Rassegna Stampa Radiorama Maggio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.80 di Marzo 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/04/Radiorama-n.80-v1.pdf

RAI: in arrivo nuovi canali DAB+

(ANSA 13 aprile 2018) La Rai accelera e punta tutto su un futuro prossimo ‘all digital’. Questo è ciò che emerge dal seminario internazionale organizzato sul DAB+ a Via Asiago. «Sul piano tecnologico e produttivo – ha spiegato Roberto Sergio, direttore di Radio Rai – siamo ormai totalmente digital, sul piano della copertura abbiamo stanziato importanti investimenti che ci consentiranno di coprire la cosiddetta ‘T autostradalè in anticipo rispetto alle previsioni, entro fine 2018. Nel biennio successivo continueremo a investire per rendere la copertura del digitale sempre più ampia e sui contenuti siamo già in onda con 5 nuovi canali, pensati e costruiti in maniera verticale per competere sul terreno del digital entertainment. E nuovi canali si aggiungeranno a brevissimo. Insomma, la Rai c’è e intende svolgere a pieno il suo ruolo di attore principale in questo progetto, come del resto è avvenuto anni fa per lo sviluppo del digitale terrestre televisivo, che non avrebbe avuto successo senza la forte discesa in campo di Rai, tema di cui nel 2004- 2007 mi occupai con entusiasmo». Il seminario ospitato nella storica sala A di via Asiago – trasmesso in diretta sui siti web e i profili Facebook di Rai Play Radio e Rai Radio Live – è stato aperto da Fabrizio Ferragni, Direttore delle Relazioni Istituzionali della Rai: «Siamo impegnati al massimo per guidare questa fase di cambiamenti storici nel mondo della comunicazione. E tutto ciò in stretta collaborazione con Agcom con la quale condividiamo l’obiettivo di gestire nel modo più utile e proficuo per i cittadini il cambio del Dab+ e il nuovo piano nazionale delle frequenze». È stato stabilito che a partire dal prossimo 2020 tutti gli apparati radio in vendita dovranno avere una modalità di ricezione digitale. «Decisione che tutti noi della filiera editoriale e produttiva – conclude Roberto Sergio, Direttore di Radio Rai – abbiamo salutato con grande soddisfazione. La copertura per tutti gli editori è in continuo aumento, così come l’offerta di contenuti».

Radio DAB+: quale scegliere. Un servizio della TV Svizzera

(Portale Italradio, http://portale.italradio.org/ Aprile 27, 2018) La radio cambia musica ma tra gli 8 apparecchi radio DAB+ provati dalla TV Svizzera sono molte le delusioni e alcuni ricevono una… sonora bocciatura. Suono scadente, prezzi, display insufficienti e soprattutto batterie che durano poco. Ecco i difetti della radio digitale dal lato dell’ascolto. Entro il 2024, tutte le radio svizzere dovranno adottare il DAB+. Si promette suono di ottima qualità, niente fruscii o crepitii anche in viaggio; grande facilità di utilizzo, informazioni aggiuntive attraverso testi e immagini. Ma è sempre così? Se lo sono domandati due popolari programmi della tv svizzera. In italiano “Patti Chiari” – andato in onda il 27 aprile su RSI La 1: https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/pattichiari/Inchieste/inchieste-andate-inonda/Radio-DAB-quale-scegliere10403618.html

preceduto sulla tv germanofona SRF lo scorso 3 aprile dal programma Kassensturz: https://www.srf.ch/sendungen/kassensturz-espresso/digitalradios-im-test-der-klang-laesst-zu-wuenschenuebrig

Patti chiari ha esaminato 8 modelli diversi, con prezzi da 99,90 a oltre 300 franchi (85-260 euro circa). Come dimostrano anche le osservazioni che giungono all’Ufficio federale delle comunicazioni, che coordina il passaggio al digitale in Svizzera, i risultati sono poco incoraggianti. Vince il test modello Ruark Audio (a 379 franchi, 340 euro circa) con un voto di 5,1 che ha mostrato la migliore qualità del suono e facilità di utilizzo.

Al test di parlato, musica classica e pop i ricevitori sono apparsi con suono scadente anche per le dimensioni dell’altoparlante e problemi di elettronica. I display sono apparsi spesso troppo piccoli o insufficienti ma soprattutto le batterie.

Dovendo comprare le batterie a parte il costo supera i 20 Euro (24 franchi) e la durata è scarsa. I peggiori apparecchi si bloccano dopo 6 ore, il migliore dopo 24 ore di funzionamento ininterrotto. Secondo Kassensturz un apparecchio ha anche mostrato di subire disturbi da telefoni mobili e l’ascolto in quasi tutti gli apparecchi non è possibile in ogni luogo. Muri di cemento, ad esempio, bloccano il segnale. Il DAB+ continua a dare segni di insufficienza e costare parecchio. La strada è ancora lunga.

La Svizzera prepara il passaggio al DAB+

(traduzione dal gruppo Facebook BANDSCAN FM Da InfoDigital 24 aprile 2018 https://www.infosat.de/ )

Così, la popolazione in Svizzera può preparare per il passaggio da FM a DAB + nella diffusione di programmi radiofonici in tempo, l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) ha annunciato oggi pubblicamente il mandato per una campagna di informazione di quattro anni sul DAB + dal 2019. L’Ufficio federale sostiene quindi l’industria radiofonica, che distribuisce sempre più i suoi programmi in modo digitale sulle reti DAB + e desidera disattivare le sue stazioni FM entro pochi anni. La Svizzera si vede in pista per impostare la trasmissione analogica di programmi radiofonici nei prossimi anni: in famiglie e veicoli svizzeri circa 3,5 milioni di DAB + dispositivi erano alla fine del 2017 in funzione, 600.000 unità in più rispetto all’anno precedente. Più di un milione di automobili sono ora in grado di DAB + per ricevere 85 per cento di tutti i nuovi veicoli sono equipaggiati di serie con DAB +, e l’uso digitale dei programmi radiofonici (DAB +, reti televisive e internet) nel 2017 54-61 per cento aumentato. Al fine di rendere il DAB + ancora più conosciuto e di promuovere l’ascolto della radio digitale, l’OFCOM sta lanciando una seconda campagna di informazione. L’obiettivo è aumentare ulteriormente il numero di ricevitori radio abilitati DAB + in case e veicoli. La campagna va dal 2019 al 2022 ed è stata pubblicizzata oggi sulla piattaforma di procurement di simap.ch. Il contratto è previsto per l’autunno 2018. Il bilancio di 5,5 milioni di franchi svizzeri sarà finanziato dalla tassa di ricezione e dal nuovo prelievo per la radio e la televisione, che sarà prelevato dal 2019 in poi. Dopo aver avviato l’attuale fase di spegnimento di FM, la campagna si concentrerà sull’informare e consigliare il pubblico e le altre parti interessate. Inoltre, il contraente dovrebbe istituire un centro di competenza per DAB +. La campagna si basa sull’articolo 58 della legge sulla radiotelevisione (RTVG). Prevede che l’UFCOM lavori con società esterne per informare il pubblico sulle nuove tecnologie nel campo dei media elettronici. La prima campagna d’informazione con il tema “Radio in movimento” sarà gestita dal 2017 al 2018 dall’agenzia Republica, con un budget di quattro milioni di franchi. La campagna di informazione è condotta in stretta collaborazione con l’industria radiofonica, che li supporta anche nei propri programmi e con i clienti free-lance. L’industria radiofonica prevede di rinunciare alle trasmissioni radio analogiche via VHF nei prossimi anni e utilizzerà invece il DAB + come principale tecnologia di trasmissione. DAB + consente una ricezione stabile e chiara in alta qualità. Inoltre, gli organizzatori possono integrare i loro programmi radio con informazioni aggiuntive (come testi e grafica). Le frequenze saranno anche utilizzate in modo più efficiente e consentiranno la distribuzione di più programmi in aree di copertura più ampie. Tra il 2013 e il 2014, rappresentanti della SRG, associazioni di radio private e non commerciali e OFCOM hanno elaborato una strategia comune per quanto riguarda la migrazione da VHF a DAB + entro il 2024 al più tardi. Il gruppo di lavoro “AG DigiMig” ha consegnato il corrispondente rapporto finale al Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) nel dicembre 2014. Il gruppo di lavoro determinerà la data di disattivazione definitiva del VHF entro l’inizio del 2019 e quindi lo annuncerà.

Si gioca sulle strade il futuro del DAB in Italia

(Portale Italradio, portale.italradio.org Aprile 14, 2018) In primo piano al convegno tenutosi a Roma venerdì 13 sugli sviluppi del DAB+ in Italia la conferma della priorità, all’ordine del giorno dei prossimi investimenti della RAI, di garantire la copertura autostradale (inizialmente da Salerno verso nord) essendo prevalente (74%) l’ascolto tramite autoradio. Successivamente si lavorerà, ha sottolineato il direttore del settore tecnologico della RAI Stefano Ciccotti, per la copertura “indoor”. Non realistico, secondo Sergio Natucci di DAB Italia, uno “switch-off” dell’FM.

Sul piano normativo, riferisce a Italradio l’ing. Costantino Pacifici, che ringraziamo per la cortesia, Angelo Cardani, presidente dell’AGCOM, ha confermato che la pianificazione in atto in VHF-III utilizzerà frequenze conformi al piano di Ginevra 2006 opportunamente coordinate con i Paesi confinanti.Tutto comunque compatibilmente con le necessità frequenziali televisive dovute al rilascio della banda 700 Mhz a favore dei servizi TLC in banda larga. Questo limiterà drasticamente il numero dei consorzi che potranno operare a livello di copertura nazionale. Anche l’ing. Ciccotti ha mostrato preoccupazione per la convivenza DAB e DTT dal punto di vista interferenziale.

Sul piano dell’ascolto Natucci (DAB Italia) ha segnalato come circa il 6,1% degli intervistati di un recente sondaggio abbia dichiarato di avere un ricevitore DAB. Natucci ha anche ricordato che dal 1° giugno 2019 (Legge stabilità 2018) i nuovi ricevitori dovranno prevedere almeno una interfaccia digitale. Georg Plattner della RAS di Bolzano, ha ripreso il tema dell’ascolto in auto rendendo noto che la sua organizzazione sta procedendo a servire anche le gallerie più lunghe mediante irradiazione a cavi fessurati. Dal punto di vista dell’emergenza – ha detto Plattner – la protezione civile può anche entrare direttamente nella matrice audio con propri messaggi specifici.

Il convegno – coordinato da Andrea Borgnino della RAI – ha riservato ampio spazio ad interventi internazionali. Patrick Hannon, presidente del WorldDab, ha portato come esempio la situazione di ascolto in UK con nuove opportunità in materia di programmi (esempio sfruttamento di materiale d’archivio). La stessa RAI, secondo altri intervenuti, sarebbe pronta a introdurre 10 nuovi contenuti (programmi?) nella rete DAB. Jacqueline Bierhost (Radio Nederland) prende atto dello sviluppo del DAB+ nel suo Paese fino a chiedersi se abbia ancora senso investire nel servizio FM. Michael Reichert (Bayerischer Rundfunk) riprendendo in parte l’intervento precedente, ha insistito sulla necessità di campagne informative e di sostegno alla distribuzione on line dei ricevitori. Attesi gli interventi di Ole Jorgen Torvmark e Jorn Erik Jensen della NRK che hanno esposto con entusiasmo l’esperienza dello switch off in Norvegia che secondo loro ha avuto pieno successo. Per esempio i piccoli centri abitati dove quasi nessuno investiva si sono visti salire i programmi da 3 a 30. Tutti i relatori stranieri hanno presentato il nuovo logo del DAB+.

Concludendo gli interventi internazionali ricordiamo che Graham Dixon (EBU) ha ribadito le peculiarità positive del mezzo radio come la provenienza certa del messaggio,la robustezza verso i cyber attack, l’affidabilità in caso di emergenza e la non tracciabilità. Italradio si permette di osservare come ciò prescinda dalla banda prescelta e dalla diffusione digitale o meno, se non che quest’ultima non consente la diffusione internazionale e transfrontaliera autenticamente libera. Anche il caso svizzero o quello altoatesino presentano programmi prescelti dalla gestione della piattaforma e non dall’ascoltatore come accade su onde medie e corte.

Tra gli studi economici presentati, Eugenio LaTeana di RTL102.5 ha illustrato il lungo impegno del suo gruppo e il considerevole impegno economico previsto nei prossimi 18 mesi. Anch’egli si è mostrato preoccupato per le ristrettezze frequenziali. Interessante la presenza di Claudio Nervi della FCA (FIAT Chrysler) che ha confermato l’interesse e l’impegno dell’industria automobilistica. Marcello Lombardo della EBU ha presentato infine un suo studio sul confronto tra costi di uno stesso servizio attraverso la radio digitale e il servizio in IP attraverso LTE. Deciso il vantaggio del primo. Sarebbe interessante confrontare i risultati con i costi delle reti hertziane analogiche.

Radio Caroline now available on London DAB

(radiotoday.co.uk Aprile 3, 2018)
Radio Caroline has been added to the Small Scale DAB multiplex in London. The station, which is now broadcasting via 648 AM in East Anglia, is available in the capital at 64 kbit/s in stereo using DAB+. News of the extra coverage was tweeted over the weekend, saying “From Sunday 1st April (honestly) Radio Caroline can be heard on DAB+ throughout the London area. If you are located within the M25, the nearer to central London the better, simply give your DAB+ radio a full scan and then you may find us.”

There’s Not Enough Political Support for FM Sunsetting in Denmark

(By Doug Irwin, www.radiomagonline.com Aprile 19, 2018) COPENHAGEN — There’s more talk in the government of Denmark about the possible “sunsetting” of the VHF FM band in that country. Now, the Danish Ministry of Culture is trying to accelerate the pace of the transition. A strategy paper from the Ministry presented at the beginning of April outlines two scenarios: VHF FMs should be switched off two years after it has been determined that the 50% listening threshold has been exceeded (it is currently at 36%). And, even if the threshold is not reached by 2021, the country should off VHF and go to DAB + anyway. The trouble is that there’s not enough political support for such a move, according to radiowoche.de. The ruling liberal-conservative three-party coalition does not have its own majority in parliament and needs cooperation from other parties; it have to put forward its proposed plans in the media sector up for discussion and then convince either the right-wing conservative People’s Party or the Social Democrats and get their votes. Representatives of the People’s Party have already announced their rejection of a premature VHF exit in the Danish media. A survey conducted for the Danish news agency Ritzau revealed that 70% of respondents are opposed to the sunsetting of premature VHF FM by 2021. Also not very enthusiastic about the new government plans are a number of newspaper publishers operating various regional and local stations, according to the same article.

Can Digital Save Medium Wave?

(www.radioworld.com Marzo 28, 2018)
So, it appears as if the listeners’ appetite for sport, banter and a bit of humor is increasing, and also that medium wave remains the first option for broadcasters to reach sports lovers over the country or capital. And even though Love Sport Radio will presumably not use an AM transmitter from GatesAir, after a recent announcement that the company was suspending the sale of its AM transmitters, is there a constructive way forward for medium wave overall?

GatesAir’s decision to evaluate the medium wave market might be a direct consequence of many broadcasters shutting off analog medium wave. Take the BBC, for example, which switched off some of its domestic medium wave coverage, or other European broadcasters who see the medium as energy inefficient, expensive and a legacy technology that does not fit in with the age of podcasts. But then again, naysayers have been calling radio — including analog medium wave — dead for many years.

In parallel, or as an answer to this declared radio obituary, the EBU Director General praises radio and doesn’t see it dead but “Over 100 Years Young.” He recently quoted a very recent EBU report that shows radio being the most trusted form of media (trusted by nearly 60 percent of the European population). Some might say the figure would be even higher if more medium wave transmitters had been kept on air and were digitized.

In the United States, Nielsen tells us that 93 percent of adults over the age of 18 tune into FM and AM (medium wave) radio each week. The number ticks up to 95 percent when considering just those between the ages of 35 and 49. So AM and FM are popular (though a bit less so with the teen listeners). Square this with the fact that in the U.S., i-Heart Media, the country’s largest analog FM and AM station, recently went bust, having paid about US$1.5 billion in interest on debts only last year.

Are you confused yet? If so, that would be understandable, since there exist many different and contradictory perspectives. There are those who are waiting for 5G to revive radio or audio. But I tend to agree with Reiner Mueller, a top IT manager at the Bavarian State Centre for New Media in Munich, who thinks that there will be so many demands on 5G, when it happens in 2025 or beyond, that it is questionable if 5G would succeed as an important digital transmission path for radio at all. Then there are those who believe that diversification is prudent, like the BBC head of radio who wants a mixed FM, digital and hybrid economy to continue with no digital switchover date set until the audience makes up its mind, or the government.

Further away from such complex evaluations are those who have looked at their rusting medium wave transmitters and have decided to go digital. In India 35 new DRM medium wave transmitters are beaming digital signals. In some very populated areas of India there is much more (information, internet content, educational information, disaster warnings) available than “just” audio. These signals (and their additional benefits) are available to over 600 million Indians now. Neither FM nor DAB can offer this kind of access to radio.

Shortwave and medium wave broadcast bands can cover large areas. Medium wave transmitters deliver excellent coverage for long distances as the signal propagation is along the earth’s surface. Most broadcasters worldwide have been using medium wave and shortwave bands for free-to-air broadcasting for years. But, and there is one but, in-band transmissions use Amplitude Modulation, and in the analog mode this results in quality degradation — on medium wave this is due to noise generated by industrialization. To remain relevant medium wave and shortwave bands must therefore be digitized in order to guarantee the necessary quality listeners wants, along with more capacity, value-added services and to also fill the gaps for FM or DAB transmitters.

Thanks to Digital Radio Mondiale, all the justified criticisms of analog medium wave (poor sound, high operational costs etc.) have been eliminated. So why is it that we aren’t seeing more broadcasters move to digital medium wave instead of simply abandoning entire transmitters sites? We see digital medium wave taking hold in India and there are plans in other parts of the world but what about Europe (with the exception of Hungary that recently installed a huge medium wave DRM transmitter) and the U.S.?

One reason might be the very name “medium wave,” which sounds so old-fashioned. In reality, the digitized version of the medium offers exceptional digital audio quality and extra bells and whistles. A deeper reason might be that digital radio has been promoted exclusively from the technology platforms upward, rather than starting from a broadcaster and listener needs and benefits perspective.

Maybe it’s time to start talking digital radio only and not just focusing on the specific standards (DRM, DAB or HD). Why not have a single organization promote the two open digital standards. This would provide complete solutions to meet requirements, coverage demands and scenarios. It would also encourage listeners to embrace digital radio faster, with more confidence and help convince them to invest a small sum in a new receiver. In short, digital radio (as a whole) would be stronger, better understood and promoted.

Analog radio is not dead, of course, but digital terrestrial radio still has some ground to cover in order to finally be considered more than just an experiment, trial or a modest add-on to analog and IP platforms.

Stati Uniti. La FCC contro i pirati in onde medie ed FM

(The Spectrum Monitor – Maggio 2018 ) FCC Showcases Broadcast Enforcement. During last month’s National Association of Broadcasters convention in Las Vegas, FCC Chairman Ajit Pai detailed the commission’s efforts since January 2017 in combating broadcast pirate operations. The chairman noted that the FCC’s Enforcement Bureau had undertaken 306 pirate investigations, issued 210 Noticed of Unlicensed Operation (NOUOs), proposed fines totaling over $300,000 and found property owners liable for actively supporting the illegal activity on their property.

In a separate statement the FCC instructed would-be pirates on ways to broadcast to their local communities without resorting to illegal transmitters: “The FCC has licensed low power radio stations in markets where that can be done without causing interference. Also, the use of fill-in translators rebroadcasting AM stations and FM stations, including HD-Radio sub-channels, has expanded the availability of programming in the FM band, including major markets. In addition, modern technology has empowered many new voices to reach audiences online via streamed radio services and other tools, like podcasts, that do not impact licensed spectrum users.”

While intended to be helpful, the advice is not realistic. The FCC does not currently offer low power licenses—a new window for such operations is not likely to open soon, if ever; fill-in FM translators are issued only to currently licensed FM and AM stations (no new AM licenses are being issued either) and, it’s unlikely that any FM station, commercial or noncommercial, broadcasting in HD-Radio, will offer a subchannel to a potential competitor.

