La RAI, come la conosciamo oggi, nacque il 26 ottobre di 74 anni fa

La nascita della RAI, col nome che ancora viene utilizzato oggi, si intreccia alla storia della Seconda Guerra Mondiale.

Nata nel 1924 come URI (Unione Radiofonica Italiana) e diventata nel 1927 EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche), dal 1943 – con il graduale arrivo degli Alleati che partì dal Sud-Italia – si spaccò letteralmente in due, con le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari gestite dal Psychological Warfare Branch (organismo del governo militare anglo-americano incaricato di esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione di massa italiani tra il ’43 ed il ’45) e quelle del Nord organo della Repubblica Sociale Italiana.

Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l’EIAR fu riaperta nell’Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane (RAI), che aveva come socio di maggioranza la SIP, all’epoca acronimo di Società Idroelettrica Piemontese, prima che si trasformasse (negli anni ’60) in Società Italiana per l’Esercizio Telefonico.

Fu solo nel dicembre 1945, però, che il sistema radiofonico italiano – come riportano varie fonti, tra cui Wikipedia – fu riunificato sotto la RAI e nel 1946 i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti: le stazioni dell’Italia centromeridionale vennero costituite nella “rete rossa”; mentre le stazioni dell’Italia settentrionale diventarono la “rete azzurra”.

La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, Genova I, Bologna, Venezia, Verona, Padova, Bolzano, nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II; mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a Firenze e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, San Remo, nonché Torino II, Milano II e Genova II.

Nel 1950, venne creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi ad essere trasmesso in modulazione di frequenza. Alla fine del 1951, il palinsesto radiofonico fu ristrutturato intorno a tre programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale. Grosso modo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.

Dopo varie sperimentazioni, il 3 gennaio 1954 la RAI diede il via ai primi programmi televisivi, affiancando il servizio video a quello radiofonico.

94 anni di radio: il 6 ottobre 1924, la prima trasmissione italiana

Il 6 Ottobre del 1924 nasceva in Italia la prima trasmissione radiofonica.

La voce via etere del primo annuncio è sempre stata attribuita a Maria Luisa Boncompagni (anche se da ricerche più recenti si ipotizza il nome di Ines Viviani Donarelli), che presentava un palinsesto composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, veniva fondata – come riporta il sito RAI “Storia della Radio” – il 27 Agosto 1924, come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino. Fondamentale la mediazione del Ministro delle comunicazioni Costanzo Ciano.

L’Agenzia giornalistica Stefani veniva designata dal governo come l’unica fonte delle notizie che l’URI poteva trasmettere. Si trattava della prima agenzia di stampa italiana nata a Torino nel 1853, voluta da Cavour come portavoce della sua politica. Nel 1924 diventava proprietà di un fedelissimo di Mussolini, Manlio Morgagni che ne faceva un potente strumento di regime.

L’Unica stazione trasmittente era quella di Roma, posizionata nell’attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Eravamo agli inizi e il pubblico era composto da amatori interessati più alla novità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri.

Nel gennaio 1925 nasceva il Radiorario, settimanale ufficiale dell’URI. L’intento era quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare.

Poco dopo, tra il ’24 e il ’29, si cominciava a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925), da Napoli (1926) e da Torino (1929).

Nel gennaio 1928, l’URI diventava EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. L’evento segnava il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia che iniziava ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa e che come tale sarebbe stato utilizzato dal regime.