Rassegna Stampa Radiorama Agosto 2019

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

DAB+, il futuro digitale della radio è il presente
Di Giovanna Pesella digitalradio.it 2 agosto 2019

Il nostro countdown ci
dice che mancano poco
più di 150 giorni.…al
gennaio 2020 quando
tutti gli apparati radiofonici
venduti al pubblico su
qualsiasi piattaforma o
catena di negozi saranno
dotati del sistema di
ricezione della radio
digitale (DAB+).
In previsione, gli operatori
di rete, pubblici e privati,
stanno lavorando
alacremente per espandere le proprie
rispettive reti di diffusione
ed offrire la migliore
esperienza d’ascolto
della radio sia in auto sia
in casa.
Complessivamente oggi
offrono una copertura di
servizio in mobilità
outdoor a oltre l’80%
della popolazione e di
servizio indoor al 55%
degli italiani.

 

 

Andiamo a vedere in dettaglio gli ultimi sviluppi annunciati dai 3 operatori nazionali:

– Radio Rai, il servizio pubblico dopo il primo annuncio di attivazione di 8 nuovi impianti (Mugello,
Guadamello, Cassino, Monte Chiunzi, Salerno Colle Bellaria, Monte Subasio, Mignano Monte Lungo
e Olmo di Arezzo), ha annunciato altri 4 impianti – San Vittore del Lazio (FR), Cava dei Tirreni
(SA), Pigazzano (PC) e Terni Miranda (TR) salendo ad un totale di 50 impianti attivi a servizio di
oltre il 50% della popolazione. Obiettivo è arrivare a 62 impianti attivi per raggiungere il 57% degli
italiani entro fine anno.

 – Eurodab Italia ha informato gli ascoltatori sulle numerose nuove attivazioni del primo semestre
attraverso i propri canali social: Bellagio e lago di Como; potenziamento del segnale sulla città di
Torino, Pinerolo, Moncalieri e Rivoli; in Umbria per migliorare la copertura sulla città di Perugia,
Foligno, Spoleto e Todi; Rieti e dintorni; in Calabria su Catanzaro, Lamezia Terme e Isola di
Caporizzuto; Monte Creò a servizio delll’alto Lago d’Iseo, Val Cavallina e Val Camonica; Sulzano e
la parte centrale del Lago d’Iseo, Iseo e Sarnico; Rogliano per il servizio su tratto A2 tra Lamezia
Terme e Cosenza; Zambrone e Tropea; l’impianto Magolà per il servizio su Lamezia Terme, piana e
tratto A2 tra Lamezia e Pizzo; Mormanno per il servizio sul tratto A2 tra Lauria e Morano Calabro;
Parabita (LE) per il basso Salento, Lecce e principali località turistiche (Gallipoli, S.M.Leuca,
Otranto); Volterraio-Elba (LI) per l’isola e la costa toscana tra Piombino e Castiglione della Pescaia;
Roselle (GR) per Grosseto e dintorni; impianto La Sassa (PI) per garantire continuità di servizio
lungo la costa toscana da Rosignano a San Vincenzo; Palmi (RC) per il tratto A2 tra Rosarno, Gioia
Tauro e Bagnara Calabra;

DAB Italia ha appena pubblicato sul proprio sito l’elenco delle nuove attivazioni: Piemonte, sono on
air 2 impianti a servizio delle città di Stresa, Domodossola e zone limitrofe; Liguria, un impianto a
servizio della città di Savona e Vado Ligure oltre a migliorare la ricezione DAB+ tra Genova e
Albisola; Lombardia, 2 nuovi impianti, il primo a servizio della Valcamonica, il secondo su Varese e
dintorni; Lazio, 2 impianti a servizio di Viterbo e provincia e a Priverno, Monti Lepini e lungo la
SS156; a sud della Campania al confine con la Basilicata, un impianto su Teggiano, Sala Consilina,
la conca pianeggiante del Vallo di Diano e miglioramento della ricezione sulla A2; Calabria un
impianto a servizio della città di Cosenza e lungo la A2.

Buon ascolto!

ISS: leucemie infantili e impianti radio non correlati
Da Portale Italradio portale.italradio.org 8 agosto 2019

L’ipotesi di un’associazione tra
RF emesse da antenne
radiotelevisive e incidenza di
leucemia infantile, suggerita da
alcune analisi di correlazione
geografica, non appare
confermata dagli studi
epidemiologici con dati individuali
e stime di esposizione basate su modelli geospaziali di propagazione: con poche e inequivocabili parole, l’Istituto Superiore di Sanità smonta i teoremi sull’elettrosmog.

Nell’ambito dello studio Radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche, del
quale la stampa ha dato ampio risalto per quanto riguarda i cellulari, un’importante sezione è dedicata alle emissioni da impianti radiotelevisivi, che sono spesso indicate come fonte di leucemie infantili sulla base di perizie e correlazioni geografiche.

Studi svolti in Corea del Sud, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Australia, Regno Unito. Il rischio relativo in queste aree è risultato talvolta superiore, talaltra inferiore. Pertanto, conclude lo studio, considerata l’assenza di associazioni nelle analisi più robuste per dimensioni, gli autori concludono che gli incrementi e i deficit di rischio osservati nel primo tipo di analisi possano essere considerati effetti casuali da piccoli numeri.

Come molti ricorderanno, le campagne contro l’elettrosmog generato da impianti radio in onde medie e corte hanno portato, dall’inizio del secolo a oggi, alla chiusura o al drastico depotenziamento di molti impianti di trasmissione, primo tra tutti il servizio in onde medie della Radio Vaticana. Esse furono poi usate come uno dei motivi addotti per giustificare l’abbandono delle onde medie e corte da parte di molte stazioni
radiofoniche europee.

Considerando anche gli studi internazionali, l’allarmismo scatenato a suo tempo non aveva alcun fondamento scientifico ma il danno fatto sembra purtroppo irreparabile.

Manuale del 5G per Sindaci
Di Francesco Pugliese, linkedin.com Vedi originale 29 luglio 2019

Come certamente saprete, è in dirittura d’arrivo la sperimentazione della nuova tecnologia radiomobile di quinta generazione, l’ormai famoso 5G, e nel giro di alcuni mesi si dovrebbe passare alla fase commerciale.

Se da un lato questa nuova tecnologia apre nuovi ed inediti scenari nel panorama delle telecomunicazioni, dall’altra apre anche una diffusa preoccupazione sugli effetti sanitari che potrà avere una esposizione alle onde elettromagnetiche generalmente più uniforme ed ubiquitaria.

L’attenzione che si sta ponendo sempre più sulle tematiche legate alla salute ed all’ impatto che ogni tecnologia può avere su di essa è sicuramente importantissima e degna di considerazione. D’altra parte, anche per i campi elettromagnetici, come per qualsiasi altro agente fisico, esiste una normativa tecnica ed una legislazione nazionale che ne regola i metodi ed i limiti di utilizzo, nonchè i valori di soglia, mezzi e modalità di misura. La letteratura in materia, già molto abbondante e pluri-decennale, viene però
continuamente rivista e revisionata, ovviamente con lo scopo di adeguare anche limiti e legislazione qualora nuove evidenze o nuove rilevanti scoperte dovessero suggerire delle modifiche in tal senso.

Ciò nonostante, ormai si deve registrare l’esistenza di agguerriti gruppetti e gruppuscoli di palesi incompetenti in materia che stanno invadendo i social, i giornali, e persino tempestando le amministrazioni pubbliche con bufale (nel senso di affermazione falsa o inverosimile) mutuate da qualche articolo di stampo complottista (di solito di qualche venditore di “braccialetti anti-elettromagnetismo” o di stampo new-age).

Per questo motivo, a mio modo di vedere è essenziale veicolare una informazione seria che deve essere rivolta non solo in generale ai cittadini, ma anche – e forse soprattutto – verso gli amministratori pubblici.

Perchè?

Perchè per le telecomunicazioni e la telefonia mobile parliamo essenzialmente di infrastrutture pubbliche o di uso pubblico, destinati allo sviluppo sociale ed economico del territorio, oltre che naturalmente di servizi essenziali. E tutti noi in qualità di cittadini, prima ancora che come esperti o professionisti (per chi lo è), dovremmo esigere da chi ci amministra di agire con la serietà e con il rigore della informazione scientifica seria e documentata.