Often described as a “Whack-a-Mole” arcade game, the FCC’s Enforcement Bureau has had trouble keeping up with FM pirate radio activity as its budget has been slashed, field offices closed and staff reduced to a fraction of its previous force when pirate activities weren’t nearly so robust. Congress has stepped into the fray, with a recent bipartisan proposal to heap fines on pirates amounting to $100,000 per day, per violation with a $2 million cap. You can view the FCC’s interactive pirate radio map and find out what has happened in each location here: https://www.fcc.gov/reports-research/maps/fcc-enforcement-actions-against-pirate-radio-location

Antenna Bayern anche per il 2018 seguirà i turisti tedeschi sul Garda e a Rimini

(Traduzione del gruppo Facebook BANDSCAN FM da http://www.radiowoche.de 1 aprile 2018)

La stazione radio nazionale ANTENNE BAYERN accompagna i suoi ascoltatori quest’anno in vacanza sul Lago di Garda. Una collaborazione con l’emittente radiofonica italiana ‘Radio Studio Più’ permette agli ascoltatori della stazione di godersi il loro solito programma radiofonico anche in ‘Bella Italia’. ANTENNA BAYERN invia lì ogni giorno dalle 8 alle 16. Per tutti gli ascoltatori di ANTENNA BAYERN che trascorrono le loro vacanze estive sul Lago di Garda, quest’anno ci sarà di nuovo un regalo speciale. Perché la radio nazionale invia di nuovo nei mesi estivi il più grande lago d’Italia. Ciò è reso possibile dalla cooperazione con la radio italiana Radio Studio Più, sulle cui frequenze si possono ascoltare le voci di ANTENNA BAYERN da oggi. Ogni giorno dalle 8 alle 16 ci sono accanto alle consuete trasmissioni, il miglior mix musicale della Baviera tutto incluso. Il programma può essere ricevuto da ANTENNE BAYERN alle seguenti frequenze:

101. MHz – Riva del Garda (TN) – 91.0 MHz – Malcesine (VR) – 91.0 MHz – Rovereto (TN) 94.0 MHz – Pozzolengo (BS) – 106,7 MHz – Gabicce Mare (RN) – Riviera Adriatica

L’inizio del programma è stato il 29 marzo 2018. Fino al 30 settembre 2018, il programma può essere ricevuto nella regione turistica. Con la frequenza di 106,7 MHz a Gabicce Mare si sente anche sulla Riviera Adriatica la radio privata più ascoltata della Germania. Nel frattempo, questo progetto comune europeo ha una lunga tradizione: è stato trasmesso per la prima volta sul Lago di Garda nel 1996 e ha ascoltato le note voci di Leikermoser, Nullinger e Meixner.

BBG Budget News Including Plans for Shortwave

(mt-shortwave.blogspot.com Aprile 8, 2018) The Broadcasting Board of Governors, consisting of VOA, RFE/RL, Radio Free Asia, Radio/TV Marti, Radio Sawa and Alhurra, is slated for a $24 million budget reduction in fiscal year (FY) 2019. Of course, Congress will review and probably will modify the President’s budget request for BBG and other agencies.

Here are excerpts from the budget request pertaining to shortwave:

TSI [Technology, Services and Innovation, i.e. BBG engineering] continues to move the BBG from traditional broadcasting technologies, such as cross-border radio transmissions on shortwave (SW) and mediumwave (MW serving regions where these platforms are no longer popular, to other delivery systems that are rapidly growing in effectiveness and are less expensive to operate (e.g., FM radio, DTH satellite, internet streaming, mobile, and social media).

As part of its multi-year global network realignment, TSI will continue to focus efforts on upgrading its shortwave capacity at the Kuwait Transmitting Station, even as use of SW decreases. With superior strategic location and extremely low operating costs, this station will be able to serve the overwhelming majority of legacy SW audiences in the most cost-effective manner possible, at a fraction of the cost of other BBG operated site or expensive leased capacity.

Over the years, the use of shortwave (SW) radio has declined globally. TSI has responded by consolidating broadcasts to more cost-effective transmitting stations and reducing or even eliminating SW where it is no longer relevant. In markets where SW does still retain a sizable, valuable audience, TSI is committed to making SW service available in the most cost-effective way possible.

To meet this need, TSI has been upgrading the Kuwait Transmitting Station (KTS), which enjoys a superior strategic location and extremely low operating costs. In FY 2017 TSI continued to expand that facility, and in FY 2018 TSI will procure and install new antennas. In FY 2019, TSI is committed to investing in the KTS expansion further, utilizing whatever resources may be available, in order to realize longer-term savings. Ultimately, the BBG’s goal is to be able to serve most legacy SW audiences from this one site, at a fraction of the cost of all the other transmitting stations, so that other, more expensive sites may be scaled back or closed.

Philippines relay will close: In FY 2017, TSI completed the closure of the station in Sri Lanka and in FY 2018 will close the BBG facility in Poro, Philippines. TSI’s systematic and thorough review of all transmission leases will continue in FY 2019, identifying further opportunities for savings. In the years between 2010 and 2016, total costs associated with Cross Border Radio (SW and MW ) have declined by over $25 million (34.5%), and we expect this decrease to continue as we respond to market needs and as the Administration and Congress authorize us to shutter less effective legacy facilities.

In China, including Tibet, TSI will continue to provide satellite TV and radio service via Telstar 18, the most popular satellite in China, for only a fraction of the cost of the BBG’s legacy shortwave and medium wave transmissions to the region. This allows TSI to leverage the widespread use of satellite receiver dishes across the country and provide accessible programming where local cable and internet access is restricted . In FY 2018, TSI will procure additional satellite capacity on this satellite, allowing BBG to simultaneously distribute HD and SD TV programming and capitalize on the migration of Chinese audiences to HDTV, while not stranding legacy SD users.

Radio remains a very popular platform in many BBG markets, particularly Africa. BBG global weekly radio audiences increased by a stunning 28 million in 2016 alone and by 35 million since 2012. While shortwave continues to be a relevant means of delivery in several African markets, in most countries rapid growth and competition in the media market have shifted radio habits almost entirely towards FM. The BBG provides 24/7 FM radio programming in over 30 markets across the continent.

But good news for Kuwait and Greenville stations. As part of its multi-year global network realignment, TSI will continue to focus efforts on upgrading its shortwave capacity at the Kuwait Transmitting Station, even as use of SW decreases. With superior strategic location and extremely low operating costs, this station will be able to serve the overwhelming majority of legacy SW audiences in the most cost-effective manner possible, at a fraction of the cost of other BBG operated sites or expensive leased capacity.

The BCI [broadcasting capital improvement] funds in FY 2018 (and base funds in FY 2019) will be used to continue the planned reconfiguration and expansion of the shortwave broadcast infrastructure at the Kuwait Transmitting Station. This will allow BBG to enhance transmission to multiple regions, including Africa, and achieve cost savings for shortwave broadcasts. Because of the very low cost of electrical power in Kuwait, the Kuwait Transmitting Station is the least expensive IBB station to operate. This project will allow the agency to shift mission-critical but higher cost transmissions from other stations in the IBB network to Kuwait.

TSI will install and deploy three newer SW transmitters at the Greenville, NC Edward R. Murrow transmitting station enabling a doubling of frequencies servicing Cuba and making it extremely difficult for the Cuban government to effectively block Radio Marti signals into the Island.

To serve audiences in less developed areas of the world, the BBG must continue to broadcast via traditional technologies, such as shortwave, and maintain capability and improve efficiency on these platforms by replacing antiquated equipment. But to stay relevant in competitive news markets and serve current and future audiences, the BBG must continue to invest in new cutting-edge technology.

In areas where ownership and usage of shortwave radio has declined significantly, the Agency has evolved away from broadcasting in that medium. The BBG has closed transmission stations, repurposed equipment and invested these savings in platforms that the audience has shifted to, primarily television and digital media.

La distensión en la península coreana repercutirá en la propaganda radiofónica

(gruporadioescuchaargentino.wordpress.com Maggio 1, 2018) De cambio histórico y respaldo a la paz y la reunificación es considerada en Pyongyang la Declaración conjunta firmada recientemente por el presidente del Partido del Trabajo de Corea (PT), Kim Jong-un, y el mandatario surcoreano, Moon Jae In.

El texto, fue rubricado por ambos mandatarios el viernes último en la Casa de la Paz de Panmunjom, cuando subrayaron a 80 millones de coreanos y a todo el mundo que no habrá nunca más guerra en la Península Coreana.

De acuerdo con ese documento, la RPDC y Corea del Sur reanudarán en breve los diálogos y negociaciones en distintos sectores, incluidas conversaciones de alto nivel, a fin de tomar medidas para poner en práctica los acuerdos de la Cumbre. El texto precisa que Pyongyang y Seúl instalarán en breve en la zona fronteriza de Kaesong la Oficina Conjunta de Enlace Norte-Sur, donde permanecerán autoridades de ambas partes con el objetivo de estrechar los debates entre las autoridades y asegurar satisfactoriamente el intercambio y la cooperación de nivel civil.

El texto señala además que Pyongyang y Seul paralizaron desde el primero de mayo próximo todos los actos hostiles, sobre todo, la radiodifusión con altavoces y el lanzamiento de volantes en la zona de la línea de demarcación militar, desmantelarán sus medios y convertirán en el futuro la Zona Desmilitarizada en una realmente pacífica.Es importante señalar que aún siguen en el aire un sinnúmero de emisoras de radio propagandísticas que transmiten en onda corta por lo que se aventuran cambios para los próximos meses de continuar esta tendencia hacia la distensión.

 

Rassegna Stampa Radiorama Aprile 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.79 di Marzo 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/04/Radiorama-n.79-v1.pdf

BBC scraps plans to turn off FM radio signals that would have forced millions of listeners to tune into digital

By Stewart Paterson For Mailonline, www.dailymail.co.uk 17 marzo 2018

The BBC has cancelled plans to switch off FM radio broadcasts and force millions of listeners to tune into digital transmissions. The corporation is set to announce FM will remain as part of a ‘hybrid’ future that will operate alongside DAB and the internet.
Bob Shennan, the director of BBC radio and music, will confirm the scrapping tomorrow, The Daily Telegraph reports. He will also urge broadcasters to work together to ensure the survival of radio, saying Government plants to switch of analogue broadcast could restrict listeners’ choice.

‘We all once thought that DAB was the only digital future of radio, but audiences want choice,’ Mr Shennan will tell a radio industry conference in Vienna.

‘We now know DAB is important, but only part of the story, along with FM and the internet. We need to do more before we consider a switchover in the UK, and for that to be genuinely audience-led.’

Analogue radio was originally set to begin turning off in 2015 under Government plans. But a weak take-up of DAB meant the plans were scrapped and ministers said a switchover would begin after digital audiences accounted for half of overall listening. That threshold has already passed – with DAB accounting for 36 per cent and the internet leading digital audience with more than 50 per cent.
Last year commercial stations gained a higher shared of the population than the BBC for the first time. Mr Shennan will add that broadcasters should keep transmitting analogue signals to protect traditional strongholds of radio listening, such as in cars. Newer cars offer online streaming to apps including Spotify and Apple Music and are also connected to mobile internet.

The proliferation of faster 5G intenet ‘has the potential to transform radio again’, Mr Shennan will add. Mr Shennan’s appeal for commercial rivals in the radio industry to work together indicates an increasing fear at the BBC over the ever-widening choice for audiences online. It comes after BBC deputy director general Anne Bulford asked the commercial television industry for greater collaboration to tackle the threat from Netlfix and Amazon.

Il riposo dai social che serve ai giovani (la radio resta protagonista)

di Danilo Taino Corriere della Sera 15 marzo 2017

Pare che la fatica da social media inizi a farsi sentire seriamente. E che, dopo qualche anno di pressione da performance online, molti giovani cerchino un sollievo e sospendano la loro attività sui network. Hill Holliday, una società di comunicazione pubblicitaria di Boston, ha condotto l’anno scorso un sondaggio tra giovani americani di età compresa tra 18 e 24 anni. Ha scoperto che il 34% di loro si è deregistrato da un social network. E circa due terzi di loro hanno sospeso per un certo periodo la frequentazione di queste piattaforme «sociali», per riposarsi e poi riprendere. Le percentuali sono obiettivamente molto alte e andranno verificate in futuro: sembra però certo che gli utilizzatori dei network —almeno quelli giovani che Hill Holliday chiama Generazione Z, Social Generation —stiano prendendo le misure e calibrando maggiormente la relazione tra
virtuale e reale. Il 41% di coloro che considerano l’ipotesi di abbandonare una piattaforma dice di farlo perché fa perdere troppo tempo. Il 35% sostiene che sui social network c’è troppa negatività, messaggi pesanti che disturbano. Il 31% dice che li potrebbe abbandonare perché tanto li usa di rado. Il 26% non è interessato ai contenuti che vi trova. Il 22% vuole una maggiore privacy. Il 18% sostiene che l’ansia da performance produce una pressione troppo alta. Un altro 18% ritiene che i social media siano troppo
commerciali. E il 17% dice che gli creano una cattiva opinione di se stesso. La marcia trionfale dei social network, dunque, va forse rallentando, almeno in una certa misura.

La società di ricerca eMarketer ha calcolato che gli adulti americani passano più tempo ad ascoltare la radio che sulle piattaforme sociali online: in media (dato 2017) un’ora e 26 minuti sulla radio non digitale, 40 minuti sui social media mobili, 11 minuti su quelli al computer. E prevede che il tempo medio di un americano trascorso sui social network quest’anno aumenterà di un modesto 3,5%. «Persino nell’era di Netflix e YouTube—scrive eMarketer—la media quotidiana di tempo passato da un adulto con la tv non digitale è di due ore maggiore di quella trascorsa con video digitali». Non è un ritorno all’analogico. E nemmeno un backlash nei confronti del web. È che ci si adatta al nuovo mondo.

La Francia passa al DAB+
Entro il 2020 la copertura sarà del 70%

www.rtl.it 23 febbraio 2018 – La Francia saluta RNT
(radio numérique terrestre) e dà il benvenuto ufficiale
al DAB+, lo standard di radiodiffusione digitale che
permette la trasmissione sonora di programmi
radiofonici con qualità paragonabile a quella di un cd.
L’obiettivo immediato è quello di coprire il 20% della
popolazione entro la fine del 2018. La prima fase di
sviluppo di questa tecnologia coinvolgerà Lille,
Strasburgo e Lione.
A lungo termine la missione è garantire una copertura
DAB+ del 70% della popolazione entro il 2020.
Percentuale che in Italia è già stata raggiunta e
superata.

Parte una terze rete DAB in Belgio

Il governo fiammingo accetta di rilasciare capacità extra DAB. Il governo fiammingo ha approvato la proposta del ministro dei media Sven Gatz di espandere la capacità della radio digitale con una terza rete DAB +. Tramite questa rete, è possibile trasmettere nel tempo almeno dodici canali radio nazionali aggiuntivi.

Il governo fiammingo accetta di emettere ulteriori capacità DAB + Alla fine dello scorso anno, Gatz ha annunciato piani per fornire capacità aggiuntiva su DAB +. Ora i piani ottengono il via libera. In precedenza Gatz ha già deciso che entro il 1 ° settembre 2018 le stazioni radio nazionali dovunque nelle Fiandre dovrebbero essere ascoltate digitalmente tramite DAB +.
I canali di VRT, Qmusic e Joe sono già in DAB +.  Radio Nostalgia inizia con questo prima del 1 settembre. Le Fiandre attualmente hanno due reti DAB +. Intorno al 12A, l’emittente pubblica VRT trasmette i suoi programmi in modo digitale, mentre Norkring trasmette un gran numero di canali commerciali sul canale 11A e BBC World Service.
Terza rete rurale DAB + Per fare spazio alle nuove stazioni, una terza rete nazionale sarà divisa in due parti. Nelle province, Fiandre occidentali e orientali saranno trasmesse sul canale 5A, mentre ad Anversa, Limburgo e Brabante fiammingo (compresa Bruxelles) saranno trasmesse sul canale 5D.
L’intenzione è che le radio della rete commerciale vengano trasmesse anche tramite DAB+. A partire dal settembre 2019, questi obblighi verranno loro assegnati. Due delle quattro radio di rete (VBRO e Topradio) soddisfano già questo requisito.
Più scelta
Sven Gatz: “Con l’espansione della capacità di DAB + ci assicuriamo che l’ascoltatore ottenga molta più scelta sulle stazioni radio nazionali, con una qualità migliore. Gli ascoltatori saranno quindi incoraggiati nel prossimo futuro ad ascoltare le loro amate stazioni radio tramite un dispositivo DAB +.”
Di recente, è stato compiuto un passo importante per l’ulteriore lancio di DAB + nelle Fiandre firmando un”memorandum of understanding”. Questo contiene accordi sulla comunicazione uniforme, il branding, la promozione, i contatti con l’industria e l’apertura ad altre stazioni radio su DAB +.
(tradotto da Radio.NL 12-3-2018) – Dal gruppo FB Bandscan FM

10 radio stations will broadcast in digital format in Kyiv

www.nrada.gov.ua Marzo 29º, 2018 (Via FM Bandscan Facebook group)

All of the companies that have entered the competition (three radio programs at NPBC PJSC) were granted the right to broadcast in digital radio standard in Kyiv. The multiplex proposed for competition has 14 seats.
There were no applications filed to fill the four remaining seats, therefore the National Council decided to terminate the competition for those.
Consequently, the winners of the competition are:
LLC TRC “IF Media-Groups”, City of Kyiv (“Radio Maria”);
LLC “Vozdvyzhenka Art House”, City of Kyiv (“Old Fashioned Radio”);
Charity Organization “Charitable Foundation” Maydayart”, City of Kyiv (“Zemlya”);
LLC “Consensus Media”, City of Kyiv (“Hype Radio”);
PJSC “Radio Company” Gala”, City of Kyiv (“Krayina FM”);
LLC “Kyiv Digital Radio”, City of Kyiv (“The First Digital”);
PJSC NPBU, City of Kyiv (“Ukrainian Radio”);
PJSC NPBU, City of Kyiv (“Radio “Promin”);
PJSC NPBU, City of Kyiv (“Radio “Culture”);
LLC “Television Company “Atlant-SV”, City of Kyiv (“Radio Meydan”).
Member of the National Council Serhii Kostynskyi remarked that the Regulatory Authority was preparing for this event for quite some time, in particular, it has been very active in the last two years – issues such as the possibility of importing transmitters, participation of the industry were discussed. He also named several components taken into account by the Regulatory Authority when implementing this project. “First of all, we
understand that the analogue era is coming to a halt, and we have to keep up with the civilized world.
Secondly, we care about our listeners. And we believe that the larger the range of radio stations in the air, the better for the listener, because it enables them to choose. And the introduction of new technologies  makes it possible for new niche radio stations to become accessible to the listener. Thirdly, we are committed to support, helping everyone who is interested in broadcasting. I am convinced that this experiment will be successful,” he said.
The Chairman of the National Council Iurii Artemenko said that the Regulator will announce the competition for the remaining seats in the multiplex at the next meeting. The digital broadcasting licenses have been granted to broadcasters for the period of 7 years.

Black-out su fm in Germania, ultimatum rinviato a giugno

(Da Radios du Monde – traduzione automatica by FB – Facebook 11 aprile 2018?)
Dopo aver tagliato le onde medie e le grandi onde, i tedeschi si sono quasi ritrovati senza fm la scorsa settimana. All’ultimo minuto l’ultimatum è stato rinviato a questo 30 giugno!
Media Broadcast aveva annunciato nel febbraio 2017 la vendita di attività antenne. La vendita ha portato alla fine dei contratti di diffusione e nuovi accordi dovevano essere firmati. Le varie parti in causa non hanno potuto trovare un accordo, soprattutto per questioni finanziarie. Il 14 marzo 2018 media broadcast ha lasciato intendere che in mancanza di accordo per l’inizio di aprile 2018, la modalità di trasmissione fm sarebbe disattivato.
L’ accordo tra i proprietari dell’antenna, gli operatori radio o i loro operatori di rete non si è potuto fare, media broadcast voleva mettere le sue minacce in esecuzione per mercoledì scorso. All’ultimo minuto, media broadcast ha deciso di prolungare l’offerta di transizione: le 40 emittenti pubbliche e private interessate hanno ora fino al 30 giugno per realizzare un accordo.
Dal suo lato media broadcast ha comunicato con la voce del suo direttore generale: ” con l’offerta di transizione proponiamo alle parti interessate, agli operatori di rete, ai fornitori di programmi e ai possessori di antenne, fino al 30 giugno al Più tardi, raggiungere un accordo. Ci aspettiamo che le parti contraenti reali assumano al più tardi la loro responsabilità per un’operazione di radiodiffusione ininterrotta. Abbiamo disinvestito dal 31 marzo 2018 perché non avevamo modo di fare affari in modo economico e ci concentriamo su altri settori di attività come le piattaforme e i servizi digitali. Il 30 giugno sarà sicuramente posto fine all’offerta di transizione. Tutte le persone coinvolte avranno molto tempo per trovare soluzioni.” Manca una buona parte dei tedeschi, già senza om e go, si troverebbero senza fm e con solo una rete rnt che non copre interamente il paese!

