Pubblicità: la radio supera la stampa e si colloca in terza posizione tra i media

Il mezzo radio ha superato i quotidiani quanto a raccolta pubblicitaria in Italia.

A renderlo noto sono i dati Nielsen, pubblicati nei giorni scorsi.

Nel nostro Paese, digital e Tv continuano ad occupare le prime due posizioni, con una crescita superiore della seconda rispetto al primo.

Per la televisione, in aprile l’aumento segna un +7% rispetto al 3% del digital. Risultato: il mezzo televisivo segna quota 1,26 miliardi contro gli 1,28 del digitale.

E la radio? In aprile ha registrato un balzo mensile del +14,9 che le ha permesso di raggiungere i 118,8 milioni, contro una stampa costantemente in discesa che nello stesso periodo ha ottenuto un -0,2% (e addirittura un -8,1% se consideriamo i primi quattro mesi dell’anno) portandosi a 115,6 milioni.

Il prof. Alberto Dal Sasso dell’Università La Sapienza ha così spiegato la tendenza a Il Sole 24 Ore: “La radio è un mezzo resiliente, il cui andamento in termini di investimenti pubblicitari non va particolarmente giù nei momenti difficili e non ha picchi nei momenti di boom. Ma la crescita in questi ultimi periodi è costante, supportata anche dalle possibilità della radiovisione, ancora minimale, e del digitale”.

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Raccolta pubblicitaria, la radio in luglio è cresciuta più degli altri media

E’ la radio ad ottenere la miglior performance in ambito di raccolta pubblicitaria nel mese di luglio 2019.

Ad evidenziarlo è Nielsen, in un articolo pubblicato da Finanza Operativa, che sottolinea un calo complessivo della pubblicità del 7% in uno dei mesi centrali dell’estate, rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso.

Nel dettaglio, i quotidiani registrano un calo del 10,6%, la tv crolla del 10%, mentre internet ha una lieve flessione in alto, pari al +1%.

La migliore performance, dunque, in un mese complessivamente poco felice per la raccolta, è la radio.

Nielsen evidenzia addirittura un +8%.

Ancora non noti, invece, i dati comunicati da FCP-Assoradio per il medesimo mese.

L’ultima notizia a riguardo era relativa al mese di giugno, con un dato pari al -2,2%, a fronte tuttavia di un +1,4% dell’intero primo semestre 2019 rispetto al corrispettivo del 2018.