cigarettes which at the time were very popular. We also did it at RMC, I don’t know if you remember…

FM-world: Yes, I remember, “Muratti Ambassadorrrrr“…

F.O.V.: Yes, Herbert Pagani, the program was even called “Fumorama“.

205 meters

FM-World: Tell us about Coutisson, about how it was working at Radio Monte Carlo in those distant times.

F.OV.: Coutison is a half genius, even though he had a couple of big flaws, one was appreciating good French wine.

After 5 in the afternoon you couldn’t talk to him anymore because he was busy with his Pernod. But he invented a lot of games, radio situations, he invented the radio clock.

He came from France Inter and then was hired at Radio Monte Carlo to make this frequency profitable (205 meters, 1466 Kc). To exploit this right that the Principality had to broadcast in Italy.

The problem was advertising, so Coutisson solved it by going to Sipra, which was RAI’s official advertising agency, also taking the advertising concession for Radio Monte Carlo.

Sipra was very happy, it was a DC fiefdom at the time, so they said “Radio Monte Carlo cannot broadcast in Italy… imagine, we sell the advertising“. So he had solved all problems. And so we were the first Italian private radio, so to speak. When I left we had 8 million listeners.

Modernizing broadcasting… in 1978

Coutisson wanted someone to modernize the speaker park, since they were all too traditional, Italians who were inspired by Boncompagni and RAI. Or by Supersonic: too official a style.

I translated the Anglo-Saxon style, the DJ… the one who keeps talking contained – even within the limits of records – the one who does his own direction, sends jingles, makes a very lively broadcast.

And, in the following years, in private radios I heard many little “Federicos”, someone who was partly inspired by me.

Union technicians

FM-World: At RMC did you have a director or did you do it yourselves?

F.OV.: In Monte Carlo we had the director because in the Principality there is a very strong union, French, that requires all speakers to have a director.

Even when we went out for example to do interviews – I went several times to London to interview Pink Floyd – they required you to bring along the technician with the recorder. With the Nagra.

You couldn’t record by yourself, you needed the technician and it was precisely the union that imposed this thing.

And still today the union requires for example the publisher of Radio Monte Carlo, first Hazan then RadioMediaset, to keep an office open in the Principality. With some technicians – at least 3 or 4 French – even if they don’t broadcast.

I believe there are only one or two speakers who do something on the weekend, everything else is Milan, but you must have someone in the Principality, if not you can’t call it Radio Monte Carlo, this is the condition of the contract itself.

105

FM-World: According to Wikipedia again then you went to help Hazan precisely to structure 105. How was working with Hazan?

F.OV.: It wasn’t easy. We must say first of all that he came from a rich family, his father was Khashoggi’s partner (Adnan, not Jamal, Ed. Note), one of the world’s largest arms dealers who had his yacht (Nabila, the current “Trump Princess” Ed. Note) in the port of Monte Carlo where he had his office.
Note: FM-world could not verify from other sources this association between Alberto Hazan’s father and Khashoggi.

Audiola

So Alberto invested… he already had Audiola, a company that produced car radios and to advertise his Audiola he set up a radio. Then he saw the business and so went looking for someone who could help him and took Cecchetto and me. We two practically set up the radio with criteria that at the time no one who did radio had.

Free radio in Italy was such an abstract thing where every guy who had some records at home brought them, blabbered on the microphone and put his records on, but there was no form, no organization.

Then slowly came radios like Milano International, like Deejay, like us, but actually we much before Deejay. He had also taken a couple of American radio experts who fixed all the schedule for him. This on the advice of his American wife. So 105 was born like this. I arrived in Milan in ’78, from Monte Carlo I was doing a show also on Radio2 and I started working with Hazan which was a happy collaboration that lasted 12 years.

Half Clock

FM-World: Did you have the clock?

F.OV.: No, not at the beginning, but then the Americans came who immediately put in the famous clock.

Before we had half clock at our disposal with tracks of our choice, but approved by programming and then the other half was imposed programming, that is, already written.

So I had my playlist sheet that was empty halfway and I could put five, six records and the other six were instead those that they had already put in, because the radio had to sound in a certain way. Still today if you listen to 105 you understand it’s her, she has her sound, her music.

