Content on Demand: l’Intelligenza Artificiale che crea contenuti audio originali ed esclusivi ora disponibile in beta test

A inizio dicembre 2023 è entrato in fase di beta test il servizio Content on Demand di cui ci eravamo occupati ad agosto.
Rispetto a questa estate il  prodotto è stato applicato anche a settori differenti da quello strettamente radiofonico, come ad esempio nel caso di un’applicazione legata agli smart speaker e una agli annunci alla popolazione.
Vediamo in questo articolo qualche ulteriore dettaglio, come funziona in pratica e come partecipare alla fase di beta.

Beta Test

Beta test nel gergo informatico significa che un prodotto o servizio passa dalla fase “a uso interno” a una di test pubblico. Nel nostro caso, Content on Demand di 22HBG è dunque ora aperto a emittenti e sviluppatori che desiderino sperimentarlo, sapendo che potrebbero trovare alcune funzionalità ancora non completamente messe a punto.

Content on Demand

Ricordiamo innanzitutto di cosa si tratta. Content on Demand è un servizio sviluppato da 22HBG che permette di creare contenuti audio originali di qualità sulla base di specifici “prompt” tramite il supporto dell’Intelligenza Artificiale (IA) di Peperoni AI.

Come funziona

Utilizzeremo per questo esempio il caso di un’emittente radiofonica.
L’accesso avviene tramite web (dunque nessuna applicazione da installare) e l’interfaccia presenta pochi e intuitivi campi da riempire:

Preroll, Base e Postroll non sono ovviamente concetti che occorre spiegare ai lettori di questa testata.

Parliano invece del box in basso, “Text Generation”:

Text Generation

Qui si interagisce con la IA, fornendo alcune indicazioni generali (“comportati come se tu fossi un giornalista esperto..”) e alcune particolari (“genera un testo in italiano …”).

Si tratta del cosiddetto “prompt”, la richiesta che si fa alla IA. Generalmente occorre qualche iterazione per mettere a punto il messaggio esatto, chiarendo il comportamento desiderato con frasi quali “esprimiti in modo formale” oppure “non citare nomi di persone” o “termina dicendo ‘un saluto agli ascoltatori’ “. Ma si tratta di un’operazione da effettuare una sola volta in fase di messa a punto del sistema.

Speaker

Sono disponibili le voci di numerosi speaker artificiali: a oggi 506 combinazioni di lingua parlata e sesso dello speaker, generate tramite tecnologia Microsoft e tramite quella di Google.

È possibile un preascolto basto su una frase standard, oppure si può’ generare un contenuto personalizzato, come nei due esempi che seguono:

Clip generato con voce google “it_standard_C” (nome provvisorio)

 

Stesso clip, ma genarato con voce “it_Wavenet-D” (nome provvisorio)

Workflow automatici

Fin ora abbiamo mostrato un utilizzo manuale dell’applicazione da parte di un operatore umano, ma è  comunque possibile creare dei workflow automatizzati. Vediamo come.

Feed RSS

La magia si chiama “feed RSS”, la versione “machine-readable” di ogni sito web. Nell’esempio che segue, abbiamo chiesto a Content on Demand di creare un clip sulla base delle ultime notizie di borsa recuperate da uno dei feed di cui parleremo tra breve, utilizzando il prompt seguente:

Crea un audio clip di 60 secondi  in base alla notizia contenuta nel feed RSS”

Questo il risultato



Automazione…

Fin qui i clip audio sono creati sotto la supervisione di un operatore umano. Ma Content on Demand prevede una totale automazione, con la possibilità di programmare la creazione di nuovi contenuti originali a intervalli predefinitili:

…e integrazione

In questo modo risulta semplice programmare il caricamento dei contenuti in specifiche location (cartelle) per la messa in onda automatica.

Si può andare oltre: 22HBG propone integrazioni personalizzate che connettono Content on Demand al sistema di automazione adottato dalla singola emittente.


Possibili utilizzi – Radio

Sono innumerevoli i campi di applicazione possibili. Si pensi ad esempio a una rubrica di aggiornamento in tempo reale sui dati di borsa: siti come it.investing.com, Wallstreetitalia o CNBC  forniscono un’ampia serie di informazioni in tempo reale, tutte catturabili da Content on Demand. Facile dunque creare un automatismo che, in base al clock dell’emittente, recuperi le informazioni e crei in tutta autonomia il clip audio da inserire in programmazione.


Non solo radio

Abbiamo detto che Content on Demand è utile anche oltre i confini del mondo radiofonico. Sono infatti previsti – e di fatto già’ sperimentati in questi mesi – numerosi servizi basati sull’audio, dove messaggi indirizzati al grande pubblico o anche a utilizzatori specifici e diffusi da altoparlanti o smart speaker sono generati da Content on Demand in base alle informazioni recepite proprio tramite il meccanismo di feed che abbiamo visto.

Niente clonaggio voci

Per terminare, una nota sulla strategia di 22HBG riguardo le voci clonate. È oggi possibile – e di fatto funziona incredibilmente bene – creare una versione artificiale di un qualunque conduttore sulla base di poche decine di minuti di parlato originale.
Si è deciso per il momento di non implementare questa funzionalità: oltre i consueti motivi etici (e’ appena terminato un lungo sciopero di attori e autori di Los Angeles e la IA era uno dei temi delle rivendicazioni), la società ritiene che sia più opportuno utilizzare oggi queste tecnologie per creare prodotti e processi innovativi, piuttosto che per dubbi tentativi di rimpiazzo di personale qualificato.

Conclusioni

Avere in onda contenuti sempre aggiornati – anche durante la notte, anche durante le festività – è certamente un vantaggio competitivo per un’emittente. Cosi come lo è la possibilità creare e inventare  contenuti originali e articolati sulla base di poche rapide indicazioni tutte le applicazioni che prevedono l’utilizzo di contenuti audio. Tutte funzionalità che – con un minimo di personalizzazione iniziale – sono implementabili tramite Content on Demand.

Nelle prossime settimane torneremo a parlare di Content on Demand analizzando alcuni case studies di questa fase iniziale di alpha test; chi desiderasse entrare nella fase di beta può invece scrivere a [email protected] (M.H.B. per FM-World)

borgnino raiplay sound

RaiPlay Sound e il futuro dell’ascolto radiofonico: intervista a Andrea Borgnino (RAI)

Andrea Borgnino (RAI): Rai PlaySound sta crescendo rapidamente, ora anche con i contenuti regionali e con versioni ottimizzate per la mobilità. Nell’ online si va a saltare qualsiasi regola classica dell’ascolto in FM, con classifiche di ascolto sovvertite.
Contenuti RAI su altri aggregatori? È una questione molto complessa. Radio 2 Visual è disponibile solo su Rai Play, noi siamo una app dedicata all’audio.