Su questo si dovrebbe fare molto di più: da un po’ di tempo a questa parte, un sindaco, un assessore, o altri funzionari vengono subissati a senso unico di richieste, di slogan preconfezionati o di vera e propria disinformazione dai suddetti incompetenti, ma non vedono mai nessuno che gli ricordi che, sebbene ovviamente non si è obbligati ad essere esperti in materia, una buona amministrazione dovrebbe prevedere l’opportunità e forse anche l’obbligo di analizzare il problema e concordare eventuali iniziative con esperti veri.

A titolo di esempio, è qui
riportato un filmato
(pubblico) di una rete
televisiva locale di un
incontro con il Sindaco di
un paese medio-piccolo
con gli esponenti di
alcune varie “associazioni di cittadini”
che hanno inteso
“spiegare” al sindaco ed
ai suoi collaboratori i
“pericoli del 5G”. In seguito a questo incontro e sulla scorta delle informazioni ivi esposte, l’amministrazione comunale ha emanato, a quanto mi consta prima in Italia, nientemeno che una “ordinanza di divieto di sperimentazione e/o installazione del 5G” sul territorio comunale!

Essendo la materia strettamente regolata a livello nazionale, non voglio soffermarmi su che validità possa avere questo tipo di ordinanza da un punto di vista giuridico, non essendo questo il mio campo ma, come esperto in materia di valutazione e misura di campi elettromagnetici, essendomi molto incuriosito, ho voluto visionare questo incontro.

La quantità di informazioni errate o comunque presentate in maniera distorta, di luoghi comuni e di inesattezze tecniche e/o scientifiche è davvero impressionante.

Vorrei prima di tutto chiarire però una cosa essenziale: nel caso in oggetto sono fermamente convinto che questo sia esclusivamente da imputare alla evidente ignoranza della materia specifica da parte sia dei relatori sia degli uditori, trasparendo comunque una lodevole ed apprezzabile preoccupazione per la salute; e quando parlo di “ignoranza” ed “incompetenza” le intendo nel senso tecnico e letterale dei termini e non
certo per intenti spregiativi. Purtroppo però per tutelare la salute pubblica non serve solo la preoccupazione di volerlo fare, ma anche le competenze per capire il problema ed eventualmente affrontarlo.

Ovviamente chi vuole può visionare il filmato che qui allego.

Oltre che infarcito di errori, tutto l’intervento è di un tenore molto allarmistico e molto poco professionale. Ovviamente non siamo all’Università, ma questo non significa che le informazioni che si vogliono trasmettere in una sede istituzionale non debbano essere corrette e veritiere.

Per essere più circostanziato, elenco qui di seguito qualche considerazione su affermazioni di carattere tecnico che, in un incontro dove si parla di queste tematiche specifiche, sono inaccettabili:

(Per chi va di fretta, tra parentesi il minuto esatto del fimato dove sono state dette).

1. “Il 5G si muove con frequenze che vanno da 30 a 300 GHz (Gigahertz)” (0:00)

Falso. Iniziamo molto male, già dalle prime dieci parole: lo standard 5G prevede in Italia tre bande di frequenze, la prima intorno ai 700 MHz (attualmente utilizzata da alcuni sistemi televisivi), la seconda intorno ai 3,7 GHz (attualmente utilizzata in parte dal Ministero della Difesa) e la terza intorno ai 26 GHz(attualmente utilizzata per ponti radio punto-punto).

2. “Le antenne (del 5G saranno) a un metro e mezzo una dall’altra” (0:40)

In generale è falso; la distanza delle antenne non è una variabile prefissata, ma dipende dagli obiettivi di copertura e dal tipo di servizio che si vuol portare in una determinata zona. Ad ogni modo una distanza media di un metro e mezzo tra le antenne è del tutto irrealistico e fuori da ogni plausibilità.

3. “Le antenne Phased Array servono ad avere un fascio potente” (1:33)

Falso: le antenne Phased Arrey servono a modificare la direzione verso cui il segnale viene lanciato, in modo da concentrare il campo elettromagnetico solo là dove serve. La potenza complessiva del campo elettromagnetico irradiato dipende solo da quanti Watt alimentano il dispositivo radiante.

4. “L’Istituto Ramazzini ha già pubblicato innumerevoli lavori e sperimentazioni sull’elettromagnetismo” (5:00)

l’Istituto in questione (che è una ONLUS) ha fatto una sola sperimentazione, le cui conclusioni, sebbene come ogni studio peer-reviewed siano da tenere in debita considerazione, non sono state per niente definitive, come ammette lo studio stesso, e persino definite “non convincenti” da altri centri di ricerca tra cui il principale è l’ ICNIRP, principale fonte scientifica internazionale delle raccomandazioni che vengono poi
recepite dalle legislazioni degli Stati EU. Tra l’altro questa sperimentazione non riguarda affatto la tecnologia 5G.

5. “Il 5G ha sull’uomo effetti a lungo termine” (5:44) “L’infertilità è un fatto già acclarato, e malattie neurodegenerative” (5:54)

Affermazioni del tutto arbitrarie, non dimostrate né attualmente dimostrabili visto che il 5G praticamente non ha ancora iniziato ad essere usato.

6. “Lo Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks (SCHEER) ha identificato il 5G tra i 14 massimi fattori di rischio emergenti per la salute e per l’ambiente” (7:24)

Lo SCHEER stila un report destinato alla UE fatto per mettere in evidenza, anno per anno, problematiche per la salute e per l’ambiente di interesse generale che secondo il board sono degne di essere meglio approfondite. Non contiene alcuno studio autonomo ed alcuna dimostrazione di nocività. Infatti a pag. 6 è scritto chiaramente che “i dati disponibili per identificare correttamente i problemi emergenti e il loro impatto sono probabilmente molto limitati. È quindi importante che ogni problema identificato sia
regolarmente rivisto”.

7. “Il campo elettromagnetico è un inquinante” (8: 38 ). “Esposizione al 5G” ( 9:26 ) “significa ignorare gli insegnamenti che vengono dalla storia dell’amianto e del benzene e del piombo” (10:12)

Queste affermazioni indicano una completa ignoranza di cosa è un campo elettromagnetico dal punto di vista fisico. Probabilmente queste persone ignorano che anche la luce solare, o delle lampadine, è campo elettromagnetico. Il campo elettromagnetico non è un “inquinante” nel senso classico del termine ma un
agente fisico (ed ecco che il paragone con l’amianto o con il benzene o la plastica è improprio: queste ultime sono sostanze che non dovrebbero proprio esistere nell’ambiente; il campo elettromagnetico esiste comunque, ed è la quantità e la qualità della sua presenza a farne un agente nocivo o innocuo). Tra l’altro faccio notare che locuzioni “evidenza”, “dimostrano”, e simili, vengono usate in maniera del tutto impropria,
applicate a quelle che sono solo ipotesi più o meno probabili o anche a convinzioni infondate. La vera “evidenza” è, come dice la parola stessa, qualcosa che evidente a tutti e quindi incontestabile. Uno studio scientifico che descrive un sospetto o un indizio di un effetto dannoso non è una “evidenza”.

 

8. “Sarà come essere costantemente sotto risonanza magnetica” ( 11:37) “questo consentirà di essere in grado di scansionare costantemente il nostro corpo” (12:00) “risonanza magnetica costante” (12:10)

Questa è una assurdità così enorme che credo sia evidente anche ai non esperti. Una risonanza magnetica utilizza un campo di induzione magnetica di circa 3 Tesla, corrispondente ad un campo magnetico di 2.388.000 Ampere/metro (ossia due milioni e mezzo circa. Tanto per dare una idea, 1 Tesla corrisponde alla induzione magnetica che si origina al centro di una circonferenza formata da un filo elettrico al cui interno scorre una corrente sufficiente ad illuminare circa 200 mila lampadine da 100 Watt). Ebbene, i
limiti di legge in Italia per i campi elettromagnetici per le radiocomunicazioni sono di 0,016 Ampere/metro! E’ come comparare l’illuminazione che dà la lampadina sul comodino con l’illuminazione di tutte le lampade di una intera città. Inoltre, per scansionare un qualsiasi oggetto non basta un campo elettromagnetico, ma un
ricevitore molto complesso e di un software di interpretazione dei segnali, come appunto quelli contenuti nei giganteschi – e costosissimi – apparati che vediamo negli ospedali. C’è chi pensa davvero che si può fare una RM con un’antennina?!

