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Una analisi alquanto superficiale, perché nel 2024 l'ascolto del 'mezzo' si è semplicemente riallineato a quelli che erano i dati degli anni antecedenti.
Nel 2023 - non dimentichiamocelo! - ci fu la polemica relativa al 'suggerimento' che le emittenti davano agli ascoltatori su come rispondere alla telefonata dell'indagine stessa.
Un comportamento lecito secondo alcuni, da vietare secondo altri. Fatto sta che, pur non invalidando i dati del 2023 (che risultarono in evidente crescita rispetto agli anni precedenti), quella modalità di suggerire la risposta fu poi vietata e lo è tuttora.
E il risultato è che l'anomalia ricade proprio sull'anno 2023, non su tutti gli altri.
Andiamo per ordine. L'indagine RadioTER, che ha concluso proprio con gli ultimi dati il suo ciclo in vista della nuova Audiradio, ha monitorato gli ascolti dal 2017 al 2024.
L'unica "annata" non disponibile è quella del 2020, in quanto il Covid bloccò le rilevazioni in una parte di quell'anno.
Se prendiamo in considerazione il Giorno Medio Ieri, il risultato - anno per anno - è il seguente:
Annuali 2024: 35.077.000
Annuali 2023: 36.343.000
Annuali 2022: 33.809.000
Annuali 2021: 33.850.000
Annuali 2019: 34.849.000
Annuali 2018: 34.703.000
Annuali 2017: 35.464.000
Su 7 rilevazioni, il 2024 si colloca al terzo posto tra le migliori performance.
E il Quarto d'Ora Medio? In realtà - dicono tutti - è l'AQH quello che conta.
In questo caso, il risultato è ancora migliore.
Annuali 2024: 6.655.000
Annuali 2023: 7.239.000
Annuali 2022: 6.345.000
Annuali 2021: 6.190.000
Annuali 2019: 6.383.000
Annuali 2018: 6.389.000
Annuali 2017: 6.362.000
Come evidente, il 2024 è stato il secondo anno con gli ascolti migliori e dove è evidente che il risultato 'fuori controllo' è proprio quello del 2023.
Concludendo, non spetta a noi decretare se la radio sia in crisi o meno, come da alcuni sostenuto, ma analizzando i numeri sembra che il "De profundis" da tanti decantato sia ancora lontano.
Lunga vita alla radio!
Nicola Franceschini