RAI e il mondo dell’audio OnLine

Prosegue la nostra serie di articoli “Intrattenimento e lavoro in auto”. Dopo aver parlato con l’ing La Teana di RTL e con Charles Kelly è oggi la volta RAI, dove Andrea Borgnino (IWOHK) ricopre da circa 2 anni il ruolo di head di RaiPlay Sound, la app/aggregatore dei contenuti RAI ispirata in parte anche al prestigioso modello inglese di BBC Sounds.  

Con Andrea abbiamo parlato dei nuovi contenuti, del profilo di chi ascolta i podcast rispetto a chi ascolta la radio lineare ma anche della questione app proprietarie (mono-broadcaster) vs gli aggregatori. 

L’audio completo della conversazione è disponibile a questo indirizzo.

Andrea Borgnino 

Grande appassionato di radio, ne ha fatto il suo lavoro presso RAI fin dal 1997.  Autore del programma Golem di Radio 1, successivamente si è occupato del canale Radio Techetè. Da oltre dieci anni ha uno spazio settimanale di nome Interferenze nel programma Radio 3 Mondo e da luglio del 2021 è responsabile editoriale di RaiPlay Sound, la piattaforma RAI dedicata all’ascolto liveon demand e al podcast. 

L’intervista

Marco Hugo Barsotti:  Innanzitutto aggiornaci su RaiPlay Sound. Ci eravamo lasciati ad Aprile con 12 canali Live, più decine on demand e in quanto utenti avevi detto che nei primi quattro mesi i numeri andavano della direzione che vi aspettavate….

Andrea Borgnino: Allora diciamo che il progetto sta crescendo. I canali live da 12 sono diventati 14, ci sono 2  nuovi canali regionali, uno in sloveno uno e uno in tedesco che arrivano dalla sede di Trieste e dalla sede di Bolzano.
C’è un lavoro di integrazione dei contenuti regionali, quindi oltre questi due canali in live in più ci sono anche i contenuti delle sedi,  Trieste, la Sardegna, la Sicilia e a breve porteremo dentro anche Bolzano e Trento.
Quindi non soltanto contenuti in italiano, ma anche in sardo,in sloveno, in tedesco e in ladino in furlano e in patois.  

Mondo Automotive

Per quanto riguarda l’APP, la grande novità è che è stata resa compatibile con il mondo automotive, quindi Android Auto e Apple car.
Per entrambe c’è un’
interfaccia ottimizzata che permette di fruire tramite queste due interfacce tutte le funzioni di RaiPlay Sound.
Questo è un grande passo avanti che vi posso dare in anteprima, visto che non abbiamo ancora comunicato ufficialmente.
Stiamo anche lavorando ad una piattaforma per le TV connesse, che penso sara’ disponibile a settembre. 

In quanto all’offerta editoriale, ad oggi abbiamo oltre 200 podcast original – e ti faccio notare che siamo online da soli due anni. Abbiamo anche oltre 500 programmi radiofonici disponibili online e 200 audiolbri.

Utenza sofisticata

MHB: Chi ascolta via PlaySound fa le stesse scelte di chi ascolta tramite FM? In altre parole, le “classifiche di ascolto” dei vari programmi sono le stesse o sono differenti?

AB: Di sicuro non sono dati che RAI fa uscire, ma possiamo dare dati generali. La risposta è che il pubblico di RaiPlay Sound è molto diverso da quello che trovamo negli ultimi dati TER, quando TER riportava ancora i dati RAI.
Ad esempio su PlaySound Radio3 è uno dei contenuti live più ascoltati. Discorso diverso (ma sinile) per l’on-demand. 

Noi abbiamo fatto uno strumento molto simile alla top10 di Netflix, che tutti possono trovare sul nostro sito.
In questo momento (intervista registrata il 4 agosto 2023 N.d.R.) vediamo che il contenuto più richiesto è Radio3 Mondo, poi c’è Prima Pagina e Ad Alta Voce: tre contenuti di Radio 3.

Regole sovvertite

Poi la versione audio del programma tv Blu Notte di Lucarelli, poi Wikidadio, poi I Promessi Sposi…. diciamo che nell’ascolto on demand si va a saltare qualsiasi regola classica dell’ascolto in FM: E’ un ascolto spezzettato di contenuti più vari.
E anche nel lineare non valgono le regole dell’FM, come dicevo.

Aggregatori

MHB: Parliamo di aggregatori e app dedicate. Sia voi che RTL, per fare solo due nomi, avete una app dedicata, molto ricca.
Ma usandola uno resta confinato li, mentre molti ascoltatori passano rapidamente dai contenuti di un broadcaster a quelli di  un altro: un aggregatore è a da questo punto di vista molto più pratico.
Ma li ovviamente i contenuti dedicati si perdono. Non è pensabile un’integrazione delle due esperienze, almeno con gli integratori sviluppati in Italia?

AG: la questione è ampia, è una questione di distribuzione e di sistema. Per quanto riguarda il video puoi vedere che i contenuti non sono solo  su Rai Play, la nostra app per il video.
Li sono stati fatti accordi di distribuzione. Ma noi siamo ancora molto giovani, non abbiamo ancora due anni. L’unico export riguarda Spotify ed è stato fatto perché il mercato italiano è su Spotify. Ma non è stata fatta una trasposizione: su Spotify andiamo a mettere delle serie che pubblichiamo su RaiPlay Sound, ma in un secondo tempo. 

A oggi la scelta RAI è di spingere le nostre sue app, RaiPlay e RaiPlay Sound.

Convergenza

Ne parlavo tra l’altro alcune settimane fa ad alcuni colleghi di BBC: anche loro immaginano un unica app, un merge di iPlayer e di BBC Sound. Una sola app per tutto il servizio pubblico…

MHB: … Si, ma non ti sembra che dal punto di vista degli ascoltatori non sia la scelta ottimale?  Certo, è nell’interesse del broadcaster, ma non è comoda per chi ascolta… che potrebbe alla fine rifiutare il prodotto e preferire un aggregatore dove ha libertà totale.

AB: Si, ma devi tenere conto che noi, come ente pubblico, dobbiamo fare accordi chiari e trasparenti per la distribuzione dei nostri contenuti: non è un discorso banale, non lo è per niente.

Visual

MHB: Terminiamo con la  tecnologia. Pensate di evolvere l’offerta visual di PlaySound, anche nell’ottica di andare incontro alla fruizione in mobilità?  Penso agli schermi per i passeggeri posteriori o anche per il conducente, nelle future auto a guida autonoma.

