Linus: “Deejay è ancora in grado di stupire posizionandosi in vetta alle classifiche”

Soddisfazione da parte di tutto il Gruppo GEDI per i risultati ottenuti dagli ultimi dati.

Ottimi risultati d’ascolto per le tre emittenti del Gruppo GEDI, tutte in crescita, come attestano i dati pubblicati oggi da RadioTER, relativi agli ascolti del mezzo Radio che nell’Anno 2023 registra ben 36,3 milioni di ascoltatori medi giornalieri (+7,5% rispetto al 2022) e 7,2 milioni nel quarto d’ora medio (+14,1%).

Radio Deejay ottiene il primo posto nella graduatoria del quarto d’ora medio (AQH) con 675 mila ascoltatori (+48,0% rispetto all’anno precedente) e supera i 5,5 milioni (5.509 mila, +17,8%) di ascoltatori nel Giorno Medio dove conquista la seconda posizione nel II Semestre 2023 con 5.624 mila ascoltatori.

Bene Radio Capital con 140 mila ascoltatori nell’AQH (+17,6%) e 1.338 mila ascoltatori nel Giorno Medio (+2,9%), valore che raggiunge i 1.405 mila nel II Semestre 2023.

In ulteriore crescita Radio m2o che ottiene il suo massimo storico sia nell’AQH con 176 mila ascoltatori (+34,4%) sia nel Giorno Medio con 1.766 ascoltatori (+11,0%, con il valore del II Semestre 2023 che sale a 1.848 mila).

“Dopo tre anni complicati, il 2023 potremmo ormai ufficialmente considerarlo l’anno della rinascita per tutto il comparto radio, che si vede ricompensato per il grande impegno, e per le nostre emittenti” – dichiara Linus, Direttore Editoriale Radio GEDI e Direttore Artistico di Radio Deejay e Radio Capital -. Deejay sta per compiere 42 anni ed è ancora in grado di stupire posizionandosi in vetta alle classifiche e consolidando anno dopo anno una relazione di qualità con il suo pubblico unica nel panorama radiofonico. Cresce anche Radio Capital che sta trovando una sua strada e una sua stabilità e benissimo m2o, forse in questo momento la radio più originale del panorama italiano. Ma… the best is yet to come!”

“I nuovi dati d’ascolto confermano con decisione il trend, più che positivo, che accompagna la crescita costante di Radio m2o.” – commenta Albertino, Direttore Artistico di Radio m2o-. “L’ultima rilevazione sottolinea inoltre un dato storico: il record assoluto di ascoltatori nel giorno medio e nel quarto d’ora medio (AQH). Sono numeri entusiasmanti, raggiunti attraverso un riposizionamento coerente, mirato e appassionato del prodotto m2o, in grado oggi di raggiungere una fascia di pubblico sempre più ampia e trasversale”.

 Un 2023 di vero successo per le emittenti del Gruppo GEDI, dai dati di ascolto ai risultati ottenuti dalla raccolta pubblicitaria (con trend nel periodo gennaio-novembre 2023 superiore al +7,0% registrato dal mercato), dall’adesione del pubblico ai vari eventi sul territorio ai primati social, digital e di OnePodcast, progetto leader in Italia con oltre 17 milioni di streaming/mese e con la serie Elisa True Crime che ha raggiunto la vetta nella classifica di Spotify dei podcast più ascoltati del 2023.

(Comunicato stampa)

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Jody Cecchetto risponde a Linus: “Radio Deejay esiste grazie a mio padre”

Lo scorso 20 dicembre, Rai1 ha trasmesso il documentario “People from Cecchetto”, dedicato alla storia di Claudio Cecchetto e dei personaggi da lui lanciati nella sua carriera.

Il mattino seguente, Linus – non presente in questo lungometraggio – aveva criticato il riscontro degli ascolti (lo share non era stato particolarmente alto, forse dovuto anche ad una controprogrammazione particolarmente forte) fino ad etichettare “fesso” lo stesso fondatore di Radio Deejay.

Un commento che non era piaciuto a molti, ma che sembrava essere stato velocemente dimenticato.

Non è stato così e a rispondere all’attuale direttore dell’emittente del gruppo GEDI è Jody Cecchetto, che recentemente ha lasciato il gruppo RTL 102.5.

“Questo docu non è meramente un tributo a Claudio Cecchetto” – ha dichiarato in un reel su Instagram – “ma è un abbraccio a degli amici protagonisti presenti nel film, di cui si ripercorrono le storie. Storie che sono diventate storia perché hanno cambiato il linguaggio della comunicazione, della radio, della tv in Italia”.

Jody arriva al dunque, parlando del padre come della “persona grazie alla quale fondamentalmente voi siete lì ed esiste Radio Deejay. Anche solo per questo, senza considerare tutto il resto, tanto fesso non mi sembra”.

Diversi i commenti al post, tra cui quello dello stesso Linus che replica dicendo: “Sei un bravo ragazzo, e ti fa onore che tu difenda papà. Il resto non lo potrai mai capire. Per fortuna. In bocca al lupo per tutto”.

