Censis: “La radio è un mezzo vincente, all’altezza dei tempi come nessun altro”

Diciamo che una giornata così magari fino a non molto tempo fa il mondo della radio l’avrebbe potuta solo sognare. Oggi invece è diventata realtà e non per autocelebrazione degli stessi radiofonici ma con l’autorevole avallo del Censis.

Proprio il Censis ha infatti presentato, come abbiamo già avuto modo di spiegare, con una breve ma ‘succosa’ giornata la propria ricerca «La transizione verso la radiovisione», che non lascia spazio a molti dubbi già dal titolo. A fare gli onori di casa c’era Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, mentre alla collega Anna Italia è toccata l’illustrazione specifica della ricerca, piena di ‘belle parole’ per il mondo della Radio – ma rigorosamente basate sui dati – e anche, in qualche modo, un’autentica iniezione di entusiasmo per chi la radio la fa, tutti i giorni.

A fare da contorno e a commentare le slide dell’indagine c’era un gruppetto di personaggi (in parte presente al Censis, in parte in collegamento video) che con la radio o la comunicazione hanno avuto e hanno a che fare, vale a dire Roberto Arditti, Davide Giacalone, Emilio Carelli e Maurizio Gasparri.

Ma qual è il grande valore di questa giornata per la radio? La ricerca Censis certifica, in sostanza, che il mezzo radiofonico non solo è stato preziosissimo in tempi di pandemia ma in contemporanea ha saputo trasformarsi, adeguarsi, seguire i mutamenti sociali, guadagnare una diffusione sempre più di massa anche grazie alla ‘sorella maggiore’, la televisione: in più appare, anche nella percezione dei fruitori, flessibile, partecipato, all’altezza dei tempi e capace di trasformarsi e adeguarsi a qualsiasi novità tecnologica come nessun altro. Insomma, come dice il Censis stesso, “la radio è un fenomeno di massa, capace di coniugare continuità e innovazione”.

I dati sono moltissimi e senza citarli tutti, inizieremo spiegando che sono più di 41 milioni gli italiani che seguono i programmi radiofonici. Di questi, 27 milioni utilizzano anche dispositivi alternativi rispetto all’apparecchio tradizionale e all’autoradio, da tempo ‘regina’ in fatto di ascolti.

Durante il primo lockdown il 30,5% degli italiani si è informato almeno una volta al giorno sulla pandemia e sulle regole da rispettare attraverso la programmazione radiofonica. Successivamente la tendenza positiva è proseguita: nel secondo semestre 2020, a fronte di un comprensibile calo del numero di ascoltatori dall’autoradio (rispetto al 2019) e di una tenuta dell’apparecchio tradizionale, sono cresciuti tutti gli altri device. E la televisione sembra, per certi versi, ‘dare una bella mano’: nell’ultimo anno gli spettatori dei canali televisivi della radio in un giorno medio sono aumentati dell’8%.

La ‘transizione verso la radiovisione’ (intesa peraltro in senso ampio, non solo quella via canale DTT) è dunque un dato di fatto, una realtà in crescita, che sta vivendo un vero boom, grazie alla modalità simulcast crossmediale, cioè alla possibilità di fruire dei contenuti radiofonici contemporaneamente su qualsiasi dispositivo. Sono infatti circa 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video attraverso uno schermo: tv, smartphone o pc. Di questi, quasi 11 milioni seguono la radiovisione (stavolta in senso più stretto) sugli schermi tv. E non si tratta di un fuoco di paglia, ma di una tendenza pienamente in sintonia con le aspettative degli italiani.

Il 52% di questi ultimi dichiara infatti che vorrebbe avere sempre di più la possibilità di fruire dei contenuti radiofonici su device diversi, in particolare in formato video. E il 50% di chi segue la radiovisione la trova piacevole. Il 72% degli italiani vuole poi poter seguire i contenuti radiofonici sempre e ovunque, a prescindere dal device utilizzato.

La flessibilità del mezzo è formidabile ma la sua forza vera sono i contenuti, di cui gli utenti vogliono poter fruire appunto attraverso qualsiasi device, in ogni luogo, in qualsiasi momento, in diretta o on demand. Se insomma, i radiofonici sono in grado di realizzare buoni programmi, sembrano essere in una botte di ferro e il futuro appare garantito.

E la radio, pienamente all’altezza dei tempi, è ovviamente anche tanto ‘social’, tanto che chi ascolta si sente parte di una comunità. Il 63% di chi segue i programmi radiofonici attiva difatti almeno una forma di interazione con essi, il 23% visita il sito delle emittenti che preferisce, il 20% segue i profili social di programmi e di conduttori, il 19% ha scaricato una ‘app radiofonica’ sullo smartphone. Millennial e studenti, in tutto ciò, sono in prima fila.

Che dire? I tempi di ‘Video killed the radio star’ sono ormai lontani, a tremare un po’ di più oggi è semmai proprio la tv, non certo la radio.

Mauro Roffi

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Censis: “La radiovisione è cresciuta dell’8% nell’ultimo anno”

Sono 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video, attraverso lo schermo della tv, del pc o dello smartphone.

A renderlo noto è una ricerca del Censis, diramata da un servizio di SkyTg24.

