Dagospia: Pierluigi Diaco verso Rai Radio2

Pierluigi Diaco sarebbe pronto per tornare in radio.

Dopo il recente addio a RTL 102.5, il giornalista e conduttore starebbe preparando un programma in onda in estate, in fascia serale, su Rai Radio2.

Ad annunciarlo è Dagospia, in un flash di Giuseppe Candela.

Nei giorni scorsi, si legge, avrebbe incontrato il Direttore di Rai Radio Roberto Sergio per un contenitore che potrebbe essere ispirato alla trasmissione di Rai2 “Ti sento”.

(Si ringrazia Michelangelo Borello per la collaborazione)

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Rai Isoradio si presenta: in una conferenza, tutte le novità della “radio di viaggio”

Martedì 30 marzo, la Rai presenta la nuova Isoradio.

“La radio da viaggio diventa radio di viaggio”, riporta un claim che anticipa il rinnovato palinsesto dell’emittente dedita all’infomobilità.

Diversi i nomi che saranno annunciati dal Direttore di Rai Radio Roberto Sergio e della Direttrice e Vicedirettore di Isoradio Angela Mariella e Marco Lanzarone.

Alcuni di essi sono già in onda, altri esordiranno a breve: da Simona Arrigoni a Monica Setta, da Igor Righetti a Riccardo Poletti, fino a Federico Vespa e Silvia Salemi.

Tutti i dettagli saranno annunciati nel corso di una conferenza stampa, dove spiccano due nomi ‘di lusso’: Renzo Arbore e Dario Salvatori.

“Tra autostrade, caselli e cantieri, la viabilità è l’occasione per raccontare l’Italia e gli italiani”, anticipano dall’emittente nata sui 103.3, oggi presente non solo in FM, ma anche in tutte le piattaforme digitali Rai.

Ulteriori particolari, nelle prossime ore su FM-world.

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Fulvio Giuliani: “Non solo radio nel mio futuro”

“Si conclude oggi la mia esperienza in Rtl 102.5”. Inizia così un post con cui lo scorso 12 marzo Fulvio Giuliani, uno dei più noti giornalisti e conduttori della radiofonia italiana, si è congedato dal network dove ha trasmesso ininterrottamente per 24 anni.

Un lungo percorso che ha lasciato increduli i tanti ascoltatori che lo seguivano ogni giorno – sebbene da oltre due mesi non fosse più in onda – ma che ha destato anche molta curiosità. Il suo nome è legato anche a collaborazioni televisive, a podcast e produzioni web.

Di fatto, Giuliani non si è mai fermato e la domanda principale che si sente porre dal pubblico è sapere dove lo riascolteremo.

“La radio non potrà mancare, è una parte irrinunciabile della mia vita” – esordisce Fulvio Giuliani in una piacevole chiacchierata concessa ad FM-world – “ma non ci sarà solo questa, perchè non esiste niente di più bello che potersi sperimentare”.

Partiamo dagli esordi: 24 anni a RTL 102.5 sono tanti ed è impossibile riassumerli in poche parole, ma se dovessi farlo, com’è stato il tuo esordio e quali sono alcuni dei momenti più ‘forti’ che hai vissuto con la radio?

“Il mio inizio a RTL 102.5 è avvenuto a fine agosto 1997. Lo ricordo nitidamente non solo per l’emozione dei primi giorni, ma anche per l’impatto psicologico che ebbe una notizia drammatica del momento: la morte di Lady D, la prima in assoluto che sviluppai. All’epoca tuttavia il mio impegno era limitato al Giornale Orario, poi sono arrivati i vari ‘Non stop news’ e ‘L’indignato speciale’ e con essi, tanti approfondimenti e il legame sempre crescente con gli ascoltatori. I ricordi sono numerosi, ma se proprio devo citarne un paio, non posso dimenticare le lunghe dirette che facemmo in occasione degli attentati dell’11 settembre come uno dei momenti più forti e drammatici della storia contemporanea. In parallelo, ricordo con gioia i Mondiali di calcio del 2006, sia per l’entusiasmo di raccontarli, sia per la gioia che percepivamo dal pubblico che ci seguiva”.

Un lungo sodalizio tra te, RTL 102.5 ed il pubblico che è continuato per tanti anni, fino a quando qualcosa non si è incrinato. Che cosa è successo negli ultimi mesi?

