Rinnovato il contratto di lavoro delle imprese radiotelevisive
Una notizia importante per quanti operano nel settore radiotelevisivo è il recentissimo accordo per il rinnovo del contratto di lavoro raggiunto fra le imprese radiotelevisive di Confindustria Radio-Tv e le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uil-Com. Il rinnovo ha validità quadriennale ed è stato siglato presso la sede di Confindustria Radio Televisioni a Palazzo Colonna a Roma.
A firmarlo, come detto, sono stati la delegazione datoriale di Confindustria Radio Televisioni, coordinata da Piero Manera (da molti anni ‘specialista della materia’), e le organizzazioni sindacali di settore.
Il contratto, che – va sottolineato – non riguarda in specifico il settore giornalistico, si applica ai dipendenti di tutte le aziende nazionali e locali private, esercenti servizi radiotelevisivi, multimediali, attività di edizione e messa in onda, produzioni e commercializzazioni dei programmi.
La trattativa ha permesso di rielaborare la parte normativa in merito ai “contratti a tempo determinato e somministrati a t.d.”, di particolare interesse per la gestione datoriale/aziendale. Si è inoltre attuata la parziale revisione dell’articolo riguardante la “malattia”, l’adeguamento dell’articolo “appalti”, il consolidamento dell’accordo riguardante la “polizza sanitaria Salute Sempre” e la completa revisione del testo contrattuale vigente per l’adeguamento normativo. Tutta una serie di istituti riguardanti le nuove attività progettuali e lavorative del settore sono stati demandati alla trattazione ‘in progress’, da realizzarsi nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale, organismo bilaterale datoriale/sindacale, rinominato nelle componenti per la stessa durata contrattuale.
Per la parte economica, gli aumenti salariali sono fissati, per il comparto televisivo, in tre tranche 2022/23/, rispettivamente per €40, €35 e €40 lordi; per il comparto radiofonico gli aumenti verranno invece corrisposti in due tranche 2022/2023, pari rispettivamente a €40.00 ed €40.50 lordi; ci sono poi oltre €250 lordi a titolo di ‘una tantum’ per il periodo di vacanza contrattuale del 2021 e di una parte di questo 2022. È stata inoltre confermata la somma di €10 quale costo per la polizza sanitaria interamente a carico delle aziende; è stato infine stabilito di elevare all’1.20% il contributo a carico dell’azienda per i fondi di categoria.
Per il perfezionamento dell’accordo si dovrà ora attendere l’esito delle assemblee sindacali, previste entro la metà di giugno.
A chiusura della trattativa e della sottoscrizione, il presidente di Confindustria Radio Televisioni Franco Siddi è intervenuto per complimentarsi con la compagine datoriale e sindacale, apprezzando il grande lavoro svolto e l’equilibrato risultato ottenuto. Siddi ha dichiarato: “In tempi non facili per il dialogo sociale e i rinnovi contrattuali, Confindustria Radio Televisioni e i sindacati di settore sono riusciti a portare a termine la contrattazione sul CCNL. Il contratto è stato sottoscritto al termine di una trattativa durata oltre un anno e ha preso nuovo impulso dopo la pandemia. Si conferma il ruolo efficace della contrattazione sociale”.
Nel parallelo comunicato dei sindacati si illustrano ugualmente i contenuti dell’accordo, “che corona un lavoro di trattativa durato più di un anno”.
In particolare si spiega come “dopo non aver ritenuto percorribili le proposte datoriali relative all’introduzione di una disciplina dei contratti di lavoro intermittente e stagionali, le Parti hanno sottoscritto un accordo specifico sui contratti a tempo determinato. In particolare, in forza del DLGS del 2021 che ha reso possibile la possibilità di allungare la durata temporale dei contratti a t.d., con questa disciplina sottoscritta, le Aziende potranno prorogare i contratti subordinati e somministrati a tempo determinato fino a un massimo di 48 mesi, ma soltanto sulla base delle causali richiamate nell’accordo. In cambio, il Sindacato ha ottenuto che il 40% di questi contratti, sempre su base aziendale, venga trasformato in contratti subordinati a tempo indeterminato”.
Per gli appalti, “con l’obiettivo di ridurre la frammentazione della filiera e di assicurare maggiori tutele ai lavoratori e alle lavoratrici, degli appalti e diretti, le Parti hanno comunemente deciso di rafforzare il diritto d’informazione previsto nel contratto, ampliando gli obblighi di comunicazione dei dati numerici, qualitativi e quantitativi in capo all’Osservatorio, che prevederà sessioni specifiche su questi argomenti…
L’obbligo di utilizzo dei contratti sottoscritti da CGIL, CISL, UIL in tutta la filiera degli appalti radiotelevisivi rappresenta un avanzamento importante nel contrasto ai contratti pirata ampiamente utilizzati nel settore, ma soprattutto, significa anche una maggiore tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende in appalto”.
Per la parte economica e limitatamente al comparto radiofonico, i sindacati spiegano:
“L’aumento concordato a regime, per il periodo 31 dicembre 2020-31 dicembre 2024 sarà pari a 80.5 euro parametrate al 3° livello, suddiviso in due tranche: luglio 2022: euro 40; novembre 2023: euro 40.5. Anche per il comparto radiofonico, con le competenze del mese di settembre 2022 si prevede inoltre una una-tantum di 250 euro non parametrate, a cui si aggiungerà, per gli aderenti al Fondo Pensione Byblos e a far data dal 01/01/2023, un aumento dello 0.2 della contribuzione a carico azienda, che si affiancherà a quella del lavoratore che rimane all’1%”.
Mauro Roffi
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