La Chiesa e la prossimità: le Sante Messe di paese riscoprono le radio locali

Tra le tante regole imposte in questi giorni per limitare la diffusione dei contagi da coronavirus, c’è anche lo stop alle funzioni religiose.

L’assenza di Sante Messe pubbliche ha riavvicinato le parrocchie del territorio alle radio e alle tv locali.

Sono diverse le realtà areali che hanno ripreso (o in alcuni casi hanno iniziato per la prima volta) a trasmettere via etere e on-line le celebrazioni a cui, al momento, non è possibile partecipare.

La Chiesa ha sempre utilizzato i mass media per diffondere il proprio credo, ma in molte zone d’Italia si era persa la cosiddetta “prossimità”, ovvero la celebrazione del parroco del quartiere o del paese.

La chiusura degli edifici di culto ha fatto proliferare dirette o differite in ogni parte d’Italia.

E così, per citare alcuni casi, se Radio Civita InBlu di Gaeta (Lt) informa che dal 9 marzo trasmetterà la funzione religiosa ogni giorno alle 18.00 via etere e sul proprio profilo Facebook, altre emittenti – quale Radio Missione di Rho (Mi) – invitano addirittura i parrocchiani a farlo tramite l’app di FM-world.

Radio, tv, internet e tecnologia, quindi, vengono incontro alla gente che in questi giorni deve limitare gli spostamenti, per cercare di arginare la diffusione del coronavirus.

“Radiovisioni” locali: sono circa una cinquantina le radio non nazionali che dispongono di una tv

Sempre più radio si spostano (anche) verso la tv.

Ad evidenziarlo è Aeranti Corallo, la quale, oltre a sottolineare che quasi 4 milioni di persone guardano un canale televisivo con brand radiofonico (fonte “Volumi RadioTER primo semestre 2019”), ricorda il costante trend in crescita.

Ad oggi, sarebbero poco più di una cinquantina le emittenti locali che trasmettono in “radiovisione” (o comunque con un canale musicale che ne ripete – amplificandolo – l’identificativo).

Entrando nel dettaglio, sette di queste “radio-tv” diffondono su numerazioni LCN della prima fascia (tra il 10 e il 19 e tra il 71 ed il 99); otto sono nel secondo arco di numerazione (tra il 110 ed il 119 e tra il 171 ed il 199), altre otto si trovano nel terzo blocco (tra il 210 ed il 219 e tra il 271 ed il 299), mentre le rimanenti (quasi una quarantina) si sono posizionate tra il 601 ed il 699.

Va precisato, tuttavia, che alcune emittenti utilizzano più autorizzazioni, per cui sono presenti su diversi LCN.

Tre sono le tipologie di programmazione offerte:
1) contenuti simulcast con la radio, con immagini degli studi e video musicali del brano in onda;
2) contenuti simulcast, con presenza di videografica, senza immagini in diretta;
3) contenuti differenti dalla radio, ma con brand analogo.

Va infine sottolineato che vi sono emittenti che hanno abbandonato l’FM, ma che continuano a trasmettere in tv e sulle piattaforme digitali.

La “radiovisione”, un’opportunità per le radio locali secondo Aeranti-Corallo

La diffusione in FM rappresenta, da sempre, la piattaforma elettiva per le emittenti radiofoniche. Sono inoltre attive da tempo nuove piattaforme tecnologiche per la diffusione dei contenuti radiofonici; tra queste vi è la cosiddetta “radiovisione”.

Comincia così un comunicato di Aeranti-Corallo, relativo alla diffusione dei programmi radiofonici attraverso il digitale terrestre.

La radiovisione – spiega l’associazione – è la diffusione di un contenuto video (videoclip o immagini da studio), associato al contenuto audio, attraverso la tecnologia televisiva digitale terrestre Dvb-t. Si tratta di una modalità innovativa di diffusione dei propri contenuti che consente di sopperire alla sempre più limitata disponibilità di radioricevitori domestici (si calcola che ormai solo il 50% delle famiglie abbia un apparecchio radio in casa), rendendo disponibile la radio (arricchita di contenuti audiovisivi) attraverso il televisore.

Per effettuare tale tipo di trasmissione occorre ottenere dal Ministero dello Sviluppo economico una autorizzazione quale Fsma (fornitore di servizi di media audiovisivi). Tale autorizzazione viene rilasciata dalla Dgscerp del Ministero e può essere chiesta ex novo; in alternativa, l’autorizzazione (con relativa numerazione Lcn) può essere rilevata da soggetti già autorizzati per il bacino di interesse.