9. “Basta premere un pulsante e potranno vedere in tempo reale l’interno delle nostre case” (13:24)

Idem come sopra, altra assurdità pura. A meno che uno non riempia di telecamere la propria casa e voglia farla vedere a tutti, ma si può fare anche adesso, non serve il 5G.

10. “A Matera (città sede di sperimentazione 5G) ci sono già tutt’e cinque le antenne” (15:24)

Forse credono che ci voglia una antenna per ogni “G” del 5G…. vabbè questa era una boutade per riprendere fiato.

11. “La legislazione italiana pone un limite alle radiofrequenze, che è 6 V/m” (16:15)

La legislazione pone un limite alla intensità – in valore quadratico medio – della potenza di irradiazione per unità di superficie, o equivalentemente, del campo elettrico o magnetico dato che in campo lontano sono strettamente proporzionali. Non delle radiofrequenze. Può sembrare un tecnicismo, ma quando si parla  di queste cose – e soprattutto quando si pretende di spiegarle ad altri – bisogna sapere bene di cosa si parla, anche dal punto di vista tecnico. Altrimenti si parla di fuffa.

12. “anche se questi 6 V/m sono considerati comunque estremamenti pericolosi” (16:43)

Falso. Da chi sarebbero considerati estremamente pericolosi? Al contrario, sono 10 volte più bassi dei limiti raccomandati dall’ ICNIRP ed adottati in quasi tutta la UE.

13. “questo limite dei 6 V/m è volto a considerare gli effetti termici che il campo elettromagnetico produce sull’essere umano” (17:10) “Il limite dei 6 V/m è volto soltanto a questo tipo di condizione, e cioè che non superi un grado centigrado di temperatura” (18: 10)

Falso. Il limite dell’ICNIRP volto a considerare i soli effetti termici per le radiofrequenze (che comunque sono i soli fino ad ora riconosciuti) è di 61 V/m. Il limite di 6 V/m, applicato in Italia, è stato concepito appunto per precauzione, ossia per eventuali – anche se non ancora accertati – effetti non termici a lungo termine.

14. “In caso di particolari problemi per cui si considera che ci sia l’insorgenza di questo tumore rarissimo e la causa sia attribuibile al 5G non c’è nessuna legge nazionale che tuteli l’utente… perchè non è ravvisabile la responsabilità, e soprattutto non è ravvisabile il fatto che le emissioni di onde elettromagnetiche vadano a regolamentare la quantità di onde assorbite”. (18:32)

Onestamente l’ultima affermazione è così confusa che è difficilmente interpretabile. Se si intende parlare del rapporto causa-effetto tra campi elettromagnetici e determinate patologie, sono le leggi a dover recepire le indicazioni degli studi scientifici e non il contrario. Se al momento non è scientificamente riconosciuto un nesso di causalità con determinate patologie, è ovvio che la legge non le preveda. Ad ogni modo, la legislazione italiana regola benissimo di come individuare di chi è la responsabilità delle emissioni fuori norma e anche di come intervenire nel caso vengano misurate (e relative sanzioni).

15. “Ci sono in Italia 120 piccoli comuni e piccole cittadine in cui è stata avviata la sperimentazione 5G senza avvisare nessuno, nè le autorità nè le amministrazioni nè i cittadini.. che stanno facendo da cavia umana al 5G” (22:10)

Le amministrazioni competenti vengono sicuramente avvisate, come per legge, di qualsiasi installazione di impianti (come pure in altri passaggi i relatori, contraddicendosi, affermano) ma è ovvio che se una attività è liberamente esercitabile e consentita, e se le emissioni delle radiocomunicazioni sono nei limiti che impone la legge, non c’è alcun obbligo di “avvisare i cittadini” (di cosa?). E’ come voler pretendere che chi vuole aprire un bar ha l’obbligo prima di fare un referendum tra i cittadini… perché qualcuno ha scritto un articolo sugli effetti negativi del caffè.

16. “il 5G non può arrivare qui perchè mancano le antennine famose che devono coprire ogni metro e mezzo… ecco perchè devono tagliare gli alberi” (23.33)

Questa del taglio degli alberi a causa del 5G è una pura speculazione (oppure bisognerebbe dimostrarla documenti alla mano).

17. “Esperimento che stanno facendo sulla nostra pelle” (24:40)

Qui e nel seguito si fa un paragone tra il concetto di farmaco e il 5G; paragone del tutto improprio, anche perché si confonde l’agente fisico – il campo elettromagnetico – con una sigla commerciale (come se il “5G” fosse una sostanza) ma se proprio vogliamo stare alla similitudine: le radiocomunicazioni ed i relativi studi sui loro effetti ci sono da molti decenni; ed è come se si dicesse che sebbene l’aspirina è ormai usata da cento anni e non è risultata finora nociva, la tal nuova marca di medicinale a base di aspirina deve essere
sospesa dalla vendita perché ancora non si sa cosa potrebbe provocare. Stessa logica.

18. “se dovessero installare queste antenne saremmo 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno irradiati dalle onde elettromagnetiche” (37:44)

“Brutta” notizia per voi: siamo già irradiati 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno dalle onde elettromagnetiche delle radiocomunicazioni attuali nonchè degli elettrodotti e da tutto ciò che funziona con l’energia elettrica.  Un altra indicazione che queste persone considerano il “5G” come fosse una specie di sostanza, ma non è nulla di nuovo di quello che esiste già, se intendiamo l’agente fisico (ossia il campo elettromagnetico).

19. “Mentre adesso potremmo spegnere il wi-fi o il telefonino (con il 5G non potremo più farlo)… la tragicità e che posso camminare per strada senza alcun tipo di dispositivo e posso essere bombardata lo stesso…. vado a casa e c’è un elettrodomestico, forno, frigorifero…” (38:02)

Altra disillusione: anche gli elettrodomestici, per il solo fatto di funzionare con l’elettricità, emettono campi elettromagnetici, già adesso. E camminando per strada già adesso non posso certo spegnere i WiFi, gli Hot-spot, i cellulari delle altre persone, i cavi elettrici, i ripetitori TV, radio e di telefonia mobile, ecc. che stanno lungo il mio percorso. Siamo già ora “immersi” (“bombardati” è un termine che dà una connotazione intrinsecamente negativa a priori) in campi elettromagnetici che non possiamo “spegnere” a nostro
piacimento. Quello che conta è che non superino i limiti stabiliti.

Non andiamo più oltre: è abbastanza chiaro che queste bufale e/o informazioni parziali o distorte (che ormai sono diventate dei “classici” visto che sono sempre le stesse) e tutti i termini ed i concetti in esse utilizzati vengono sbandierati senza che se ne capisca neanche il reale significato.

Il problema vero è un altro:

qui non si tratta semplicemente di cittadini vanno ad esporre una preoccupazione o un argomento di discussione, ma di persone con la pretesa di esporre delle conoscenze e di portare delle soluzioni senza averne alcuna competenza e con argomenti ed informazioni del tutto errate.

Quello che infatti manca del tutto nel discorso è un riferimento qualsiasi alla necessità di una expertise sull’argomento, o ad adottare un qualunque piano consolidato dalla buona prassi tecnica e/o dalle normative attuali: si sono date informazioni sbagliate, si è parlato di varie inesattezze, persino di cose inverosimili, ma nessuno ha proposto di fare cose razionali come una campagna di analisi o monitoraggio dei campi elettromagnetici, o di utilizzare la possibilità che dà la legge ai comuni (legge quadro n. 36/2001) per predisporre un serio piano di localizzazione delle sorgenti elettromagnetiche per cercare di minimizzare l’esposizione, ovviamente previa analisi e calcoli previsionali dell’impatto elettromagnetico, e non con regolamenti immotivati.

Alcune considerazioni conclusive:

A beneficio di chi vuole – e soprattutto di chi deve, come i pubblici amministratori – restare nell’alveo della serietà scientifica e tecnica, riporto il link del più recente rapporto ISTISAN 2019 dell’Istituto Superiore di Sanità “Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche“.