Tivoli Adds AM to Digital Radio for Australian Market

Much of vast Australian continent only served by AM

James Careless 6 aprile 2018
https://www.radioworld.com/news-and-business/tivoli-adds-am-todigital-radio-for-australian-market

SYDNEY — In a bid to serve Australia’s very unique radio market, Boston-based radio manufacturer Tivoli Audio (Tivoli) has added AM radio reception to its high-quality Tivoli Model One Digital FM/DAB+ receiver.
The addition required months of digital circuitry modifications and field testing to make the Australian Model One Digital AM/FM/DAB+ ready for sale at AU$449 (about US$344) — “but the effort was definitely worth it,” said Silvio Pupino,
Tivoli Audio’s Chief of Sales and Marketing.

POPULATION DISTRIBUTION

The reason why these modifications were necessary is related to Australia’s geography and population distribution. Virtually all Australians live on the coast, where FM and DAB+ stations are available off-air. But journey into this continent’s sparsely populated desert interior, and the only stations that can be heard are those covering wide areas using AM transmission.
According to an Australian Model One Digital review in the Canberra Times — entitled “Finally, a digital radio that sounds good and has AM” — “with good old AM you can listen to Darwin from the Nullarbor Plain when the conditions are right,” wrote reviewer Rod Easdown. “Through vast tracts of Australia if you don’t have AM you don’t have radio.”
The inspiration for adding AM to the Tivoli Model One Digital came from Gary Tye. He is a 40-year veteran of Australian consumer electronics
distribution who took over Tivoli’s Australia sales operations in May 2017.
“Gary Tye’s challenge when he took on distribution of the Tivoli brand was to convince people in Boston that Australians will actively seek out and buy a digital radio with AM,” Easdown reported. “They took a lot of convincing.” Maybe so, but the truth is that Tivoli Audio had already modified FM/DAB+ Model One Digital radio to suit specific markets. “We did this to enter the Japanese market, where 90 percent of people listen to AM, 10 percent to FM, and there is no form of digital radio in use,” said Pupino. “So we changed the Model One Digital to support AM and FM, and started selling them in Japan.”
Modifying the Model One Digital to receive AM as well as FM, DAB+, Bluetooth, and Wi-Fi wasn’t easy.
Unlike installing AM in an analog radio, digital radio circuitry can generate “noise” that can interfere with AM signal reception. This noise can degrade audio quality in a mono limited-bandwidth medium that is far from high fidelity in ideal conditions.
“Our engineers achieved AM reception in the Model One Digital by physically shielding the AM circuits from the rest of the receiver’s digital electronics,” said Pupino. “It took two months’ work, plus sending prototype receivers between Boston and Australia for field testing, to make it work. Given that Gary Tye is an AM radio engineer in his own right, he played a big role in the field testing.”
Now that the Australian Model One Digital is available for sale, purchases have been brisk — and AM is the big selling feature. “Usually when you offer AM on a digital radio, you mention it last as a minor sales point,” Pupino said. “But in Australia, we highlight the Model One Digital’s AM capability first. Often that is all a customer needs to hear to close the deal.”
Tivoli’s success in customizing a digital radio for the Australian market is bolstering the company’s willingness to do this in other markets. But not in North America, where HD Radio is the only terrestrial digital broadcast format available to listeners.
“Unlike other parts of the world, governments in North America are not doing anything to promote the HD Radio format, and it isn’t catching on like DAB+ is in Europe with active government support,” said Pupino.
“As a result, AM and FM remain dominant in North America, and that’s what our radios are built to receive there; not HD Radio.”

Setting up a Local Single-Frequency DAB+ Network in Poland

Radio Wrocław, Wrocław University of Science and Technology and ITL are carrying out the project


by Mirek Ostrowski Apr 4, 2018
www.radioworld.com (Articolo originale per vedere le immagini: https://www.radioworld.com/columns-andviews/setting-up-a-local-single-frequency dabnetwork-in-poland)
WROCŁAW, Poland — Regional public broadcaster Radio Wrocław has teamed up with Wrocław University of Science and Technology and Poland’s National Institute of Telecommunications (ITL) to establish a single frequency DAB+ network for small and local broadcasters in the city of Wrocław and vicinity.

The local DAB network, which was set up in December 2017, is comprised of three transmitters that work as a single frequency network and operate in the 11A T-DAB block in the city of Wrocław. The three transmitters are located respectively at Wrocław University of Science and Technology with a radiated power of 1.15 kW ERP; the ITL (0.85 kW ERP) and Radio Wrocław (1.17 kW ERP).
We calculated current SFN network coverage for mobile reception conditions (99 percent probability at 1.5 m AGL) using a digital terrain map for Poland (Figure 1a). SFN network gain and statistical field strength distribution analysis were carried out using k-LNM methodology.
ITL staff performed initial drive test measurements. The results are presented in Figure 1b. Based on analyses and drive test outcome, some points in the city appear to be susceptible to local signal dropout, which can cause gaps in coverage. We are thus are planning to increase the radiated power of each of the three transmitters to 2.5 kW ERP, which should significantly improve reception conditions, eliminating existing local reception problems. Of course, the coverage depends on the level of error protection used for the transmission. This will also be a subject of our research.

A VISUALIZATION AND NOTIFICATION SYSTEM

We are using the Grafana application for visualization and notification. The system offers many configuration-related functions and lets us create user panels for presenting the data stored in the inxluxDB database. For each SFN network element, we prepared a separate panel, thus allowing the local DAB administrator to carry out immediate monitoring of the system’s most vital parameters.

We have created the following panels for this project: Three panels for presenting the three modulators’ parameters; a panel for displaying the multiplexer parameters; a panel showing the system time parameters; and a composite panel outlining crucial system parameters.

Each panel consists of rows containing controls in the form of highlighted fields and graphs. It is possible to configure control with an alarm that is triggered once a specific parameter exceeds its predefined threshold.
When the alarm goes off, an email is automatically sent to the system administrator.

Figure 2 shows a panel containing the operational parameters of a modulator located inside the Radio Wrocław building. This modulator monitors the following parameters: System uptime since the last startup; DC supply parameters (a status, battery charge, uptime since the last blackout); modulator processor load; modulator input stream throughput; power amplifier (PA) status (transmission/no transmission); PA mode (local, remote); PA temperature; PA input/output temperature; reflected power arriving at the PA output; supply voltage and current consumed by the PA and the pre-amplifier; as well as alarms (reflected power level, input signal/overdrive control, amplification, PA temperature, DC supply, pre-amplifier and PA status).

This monitoring set up allows for a prompt response in the case of problems during operation and maintenance. When modifications are introduced, the system’s low-level response can be quickly spotted.

DOCKER-BASED SOFTWARE PLATFORM

To facilitate the operational tasks of the entire transmission chain, we chose a solution based on Docker container technology. This system does not require any particular IT skills to install or run, and in general, consists of two fundamental elements: a multiplexer and a modulator/transmitter. The number of transmitters, of course, can vary depending on planned coverage area, whereas the multiplexer is common to all transmitters. In order to initialize the multiplexer, a PC with Linux OS is needed (we use Debian 9 distribution for our local DAB project). One must first set up an optimal environment to run containers and then, by using prepared configuration files, the operator can run the entire software necessary for the multiplexer to start working. We opted for the Opendigitalradio software to handle transmission-related processes. However, in order for the multiplex software to be installed, some other software must also be installed.
In Figure 3 the multiplexer software structure is presented, along with its dependencies andlibraries.

As shown in the figure, four containers were created. One of them constitutes the core multiplexer process — LokDabMux — the main component of which is the odr-dabmux software. Another image — AudioEncoder — allows users to create input audio streams to be fed into the multiplexer. From this image, by running several containers, one can establish multiple radio stations that altogether form the DAB+ multiplex. In the local DAB project the encoder inputs are audio streams delivered by the broadcasters. The main components of this image are odr-audioenc and odr-padenc. The former is responsible for processing audio streams while the latter for appending DLS text services and MOT graphics to the audio stream.
Complementary to all these elements are the InfluxDB database and the above-described Grafana-based system for monitoring the transmission chain. System receivers obtain information from the multiplexer.
Figure 4 shows the software structure necessary for running the system modulator/transmitter.

The main components here are the libraries for handling USRP cards (used as modulators in the system) and the odr-dabmod software, which collects data from the multiplexer and conveys it to the USRP card. Similarly, as with the multiplexer, all that is necessary here is a computer with Linux OS and the Docker environment, while the rest of the tasks are performed by installation files.

The Docker container approach as a basis for running a DAB+ system has proved to be crucial to streamlining the multiplexer and transmitter IT environments in our project. During the mission, we developed a series of necessary procedures for both running and monitoring DAB+ system operation. Thus, technical prerequisites and requirements that are often prohibitive for smaller broadcasters who wish to switch to digital broadcasts, have been considerably alleviated.

La prima radio interamente cinese in Fm a Milano e Firenze

21 marzo 2018 www.milanotoday.it – Per il
momento si può sentire a Milano (92.4 Fm) e a
Firenze (107.9 Fm), frequenze che erano di Radio
Cuore fino a qualche settimana fa: presto, secondo le intenzioni, lo sbarco a Roma.
Stiamo parlando di China Fm, la prima radio italiana con trasmissioni
in cinese, dalla musica ai dj e speaker.

La comunità cinese a Milano e Firenze è piuttosto radicata e ci tiene molto: sia alla lingua sia alla tradizione musicale, il famoso “mandopop”. Decine di migliaia di persone ora possono sintonizzare i propri apparecchi radio per ascoltare notizie e canzoni nella loro lingua. L’idea è di Giulio Sun, un fisico di 57 anni che ha installato gli studi in via Burigozzo a Milano. L’editore è Italia International Radio & Media, lo stesso di Radio We, un esperimento decisamente diverso visto che i dj sono italiani e la musica è internazionale. Ma sempre con un occhio verso la Cina.
A monte di tutto c’è un colosso cinese, Hmi, che investe in stazioni radio in tutto il pianeta. La struttura economica di China Fm si fonda inizialmente su investitori della stessa comunità cinese: grossisti, importatori, ristoratori, fornitori di servizi e anche negozi al dettaglio. L’aspirazione non celata è però quella di attrarre anche investitori italiani che desiderino “parlare” alla comunità.
China Fm si affianca così all’esperienza – oltre che di Radio We, di cui s’è detto – di Radio Italia Cina, una web radio nata a Prato (dove la comunità cinese è storicamente ben rappresentata) e che, trasmettendo via internet, può essere ascoltata ovunque. In questo caso, però, come sottintende il nome stesso, i programmi e la musica sono misti.

Storia della radiotelevisione italiana
Firenze media.com: database tecnico-sociologico

www.newslinet.com 21 marzo 2017 – Gli ideatori hanno ormai raccolto una mole di documenti specifici e d’informazioni territoriali da rendere unico il portale. La grafica è ancora amatoriale, tipica dei primi siti Internet autocostruiti.

Ma i contenuti di Firenze media.com sono ormai enciclopedici.
Molte sono le rarità scovate dall’ideatore del portale, che ha letteralmente settacciato la Toscana alla ricerca dei pionieri delle prime emittenti libere: spesso nomi notissimi un tempo, ma di cui si era persa traccia. D’altra parte, la terra dell’Arno è famosa per avere dato contributi significativi al mondo radiotelevisivo italiano: lì sono sorte alcune tra le prime tv locali del nostro paese (Firenze Libera su tutte) ed hanno vissuto e prosperato stazioni radio che sono risultati rari esempi di imprenditorialità editoriale ante litteram
(oggi dire che tutte le radio commerciali sono imprese nel senso concreto del termine è un’ovvietà, ma così non era negli anni ’70).
Radio Prato, tra le primissime a trasmettere, come la mitica Radio One o la famosa
Controradio, sono raccontate nelle pagine di FM al pari di Radio Krishna Centrale, che nella prima metà degli anni ’80 dalla Toscana partì per colonizzare l’Italia intera (che fu però coperta a macchia di leopardo, prima della repentina ritirata nelle terre dantesche).
Sul fronte televisivo, celeberrima è stata l’avventura del gruppo radiotelevisivo della famiglia Marcucci, attrice di primo piano nel 1975/1980 con la rete TVS Express-Elefante (non tutti sanno che per un certo periodo i Marcucci furono editori di Radio Ciocco – Monte Pizzorne FM 100 e coeditori del prototipo di rete nazionale GBR Antenna Italia).

In FM si trovano anche le biografie di personaggi che hanno dato molto all’epopea delle radio tv libere e molti palinsesti storici. Attenzione è dedicata anche all’attualità, con una serie di “osservatori” mutuati dal famoso Osservatorio Radio Televisivo del portale daxmedia.net. Presente anche una bibliografia essenziale, molte curiosità, loghi, adesivi, monoscopi e jingles d’annata, nonché documenti di matrice giurisprudenziale.
(M.L. per NL)

Storia della radiotelevisione italiana
Radio Spoleto International: dall’Umbria alla conquista del mondo in OC

www.newslinet.com 3 aprile 2018

Radio Spoleto International, insieme a Radio Milano International fu una delle prime emittenti private italiane a trasmettere continuativamente in onde corte, sui 7140 KHz, oltre ai più ortodossi 101 MHz in FM per la provincia di Perugia, in Umbria. Fondatore di RSI fu un radioamatore, Nicola Mastoro, che, attraverso l’introduzione della diffusione in onde corte, aveva l’ambizioso obiettivo di servire addirittura il Sud America.
Se nella seconda metà degli anni ’70 era già complicato recuperare trasmettitori FM (nella prima era delle radio libere quasi sempre costituiti da residuati bellici provenienti dai mercatini, con il testa quello di Livorno), ben si può comprendere le difficoltà di trovare quelli in onde corte nella prima parte degli ’80. Al problema soccorse la ERE di Stradella (Pv), dove negli anni ’80 lavorava Graziano Braga, che realizzò antenna e trasmettitore e che oggi ricorda: “Realizzammo un qualcosa di veramente inusuale e per certi versi innovativo, affrontando un percorso, diversamente dalla modulazione di frequenza, del tutto originale”

Radio Spoleto International, che aveva a sede nella città del Festival dei Due Mondi (conosciuto anche col nome di Spoleto Festival), in Piazza Garibaldi 17 (successivamente si trasferirà in Vicolo Volusio 1), esordì nel marzo 1976 all’insegna del classico modello radiofonico “libero”, con musica, dediche (che in città rappresentavano un fenomeno) ed informazione locale, in modulazione di frequenza, prima sui 101 MHz (trasmettitore Itelco da 2,5 kW), poi sui 102,950 MHz, integrando la diffusione attraverso altri relay su 93,500 MHz, 97,800 MHz, 100,400 MHz (poi divenuto vettore essenziale, insieme ai 102,950 MHz) e 104,100 MHz, con un bacino di utenza interregionale costituito dalle province di Perugia, Arezzo, Terni, Macerata, Siena e Viterbo. Direttore responsabile della testata giornalistica in capo alla s.r.l. titolare dell’emittente era il giornalista Ivano Marinucci.

Nella prima fase della sua esistenza la stazione trasmetteva in diretta dalle 7.00 alle 24.00, mentre in quella successiva, caratterizzata dalle concomitanza con le trasmissioni in onde corte su 7140 KHz (da Monteluco, sopra Spoleto), naturalmente, la copertura delle 24 ore divenne essenziale, tanto che l’emittente adottò una differenziazione dei contenuti assumendo la denominazione per quelle dirette fuori confine “Radio Italia Internazionale”, che poi divenne anche quella unica fino alla fine della sua esistenza (l’emittente avanzò
domanda di concessione in occasione della legge Mammì sotto tale insegna).

Roberto Scaglione, editore radiotelevisivo siciliano, curatore dei portali Siciliamedia e Bclnews e noto esperto di trasmissione in onde medie e corte ricorda: “Radio Spoleto International/Radio Italia Internazionale trasmise per qualche anno il mio programma Obiettivo DX (dedicato al radioascolto). Sul punto ho anche un aneddoto: avendo un ponte unico per alimentare anche il segnale FM, Nicola andava ogni domenica mattina in postazione (a Monteluco) per splittare il programma solo sulle onde corte e, sapendo che il pubblico era composto per lo più da appassionati, quando saliva per inserire la cassetta (che io spedivo qualche giorno prima), aumentava sensibilmente la potenza”.

Radio Spoleto International concluse la sua lunga esperienza nel 1998, cedendo gli impianti 100,400 MHz da Monte Martano (Pg) e 102,950 MHz da Monte Malbe (Pg) a Radio Maria, alla quale alienò anche quello in onde corte, regolarmente censito ex art. 32 L. 223/1990 in località Monteluco, a Spoleto, 250 metri slm con 1 kW di potenza, ma poi non più impiegato dalla stazione religiosa già poco tempo dopo l’acquisto.

“Radio Italia Internazionale è stata in aria piuttosto regolarmente, almeno fino ai primi mesi dell’anno 1998 con un trasmettitore di 1 Kw (sebbene Mastoro avesse rilevato e ristrutturato un trasmettitore da 15 Kw proveniente dalla stazione NATO di Sigonella e che avrebbe dovuto essere utilizzato per diffondere Obiettivo DX)”, conclude Scaglione.
(M.L. per NL)

Just When You Thought It Was Safe:
Chinese Over-the-Horizon Radar Appears on 40 Meters

http://qrznow.com 21 Marzo 2018

The International Amateur Radio Union Region 1 (IARU-R1) Monitoring System (IARUMS) reports that one of China’s over-the-horizon radar (OTHR) installations has been causing interference in the Amateur Radio 7 MHz band. The IARUMS February newsletter reports on that intruder and others.

Other top 5 intruders include a “single-letter beacon” transmitting either the letter “K” or the letter “T” on 7039.3 kHz. The source is believed to be the Russian Pacific in Petropavlovsk-Kamchatsky. A Russian F1B teleprinter signal (RDL) has appeared on 7193 kHz, with an encrypted frequency-shift-keyed (50-baud) signal, originating in Kaliningrad. Authorities in Germany and Switzerland have filed official complaints.

A Russian orthogonal frequency-division multiplex OFDM 60 signal has been showing up on 14.235 MHz, covering 2.76 kHz. It’s said to be located in Moscow. Three Russian OFDM 60 signals were active at the same time on February 13. A Russian F1B signal has been observed on 14.308 MHz, 50 baud, 500 Hz shift, also reported to be in Moscow.

In the “miscellaneous or bad news” category, IARUMS Region 1 Coordinator Wolf Hadel, DK2OM, reports Spanish-speaking “fishermen” on 3560 kHz (USB), heard daily at 1600 UTC or later. These signals have been heard on other 80-meter frequencies. Broadcaster Radio Hargeisa in Somaliland continued to be reported on 7.120 MHz (AM) daily. On 7.175 MHz, Radio Eritrea continues to be jammed daily with white noise transmissions attributed to Radio Ethiopia. The third harmonic of Radio Tajik on 4765 kHz is still being heard on 14.295 MHz.

Pietra Ligure, il summit di chi ascolta il mondo a onde corte
Arrivano in Riviera i radiomatori da tutta Italia

di Gio’ Barbera, Lastampa.it, 10 aprile 2018 – Sono i nipoti di Guglielmo Marconi. Ai telefonini preferiscono la radio. Se poi l’apparecchio riceve le onde corte ancora meglio perché si possono ascoltare voci e suoni lontani: dall’Africa, dall’Australia, dall’America e persino dalla Luna. Nell’era di Facebook, Whatsapp, Twitter e più in generale delle nuove tecnologie, ci sono ancora gruppi di appassionati della radio che, con le cuffie in testa, trascorrono giornate o meglio lunghe nottate concentrati davanti al loro ricevitore per ascoltare, anche con segnali debolissimi, radio di Stato, “radio pirate” o “utility” come quelle meteorologiche della britannica Raf.