Radio with a template

FM-World: If you follow FM-world’s Talkmedia group you’ll know that the criticism that many readers make is that radios, networks tend to be very similar. It seems something similar to what you said in a famous statement just before leaving R101…

F.OV.: I still share it and I left radio and programs also for that. Also because I don’t find myself much with that music now, not that I’m someone who is fanatic only about the past, but I want a bit more space.

Then after fifty years that you do a program, always from five to seven or from three to five, every time punctual, perfect, professional, at some point you also get fed up. I now decided to retire in Tunisia, where I bought a house by the sea, I get the pension and taxes are reasonable.

I have my studio, RTL called me for example, many radios called me, for example Radio Rock in Rome that want me to make podcasts about music history and other things. So let’s see about carrying forward the discourse… no more with live programs, but with podcasts where I bring out my know-how from the past, the interviews I did, the history of various bands.

FM-World: Today what do you listen to? Do you listen to BBC Radio One? Veronica?

F.OV.: Some international radios, with the app, you know… but not only: some Radio Deejay, Virgin, Radio Rock from Rome, some local radios. But not the “popular” radios.

FM-World: Nothing in Dutch, to say?

F.OV.: Yes, sometimes I also listened to Radio Veronica, which has now become a national radio no longer pirate, they gave licenses and they are still appreciated.

DJ, anyone?

FM-World: Going back to today’s radios… if we look at the courses offered by various radio schools, you find them for host, for sound technician – which moreover is a word that seems from the last century – and there isn’t a course for DJ. Johnny Walker of the BBC recently passed away, I listened to his entire podcast (available by clicking HERE), a kind of autobiography. He defined himself as aDJ, even at his advanced age.

F.OV.: The DJ in my opinion in Italy we have completely divided between radio speaker and disco DJ and the two categories don’t touch. Claudio Cecchetto at the time called his radio DJ (Deejay) because precisely his speakers were DJs, then everything changed, now they no longer consider themselves DJs, but rather radio speakers or radio animators or radio journalists.

But we in RMC times always had headphones on, we listened to the music.

At the time I had a medium wave return in headphones, with that fading that was really maddening, but yes, we listened to the music.

Starvation wages

But today, the profession of radio speaker is no longer like it used to be. And then today there are starvation wages.

I earned a lot of money in the 80s-90s, I was well paid. But now to young people, if they’re lucky, they give 2,500 euros per month, which cannot be enough to live in Milan or Rome. It’s not a job where you can say “I become rich”, while we at the time did evening events, we were record producers, we were speakers. I at RTL at the time earned really well (cf. podcast, Ed. Note). They paid you based on your quality, your professionalism.

FM-World: The last thing I wanted to ask you is this: you have lived in your country, then in Monte Carlo, then in Milan and finally in the South. How do you see us Italians, how do you see Italy?

F.OV.: There are several different Italias. I arrived here in the south in 2015, Puglia is very beautiful, you live well, I have lots of friends here, but at the beginning it was a provincial reality.

Then in these 10 years it has developed a lot, Puglia and the Radio. Norba with the Battiti story has made a sensation, it has replaced the old Festivalbar. They have made giant steps, there’s nothing to say. It’s no longer “a Southern radio”: it’s an Italian radio, just like those of the North.

Latest news

As we had suspected, when a DJ says they’re “hanging up the headphones”, it always turns out to be provisional: here’s here some nice news that arrived as a surprise today directly from RTL 102.5 and that will surely please everyone. (M.H.B. for FM-world)

Best of Talkmedia 2024, tutto quanto ha acceso il dibattito sui nostri social

Si chiude il 2024, anno che ha visto la più importante community radiofonica d’Italia, quella di FM-world/Talkmedia, attiva e spumeggiante come sempre. Ricordiamo oggi insieme alcuni dei “post” che hanno avuto più riscontro nel corso degli ultimi sei mesi del 2024.

Dicembre

The Flying Dutchman appende la cuffia al chiodo

Non possiamo non aprire con l’ultima trasmissione di una delle primissime voci del panorama radiofonico non statale italiano. Si tratta ovviamente dell’Olandese Volante, che avevamo potuto sentire per la prima volta sulle onde corte di RMC. Fu Noel Coutisson stesso – pare – a suggerirgli l’appellativo di “Olandese Volante” per il suo programma Federico Show. Il resto lo sappiamo: RAI, 105 (dove molti anni fa trasmise il primo “non vinile” – un brano da CD – dell’emittente), poi RTL 102.5, R101 e infine (?) Radio Norba.