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Linus: “Radio Capital sta benissimo, è una gigantesca balla che sia in vendita”

Si torna a parlare di Radio Capital e delle presunte voci che negli scorsi mesi l’avevano annunciata in vendita.

In risposta ad un commento su Instagram, Linus nega che questo sia vero.

“Radio Capital sta benissimo, è una gigantesca balla che sia in vendita”, replica alla domanda di un ascoltatore che chiedeva se si sapesse nulla di questa emittente.

Ricordiamo che solo poche settimane fa, alcuni quotidiani l’avevano data prossima alla cessione alla famiglia Angelucci.

Il “botta e risposta” è inserito in un post dove Linus ha ufficializzato il rinnovo del contratto con Radio Deejay e con l’intero gruppo per il prossimo triennio.

“Ancora tre anni, così facciamo cifra tonda”, annuncia sui social, indicando indirettamente il 2026 come l’anno in cui festeggerà cinquant’anni di carriera.

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“Party like a Deejay” nel 2024 si terrà l’8 e 9 giugno: l’annuncio di Linus

“Party like a Deejay” torna anche nel 2024.

La festa di Radio Deejay si svolgerà, come sempre, al Parco Sempione e all’Arco della Pace di Milano.

Le date sono sabato 8 e domenica 9 giugno.

Ad annunciarlo è stato Linus, nel corso di “Deejay chiama Italia” di venerdì 15 dicembre.

Nel 2023, hanno partecipato quasi 200.000 ascoltatori della radio e l’evento ha avuto un seguito social di oltre 2 milioni di utenti.

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Il meglio di Talkmedia, fine novembre 2023

Il meglio di Talkmedia, fine novembre 2023: vinili in onda, radio vs streaming e… Gigio D’Ambrosio

Come ogni 15 giorni, riassumiamo in questo articolo alcuni dei post di maggior interesse (in base al numero di commenti) apparsi nella seconda metà di novembre sul gruppo Facebook Talkmedia.

Gli argomenti e il riassunto sono stati selezionati ed elaborati da PeperoniAI Claude di Anthropic, con fact checking (e qualche considerazione)  a cura di M.H.B, detto in queste occasioni “badante della IA

Vinile

Iniziamo con un’interessante domanda posta da Giuseppe Fiorellini il 23 novembre:

Un lettore ha suggerito “Vinyl Sound Radio”, un emittente web che trasmette solo vinili: https://www.vinylsoundradio.com.

Un altro lettore ha menzionato la disponibilità di alcune radio vintage che trasmettono su onde medie, consigliando per ascolto apparecchi radiofonici quali  i modelli Sangean ATS909X2 e Tecsun 380.

Immediata la risposta: molti ricevitori moderni utilizzano la tecnologia DAB+ e non supportano più le vecchie frequenze AM, rendendo l’ascolto di queste emittenti vintage pressoché’ impossibile.

C’è poi stata una menzione a Radio 2Day di Monaco di Baviera (https://radio2day.de) e nuovamente  a Vinyl Sound Radio (https://www.vinylsoundradio.com), che a detta di alcuni è stata tra le prime emittenti a puntare sui vinili.

Infine è stata citata EuroparadioJazz, dove tutti i brani in onda sono stati meticolosamente trasformati in files .wav da parte dello stesso editore che aveva fondato la radio Jazz di Milano, Europaradio FM 88.3. Lavoro di anni, effettuato proprio a partire da vinili o dalle registrazioni analogiche di sessioni live che avevano luogo negli studi della radio stessa in via Tortona a Milano.

La radio per promuovere musica

Un utente fedelissimo di Talkmedia ha posto la seguente domanda: “ha ancora senso rivolgersi alla radio per promuovere musica?”, citando Marco Stanzani che a sua volta partiva da una dichiarazione di Linus.

La discussione che ne è nata si è incentrata principalmente sul ruolo della radio nella promozione musicale e su come questo sia cambiato negli ultimi 20 anni con l’avvento di internet e dello streaming.

È stato fatto notare come oggi sia molto più difficile per gli artisti emergenti e indipendenti avere spazio sulle radio nazionali, a differenza di 20 anni fa quando anche progetti partiti dal basso potevano ambire a divenire una hit radiofonica di successo.

Un utente porta l’esempio dei Lùnapop, che con la loro hit “50 Special” conquistarono nel 1999 le classifiche grazie al traino radiofonico. Oggi una strategia simile sarebbe impensabile, secondo alcuni proprio per una precisa scelta delle radio di puntare più sull’intrattenimento che sulla promozione musicale.

C’è chi evidenzia poi il circolo vizioso creatosi per cui molti artisti emergenti, non vedendo possibilità di accesso alle radio, finiscono per promuoversi solo sulle piattaforme streaming, impoverendo ulteriormente il ruolo della radio.

Qualcuno precisa però che il discorso andrebbe distinto tra radio nazionali, locali e web radio, che hanno logiche e dinamiche diverse.

