“Ma che partita hai visto?”, il nuovo podcast di RTL 102.5

Sarà disponibile a giorni un nuovo podcast dedicato al calcio, a cura di RTL 102.5. I dettagli nel comunicato.

Il 20 gennaio 2025 debutta un nuovo podcast di RTL 102.5 dedicato al calcio: “Ma che partita hai visto?”. A cura di Massimo Caputi e Paolo Pacchioni con la partecipazione di Andrea Salvati, Tommaso Angelini e Nicolò Pompei.

Ogni lunedì, appuntamento imperdibile su RTL 102.5 Play con un podcast che offre una visione fresca e appassionata del mondo del calcio, affrontando temi, curiosità e analisi con uno stile unico e coinvolgente. I temi caldi del momento e il commento al campionato con voci e opinioni diverse su partite, giocatori, allenatori. Tutte le sfumature del gioco più amato al mondo con le voci protagoniste della radio più ascoltata d’Italia.

Il podcast sarà disponibile in streaming sulla piattaforma RTL 102.5 Play.

(Comunicato stampa)

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“Non parlate sull’intro delle canzoni!”: l’appello di Red Ronnie alle radio

“Avevano proprio ragione i Beatles, quando non mettevano l’introduzione musicale nelle canzoni, ma attaccavano col cantato”.

Inizia così l’ultimo video di Red Ronnie, pubblicato sui propri canali social, per affrontare il tema delle intro in radio.

“Oggi le radio tagliano tutte le introduzioni delle canzoni” – racconta ai propri follower“L’abilità dei dj è quella di parlare sull’intro e smettere appena iniziano a cantare. Quando facevo io radio – ricorda – era importante l’introduzione di una canzone”.

Red Ronnie spiega che questa riflessione nasce da un suo ascolto di Radio Birikina, emittente che dichiara di seguire spesso. Un’emittente che apprezza perchè “non sai cosa ascolti” grazie al proprio ‘pubblico’ che chiede le canzoni più disparate.

Quello che non piace a Red Ronnie, tuttavia, è il messaggio dell’ascoltatore sull’intro del brano. E cita il caso di una canzone immortale specifica: “Riders on the Storm” dei Doors, ‘coperta’ – nelle note iniziali – dalla voce di chi l’ha richiesta.

“Se una canzone ha una introduzione musicale, per l’autore è importante, così come il finale che viene sempre sfumato”, aggiunge specificando che “una canzone non è fatta solo da quando uno inizia a cantare a quando uno finisce di cantare”.

Red Ronnie teme che il suo appello tuttavia finirà nel vuoto perchè “i proprietari delle radio non amano la musica, ma la usano come giustificazione per spot pubblicitari”.

Altra critica mossa nei confronti di radio e tv è la ‘base’ (la musichetta, come viene citato nel video), quando si parla. La motivazione – secondo quando dichiarato da Red Ronnie – è perchè questa genera introiti SIAE.

Il video – che condividiamo in coda – termina con un invito alle radio indipendenti: “Trasmettete artisti nuovi e rispettate l’introduzione di una canzone”.

Red Ronnie saluta i propri follower ritenendo che il video sarà inutile e che non otterrà alcun risultato, “però io come Don Chisciotte combatto contro i mulini a vento”.


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Al via la nuova stagione di “Biz”, il podcast di Max Brigante

Disponibile da oggi la prima puntata della nuova stagione di BIZ, il podcast di Max Brigante, che spiega e racconta l’industria discografica dal punto di vista dei suoi addetti ai lavori.

Prodotto da Dopcast, BIZ parla di un elemento che fa parte della vita di tutti noi, la Musica, che può essere ascoltata, ma anche raccontata nelle sue dinamiche e analizzata nei suoi numeri. BIZ è il corridoio di una casa discografica, il backstage di un concerto, e uno studio di registrazione.

Dai numeri di mercato alla direzione artistica, dal funzionamento di una casa discografica al management artistico, dalla genesi dei grandi successi al processo creativo di una canzone, dai ruoli dell’industry all’organizzazione dei grandi eventi live: questi i temi trattati da Max Brigante insieme ai suoi ospiti, 10 professionisti per 10 puntate inedite. Ospite del primo episodio podcast – già disponibile da oggi 13 dicembre sulle maggiori piattaforme di streaming e in versione vodcast sabato 13 gennaio su Radio 105 TVGino Castaldo, tra i più autorevoli giornalisti musicali italiani.

A seguire, Sara Potente, direttrice artistica di Dischi Numero Uno, storica etichetta legata alla migliore tradizione cantautorale italiana, e oggi rilanciata da Sony Music; Antonella Marra, business & legal affairs deputy director di Universal Music Group; Marco Masoli, A&R Director di Warner Music Italy; Sergio Pappalettera, graphic designer, direttore artistico e regista.