AB: In questo momento non abbiamo progetti di offerta visual. Noi come sai abbiamo Radio 2, ma la sua offerta video è esclusivamente su RaiPlay, non sulla nostra applicazione che è puramente dedicata all’audio.
Se in futuro ci saranno video podcast le cose potrebbero cambiare, ma per il momento, come dicevo, siamo un’offerta puramente audio. (M.H.B. per FM-World)

Radio totalmente gestite dalla IA? Content on Demand propone un approccio differente, immediatamente utilizzabile e che costruisce sull’esistente

Content on Demand è uno strumento che – lungi dal rimpiazzare speaker e redattori – permette di creare nuovi contenuti anche in modo altamente automatizzato. Cerchiamo di capire di cosa si tratta sulla base di un’esperienza concreta di utilizzo 

Dopo il lancio di ChatGPT a fine novembre 2022 molti – noi compresi – si sono fatti prendere dall’entusiasmo, prevedendo un futuro popolato di radio gestite da IA dove i contenuti sono generati da un LLM (Large Language Model, come GPT 3.5, Claude di Anthropic o LLama-2 di Meta), mentre le le voci sono generate da altri modelli che hanno appreso il modo di parlare di speaker reali.

Not so fast

Sono passati nove mesi: pensiamo di aver capito qualcosa in più e poter posizionare correttamente la IA come una risorsa addizionale, più che un cambio totale dell’impostazione delle emittenti con conseguente riduzione degli organici.

Si tratta ovviamente di una conclusione personale e provvisoria in quanto, inevitabilmente, quello che pensavamo fosse fattibile a fine 2022 lo sarà comunque in prospettiva.

Ma andiamo per gradi.

Patrizia

Cominciamo con un early adopter, la società editrice di 70-80.it. Praticamente subito inventa un format radiofonico, il Diario di Patrizia, dove le vicende di un’adolescente degli anni 70/80 sono create da GPT 3.5 tramite il front-end di PeperoniAI.

Per arrivare al risultato desiderato si parte da una serie di racconti scritti da un copywriter umano: vicende di ragazzi, innamoramenti e problemi in famiglia.

Questi script non sono destinati a essere trasmessi, ma ad allenare la IA. Successivamente vengono fornite s Peperoni specifiche istruzioni, quali:

Numera le storie, identificandole con un numero progressivo 
 Usa uno slang da ragazzi degli anni ’80
 Scrivi storie  brevi (una decina di righe) adatte a essere lette in radio e non troppo complicate.
Se possibile storie divertenti anche se l’obietttivo non è far ridere

Prompt e risultati

Ecco un esempio di risultato ottenuto in una prima fase del progetto chiedendo di “creare  tre storie  che siano autoconclusive, che significa che ogni blocco di episodi si riferiscono ad un evento particolare, dove la situazione sia “visita del museo della scienza e della tecnica di Milano

Storia 1 – Generata da GPT 3.5 e Peperoni

Oggi la prof di matematica ci porta in gita al Museo della Scienza. Secondo me sarà una palla mortale, però Luca ha detto che verrà anche lui con la sua classe, quindi spero di rivederlo! L’unica è seminare quel rompiscatole di Franco, se no mi seguirà come un cagnolino per tutta la visita…

Storia 2 – Generata da GPT 3.5 e Peperoni

Appena arrivati al museo, come previsto Franco mi si è attaccato subito. Per fortuna dopo un po’ l’ho seminato di nuovo al padiglione dedicato all’energia. Poco dopo ho incontrato Luca, era con i suoi amici. Ci siamo scambiati un’occhiata e un sorriso, che imbarazzo! Più tardi ci siamo ritrovati da soli all’esposizione delle macchine volanti. Luca mi ha preso la mano, che emozione! Forse questa gita non sarà poi così noiosa…

Ed ecco il risultato andato in onda (dove come si puo’ notare la speaker ha aggiunto qualcosa di suo):

 

Supercomputer mancanti

Il progetto prevedeva che la IA generasse anche un clone della voce della speaker, ma i fatti hanno dimostrato che ricreare una voce simile e credibile in italiano non e’ ancora possibile.

Non per problemi tecnici: le voci inglesi sono clonate in modo praticamente perfetto.


Il tallone d’Achille è la mancanza di risorse nazionali (grossi server con migliaia di GPU) dedicabili alla comprensione e simulazione delle voci italiane. E questo è un punto nodale su cui dovremo necessariamente tornare.

Kai

In germania qualcuno ha voluto andare oltre, creando una radio totalmente gestita da una IA, che ha denominato KAI. È il caso di Absolute Radio AI, il cui gestore ha recentemente dichiarato a Newslinet che “Gran parte del lavoro di Absolut Radio AI è gestito dal nostro sito, che invia la richiesta a ChatGPT e controlla e ottimizza nuovamente la risposta. La piattaforma esegue il flusso di lavoro completamente da sola; tuttavia per i primi mesi gli umani verificheranno tutti i testi e ascolteranno i vocali prima della messa in onda.”

Reality Check

Abbiamo fatto un doveroso reality check ascoltando la radio.

Ricordiamo poco del tedesco appreso al tempo del liceo, ma ci sentiamo di dire che il format scelto è intelligente: musica con interventi che parlano… della musica. In pratica la IA racconta qualcosa sui brani o gli artisti in onda, cosa fattibile senza troppi rischi di “allucinazioni” se il modello utilizzato e’ stato (come ipotizziamo) fine-tuned sulla storia della musica.

Le voci sintetiche tedesche sono credibili e il risultato – privo del tallone d’achille di molte radio, il famoso “e voi, come lo prendete il caffe’? scriveteci...” – molto gradevole. Anzi: sorprendentemente buono.

Voci sintetiche credibili

Ma veniamo al punto. Come dicevamo, il problema principale ad oggi, agosto 2023, sono le voci italiane, che suonano ancora vagamente artificiali (a differenza di quelle tedesche di Absolute Radio AI). 

Nei primi due mesi di vita di Radio Nizza abbiamo avuto accesso e potuto sperimentare il nuovo servizio “content on demand di 22HBG, per il quale disponiamo di uno speciale accesso.

Arrivando alla conclusione che Content on Demand può efficacemente integrare il lavoro delle redazioni e degli speaker per i servizi quali quelli legati all’attualità ed eventualmente connettibili programmaticamente a feed specifici. 

Content on Demand

Content on Demand, ricordiamo, è un servizio in cloud realizzato da 22HBG sulla base di quanto già sviluppato per Peperoni e dedicato alla creazione di interventi audio sulla base di prompt.   

Come si vede nella schermata, è possibile caricare un preroll (nel nostro caso da parte della voce ufficiale di Radio Nizza) e un sottofondo (nel nostro caso il suono di una macchina per scrivere) 

Dopodiché’ nell’area “Context” si procede ad inserire il proprio prompt (argomento complesso su cui torneremo) per vedersi creare, in pochi secondi, un clip completo, pronto per essere verificato e mandato in onda. 

Ligne d’Azur

Abbiamo detto che Content on Demand può efficacemente integrare il lavoro delle redazioni e degli speaker per i servizi legati all’attualità. Cosa intendiamo dire? 

