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31 Marzo 2024
L'audio intero della nostra conversazione è disponibile su YouTube a questo indirizzo https://tinyurl.com/yeyjca9t
Per gli inglesi la musica e la Radio sono davvero cose importanti: tanto che oggi, Pasqua 2024 e sessantesimo compleanno dell'emittente, innumerevoli articoli celebrano l'incredibile storia della creazione di Ronan O'Rahilly.
Il 1964 era probabilmente l'anno ideale per un'iniziativa di quel tipo: baby boomers in età giusta, grande musica da gruppi come appunto gli Stones o i Beatles e l'arrivo sul mercato del transistor, il componente che ha permesso la produzione di radio portatili e a basso consumo. Permettendo ai giovani di avere una propria fonte di intrattenimento e di non dipendere più dalla radio di casa, quella in legno e con dentro le valvole. Serviva solo qualcuno che creasse i cosiddetti "contenuti" e una banda di giovani DJ iniziarono a confezionarli, sui 199 metri pari a 1506 Khz.
Come dicono gli anglofoni let's cut the BS e andiamo all'intervista, che ha avuto luogo la domenica di Pasqua del 2024, mentre Grant a bordo della Ross Revege aveva da poco terminato la sua diretta.
Marco Hugo Barsotti: Che cosa si festeggia oggi?
G.B.: Oggi è l'anniversario di due cose molto importanti nel mondo della radiofonia. La cosa che veramente andrebbe festeggiata è il 61esimo anno della prima radio pirata ed indubbiamente la più famosa del mondo Radio Caroline. Da dove ti sto parlando proprio in questo precisissimo momento. (Chi fosse interessato a capire quale sia la seconda cosa da festeggiare può far riferimento ai primi minuti del video dell'intervista).
M.H.B: Dove ti trovi in questo momento ?
G.B.: Sono a bordo, nello studio principale, lo studio vecchio della nave Ross Revenge. Siamo ancorati praticamente nel Mare del Nord e ovviamente questo, come si capisce, è la casa di Radio Caroline. Ora ti faccio vedere il mare...vedi ?
...è proprio il grigio mare del nord. Ma se vedevi ieri... comunque, Radio Caroline, come si sa, è iniziato nel 1964 per volontà di un giovane impresario irlandese, si chiamava Ronan O'Reilly.
Lui era un impresario del mondo della musica, aveva alcuni artisti che voleva promuovere, si trovava sempre davanti a un muro da parte dell'unica emittente britannica ai tempi, quella statale, la BBC, che non voleva trasmettere i suoi dischi.
E quindi con quella, come si può dire, naività, come diciamo in inglese, questa semplicità, da giovane diceva "Beh, se le radio esistenti non vogliono suonare la mia musica, fondo io una radio".
E così fece, prese una vecchia nave, all'epoca si chiamava la "Federicia", ovviamente la equipaggia come una radio trasmettente, la porta fuori, dalle acque territoriali britanniche... così, per non essere sottoposto alla giurisdizione britannica. E comincia a trasmettere.
Ed ovviamente erano proprio delle cose giuste per un momento giusto, perché nei primi anni '60, la Gran Bretagna stava vivendo questa specie di boom dell'epoca post-guerra, c'era tanto ottimismo nell'aria, c'era tanta creatività giovanile, c'erano i Beatles, i Rolling Stones, c'era la Carnaby Street, c'era la moda londinese, ma tutto questo non veniva rispecchiato dai media dell'epoca e quindi ovviamente Radio Caroline è proprio capitata al momento giusto, era la colonna sonora di quello che ovviamente era l'ottimismo, la gioia di vivere.
Radio Caroline ne era proprio una parte integrante, lo dico sempre quando parlo con colleghi, con gliamici di Radio Caroline: si pronuncia il termine Radio Caroline in Gran Bretagna, forse in tutta Europa, con lo stesso stile, con la stessa riverenza con cui si dice Beatles, Rolling Stones, Cannaby Street. Erano tutti parte di un'unica cosa. Negli anni '60, l'inghilterra era rappresentata da Radio Caroline.
M.H.B. Dev'essere emozionante essere in mezzo al mare in un posto così storico...
G.B.: Quando torno qui, indubbiamente torno un pochino alla mia radice, nel senso che ovviamente faccio radio da anni, lo faccio con passione e mi piace ancora, ma quando salgo a bordo della nave di Radio Caroline è proprio come tornare a essere bambino, cioè, mi torna quell'entusiasmo delle prime giornate di lavoro. Allora, io ho passato un 20-30 anni in cui non frequentavo più Caroline, ho ripreso a frequentarla cinque anni fa e mi ricordo che quando salii sulla nave per la prima volta, dopo questo lungo break, era proprio..... era come un pochino come tornare a scuola, ma i momenti belli della scuola, cioè, giravo per i corridoi della nave e tutti i vecchi ricordi quando toccavo i vari oggetti, come qui nello studio, quello che noi definiamo l'"heritage studio"
M.H.B: Visto che siamo su Talk Media o FM World, immagino che tanti saranno curiosi di sapere il setup dello studio Heritage. Cosa avete lì e tutto funziona?