E ancora, Niccolò Agliardi, autore, cantautore, conduttore radio e TV, scrittore, podcaster; Andrea Vittori, a capo di MA9, tra i maggiori uffici stampa per la musica e per l’entertainment in Italia; Clemente Zard, managing director di Vivo Concerti, tra i principali organizzatori di eventi musicali in Italia; Daniele Orlando, founder e direttore artistico del Fabrique, tra i club di riferimento per la musica dal vivo in Italia e del Milano Summer Festival all’Ippodromo SNAI Milano; Dino Stewart, managing director di BMG Italy.

BIZ è disponibile ogni venerdì in formato podcast alle 12.00 sulle maggiori piattaforme di streaming e ogni sabato in formato vodcast su Radio 105 TV al canale 66 del digitale terrestre e su YouTube.

I contenuti sono stati sviluppati in collaborazione con Rockol.

(Comunicato stampa)

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Podcast batte Radio e TV alle elezioni presidenziali: i numeri e alcune considerazioni dagli USA

Dopo i sorprendenti risultati delle elezioni presidenziali USA – che hanno visto Trump vincere di larga misura, quando i sondaggisti davano un lieve vantaggio per Harris – si sono moltiplicate le analisi delle strategie di comunicazione dei due candidati. Tante le considerazioni ma una sopra tutte: i podcast sono stati la chiave di volta – e sono destinati a continuare a esserlo.

In altre parole: TV e Radio “lineari” stanno  perdendo la loro importanza e risulta perdente anche la strategia di caricare i contenuti dei media tradizionali sulle piattaforme di podcasting, magari chiamandoli “catch up” radio. Vale dunque la pena riassumere quanto accaduto e fare qualche considerazione.

I numeri

Cominciamo dai numeri dei canali “lineari”.

Il classico dibattito elettorale in TV, quello dove i candidati hanno i minuti contati e i giornalisti pongono domande standardizzate, ha visto quest’anno circa 51,3 milioni di telespettatori. Un calo del 30% rispetto allo stesso identico dibattito del 2020, che era stato seguito da 73,1 milioni di telespettatori. Per quanto riguarda la radio, analogo dibattito ha avuto luogo su NPR, la rete pubblica statunitense, ma non sono noti i risultati di ascolto. NPR ha inoltre ritrasmesso (simulcast) il dibattito TV dell’11 settembre.

Un dato interessante si può ricavare dal numero di “views” sul canale YouTube della rete host, ABC: pur trattandosi di uno dei tre storici network analogici USA, il numero di visioni è stato di soli 15.434.297 telespettatori.

Podcast contro TV, 3-1

In pratica neppure un terzo di quanti hanno seguito il podcast-dialogo tra Trump e Rogan sul solo canale YouTube del podcaster Rogan: 52 milioni, di cui 22 circa durante le prime 24 ore. 

A questi vanno ovviamente aggiunti gli ascoltatori su Spotify, il cui numero non è stato reso pubblico. Ma considerando che il numero di followers su YouTube e Spotify è sostanzialmente identico possiamo ipotizzare si debbano aggiungere altre decine di milioni di ascolti.

Harris

L’esperienza dell’altro candidato, Harris, potrebbe smentire tanto entusiasmo: la sua partecipazione al secondo podcast più popolare di Spotify, “Call Her Daddy” ha portato meno di un milione di ascolti (questione su cui torniamo tra poco)

Fiducia

Non è solo l’asettico computo delle views che va considerato: c’è anche una questione di fiducia nel mezzo e quelli tradizionali stanno andando decisamente male.

Ad esempio, parlando di carta stampata (e/o dei siti della ex carta stampata)  il fondatore di Amazon e proprietario di The Washington Post, Jeff Bezos, ha recentemente spiegato come per la prima volta nella storia della rilevazione la fiducia degli americani rispetto a quanto scrive un quotidiano ha raggiunto il minimo di sempre, superando in negativo perfino il congresso.

100 Milioni di ascoltatori

Risultato: cresce la fiducia nei podcaster (podcaster, non necessariamente podcast).

Tanto da portare il 47% dei cittadini USA ad ascoltare almeno un podcast al mese, un numero che tocca il 59% se si considerano i minori di 34 anni (dati di Edison Research). In generale, secondo Edison, i podcast vantano ormai negli USA un’audience pari a 100 milioni di ascoltatori.

Linguaggio differente

Chiudiamo con una considerazione che abbiamo sentito fare a numerosi analisti e che spiega probabilmente il deludente risultato di Harris. Gli anchor, i conduttori dei podcast di successo adottano un linguaggio, un tipo di conduzione, molto lontano da quelli tradizionali radio televisivi.

