L’anno della digitalizzazione delle autoradio: quanto è cresciuto il DAB+ nel 2020?

Il 2020 è stato l’anno della digitalizzazione delle autoradio.

Addetti ai lavori e appassionati del settore ne sono consapevoli, ma il pubblico che ascolta la radio (a prescindere dal device) ha avuto un arricchimento dal DAB+ o servirebbe qualcosa di più?

Ne parliamo nel podcast di questa settimana, dopo essere stati contattati da alcuni lettori di Lombardia e Piemonte che, grazie all’attivazione di nuovi impianti DAB+ sul confine svizzero, hanno scoperto una nuova ed ampia offerta di emittenti straniere.

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Negli Stati Uniti, sulle auto elettriche digitalizzate torna a gran richiesta la radio FM

La radio evolve sempre più verso il digitale.

Lo sappiamo tutti, in Europa e nel mondo, dove la spinta verso l’IP e il DAB+ è costantemente crescente.

C’è chi però, come Tesla – azienda statunitense specializzata nella produzione di auto elettriche – ha dovuto fare un parziale dietrofront.

Come riporta la testata EveryEye.it, la nota ditta americana aveva implementato al suo interno una strumentazione all’avanguardia, dotando i mezzi di servizi di vario genere, legati a musica, informazione e intrattenimento.

Il tutto, a discapito di radio AM/FM e di Sirius XM, considerati ormai obsoleti.

Le lamentele dei clienti, tuttavia, hanno avuto la meglio e così dal quarto trimestre 2020 è possibile disporre di radio analogica, in aggiunta a quella (sempre rimasta presente) digitale.

Non sarà tuttavia di serie: per sintonizzare la modulazione di frequenza e le onde medie sarà necessario investire 500 dollari come optional.

Un paradosso, considerando il fatto che fino a poco tempo fa era il digitale ad esserlo.

Eppure diversi utenti sembrano già disposti per l’inaspettato investimento.

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L’anno del DAB+: quale la copertura ad oggi della digital radio?

Qual è, ad oggi, la copertura del DAB+ in Italia?

La domanda sorge spontanea in vista della digitalizzazione delle autoradio da questo 2020.

Consultando i siti internet dei tre rispettivi mux nazionali, il dato che emerge è quello della popolazione servita.

Un risultato confortante, se prendiamo in considerazione le emittenti private nazionali, decisamente più discutibile invece se consideriamo la radio di Stato e le locali.

Spetta a DAB Italia lo scettro di miglior illuminazione del territorio. Ad oggi la copertura è vicina all’85%, con i maggiori deficit a sud e nelle isole.

DAB Italia include Radio Maria, Radio Radicale, Radio Deejay, R101, Radio Capital, m2o, Radio 24, RDS, Radio 105 Dab, Radio Maria Albania, RDS Relax, Capital Funky, m2o Dance, Radio 24+1, Deejay 30 Songs, Radio Radicale News, Kc1 Test, Kc2 Test e Kc3 Test.

Attorno all’80% la situazione per EuroDAB Italia, dove – stando alla cartina riportata – i maggiori problemi si riversano sulla dorsale appenninica e su alcune aree interne delle due principali isole.

EuroDAB Italia propone RTL 102.5 (e le seconde reti Best, Bro&Sis, Romeo&Juliet, ViaRadio, Rewind, Doc), Radiofreccia, Radio Zeta Dab, Radio Italia Solo Musica Italiana, Radio Italia Trend, Radio KissKiss, Radio Monte Carlo, Virgin Radio, Radio Subasio XL, Radio inBlu 2000, RPL Radio Padania Libera, Radio Vaticana e BBC World Service.

Più critica, come anticipavamo, la situazione per RaiWay che ad oggi dichiara un +50% di popolazione servita. Anche in questo caso, più capillare la copertura al nord che al sud. La Rai stessa aveva dichiarato, qualche mese fa, l’attivazione di diversi nuovi impianti entro tre anni.

Il pacchetto Rai include Radio1, Radio2, Radio3, Radio1 Sport, Radio2 Indie, Radio3 Classica, Isoradio, GR Parlamento, Radio Tutta Italiana, Radio Techetè, Radio Live e Radio Kids.

A livello locale, permane la lenta pianificazione dei mux territoriali, tanto che ad oggi sono ancora poche le regione servite da segnali “areali”.

Tra queste ricordiamo il Trentino Alto Adige, parte del Piemonte, dell’Emilia-Romagna e della Toscana, l’Umbria, l’area di Roma, di Napoli e di Cagliari.

La (futura) disponibilità di nuove frequenze si incrocia inevitabilmente con i cambiamenti che sta attraversando il digitale terrestre televisivo.

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FM-world entra nelle autoradio americane con il sistema DTS Connected Radio di Xperi

E’ nata una nuova partnership tra 22HBG e la società americana Xperi.

Quest’ultima si occupa del sistema DTS Connected Radio, presente su circa 60 milioni di auto oltre-oceano.