Spieghiamoci con un esempio. La redazione confeziona ogni settimana contenuti ricchi, l’agenda degli eventi della Costa Azzurra o le news del giorno. Ma non può certo essere presente 24 ore su 24 per monitorare allerte o eventi puntuali, che sono però disponibili online.

 

Facciamo l’esempio del Tram di Nizza: ultramoderno, funzionante a batteria e non tramite linea aerea e altamente computerizzato. E di conseguenza sempre bloccato per ogni genere di problema (cosa che non accade agli storici serie 1500 di Milano). 

Per ovviare al problema, il feed Twitter di ligne d’Azur (il servizio di trasporto pubblico di Nizza) viene aggiornato in tempo reale, come in questo caso: 

Ed ecco il punto. Fornendo a Content on Demand il messaggio (catturato tramite uno script python) e precedendolo da un prompt specifico (sempre confezionato via Python) possiamo creare automaticamente un intervento radiofonico,  inviando a Content on demand il prompt completo seguente:

Prompt:  Crea un messaggio per Radio Nizza di natura urgente che informi – traducendo in italiano – di quanto segue: “En raison d’un éboulement, la ligne 90 est modifiée le jeudi 3 août 2023.”

Ed ecco il risultato messo in onda il 3 agosto (il contenuto inizia al secondo 14):

 

il cui testo è il seguente:
Buongiorno a tutti i nostri ascoltatori. Abbiamo un annuncio urgente da fare riguardo alla linea 90. A causa di una frana, la linea 90 subirà delle modifiche giovedì 3 agosto 2023. Vi invitiamo a tenerne conto per i vostri spostamenti. Vi aggiorneremo con ulteriori informazioni non appena disponibili. Grazie per la vostra attenzione e buona giornata a tutti!”


Versione francese

Per la versione francese non è stato necessario alcun lavoro redazionale: è stato sufficiente nel prompt specificare “in francese”: 

Prompt: Crea un messaggio per Radio Nizza di natura urgente che informi – in francese – di quanto segue: “En raison d’un éboulement, la ligne 90 est modifiée le jeudi 3 août 2023.” 

Questo l’ottimo risultato, ottenuto in seconda battuta (la spiegazione tra poco): 

 

Il testo:

Chers auditeurs de Radio Nizza, Nous avons une nouvelle urgente à vous annoncer. En raison d’un éboulement, nous devons vous informer que la ligne 90 sera modifiée ce jeudi 3 août 2023. Cette situation imprévue nous oblige à apporter des changements à l’itinéraire habituel de la ligne 90. Des mesures de sécurité sont en cours pour évaluer les dégâts et rétablir la situation normale dans les plus brefs délais. Nous vous recommandons de prendre vos dispositions pour éviter tout désagrément lors de vos déplacements. Il est possible que des retards ou des modifications temporaires soient nécessaires sur cette ligne. Veuillez suivre les instructions données par le personnel de la compagnie de transports en commun pour connaître les alternatives possibles. Nous comprenons que cela peut causer des désagréments et nous nous excusons pour les inconvénients que cela pourrait vous causer. Nous mettons tout en œuvre pour minimiser les perturbations et rétablir la situation normale dans les plus brefs délais. Restez à l’écoute de Radio Nizza pour les dernières mises à jour concernant cette situation. Nous vous tiendrons informés de tout développement ou changement concernant la ligne 90. Nous vous remercions de votre compréhension et de votre coopération. Prenez soin de vous et soyez prudents lors de vos déplacements. C’était un message urgent de Radio Nizza.

Francesismi 

Come si vede il messaggio risultato è lunghissimo, tanto da obbligarci ad accorciarlo reiterando la richiesta a Peperoni preceduta da “ripeti il testo precedente accorciandolo del 50% 

La ragione è tanto ridicola quanto interessante: i francesi – lo possiamo ormai affermare per esperienza diretta – tendono ad essere molto cerimoniosi nello scrivere e parlare, trasformando anche comunicazioni brevi in discorsi lunghissimi. La IA, trainata su questo stile, ha dunque allungato a dismisura il messaggio, obbligandoci – appunto – alla seconda iterazione. 

Versione Inglese

Infine, medesima operazione con l’inglese:

Il cui testo equivalente e’

Attention all listeners of Radio Nizza, we have an urgent message to inform you about a recent incident affecting the transportation services in the region. Due to a landslide, we regret to inform you that there will be modifications to the Line 90 on Thursday, August 3, 2023. These modifications are necessary for the safety of our passengers and to ensure smooth operations. We apologize for any inconvenience caused by this unexpected event. It is important to note that alternative arrangements will be made to minimize disruption to your travel plans. We advise all passengers who usually rely on Line 90 to check for the updated schedules and routes on our website or contact our customer service hotline for further information.

Sviluppi in Corso

Per quanto riguarda le voci in italiano, abbiamo parlato con il responsabile dello sviluppo di 22HBG che è al lavoro per la versione successiva di Content on Demand. Tra le altre cose, questa potrebbe prevedere delle opzioni in grado di modificare  il “mood” o il “tono” della voce: tramite prereset sarà dunque possibile fare in modo che la voce artificiale parli in modo neutro (stile BBC World Service, per intenderci) o enfatico (come quello spesso adottato dai conduttori nei programmi musicali).

Ultima nota 

Ultima nota: avete letto più sopra il responsabile di Absolute Radio AI affermare che “per i primi mesi gli umani verificheranno tutti i testi”.  

Ebbene il nostro consiglio è di continuare a verificare l’output non “per i primi tempi” ma fino a che “i futuri sistemi AI che emulano il “super IO” umano – modelli addizionali che controllano a valle il lavoro della IA – siano in grado di rigettare contenuti non appropriati, allucinati o semplicemente “poco radiofonici”  (M.H.B. per FM-World)

Prominence: di cosa si tratta e perchè dobbiamo occuparcene subito

La posizione di prominenza degli operatori radio-tv tradizionali, garantita da un segnale robusto per la radio o da una numerazione bassa nelle LCN della TV, sta rapidamente scomparendo.

Si è dunque coniato il termine prominence (per lo più associato alla TV, ma ovviamente lo stesso concetto si può applicare alla categoria audio) per nobiliare i tentativi di trasportare nel nuovo mondo digitale i vantaggi acquisiti dagli operatori storici.

In questo articolo vediamo rapidamente di cosa si tratta per poi cercare di fare qualche considerazione – speriamo – sensata. 

Prominence 

Iniziamo dalla definizione completa, fornitaci da PeperoniAI:


Possiamo dunque utilizzare la parola italiana “visibilità’”, come suggerito dal nostro amico LLM. La visibilità implica capacità di attirare l’attenzione dell’audience, con la conseguente maggior probabilità che l’utente scelga il nostro contenuto (ed eventualmente ci resti, se lo trova di suo gradimento). 

Come sappiamo tutti, storicamente la visibilità nel settore radio si raggiunge(va) con un segnale potente (e magari attorno ai 98 Mhz) mentre in quello televisivo con un buon posizionamento nella LCN. 