Lagorio S, Anglesio L, d’Amore G, Marino C, Scarfì M R. Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche.Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2019. (Rapporti ISTISAN 19/11)

Ci sono gli studi, ci sono le leggi, e c’è un processo di revisione costante di entrambe. Conseguentemente, occorre fare in modo che vengano rispettate: progettazione, valutazione e monitoraggio professionale sono gli unici strumenti per tutelare davvero la salute pubblica.

Francesco Pugliese è Ingegnere Elettronico e delle Telecomunicazioni, libero professionista e titolare di PuglieseProgettazioni (www.puglieseprogettazioni.it)

Ascolta. La voce delle stelle cadenti è trasmessa sul web
Danilo Poggio, martedì 23 luglio 2019  https://www.avvenire.it/
Registrata a Puerto Rico, assomiglia al canto dei grilli. E’ prodotta dalle emissioni radio a
bassissima frequenza, che vengono generate nell’atmosfera dalle scie delle meteore

(Ansa)

Può sembrare assurdo, ma adesso è possibile ascoltare la voce delle stelle cadenti. I poeti (e i musicisti) ci riescono da secoli, ma ora anche le persone normali, attraverso il web, possono provare a sentirne il delicato suono, grazie a una registrazione realizzata a Puerto Rico e pubblicata sul sito Spaceweather.

Perseid Meteors With Sound from Earth to Sky Calculus on Vimeo.

La voce delle Perseidi (questo è il nome ufficiale delle stelle cadenti estive, perché sembrano scaturire dalla costellazione di Perseo) ricorda il canto dei grilli ma è più metallica ed è prodotta  dalle emissioni radio a bassissima frequenza, che vengono generate nell’atmosfera dalle scie delle meteore.

Come da tradizione, con le “lacrime di San Lorenzo”, il momento migliore per vederle sarà dopo il 10 agosto (tra il 12 e il 13, per essere precisi), cercando di trovare un luogo scuro e remoto, lontano da ogni fonte luminosa. In quei giorni, infatti, la Terra attraversa la parte più densa di detriti che la cometa Swift-Tuttle ha lasciato lungo la sua orbita e che si infrangono nell’atmosfera alla velocità di 200.000 chilometri all’ora, disintegrandosi e producendo le scie luminose.

Secondo le previsioni il livello di attività dello sciame dovrebbe essere di circa 100 meteore all’ora. “Quest’anno le condizioni migliori per osservare queste meteore saranno nella prima parte e negli ultimi giorni del mese di agosto” scrive Enrico Stomeo sul sito dell’Unione Astrofili Italiani (Uai). Questo perché il 15 agosto ci sarà la Luna piena. Tuttavia, si prevede una apparizione non sfavorevole anche a ridosso del plenilunio, “in quanto – spiega l’astrofilo – il disturbo lunare lascerà un’utile finestra osservativa nella seconda parte della notte, quando la Luna ormai bassa sull’orizzonte volgerà al tramonto”.

Nell’articolo originale puoi trovare anche un video: CLICCA QUI

 

Valmer Cusma. In pensione la voce di Radio Pola
Da lavoce.hr 1 agosto 2019 Vedi originale

Valmer Cusma

 

Non ha bisogno di presentazioni Valmer Cusma, giornalista, caporedattore responsabile dei programmi in lingua italiana di Radio Pola, conduttore radiofonico e dj, la cui voce inconfondibile è entrata per (quasi) quarant’anni, ogni giorno, nelle case, nelle auto e nelle cuffie di migliaia di istriani. Ogni storia, anche la più bella, è però destinata a finire. E così, lunedì scorso, è giunta a conclusione pure la storia di Valmer Cusma a Radio Pola. Dopo 43 anni di onoratissima carriere, anche per la storica voce dell’emittente radiofonica
polese è infatti giunto il momento di appendere il microfono e le cuffie al chiodo e andare in pensione. Sembra impossibile, ma è così. E poiché da ieri è un uomo… libero, non potevamo che andare a trovarlo e farci raccontare la sua storia, la storia di successo di un giornalista innamorato del suo lavoro.

Valmer, anche per te è arrivato il momento di andare in pensione. Ti sembra vero siano già passati 43 anni dal giorno in cui intraprendesti questa carriera? Ma, soprattutto, come ti senti oggi?

“Non saprei, è una strana sensazione. Non riseco ancora a capacitarmi di essere in pensione. Così come non mi sembra assolutamente vero siano trascorsi oltre quattro decenni dal giorno in cui mossi i miei primi passi nel mondo del giornalismo. Era il 1976 quando, in cerca di una prima occupazione, qualsiasi occupazione, mi rivolsi alla redazione polese de “La Voce del Popolo”, allora coordinata da Claudio Radin,
che il giorno dopo il nostro incontro mi mandò in centro città in cerca di notizie. E così che è iniziata la mia carriera di giornalista, che alla Voce ho trascorso accanto a Radin, ma anche accanto a Mirella Fonio, Elis e Luigi Barbalich, che tutt’oggi considero il mio maestro, il mio mentore, colui che mi ha seguito, accompagnato e mi ha insegnato a scrivere e a ragionare da giornalista. Penso che oggi manchino maestri del suo calibro, capaci di trasmettere l’attaccamento al lavoro, ma anche alla lingua, alla cultura e all’identità italiana di questi territori”.

Se non sbaglio, in quegli anni trascorsi alla “Voce” iniziasti a muovere anche i primi passi in radio.

“È esatto. Ero ancora un giovane giornalista della carta stampata quando da Radio Pola mi contattarono per offrirmi un lavoro di collaboratore esterno. Lavoro che, naturalmente, accettai. Poiché la mia voce, il mio modo di fare e la mia professionalità piacquero molto, gli allora vertici dell’emittente radiofonica decisero di assumermi in pianta stabile, offrendomi il posto lasciato libero da Sonia Curto, nel frattempo passata alla “Voce del Popolo” come corrispondente da Rovigno. Con un certo dispiacere sia mio che dei miei colleghi lasciai quindi la “Voce” per passare definitivamente a Radio Pola”.

Com’è stato il passaggio dalla carta stampata al giornalismo radiofonico. Quali sono state le differenze che hai immediatamente riscontrato?

“Beh, rispetto a un giornalista della carta stampata, quello radiofonico deve essere molto più sintetico. La radio trasmette parole che devono essere captate e capite al volo dagli ascoltatori. Le notizie riportate dai giornali possono, invece, essere lette e rilette più e più volte. Quindi, la caratteristica principale che distingue un giornalista della carta stampata da un giornalista radiofonico è la capacità di sintesi. Inoltre, anche lo stress a cui siamo sottoposti è diverso. Ad esempio, il giornalista della carta stampata non sarà mai sotto
pressione perché deve andare in onda in diretta. Devo comunque dire che, nonostante le differenze, il mio ambientamento in radio è stato immediato. Non mi sono mai sentito un pesce fuor d’acqua. La mia voce e la mia intraprendenza mi hanno di certo aiutato”.

Quindi, possiamo dire che la Radio è stata un’amore a prima vista?

“Direi proprio di sì. Come ho già detto, il mio ambientamento è stato impercettibile. Non mi ha turbato nemmeno il fatto di essere passato da un ambiente tutto italiano come quello della “Voce” a un altro tutto croato, con un solo piccolo spazio riservato a noi italiani. Per questo devo ringraziare Gianni Tognon, con il quale mi sono subito trovato in sintonia. Eravamo una squadra, un team affiatato”.

Dalle tue prime esperienze alla “Voce” e dai tuoi primi passi in radio ne è passata di acqua sotto i ponti. Com’è cambiato il giornalismo in questi quarant’anni?

“Sotto la Jugoslavia esisteva soltanto un partito e noi giornalisti eravamo quasi obbligati a scrivere, coltivare e promuovere i valori e le idee del partito. Era un’epoca in cui tutti sognavano il pluripartitismo e la diversità di orientamento politico, che poi è arrivata. Purtroppo, nonostante il pluripartitismo tanto agognato, i giornalisti sono oggi comunque costretti a soddisfare le esigenze e gli interessi degli editori, cercando allo stesso tempo di soddisfare anche le aspettative dei lettori e degli ascoltatori”.