Per vedere in azione personaggi un po’ stravaganti, decisamente curiosi, che non sono troppo soddisfatti di ciò che offre solo il panorama italiano in Fm, ma che cercano qualche emozione nuova, basta segnarsi sul calendario le date del prossimo fine settimana: da giovedì 12 a domenica 15 aprile a Pietra Ligure è in programma il sedicesimo «DX Camp» o meglio il «Campo di Radioascolto di primavera». Tutti pronti con le cuffie in testa per «spiare» per ore e ore l’etere utilizzando apparecchi radio sempre più evoluti andando a
caccia di trasmissioni anche “scoop” come quando nel 1986 la radio svedese diffuse la notizia dell’incidente nucleare di Chernobyl, nell’ex Unione Sovietica. I radioascoltatori captarono il messaggio con diversi giorni di anticipo rispetto alle comunicazioni ufficiali di Mosca.

L’appuntamento di Pietra Ligure era stato interrotto soltanto nell’anno 2011 a causa della ristrutturazione della «Casa Balneare Valdese» che ha sempre ospitato e che continua a farlo mettendo a disposizione non solo le camere, ma anche una sala dove poter installare le radio e le attrezzature necessarie per captare segnali lontani. Il «DX Camp 2018» è pronto al decollo con radioascoltatori in arrivo da ogni parte d’Italia coordinati da Angelo Brunero che cura l’evento da sedici anni appunto. Sulla spiaggia di Pietra Ligure verranno issati pali, filari ed antenne di ogni foggia e fattura con tutto il supporto logistico e tecnico per svolgere esperimenti e soprattutto per ascoltare la radio.

Sarà un lungo weekend a caccia di ogni cosa passerà per l’etere. Con l’ascolto di quelle che all’apparenza possono sembrare soltanto banali interferenze sarà possibile fare scoperte veramente curiose e provare nuove apparecchiature. Al «DX Camp» ampio spazio sarà dedicato anche ai tavoli di confronto con pranzi e cene sempre dedicate al mondo del radioascolto. Momenti utili per scambiarsi esperienze su ricevitori, antenne e altro materiale radiantistico. Il radioascolto, tra l’altro, è anche un mezzo efficace ed economico
per imparare una nuova lingua o rispolverare quanto abbiamo appreso a scuola. Per iniziare basta procurarsi anche un piccolo ricevitore portatile che oggi sono in gran parte dotati di “sintonia digitale”, in parole povere di un tastierino numerico per la ricerca della frequenza, in sostituzione della cara vecchia manopola della radio a transistor per ascoltare le partite la domenica pomeriggio che tutti conosciamo. Si aprirà un mondo fantastico.

Rassegna Stampa Radiorama Marzo 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.78 di Marzo 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/
Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/02/Radiorama-77-v1.0.pdf

Coltano. Multinazionale pronta a salvare la stazione radio di Marconi

COLTANO. Una parte o addirittura tutti i soldi che servono per strappare dal degrado e riqualificare la stazione Marconi nella frazione di Coltano potrebbero arrivare da un grande sponsor internazionale, la Intracom Telecom, una multinazionale delle telecomunicazioni che controlla la Telecom brasiliana, argentina e greca. In questi ultimi tempi la società ha deciso di svilupparsi in modo massiccio anche in Spagna ed è in questo paese, a Barcellona, per l’esattezza che si sono recati l’assessore pisano ai lavori pubblici Andrea Serfogli, il presidente della Pro loco di Coltano Antonio Dell’Omodarme e Fabio Cosci, sempre della Pro loco.

L’obiettivo era quello di incontrare di persona il presidente e amministratore delegato della Intracom Telecom, l’egiziano Mohamed Ahmed, che ha manifestato interesse nei confronti della stazione Marconi, il luogo in cui, nel 1911, Guglielmo Marconi sperimentò per la prima volta le trasmissioni a onde lunghe verso Nuova Scozia, terre d’Africa e Canada. Dopo una recente visita a Pisa di un rappresentante di Intracom Telecom, secondo il quale l’egiziano avrebbe già preso contatti con Elettra Marconi, la figlia di Marconi, Serfogli e Dell’Omodarme hanno approfondito la discussione direttamente con Ahmed nell’ambito del “The Mobile World Congress”, il congresso mondiale sulla telefonia mobile a cui erano stati invitati.

«Il presidente di Intracom Telecom – afferma Serfogli di ritorno dalla Spagna – è rimasto entusiasta del progetto e delle foto che gli abbiamo sottoposto (l’idea del Comune è quello di costruirvi un museo della radiotelegrafia con annesso un incubatore sede di una start-up nel settore delle telecomunicazioni, ndr). Ci ha informati della volontà di contribuire economicamente alla rinascita della stazione Marconi, definendola un affascinante ponte tra passato e futuro. Nel corso della prossima settimana c’incontreremo a Milano coi suoi legali italiani e con loro affronteremo le possibili soluzione sul tappeto. Potremmo optare per la strada della sponsorizzazione, come previsto dal codice degli appalti, oppure per una sponsorizzazione di tipo tecnico, in questo caso saranno direttamente loro a farsi carico della realizzazione delle opere».

Da Barcellona a Coltano. Intorno ai ruderi della stazione Marconi finalmente qualcosa si è mosso. Dovrebbe essere questione di ore e poi prenderà il via l’intervento di bonifica e messa in sicurezza dell’immobile. Nella giornata di lunedì scorso, infatti, gli operai hanno montato la recinzione del cantiere, a cui seguirà la rimozione di tutti i pericoli interni alla struttura, dalle travi pericolanti ai rampicanti fino anche a delle lastre di cemento-amianto recentemente scoperte. Per questi lavori la ditta Euroambiente, incaricata dal Comune di Pisa per un investimento di 47mila euro, si avvarrà dell’aiuto della Itaf di Pistoia e della Selin di Calenzano.

«L’intervento in corso – precisano dal Comune di Pisa – è propedeutico al recupero del monumento. Solo dopo la messa in sicurezza infatti geometri e architetti potranno entrare per prendere le dovute misure ed elaborare un progetto definitivo di restauro. Nelle scorse settimane si è conclusa la prima fase dei lavori (iniziata il 29 gennaio), rallentati da pioggia e terreno bagnato: la bonifica esterna di 3.000 metri quadrati con circa 5 tonnellate di materiale portato via. I lavori sono possibili grazie al fatto che il Demanio, dopo anni di richiesta, ha passato la concessione al Comune di Pisa, seppure temporanea per due anni. Una volta elaborato un progetto definitivo di restauro, il Comune potrà chiedere al Demanio la concessione del bene a titolo definitivo per trasformarlo in un “Museo della Radio dedicato a Marconi”.

Sempre che ci siano i soldi (circa 1,5 milioni di euro), ma a questo proposito Intracom Telecom potrebbe fornire un sostanzioso contributo. Dopo la “spedizione” dell’assessore pisano Serfogli in Spagna regna l’ottimismo. (Cristiano Marcacci, iltirreno.gelocal.it 1/3/2018 via Bandscan FM Facebook group).

E la FM… sarebbe un «ferro vecchio»?

In questo momento è in atto una vera e propria aggressione speculativa all’interno del mondo del Broadcast Radiofonico. Pietro Gambadilegno e la banda Bassotti stanno narrando a zio Paperone che le infinite monetine del suo bunker-piscina, tutte faticosamente accumulate nel corso di un’intera vita, stanno andando fuori corso; i suoi tuffi dal trampolino e le nuotate nelle monetine dorate rischierebbero il crac assoluto, soldi che si trasformano in puro e semplice ferro vecchio. Gulp! L’affare proposto dai lestofanti prevede la conversione di tutte le sue monete in certificati di deposito, ovviamente i loro. Editori della Radio, siete zio Paperone ma forse avete qualche dubbio. La FM è il cumulo di monetine nel vostro deposito. E l’unica autorità che può metterle fuori corso è il mercato degli ascoltatori, non proprio Pietro Gambadilegno e la banda Bassotti.

Sia chiaro che nell’ottica di una diversificazione del rischio, oltre alle monete in deposito è possibile se non doveroso aggiungere qualche preciso e limitato strumento finanziario (DAB, WEB e DTT, tutti ad alcune condizioni) ma attenzione a cosa sia scritto sulla carta al momento dell’acquisto; il rischio è di incamerare in realtà titoli ad alto rischio dal possibile default (piattaforme “volatili”) o fondi di investimento dal dubbio controllo (aggregatori “me too”, spesso riconoscibili dallo spauracchio in-car).

Abbiamo scritto del mercato degli ascoltatori. Ne esploriamo i device di ascolto grazie ai nuovi dati di TER 2017? Cosa c’è di meglio di ascoltare tutti gli ascoltatori e coglierne le precise scelte di fruizione?

Concentriamoci ancora nel farla fruttare, la cara e amata FM, come nodo assolutamente centrale verso la mobilità e a favore delle attività e del business del Brodacast Radiofonico, il servizio pubblico a lbero accesso numero 1 al mondo. (Claudio Astorri http://astorri.it/ 13/2/2018)

IL DAB+ in Algeria: TDA lance sa première station expérimentale de la radio numérique terrestre en mode T-DAB+

Première en Algérie. A l’occasion de la Journée mondiale de la radio, la station pilote de TDA à Tamentfoust, dédiée à la radio numérique terrestre en mode T-DAB+, entrera en service ce mardi 13 février 2018. Cette station diffusera un bouquet de quatre chaines au Centre et à l’Est de la capitale.

Le lancement officiel de cette station pilote de 600Wattscoïncidera avec la Journée mondiale de la radio et contribuera à la maitrise par TDA de cette technologie de dernière génération. Objectif : assurer la migration de la diffusion de la radio analogique FM à la radio numérique terrestre (RNT).Cette station utilisera la norme T-DAB+ (Terrestrial Digital Audio Broadcasting), qui est la dernière version numérique de la FM.

TDA diffusera à titre expérimental un bouquet de quatre chaînes radios de l’EPRS : Chaines I, II, III et la radio jeunesse Jil FM au Centre et à l’Est de la capitale, soit 68% de la population de la wilaya d’Alger. Principalement dans les communes suivantes : Bordj El Bahri, Dar El Beida, El Mohammedia, Hussein Dey, Sidi M’Hamed, Alger Centre, Bab El Oued, Rouiba et Reghaia. En outre, cet émetteur couvrira également en partie la ville de Boumerdes.

Ce processus de numérisation s’inscrit dans la stratégie de TDA de migration vers la diffusion tout numérique en Algérie. Pour rappel, une première diffusion de démonstration a eu lieu lorsde la Journée d’études sur la numérisation de la radiodiffusion du 26 mars 2017,en mode DRM à partir du centre de diffusion en ondes moyennes d’Ouled Fayet, Alger. Le standard DRM (Digital Radio Mondiale) est la version numérique de la radio AM.

Ainsi, ces deux normes, T-DAB+ et DRM, remplaceront à terme les modes de diffusion FM et AM respectivement.

La norme T-DAB+ est exploitée aujourd’hui sur plusieurs continents, couvrant 500 millions d’auditeurs dans 38 pays. L’année dernière, 60 millions de récepteurs numériques ont été vendus dans le monde. Un poste de radio adapté doit être utilisé.

Ainsi, l’Algérie rejoint deux autres pays du continent africain : l’Afrique du Sud et la Tunisie à procéder à des tests en matière de radiodiffusion numérique terrestre.

Les avantages de la RNT

1. Meilleure qualité de réception et d’écoute, sans le bruit de fond (souffle) et les coupures du signal.

2. Classification des chaînes par ordre alphabétique en vue de faciliter leur recherche.

3. Diffusion d’un bouquet de neuf chaînes radios en qualité stéréophonique en lieu et place d’une seule chaîne par fréquence comme c’est le cas actuellement avec la radio FM.

4. Réduction de la consommation énergétique et des coûts de diffusion d’environ 60%.

5. Grâce à ce mode de diffusion, tous les émetteurs d’une même région peuvent fonctionner sur la même fréquence. De quoi faciliter la planification des fréquences.

6. Services supplémentaires éventuels : affichage du titre écouté, guide des programmes, informations sur l’émission en cours et informations routières sur les radios embarquées. Mettre son programme en pause puis le reprendre ultérieurement.

(Telediffusion d’Algerie 12/02/2018 via Bandscan FM Facebook group)

DAB+ in Gran Bretagna.
Digital radio listening close to the 50% needed for digital switchover

(By Alice Williams, www.which.co.uk Febbraio 8, 2018) Digital radio is becoming increasingly popular across the UK ahead of the digital switchover. At the end of 2017, 49.9% of radio users were listening to digital. That’s a 10% growth from the end of 2016, according to Radio Joint Audience Research (RAJAR), which monitors people’s radio-listening habits.

This uplift in digital radio popularity can be linked to growing numbers of listeners to newer radio stations. For example, Radio X – an alternative-music station broadcasting from London and Manchester – increased its reach by 26% from last year, and now has over 1.5m listeners.

Traditional radio stations also have a growing digital audience. At the end of 2017, BBC stations grew to 48.3% from 45.5% a year previously, and BBC Radio 4 exceeded the 50% quota needed for the digital switchover for the first time. Be prepared for the digital switch with one of our Best Buy digital radios.

What is the digital switchover?

The digital switchover is a government proposal to make Digital Audio Broadcast (known as DAB) the main platform for national radio stations.

Like the television switchover in 2012, this will move the source of radio entertainment from analogue (FM and AM) to digital. This includes internet broadcasts, television channels and DAB radios.

It will mean that FM/AM radios will no longer be able to receive national radio stations. The change will happen once two conditions set by the government have been met:

At least 50% of the radio audience have to be digital listeners. National DAB coverage must be comparable to FM.

Once these criteria have been reached, the switchover will be scheduled to take place in two years’ time.

For all the facts, read our digital radio switchover advice guide.

Pros and cons of DAB radio

Lots of us are digital listeners already, but some people prefer their trusty analogue radios. There are positives and negatives to digital listening, which will have to be addressed for the uptake to reach the quota and the switchover to be a success.

The benefits of DAB radio

Cost – With the current mix of digital and analogue systems, broadcasters are paying transmission fees twice. Moving to just one platform will reduce costs for the industry.

Choice – The FM spectrum is limited. Digital platforms have space for more stations, so listeners would have more choice of programmes.

Potential – Digital radio offers opportunities: greater interactivity for listeners, text scrolling information and even pausing, rewinding and recording live radio.

The downsides of DAB radio

Cost – DAB radios are more expensive to make and therefore cost much more than analogue models. You will need to spend around £40 for a radio with good sound quality.

Vehicles – Millions of cars currently on the road have analogue radios. However, you can use DAB adaptors to pick up signals. Efforts have also been made to increase coverage on major roads

Reception – DAB reception is patchy across the country. When the signal is poor, the sound cuts out and stutters, making it more unpleasant to listen to than the fuzzy noise from weak FM.

Buying the best digital radio

If you’re new to the world of digital radios, our how to buy the best radio guide takes you through the different types you can buy and explains the features you might need.

Just looking for the best? See the top five radios for 2018 to find a star performer before the digital switchover.

Death by a thousand transmitters

Radio Tomorrow with James Cridland

Absolute Radio in the UK is one of the three “Independent National Radio” stations that were launched in the early 1990s. It’s a national radio station, as you’d guess from the name: but it’s national on AM.

AM Radio in Europe is different from the US: not least, because stations are spaced 9kHz apart rather than the US’s 10kHz. This means that you can fit twelve more stations on the AM band; but also means the audio is worse quality. It’s a waveband that isn’t exactly brilliant for music with lots of guitar and cymbals.

Worse still, Absolute was given 1215kHz AM. If you put more than one AM transmitter on the same frequency, they interfere with each other. Other national AM stations have a pair of frequencies which takes advantage of the UK’s roughly oblong shape, meaning you can effectively run a station on two frequencies without them overlapping or interfering with each other too much. However, Absolute got 1215kHz, and a bunch of frequencies nearby for fillers (everything from 1197, 1233, 1242 and probably a few others).

Anyway, shift forward to today, and the vast majority of Absolute Radio’s listeners are on digital (either broadcast DAB or online), or on an FM frequency that the station successfully gained in London.

Absolute Radio’s now asked Ofcom, the UK regulator, if it can switch off some of those power-hungry AM transmitters, and turn down a few others. It’s worked out that by removing twelve transmitter sites, and turning down five others, it will reduce its coverage from 90.5% of the UK population down to 85.4% – and all of that population can still get the station using either DAB, satellite or internet.

A loss of 5.1% of coverage doesn’t sound a massive reduction. Indeed, the station estimates that it’ll only really affect about 19,000 listeners. However, the cost savings are anything but insignificant: they’re 50% of their entire AM network (according to a former Absolute Radio executive, Adam Bowie). I left the station ten years ago, and my estimate of that saving is very roughly US$750,000 per annum. Not peanuts.

Ofcom should, of course, say yes.

It reminds me of a little piece of research I did last year, idly looking through JB Hifi’s website – an Australian electronics store. I looked at every single radio that was available. 63% of them didn’t have AM on them. Almost two-thirds.

AM in Australia is arguably in better shape than the UK; with AM stations regularly reaching #1 breakfast (or #1 overall) in major metropolitan areas (though these figures also include DAB and online). So it was a surprise to see how few radio receivers actually had AM built-in. Are we really basing the future of these stations on the AM receivers in cars? Where’s the exit strategy for these AM broadcasters? (radioinfo.com.au – February 19, 2018)

AM remains a good technical solution to cover a large transmission area: but if you can’t buy the receivers any more, one might wonder how long it’ll be before more broadcasters give back their AM licences, either in part or whole.

Sony se retirará del mercado de receptores de onda corta

SONY Japón declaró en enero que terminaron la producción de Receptor de onda corta ICF-SW35. También declararon en febrero que poner fin a las ventas de otro receptor de onda corta en su linea el ICF-7600GR .

Probablemente declararán el final de su producción pronto. ICF-SW35 ha estado en venta desde 2000, ICF-7600GR desde 2001. Esto significa SONY se retirará por completo del mercado de receptores de onda corta.

Los restantes receptores de onda corta SONY son ICF-EX5MK2 e ICF-M780N, ambos son exclusivamente para la recepción de Radio Nikkei, ajustables a solo 6 frecuencias fijas de onda corta de Radio Nikkei, Japón. (By Elradioescucha, elradioescucha.net Noticia via: Takahito Akabayashi , Japón, 17/2/2018)

Burkina Faso: nasce il primo network di radio cattoliche locali

Il progetto presentato dall’Ufficio Signis di Roma. Tramite un sistema satellitare le varie radio locali cattoliche potranno interagire e ricevere trasmissioni da una ‘stazione madre’ nella capitale Ouagadougou. Si ridurranno i costi ed aumenterà la produzione radiofonica.

Proprio alla vigilia dell’odierna Giornata mondiale della Radio, Signis (l’organo che raggruppa istituzioni e associazioni di comunicatori cattolici da ogni parte del mondo) ha presentato il progetto del primo Network delle radio cattoliche del Burkina Faso. Un progetto che vede la creazione di una “stazione radio madre” a Ouagadougou, che produrrà trasmissioni per un certo numero di ore al giorno che verranno ritrasmesse e condivise dalle 14 radio cattoliche diocesane, con un sistema satellitare.

La rete utilizzerà la tecnologia multicast e una banca dati (cloud), che consentirà alle radio cattoliche locali, di condividere in modo sicuro i file delle loro trasmissioni anche con la ‘stazione madre’ nella capitale. Si vuole così creare – sostiene il padre missionario comboniano Fabrizio Colombo, direttore dell’ufficio Signis di Roma – un’unità comune intorno alla produzione di trasmissioni radiofoniche cattoliche, dedicate alla sviluppo, alla dignità della persona umana ma soprattutto alla condivisione di trasmissioni a carattere religioso. (Paul Samasumo, Vatican News, 13/2/2018)

Radio. Ultima chiamata per gli editori: buttatevi sui contenuti e sulla multipiattaforma…

(Riproponiamo un articolo di in anno fa, sempre attuale) Sono in atto potenti cambiamenti nel comparto radiofonico italiano, sia in relazione all’integrazione delle piattaforme distributive dei contenuti, sia in riferimento ai modelli stessi di radiofonia. Che domani ci sarà spazio per tutti è un falso mito.

La radio del futuro sarà ovviamente una radio prevalentemente di contenuti, posto che, come abbiamo più volte scritto, “l’originalità di massa” (che solo apparentemente è una contraddizione in termini) è l’unica arma che consente ad un prodotto di resistere, emergere e prosperare nonostante la competizione sempre più marcata dei servizi di streaming on demand (come Spotify & C.).

I software possono replicare, migliorare ed esaltare format musicali, ma nulla possono e potranno verso la creatività umana. L’informazione, le inchieste, gli approfondimenti sui vari temi, saranno sempre appannaggio degli umani. Non per questo la musica sarà di minore importanza; ma, come le patatine, costituirà più un contorno che un piatto completo in sé.