Onde Medie

Inaspettato numero di like e commenti per un articolo che presentava un elenco (vagamente ottimista) delle stazioni private in Onde Medie operanti in Italia. Alcune di esse non ci paiono operative, altre hanno contenuti di valore, spesso differenti dai soliti format che affliggono le Very High Frequencies (insomma, l’FM) e una – attiva da anni – trasmette addirittura in AM Stereo.

Incurante del fatto che i ricevitori C-Quam in Italia non si siano mai trovati.

Novembre

DOLBY System

A novembre, buon riscontro per un singolare post che ci ha ricordato i bei tempi in cui gli esperti di radio – lungi dal citare studi di psicoacustica per giustificare i magri 32 Kbit/sec del DAB – inseguivano a tutti i costi la qualità del suono.

Ci scusiamo con i lettori: non “i 32 Kbit/sec”, termine orribilmente obsoleto, i “36 CU’ (ci torneremo).

Il post di Salvatore forse era ironico (o almeno così pare dagli emoticon gialli) ma l’idea di usare la codifica e decodifica simmetrica DOLBY B anche per la radio (oltre che per le musicassette) era affascinante e – nonostante le difficoltà nelle connessioni casalinghe – quasi efficace.

A Milano ricordiamo che usava questo sistema la GBR International di Roberto Tondolo.

Ottobre

NEWS… sul traffico

Non tantissimi commenti, ma senza dubbio la notizia di Ottobre è stato il cambio di nome (e di formato) di RTL 102.5 News che è tornata a essere una radio dedicata alle notizie sulla circolazione. In questa versione, se non andiamo errati, non è più presente il co-branding con Autostrade per l’Italia.

Come Caroline

Sempre a ottobre interessante discussione sulla “radio vera”. Un lettore ha ricordato i tempi in cui in Radio si potevano ascoltare – oltre i soliti “grandi successi” – anche brani meno famosi tratti appunto dagli Album. Un formato tutt’ora utilizzato dalla prima radio pirata/privata d’Europa, l’inglese Radio Caroline, oggi attiva in IP, DAB e sugli storici 648 KHz (ex BBC World Service) dal Regno Unito.

Settembre

Cento anni

A settembre FM-world e Talkmedia hanno iniziato a proporre una serie di articoli, post e interviste dedicate ai 100 anni dalla prima trasmissione radiofonica italiana. Con l’occasione, il fondatore e direttore di FM-world ha voluto regalarci la fotografia di una ormai dimenticata radio a transistor: un bellissimo ricevitore senza FM, ma con le magiche Onde Corte. Quelle che aprirono gli occhi a tanti adolescenti sulle vicende del mondo globale, che non si fermava – e non si ferma – ai palazzi romani.

Claudio

Il 23 settembre il fondatore di Radio Deejay è stato ospite di FM-world/22HBG.

Non c’è molto da aggiungere, a parte la nostra speranza – forse illusoria – che Radio Cecchetto possa farci rivivere le emozioni dei novantanovemilasettecento megahertz. Ma i tempi sono diversi e – a dirla tutta – molti di noi ascoltatori non hanno più l’età del liceo, quella delle prime emozioni musicali.

Birikina

Il format di Radio Birikina fa molto discutere. In questo e in altri posti, sempre molto commentati.

Magari – chissà – proprio perché lontano dalla logica degli inflessibili clock e più prossimo a quello delle prime radio private. Che poi, a ben guardare, non era per nulla un “format”.

Gennaio-Dicembre

Tozzo, ti prego

Non potevamo non chiudere con uno dei frequentatori più affascinanti del gruppo TalkMedia. Manuel, sempre pronto a fornire a tutti gli editori preziosi consigli su scambi di frequenze, ottimizzazioni di impianti e cessioni di postazioni.

Forse nel 2025 gli verrà infine offerta la posizione di presidente ad honorem di AGCOM: potremo così godere di una FM piena di Dance e priva di interferenze, prima che il digitale e la IA la rendano muta per sempre.

Buon 2025!

(M.H.B. per FM-world)