L’accordo prevede la disponibilità di fruire, agli utenti di Xperi, delle funzionalità e dei contenuti della app di FM-world.

“Grazie alla nuova partnership, 22HBG fornirà al sistema DTS Connected Radio di Xperi i contenuti di FM-world relativamente alle radio per quel che riguarda il mercato Italiano”, dichiara Gianluca Busi, CEO di 22HBG, in una antipazione rilasciata a Newslinet.

“Il sistema di Xperi, presente nella maggior parte delle connected car in America e Europa, consentirà agli utenti che usano questa tecnologia (circa 60 milioni solo in America) di avere accesso a tutto quello che l’ecosistema FM-world metterà a disposizione (flussi, podcast e altri contenuti digitali)”.

Di fatto, quindi, le emittenti italiane presenti su FM-world (che hanno un flusso streaming non limitato geograficamente) potranno essere ascoltate da chi dispone del sistema DTS Connected Radio di Xperi, rendendone semplice ed immediata la fruizione.

Un grosso passo in avanti che viene incontro, in primis, alle comunità italiane che cercano contenuti dal proprio territorio d’origine (gli Stati Uniti sono il Paese dove l’app di FM-world ha il maggior numero di utenti, dopo l’Italia).

Nello stesso tempo, l’accordo 22HBG-Xperi consentirà anche a chi non ha legami con l’Italia di conoscere e seguire le emittenti di un Paese che affascina tutto il mondo, col semplice utilizzo di FM-world.

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Come sarà l’autoradio del futuro? Il gruppo Talkmedia si confronta sui cambiamenti del device

Qual è il futuro dell’autoradio? Che cosa si ascolterà in macchina nei prossimi anni? E soprattutto, come cambierà il device stesso?

Le domande nascono da un confronto tenutosi nel gruppo Talkmedia, la community su Facebook di FM-world che ogni giorno condivide notizie e opinioni sul mezzo radiofonico.

All’origine, il quesito era ancora più specifico: esisterà in futuro un’autoradio priva di ricevitori via etere (quindi niente AM, FM, DAB+), predisposta soltanto a diffondere audio e video dal web e dalle app?

In questo caso, quindi, non si intende solo streaming di emittenti radiofoniche, ma entrano in gioco anche Spotify ed altre piattaforme digitali, che trasformano di fatto l’autoradio in un sistema audio complesso.

Per alcuni, soprattutto per chi ha figli in età adolescenziale, l’autoradio di oggi è già così: i più giovani collegano lo smartphone via Bluetooth al device dell’auto, passando dalla propria musica preferita ai podcast fino (in misura minore) alla radio stessa.

Altri fanno notare che sarà il 5G il passo definitivo che cambierà prospettiva alla piattaforma che include (anche) l’autoradio, mentre qualcuno ritiene che la banda FM potrebbe reggere ancora alcuni anni e che gli utenti sono più propensi ad utilizzare i propri “giga” per altri servizi e non tanto per ascoltare lo streaming di una radio.

C’è poi chi sottolinea che l’Italia non è un Paese servito in maniera omogenea e che in diverse aree la rete “sgancia”, fornendo un servizio ancora incompleto.

Infine, il futuro per alcuni potrebbe essere totalmente on-demand. Si sale in auto e si comunica a voce col device, chiedendo un contenuto specifico che non includa solo la radio, ma anche servizi quali il traffico o il meteo.

In sintesi, mai come in questo periodo storico si sta “ricostruendo” l’immagine e la funzionalità di un mezzo di comunicazione (qual è la radio in auto) che da sempre accompagna ogni giorno milioni di persone, nella propria quotidianità.

“C’era una volta l’autoradio”: sostegno al passaggio verso il digitale

“Chiediamo alle istituzioni di inserire, fin da subito, la radio digitale, Dab+, dtt o ibrida su tutte le auto nuove”.

Sono queste – riassunte in un tweet di Radio1 – le parole di Fabrizio Salini, amministratore delegato della Rai, intervenuto alla giornata “C’era una volta l’autoradio”, organizzata presso la sede Rai di Via Asiago a Roma.

Salini, in particolare, ha chiesto che si parli di più di radio digitale, intesa come Dab+, ma anche come auto connesse e come (più in generale) intrattenimento a bordo.

“Dal 2020 – ha aggiunto – tutte le radio in vendita dovranno essere necessariamente digitali; editori e distributori stanno aumentando le coperture a ritmi frenetici”.

Salini è intervenuto anche sul segnale arrivato dal Parlamento Europeo, intenzionato a sostenere la ricezione della radio DAB+ su tutte le nuove autoradio.

In Italia, intanto, è già stata introdotta la legge che impone dal primo giugno 2019 l’obbligo per importatori, catene commerciali e settore automobilistico di approvvigionarsi di ricevitori radio, dotati del sistema di ricezione della radio digitale terrestre DAB+.

Dal primo gennaio 2020, l’obbligo si estende alla vendita al pubblico su qualsiasi piattaforma commerciale.