Fare news, giornalismo di profondità, talk, conduzione di spessore, è però un’attività costosa, che presuppone alle spalle organizzazioni strutturate che, quindi, prevalentemente (anche se non necessariamente), rimanda agli editori esistenti.

Ma quand’anche volessimo parlare di prodotti esclusivamente musicali, si nota già sin d’ora una propensione verso il “brand bouquet”, cioè la declinazione del marchio più forte in sottoprodotti tematici che, in un moto virtuoso, prima traggono forza per l’affermazione, ma la restituiscono con grande equilibrio ed onestà al logo principale. Una delle parole di cui sentiremo più parlare di qui in poi sarà, infatti, “brand”, che, in termini di valorizzazione degli asset, progressivamente si sostituirà a quelli impiantistici (cioè le infrastrutture diffusive di proprietà).Tale aspetto è connesso a quello comportamentale legato alla sostenibilità in capo all’utente di un numero massimo di stazioni fruite.

La polverizzazione dell’ascolto, secondo gli analisti, sarà improbabile, perché, dopo l’euforia dell’offerta infinita (che peraltro non è esplosiva ma progressiva, nel senso che si manifesta nel tempo), l’utente selezionerà comunque un numero massimo di emittenti che, statistiche alla mano, si colloca tra 5 e 15 (come in tv si arriva a 35 nella progressione col tasto + e – del telecomando). Negli aggregatori (siano essi captive o indipendenti, ibridi o IP) troveremo spesso una decina di radio tra i preferiti, alle quali attingeremo soprattutto dal dashboard dell’auto; è molto probabile che buona parte di queste 10 stazioni saranno costituite dall’evoluzione degli attuali player, che offriranno attraverso la loro icona principale i prodotti tematici finalizzati a stringere a sé l’utenza senza farla migrare verso altri operatori.

Alla presenza di 500.000 flussi streaming potenzialmente ascoltabili senza differenziazione qualitativa (non ci sarà chi si sente meglio grazie alla potenza del segnale), la diversità la farà la rintracciabilità. Ma quest’ultima presuppone capacità di pubblicizzare la propria esistenza attraverso motori di ricerca, con promozione esterna, presenza mediatica e fisica. In altri termini, capacità economiche per sostenere tali investimenti; elementi che appartengono inevitabilmente ad operatori già consolidati.

Sono segnali assolutamente convergenti: non fatevi trarre in inganno dal fatto che la pubblicità radiofonica tradizionale (quantomeno quella nazionale) sta registrando buoni numeri; si tratta delle stesso fenomeno che aveva interessato la carta stampata prima del nuovo millennio. Come è andata a finire si è visto. Anche sul piano pubblicitario, quindi, il modello cambierà velocemente, lasciando spazio alle nuove formule di digital adv basate su componenti sensoriali integrate (visual in testa).

Analogamente, il rastrellamento a prezzi di rottamazione degli impianti FM da parte di qualche player nazionale o di superstation non significa una aspettativa di lunga vita per la radio analogica, ma solo la lucida consapevolezza che occorre radicare il presidio su tutte le piattaforme consolidando il brand in vista di un futuro in cui non ci sarà più l’accesso condizionato come con la modulazione di frequenza (o l’UHF), ma la capacità di emersione dal mare magnum dell’indifferenziazione (che costituirà forse un vincolo ancora superiore).

Gli investimenti su multipiattaforma, brand e soprattutto contenuti, vanno fatti oggi. Perché domani sarà troppo tardi. (M.L. per NL www.newslinet.com 21/3/2017)

Gli svizzeri votano contro l’abolizione del canone: la Tv di Stato è salva (e pure la radio)

Gli svizzeri preferiscono pagare il canone e continuare ad avere la televisione di Stato. Gli elvetici hanno respinto in un referendum la proposta di cancellare il canone per i servizi pubblici audiovisivi, secondo le prime proiezioni pubblicate dopo la chiusura dei seggi alle 12 italiane. Secondo l’istituto di sondaggi Gfs.bern, ha votato contro la misura il 71% degli elettori (il margine d’errore è del 3%). Per l’emittente Rts, nel cantone di Zurigo il no ha superato il 70%, in quello di Ginevra è vicino al 75%.

Il referendum d’iniziativa popolare è stato elaborato dal movimento giovanile del partito Liberale radicale, secondo cui il canone “non ha più nulla a che fare con la nuova generazione”, cresciuta con piattaforme video online e canali tv in abbonamento. In Svizzera il canone che finanzia la radiotelevisione pubblica Ssr è tra i più cari d’Europa, costando 451 franchi svizzeri, pari a 392 euro. Il prossimo anno il costo si abbasserà, ma sarà pagato da tutti perché le autorità hanno stabilito che la tv e la radio sono guardate e ascoltate anche su internet. (Ansa – Repubblica.it 4/3/2018)

Rassegna Stampa Radiorama Febbraio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.77 di Febbraio 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/
Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/02/Radiorama-77-v1.0.pdf

Il passaggio da FM a DAB+ in Norvegia un flop? Ecco il quadro della transizione a qualche mese di distanza dallo switch-off

Come noto, dalla fine del 2017 la radio via etere in Norvegia è digitale. Segnatamente DAB+ e quantomeno per le emittenti nazionali (le locali continuano a disporre di impianti FM).
I broadcaster descrivono la transizione come “riuscita”, ma di diverso avviso sarebbero gli ascoltatori: confermando le prime avvisaglie, un’indagine condotta dalla società di ricerche di mercato Kantar TNS, ha rilevato una percentuale che va dal 50 al 70 per cento di norvegesi delusi dallo spegnimento dei trasmettitori in modulazione di frequenza.

Non solo, a parere di taluni osservatori, abbandonare i ricevitori FM è stata una scelta deleteria per le principali emittenti, tra cui NRK e due reti commerciali (di capitale estero) Bauer e MTG: i rapporti di Kantar TNS hanno dimostrato che la prima ha perso una parte considerevole dei suoi ascoltatori, non inferiore al 20%, solo nel 2017 e anche le altre hanno registrato cali significativi.
Un editoriale del quotidiano Dagbladet, tirando le somme del 2017 in Norvegia, ha affermato che “lo spegnimento FM porta la nazione allo stesso livello dello sci di fondo”.

Molti poi i problemi pratici registrati dagli utenti: su tutti il fatto che il segnale in auto si perderebbe frequentemente senza che esista uno switch efficace su piattaforme alternative (FM/IP) come in altri paesi (la cd.“hybrid radio”, considerata l’unica soluzione percorribile per la transizione alle trasmissioni numeriche).
La stampa nazionale e locale e i social media soffiano sul fuoco: il gruppo Facebook “In til tvangsinfœring av DAB i Norge” ha raggiunto 6.500 membri in soli otto mesi, mentre diverse testate importanti hanno pubblicato approfondimenti molto negativi, che spaziano dai costi che hanno gravato le tasche degli utenti, al fatto che la decisione di uno switch-off ha spinto molti fruitori del medium radio nelle braccia di altri servizi di streaming on demand (sul modello di Spotify).
Alcuni politici dello Stortinget (il parlamento norvegese) hanno sottoposto un’interpellanza al Ministro della Cultura per fare chiarezza su una scelta che non pochi cominciano a considerare azzardata.
“Il DAB ha sfidato i desideri della gente. Ancora una volta, abbiamo la prova che la transizione era prematura e non necessaria“, ha dichiarato il parlamentare Morten Wold, portavoce dei media per il Partito progressista, Framstegspartiet (parte del governo di coalizione), per cui laradio locale è di particolare interesse.
Secondo gli esperti, i player locali con concessioni FM fino al 2021 “non sopravviveranno in un multiplex DAB insieme a tre operatori dominanti che gestiscono bouquet di 30 canali”.
Nel frattempo molti norvegesi si starebbero sintonizzando sulla radio FM commerciale o comunitaria locale (come detto in apertura unica rimasta in onda con modulazione analogica) e quasi la metà della popolazionepuò ascoltare le trasmissioni transfrontaliere, soprattutto dalla radio pubblica svedese (né la Svezia né la Finlandia stanno pianificando di spegnere la FM).
Peraltro, la Norvegia vanta una connessione internet in banda larga tra le più veloci al mondo e quindi non sarebbero pochi coloro che stanno realizzando che la qualità sonora dell’IP e le sue prestazioni, anche in movimento, sono ben superiori a quelle dell’offerta DAB+, che, per quanto più ampia di quella FM, non può che essere necessariamente più limitata (in particolare per quanto riguarda i cd. “brand bouquet“).

“Dobbiamo anche considerare in che modo lo smartphone come piattaforma di ascolto universale influenzerà la progressione del digital audio broadcasting, in particolare dal momento che gli sforzi di NRK per convincere i produttori di device telefonici a includere il DAB+ tra le opzioni, non abbiano avuto successo–commenta il periodico Radio World–I norvegesi determineranno quale sarà per loro il modo migliore per fruire della radio a casa e in viaggio. Scopriremo presto chi saranno il vincitore e il perdente di questa transizione. E potremmo essere sorpresi di scoprire la resistenza della radio FM“. (M.L. per NL 7 febbraio 2018 NewsLine http://www.newslinet.com via Bandscan FM Gruppo FB)

Greece Launches First DAB+ Transmission
Athens-area pilot broadcasts cover much of country

Greece entered the digital radio age on Jan. 5 with the country’s first-ever DAB+ radio transmissions. The country’s public broadcaster ERT [Ellinikí Radiofonía Tileórasi] is transmitting the DAB+ signals broadcaster from its transmitter site on Hymettus mountain, which overlooks Athens.

The country’s public broadcaster ERT [Ellinikí Radiofonía Tileórasi] is transmitting the DAB+ signals broadcaster from its transmitter site on Hymettus mountain, which overlooks Athens. According to the Greek language news site radiotvlink.gr, seven DAB+ channels are being broadcast by ERT on VHF Channel 12C (227.36 MHz), using a single DAB+ multiplex and a transmission power of 300 watts. The seven DAB+ channels on the ERT DAB+ multiplex include the country’s six ERT radio program channels (First, Second, Third, ERA Sports, World, Voice of Greece), plus audio from the Greek parliament.

“January’s update from Greece is excellent news for radio in both Greece and across Europe,” said Bernie O’Neill, project director at WorldDAB; the global association that promotes the DAB/DAB+ digital radio standard. “The tender for national and local DAB+ services was announced in December 2017, with licences to be issued in May 2018,” she added.

“This is pretty fast progress since September 2017 when Lefteris Kretsos, the Greek Secretary General of Information and Communication, revealed that Greece planned to launch digital radio,” O’Neill said. “WorldDAB is now actively working with the Greek Ministry to make sure that Greek broadcasters benefit from the best practice and case studies from all the other markets across Europe that have already deployed
DAB+.” ERT’s plan is to cover Greece’s large urban centers “with digital radio signal in 2018 and later the whole country,” said radiotvlink.gr. However, the country itself does not have a timeline in place to turn off analog broadcasts in favor of DAB+.

The radio information website www.wohnort.orgsays that Greece has been divided into nine DAB+ “regions,” each having a Band III allocation.
“The region of Attica includes the capital. Thus Athens has seven allocations, six of its own, plus Attica,” said the website. “Crete has two regional allocations. There is an allocation for a national ensemble on Block 12D.”

In the meantime, ERT’s test DAB+ broadcasts are covering all of Central Greece and Attica with a single-frequency network. A DAB+ receiver is required to receive the signals off-air. ERT radio programming in digital form can already be heard via Greek’s digital television service, although a special TV decoder is required to do so. The news from Greece is just one of a number of developments for DAB in 2018.

“In just the last month we’ve seen accelerated progress for DAB+ in France, Germany announced that 40 percent of new cars have DAB+ fitted and there is growing support for EU-wide receiver legislation,” said O’Neill. As well, “World DAB recently joined with the European Broadcasting Union and the European Digital Radio Alliance to call upon EU decision makers to introduce measures to encourage the interoperability of radio receivers across the EU.”(By James Careless January 31, 2018 http://www.radioworld.com via Bandscan FM Gruppo FB)

Natucci (DAB Italia): “Ottimo il DAB obbligatorio sulle radio. Anche perché spesso c’è già ed è solo bloccato via software”

In Finanziaria è entrato l’obbligo di vendere solo radio con il tuner DAB a partire dal 1 gennaio 2020: la svolta della radio digitale sembra finalmente vicina. Ne abbiamo parlato con Sergio Natucci, direttore di DAB Italia, il principale consorzio di trasmissione e grande protagonista della radio digitale nel nostro Paese.

Il DAB, la radio digitale, è al momento della grande svolta: la recente legge Finanziaria ha introdotto l’obbligo di vendere, a partire dal 2020, solo apparecchi radio dotati di tuner digitale. Dopo anni di sviluppo lento (lo standard, per essendo ancora valido, ha più di vent’anni), la decisione politica, che peraltro non era presente nella prima stesura della legge,dovrebbe finalmente dare una spinta a uno standard sicuramente preferibile all’FM per qualità di ascolto e inquinamento elettromagnetico, ma fino a oggi limitata da una copertura ancora insoddisfacente. Ne abbiamo parlato con Sergio Natucci, direttore di DAB Italia, il più grande consorzio di trasmissione radio digitale in Italia, che associa Radio 24, Radio Capital, DeeJay, R101, RDS, Radio Maria, M2O e Radio Radicale.

DDAY.it: Come evolve la situazione del DAB?

Sergio Natucci: “Se lo chiede a me non posso che dirle che va benissimo: all’oste non si domanda mai com’è il vino. Scherzi a parte, mi sembra che si proceda secondo i tempi che ci siamo prefissi. Il DAB è una tecnologia che si affianca e non sostituisce l’analogico e quindi ha un’evoluzione naturalmente più lenta. D’altra parte in un Paese complesso come il nostro dal punto di vista della struttura radiofonica, immaginare uno switch-off è totalmente folle. Possono farlo i norvegesi perché hanno 5 milioni di abitanti, e l’hanno fatto solo per le emittenti nazionali, mentre le micro stazioni locali sono rimaste in FM”.

DDAY.it: Ma finché non si prospetta e si progetta un possibile spegnimento dell’FM, ci sono sufficienti motivazioniper passare al DAB?

Natucci: “In Italia ci sono circa 23 milioni di famiglie; in ogni famiglia almeno una media di una radio e mezza ci sarà. Che facciamo, facciamo cambiare 40 milioni di apparecchi radio? Mi sembra un’operazione infattibile…”

DDAY.it: Beh, il mondo della TV non mi sembra che si stia scomponendo più di tanto di fronte all’ipotesi di mandare in pensione 40 milioni si TV…

Natucci: “Sulla televisione è in corso un’operazione un po’ diversa…”

 

 

DDAY.it: In che senso?

Natucci: “Nel senso che dietro alla TV c’è un bilancio pubblicitario che ha dei numeri enormi; la radio tutto sommato alla fine fattura qualcosa come 500-550 milioni di euro.

DDAY.it: Premesso che a noi piace molto come si sente la radio digitale rispetto all’FM, soprattutto in mobilità, proviamo a metterci nell’ottica degli editori: se si continua a trasmettere anche in analogico e uno switch off non è all’orizzonte, il vantaggio dov’è? Perché gli editori dovrebbero investire sul DAB?

Natucci: “Certamente, la qualità d’ascolto è migliore dell’FM; la continuità di fruizione dell’ascolto è non paragonabile. Quindi gli editori terranno in piedi le due reti, di cui quella digitale diventerà sempre più ascoltata. Alla radio tocca essere sempre più d’appeal: una volta in macchina era sola; oggi ci sono molti altri prodotti non radiofonici, come gli smartphone e le app. La radio deve offrire dei prodotti che siano comparabili, e il DAB lo è”.

DDAY.it: I maggiori detrattori della digital radio dicono che il broadcasting digitale verrà soppiantato dallo streaming, man mano che le reti mobili diventeranno sempre più performanti…

Natucci: “Io ritengo che la radio è la radio e lo streaming sia un’altra cosa…”

DDAY.it: Beh, tutte le emittenti presenti sul DAB offrono gli stessi canali anche via streaming in diretta. Non sono radio comunque?

Natucci: “Certamente, gli editori usano tutti i mezzi disponibili, allo stesso modo come un viaggiatore usa tutti i mezzi di trasporto. Non per questo chiama aereoplano la macchina o bicicletta un missile. Radio è una radiodiffusione sonora che avviene in manieralibera e gratuita. I detrattori nel nostro Paese ci sono per qualsiasi cosa si faccia; ogni volta che si fa qualcosa c’è qualcuno che pensa che vengano messi in discussione i propri interessi. Il DAB è sicuramente un sistema di diffusione drasticamente più economico dell’FM, per le potenze impiegate e perché si trasmette in multiplex dividendo i costi tra più editori…”

DDAY.it: Si, ma questi risparmi si portano a casa solo se si spegne l’FM, non crede?

Natucci: “Certo, ma ci sono dei tempi naturali. Ieri ero presso un primario produttore di automobili che mi diceva che stanno eliminando l’AM dai sistemi di infotainment di bordo. Per anni l’emittente nazionale ha trasmesso sia in AM che in FM ma, visto che l’ascolto in FM è più gratificante, pian piano il pubblico si è spostato verso quest’ultima e hanno abbandonato l’AM, tanto che oggi si può ragionare anche di spegnere queste frequenze. Credo che gli editori piano piano si renderanno conto che la fruizione in digitale è preferita
e più avanti potrebbero anche decidere di abbandonare l’FM in alcune zone o di diminuire il numero dei trasmettitori”.

DDAY.it: Uno switch off naturale?

Natucci: “Ci sarà un passaggio naturale, non per legge. E comunque sarà molto in là. E poi siamo nell’epoca della multicanalità, tutti gli editori cercano di declinare i propri contenuti su tutti i mezzi possibili, in modo da incontrare la massima audience: perché la radio dovrebbe essere solo in streaming, o solo in DAB o solo in FM? Certamente il DAB riduce i costi, riduce l’infrastruttura (con 24 programmi su una frequenza), riduce le interferenze. Invece di usare 50 KW, si usano 500 watt”.

DDAY.it: Certo che le prime esperienze di DAB in Italia sono di oltre vent’anni fa. Si è perso un bel po’ di tempo…Natucci: “La storia della radio non è mai stata una storia di colpi di fulmine. L’inventore dell’FM, Edwin Howard Armstrong si suicidò perché il suo sistema non veniva riconosciuto come valido; i transistor, che avrebbero messo in discussione l’industria delle valvole, vennero lungamente snobbati fino a che Sony non ne comprò il brevetto, rivoluzionando il mondo. Il tutto sempre con tempi più lunghi di quanto si sarebbe potuto. Riguardo al DAB, l’errore inziale fu probabilmente quello di collocare questo tipo di servizio nelle bande VHF3 che in tutta Europa agli inizi degli anni ’90 erano di pertinenza dei servizi pubblici; si pensava che gli eventuali servizi privati sarebbero stati collocati in banda L, che però ha costi vertiginosamente più alti. La nostra emittente pubblica riguardo al DAB ha alternato momenti di grande eccitazione con fasi di grande depressione. La RAI non si occupa solo di radio o solo di TV, ma di entrambe le cose e la televisione è sempre stata decisamente preminente, anche nell’indirizzare le scelte. C’è sempre stato un retropensiero che il DAB potesse in qualche modo diminuire la disponibilità di frequenze a disposizione delle trasmissioni televisive”.

DDAY.it: Beh, nello sviluppo del DAB almeno un decennio si è perso per il passaggio televisivo al digitale terrestre, che ha catalizzato tutti gli interessi e assorbito tutte le energie…

Natucci: “A un certo punto, il governo di allora approvò una norma di legge che disponeva che prioritariamente tutte le frequenze dovessero essere assegnate alla televisione;quindi di colpo non c’era più spazio per il DAB. Tutto quello che riuscimmo ad ottenere fu un ordine del giorno alla Camera che poneva un impegno in capo al governo per trovare delle frequenze anche per il DAB. Dopo tanti anni, solo adesso siamo riusciti ad inserire nella norma di bilancio una norma che salvaguarda il DAB”.

DDAY.it: Cosa cambia ora in termini di frequenze con la Finanziaria 2018?Natucci: “Cambia che quando a maggio dovrà essere elaborato il Piano Nazionale delle Frequenze, il DAB dovrà avere uno spazio adeguato, assumendo, non dico una parità con mondo TV, ma ha una rilevanza che prima di questa norma non aveva. Il progetto è quello di collocare in banda III il mux1 TV di RAI e quello che resta destinarlo alla radio digitale. Bisognerebbechiedere al prof. Sassano o ad altri quali saranno le risorse disponibili, dopo aver fatto anche il coordinamento delle frequenze, ma le informazioni che ho mi suggeriscono che dovrebbe esserci spazio a sufficienza”.