Logica discutibile 

LCN: Il termine inglese significa Logical Channel Numbers, dove la presunta “logica” deriva dall’idea che il burocrate delle authority abbia più buon senso del telespettatore. 

Ricordiamo infatti tutti come al tempo dell’analogico potevamo scegliere liberamente l’ordine dei canali. D’accordo, sui primi sei c’era consenso, ma dal settimo in poi i “canali” dovevano guadagnarsi la posizione con i loro contenuti.

Ma il mondo della TV lineare ha deciso diversamente: un’autorità nazionale decide per tutti coloro che ricevono in UHF.

In ogni caso il risultato è uno spreco energie ad alti livelli in diatribe quali la “possibilità di scambiare numerazioni automatiche dei canali all’interno della medesima area tecnica tra reti non omogenee”. Battaglie probabilmente inutili perché nessun umano può davvero ricordare posizioni oltre le prime decine, ma soprattutto perché le modalità di accesso ai contenuti video sta rapidamente mutando.

Bottoni e app

Molti i motivi. Un primo evidente: da anni i telecomandi sono dotati dei bottoni di accesso direttto ad alcuni importanti OTT. Bottoni che una volta premuti portano ad accattivanti schermate di impostazione moderna dove non si fa differenza tra contenuti live e on-demand.

In secondo luogo prevale ormai negli utenti l’abitudine alla fruizione dei contenuti tramite icone e app, approcio inventato da Steve Jobs con l’iOS 1 e adottato nel campo TV per primo da Netflix. Un sistema che prevede lunghe descrizioni, le possibilità di preview e di binge watching e che regala un’esperienza utente infinitamente superiore a quello dello “scanalamento” o delle scomodissime “EPG”.

Senza dimenticare che è  TV per i piû giovani si chiama YouTube:

Tanti ragazzi non fanno differenza tra schermo di cellulari, tablet e TV e usano il portale di Google come “televisione”.

Ironico, considerato che per loro la parola “tube” (in YouTube) probabilmente non significherà proprio nulla.

Oltre al danno, la beffa 

Con una beffa finale: anche chi resta legato alla LCN si vede proporre alcuni canali brandizzati dal produttore della TV (LG Channels, Samsung Tv Plus) : canali digitali che esistono come app (in prominence) ma che sono anche mappati su una numerazione aggiuntiva alla LCN la cui logica è scelta dal produttore.

Con il risultato che anche se vogliamo un classico canale nazionale (quelli che tutt’ora godono dei numeri bassi in base ai fasti del passato), non appena digitiamo la prima cifra la TV ci propone i canali proprietari che iniziano con o contengono la cifra digitata. 

Un vero attacco allo status quo, che il settore radiofonico e’ invece riuscito a ritardare  grazie al fatto di essere ancora sostanzialmente fermo alla nostra adorata FM.

Radio 

Per la radio, anzi per i contenuti audio, possiamo comunque provare a proiettarci in un mondo prevalentemente digitale, facendoci aiutare dall’ esempio del Regno Unito (da sempre pioniere nell’adozione delle tecnologie). 

Nell’ex membro EU ben il 75% degli ascoltatori usa nella settimana una piattaforma digitale (dati RAJAR): 40% DAB, 52% Smart Speaker, 32% app su cellulare (la somma e superiore al 100% per motivi facili a comprendere).

Il dato relativo agli smart speaker – se consideriamo nella categoria anche gli HomePod Apple – è anche in linea con quanto aveva affermato il direttore di The Times Radio durante un’intervista per Newslinet: sempre di piu’ anche in UK il ruolo della classica “radio” di casa viene preso dagli speaker, smart o meno.

Prominence

Dobbiamo quindi porci il problema di cosa sia la prominence per la radio. Azzardiamo qualche risposta.

In casa, con gli smart speaker, prominence (sorry: la visibilita’) corrisponde in primo luogo alla potenza del proprio marchio.

E alla facilità di essere riconosciuto correttamente a un comando vocale: qualche semplice prova dimostra ad esempio che funziona molto bene “Riviera Radio” (nome unico), maluccio “dee jay” (nome generico).

Per quanto riguarda invece il DAB e l’IP,  dove non esistono a nostro avviso player dominanti, il problema resta quello di emergere nel mare dei canali: circa 150 a Milano città in DAB, e sostanzialmente infiniti nel mondo in IP.

Dashboard

E qui si ritorna al dashboard e alla serie di interviste che stiamo effettuando con alcuni player del settore. Perché la radio – si sa – è il tipico media da ascoltare in viaggio.

Prominence è in questo caso il posizionamento sul cruscotto (anzi: dashboard) delle vetture, un campo dove sembra si stia giocando una battaglia tra costruttori e piattaforme (cfr il caso GM), ma a fronte di utenti che…non ne vogliono sapere.

Utenti frustrati

Talmente gustoso il titolo di un recente articolo di The Verge in merito che lo riportiamo tale quale: “Le persone non ne possono piu’ di tutta la tecnologia inutile nelle loro auto.

Per la prima volta in 28 anni di sondaggio sui proprietari di auto di JD Power, c’è un calo consecutivo della soddisfazione anno su anno, con la maggior parte dell’ira diretta all’infotainment in-car.”

Se è abituato a un’app sul cellulare, è proprio questa app che l’utente vuole ritrovare, il più uguale possibile, sullo schermo della vettura. Come testimonia la ricerca citata, dove si afferma che la preferenza va a Apple Car Play di Apple.

Lo sottolineiamo, perché lo riteniamo un dato essenziale: gli utenti vogliono in auto la stessa esperienza utente che hanno sul loro cellulare.

Che ci porta ad avanzare l’ipotesi che sia strategico investire subito sulla promozione delle app proprietarie (mono brand) e contemporaneamente su un buon posizionamento sui principali aggregatori (dove altrimenti esiste il problema della “prima pagina”, proprio come accade con le ricerche Google).

Ricordiamo per concludere che solo gli aggregatori hanno una chance di essere “visibili” sui dashboard delle vetture del futuro, dove già oggi competono con…Spotify.

Ma di questo riparleremo a breve.

(Marco Barsotti per FM-World)

Intrattenimento e lavoro in auto, seconda puntata: intervista a Charles W. Kelly

Charles W.Kelly: Tramite SDR possibile in teoria produrre ricevitori radio universali: FM, AM, DAB e HD-Radio –  La svolta al cloud vista al NAB importante quanto l’avvento dei transistor o della digitalizzazione – Il broadcasting non verrá rimpiazzato dall’online in quanto ha una resilienza superiore anche in caso di catastrofi – l’approccio ibrido è la chiave – La mossa di General Motors? Tutti aspirano a dominare il dashboard, ma occorrono standard condivisi.

Intrattenimento e lavoro in auto, seconda puntata.

