Il radiotext, questo (semi)sconosciuto
Quante emittenti utilizzano correttamente il radiotext in Italia?
La domanda sorge dopo un viaggio in cui ho attraversato mezza Italia, scanalando l’FM tra emittenti nazionali e locali.
Se per alcune emittenti nazionali, ormai, il radiotext è diventando – sostanzialmente – il modo per indicare all’utente la canzone che sta ascoltando, a livello locale la situazione è ancora critica.
Molte emittenti areali, soprattutto (ma non sempre) quelle piccole, utilizzano ancora il “ps” (ovvero l’indicativo a 8 cifre dell’rds) in versione dinamica, come fosse un radiotext: numeri di telefono che scorrono, titoli di brani che si alternano al nome dell’emittente ed altro ancora.
Il tutto, con la conseguenza che, dove il segnale non è cristallino, avvengono le classiche “marmellate” con scritte confuse o caratteri mancanti.
Al contrario, il radiotext talvolta è completamente trascurato, tanto che non è raro trovare ancora preimpostato il nome dell’azienda (con tanto di indirizzo e numero di telefono) da cui è stato acquistato l’apparato.
Eppure, il radiotext per molte autoradio (e anche per chi ascolta la radio FM dallo smartphone) è ormai una realtà consolidata, che integra l’indicazione a 8 cifre del “ps”.
Un’Italia, dunque, a due velocità, tra chi cura nel dettaglio la sottoportante e chi ancora non la prende nella dovuta considerazione (o la ritiene secondaria) rispetto all’impatto che il “ps” garantisce all’utente all’ascolto.
Nicola Franceschini