Con il processo attualmente in corso, relativo al passaggio al digitale terrestre tv di seconda generazione, anche i soggetti interessati ad avviare la c.d. «radiovisione» (nonché quelli che già l’hanno avviata) dovranno seguire l’iter previsto dalla legge di bilancio 2019.

In particolare, la Dgscerp del Ministero emanerà nelle prossime settimane i bandi, per ciascuna area tecnica, per la selezione dei Fsma che avranno diritto a farsi veicolare sulle reti in ambito locale. I criteri per la formazione delle graduatorie sono quelli previsti dal Dpr n. 146/2017 (cioè numero di giornalisti e dipendenti, indici di ascolto Auditel, investimenti in tecnologie innovative).

Aeranti-Corallo: “Diffondere il DAB+ per le radio locali in tutte le regioni”

Uno dei grossi limiti del DAB+ in Italia è l’assenza della pianificazione di frequenze per le radio locali in varie regioni.

Aeranti-Corallo chiede maggior attenzione per le emittenti areali, auspicando che “l’aggiornamento della disciplina del regolamento ricomprenda norme che consentano alle emittenti radiofoniche locali di poter diffondere i propri contenuti in tutte le regioni italiane anche prima dell’adozione e dell’attuazione del nuovo Piano di assegnazione delle frequenze”.

Questo il comunicato dell’11 luglio 2019:

Si è tenuta oggi alla Camera la Relazione annuale al Parlamento dell’Agcom (l’ultima di questa consiliatura). Nel corso del proprio intervento, il Presidente Agcom Angelo Marcello Cardani ha toccato, tra i molti temi, quello della radiofonia digitale. Si legge nella Relazione che “In particolare, dovrà essere completato il procedimento, avviato con delibera n. 13/19/CONS, relativo all’adozione del Piano nazionale di assegnazione delle frequenze in banda III VHF per il servizio radiofonico digitale DA+ (PNAF-DAB). Tale procedimento è stato avviato a seguito della disposizione di cui all’art. 1, comma 1030, della legge di bilancio 2018, come modificato dall’art. 1, comma 1103, lett. c), della legge di bilancio 2019, con la quale le frequenze della banda III VHF vengono destinate prioritariamente alla pianificazione della radiofonia digitale.

Inoltre si legge nella Relazione – allo scopo di garantire un assetto plurale e competitivo al mercato che andrà a determinarsi con la nuova pianificazione frequenziale, e per garantire un uso efficiente delle risorse pianificate, l ’Autorità intende aggiornare il Regolamento sulla radiofonia digitale la cui attuale versione, finalizzata a disciplinare il settore nella sua fase di avvio, risale al 2009 (delibera n. 664/09/CONS), sebbene con alcune modifiche e integrazioni apportate dalla delibera n.567/13/CONS.”

A margine della presentazione della Relazione annuale Agcom, il coordinatore Aeranti-Corallo, avv. Marco Rossignoli ha dichiarato: “Aeranti-Corallo apprezza il fatto che venga dato impulso alla radiofonia digitale. Occorre, tuttavia, che, l’aggiornamento della disciplina del regolamento ricomprenda norme che consentano alle emittenti radiofoniche locali di poter diffondere i propri contenuti in tutte le regioni italiane anche prima dell’adozione e dell’attuazione del nuovo Piano di assegnazione delle frequenze.”

Rossignoli ha quindi aggiunto che occorrerebbe prevedere che, fino alla data di assegnazione dei diritti di uso delle frequenze, il Ministero rilasci alle società consortili, che svolgono l’attività di operatori di rete in ambito locale, costituite ai sensi del Regolamento di cui alla delibera Agcom n. 664/09/CONS, nelle aree che non sono ancora state oggetto di tale assegnazione, autorizzazioni provvisorie per la sperimentazione delle diffusioni radiofoniche locali in tecnica digitale.

“In tal modo – ha concluso Rossignoli – anche l’emittenza locale potrebbe organizzarsi per competere nei nuovi scenari radiofonici digitali.”

Aeranti-Corallo: “Ancora poche frequenze DAB+ per le radio locali”

Aeranti-Corallo interviene nuovamente sui ritardi della pianificazione delle frequenze utilizzabili, da parte della radiofonia locale, per le trasmissioni in DAB+.