Uno station manager ha portato una sua testimonianza: “(in radio) Non ci sono esperimenti di nessuna natura perché i pezzi per noi sono dei tamponi tra un contenuto e un altro che è quello che la nostra family aspetta. Oggi non siamo noi che possiamo fare da educatori in ambito musicale, almeno le radio generaliste”

In definitiva, sembra esservi consenso sul fatto che per la promozione ai massimi livelli la radio conti oggi molto meno che in passato, con buona pace degli addetti alla promozione discografica

Il meglio di Talkmedia, fine novembre 2023 gigio d'ambrosio

Gigio

La seconda parte di Novembre ha visto un’importante intervista di Newslinet a Gigio D’ambrosio, ripresa da Talkmedia, dove si è sviluppato un importante dibattito. Gigio, che ricordiamo a trasmettere da RMI ancora quando aveva sede nell’appartamento della famiglia Cozzi, afferma che la radiofonia italiana è immutata da lustri e che dunque occorre puntare su nuovi contenuti o lo streaming sarà nemico imbattibile.

La discussione si è aperta sul ruolo dello streaming che per molti ha definitivamente cambiato le modalità di fruizione della musica rispetto al passato, quando le radio e i dj erano il principale mezzo di scoperta e promozione.

C’è chi sostiene che ormai i network radiofonici principali sono troppo legati all’intrattenimento, con poco spazio all’approfondimento musicale e con playlist molto omologate. Si è portato l’esempio di molti speaker che non hanno di fatto nulla da dire al di là di leggere i messaggi degli ascoltatori e un utente ha affermato che “Finché si affidano i programmi a conduttori che oltre al nome proprio e della radio, all’ora esatta e al commento di sms e whatsup non hanno altro da dire, sarà complicato innovare la radio”

Poiché il commento sembrava fosse diretto al conduttore stesso, questo ha deciso di intervenire in prima persona nella discussione, affermando: “(sono stato a RTL 102.5) 13 anni per la precisione. Nei quali ho cercato di fare al meglio il mio lavoro. Rispettando i tempi del format ma con l’assoluta libertà di esprimermi. Probabilmente generalizzi un po’ troppo. Non spetta a me giudicarmi, ma tra gli ormai ex colleghi di RTL ci sono grandi differenze di conduzione, contenuti ed esperienza. Un orecchio attento se ne accorgerebbe facilmente. Come in qualsiasi altra radio. Dopodiché nelle radio di flusso è ovvio che si dia molto più spazio alla musica. Sono scelte. Peraltro rispettabilissime. Che oggi personalmente trovo rischiose. Ma ti segnalo che alla radio non è importante per quanti minuti parli, ma CIÒ CHE DICI ! e la mia riflessione sugli interventi “vuoti” si riferiva esattamente a questo.”

C’è anche chi ha fatto notare come molte radio locali e regionali mantengono comunque una buona varietà di contenuti e consentono maggiore autonomia ai propri speaker. Con il digitale inoltre si amplia la possibilità di scelta.

In generale, molti hanno apprezzato il contributo critico di D’Ambrosio, che pur conoscendo il mondo radio da insider non si limita a difendere lo status quo ma punta invece il dito contro ciò che a suo dire sta impoverendo e rendendo meno rilevante il settore.

Conclusioni

Anche in questo “meglio di” si conferma il “mood” che ha permeato tutte le edizioni precedenti: I lettori di Talkmedia hanno una grande nostalgia della radio del passato e considerano quella di oggi troppo omologata e non appassionante. Ma continuano in ogni caso ad ascoltarla, come peraltro facciamo noi: magari cambiando stazione ogni pochi minuti (M.H.B. per FM-World)

Linus: “L’unica minaccia per la radio sono le piattaforme di streaming musicale”

Linus è stato protagonista di “Tintoria”, stand up comedy teatrale condotta da Daniele Tinti e Stefano Rapone – poi riproposta ‘on demand’ sulle piattaforme digitali – in cui si affrontano svariati argomenti con gli ospiti presenti nel talk.

Il conduttore e direttore di Radio Deejay ha raccontato il suo percorso artistico, dagli esordi al suo rapporto con Nicola Savino (con cui co-conduce “Deejay chiama Italia” da 26 anni), fino ad arrivare a parlare del futuro del mezzo radiofonico.

E su questo ci soffermiamo, riportando alcune considerazioni interessanti.

In primis, Linus ritiene che la radio abbia saputo riposizionarsi, dando sempre qualcosa non si trova altrove.

“L’unica vera minaccia è quella delle piattaforme di streaming musicale”, ritiene, ponendosi la domanda: “Se tu ascolti la radio per la musica, perché devi ascoltare la radio?”.

“Noi cerchiamo di dare alla gente quel perché” – sottolinea Linus“che è la personalità dei programmi e magari, nel nostro caso, il fatto che possiamo essere divertenti. Chi non capirà il cambiamento probabilmente farà molta fatica nei prossimi anni”.

Poi si sofferma sulle modalità di ascolto del mezzo: “Oggi a casa non c’è più neanche un apparecchio radiofonico, la ascolto con l’app dal mio telefono come molta gente. La radio oggi è in qualunque tipo di device”.

L’intervista integrale è disponibile cliccando qui sotto.

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