DDAY.it: Aumenteranno i multiplex DAB nazionali?

Natucci: “I multiplex sono oggi tre e resteranno tre. Ogni multiplex può offrire 24 canali, mi sembra un’offerta molto ampia. E poi restano le risorse per le emittenti locali”.

DDAY.it: Ma questo DAB alla fine, per gli utenti comuni, non è un segreto ben custodito?

Natucci: “Secondo una ricerca che abbiamo commissionato a Gfk basata su 28mila interviste face-to-face, a noi risulta che quasi il 18% degli italiani sa perfettamente cos’è la Digital Radio e che circa 2milioni e 800mila italiani possiedono un apparecchio DAB, in auto o domestico. Il 46% di coloro che hanno una radio DAB indicano come motivo per l’acquisto la migliore qualità di ascolto.

DDAY.it: In queste settimane è in onda uno spot che recita qualcosa come “Forse non lo sai ma la tua radio potrebbe essere DAB”. Non pensa che sia un po’ giocare in difesa. Come dire, la radio DAB ce l’avevi ma non hai mai sentito la necessità di usarla…

Natucci: “Lei ne fa proprio una lettura cattiva. Iniziano ad esserci diversi modelli di autoveicoli con la Digital Radio di serie; in altri casi il DAB è presente come uno dei contributi di alcuni pacchetti optional. Noi pensiamo che magari qualcuno si è comprato una bella auto, ha il DAB a bordo e semplicemente non lo sa. Ci sono ricevitori radio che appena si accendono vanno sul digitale, altri che invece vanno prioritariamente sull’FM: noi vogliamo dare uno stimolo a verificare se il proprio veicolo è già equipaggiato e per abitudine o per pigrizia non è mai sperimentato il DAB”.

DDAY.it: Mah, da una ricerca che abbiamo compiuto, il panorama sembra meno favorevole. Ci sono casi in cui l’opzione DAB costa 400 euro epiù…

Natucci: “Lei cita casi particolarmente sfortunati, come quelli di Mercedes. Ma non mancano i modelli in cui, se il DAB non è di serie, costa prezzi abbordabili: sulla 500, per esempio, l’opzione viene 106 euro”.

DDAY.it: Ma non sarebbe giusto che la radio DAB sia semplicemente di serie, senza extra costi?

Natucci: “Allora, il chip di decodifica puro, che serve anche per decodificare altre sorgenti, costa intorno ai 3-4 dollari. Se vogliamo poi possiamo aggiungerci mezzo dollaro per il cavo di antenna e qualche spicciolo per l’antenna. Volendo stare larghi, il totale della spesa sarà di 10-15 dollari. Ci sono Paesi in cui le auto vengono offerte di serie con la radio DAB, come per esempio in Inghilterra”.

DDAY.it: Ma le risulta che ci siano apparecchi che siano nativamente pronti alla ricezione DAB dal punto di vista hardware ma che vengano limitati nel firmware se non si acquista l’opzione Radio Digitale?

Natucci: “Assolutamente sì. Ma questo vale anche per i telefoni: la maggior parte degli apparecchi hanno l’hardware per ricevere l’FM. Samsung sta pensando di sbloccare questo tipo di funzione che nell’apparecchio è già presente. Inserire il DAB nelle auto costa così poco che sarebbe una fatica maggiore gestire un doppio allestimento hardware. Anche perché il DAB non è uno standard italiano ma è presente in tanti paesi molto importanti. Ma tutto questo cambierà nei prossimi mesi…”

DDAY.it: Immaginiamo si riferisca alla disposizione inserita nella legge di Bilancio 2018…

Natucci: “Certo. Sin dal prossimo giugno 2019 si dovranno interrompere le vendite tra operatori di apparecchi radio privi di ricevitore DAB; dal gennaio 2020, questo divieto si estende alla vendita al dettaglio. Questo cambierà tutto”.

DDAY.it: La legge dispone che sugli apparecchi ci sia “almeno un’interfaccia digitale”. C’è chi interpreta questo dettato non come un obbligo di avere il DAB, ma questo potrebbe essere sostituito dallo streaming digitale, per esempio tramite smartphone. In pratica, non è che basterà che un’autoradio abbiaCarPlay e Android Auto?

Natucci: “Le norme non vanno lette comma per comma, ma nel loro complesso. Nella stessa legge ci sono due citazioni sulla radio digitale: la prima è quella che abbiamo citato prima riguardante la massimizzazione delle frequenze in banda III che parla espressamente di radio digitale. La seconda è quella che riguarda gli apparecchi: ovviamente si sta parlando della stessa cosa. Quell’interfaccia digitale è senza dubbio il DAB, non può che essere così”.

DDAY.it: Una vettura connessa aInternet, secondo lei quindi non rientra nelle “interfacce digitali” citate dalla legge?

Natucci: “Noi possiamo teorizzare quello che vogliamo, ma la radio è la radio. Se poi per radio vogliamo intendere altro, allora tutto è possibile”.

DDAY.it: Quindi lei rigetta ogni interpretazione, che si è sentita da qualche parte, secondo la quale la norma non prevede un vero e proprio obbligo della compatibilità con il DAB per le radio…

Natucci: “Assolutamente, non c’è dubbio. La norma è chiara e ci sono altri dieci paesi in Europa che si stanno muovendo nella stessa direzione. Poi, questo è il Paese in cui tutti pensano di poter dire qualunque cosa su qualsiasi tema, dal calcio alla politica. Potrebbe esserci chi potrebbe avere convenienza nel teorizzare il fatto che la presenza del DAB possa essere aggirata impiegando altre modalità di connessione, ma mi sembra un’interpretazione anomala e non plausibile, soprattutto in considerazione del fatto che c’è anche l’altro comma che chiarisce che la “radio digitale” è qualcosa che viaggia sulle frequenze radio”.

DDAY.it: Le scadenze di legge sono prossime, si inizia tra poco più di un anno: ci sono abbastanza apparecchi radio DAB per soddisfare il mercato italiano?

Natucci: “Anche questa è un’altra leggenda metropolitana. Esistono centinaia e centinaia di modelli di radio DAB, alcune con FM e digital radio, altre con FM, digital radio e connettività a Internet. C’è di tutto. Il problema è che per acquistare una radio che va oltre l’FM occorre qualcuno che spieghi al consumatore cosa sta acquistando. I grandi store di elettronica di consumo non hanno questo tipo di personale e non hanno interesse a fare un investimento su un prodotto che comunque alla fine costa meno di cento euro, che non è un televisore e non è un telefonino. Apparentemente nei negozi c’è difficoltà, ma se va su Amazon trova almeno 300 prodotti ognuno diverso dall’altro che vanno da circa 40 euro a 1000 euro. Dal punto di vista domestico, quindi, c’è quello che si vuole. Dal punto di vista automobilistico non esiste alcun problema e si stanno diffondendo anche dei ricevitori ‘retrofit’ che permettono di adattare i veicoli non compatibili utilizzando gli ingressi aux delle autoradio”.

DDAY.it: A che punto siamo con l’estensione della rete? Almeno per quanto riguarda DAB Italia

Natucci: “Il nostro obiettivo è superare i 100 impianti entro la fine dell’anno. Il che significherebbe aggiungere agli attuali circa 28-30 impianti in più. Ci concentreremo sulla fascia adriatica, che è quella più delicata per eventuali contenziosi con i paesi esteri vicini, che vorremmo evitare. Ci dedicheremo soprattutto alle direttrici autostradali non ancora servite: cercheremo di completare la Terni-Cesena, ovverosia la E45, di fare tutta l’Adriatica e –con grande sforzo –di coprire anche tutta la Salerno-Reggio Calabria. Rimane fuori, almeno per il momento e con grande dolore, la Liguria, per via delle gallerie. Per quanto riguarda la Sicilia, interverremo sulla parte nord, Palermo, Trapani. Cercheremo di superare l’80% di copertura outdoor che significa circa il 50% indoor”.

DDAY.it: Ma cosa rallenta una diffusione ancora più veloce della copertura?

Natucci: “Abbiamo alcuni problemi seri. Innanzitutto noi possiamo usare solo postazioni completamente legittime. La torre deve avere la concessione edilizia, deve essere in posto dove è previsto che ci sia un impianto di trasmissione, deve avere dei valori di campo elettromagnetico adeguati, che dipendono non dal nostro ma dagli altri impianti già attivi. Andare a cercare delle posizioni con queste caratteristiche in alcune zone del nostro Paese è tutt’altro che facile”.

DDAY.it: Ma non tratta solo di fare un accordo con chi ha già le torri?

Natucci: “Non è così semplice. In Abruzzo abbiamo un impianto che è fermo da un anno perché all’ultimo è saltata fuori una servitù, quasi un dettaglio amministrativo, che ha fermato l’accensione. A Palermo, alla postazione di Monte Pellegrino, per esempio abbiamo un impianto pronto che però è fermo da diversi mesi perché l’ARPA ha rilevato un carico elettromagnetico elevato: noi, rispetto ai valori in campo, con la nostra accensione contribuiremmo zero, ma l’ARPA ha detto che o si diminuisce tutto o li non si accende più niente. Per non parlare dei problemi legati alle amministrazioni locali. Malgrado ci sia una norma che stabilisce che debba esserci una sola conferenza dei servizi, si può chiedere una e una sola integrazione dei documenti con risposta entro 90 giorni, ci sono amministrazioni che convocano cinque conferenze di servizi, che chiedono continue integrazioni dei documenti. Un comune addirittura ci ha mandato una PEC il 5 di agosto con obbligo di rispondere entro 15 giorni. Costruire qualcosa nel nostro Paese è drammatico, perché ognuno fa quello che vuole. E se lei vuole difendersi, non ha alcuno strumento reale, perché far nominare un commissario ad acta è una cosa pressoché impossibile. Noi comunque, cercheremo in tutti i modi, e i lavori sono già in corso, di raggiungere il nostro obiettivo di superare i 100 impianti entro l’anno”.

DDAY.it: Ma gli impianti della rete telefonica cellulare non possono essere usati?

Natucci: “No, perché sono troppo bassi. I tedeschi pensano di coprire tutto il loro territorio con il DAB con circa 120 impianti. Noi pensiamo che per coprire adeguatamente l’Italia ce ne vogliono circa 160. E quindi abbiamo bisogno non necessariamente di grandi alture ma neppure di pali telefonici”.

DDAY.it: Lei ha sentito citare il DAB e il suo sviluppo nel programma elettorale di qualche partito?

Natucci: “Possiamo passare a un’altra domanda? Mi sembra che nell’agenda politica non ci siano grandi contenuti sull’innovazione nel sistema radiotelevisivo. Ma non so dire se questo sia un bene o un male; anzi sono sempre più portato a pensare che, alla fine, sia un bene per l’intero sistema”.
(di Gianfranco Giardina-07/02/2018 18:02 D Day.it http://www.dday.it)

Coltano. Parte il recupero della Stazione Radio Marconi PISA.

Primo passo per la rinascita della Stazione Marconi di Coltano: «Il Demanio, dopo anni di richieste,
l’ha data in concessione per due anni al Comune di Pisa – spiega l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Pisa Andrea Serfogli – così oggi, lunedì 29 gennaio, è partito un primo intervento per la bonifica e messa in sicurezza con un investimento di 47mila euro».

I lavori sono eseguiti da Euroambiente, la ditta che cura il global del verde del Comune di Pisa. Sarà così possibile per i tecnici (architetti, geometri, ingegneri) entrare nel monumento, attualmente estremamente pericolante, e fare i rilievi per progettare in maniera più dettagliata il restauro. Secondo una prima stima servono 2,5 milioni di euro per il recupero: un milione lo mette il Comune, la parte restante è stata promessa dalla Regione. Servirà inoltre il passaggio definitivo del bene al Comune.

«Finalmente si muovono i primi passi verso il recupero della Stazione Marconi e la trasformazione in Museo della Radio, dopo il pressing che il Comune insieme ai cittadini e alle associazioni ha portato avanti in questi anni –commenta il sindaco di Pisa Marco Filippeschi–dobbiamo continuare su questa strada per arrivare alla realizzazione del nostro progetto, che rivitalizzerà la memoria di uno dei grandi personaggi italiani del Novecento e che sarà occasione di rilancio turistico del borgo di Coltano». Gioia e soddisfazione anche da parte di Elettra Marconi, che è intervenuta telefonicamente alla conferenza stampa. «Un intervento atteso da tanto tempo, oggi finalmente un primo passo nella direzione del recupero».

La storia della Stazione Marconi in breve-Nel 1902 Guglielmo Marconi, l’inventore della radio, decide di costruire in Italia una stazione radiotelegrafica ultrapotente per effettuare collegamenti con le Americhe e con le colonie italiane in Africa Orientale. Coltano fu terminata, collaudata e messa in funzione per la prima volta in assoluto, nel settembre del 1911 e venne salutata dal New York Times come la più potente al mondo, riuscendo a coprire con il proprio segnale circa un sesto della superficie terrestre.

Fu la prima stazione ad inviare un segnale in grado di oltrepassare l’intero deserto del Sahara raggiungendo Massaua, in Eritrea. Infine, è stato attraverso la stazione diColtano che, dal suo ufficio a Roma, Marconi accese le luci della gigantesca statua Cristo a Rio de Janeiro, il 12 ottobre 1931. La parola fine per il sito di Coltano venne decretata dallo scoppio della seconda guerra mondiale, con la totale militarizzazione dell’area e con i bombardamenti e le devastazioni che interessarono tutta l’area di Pisa nell’estate del 1944. (Fonte “Coltano: the forgotten Story of Marconi’s Early Powerful Intercontinental Station”, pubblicato su “Aereospace and Electronic Systems Magazine”, a firma di Filippo Giannetti, docente di telecomunicazioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa).(Il Tirreno,Pisa, 29/1/2018 http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca)

RMC Sport Network: la nuova radio nazionale per tutti gli appassionati di sport

C’è chi lo guarda in TV sprofondato sul divano, chi va allo stadio con gli amici della curva, chi lo segue alla radio mentre sogna di essere nei box a due passi dai campioni e poi c’è chi lo pratica sul serio.

Qualunque sia il modo di vivere lo sport, gli italiani lo amano alla follia e da oggi avranno una radio dedicata a loro, fatta da sportivi, giornalisti di settore, atleti e grandi campioni, che li seguirà dappertutto, in auto, in casa, al lavoro, su smartphone, tablet e su pc, con notizie in tempo reale, approfondimenti e curiosità.

Nasce RMC SPORT NETWORK la radio che mira a diventare il punto di riferimento di tutti gli amanti dello sport, non solo quelli che lo seguono sul campo, negli stadi, nei palazzetti, ma soprattutto di quelli che sono sportivi nell’animo, nello stile di vita, che sanno soffrire, combattere e sacrificarsi per raggiungere i loro obiettivi, proprio come fanno i migliori atleti.Il meglio del calcio raccontato nel modo più appassionato, immediato e competente: il palinsesto radiofonico garantirà la copertura dei campionati di Serie A e B, di quelli minori, attraverso le ultime notizie in tempo reale per ogni categoria, gli approfondimenti sulle partite, le curiosità sulle diverse squadre, gli speciali sulle League europee e, ovviamente, sarà presente con i suoi inviati ai Mondiali di Russia 2018. Il calcio sarà sempre protagonista su RMC SPORT NETWORK, prima durante e dopo le gare con il racconto in diretta, le analisi tecniche, i commenti delle firme più autorevoli e le opinioni degli ascoltatori. E poi riflettori costantemente puntati sul calcio mercato.

Non solo calcio. RMC SPORT NETWORK è anche grande tennis, con tutti i protagonisti e i match più importanti, è l’energia esplosiva dei Gran Premi di Formula 1, che seguirà con interviste e commenti dei piloti, notizie e analisi, risultati e classifica, e ancora Moto GP, cronache, interviste e approfondimenti per raccontare le news, i retroscena, la competizione e la passione che animano i protagonisti delle due ruote. E ancora golf, basket, pallavolo, ciclismo, raccontati dalla voce degli appassionati e dai campioni in campo. Su RMC SPORT NETWORK l’emozione non va mai in panchina: giorno per giorno la nuova radio racconterà tutte le sfide e le vittorie delle migliori squadre italiane e dei top player nel mondo.

RMC SPORT NETWORK nasce da una collaborazione tra Triboo, gruppo quotato sul mercato AIM, attivo nel settore dell’eCommerce, dell’Advertising e della comunicazione on line,TUTTOmercatoWEB.com, primo sito per audience raggiunta, esclusivamente dedicato al calcio, nel panorama digitale italiano con 1.909.000 utenti unici (Fonte: Audiweb View-giugno 2017), oltre 1,8 milioni di download dell’app e oltre 2 Milioni di fan su Facebook ed RMC Italia, che porterà in dote oltre all’expertise pluriennale nel mondo del Fm, l’awareness ed il prestigio del brand Radio Monte Carlo.

TUTTOmercatoWEB si occuperà della direzione editoriale ed ospiterà all’interno delle sue piattaforme RMC SPORT NETWORK, mentre RMC si occuperà delle attività di marketing legate all’emittente, della Direzione artistica, con particolare riferimento alla selezione musicale, e dell’informazione giornalistica affidata alla redazione di RMC NEWS diretta da Claudio Micalizio.17 ore di diretta per 365 giorni l’anno. Una copertura nazionale in fm oltre che in digitale. 3 sedi operative Roma, Milano e Firenze. Oltre 50 professionisti, tra conduttori e opinionisti, più di 100 inviati sui campi ed esperti di tutti gli sport.

RMC SPORT NETWORK si avvarrà di volti noti del panorama giornalistico e radiofonico sportivo come Niccolò Ceccarini (direttore responsabile), Marco Piccari (Mediaset), Mario Sconcerti (Rai Sport), Xavier Jacobelli (Corriere dello Sport) Alberto Cerruti (Gazzetta dello Sport), Fabrizio Biasin (Corriere dello Sport), Fulvio Collovati, Mino Taveri (Mediaset), solo per citarne alcuni; oltre a conduttori e opinionisti di rilievo tra cui: Marco Baldini, Lapo De Carlo, Fabiana Paolini, Mauro Suma, Alberto Di Chiara, Claudio Pasqualin, Enzo Bucchioni e Antonio Di Gennaro.

RMC SPORT NETWORK sarà presente in tutta Italia con una copertura iniziale che supera i 18 milioni di ascoltatori. Le frequenze suwww.rmcsport.nete sull’applicazione RMCSPORT.Il lancio di RMC Sport Network è supportato da una campagna di comunicazione pianificata su stampa quotidiana, periodica e specializzata, tv, digital ed out-of-home. (29/1/2018 http://www.spotandweb.it/)

Rassegna Stampa Radiorama Gennaio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.76 di Gennaio 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/
Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
https://air-radiorama.blogspot.it/2018/01/radiorama-web-n76-di-131-pagine-e.html

La Rassegna stampa di Giampiero Bernardini

La stazione Radio Marconi in concessione per 2 anni al Comune di Pisa

Un piccolo passo avanti verso il recupero della Stazione Radio Marconi a Coltano. Nei giorni scorsi infatti è stato siglato un accordo con l’Agenzia del Demanio grazie al quale il bene è stato dato in concessione al Comune di Pisa per due anni. “A seguito dell’accordo -spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Andrea Serfogli

– l’amministrazione si è mossa con una prima determina che impegna 47mila euro per la pulitura dell’area e la messa in sicurezza della struttura. In questo modo potremmo effettuare le indagini e le verifiche necessarie per la definizione del progetto definitivo e per elaborare un progetto di valorizzazione del bene”.

Una volta definiti questi progetti l’amministrazione conta di ottenere il trasferimento definitivo del bene. “L’obiettivo – prosegue Serfogli – è quello di arrivare alla progettazione e al trasferimento definitivo del bene al Comune entro il 2018. Siamo in una fase interlocutoria e decisive saranno le prossime riunioni con il Demanio”. Per riqualificare la struttura e farne uno spazio museale, con annesso una sorta di incubatore d’impresa, servono circa 2,5 milioni di euro. “Il Comune – prosegue l’assessore – è disposto a mettere sul piatto circa un milione di euro di risorse proprie. I finanziamenti restanti dovranno arrivare dalla Regione nell’ambito dell’accordo per la vendita dell’azioni Sat. Stiamo inoltre lavorando anche con il Ministero dei Beni Culturali per vedere se è possibile intercettare ulteriori risorse”.

