
Il caso del ‘boom’ degli ascolti radiofonici nel 2023: le possibili interpretazioni
A cura di Marco H. Barsotti
Come funzionerà la nuova indagine di Audiradio? Cosa è successo davvero nel 2023? Pubblichiamo oggi il primo di due articoli sull’argomento del giorno: come sta la radio.
Iniziamo con una riflessione sul famoso 2023, mentre nel successivo analizzeremo le metodologie della nuova ricerca Audiradio. La riflessione è necessaria perché l’anomalia (o apparente tale) del 2023 non corrisponde a quanto ci aveva detto a suo tempo il Prof. Mannheimer e questo ci ha molto incuriosito.
Ma andiamo per ordine.
Tutti allenatori
Dopo la pubblicazione degli ultimi dati TER decine di post e commenti hanno sommerso la community di Talkmedia ed i social in genere. Oltre ai consueti i comunicati stampa “tutti vincitori”, in tanti – appassionati, operatori radiofonici e addirittura un Professore dell’Università Cattolica della città di Milano – hanno commentato sia il “calo degli ascolti radiofonici” che l’anomalia dell’anno 2023.
A meno che non ci sia sfuggito qualcosa, non abbiamo però trovato commenti da parte di “operatori” del mondo delle ricerche campionarie, gli unici che parlano su solide basi statistiche e non opinioni personali.
Paradossale (o auto-evidente)
Riprendiamo dunque un’ultima volta la questione “anno 2023”. Era l’anno in cui perfino affermati conduttori – gente che ha iniziato in onde medie – era stata costretta a recitare finti messaggi spontanei che invitavano gli ascoltatori a rispondere alle chiamate telefoniche anonime: per dire all’operatore “sì, ascolto radio-x“, x essendo ovviamente quella che si stava ascoltando.
Non sappiamo neppure se considerare il messaggio paradossale o auto-evidente.
L’opinione di tanti era (e resta) che questo avrebbe inficiato i risultati. E i dati, esposti su questa testata dal direttore Franceschini sembrano confermarlo.
Ma, come detto, tra le tante opinioni mancava quella di un vero esperto di statistiche e indagini di mercato.
Renato Mannheimer Dixit
A suo tempo avevamo però intervistato per Newslinet, una persona che probabilmente in quanto a indagini di mercato ha più voce in capitolo di tanti “operatori” del settore e che non stiamo neppure a presentare.
Val la pena ricordare pari pari quanto ci aveva detto:
“Autopromozione? Credo sia una pratica inutile perché la probabilità di essere chiamati è veramente bassa. Il campione è grande, ma [allo stesso tempo] piccolo in confronto alla popolazione che ascolta la radio. Mi sembra che la pratica di invitare ad ascoltare una certa emittente sia inutile e ridicola. La sua influenza è minima. E, alla fin fine, addirittura irrilevante.
Se ti chiama un numero sconosciuto rispondi che stai ascoltando la nostra radio” vuol dire che quella radio la stavi sentendo davvero. Non ne farei una questione.
Anomalia
Dunque, a detta di chi ne sa più di noi, poca influenza sul risultato delle ricerche. Ma certamente l’anomalia nel numero di ascoltatori del 2023 sembra esserci stata, osservando il grafico a barre basato sui dati già presentati da FM-world:
Abbiamo aggiunto (la linea rossa) una media mobile con periodo tre e osato estrapolare i dati del 2025 con le consuete formule della regressione (che però – ricordiamo – danno risultati differenti a seconda della formula scelta e del grado dell’eventuale polinomio).
Per farla breve, ci pare che guardando i dati in prospettiva decennale i movimenti siano piuttosto trascurabili – pur avendo fissato l’origine dell’asse y a 27,5 milioni – e che l’aumento del 2024 relativo a 2022 e 2021 sia un fenomeno transitorio.
“Sembrare”
Dunque che cosa è successo nel 2023? Probabilmente, come scritto da molti, l’insieme dei messaggi delle radio (“Rispondete ai numeri nascosti!“) ha avuto il suo effetto e – considerato che per l’indagine TER “Gli Istituti insistono su ciascun recapito telefonico tentato per almeno 5 tentativi, in caso di contatti non raggiunti” questo ha fatto sembrare il numero di ascoltatori superiore a quello degli altri anni. Sembrare?
Qualcosa non ci quadra. Ricapitoliamo: nel 2023 più persone del consueto – accogliendo l’invito delle radio – hanno risposto a numeri sconosciuti. Si tratta di persone che ascoltano la radio e che ovviamente hanno affermato di farlo.
Potrebbe per assurdo essere dunque un anno in cui il risultato dell’indagine è stato più corretto del consueto in quanto – sempre nelle parole di Mannheimer – “Col CATI ormai è difficilissimo fare sondaggi. Non solo è alto il tasso di non risposta, ma anche quelli che magari rispondono arrivano fino in fondo solo nel 10% dei casi. Il CATI fa ancora il suo bel mestiere e faccio tanti sondaggi con quel metodo. Però sicuramente è in corso un processo di decadimento continuo“.
L’ipotesi è talmente eterodossa che (scegliendo forse un momento non ideale) sabato 18 gennaio verso le 20 abbiamo ricontattato Mannheimer per chiedere un parere. Ma – a conferma della serietà del ricercatore – questo ci ha fatto notare che una risposta definitiva si può avere solo tramite uno “studio apposito” (parole testuali). Sistemando in una sola riga noi e tutti i commentatori che abbiamo potuto leggere.
In quanto al metodo scientifico – testare l’ipotesi su casi reali, dunque su un secondo anno con l’autopromozione – questo non potrà mai essere applicato: come sappiamo nel 2023 AGCOM ha “ordinato la sospensione, con decorrenza dal 18 giugno e fino al termine dell’indagine in corso, di ogni forma di pubblicità autopromozionale“. Non abbiamo – e forse non avremo mai – un secondo anno con le medesime condizioni del 2023, che possa dare una risposta definitiva alle tante ipotesi.
Audiradio
Nel prossimo articolo faremo un’analisi approfondita della metodologia di Audiradio per cercare di capire se e quanto c’è di nuovo e innovativo rispetto al sistema TER. (M.H.B. per FM-world)