“Ci siamo salutati perchè non c’erano più le condizioni. Ogni emittente è libera di fare le scelte editoriali che ritiene più corrette, ma la linea intrapresa negli ultimi tempi mi aveva convinto che i miei spazi si stessero esaurendo. Non credo in una radio fatta di rigidità e schemi, certamente di indicazioni sì, ma sono la professionalità e i contenuti di chi va in onda che fanno la differenza, anche nel rapporto con il pubblico. Del resto, io ho sempre curato la redazione dei programmi di cui mi è stata affidata a conduzione, sviluppando negli anni un sempre proficuo rapporto di collaborazione con il direttore della testata giornalistica di RTL 102.5, Luigi Tornari. Nel rispetto delle rispettive opinioni. La scelta di sollevarmi dalla conduzione – che non ho condiviso – mi ha fatto capire che era arrivata la fine“.

La risposta del pubblico è stata molto intensa sui social. Sei rimasto (piacevolmente) stupito? Questa è la conferma che l’ascoltatore si lega in maniera forte alla voce che l’accompagna ogni giorno?

“Ovviamente fa piacere confrontarsi con tutti quelli che mi hanno seguito in radio e TV e vedere il loro affetto, ma questa credo sia la testimonianza del duro lavoro fatto degli anni. Non è una questione esclusivamente mia. Siamo riusciti a realizzare un ‘prodotto duraturo’ in una radio di flusso e questo è avvenuto curando nel tempo il contenuto. Noi siamo sempre stati liberi per linea politica, abbiamo sempre accolto tutti. Del resto, io non potevo che lavorare in quel modo. Abbiamo realizzato interviste a politici della durata di un’ora interrompendo la musica. In ambito sportivo abbiamo trasmesso intere radiocronache. Di fatto, il prodotto era quello di una radio che aveva la flessibilità per proporsi diversamente al pubblico, a seconda delle esigenze, pur mantenendo il proprio taglio. Questo era e resta il mio modo di intendere il lavoro in radio“.

Ora conclusasi la lunga esperienza a RTL 102.5, quali sono i progetti di Fulvio Giuliani?

“Una volta terminato questo lungo capitolo, mi sono fatto la domanda: e adesso? La mia ripartenza è ancora in fase progettuale, ho appena concluso il lavoro che mi ha impegnato per quasi un quarto di secolo ed ora voglio sperimentare su più fronti. La radio non potrà mancare, questo è certo, ma non ci sarà solo quella perchè non c’è niente di più bello che rimettersi in gioco e cercare di non ripetere le stesse cose che si sono già fatte. Poi è ovvio che dovrò tirare le redini, ma le piattaforme digitali sono così tante e diversificate che è un peccato doversi limitare”.

Usciamo dal contesto che ti riguarda a livello personale e parliamo di radio e di new media. Verso quale direzione stiamo andando? E perchè, a tuo avviso, c’è stato il boom di Clubhouse che mette al centro la voce come mezzo di comunicazione?

“Partiamo da lontano. Le ‘palestre’ che esistevano una volta (ovvero le radio veramente locali), oggi non ci sono più. Con i new media, tuttavia, ci sono tante possibilità un tempo impensabili. La radio dunque dove andrà? Chi sostiene che questo mezzo debba essere cancellato o stravolto semplicemente sbaglia per non aver guardato indietro. La radio riuscirà sempre a rinnovarsi. Lo ha fatto negli anni ’50 con l’avvento della tv, per non parlare della ‘rivoluzione’ delle emittenti libere degli anni ’70. I new media non si sovrappongono con la radio. Casomai, per quest’ultima, sarà il contenuto ‘a salvarla’. Nulla potrà modificare l’impatto emotivo ed empatico di un prodotto realizzato bene da un professionista. E per quanto riguarda Clubhouse, si tratta indubbiamente di una novità interessante, ma di fatto è un ‘podcast live’, dove – al di là dell’entusiasmo iniziale – per avere continuità è necessario un contenuto interessante e non chiuso in sé stesso. Del resto, i grandi conduttori sono quelli che riescono a parlare a più mondi. Se mi permetti una citazione calcistica, Mourinho dice ‘Chi capisce solo di calcio, non capisce di calcio’. Non basta mettere davanti al microfono una persona che non ha riferimenti. Ci sarà sempre una quota di pubblico che è più preparato di te in tanti ambiti. Informarsi sui temi che affrontiamo in onda sarà sempre più necessario per la radio del domani“.

