Smettete di svalutare la musica: “Open Letter” di duecento artisti a chi sviluppa modelli di Intelligenza Artificiale

Smettete di svalutare la musica: "Open Letter" di duecento artisti a chi sviluppa modelli di Intelligenza Artificiale

08 Aprile 2024

"Smettete di svalutare la musica": questo il titolo della lettera aperta firmata da duecento musicisti, nomi quali Billie Eilish e Diana Krall, che "hanno preso carta e penna" per firmare una missiva indirizzata alle piattaforme che sviluppano modelli di IA.

Cominciamo subito col dire che la lettera non risulta essere pervenuta a 22HBG: senza dubbio gli artisti hanno pensato alle più grandi piattaforme e/o a coloro che sviluppano i modelli base e non a chi lavora sugli embeddings o sul piano degli agenti per gli utenti finali.

I firmatari

I firmatari sono duecento artisti il cui elenco inizia con Agus Martino e termina con Zayn Malik. In mezzo, nomi quali Diana Krall, Katy Perry, Nicki Minaj: pesi massimi, insomma. Cosa dice dunque la lettera?

La lettera

Vi proponiamo la traduzione completa (ottenuta grazie a Claude 3, Intelligenza Artificiale di Anthropic, visto che l'"Artist Rights Alliance"  ha pensato di pubblicare il testo in formato immagine, forse per evitare il "copia-incolla").

Noi, i sottoscritti membri delle comunità di artisti e cantautori, chiediamo agli sviluppatori di AI, alle aziende tecnologiche, alle piattaforme e ai servizi musicali digitali di cessare l'uso dell'intelligenza artificiale (AI) per violare e svalutare i diritti degli artisti umani.

Non sbagliatevi: crediamo che, quando utilizzata responsabilmente, l'AI ha un enorme potenziale per far progredire la creatività umana e in un modo che permetta lo sviluppo e la crescita di nuove ed entusiasmanti esperienze per i fan della musica ovunque.

Sfortunatamente, alcune piattaforme e sviluppatori stanno impiegando l'AI per sabotare la creatività e minare artisti, cantautori, musicisti e titolari di diritti.

Quando utilizzata in modo irresponsabile, l'AI rappresenta enormi minacce per la nostra capacità di proteggere la nostra privacy, le nostre identità, la nostra musica e i nostri mezzi di sussistenza. Alcune delle aziende più grandi e potenti stanno, senza permesso, utilizzando il nostro lavoro per addestrare modelli di AI. Questi sforzi mirano direttamente a sostituire il lavoro degli artisti umani con enormi quantità di "suoni" e "immagini" creati dall'AI che diluiscono sostanzialmente i fondi di royalties che vengono pagati agli artisti. Per molti musicisti, artisti e cantautori che cercano semplicemente di sbarcare il lunario, questo sarebbe catastrofico.

Se non controllata, l'AI metterà in moto una corsa al ribasso che degraderà il valore del nostro lavoro e ci impedirà di essere equamente ricompensati per esso.

Questo assalto alla creatività umana deve essere fermato. Dobbiamo proteggerci contro l'uso predatorio dell'AI per rubare le voci e le sembianze degli artisti professionisti, violare i diritti dei creatori e distruggere l'ecosistema musicale.

Chiediamo a tutti gli sviluppatori di AI, alle aziende tecnologiche, alle piattaforme e ai servizi musicali digitali di impegnarsi a non sviluppare né implementare tecnologie di generazione musicale AI, contenuti o strumenti che minino o sostituiscano l'artigianalità di cantautori e artisti o che ci neghino un'equa remunerazione per il nostro lavoro.

Alcune osservazioni

Il testo parla da sé. Ci limitiamo ad alcune osservazioni.

La prima, che ci fa enorme piacere, che non si chieda un intervento legislativo. Non un appello  ai politici - incomprensibilmente spesso ritenuti più saggi degli altri cittadini - ma all'industria stessa.

La seconda, che si parla della difesa "dei più deboli". Come dice la lettera, di "artisti e cantautori che cercano semplicemente di sbarcare il lunario" e non delle grandi star, che possono eventualmente difendersi con importanti avvocati.

L'ultima, che la "corsa al ribasso" probabilmente ci sarà comunque. Se anche i brani di questi artisti verranno esclusi dai dataset utilizzati per trainare le IA, nulla impedirà alle macchine di creare sonorità nuove, magari inventandole da sole.

Come ha scritto TechCrunch, alcune aziende come Adobe e Stability AI stanno lavorando su generatori di musica AI che utilizzano brani concessi in licenza o esenti da royalty.

Gen Gen

Nel 2016 AlphaGo aveva a suo tempo imparato a battere i migliori giocatori umani al gioco "Go" non apprendendo dai maestri, ma semplicemente giocando contro se stesso. Analogamente le macchine potrebbero imparare a creare i migliori brani senza del tutto il bisogno di utilizzare come modello creazioni umane.

Resta l'incognita pubblico. Oggi probabilmente poco disposto a ballare o intrattenersi su musica sintetica. Ma la Gen Gen, la generazione nata nell'era dell'intelligenza Artificiale Generativa, farà ancora la differenza?

(M.H.B. per FM-World)

 

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