Accanto agli incarichi di giornalista e redattore capo della Redazione italiana di Radio Pola, in questi quarant’anni ha portato avanti anche diversi programmi e progetti. Quali ricordi con particolare affetto e perché?

“Prima di rispondere alla domanda mi permetto di ricordare che sono stato il primo dj radiofonico in Istria. A Radio Pola ho portato una ventata di freschezza, fondendo assieme la musica e il parlato, una pratica che ho imparato ascoltando le radio italiane. Tornando alla tua domanda, rispondo dicendo che l’iniziativa più importante è stata senz’ombra di dubbio “Pola più”, un progetto di potenziamento delle trasmissioni in lingua italiana dedicate alle tematiche più varie. Grazie al progetto abbiamo assunto diversi collaboratori esterni come Mauro Seppi, Sandor Slacki e Nadia Giugno, assieme ai quali siamo riusciti a mettere in piedi trasmissioni dedicate alle pensioni italiane, alla cultura italiana e al mondo degli esuli. Purtroppo, si è trattato di un progetto a termine, durato soltanto un anno”.

C’è, invece, un momento particolare che ricordi?

“Ce ne sono diversi, dalla conoscenza di Primo Rovis a quella dei calciatori della Seria A, Franco Causio e Paolo Rossi, fino alla collaborazione con Bobbi Solo, per il quale ho scritto il testo di una canzone. Accanto a questi momenti particolari, ce n’è uno toccante, che ricordo con particolare emozione e tristezza. È la scomparsa del mio collega Gianni Tognon, spentosi nel 2002 all’età di 63 anni. Era una persona vera. Con lui e con Renato Pernić (redattore musicale di Radio Pola) ho trascorso un periodo bellissimo, un’epoca
romantica, oserei dire. Con loro mi sono sempre sentito a mio agio”.

Hai qualche rimpianto?

“Si, di non essere riuscito a organizzare in seno all’HRT (la Radiotelevisione pubblica di cui Radio Pola è parte integrante) una redazione italiana con una propria frequenza, una sua autonomia e una sua soggettività. Ci ho provato, ma a un certo punto sono rimasto solo a combattere questa battaglia”.

Continueremo a sentirti nonostante la tua assenza da Radio Pola?

“Si, continuerò a collaborare con Radio Tv Capodistria, dove quasi ogni sera sono presente nel Tg delle 19”.

In conclusione, come trascorrerai il tuo tempo libero?

“Di certo continuerò a comporre testi per canzoni. Inoltre penso di proseguire la mia attività in seno alla Comunità Nazionale Italiana, all’Unione Italiana e nelle associazioni degli italiani. Bisogna darsi da fare. L’assimilazione è alle porte e quindi bisogna insistere e dare vita a una battaglia che possa ridarci la dignità di una volta”.

Tommy Vee neo-direttore di Stereocittà

“Oggi inizia questa nuova esperienza, sono ufficialmente il nuovo direttore di Stereocittà. La nuova programmazione dal 1° Aprile”.

A scriverlo, sui social network, è Tommy Vee.

Dj e produttore discografico, l’artista veneziano è noto anche per aver partecipato nel 2004 al Grande Fratello.

Tra i brani portati al successo, spicca il remix de “La Serenissima” dei Rondò Veneziano.

Stereocittà è una superstation dance-oriented con sede a Padova e ricevibile in FM in Veneto e Trentino.

E’ possibile ascoltarla in streaming anche tramite la app di FM-world.

Rassegna Stampa Radiorama Settembre 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Onde medie, tanto rumore per nulla
di Roberto Perotti IW2EVK da Radio Kit Elettronica 6/7 2018

Dopo quasi due anni di attesa e innumerevoli solleciti da parte dei partecipanti sono stati pubblicati i nomi dei vincitori delle frequenze in onde medie messe in bando dal MISE dopo la diffida europea e relativa minaccia di sanzione. Purtroppo, come avevano sospettato subito molti dei partecipanti, il tutto è finito nel solito «pasticcio all’italiana».

Ma vediamo come la cosa si è evoluta nel tempo e come è terminata.

Gli antefatti. Per anni la RAI ha operato in regime di completo monopolio sulle frequenze radio TV, in quanto si pensava che l’ingresso dei privati non avrebbe dato garanzie di neutralità e democrazia al mezzo. In verità si temeva da un lato una concorrenza agguerrita sul lato pubblicitario, e sul lato politico la possibilità di accesso al mezzo non controllato da gruppi editoriali legati a poteri forti. Fatto sta che con le prime operazioni non autorizzate intorno al 1975 da parte di radio e TV private, relativi sequestri e interventi giudiziari si arrivò alla legge Mammì sull’emittenza privata, che buona o no, ci ha permesso di avere una TV e FM accessibile a nuovi editori.
Per le medie invece, ritenute di interesse strategico negli anni ’70-80 per la loro copertura (anche migliaia di chilometri di notte, vedi il «Notturno italiano» ascoltato in tutta Europa) il monopolio RAI continuava invariato. Erano gli anni della guerra fredda e
quest’ultima avveniva anche sulle frequenze medie e corte di qui e di là del muro. Chi non si ricorda i programmi delle radio dell’est infarciti di «pistolotti politici»? Cade il muro, ma in Italia non si muove nulla. A interrompere questa quiete è un cittadino indignato, Giorgio Marsiglio, dipendente pubblico in Veneto, laurea in Legge, che ricorre solitario alla Commissione Ue. Marsiglio argomenta che nessun bene può essere sottratto al libero gioco della concorrenza, e l’Europa gli dà piena ragione. La conseguenza immediata è che
si rischia una procedura d’infrazione, che tradotta in linguaggio comune significa una multa da milioni di euro se non si elimina il blocco ai privati sulle onde medie. Preoccupata di evitare la sicura sanzione di Bruxelles, l’Italia stabilisce che le frequenze siano aperte ai privati (questo, nella Legge Comunitaria del 2014). Quindi incarica il MISE di eseguire un primo giro chiedendo ufficialmente a operatori, cittadini e tecnici quali
sarebbero stati i criteri da seguire per la valutazione dei soggetti che avrebbero partecipato al bando.

Molto bene direte voi. Infatti centinaia di PEC giungono al MISE con i suggerimenti su come eseguire la selezione. Alla fine il MISE però non si smentisce, e da buon carrozzone burocratico tira fuori una serie di frequenze assegnate all’Italia nel piano delle frequenze europee nel 1975 e relative schede con ubicazione e potenze in gioco.

Ora, anche un ingenuo sa che in più di quarant’anni nell’elettronica è come se fossero passati secoli, che la situazione geopolitica è totalmente cambiata, che posti ameni dove mettere un traliccio ora sono quartieri di condomini. Ma il MISE no, anzi limita anche la possibilità di spostare il punto di emissione oltre un tot di km dal punto previsto nel 1975. Se volete divertirvi fate come ho fatto io: scaricate le schede dal sito dal MISE e su googlemaps inserite latitudine e longitudine: vedrete che sorprese!!

CLICCA QUI 

Comunque qualche centinaio di partecipanti inviano la richiesta, forse sperando in un ravvedimento del ministero. Fra loro appaiono società come Monradio del gruppo Mondadori e altri gruppi famosi oltre a piccole realtà editoriali che cercano frequenze libere impossibili da trovare in FM.
Domande CLICCA QUI

Alcuni si beccano subito una diffida a trasmettere nell’attesa, altri passati mesi e mesi senza notizie rinunciano. Cominciano a notarsi fra i contendenti società che appaiono più che intenzionate a operare una stazione a vendere la licenza speculandoci sopra. Oh, tutto legale, si può fare, ma certo non una buona notizia per le nuove leve dell’etere italiano. Finalmente la montagna partorisce il topolino. A fine maggio il MISE pubblica il risultato della selezione operata.