Quindi piattaforme quali – per esempio – Spotify e YouTube sono due mondi diversi?

“Proprio così: Spotify è un mondo diverso, non è un nemico. Il fattore umano fa la differenza“.

Tornando a noi: radio, tv, social. Dove troveremo Fulvio Giuliani?

Per fare comunicazione oggi è impossibile escludere qualcosa. Come dicevo prima, la radio nel mio futuro non potrà mancare, ma c’è gente oggi che mi segue nei podcast video, chi semplicemente legge le mie riflessioni. Il pubblico è ovunque. I progetti in vista non mancano, ma tra qualche settimana ne saprete di più”.

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Addio al grande autore radiotelevisivo Enrico Vaime

Il mondo della radio e della tv piange la scomparsa di Enrico Vaime.

Il noto autore aveva 85 anni.

In Rai dal 1960, ha collaborato a centinaia di programmi, oltre che essere autore di diversi libri.

Con Maurizio Costanzo la sua ultima esperienza televisiva in “S’è fatta notte”, dal 2012 al 2016.

In radio, il suo nome era legato da 40 anni a “Black out”, in onda nel weekend di Radio2.

Attualmente, il programma è condotto da Federica Cifola, Edoardo Ferrario e dal duo Nuzzo-Di Biase.

Profondo il cordoglio da tutto il settore radiotelevisivo e dal pubblico che lo seguiva con affetto da tanti anni.

Rai Radio2, attraverso i suoi canali social, lo ha ricordato con la frase: “Ciao Maestro… Non ci dimenticheremo mai della tua grandezza”.

Ciao Maestro… Non ci dimenticheremo mai della tua grandezza ❤

Pubblicato da Rai Radio2 su Domenica 28 marzo 2021

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Renzo Arbore: “La radio con Boncompagni è stata molto utile”

“La radio con Boncompagni è stata molto utile. In tv ho trasferito quello ‘spiritaccio’, la mia ricerca continua di cose nuove”.

Anche parlando di televisione, Renzo Arbore non dimentica mai il profondo legame che ha avuto (e che ha tuttora) con la radio.

Domenica 28 marzo sarà protagonista per 10 ore consecutive su Rai Storia (canale 54 del digitale terrestre).

L’occasione è quello di un importante anniversario: i 45 anni dalla nascita de “L’altra domenica”, il programma ‘cult’ in onda a fine anni ’70 nel pomeriggio di Rai2.

Con noi “ci sono stati i primi quiz al telefono” – racconta Arbore in un’intervista pubblicata dall’ANSA – “un bel rischio, perché lasciando la linea aperta non si sapeva cosa sarebbe potuto succedere; si sono visti, fra gli altri, il primo gruppo ‘en travesti’, Le sorelle Bandiera; le prime ragazze intervistatrici, Milly Carlucci e Silvia Annichiarico” ricorda. Ha fatto esordire con “le sue corrispondenze musicali americane, Isabella Rossellini. E soprattutto “c’è stato il debutto ‘pop’ di Roberto Benigni, che in 35 puntate diventò popolarissimo con le recensioni fasulle di film”.

Il celebre showman annuncia che “sta mescolando nuove idee, sperando di fare qualcosa per l’autunno”.

Sempre col ricordo di quanto realizzato per l’indimenticabile e amata radio.

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Comunicare Digitale rievoca i ‘tempi d’oro’ della Radio in Italia

“Festeggiamo il successo del nostro portale Tech Talk (incontri online di settore lanciati da Comunicare Digitale a settembre 2020) con un tema trasversale, riguardante nella prima parte la storia della Radio degli ultimi 46 anni e nella seconda l’excursus tecnologico relativo al mondo della Televisione”.

Con queste parole Andrea Michelozzi, presidente e infaticabile ‘turbina di propulsione’ della stessa Comunicare Digitale, ha aperto il 25esimo convegno Tech Talk, svoltosi nei giorni scorsi, che ha visto ‘in campo’ – per quanto concerne la Radio – alcuni ‘numeri uno’ della filiera del mezzo. Per ‘cavalleria’ è stata data la parola all’inizio al ‘gentil sesso’, cominciando da Ilaria Cappelluti di Radio Kiss Kiss, Laura Badiini di Podcaster e Laura Antonini di Radio Deejay.

