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Sempre più emittenti scelgono di trasmettere (anche) in versione 'video', riproducendo fedelmente la radio originaria o proponendo una programmazione parallela, generalmente più musicale che parlata e/o con contenuti specifici.
Il tema della 'visual radio', comunemente chiamata dai più 'radiovisione', continua ad essere al centro del dibattito, soprattutto tra coloro che hanno vissuto i vari cambiamenti del mezzo.
Proprio pochi giorni fa, Claudio Cecchetto dichiarava che "il futuro è la radiovisione, in quanto i giovani sono abituati a guardare immagini".
A sua volta, il Direttore di Rai Radio Roberto Sergio - che ha fortemente voluto la 'visual radio' per Radio2 - evidenziava il crescente interesse del pubblico attraverso la app di Rai Play, fruibile anche tramite smart tv.
Il noto giornalista e conduttore radiofonico Ruggero Po, invece, sostiene l'esatto contrario e spiega la propria posizione attraverso l’audioblog "Il Senno di Po", pubblicato da 'Start Magazine'.
Nell'appuntamento di sabato 12 dicembre, il protagonista di tanti programmi di Rai Radio (ma anche - negli anni '70 - di Radio Capodistria e Radio Bruno) dichiara senza mezzi termini "la profonda repulsione che gli provoca una telecamera in uno studio radiofonico".
Il pezzo originale è disponibile su 'Start Magazine', ma l'audio è ascoltabile anche cliccando qui sotto.
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