Sopralluogo al Centro Radio Marconi di Coltano

La Stazione Radio Marconi fu inaugurata nel 1911 dal premio Nobel per la fisica insieme al re Vittorio Emanuele III e fino ai primi anni ’20 del secolo scorso ha rappresentato il centro radio più importante e all’avanguardia d’Europa. Dopo i bombardamenti tedeschi della II Guerra Mondiale, che distrussero le antenne e i trasmettitori radio, il bene è rimasto inutilizzato e abbandonato a se stesso. Nel corso degli ultimi anni si è più volte parlato di un possibile recupero del bene, proposte che però sono rimaste sempre inascoltate. Nei giorni scorsi il caso è arrivato alle cronache nazionali con la denuncia della figlia di di Guglielmo Marconi, Elettra, che parlando al Tg1 ha chiesto di risollevare la situazione della struttura mettendo anche una targa per ricordare ‘l’impresa’ di cui suo padre andava fiero: nel 1910 partì infatti, per la prima volta, proprio dalle campagne di Pisa, un messaggio radio che dall’Europa raggiunse l’Africa. (PisaToday Tommaso Fabiani, 2 gennaio 2018)

Media vaticani: ecco il nuovo portale vaticannews.va

Cresce l’attesa per il nuovo portale vaticannews.va. Se ne parla da mesi, praticamente da quando il progetto di riforma dei media vaticani ha iniziato a prendere corpo, anche se come è stato più volte ribadito il nuovo sito non è la riforma, bensì un effetto di questa. E ora ci siamo: vaticannews.va sarà on line a breve e sostituirà i siti a carattere informativo utilizzati in precedenza. Il Sir ha avuto modo di conoscere in anteprima il nuovo progetto.

Guarda il video: https://youtu.be/YQJU-5oyq_U Il nuovo sito: http://www.vaticannews.va/it.html

“È in versione beta e, quindi, non definitiva”, ripete più volte monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, illustrandoci il portale. L’attesa, quindi, creata attorno al sito, non deve

distogliere dal discorso complessivo. “Il rischio – ripete il prefetto – è di vedere il dito e non la luna. La riforma, infatti, non è il portale, bensì un diverso approccio comunicativo”.

Una visione nuova, insomma, che emerge anche da vaticannews.va. A un primo sguardo, esaminando il nuovo portale, colpisce la scelta d’impostare il menù – su una fascia di colore rosso – in maniera agile e funzionale, isolando solo quattro termini, quattro parole cardine: Papa, Vaticano, Chiesa, Mondo. Già in questo si coglie l’idea di percorso di Chiesa in uscita, dal Vaticano alle periferie, tenendo sempre al centro della narrazione la figura del Papa.

È attorno all’attività del Pontefice che ruotano anche i contenuti multimediali (testi, audio, video) offerti dal sito, dai comunicati stampa della sala stampa vaticana ai contributi audiovisivi del comparto radio o del centro di produzione audiovisivo (in particolare, l’Angelus). Chiaramente dominante è la presenza delle immagini nel corpo del sito, che occupano un ruolo di primo piano. Spazio rilevante, poi, è riservato ai social, richiamando gli account del Papa su Twitter e Instagram.

Come è stato rilevato anche dallo studio del semiologo Paolo Peverini – “Il racconto di Francesco. La comunicazione del Papa nell’era della connessione globale” (Luiss University Press 2017), volume in collaborazione con la Segreteria per la Comunicazione –, la struttura del portale sembra assolvere alla funzione del cosiddetto “cabasario”, ideato dal padre gesuita Félix Juan Cabasés durante il pontificato di Giovanni Paolo II: uno strumento di lavoro e documentazione contenente tutte le informazioni puntuali sul viaggio apostolico in cui il Papa era impegnato.

“Si tratta solo della punta dell’iceberg”, sottolinea però il prefetto. Il suo invito è di concentrarsi soprattutto su ciò che c’è sotto, a cominciare dal profondo ripensamento del modo di produrre e dalla centralità

antropologica e non tecnologica. “Nei due anni scorsi – spiega – ci siamo impegnati intensamente sulla formazione del personale. E l’abbiamo fatto con lo scopo di valorizzare le professionalità interne e di definire un gruppo di lavoro unificato, multilingue e multicanale per declinare contenuti in diversi formati da destinare a varie piattaforme di trasmissione. Il nostro sistema – precisa Viganò – è perfettamente in linea con l’ambiente digitale contemporaneo: non punta su un singolo media, ma è agnostico e, cioè, indipendente dal mezzo e dalla tecnologia”. Il web, conclude, “è soltanto una delle soluzioni a disposizione”.

Vincenzo Corrado, www.agensir.it 16 dicembre, 2017)

Austria: inizia l’era della radio digitale

L’autorità dei Media rilascia la prima licenza per l’operazione di controllo della radio digitale: 11 programmi radiofonici DAB + saranno avviati nell’area della Grande Vienna nel 2018 Comunicato stampa del 15.12.2017

(Traduzione Roberto Sadun da Facebook “Bandscan FM”)

Per la prima volta, l’autorità dei media KommAustria ha concesso l’autorizzazione in Austria per il regolare funzionamento di una cosiddetta piattaforma multiplex per la radio digitale terrestre nello standard DAB +. L’effetto a partire dal 3 Aprile 2018 licenza è per un periodo di 10 anni per RTG Radio Technical Center GmbH, a primi 11 programmi radio fornitore di servizi tecnici e di una guida elettronica ai programmi e, nella fattispecie, un servizio di avviso di pericolo nella zona di Vienna e in alcune parti dei dintorni Vienna con una portata tecnica di circa 2,25 milioni di persone si diffonderà. Finora, la radio digitale DAB + in Austria dal maggio 2015 può essere ricevuta solo nell’ambito di un’operazione di test a Vienna.

Per il lancio del DAB + Digital Radio dice Mag Michael Ogris, Presidente del KommAustria. “Noi, come un ente pubblico e le emittenti radiofoniche stessi sanno dall’esperienza di molti vicini europei molto bene che non è automatico che i consumatori sull’uso della nuova radio digitale DAB + essere introdotto, perché non è richiesta l’acquisizione di un’apparecchiatura radio adatta. Tuttavia, DAB +, che utilizza intervalli di frequenza molto diversi, è la soluzione per consentire una maggiore varietà di programmi e una maggiore varietà di radio rispetto alle frequenze radio FM completamente caricate. È per questo che naturalmente abbiamo seguito la richiesta del mercato dopo l’introduzione di DAB + e lanciato una gara d’appalto nella primavera del 2017. ”

Parte della gara è stato un DAB + a livello nazionale la copertura al KommAustria dopo aver completato un coordinamento delle frequenze completa con le autorità estere che cercano una licenza rilasciata nel primo trimestre del 2018. La maggior parte dei programmi DAB + distribuiti a Vienna in futuro non può ancora essere ricevuta tramite l’antenna. La gamma di servizi è ampia. Il programma si concentra principalmente su contributi di parola e di informazione, in parte sulla musica, che vanno dalla rock alla musica classica ai successi degli anni ’70, ’80 e ’90 o nel salotto e gli intervalli di Jazz.

Proprio come la radio FM, DAB + è anche facilmente ricevuto via antenna, ma richiede le radio che controllano lo standard di trasmissione. I dispositivi disponibili in commercio solitamente supportano sia DAB+ che FM.

Norway becomes first country to end national radio broadcasts on FM

By Agence France-presse In Oslo, www.theguardian.com (13 dicembre 2017)

Digital switchover means that only the country’s local radio stations continue to use FM frequencies. A worker displays digital radios at an electronics outlet in Oslo.

Norway has completed its transition to digital radio, becoming the first country in the world to shut down national broadcasts of its FM network. The country’s most northern regions and the Svalbard archipelago in the Arctic switched to digital audio broadcasting (DAB) as scheduled on Wednesday, said Digitalradio Norge (DRN), an umbrella group for Norway’s public and commercial radio.

The transition, which began on 11 January, allows for better sound quality and more channels and functions at an eighth of the cost of FM radio, according to authorities.

The move has, however, been met with some criticism linked to technical incidents and claims that there is not enough DAB coverage across the country. Radio users have also complained about the cost of having to buy new receivers or adapters, usually priced at between €100 and €200 (£88 and £176).

Only 49% of motorists are able to listen to DAB in their cars, according to DRN figures. A study cited by local media suggests the number of Norwegians who listen to the radio on a daily basis has dropped by 10% in a year, and the public broadcaster NRK has lost 21% of its audience. IIt’s a big change and we have to give listeners time to adapt to digital radio,” the head of DRN, Ole Jørgen Torvmark, said in a statement. “After each shutdown in a region, we noticed that the audience first dropped but then rose again.”

The transition only involves national radio channels. Most local stations continue to broadcast on FM. Other countries, including Switzerland, Britain and Denmark, are due to follow suit in the coming years.

Ma c’è chi dice no

Norway switches off FM radio, but this station is defying government order

CBC-Radio 13 dicembre 2017

Svein Larsen is still broadcasting on FM radio, despite Norway’s transition to digital. (Foto by: Radio Metro)

In a world first, Norway has switched off its FM radio service — but not everyone is celebrating the move to digital.

The country completed its switch on Wednesday when digital audio broadcasting (DAB) was turned on in some remote regions. Now, listeners will have to use that format to hear national radio broadcasts.

Officials say the move to digital will save money. In 2015, As It Happens spoke with Ole Torvmark, the head of Digital Radio Norway. He was confident people would embrace the switch, and said it would allow for more radio stations.

But broadcaster Svein Larsen isn’t convinced. Despite government orders, he has continued to broadcast on FM in Oslo. Larsen is the CEO of Radio Metro and the chairman of the Norwegian Local Radio Association. Here’s part of his conversation with As It Happens host Carol Off.

I don’t think that the government has actually the right to give that sort of order.

Why have you continued to broadcast despite the government’s orders to stop airing on FM?

Do you have a lot of support from your listeners in Norway?

I have great support, and more and more so when it becomes clear that this is actually what the government wants to do.

Don’t underestimate the fight against the government and different agencies.… Even if Norway is looked upon as quite a flexible and rational society, it’s not easy to take that fight. But we have done it, and we will see what will be the outcome.

But now the public starts to be aware that they actually are closing down not only the national network on FM, but also some of the local stations. But not all of them. Very many are going to continue to broadcast until 2022 — and even after that. But it’s my stations in Oslo that they’re looking to close down.

How are they punishing you for not complying?

They want me to pay for every day I’m continuing to do this.

How much?

100,000 Norwegian Kroner (around $15,000 Cdn) per day. I think I have to discuss that with them because they cannot be completely unreasonable.

We have both. We continue to have FM and we can get digital channels. It’s often a clearer signal [on digital]. We get more variety. It seems to be the way of the future. Why resist it? Why isn’t it something that’s of benefit to listeners?

Yes. But it’s not a benefit to listeners to close down one of the distribution systems. I agree with you. I’m also distributing my radio stations on DAB, locally, here in the bigger Oslo area.

I’ve never said that DAB as a distribution technology is not functioning. It’s functioning. But the main question is, why do you switch off a system in Norway where we have 10 to 15 million radio receivers? And you just say to the public, you’re not going to use this anymore because you need to buy new ones.

What sort of logic is that for media companies to operate that way?

I mean, you operate on behalf of the listener. Here, the big players are saying to the listeners: “No. You need to go out and buy new radio receivers.”

In 2015, we spoke with your head of Digital Radio Norway. He was confident that this was going to happen — that people in Norway would buy their digital receivers, they would switch over, and this wouldn’t be an issue.

That’s true. But I know that guy and that was his job. He’s paid for saying that. Today, you can ask him the same question and he also admits that it’s a big problem that only 50 per cent of the cars have DAB radios, obviously

This is why they are pushing me also. They feel that if I represent the competition, then that is a problem here in the Oslo area — then that is a problem for other people to change to DAB because they don’t feel that they need it. They have my radio stations and they feel happy about that. That’s why they’re so eager to close me down.

This interview has been edited for length and clarity. To hear more of our interview with Svein Larsen, listen to the audio above. As It Happens has reached out to Ole Torvmark at Digital Radio Norway, but haven’t received a response.

Radioricordando il 2017

By Antonello Napolitano www.coradx.it 30 dicembre 2017

Il 2017 si apre con la notizia shock dell’abbandono da parte di Radio Australia, delle onde corte che si concretizzerà il 31 gennaio. La decisione era stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale diramato il 6 dicembre 2016. Di Australia si è parlato molto nel 2017 anche per l’apparizione di una serie di emittenti di bassa potenza. La prima è stata Unique Radio, da Gunnedah (New South Wales), che per il 17 febbraio aveva annunciato dei test su 3210 kHz Successivamente è stata la volta di una Stazione senza nome,  gestita dall’italiano Stefano Mollo,  già proprietario di 77.400 FM, che da Perth (Western Australia) agli inizi di maggio realizza delle brevi emissioni di prova su 5045 kHz, mentre il 28 agosto, dopo due anni di assenza, riappare, sempre su 5045 kHz, Ozy Radio da Razorback, vicino a Camden (new South Wales).  Contrariamente a quella gestita da

Mollo, Ozy Radio viene ascoltata anche lontano dall’Australia. Infine, il 20 dicembre, tocca a 4KZ che opera da Innisfail (Queensland) sulla frequenza di 5055 kHz con 1000 watt di potenza…

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BBC confirms local radio medium wave closures

(Radiotoday.co.uk 1 gennaio 2018)

Seven BBC local radio stations are losing their AM frequencies on January 15th, with three more stations losing at least one service. BBC Surrey, Sussex, Humberside, Kent, Lincolnshire, Nottingham and Wiltshire will turn off their medium wave transmitters altogether, whilst partial closures all affect BBC Radio Devon, Essex and Humberside.

Here are the details:

BBC Surrey is closing 1368 kHz AM – but will remain on 104 and 104.6 MHz FM

BBC Sussex is closing 1161 and 1485 kHz AM – but will remain on 104.8, 104.5, 95.3, 95.1 and 95 MHz FM BBC Radio Humberside is closing 1485 kHz AM – but will remain on 95.9 MHz FM

BBC Radio Kent is closing 1602 and 774 kHz AM – but will remain on 104.2, 97.6 and 96.7 MHz FM BBC Radio Lincolnshire is closing 1368 kHz AM – but will remain on 94.9 and 104.7 MHz FM

BBC Radio Nottingham is closing 1584 kHz AM – but will remain on 95.1, 95.5 and 103.8 MHz FM

BBC Radio Wiltshire is closing 1332 and 1368 kHz AM – but will remain on 103.3, 103.5, 103.6 and 104.3 MHz FM

BBC Radio Devon is closing 1458 kHz AM – but will remain on 801 and 990 kHz AM along with 104.3, 94.8, 103.4, 96.0, 95.7 and 98.5 MHz FM

BBC Essex is closing 1530 kHz AM – but will remain on 765 and 729 kHz AM along with 95.3 and 103.5 MHz FM

BBC Radio Lancashire is closing 1557 kHz AM – but will remain on 855 kHz AM along with 95.5, 103.9 and

104.5 FM.

Kieran Clifton, Director, BBC Distribution & Business Development said: “We conducted detailed assessments of the coverage of each BBC local radio station on FM, MW and DAB. Following this process, we trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters and asked for audience feedback. Taken together, the audience feedback and the coverage data have informed which medium wave transmitters are unlikely to represent value for money in the longer term.”

The BBC has trialled the switch-off of a number of medium-wave transmitters over the past few years and made the decision to turn off the above 13 transmitters following audience feedback.

Radio Caroline returns to the airwaves

( www.bbc.com 21 dicembre 2017)

The first of the off-shore pirate radio stations is to return to the airwaves. Radio Caroline was founded in 1964 and broadcast from ships until 1991, when the Ross Revenge was shipwrecked off the Kent coast. The station continued to exist, and is currently an internet and digital service.

After a successful application to Ofcom, Radio Caroline has been given the medium wave frequency of 648kHz – once used by the BBC World Service.The frequency, once used to relay broadcasts

to Eastern Europe, will be taken over from noon on Friday. Radio Caroline boss Peter Moore said it was an “ironic twist” to be given the former BBC frequency.

The station was founded in 1964 to play pop music all day in a time where broadcasting was dominated by the BBC and pop was played for an hour a week. Caroline was one of five stations granted a community radio licence by Ofcom in June. The award comes 50 years after the station was rendered an illegal – or pirate – station under the 1967 Marine Broadcasting Offences Act.

Mr Moore said: “The unlikely return of Caroline to regular radio opens the latest chapter in its extraordinary 53-year history. “Caroline was the first of many pirate stations to broadcast from ships and abandoned war- time forts off the British coast, opening at Easter 1964.” He said the current Radio Caroline was aimed at Suffolk and Essex though added “test transmissions have reached further afield and it can be received along much of the East Coast”.

Rassegna Stampa Radiorama Dicembre 2017

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.75 di Dicembre 2017 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link: http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

La radio digitale si ampia – in Alto Adige si spengono i primi impianti FM

(dal sito della RAS 5-12-2017) La RAS ha ulteriormente ampliato la rete trasmissiva della radio digitale DAB+. Ora il 99,5% della popolazione dell’Alto Adige può ricevere 22 programmi radiofonici con l’eccellente qualità del DAB+. E oggi sono stati disattivati i primi 19 impianti FM. (Nella foto Fabio Covelli Peter Silbernagl Johann Silbernagl Georg Plattner eseguono il primo “cambio di frequenza”)

Il 99,5 percento della popolazione è raggiunta dalla radio digitale DAB+

La RAS ha ulteriormente ampliato la rete trasmissiva radiofonica DAB+ con la messa in esercizio di impianti trasmissivi presso le postazioni di Melago e di La Valle. Grazie ad 84 impianti digitali la RAS serve il 99,5 percento della popolazione dell’Alto Adige con 22 programmi radiofonici di eccellente qualità. In caso di acquisto di un nuovo apparecchio radiofonico o di un’autovettura si dovrebbe senz’altro optare per il DAB+.

La radio digitale consente una riduzione dei costi

Per la diffusione sul territorio provinciale di tre programmi FM la RAS esercisce 212 impianti trasmissivi. Sono invece sufficienti solo 84 impianti trasmissivi per la diffusione di 22 programmi radio digitali. Se si rapporta il numero degli impianti trasmissivi al numero dei programmi diffusi, emerge che la radio digitale DAB+ è 19 volte più efficiente! I costi d’esercizio calano quindi quasi al 5 percento per programma!

Spegnimento dei primi impianti FM

Dato che ormai grazie al DAB+ possono essere ricevuti su tutto il territorio provinciale molti programmi radiofonici di miglior qualità e che molte famiglie posseggono un apparecchio radiofonico digitale, la RAS ha disattivato (il 5 dicembre 2017 ndr) i primi 19 impianti trasmissivi dei programmi Ö1, ORF Radio Tirol, Ö3 e Radio Rumantsch presso sei postazioni ricetrasmittenti. Ciò consente anche di ridurre gli alti costi d’esercizio.

Inoltre la RAS non intende investire ulteriormente denari pubblici nell’obsoleta tecnologia FM. Per proseguire la regolare gestione delle reti trasmissive FM, la RAS dovrebbe infatti sostituire impianti trasmissivi FM, che nel frattempo hanno raggiunto anche oltre 30 anni di esercizio. Lo spegnimento degli impianti FM consente di utilizzare tali impianti come ricambi per gli impianti ancora in esercizio e di evitare pertanto l’acquisto di nuovi impianti trasmissivi FM. Alla fine del prossimo anno la RAS provvederà allo spegnimento di ulteriori 22 impianti FM.

Riepilogo dei motivi a favore dello spegnimento degli impianti FM:

Il 99,5 percento della popolazione dell’Alto Adige riceve 22 programmi radiofonici digitali. Molte famiglie sono già in possesso di un apparecchio radiofonico digitale.

In commercio è reperibile un’ampia scelta di apparecchi a prezzi convenienti (a partire da 50 Euro).

L’offerta di programmi è molto più attraente: oltre all’Ö1, ORF-Radio Tirol e Ö3 sono disponibili altri 19 programmi con migliori qualità ricettiva e sonora.

La RAS non deve più investire nella vecchia tecnologia FM. Gli impianti FM dismessi possono essere utilizzati come pezzi di ricambio per gli impianti ancora in esercizio e non devono esserne acquistati di nuovi.