La pagina con le assegnazioni per le OM frequenze asincrone e isocanale: 2 documenti CLICCA QUI

Da centinaia di richieste i vincitori sono una decina, che fra l’altro si aggiudicano più frequenze in varie località. Solo alcune sono andate a emittenti radio vere, il resto ai venditori di frequenze. Alcune frequenze restano addirittura non assegnate per mancanza di richieste accettate. Sarebbe potuta essere una grande occasione per la radiofonia italiana, ormai con le frequenze FM non più assegnate da anni e vendute a peso d’oro senza che le radio locali possano aggiudicarsele. Invece come previsto, a ormai ventun giorni dall’editto, nessuna nuova attivazione. Anzi, le uniche stazioni costanti e attive sono quelle diffidate dal trasmettere o che non hanno partecipato al bando subodorando una perdita di tempo e soldi. Dubito fortemente che ci siano cacce all’antenna da parte del ministero, che ha comunque assolto l’unica cosa che interessava, cioè schivare il mega multone della comunità Europea. Il mio parere è che la cosa andrà avanti alla greca, cioè con radio pirate nel vero senso della parola sino a quando qualche politico lungimirante metterà una pezza alla cosa.

Quindi se volevate la vostra radio di quartiere, di comunità montana, di istituto scolastico, non vi resta che ignorare e trasmettere a bassa potenza. So che questa mia scandalizzerà molti, ma per una volta cerchiamo di essere pragmatici: se i CB, le radio e le TV private avessero aspettato per trasmettere il benestare del ministero PT sarebbero ancora al palo!

Buone trasmissioni quindi ai nuovi operatori, legali o no delle onde medie, e siate innovatori. Di radio che sono la fotocopia una dell’altra ne abbiamo già centinaia in FM e sul WEB!

Radio Coltano Marconi on air su 1305 kHz
di LC, 06 Set 2018 Portale Italradio

Con un messaggio sul proprio profilo Facebook, Radio Coltano Marconi ha annunciato il 5 settembre l’attivazione di una frequenza d’onda media: “Adesso vi possiamo svelare la novità; da oggi potrete ascoltare Radio Coltano Marconi anche in Onde Medie sulla frequenza dei 1305 kHz. Buon ascolto!” Le prime osservazioni. La radio sarà media partner del Forum Italradio di dicembre 2018.

Come ci conferma il professor Filippo Giannetti, nel tardo pomeriggio del 5 settembre, è avvenuta l’accensione del trasmettitore di Radio Coltano Marconi, che finora andava in onda solamente via web. Per il momento, l’impianto trasmittente è in una configurazione ancora molto sperimentale e molto precaria che ne limita enormemente le prestazioni ma si prevedono entro breve alcuni adeguamenti tecnici che dovrebbero potenziarne la portata.

Lungo la costa toscana, alcune prove di ricezione hanno rivelato ancora a una cinquantina di km di distanza un un discreto segnale, almeno all’esterno. All’interno il rumore delle varie apparecchiature elettriche ed elettroniche crea invece, a tale distanza, una barriera che impedisce la ricezione.

Ricordiamo che a Coltano, a pochi metri da ciò che rimane della stazione marconiana, è installato il trasmettitore Rai (Radio 1) su 657 kHz che copre una ampia area d’Italia e – di notte – in Europa come testimoniano numerosi ascoltatori.

Visita il sito di Radio Coltano Marconi CLICCA QUI


Avviso agli ascoltatori da RDE 1584 kHz Trieste

By Rde, www.radiodiffusioneeuropea.net Agosto 22o, 2018

In data 22 agosto 2018 Radio Diffusione Europea è stata vittima di un atto di sabotaggio al
trasmettitore dei 1584 khz.

Dopo mesi passati a subire attacchi indiscriminati atti a colpire la credibilità dell’emittente da parte di operatori radiofonici illegali, ora un nuovo tentativo di far tacere una voce libera non schierata e indipendente dai poteri forti. Una voce che evidentemente fa paura.

Se questa è la strada intrapresa per interrompere un progetto sano, professionale e in sicura crescita in termini di ascolti e apprezzamenti a tutti i livelli, avvisiamo che è una strada sbagliata. Siamo al lavoro per individuare con ogni mezzo gli artefici di tale scempio e contemporaneamente ripristinare tecnicamente il sito di trasmissione.
Chiunque voglia aiutarci con ogni mezzo, sposando la causa di una emittente veramente libera e di tutti. può contattarci all’indirizzo mail [email protected] o al numero 3459945637. Le nostre trasmissioni proseguono via web fino ad avvenuto ripristino all’indirizzo www.radiodiffusioneeuropea.net o tramite applicazione TuneIn. Scusandoci per il disagio vi auguriamo ora più che mai buon ascolto!
Ass. Am Group


Verso la chiusura di WWV e WWVH

By Myradiowaves, http://www.myradiowaves.com/ Agosto 11, 2018

The National Institute of Standards and Technology (NIST) FY 2019 budget request includes shutting down “NIST radio stations in Colorado and Hawaii” — in other words, WWV and WWVH. Radio amateurs, HF listeners, and others around the world routinely make use of the time and frequency standard signals, which also include propagation information. NIST said eliminating funding currently “supporting fundamental measurement dissemination” would include putting WWV and WWVH off the air for a saving of $6.3 million. The overall NIST FY 2019 budget request is $127 million, which, the agency said, is a net decrease of $49 million from FY 2018 levels.

“The proposed reductions will allow NIST to consolidate and focus on narrower core [fundamental] measurement programs while meeting budget levels,” the agency said in its FY 2019 budget summary. “NIST will focus on basic research while reducing funding for efforts applying some of its breakthroughs into new measurement applications.

The FY 2019 proposed budget cuts developed earlier this year came to light via Tom Witherspoon, K4SWL, who maintains The SWLing Post website, after a number of viewers called it to his attention. He posted an article on his blog.

“I’ve always considered WWV and WWVH to be the heartbeat of the shortwaves here in North America — a constant, timely companion and brilliant gauge of HF propagation,” Witherspoon wrote. I assumed both stations would be some of the last to go silent on the shortwaves.”

NIST said other “illustrative” cuts in the FY 2019 budget include:
– $3.5 million for Lab to Market, which seeks to accelerate technology transfer from federal laboratories.
– $6.6 million in environmental measurements projects across NIST laboratories, including work measuring the impact of aerosols on pollution and climate change, and gas reference materials used by industry to reduce costs of complying with regulations.
– $5.8 million eliminating the NIST Greenhouse Gas (GHG) Measurements program, including Urban Dome research grants to advance the direct measurement of GHG emissions on the scale of cities or regions.
– $6.7 million in forensic science, reducing the program size to $7.3 million by prioritizing measurement science in the NIST labs and eliminating program management functions and external grants for the Organization of Scientific Area Committees for Forensic Science and the Forensic Science Center of Excellence.
– $4.1 million in R&D targeting application of NIST quantum breakthroughs to applied measurement needs, including temperature and atmospheric gas metrology

“I find this budget request very disappointing,” Witherspoon said with respect to the proposed elimination of WWV and WWVH. “Let’s hope, somehow, this does not come to fruition.” He said The SWLing Post would be tracking and posting any new developments.

Bougainville may be about to get shortwave radio back
www.radionz.co.nz Agosto 2, 2018

There are plans in Papua New Guinea to restore short wave radio services in Bougainville.

The service, run by the national broadcaster NBC, ended when Bougainville became engulfed in a civil war nearly 30 years ago. But the regional member for Bougainville in the PNG parliament, Joe Lera, got a positive response when he suggested a beefed up service was needed to improve the dissemination of information, especially leading into the referendum on possible independence.

Mr Lera told Don Wiseman radio is vital in the rural areas because these regions do not have ready access to newspapers or television, and the current FM signal is inadequate.

(Image: Many remote communities in Pacific island countries rely on shortwave radio).

L’Austria avanza sul fronte del DAB+
Dal gruppo FB Bandscan FM, traduzione di Roberto Sadun, 9 agosto 2018

Con il nuovo standard radio digitale DAB+ e le nuove offerte radiofoniche nazionali in Austria, la mappa radio europea chiude una zona vuota nella regione DACH. Fino a 15 programmi radiofonici nazionali per l’Austria a partire dal 2019 all’inizio, entro il 2020 con una copertura dell’83% della popolazione austriaca.
Riconoscimento della radio digitale DAB+ come parte cruciale della futura infrastruttura multimediale in Austria e in Europa.