G.B.: Certo! In alto vediamo due lettori CD, c'è una vecchia mixer della Harris Gates
Vedi, qui il microfono, i giradischi.. poi ovviamente tutti gli spot e i jingle vengono suonati da questi cartridges. Essere qui, con questa apriacchiatura massiccia, ti dà l'idea di quello che veramente stai facendo, c'è sotto di me un trasmettitore in onde medie di 50 kilowatt che copriva tutta l'Europa.
M.H.B: Tante radio vintage hanno cercato di rilanciarsi, Luxembourg 208 in centro Europa, da noi RMI, ma senza nessun successo. Invece, Caroline ha sempre resistito ed è sempre rinata. Avete guadagnato da un po' di anni una frequenza in onde medie. Quanto è importante secondo te essere in onde medie?
G.B.: Non saprei neanche risponderti bene. Quello che posso dirti è che Radio Caroline ovviamente si rivolge ad un audience principalmente abbastanza "agee", dai 50 anni in su, che indubbiamente è un pubblico ancora affezionato all'onde medie. In questo periodo sono tante le radio in onde medie che stanno chiudendo, quindi non saprei quanto del nostro ascolto sia in onde medie. Indubbiamente è un po' un discorso di nostalgia. Ma poi siamo in DAB e ovviamente online (e via Sat, N.d.R.).
M.H.B: La musica che mettete, che mette Caroline, mi pare che sia definita Album Format, se non sbaglio. Non è la solita musica che si sente altrove.
G.B.: Il concetto di Album Format nasce un po' negli anni '70, nei tempi in cui c'era una netta divisione di stile fra quello che erano i singoli, i 45 giri ai tempi, e quello degli LP. Con un po' di snobismo si diceva che la musica più seria, quantomeno negli anni '70, è quella che usciva sugli LP, sull'album, mentre quella più frivola, il pop per intenderci ...come i Bay City Rollers... era più da 45 giri. Caroline, sul canale principale, è comunque fedele a quel concetto di musica. C'è un po' di snobismo forse, ma diciamo che mettiamo musica un pochino più seria.
M.H.B: Ascolta, tu hai vissuto anche un'altra era di pirata, quella delle radio che trasmettevano in Costa Azzurra qundo in Francia c'era ancora il monopolio...raccontaci qualcosa
G.B.: È vero: prima di approdare qui su Radio Caroline, lavoravo per una radio, Radio Nova, che trasmetteva in inglese dall'Italia, da Ventimiglia, Campo Rosso per essere precisi, verso la Costa Azzurra, per la forte comunità anglofona di quella zona.
E questa era una radio che ai tempi, quando non c'erano i mezzi che abbiamo a disposizione oggi, mi riferisco a televisioni satellitari, e l-online, l'internet, era l'unica maniera per poter diffondere un mezzo di comunicazione in lingua inglese.
Trasmetteva sui 101 FM, da una villetta in collina sopra Ventimiglia, a Campo Rosso mare, da dove avevamo uno studio che aveva forse una delle viste più belle del mondo. Vedevamo tutto il mare Mediterraneo, tutto Monte Carlo, e quando c'era una giornata limpidissima, fino a San Raphael e perfino Saint Tropez.
Ed era un'esperienza unica, molto molto bella, che francamente gareggia con Radio Caroline, fra i miei ricordi più belli. E lì appunto ho fatto un anno e mezzo laggiù, prima di venire su Radio Caroline, perché in precedenza avevo un'altra esperienza di radio pirata, ma questa volta dall'altra parte del Mediterraneo, al largo della costa israeliana, un'emittente che si chiamava The Voice of Peace.
The Voice of Peace fu fondata nel 1974 da un attivista della pace che si chiamava Abie Nathan. Il suo concetto era quello di basarsi su musica giovane, pop music, e intanto mandare messaggi di pace fra i popoli del Medio Oriente (mentre parte dei fondi arrivavano da artisti quali John Lennon e i Carpenters, N.d.R.)
La radio trasmetteva da una vecchia nave olandese, con un equipaggio principalmente anglofono, americano ed inglese, ed è andata avanti fino all'anno degli accordi di Camp David, più o meno: con un certo po' di ottimismo, Abie, il fondatore, ha fatto affondare la nave subito dopo gli accordi di Camp David fra Arafat e Yitzhak Rabin e...
M.H.B.: ...come? La ha affondata lui? Cioe', pensava 'ormai con questi accordi e' fatta, ci sarà pace tra arabi e israeliani' ?
G.B.: Diceva che lui era convinto che il grosso era fatto. Ahimè non era proprio così.
M.H.B: Secondo te quest'idea di unire con la musica, o magari in senso lato la cultura, per unire le due comunità che vivono da quelle parti, può avere ancora senso?
G.B.: Devo dire che sì, indubbiamente c'è una cosa che ovviamente unifica i popoli, i giovani in particolare, è quella della musica. Forse sarebbe un pochino naif pensare che oggi come oggi si possa fare con una semplice stazione radio. Magari una stazione radio non è più il mezzo giusto. Magari concerti, incontri di un certo tipo. Credo che forse quella potrebbe essere una strada che varrebbe la pena di tentare.
Per chi non avesse ascoltato la diretta di Grant su Caroline domenica, con tanto di brano ripetuto due volte di seguito "in quanto troppo bello", trovate i link per i riascolto sulla pagina Facebook di Grant Benson (M.H.B. per FM-World)