Niente interviste: si tratta invece di conversazioni – ci verrebbe da dire – nel caso di Rogan tra pari. Conversazioni che possono prendere le strade più inattese e che spesso durano oltre le 3 ore (con punte di 4).

Un’impostazione che permette al pubblico di capire  la vera personalità di chi viene intervistato. Nessuna frase fatta, nessuno script, nessun messaggio preconfezionato può resistere a un dialogo di tre ore.

Tutto il contrario di quanto si era abituati ad ascoltare nei dibattiti TV, quelli con “pari minuti di parola” ai vari candidati e domande spesso poco o per nulla graffianti da parte dei blasonati giornalisti che li conducono. (M.H.B. per FM-world)

Nuovi podcast su RaiPlaySound: l’offerta di dicembre

Saranno diversi i podcast che arricchiranno l’offerta di RaiPlaySound nel mese di dicembre. I dettagli nel comunicato.

Uscirà domenica 8 dicembre il podcast “Tale Padre”, nuovo podcast original RaiPlay Sound di Mauro Pescio, autore di “Io ero il Milanese”, l’esemplare storia dell’ex detenuto Lorenzo S. La protagonista del podcast è Maria Sole Mansutti, regia e sound design cura di Leonardo Carioti, con la direzione artistica di Andrea Borgnino, responsabile podcast original RaiPlay Sound. “Tale padre” racconta in 8 episodi una storia profonda, intensa e intrisa di emozioni che esplora il viaggio di una donna alla ricerca delle proprie radici e della propria identità. Maria Sole cresce nella tranquilla pedemontana friulana, in un contesto fatto di affetti familiari complessi e segreti mai svelati. La scoperta, a 12 anni, che l’uomo che chiama papà non è il suo padre biologico è l’inizio di un percorso di crescita segnato da svolte inaspettate, difficoltà e resilienza.. Nel corso degli otto episodi, il podcast ripercorre le tappe salienti della sua vita: l’inizio degli studi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, le scoperte sulle sue origini attraverso incontri toccanti e indagini personali, e il confronto con verità difficili ma liberatorie

Mercoledì 11 dicembre sarà la volta di “In nome del figlio”, serie podcast di 10 episodi da 30 minuti a cura di Vincenzo Frenda, realizzato in collaborazione con il Tg2, che ospita il racconto e le testimonianze di 10 genitori che hanno perso un figlio. Sono storie molto diverse fra loro, storie di dolore certamente, ma soprattutto di crescita e talvolta perfino di rinascita. È una indagine sull’animo umano quando subisce il dolore più grande che si possa provare. Sono spesso casi di cronaca di cui si è molto parlato, e poi ci sono storie poco conosciute ma di forte impatto. C’è una puntata dedicata a Giulia Cecchettin con una lunga e intensa intervista al padre Gino che ha aperto le porte della casa dove viveva con Giulia e ci ha fatto ascoltare l’ultimo messaggio audio che la figlia gli ha inviato poche ore prima di essere uccisa. C’è la testimonianza toccante di Luca Valdiserri che ricorda il figlio Francesco investito da una ragazza ubriaca, i ricordi intimi di Paola e Claudio Regeni sul loro Giulio, il risentimento di Antonio Cesarano che ha perso sul figlio Gennaro di 16anni ucciso dalla camorra e ancora le riflessioni di una Gaia Mistretta che ha accolto il casa il ragazzo che ha ucciso la figlia Asia riuscendo perfino a perdonarlo. Ogni genitore al termine della puntata ha letto una lettera o rivolto un pensiero direttamente al proprio figlio generando un momento di comunione e ricongiungimento profondo ed emozionante.

Venerdì 13 dicembre uscirà “9999. Una grande vita lunga”, serie podcast di episodi da 40 minuti, a cura di Giovanni Cioni, prodotto da Società Rumore srl. Il podcast è un viaggio sonoro e cinematografico – tra voce e suono, che creano immagini che arrivano come reminiscenze. Le parole ripercorrono la vita di Giovanni Farina, la rivivono. Ci portano lontano nel tempo – la sua infanzia di pastore sardo in Toscana, il clima di sospetto e di criminalizzazione con il quale si è scontrato, i primi arresti e le fughe, la famiglia dispersa. Le parole ci portano lontano nello spazio – nella giungla del Venezuela, in Australia, nella caverna dei lunghi anni di isolamento. Giovanni Farina fu catturato nell’agosto del 1998, in Australia, e condannato all’ergastolo per il sequestro dell’imprenditore Giuseppe Soffiantini, uno degli ultimi e più clamorosi sequestri di persona avvenuti negli anni Novanta. Fine Pena Mai, che per lo Stato Italiano equivale al 31 dicembre del 9999. Giovanni Farina è sopravvissuto: all’ergastolo e alla sua leggenda, quella dell’imprendibile bandito Farina.