Ora è fissato – l’Austria si unisce con la comunicazione licenza corrente le garanzie nelle comunicazioni austriaco nel gruppo dei paesi europei avanzati uno che renderà lo standard radio digitale DAB+ in Austria nella primavera del 2019 programmi radiofonici nuovo credito. Quasi tutti i paesi europei hanno già lanciato con successo DAB+ e, a livello internazionale, sempre più paesi si stanno unendo alla nuova tecnologia di trasmissione radio digitale terrestre.

ORS comm GmbH & Co KG è stato assegnato a Bunde un’ampia multisala, un pacchetto di canali fino a 15 stazioni radio ricevuto e assunto il compito di espandere la copertura DAB+ in tutta l’Austria. Il piano è quello di mettere tra aprile 2019 e il settembre 2020 in più fasi, sempre più emittenti in funzione, in modo che quasi il 85% della popolazione austriaca godrà radio digitale terrestre con una serie di nuove offerte del programma entro i prossimi 2 anni già. Nella zona di Vienna è già alle MUX 15 stazioni radio regionali nelle zone di confine, numerosi altri digitale terrestre ricevuti da tutti i paesi limitrofi.

Le seguenti stazioni saranno disponibili in Austria a partire dal prossimo anno tramite DAB+:

Radio 88.6
Radio Arabella
Energia radio
Antenna rock
Radio Maria
Centro tecnico radiofonico
Radio Maxima
ARBÖ radio del traffico
ERF Plus Austria
Radio classica
Lounge FM

Sono inoltre disponibili la guida elettronica dei programmi (EPG) DAB + e le informazioni sul traffico (TPG) fornite da ORS.

Negli ultimi anni, l’operazione pilota e ora controllano il funzionamento nella Grande Vienna Digital Radio Austria ha ricevuto una grande quantità di email da radioascoltatori interessati e ascoltare la radio da tutte le province, con domande su quando DAB possono essere + ha ricevuto lo scorso nella loro vita e di lavoro posti e perché esattamente Nell’innovativa Austria, lo sviluppo è stato così lento. Infine, ora possiamo rispondere a queste domande chiaramente e la pazienza delle persone non è sempre tesa. Digital recuperando.
L’Associazione Digital Radio Austria ha compiuto sforzi intensi negli ultimi anni per promuovere la diffusione dello standard di trasmissione Digital Audio Broadcasting (DAB+) in Austria. Così si vuole raggiungere, infine, con i paesi di punta in Europa, come la Svizzera, la Germania o in Norvegia, mentre in tutti gli altri paesi europei, la diffusione pubblica dei motori dell’innovazione e la digitalizzazione per la radio. “Il nostro obiettivo
è fornire a tutti gli ascoltatori in Austria più servizi radio su DAB+. Siamo molto soddisfatti della decisione licenza positivo ai ORS per la copertura radio nazionale nel MUX I. Dopo la costituzione ottimale della radio regionale copertura MUX II nella Vienna/Bassa Austria, vediamo l’ora di una rapida introduzione della DAB+ con più servizi radio in Austria a livello. deve essere spera che la radio pubblica ripensare il suo blocco e le
transizioni ad un modello di alleanza comune per il futuro promettente della radio.”, dice un Wolfgang Struber, presidente dell’associazione Digital Radio Austria, soddisfatto con l’inizio della regolare funzionamento del DAB+ scioperi in Austria e più lontano “, come un altro passo importante per l’ulteriore sviluppo della radio interoperabilità dei ricevitori radio digitali è (ricezione di DAB+ e programmi FM): l’interoperabilità dei ricevitori radio digitali è un importante contributo allo sviluppo di reti e servizi di comunicazione, e un totale di Rafforzare il mercato unico delle comunicazioni elettroniche nell’UE.

Ecco l’attuale decisione del Parlamento europeo in merito alla transizione alla radio digitale DAB+ molto gradita. Il riconoscimento della radio digitale DAB + come parte cruciale della futura infrastruttura multimediale è un passo importante che crea opportunità per nuovi servizi innovativi e rafforza la varietà di offerte per gli ascoltatori. Qui speriamo per una politica dei media attiva processi decisionali a livello nazionale in Austria al fine di preservare le opportunità future e continuare a stabilire radio preferita Medium #1 degli austriaci nel mondo digitale”.

Testo originale: clicca qui


Il sito di Radio Australia oscurato dal governo cinese. Il bello di Internet


China officially bans ABC website, claims internet is ‘fully open’
www.abc.net.au Settembre 2, 2018

China’s cyber security regulator has confirmed it has censored the ABC’s website for breaching the country’s internet rules and regulations, but has declined to say how. The ABC’s website and apps are usually accessible to Chinese web users and are not subject to the “Great Firewall” of censorship, but access was abruptly stopped on August 22.

After repeated requests for clarification, an official from the Office of the Central Cyberspace Affairs Commission dictated a statement to the ABC:

“China’s internet is fully open. We welcome internet enterprises from all over the world to provide good information to the netizens of China.”

“However, state cyber sovereignty rights shall be maintained towards some overseas websites violating China’s laws and regulations, spreading rumours, pornographic information, gambling, violent terrorism and some other illegal harmful information which will endanger state security and damage national pride.”

The official, who declined to provide his name,
said government departments, “have the right to
take technical measures to block dissemination”.

Officials at two separate Chinese government
departments have declined to specify how the
ABC allegedly violated Chinese laws or cite any
content as an example.

Access to other Australian news websites inside
China, including those of Fairfax, News Limited
and SBS, appears not to have been affected.
Diplomats at the Australian embassy in Beijing
are aware of what they have described as “current difficulties” in accessing the ABC website in China, but DFAT has declined to comment further.

Access to the ABC site stopped the day after the Australian government announced rules that would block two Chinese telecommunications companies from participating in the roll-out of the 5G infrastructure network. The decision, primarily affecting tech giant Huawei, was a major blow for the company and prompted China’s Foreign Ministry to urge Australia to “abandon ideological prejudice”. But official sources in China’s government say it is unlikely the Huawei decision prompted the censoring of the website.

It also comes about a year after the ABC began running a new Chinese language news service, which replaced the Australia Plus website.

Australia Plus had been set up in collaboration with a Chinese state media outlet, was hosted on a Chinese domain and was subject to Beijing’s censorship.
What’s behind Huawei anxiety?

Political editor Andrew Probyn takes a deep dive into Huawei’s history to unpick the anxiety within the Australian intelligence community.

More broadly China has been scathing of Australian media reports over the past 18 months, which officials blame for worsening ties between the two countries.

Diplomatic sources in Beijing earlier this year said Chinese officials were particularly unhappy with the ABC’s reports because it is a publicly funded broadcaster.

Chinese censors routinely block some international news websites such as the Chinese language versions of the New York Times and BBC.

English-language sites are less commonly blocked, but the BBC site has been censored since a recent switch to encrypted HTTPS technology.

While China’s government is now preventing its citizens from accessing ABC content, China’s state media outlets are free to access Australian audiences online and through the CCTV and CGTN channels on pay television.

Rassegna Stampa Radiorama Agosto 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.83 di Agosto 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/08/Radiorama-n.83-v1.pdf

Nuovo misterioso «lampo radio» dall’Universo remoto

Lo strumento canadese Chime ha rilevato un segnale anomalo, di appena due millisecondi, a una frequenza mai registrata prima. Si tratta di un “fast radio burst”, associati a eventi di grande potenza come buchi neri o supernove, ancora difficili da interpretare. Anche l’ipotesi “alieni” non può essere esclusa

(di Matteo Marini – 8 agosto 2018 Repubblica.it )
Un segnale durato due millesimi di secondo, quanto basta per inviare un telegramma ai colleghi di tutto il mondo e annunciare di aver scoperto qualcosa di strano provenire dall’Universo remoto. Un veloce lampo radio registrato dal Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment – CHIME – (nella foto) nella British Columbia ha attirato l’attenzione della comunità scientifica perché ha caratteristiche anomale a quelle registrate finora in questo tipo di fenomeni, la cui origine è ancora sconosciuta.