Siamo arrivati alla seconda puntata della nostra serie di articoli su intrattenimento e lavoro in auto. Dopo aver esordito con Eugenio La Teana di Radioplayer/RTL 102.5 parliamo oggi con Charles W. Kelly, consulente dalla pluriennale sperienza internazionale che si autodefinisce Retired radio guy, broadcast engineer and road warrior. 

Nota: Nell’intervista ci diamo del “tu” in quanto avvenuta in inglese dove non si fa differenza con il “lei”.

L’intervista

Marco Hugo Barsotti: Prima di tutto due parole su di te e sulla tua carriera.
Charles W. Kelly: Ho iniziato la carriera come ingegnere di trasmissione. La mia passione per la radio mi ha anche portato a diventare un radioamatore con callsign W9MDO, VE1MDO and 4E1MDO. Sono stato CEO dell Society of Broadcast Engineers.  Ho anche trascorso decenni viaggiando ampiamente come un “road warrior” per stabilire canali di vendita e partnership con primarie aziende  in Asia. Attualmente opero come consulente per  selezionati clienti nel settore dei media.

Un mondo non piú globale

MHB: Il mondo analogico era globale: una radio AM/FM funzionava ovunque sul pianeta. Ma con il digitale abbiamo bisogno di ur ricevitore DAB nel Regno Unito, DAB+ in Europa, HD Radio negli USA e uno analogico se ci rechiamo in Africa. Come mai la comunità radiofonica, che per anni si è “coordinata” per le frequenze non è stata in grado di fare lo stesso nel passaggio al digitale?
CWK: Hai ragione, ma è stato un problema politico, non un problema tecnico.

SDR

MHB: OK, ma pensi che la tecnologia potrebbe fornire una soluzione?
CWK: Certo. Esistono già oggi dei chip che usano la tecnologia SDR (Software Defined Radio) in grado di demodulare ogni segnale e in modo economico. In questo modo lo standard specifico diviene irrilevante.

MHB: D’accordo, ma allora per quale motivo nessun costruttore propone ricevitori “multistandard” con questa tecnologia ?
CWK: Effettivamente, ci sono chip inclusi in molti ricevitori capaci di ricevere molteplici standard, ma di solito è abilitato solo uno standard oltre all’analogico. Ci sono due ragioni per questo. Primo: ogni standard ha un costo di licenza per i codec utilizzati, e secondo: i produttori di ricevitori sono molto cauti nel aggiungere funzionalità che potrebbero causare confusione tra i clienti. E questo minimizza il problema dei resi.

Distribution of commercial radio’s listening time in the UK from 1st quarter 2011 to 4th quarter 2021, by platform

UK

MHB: Come mostra il grafico qui sopra, in UK l’ascolto digitale ha sorpassato l’analogico da molti anni. Eppure ogni programma di BBC Radio 2 termina con la frase “This is BBC Radio 2: online, on your smart speakers and FM 88-90“. E il DAB non è neppure nominato (mentre lo era 10 anni fa)….
CWK: Non credo ci siano dietro ragioni politiche o strategiche. Dobbiamo considerare che in tutto il mondo il settore radio sta facendo fatica a decidere come comunicare la miriade di modalità in cui è possibile consumarne i contenuti senza confondere gli ascoltatori (e a volte chi è in onda).

Smart Speaker

MHB: Restiamo nel Regno Unito, prima nazione ad adottare seriamente il DAB. In un‘intervista per Newslinet, il direttore di Times Radio di Londra mi aveva detto che ormai il 30% degli ascoltatori utilizzavano lo smart speaker. Quando e’ strategico questo tipo di ascolto nel resto del mondo e in Italia?
CWK: Ho l’impressione che l’Europa sia sempre stata di circa un decennio avanti rispetto agli Stati Uniti per quanto riguarda la digitalizzazione della radio. Il Regno Unito era una situazione unica in cui la BBC utilizzava la maggior parte dello spettro FM disponibile, rendendo il passaggio al DAB molto attraente per le emittenti private e per molti ascoltatori. Sebbene l’ascolto dei contenuti radiofonici in auto rimanga in larga misura un dominio OTA (on the air), gli smart speaker sono così facili da usare in ambiente domestico che hanno in gran parte preso il sopravvento.

E – voglio sottolinearlo – in Inghilterra i broadcaster sono sempre più propensi a vedersi come creatori di contenuti piuttosto che inieme di infrastruttura e programmi.

TX-Control

MHB: Parliamo del NAB. Tx-Control ha vinto un importante premio anche per il fatto di “integrare una IA”. Puoi spiegare in due parole cosa ha motivato questo premio e come il prodotto si inserisca nella linea d prodotti Elenos?
CWK: Mi spiace dirtelo, ma due parole non possono bastare!
Diciamo che a causa del consolidamento nel settore delle telecomunicazioni, gli ingegneri che lavorano nelle stazioni radio sono soggetti a carichi di lavoro sempre più pesanti con risorse limitate. Un ingegnere che in passato poteva contare su un intero team per gestire una stazione radio, oggi è spesso responsabile da solo di numerose stazioni. Per far fronte a questa situazione, gli ingegneri devono lavorare in modo più efficiente sfruttando gli strumenti tecnologici a loro disposizione.

TX-Control fornisce una soluzione al problema, pur essndo offerto a costi contenuti. Automatizzando i processi di monitoraggio e controllo, il software TX-Control consente agli ingegneri di gestire più stazioni contemporaneamente riducendo al minimo gli interventi manuali e le visite in loco. Ciò consente alle stazioni radio di risparmiare sui costi operativi e di investimento pur mantenendo gli elevati standard di prestazioni e affidabilità.

Per un settore che deve far fronte alle sfide della concorrenza online e del cambiamento tecnologico, un’operatività più snella e reattiva è fondamentale per il successo a lungo termine.

NAB

MHB: Quale e’ stata la novita’ piu’ importante che hai visto al NAB?
CWK: Sono rimasto colpito dall’ampia adozione del cloud computing dimostrata alla conferenza. Il cloud è stato implementato in vari modi, dal software di monitoraggio e controllo remoto ai sistemi di produzione radiofonica e televisiva completamente basati su cloud che sostituiscono l’hardware tradizionale con un browser web, un microfono e altoparlanti.

Questa tendenza al cloud sembra segnare una svolta tecnologica paragonabile all’avvento dei transistor o della digitalizzazione. Il cloud computing sta trasformando il modo in cui vengono creati e gestiti i contenuti audiovisivi, consentendo soluzioni più flessibili, economiche e scalabili.

Infotainment in mobilitá

MHB: E veniamo alla mobilitá. Perche’ mai dobbiamo usare il DAB quando l’ascolto IP (via reti cellulari) e’ piu’ affidabile, come puo’ testimoniare chiunque faccia ad esempio un viaggio tra Milano e Nizza?
CWK: A mio avviso, la radio via etere rimarrà sempre fondamentale, anche con la crescente importanza di Internet come piattaforma di backup. Quando i operatori di rete mobile avranno un monopolio sulla fornitura di connettività, i prezzi tenderanno ad aumentare. Inoltre, in caso di catastrofe, il broadcast si è dimostrato più volte essenziale per le comunicazioni di emergenza anche quando le reti cellulari sono offline.