Diminuiscono i costi d’esercizio. Grazie allo spegnimento si riducono i costi relativi al consumo di energia elettrica ed alla manutenzione. Grazie al DAB+ i costi di diffusione calano quasi al 5 percento per programma diffuso!

In una prima fase sono spenti solo gli impianti FM di zone servite da altre postazioni, anche se più distanti e con un segnale qualitativamente inferiore.

Radio solo se anche digitali dal 2020, la modulazione di frequenza va in pensione

Uno degli emendamenti della Manovra chiude un’era multimediale. Dal 2020 tutte le radio in vendita dovranno «integrare almeno un’interfaccia che consenta all’utente di ricevere i servizi della radio digitale». L’emendamento del governo è stato depositato oggi in commissione Bilancio del Senato. Con la proposta si dà anche tempo ai rivenditori per esaurire le scorte dei vecchi apparecchi che ricevevano solo le frequenze AM-FM. Si prevedono infatti sei mesi di coesistenza tra vecchie e nuove radio prima che scatti dal 1 gennaio 2020 l’obbligo di vendita di radio in grado di ricevere entrambi i segnali. (Leggo 23 Novembre 2017)

New VHF FM Stations Are Coming to Sweden

STOCKHOLM — Sweden is in the process of allocating VHF spectrum for three new national networks, in addition to new regional and local station licenses.

The new national radio networks will cover about 80%, of the country, and regional and local licenses will, in total, cover about the same land area as Norway, according to radionytt.no.

NRJ, MTG, Bauer Media, DB Media AB, and Mad Men Media AB have all applied for the national network licenses.

The criteria for winning the concessions are simple: the highest bidder is awarded the license. The winners must show they have the financial and technical wherewithal to operate the facilities — and for the sake of competition, a company would initially only be allowed one license in each area.

There are 80 brand new frequencies for VHF FM in Sweden, which means that some smaller cities will have more commercial channels than ever before; previously some smaller cities had only two local stations, according to the same article. (By Doug Irwin www.radiomagonline.com 3-10-2017)

Rai: Firenze capitale della radio per un mese

La Radio firmata Rai si sposta per un mese a Firenze, nella rinnovata sede della Tgr, con programmi live, collegamenti, eventi con il pubblico, concerti e registrazioni.

Così, Radio1, Radio2, Radio3, Gr Parlamento, Radio Classica, Radio Kids, Radio Live, Radio Techetè e Radio Tutta Italiana avranno un palcoscenico unico dal quale proporre diversi generi di programmi radiofonici.

Si comincerà con il concerto di Radio Tutta Italiana lunedì 27 novembre con Roberta di Mario, Francesco Guasti, il Cile, Marco Masini e Paolo Vallesi e la partecipazione di Carlo Conti. Il concerto sarà trasmesso in diretta su Radio Tutta Italiana e Gr Parlamento e poi riproposto da Radio 1 la notte del 31 dicembre.

Pif e Michele Astori, il 1 dicembre, proporranno una puntata speciale de ‘I Provinciali’ (Radio2) alla presenza del pubblico, andando alla ricerca di storie, persone e situazioni paradossali lontane dai riflettori mentre i ‘Sociopatici’, condotto su Radio2 da Andrea Delogu, Gianfranco Monti e Claudio De Tommasi, faranno una nuova tappa a Firenze. Radio1 proporrà invece ‘Radio anch’io’, il popolare talk condotto da Giorgio Zanchini. Non mancheranno, poi, le iniziative di Radio3 che proporrà la storica rassegna stampa (Prima pagina) direttamente dalla sede della Tgr.

L’arbore musicale è il nome del concerto di musiche del XVI secolo organizzato da Radio Classica il 3 dicembre (in onda il 20 dicembre); mentre Radio Techetè il 16 dicembre ripercorrerà la storia della radio a Firenze in collaborazione con l’Aire, associazione radio d’epoca e l’associazione italiana dei radioamatori. Al microfono Andrea Borgnino e Tiziano Bonini.

Rai Radio Live si occuperà di diffondere le interviste realizzate nel mese di dicembre ad artisti e cantanti che si esibiranno nel capoluogo toscano mentre Rai Radio Kids, in collaborazione con ‘Porte Aperte Rai’ realizzerà per la prima volta Big Bang (iltalk principale del canale) alla presenza dei bambini di due classi elementari.

Infine, appuntamento speciale il 15 dicembre con Radio2: nella sala C della sede fiorentina della Rai dove arriverà ‘Caterpillar’ per una diretta unica in cui, tra le 18:30 e le 20, gli ascoltatori e il pubblico presente interverranno per condividere il racconto dei grandi e piccoli avvenimenti quotidiani.

“La radio da sempre è il mezzo più vicino alla gente. Per questo – commenta Roberto Sergio, direttore Rai Radio – abbiamo immaginato di portare le nostre produzioni a contatto con le persone, grazie alla disponibilità dataci dalla sede di Firenze. Un’opportunità per entrare in contatto con gli ascoltatori e festeggiare dalla Toscana la nostra amata radio”. ( controradio.it 24-11-2017)

Radio Caroline 648 AM e i rapporti di ricezione – Reception Reports Round-up

Thank you to everyone who has sent in reception reports. We have literally been inundated with them, and will try to reply to those who asked for replies over the coming weeks, but it will be a slow process.

Our best reports so far have been from keen DX’ers in Finland and Italy, although one report did come from Japan from a listener using an on-line radio receiver much closer to us! Whilst we appreciate all reports and understand the excitement of radio DXing, it is the reports from within our local target area where you are almost all reporting good and excellent reception on all types of radio which are the most important to us.

Comments such as “no fading while passing under bridges on A12” are very informative, as are “signal is good enough in my kitchen that my wife doesn’t switch it off”

One or two comments seem to be frequently occurring and we will try and respond to those here. It is good to know our listeners are knowledgeable and care enough to bring these to our attention.

Frequency accuracy. Yes, we are approximately 3Hz low, on 647.997. Although our transmitter was fully tested and setup before it was shipped to our transmitter site, for some reason when it was installed, it was running slightly low. It is adjusted to its maximum, but we appreciate the need to be more accurately on channel and reduce the nighttime flutter experienced in fringe areas. This will be attended to in due course though the OFCOM and ITU limit is for 10Hz, so we are well within the required specification.

Audio processing. Thank you for all your comments on audio processing. Reports vary from “best AM audio I’ve ever heard” to “very tiring to listen to after a few minutes”. Although we are running our permanent audio processor, we are currently using a temporary programme feed to the transmitter site. Once we have the permanent connection to our main studio we will adjust the processing carefully. The most common comment is that the bass is a bit light and the treble a bit crushed. We will address this once we have a good quality source to find the best compromise to suit the multitude of different radios in use as we can.

We’ve received many comments on audio bandwidth. Our brand new state of the art DSPx digital audio processor (kindly supplied by our friends at Broadcast Warehouse) allows us to run audio to +/- 7khz, yet still be better than 30dB down at 7.5Khz, which is well within the required limits. On a good quality radio many have said that we sound very bright. However, with some mid-band pre-emphasis to suit the filtering in the majority of radios, some of you have said we are too bright. We will keep an eye/ear on this and carefully adjust the processing during these tests transmissions to arrive at a best compromise.

We received a lot of comments over the weekend of 25/26th stating that our signal appeared weaker than the previous tests over the 11/12th although a few commented that it was stronger. We can confirm we did not make any substantial changes during this period and are curious to establish whether this is accurate or just perceived. We are investigating this.

We can also confirm that all test transmissions have come from our new land based transmitter site. The broadcasts over the weekend of 25/26th, although originating from the ship were not broadcast from the ship.

As expected, those of you in fringe areas can get a good daytime signal but find the signal is over powered at night time by other stations. We share the channel with stations in Spain and Slovenia, so there is not much we can do to improve this other than suggest you listen online or via a mobile app, or try adjusting the position of your radio to minimise the other stations.

Modern houses often contain foil-lined insulation in the cavity walls. In these circumstances you will likely find reception better by placing the radio close to a window. Modern houses also contain a lot of computer and switching-power supplies which can generate a lot of interference. Try moving a portable radio around, or rotating its direction to improve reception.

There is a lot of difference between different radios, particularly as manufacturers may not put much effort into providing good performance for AM nowadays. If you have several radios then try them all.

Some cars can have truly awful AM reception – again manufacturers often do not put effort into obtaining good performance. The old fashioned spark plug ignition and alternator interference may not be as much a problem these days as interference generated by all the computer modules in a modern car. Generally a car with an external roof mounted antenna will be better than one which uses elements in the rear windows or a small “shark fin” type antenna.

If you are thinking of buying a new car (either new or second hand) be sure to check the radio performance on AM. You may find it only picks up very strong stations so make sure you try some weaker frequencies. In and around Suffolk and Norfolk try signals like Spectrum Radio from London on 558Khz, or Radio 4 on 720Khz. Tune them in, then start the engine. If performance is not good, ask the salesman why it is so poor! Easy for a new car – not so easy for a second-hand one.

So far we have not received any reports which have come from a listeners with an all-electric or a hybrid car. If you have access to such a vehicle we would appreciate a report both for Caroline reception and AM radio reception in general. So far very little has been publicised on how well AM is received in a vehicle with such complex electrical systems and computer control.

It’s good to hear about the variety of radios you are using – from vintage 1933 sets to the latest software defined internet connected systems. For those who posted your age in the comments it is good to know how many of you have followed us since 1964. So far the ages admitted to range from 13 to mid 80’s and it is reassuring to know we cross so many age groups.

A number of reports have asked whether we would be trialling DRM (Digitale Radio Mondiale) technology. DRM is a technique for using digital modulation on AM frequencies, giving near FM quality sound, but requires the use of new and exclusive receivers. As much as we love to try new technologies, this is unlikely

to happen. Firstly, our licence is for conventional AM service, though we could perhaps discuss with OFCOM about having an additional test licence for DRM. But more importantly our 648 transmitter is not DRM compatible. In a roundabout way the transmitter came into our possession as it can not be upgraded for DRM – were it able to support DRM it would probably not have been offered to us! Should we be offered a DRM capable transmitter we may re-evaluate the situation!

We have received a number of reports from many of our longtime listeners in Holland and Belgium and the question as to whether we would start any Dutch language programmes has been asked a number of times. The answer again, is sadly no. Our licence is specifically for a service for Suffolk and North Essex and unless those areas suddenly gain a large number of Dutch speakers to whom we can offer programming, then we will remain in the English language. From our transmitter site we appreciate that we put a good signal into the coastal areas of Holland and Belgium and trust you will enjoy our programmes, but we cannot cater specifically for you.

Thank you to those who have offered to send in mp3 recordings of reception. This is very kind but we would get swamped by the number of submissions. We are just glad that you are able to hear our signal. We have listened to our signal on a number of web connected SDR radios in various locations so have a good idea of how much interference there is and what reception is like.

Thank you all for making the effort and taking the time to provide reports and feedback. We really have read and studied every one of them. Radio Caroline Engineering Team (dal sito di Radio Caroline)

Onde medie. TWR Bonaire, presto on air con nuovi trasmettitori ad alta potenza

Il broadcasting religioso non conosce crisi. Nel generale ridimensionamento che i grandi broadcasters mondiali stanno effettuando a livello di trasmissioni di tipo tradizionale attraverso onde medie e corte, le organizzazioni religiose nord americane continuano ad investire in know how e infrastrutture per potenziare la loro presenza nelle aree geografiche di loro interesse. TWR Trans World Radio o Radio Transmundial è storicamente una delle presenze più longeve su onde medie e corte operando ininterrottamente su queste bande dal 1952.

L’emittente utilizza numerosi siti trasmittenti in tutti i continenti uno dei quali è ubicato sull’isola di Bonaire, territorio d’oltremare del Regno d’Olanda nel Mar dei Caraibi. Da questa isola, attraverso i potenti trasmettitori su onde corte i segnali di TWR arrivavano in tutto il mondo. Dismesse le onde corte attraverso questo sito TWR ha scelto di utilizzare le onde medie per servire l’area caraibica e quella settentrionale

dell’America Latina. Lapotenza finora utilizzata era di 100 KW sulla frequenza di 800 KHz, ma 3 anni fa è partito un nuovo progetto di reperimento fondi per installare un nuovo trasmettitore da 400 KW attraverso il quale servire Cuba, il Centro America, Venezuela, Colombia e una consistente parte del Brasile con un bacino di utenza potenziale di circa 50 milioni di ascoltatori, come illustrato in questa cartina.

Il 13 giugno di quest’anno Lauren Libby direttore esecutivo di TWR ha annunciato che la copertura finanziaria del progetto, 3.8 milioni di dollari era stata raggiunta e che quindi si poteva passare alla fase successiva del progetto con l’installazione del nuovo trasmettitore e la sua messa in opera prevista per il 18 gennaio dell’anno prossimo. L’obbiettivo è stato raggiunto grazie anche lavoro di 220 volontari che a vario titolo hanno partecipato al progetto. Per l’evento è prevista la massima copertura e gli utenti di Facebook potranno seguirlo attraverso l’applicazione live del social network.

E’ notizia di questi giorni che il gruppo di tecnici dell’emittente Jonas Fisher, Daryl Van Dyken e Dave Pedersen (nella foto) si è recato ad Halifax in Canada, presso la Nautel, azienda che ha realizzato il nuovo trasmettitore, per un addestramento pratico sulla gestione e la manutenzione del costoso impianto. (dal blog Radioascolto Listen to the World 2-12-2017)

Radio New Zealand si prepara a lasciare le onde medie e riorganizza le sedi

Radio New Zealand Morning Report is co-hosted by Susie Ferguson in Wellington and Guyon Espiner in Auckland. Radio New Zealand has indicated there is still a long way to go in its plan to downsize its Wellington headquarters. RNZ planned to shift up to a further 50 jobs from its Wellington to Auckland office, it said in its briefing to broadcasting minister Clare Curran.

It also signalled a scaling back of the nation’s AM radio operations. RNZ owned a large amount of broadcasting technology, but said it wanted to eventually sell and decommission a lot of its infrastructure and land.

Although the state broadcaster had stated these plans in its report, a spokesmen said things could change with the incoming Labour-NZ First Government. The new government said it would give an extra $38 million to share between RNZ and NZ On Air. The budget would not be confirmed until May. RNZ chief executive Paul Thompson said about 80 staff were in Auckland, compared to about 160 people in Wellington. He wanted each office to be the same size, with both sites being big enough to run RNZ on its own if emergency hit. The Auckland expansion was also to strengthen the station’s reach in the region, Thompson said. It had a relatively small Auckland audience. “To fully reflect New Zealand in the 21st century, RNZ needs to be as strong in Auckland as it is in Wellington,” the report said.

It identified issues with RNZ’s engagement with ethnic minorities. Māori, Pasifika and Asian communities were “under represented” in RNZ’s audience, the report said. Thompson said the broadcaster needed to increase its ground staff in Auckland to connect with a more diverse audience. RNZ had been moving jobs to Auckland for some time, and Thompson said it would probably take another five years for the Auckland office to be equal in size with Wellington.

A funding increase could mean fewer jobs left Wellington, he said. Instead, he said RNZ could look to hire more people in Auckland while the Wellington office was left alone. In the longer term, the report raised RNZ’s wish to divest from broadcasting infrastructure.

“RNZ currently owns a significant property portfolio and other related equipment required to support its AM radio services,” it said. “While the AM audience is declining, the cost of maintenance and upkeep of the property, buildings and AM equipment is increasing.”

The report went on to say RNZ was sitting on potentially lucrative land, that could be used for housing. “RNZ considers it is now time to work with stakeholders to develop plans to, either partially or completely, exit AM broadcasting over time,” the report said.

Thompson said RNZ’s plan to sell of its transition sites would likely take more than a decade. It had just invested in a new AM tower in Titahi Bay, Wellington, that he said cost “millions”. Through its network of transmission towers, RNZ was also responsible for broadcasting other radio stations including Newstalk ZB and iwi radio stations.

“We think we’re an audience and content organisation, not an infrastructure organisation,” Thompson said.If RNZ was to sell or close its AM towers, he said the Government would need to make the call. The other broadcasters would also need to be consulted. (da www.stuff.co.nz 7-12-2017)

Farewell to Miki Gurdus, Israel’s National Listener

Had he been born two or three decades later, Miki Gurdus would probably have been just another middle- aged man glued to his smartphone, scrolling through endless torrents of social media ephemera. But Gurdus, who passed away in Israel this week at the age of 73, was born with a radio. And early on, he knew the device would change his life.

His first transistor was a small plastic gizmo, so poorly made that it would frequently electrocute the young Gurdus as he tried to listen to short-wave transmissions from around the world. But the boy didn’t care: Growing up in the Israel of the 1950s, and feeling perpetually under siege in a small nation surrounded by enemies, Gudrus looked to his radio for the promise of a larger world outside. He listened to it non-stop, until it overheated one day and went up in flames.

Most boys move on from their youthful obsessions, but Gurdus never did. And as soon as he completed his army service, he applied for a job with the Israel Broadcast Authority. His expertise, he said, was listening to news from everywhere. He was hired, and his boss, amused, labeled him kashavenu, Hebrew for “our listener.”

And listen Gurdus did. Commanding six languages—Hebrew, English, Arabic, French, Russian, and Polish— as well as numerous shortwave radios and as many as 11 television sets, he tuned in not only to broadcasts from far and wide but, often, to private conversations, military wire exchanges, and other dispatches not meant for public consumption. In late June of 1976, for example, he interrupted a radio broadcast to announce that he had just picked up a conversation between Palestinian terrorists and an air traffic controller in Libya announcing that they had just hijacked an Air France flight and intended to land it in Benghazi en route to Entebbe, Uganda. It wouldn’t be his last scoop: In 1990, when Saddam Hussein invaded Kuwait, Israeli military intelligence got the news from Gurdus, who had intercepted the transmissions of the Iraqi army.

While most of his efforts went toward breaking news, Gurdus often proved instrumental in helping to save the lives of Israeli citizens and foreign dignitaries alike. After the Yom Kippur War, for example, Egyptian TV started broadcasting images of Israeli fighter pilots shot down and held as prisoners. Gurdus took note and alerted the army, which, in turn, sent photographers to take snapshots of Gurdus’s screens and learn which of the men missing in action were still alive. A year later, in 1974, Gurdus intercepted a mayday call from Cyprus’s president, Makarios III, believed to be dead after an assassination attempt that launched a coup d’etat. “He was calling for help,” Gurdus recalled in a later interview. “I heard him.” Gurdus reported the news to IDF intelligence, which in turn alerted Britain, helping to save Makarios’s life.

With each passing decade, Gurdus’s fame grew. A reporter interviewing him in 2003 described his office as “half Aladdin’s cave and half control tower, a labyrinth of television screens, radios, remote controls, electric wires, speakers, model airplanes and photos of Saddam Hussein and George W. Bush stuck on the walls.” And in the center of it all was Gurdus, tartan slippers on his feet and dark shades covering his eye, to protect his vision from the glare of a dozen screens. Even as Israel’s media landscape flourished and more and more commercial radio and television channels debuted, giving rise to new generations of reporters, anchors, and celebrities, Gurdus remained a national treasure, a name you knew even if you weren’t sure exactly what “our listener” did.

And then came the Internet.

Gurdus, in his typical tough manner, minimized it, calling it just another arrow in his quiver. “The Internet is just another tool for me,” he said in a recent interview, “and not a major one at that, because you can’t compete with what’s broadcast on all these satellites. Besides, neither the Internet nor anything else can make me stop working, or make me irrelevant. I’ll continue to report the news, to listen, and to try and deliver scoops. I’ll be there for as long as I’m breathing.” Work on he did, but technology proved to be a more formidable foe than he had imagined. Our listener wasn’t quite as essential now that anyone anywhere could listen in on anything at anytime. His expertise, his erudition, his skills as a reporter were no longer valued in a world where all is sound and fury. He remained revered, but no one skipped a beat at the mention of his name anymore, anticipating some bit of breaking news unobtainable elsewhere. He became just another voice in the shouty chorus.

Earlier this week, Gurdus passed away in his home in Yehud. Prime Minister Netanyahu and President Rivlin both eulogized him, the latter calling him “our mythological listener, the man who brought into our nation faraway voices even before the Internet.” His loss is substantial, and not just for Israelis. We may have an endless stream of information permanently at our disposal, but what we so sorely lack is what Gurdus had elevated into an art: the ability to sit by the radio or the television set or the computer, patiently and diligently, and just listen. (By Liel Leibovitz, www.tabletmag.com 1-12-2017)