“Negli ultimi dodici mesi il numero è cresciuto dell’8%, riporta l’articolo.

Queste alcune anticipazioni della ricerca «La transizione verso la radiovisione», che è stata presentata da Massimiliano Valerii (Direttore Generale del Censis) e Anna Italia del Censis, discussa da Roberto Arditti, Davide Giacalone, Emilio Carelli e Maurizio Gasparri.

La presentazione dettagliata si terrà in un convegno via streaming giovedì 18 marzo.

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Arriva la radiovisione anche per RTL 102.5 News

Dopo l’esordio dei video musicali avvenuto lo scorso 22 novembre, RTL 102.5 News ha completato la propria ‘radiovisione’ inserendo anche le immagini dei conduttori in onda.

Il progetto, che unisce informazione, traffico autostradale e contenuti talk, si inserisce nel pacchetto ‘digital space’ dell’editore Lorenzo Suraci.

In onda, giovani conduttori e giornalisti, alcuni dei quali presenti anche su altre reti del gruppo.

RTL 102.5 News si può seguire via web, via app, sul satellite e sul digitale terrestre (in quest’ultimo caso, solo in versione audio).

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Ruggero Po critico verso la ‘visual radio’ nel suo audioblog

La ‘visual radio’ è un tema indubbiamente caro alla radiofonia degli ultimi anni.

Sempre più emittenti scelgono di trasmettere (anche) in versione ‘video’, riproducendo fedelmente la radio originaria o proponendo una programmazione parallela, generalmente più musicale che parlata e/o con contenuti specifici.

Il tema della ‘visual radio’, comunemente chiamata dai più ‘radiovisione’, continua ad essere al centro del dibattito, soprattutto tra coloro che hanno vissuto i vari cambiamenti del mezzo.

Proprio pochi giorni fa, Claudio Cecchetto dichiarava che “il futuro è la radiovisione, in quanto i giovani sono abituati a guardare immagini”.

A sua volta, il Direttore di Rai Radio Roberto Sergio – che ha fortemente voluto la ‘visual radio’ per Radio2 – evidenziava il crescente interesse del pubblico attraverso la app di Rai Play, fruibile anche tramite smart tv.

Il noto giornalista e conduttore radiofonico Ruggero Po, invece, sostiene l’esatto contrario e spiega la propria posizione attraverso l’audioblog “Il Senno di Po”, pubblicato da ‘Start Magazine’.

Nell’appuntamento di sabato 12 dicembre, il protagonista di tanti programmi di Rai Radio (ma anche – negli anni ’70 – di Radio Capodistria e Radio Bruno) dichiara senza mezzi termini “la profonda repulsione che gli provoca una telecamera in uno studio radiofonico”.

Il pezzo originale è disponibile su ‘Start Magazine’, ma l’audio è ascoltabile anche cliccando qui sotto.

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RTL 102.5 News in radiovisione

Ha preso il via la quinta radiovisione con video del gruppo RTL 102.5.

Oltre all’emittente “madre”, a Radiofreccia, Radio Zeta ed RTL 102.5 Best, ora è operativa anche RTL 102.5 News.

Nessuna immagine relativa ai conduttori (che – in seguito al formato prevalentemente talk – rappresentano un’ampia percentuale del palinsesto), ma un ulteriore tassello per quanto riguarda l’offerta Digital Space.

La radiovisione di RTL 102.5 News è operativa sull’app del gruppo ed è in fase di ottimizzazione anche via satellite.

(Si ringraziano per la collaborazione Luca Cenciarini e Andrea Lombardo)

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Radiovisione: Aeranti-Corallo e FRT siglano accordo con SCF

Aeranti-Corallo e Associazione Radio Frt di Confindustria Radio Tv hanno sottoscritto con la SCF una integrazione della Convenzione per i diritti connessi per la radiofonia locale relativi all’attività di “Radiovisione”.

In particolare, l’accordo sottoscritto disciplina le modalità di calcolo dei compensi dovuti dalle imprese radiofoniche locali a fronte della concessione in licenza di alcuni diritti di utilizzazione dei fonogrammi e video musicali ai fini della relativa diffusione televisiva qualora quest’ultima avvenga simultaneamente alla diffusione radiofonica (c.d. “Radiovisione”).

A margine della firma, il Presidente di SCF dott. Enzo Mazza, ha commentato: “In un’epoca segnata dalla crisi pandemica, l’accordo tra SCF e le associazioni Aeranti-Corallo e Associazione Radio Frt offre un importante segnale di crescita dei consumi musicali, non soltanto in ambito digitale ma anche radiovisivo, che gioca un ruolo centrale nel rapporto tra le case discografiche e le imprese radiofoniche locali, uno dei touchpoint più importanti tra la musica e le nuove generazioni di fan”.

Il Coordinatore Aeranti-Corallo avv. Marco Rossignoli e il Presidente dell’Associazione Radio Frt di Confindustria Radio Tv, avv. Marco Montrone, hanno dichiarato: “Esprimiamo la nostra soddisfazione per l’accordo raggiunto con SCF per i diritti connessi relativi all’attività di Radiovisione, che ha consentito di raggiungere il massimo equilibrio fra i diversi interessi delle parti nel contesto della nuova normativa in materia di diritti connessi.”

(Comunicato stampa)

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