Affidabilitá e resilienza

Nonostante la diffusione della banda larga mobile, la radio tradizionale continuerà a mio avviso a svolgere un ruolo cruciale nelle infrastrutture di comunicazione globale. Si tratta di una tecnoloigia consolidata, non è soggetta alle interruzioni che possono affliggere le reti Internet e mobili, ed è gratuita e onnipresente. Ciò la rende uno strumento indispensabile per raggiungere il pubblico in situazioni di emergenza quando altre tecnologie potrebbero non essere disponibili.

Approccio ibrido

In futuro, la radio dovrà abbracciare un approccio ibrido per sfruttare i punti di forza di trasmissioni analogiche e digitali. Il broadcasting garantirà la resilienza e la capacità di raggiungere il maggior numero possibile di ascoltatori, mentre 5G, streaming e podcast consentiranno esperienze personalizzate e interattive. Sfruttando strategie multicanale che sfruttano il meglio della tecnologia analogica e digitale, le emittenti radiofoniche possono servire al meglio le esigenze dei propri ascoltatori.

Un panorama frammentato

MHB: FM-World, Radioplayer, Android Automotive, Google Automotive Services, Apple Car Play. Tutti vogliono essere “la” piattaforma per l’infotainment, ma GM ha abbandonato le piattaforme standard cosi come fa da sempre Tesla. Una mossa strategica? Un errore ?
CWK: Proprio come abbiamo visto nella lotta per essere il browser dominante, le aziende continueranno a battersi per il controllo del cruscotto automobilistico. Hai menzionato la necessità di coordinamento tra i servizi digitali, e questo non è diverso. Dovrà esserci coordinamento e compromesso per evitare confusione e insoddisfazione tra gli ascoltatori.

Diversi attori tecnologici e dei media aspirano a dominare il cruscotto delle auto con i propri servizi di streaming audio, radio digitale, navigazione e altro ancora: ma senza standard condivisi o collaborazione tra le parti, questa situazione potrebbe tradursi in un’esperienza confusa e deludente per gli ascoltatori che si ritrovano di fronte a un’interfaccia utente e a opzioni di ascolto frammentate..

Startup e operatori globali

MHB: Ultima domanda. Pensiamo a  FM-World come piattaforma.
Pensi che una soluzione sviluppata in Italia abbia la possibilita’ di divenire un brand globale ?
CWK: Oggi è un momento davvero vantaggioso per essere un innovatore nel settore delle trasmissioni. Proprio come nelle guerre dei browser, molte piccole aziende sono esplose in popolarità, hanno fatto fortune e hanno avuto un enorme impatto nello sviluppo. Non importa davvero dove ha sede un’azienda, o anche quanti migliaia di dipendenti abbia: una buona creatività vincerà sempre.

L’innovazione non viene dalle grandi aziende

Nel settore delle trasmissioni come in altri, ci si può aspettare che l’innovazione provenga da startup e aziende di nicchia piuttosto che da incumbent di grandi dimensioni. Con FM-World 22HBG dimostra come una piccola azienda specializzata in tecnologia può fornire soluzioni che aprono la porta a nuove voci e influenzano l’intero settore espandendo la portata e le possibilità della radio online. In un panorama dei media in rapida evoluzione, questo tipo di innovazione guidata da startup e aziende di nicchia ricoprirà un ruolo cruciale. (M.H.B. per NL)

 

 

FM-World compie 25 anni: dall’analogico alla IA. Ne parliamo con Nicola Franceschini 

A cura di Marco Barsotti

Il sistema FM-World

I nostri articoli parlano di radiofonia a tutto tondo, ma anche di intelligenza artificiale, del futuro dell’infotainment in mobilità e in generale di tutto quanto è a venire. A volte, tuttavia, è opportuno guardare indietro, soprattutto se – come nel caso di FM-World – si ignora o si rischia di dimenticare il ruolo pionieristico che questa piattaforma ha avuto nel mondo del web italiano. Abbiamo pertanto deciso di parlarne con Nicola Franceschini, che su queste pagine è totalmente inutile presentare. Restate con noi, ne varrà la pena.

Un quarto di secolo

*Marco Hugo Barsotti: FM-World ha una lunga storia, mi sembra quasi esista da sempre…

Nicola Franceschini: Pensa che esattamente il 5 giugno sono 25 anni che esiste FM-World. Quindi siamo a ridosso di un compleanno importante, che solca un quarto di secolo. In realtà il discorso è molto semplice. Di FM-World fondamentalmente esistono due momenti ben distinti: tu prima mi parlavi di Supereva ma neppure quello è stato l’inizio… e ovviamente poi la parte più professionale, con l’app e tutto il resto, che ha preso il via dal 2011.

Ma andiamo per ordine: FM-World è nato a livello assolutamente amatoriale 5 giugno del 1998, un periodo…

*MHB: 1998 ? tipo all’era di Netscape Navigator 3.0, quello con la grande “N”?

NF: In realtà c’era anche Internet Explorer, era la grande novità. Io facevo ancora l’Università, per cui in pratica utilizzavo internet direttamente dall’ateneo mentre studiavo, ed era un periodo… sai, come lo è stato per le radio locali degli anni 70: praticamente era un periodo in cui fiorivano da tutte le parti siti amatoriali di vario genere.

Due pionieri

Io ovviamente seguivo quelli legati alla radiofonia e in cui c’era intanto un’embrionale Newslinet, che poi si è evoluto. Ma mi ricordo che c’erano tantissimi siti analoghi, tipo per esempio, non so se ti ricordi quello di Milano, che si chiamava…

*MHB: L’osservatorio di Daxmedia! BSB, STM, RPB e tutte le sigle delle postazioni milanesi inventate da Dario Dossena.

NF: Sì, DaxMedia realizzato in collaborazione con Andrea Lombardo. Ma erano tantissimi i siti analoghi, sparsi nelle varie città d’Italia. Insomma, tutti finalizzati a proporre contenuti molto simili nel proprio territorio,  fondamentalmente per parlare di radio, ma ancor più sul dare la notizia relativa al cambio di frequenza, su quello che si riceveva da quelle parti, ecc…

*MHB: …e su quando veniva inserito il cappellino di Natale sui loghi delle tv analogiche: avvincente, altro che le previsioni su chi vince Sanremo…

NF: Eh! Comunque FM-World in realtà è nato molto semplicemente come sito di segnalazioni di frequenze. Non si parlava tanto di contenuti a livello di programmi e simili. Poi un po’ alla volta, non ce ne siamo neppure accorti, ma si iniziava ad avere un riscontro, arrivavano mail di lettori e perfino comunicati stampa ufficiali.