Uscirà lunedì 16 dicembre “La grande famiglia”, serie podcast di 6 episodi da 15 minuti, a cura di Cristiano Barducci, per la direzione artistica di Andrea Borgnino, Responsabile Podcast Original RaiPlaySound. Anni ‘50, una radio di New York crea La grande famiglia, un programma per italoamericani sponsorizzato da un’azienda di pomodoro. Il meccanismo è semplice, ma geniale: in cambio di dieci etichette come prova d’acquisto, un inviato sarebbe andato a registrare le voci dei parenti in Italia. In un mondo senza telefono, le tredici stagioni dello show hanno rappresentato per moltissime persone l’unico legame con gli affetti e la terra di origine.

Da giovedì 19 dicembre sarà disponibile su RaiPlaySound “Noi siamo coraggio. Storie di censura” di Désirée Klain: formato da 10 episodi da 15 minuti, è un podcast per la libertà di stampa e di pensiero. Protagonisti delle varie puntate sono giornalisti, attivisti, parenti di vittime innocenti, esponenti della società civile, che hanno tutti un unico denominatore: riuscire a portare avanti sfide difficili senza paura. Uomini e donne che hanno sperimentato il bavaglio della censura, la persecuzione di regimi dittatoriali, della criminalità, dei poteri forti, ma nonostante questo hanno messo in pericolo la loro vita per poter parlare, raccontare, denunciare. Migliorando di fatto la nostra società e accendendo una luce sugli ultimi.

Lunedì 23 dicembre sarà online sulla piattaforma streaming Rai il podcast “Antonio Bardellino. Il fantasma del Boss” di Francesco Marino, formato da 6 episodi da 15 minuti. Antonio Bardellino, fondatore del clan dei Casalesi, affiliato alla mafia, primo camorrista a fare politica attiva. Bardellino è stato ispiratore e autore di alcune delle più cruente azioni criminali come la strage dei pescatori di Torre Annunziata. La sua morte è sempre stata una vicenda molto controversa e avvolta nel mistero.

Nel giorno di Natale, mercoledì 25 dicembre, esce “Babbo bastardo – seconda stagione” di Antonio Losito, podcast satirico (8 episodi da 20 minuti), che racconta in ogni episodio i padri peggiori della storia. Padri che hanno fatto di tutto per distruggere la vita dei propri figli (riuscendoci). Ed in parallelo, la resilienza dei figli: uomini e donne vessati fin dalla culla che hanno ottenuto un successo mondiale nonostante loro.

(Comunicato stampa)

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Radio 24 presenta il podcast “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”

“Ho riaperto gli occhi, c’era fuoco ovunque e davanti a me avevo il buco fatto dall’aereo. Ho detto: quella è la mia salvezza”.

Milena Gabusi è una dei quattro sopravvissuti della classe II°a dell’Istituto tecnico Gaetano Salvemini di Casalecchio di Reno (Bo), colpito da un aereo militare in avaria il 6 dicembre del 1990.

Erano da poco passate le 10.30 quando un caccia Aermacchi MB-326 dell’Aeronautica Militare in avaria, senza più nessuno a bordo dopo che il pilota si era lanciato con il paracadute, perse quota e si schiantò contro una scuola della provincia di Bologna. All’interno erano presenti 285 studenti e 32 tra professori e personale scolastico. L’aereo colpì il muro dell’aula della classe II°a dove si trovavano 16 alunni, 12 dei quali morirono sul colpo.

Il cherosene presente nei serbatoi fuoriuscì e prese immediatamente fuoco: fumo e fiamme si propagarono per tutto l’edificio, intrappolando diverse persone al piano superiore. 88 feriti furono ricoverati in ospedale e 72 di essi riportarono invalidità permanenti in misura variabile tra il 5% e l’85%. Molti altri si salvarono saltando giù dalle finestre per sfuggire al fumo acre sprigionatosi nell’incendio.

Nel 1997 la Corte d’Appello di Bologna stabilirà che si trattò di una tragica fatalità.

A 34 anni di distanza da quella tragedia, Elisabetta Fusconi e Anita Panizza sono tornate sul luogo dell’incidente, hanno raccolto la sua storia, quella delle vittime, ascoltato le testimonianze di chi si è salvato, i ricordi di chi ha prestato soccorso e le voci dei genitori delle vittime.

Una tragedia dimenticata, raccontata ora nel podcast originale in sette episodi: “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”, prodotto da Radio 24 in collaborazione con Audio Tales, e disponibile sul sito, la app di Radio 24 e su tutte le piattaforme audio, dal 20 novembre 2024.

(Comunicato stampa)

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