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05 Maggio 2025
Mentre il dibattito si concentra sulle regole per garantire la visibilità dei contenuti radiofonici e televisivi sugli apparecchi connessi - su cui approfondiremo tra poco - Agcom ha acceso un ulteriore riflettore su un altro tema cruciale: la presenza dei ricevitori DAB+ e FM nelle auto. Con una recente segnalazione al governo, l’Autorità ha chiesto che si intervenga per evitare che questi strumenti vengano progressivamente eliminati a favore dei soli sistemi connessi, privi di ricezione via etere. Una mossa che punta a salvaguardare l’accesso universale e gratuito alla radio, in particolare nei veicoli, dove il rischio è quello di trasformare un servizio pubblico in un’opzione a pagamento o legata a connessioni dati.
Questo intervento si inserisce in un quadro più ampio di revisione della delibera sulla prominence (n. 390/24/Cons), approvata lo scorso ottobre, con cui si erano definite le modalità per garantire la rilevanza dei servizi di interesse generale – tv e radio – sui dispositivi connessi, a partire dalle smart tv, ma anche nei sistemi di infotainment delle automobili.
Il consiglio dell’Agcom ha approvato un provvedimento per avviare una consultazione pubblica su una versione semplificata delle linee guida. Il documento, non ancora pubblicato, riapre il confronto su aspetti già affrontati nella prima fase e nasce anche a seguito del ricorso al Tar presentato da Google, Samsung e Anitec-Assinform. I ricorrenti – produttori di piattaforme e dispositivi – avevano contestato le modifiche richieste ai loro sistemi operativi, necessarie per applicare le disposizioni dell’Autorità.
Tra i punti chiave della revisione - riporta l'articolo del quotidiano economico - figura una razionalizzazione dell’interfaccia utente dei dispositivi: si prevede una home page semplificata con un numero limitato di icone. Oltre all’icona blu che rimanda al digitale terrestre, dovranno comparire le app dei cinque principali operatori televisivi (Rai, Mediaset, La7, Sky e Discovery), un’icona per le altre tv nazionali e una per le tv locali. Presente anche un’icona dedicata alle radio. L’obiettivo è mantenere la visibilità dei contenuti gratuiti e di interesse generale senza appesantire l’esperienza utente o penalizzare i produttori.
Secondo le linee guida attuali, entro un anno tutti i televisori connessi, decoder e chiavette smart avrebbero dovuto ospitare nella schermata iniziale una sezione dedicata ai Servizi di interesse generale. Oltre alla Rai, questo includeva radio e tv nazionali gratuite – generaliste, semigeneraliste, d’informazione, per bambini e culturali – e le emittenti locali, purché dotate di una testata registrata. Le domande ricevute dall’Agcom per essere inclusi in questo elenco sono state ben 1.163, segno dell’interesse ma anche fonte di complessità attuative che hanno spinto i produttori a opporsi.
Il contenzioso aperto da Google e gli altri sarà discusso l’11 giugno prossimo. Anche se le modifiche non saranno ancora operative per quella data, la consultazione pubblica in corso rappresenta un tentativo di distendere il clima e guadagnare tempo utile a trovare una soluzione condivisa. Dopo questa fase, il provvedimento dovrà comunque essere notificato alla Commissione europea, con ulteriore attesa per il parere di Bruxelles. Risultato: l’intero impianto potrebbe subire ritardi consistenti.
* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]