Geocities

Inizialmente l’avevo pubblicato sulle pagine di Geocities, proprio la primissima versione, ricordi che c’era Geocities.com?

*MHB: Certo, ricordo benissimo Geocities, era un servizio di hosting gratuito che ha avuto un enorme successo negli anni ’90!

NF:  Infatti: era uno quei siti che ti dava spazio gratuito,  con l’indirizzo Geocities.com e poi slash (“/”, N.d.R), e poi slash, e poi slash fino ad arrivare a FM-World in fondo.

Supereva

E poi Supereva, che all’epoca aveva il progetto delle “guide”, in pratica canali monotematici, che lo rendevano un vero e proprio portale, con tanti ‘esperti’ di singole materie. Furono loro a scrivermi, proponendomi di spostare i contenuti del mio sito in una spazio già organizzato, all’interno del loro canale dedicato alla radio, di cui di fatto divenni il gestore.

Quando FM-World entrò in Supereva – 2000/2001 – lo estesi gradualmente, inserendo anche le prime notizie legate alla radiofonia in generale… ricordo di aver trovato qualche mese fa la nascita di m2o (2002), di cui avevo realizzato un breve articolo, un progetto che prendeva il posto di Italia Radio, emittente dal taglio completamente diverso.

*MHB: Da Radio Regione di Fegiz al PCI.… alla Dance!

NF: Esatto, c’era stato questo cambio epocale. Poi ho parlato dell’esordio LolliRadio nel 2006 e di altre realtà native digitali. Fino al 2011 FM-World è sempre stato ospitato su Supereva e aveva in parallelo un sito che si chiama Frequenze Radio.

News Gathering

*MHB: Scusa se ti interrompo, prima di passare allo step 2 che mi pare che stia arrivando,  c’è un aspetto che secondo me è interessante, il news gathering, cioè come ti arrivavano le notizie. Mi pare che possiamo affermare che sei stato pioniere del modello bottom-up pre social, nel senso che le notizie che venivano raccolte sul territorio dai lettori che in qualche modo diventavano co-redattori. Una cosa notevole, in un’era pre-Twitter, pre-Meta.

NF: Ovviamente non “tutti i lettori”, ma una serie di collaboratori fidati, alcuni dei quali sono diventati veri e propri amici che condividono tutt’ora con me il progetto. C’erano alcune zone d’Italia che effettivamente erano scoperte, però le notizie da Milano, Roma, Napoli, Torino o dalla “mia” Emilia-Romagna erano costantemente aggiornate.

Considera però che all’epoca io collaboravo già con Millecanali e questo era per me un grosso vantaggio. Lì ero una firma in mezzo a tante altre, ma si trattava di una pubblicazione prestigiosa, curata peraltro da Mauro Roffi con cui siamo tuttora in contatto costante.

E poi, come dici tu, c’erano i contatti dal basso, gente che spontaneamente mandava mail con delle informazioni.

Talkmedia

Nel 2002 ha preso il via Talkmedia, quello che oggi è la parte social su Facebook di FM-World: nato come ‘ospite’ di Yahoo!Groups.

La modalità era molto semplice: chi si iscriveva (via mail, ovviamente) a questo gruppo, automaticamente diventava sia lettore che protagonista, perché chiunque poteva scrivere qualcosa che sarebbe stata recapitata a tutti.

Facebook

E Talkmedia è rimasto questo fino all’arrivo dei social…. Facebook ha iniziato in che anno?

*MHB: In Italia direi attorno al 2008. Senza ancora il bottone “like”.

NF:  Facebook ha preso il via quando ancora non collaboravo con Busi (Gianluca Busi, fondatore di 22HBG, N.d.R). E la prima pagina di FM-World, di fatto, era un profilo privato. Poi sono arrivati i “gruppi”.

Talkmedia

E quindi nel 2011 sono nati ufficialmente la pagina e TalkMedia come gruppo, ed è anche l’anno in cui c’è stata questa conoscenza personale tra me e Gianluca. Io all’epoca lavoravo in una radio locale e venne..

*MHB: “Una ?”. A Rete Alfa…

NF: Si… venne Gianluca a trovarmi in radio dicendomi “noi due ci conosciamo… “, perché comunque a lui parlavano di me anche tecnici e operatori del settore, così come a me parlavano di lui.

A quel tempo non c’era ancora 22HBG, che sarebbe nata abbinando la start up al processo di sviluppo di FM-World anche come app.

FM-World in 22HBG

Io stesso ero stanco di “giocare da solo”, quindi mi faceva piacere avere un’evoluzione, cogliendo l’entusiasmo di Gianluca e della nascente 22HBG.

I nostri “ruoli”? Io di fatto ho mantenuto la gestione dei contenuti del sito e lui di tutto il resto, ovvero della app, degli sviluppi tecnologici, nonchè della stessa bellissima sede.

Una app – quella di FM-world – che oggi aggrega gli streaming audio e video di tante emittenti italiane ed estere.

Parole, parole, parole

*MHB: I numeri delle connessioni però non li fornite pubblicamente.

NF: Sono scelte aziendali, ma posso darti qualche informazione importante. Ad esempio che online funzionano non solo i grandi network ma anche le radio native digitali, soprattutto se hanno un format ben definito. Ci sono radio totalmente “verticali” che ottengono importanti risultati.

Reality Check: qualche webradio tra le top 10?

*MHB: Ma per esempio adesso, proprio in questo momento, avete tra le top10 una radio che non sia anche in FM?

NF: In questo momento (le 8:55 AM di lunedì 29 maggio 2023, N.d.R) la più ascoltata… fammi vedere… si: la più ascoltata è Radio1 Rai, poi i network privati che conosciamo… e al nono posto 70-80.it, la prima digitale.

FM-World per i broadcaster

*MHB: Un’applicazione come FM-World registra un mare di informazioni: classifiche di ascolto in tempo reale, durata di ascolto, bounce, abitudini dei singoli  utenti. E puo’ visualizzare metadati. Avete pensato di fornire interfacce alle radio per poter analizzare e operare su questi dati? O magari anche arricchire tramite la vostra piattaforma quanto offrono le radio con i famosi metadati, e non parlo del solito titolo del brano in onda, ma di tutto il resto di cui si favoleggia da anni?

NF:  Certo, è ovvio che, sì, questo è un servizio molto utile, oltretutto mostra l’importanza della prominence sulla app, nel posizionamento studiato, del logo giusto, del nome giusto: un servizio che possiamo fornire.

Ma non io: io curo la parte contenuti. Di questo dovresti parlare con 22HBG direttamente.

Prossima puntata

Ed è esattamente quanto faremo nella seconda puntata della nostra serie “Intrattenimento e lavoro in Auto” (M.H.B. con il supporto di Peperoni AI, per FM-World).