La dichiarazione dell’avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, avviene a margine di un comunicato relativo alle ultime novità che Agcom ha predisposto per l’avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale.

Questo il comunicato integrale:

Con delibera n. 223/19/CONS, avente ad oggetto “Consultazione pubblica relativa a modifiche e integrazioni al regolamento recante la nuova disciplina della fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale, di cui alla delibera n. 664/09/CONS e successive modificazioni” l’Agcom ha predisposto uno schema di modifiche a tale Regolamento finalizzate a introdurre un obbligo di must carry a carico degli operatori di rete per destinare capacità trasmissiva degli stessi a fornitori indipendenti di contenuti radiofonici.

In particolare, viene previsto l’obbligo per gli operatori di rete radiofonici in ambito nazionale di cedere una quota delle unità di capacità (CU) del blocco di diffusione (formato da 864 CU) a fornitori di contenuti radiofonici nazionali indipendenti nelle seguenti quantità: da parte della concessionaria del servizio pubblico Rai 216 CU; da parte di ciascun operatore di rete nazionale privato 144 CU.

Gli operatori di rete radiofonica in ambito locale dovranno, invece, rendere disponibile la capacità trasmissiva non utilizzata dai partecipanti alle società consortili, a fornitori di contenuti radiofonici in ambito locale autorizzati anche non facenti parte del capitale sociale delle medesime società.
La consultazione pubblica avrà termine il 13 luglio p.v.

Al riguardo, l’avv. Marco Rossignoli coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Nel momento in cui l’Agcom prevede nuove norme per incentivare la diffusione di contenuti attraverso la tecnologia radiofonica digitale Dab+, dovrebbe affrontare contestualmente anche la problematica degli spazi frequenziali utilizzabili, con tale tecnologia, dall’emittenza locale. Infatti, in oltre due terzi del territorio italiano, l’emittenza locale non può ancora trasmettere in Dab+ a causa della mancanza di frequenze disponibili.

E’ evidente – ha concluso Marco Rossignoli – che, in un contesto in cui il settore radiofonico sta avviando il processo di digitalizzazione delle trasmissioni, coloro che non potranno operare fin da subito, quantomeno in via sperimentale, con la nuova tecnologia, matureranno un incolmabile ritardo rispetto a coloro che già operano in digitale, con evidenti conseguenze sul pluralismo e la concorrenza nel comparto”.

Cresce il DAB+ in Umbria: attivato un nuovo mux di emittenti locali

In Umbria è operativo un nuovo mux DAB+ delle emittenti radiofoniche locali.

Il nuovo mux, denominato “Radiofonia locale digitale Umbria” è stato attivato da alcune emittenti facenti parte del sistema associativo Aeranti-Corallo e trasmette sulle frequenze del blocco 10C.

Questo mux va ad aggiungersi agli altri delle radio locali già operativi da tempo in Toscana (province di Firenze, Pistoia, Prato, Arezzo e Siena), Piemonte occidentale (province di Torino e Cuneo), Trentino Alto Adige, Campania (province di Napoli e Caserta).

La società, il cui amministratore unico è Elena Porta, è partecipata dalle seguenti imprese radiofoniche locali, concessionarie per le trasmissioni radiofoniche analogiche e autorizzate quali fornitori di contenuti per la radiofonia digitale terrestre in ambito locale: Max Radio Classic della Umbria Media srl; Radio Blu della Radio Blu snc; Radio Galileo della Galileo Soc. Cooperativa; Radio Studio Delta della Radio Studio Delta snc; Simply Radio della I.B.C. srl.

Le trasmissioni vengono diffuse attraverso un impianto ubicato in località Colle della Trinità (PG).

Esprimendo soddisfazione per tale attivazione, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha dichiarato: “Il nuovo mux realizzato in Umbria conferma l’impegno dell’emittenza radiofonica locale a investire nella radiofonia digitale, per essere protagonista nei nuovi scenari tecnologici.

Occorre ora – ha aggiunto Rossignoli – che l’emittenza locale possa essere messa nelle condizioni di operare in tutta Italia. Infatti, al momento, a causa della scarsità delle frequenze in molte zone, le radio locali non hanno ancora la possibilità di trasmettere in dab+. E’ assolutamente necessario – ha concluso Rossignoli – che il Ministero dello Sviluppo economico autorizzi fin da subito l’attivazione di impianti sperimentali in attesa del riassetto delle frequenze che sarà attuato nel giugno 2022”.

(Comunicato stampa Aeranti-Corallo)