È stata quindi la volta di Luca Dondoni, affermato giornalista musicale de ‘La Stampa’ nonché attuale conduttore su RTL 102.5, definito da Michelozzi come ‘Sua Maestà’. Ovviamente, Dondoni si è schermito, asserendo che questa definizione spettava semmai a Gigio D’Ambrosio, odierno driver su RTL 102.5 e colonna portante della ‘storica’ Radio Milano International, fra le primissime Radio private a nascere nel nostro Paese.

“Sono entrato a Radio Milano International – ha spiegato proprio D’Ambrosio – dopo circa sei mesi dalla sua fondazione, avvenuta il 10 marzo 1975. All’epoca ero uno studente di liceo scientifico, appassionato di musica e fortemente intenzionato a rendermi indipendente dai miei genitori. La ‘scintilla’ verso un nuovo tipo di Radio mi scattò a 13/14 anni, quando vidi il film ‘American Graffiti’, in cui c’era un dj (Lupo Solitario) che di notte, attraverso le radioline, parlava ai giovani con la sua voce gracchiante. Confesso che la cosa mi intrigò molto, per cui la applicai in Italia, appena ebbi l’occasione di entrare – per un autentico colpo di fortuna – a Radio Milano International, divenuta negli anni un’autentica ‘fucina’ per grandi personaggi del settore”.

Apriamo una parentesi per sottolineare che oggi, grazie all’alleanza con la società ADN Italia di Annibale Notaris, l’emittente, come abbiamo a suo tempo informato, è ascoltabile, oltre che on line e sui mezzi digitali, anche in FM in buona parte della Lombardia, in DVB-T sull’intera Penisola, in Calabria e Sicilia via DAB+.

Chiusa la parentesi, torniamo al convegno Tech Talk, evidenziando l’intervento di Dondoni, che dopo aver assistito ad un breve inserto Tv registrato di Rai Storia, ha esclamato: “Che bello vedere Fausto Terenzi giovane, che un tempo è stato il re dei dj. Ma soprattutto Francesca, madre di Cristina Borra (che oggi lavora nell’ambito di RTL 102.5), la quale all’epoca era considerata un po’ la ‘mamma’ anche dei vari disc-jockey che prestavano la loro ‘verve fonica’ a Radio Milano International. Personalmente, ricordo di essere stato al SIM di Milano nel ’76 o ’77, dove in un uno stand ho incontrato proprio il ‘mitico’ Gigio D’Ambrosio che trasmetteva in diretta per RMI. Ad un certo punto Gigio, senza conoscermi né avermi mai visto in precedenza, tra tanta gente che affollava lo stand ha detto proprio a me di passargli un determinato disco. Con mano tremante per l’emozione, gli passai il disco richiesto, ‘Don’t Go Breaking My Heart’ di Elton John, decidendo quindi di farmi assumere da Radio Milano International, che era di certo un ‘Olimpo’ cui aspiravano tutti i disc-jockey del momento. Dopo aver collaborato con varie emittenti, l’assunzione a RMI avvenne molti anni dopo, nel 1987, e da allora restai con quella Radio per ben 18 anni, usufruendo di una formidabile ‘scuola formatrice’ sul modello americano”.

A proposito di tale modello, D’Ambrosio ha ricordato che l’input a utilizzare jingle pubblicitari americani partì dall’ascolto tutte le sere sulle Onde Medie di Radio Luxembourg, dove i jingle erano fatti anche con la voce di Bob Stewart e più vicini alle esigenze USA. Cosa che fece prendere a Gigio ‘& friends’ il coraggio a quattro mani, telefonando prima all’emittente e poi recandosi in macchina nel Granducato di Lussemburgo, dove per 1000 dollari non Bob Stewart bensì un suo ‘fedelissimo’ – Benny Brown – gli ‘costruì’ una bobina di un’ora e mezza di jingle in stile statunitense. La bobina, registrata nel 1980, destò lo stupore persino di DJ Albertino (che lavorava a RMI), fratello minore del più noto Linus e di un’altra sorella con la quale, all’epoca, Gigio D’Ambrosio era… fidanzato.

Ma questa è un’altra storia, che potrete approfondire collegandovi al sito www.youtube.com/watch?v=O58XCwKNW-U (dove è possibile assistere all’intero Tech Talk). Come un’altra storia è quella di Marco Pellegrinato e Luca De Bartolo, che nella seconda parte del convegno online di Comunicare Digitale hanno parlato, dal punto di vista tecnico, di DVB-T2 e della piattaforma TivùSat.

Luca Raffone