I FAST RADIO BURST

I ‘lampi radio veloci’ o fast radio burst sono emissioni, flash radio, che spesso arrivano a noi dal remoto universo e si pensa possano essere originati da eventi violentissimi come supernove o buchi neri. Se ne sa molto poco perché, finora, ne sono stati ‘ascoltati’ appena una trentina (il primo nel 2007) e non si riesce a prevedere da dove arriveranno e quando. Il FRB 180725A catturato dall’osservatorio canadese è durato una frazione di secondo ma a una frequenza mai registrata prima: 580 Megahertz. Si tratta del primo scoperto a una frequenza inferiore ai 700 Mhz e questo infittisce ancora di più il mistero legato a questi fenomeni.
Il segnale è arrivato il 25 luglio, una volta controllato che non si fosse trattato di un disturbo ambientale o di un’altra origine terrestre, Patrick Boyle, della McGill University, ha diramato un telegramma astronomico per condividere la scoperta. Nel quale menziona anche altri lampi radio con frequenza ancora inferiore, fino a 400 MHz.

BUCHI NERI, PULSAR O ALIENI?

La spiegazione per questi flash dallo spazio sono diverse. All’inizio del 2018 il giovane ricercatore italiano Daniele Michilli si è guadagnato la copertina di Science con uno studio su una sorgente di Frb scoperta alcuni anni fa: era la prima e unica mai osservata con emissioni ripetitive. Michilli scoprì che si trattava di una stella di neutroni, una pulsar che probabilmente si trova vicino a un buco nero. Questi lampi si formano quindi un ambiente estremo, con campi magnetici molto intensi. Ci sono pochi posti nell’Universo con
caratteristiche simili. I buchi neri sono uno di questi.

Ma vista l’imprevedibilità e, ora, la diversità dei vari segnali che sono stati rilevati a frequenze inaspettate, le ipotesi sulla loro origine sono ancora tutte sul tavolo. Persino quella che contempla una civiltà aliena, altamente tecnologica, che magari tenta di comunicare con noi. A volte però la risposta è molto meno affascinante. Nel 2015, misteriosi lampi radio all’osservatorio Parkes in Australia furono finalmente identificati
dopo 17 anni: venivano dal forno a microonde della zona relax che gli stessi ricercatori usavano per scaldarsi il pranzo.

Sarà proprio lo strumento Chime a gettare luce d’ora in avanti sull’enigma dei Fast radio burst. Ha una forma molto particolare: quattro antenne simili a tubi tagliati a metà, lunghi 100 metri e larghi una ventina. È progettato per cercare e mappare l’idrogeno nel lontano universo ma si è rivelato molto utile anche per rilevare i Frb. Quando sarà pienamente operativo (ha iniziato a lavorare a marzo 2018), potrebbe trovarne oltre 12 al giorno, secondo i suoi operatori. Non resta che accenderlo e aspettare.

The DAB Radio Project in Norway Is Derailing

(29 luglio 2018 digitalradioinsider.blogspot.com )
Increasing political and business demands for a return to FM
For the first time daily listening to national radio is down under 50% in Norway. Last week down to 48,5% from 51,2% the week before according to Kantar TNS. Although the Norwegians now have an increased number of on-air channels to choose from there is a widespread discontent with DAB replacing FM. For several reasons DAB is far for becoming popular as projected by the public broadcaster NRK and other
promoters.
There are frustration with the globally unique move trying to force the population to replace their FM  receivers with DAB+. Most Norwegians are aware of this have not been done before in any other country.
Also that most countries as neighbouring Finland and Sweden are not going to switch to DAB . Norwegians driving into Sweden for summer holidays in July also discover the sharp contrast in sound quality between the public broadcasting channels in Norway on DAB and in Sweden on FM.

The most common reported problems with DAB are:
– Failing geographical coverage especially countryside and at sea
– Frequent drop outs or distorted sound while driving a car or a boat
– Inferior sound quality (compared to FM and on-line radio) with no true stereo
– High battery consumption for portables.

The DAB promoters had plan this to be the summer of DAB but it did not go their way at all. According to polls there are no signs of acceptance by the listeners. And resistance against the DAB project is increasing since the switch-off year 2017. Frequently articles and editorials negative to DAB are published in major and regional newspapers. Still, it is quite impossible to find any positive news about DAB anywhere. The only
positive contributions are published by persons connected to the DAB lobby. They will tell you that there no problems with DAB. If there is a problem it is the listener’s fault (installation, antenna etc).

The pod radio series ”Hvem slutet lyset på FM” (Who switched off the light for FM?) has been published in 24 parts since March this year. Today, more than 31.000 downloads have been registred. There are several Facebook groups engaging the opposition to DAB radio. The group ”Nej til tvångsinføring av DAB” (No to compulsive DAB) has more than 9.000 members and is still moving.
Norwegians are discovering that the transition to DAB+ was a project initiated and operated by a limited group of persons working at the public broadcaster NRK, the two commercial foreign-owned broadcasters Bauer and MTG and an official at the Ministry of Culture. Fueled by EBU and the lobby organisation WorldDAB.

The project has not market been driven by listeners demand or by a clean political initiative. In polls 60% or more and not happy with the FM switch-off. The nation is increasingly coming to the conclusion that the DAB project is a tragic mistake.

The switch-off has been followed by a dramatic decrease in listenership. Listening numbers from 2018 suggests that the national channels combined has lost more than 15% of their listeners compared to 2016.
However, this number does not include local radio stations which are still broadcasting on FM. Many of them reports a doubling or tripling of their listening figures. Cross-border FM listening is not reported. Approx. 5% of Norwegians are estimated listening to Swedish FM radio which is reaching about half of the population.

PPM numbers from Kantar TNS shows that only 48,5% of the population listened to national channels daily in week 28. (local radio not included) .This is the worst listening figures ever recorded in Norway and, although a dip in summer is normal, this has led to loud voices demanding a reopening of FM. Neighbouring Finland and Sweden (with no DAB) have daily listening of 68-75%.

I have been on this trip from start, writes Arne-Inge Christophersen at the media bureau Hausmann. It is tragical to experience that radio is not the media channel it was. The only reason is the FM switch-off and the introduction of DAB – in the only country in Europe. In ad biz magazine Kampanje he writes that radio listenership is probably the lowest since 1945 and that radio is becoming less attractive for advertiser. He ends his article with ”the cow is not dead, but the grass is withering”.

This week, Senterpartiet (Center Party), a leading liberal opposition party in the Parliament, made a clear statement: Reopen FM! Media spokesperson MP Åslaug Sem-Jacobsen says: It is vital for both media diversity or the safety of our country that radio listening is increased to a very different level. To secure the future of radio we have to switch the national FM-band back on before even more listeners disappears.

Meanwhile there are reports that also MPs from other parties are reconsidering their support for the 2017 FM switch-off. One of the three parties in the coalition government – Frp, the Progress Party – also have an FM switch-back inscribed in its political program. With an increasingly vocal opinion against DAB and for FM radio it looks like radio will be in focus on the political scene when the Norwegians are returning from their holidays in August.

Also read
Political demands to reopen FM in Norway (Radionytt.no)
Trolig laveste lyttertall for radio i Norge etter krigen (Kampanje)
Laveste radiolytting siden 2. verdenskrig med DAB (Nettavisen)
The Nordic Expert Group technical evaluation report:
Crucial technical problems with the DAB system
Norwegian MP: DAB Radio in Norway Is a Tragedy
50 Percent of Norwegians Do Not Switch to DAB. Rather Stay on FM
Why DAB Radio in Norway, But Not in Sweden?

Radio, Manzoni mantiene il primato della pubblictà. Vola Deejay

(Repubblica.it 25 luglio 2018) MILANO – A.Manzoni & C. rafforza la sua leadership come concessionaria nel settore pubblicitario in radio grazie agli ottimi risultati delle emittenti del gruppo Gedi (di cui fa parte Repubblica).Ogni giorno 13,5 milioni di ascoltatori si sintonizzano su Radio Deejay, Radio Italia, Radio Capital, Radio m2o. I dati arrivano dell’indagine RadioTer relativi agli ascolti del mezzo Radio nel primo semestre 2018, condotta da Gfk/Ipsos.
Spicca il risultato di Radio Deejay, che con i suoi 5.160.000 ascoltatori nel giorno medio si posiziona sul podio delle emittenti nazionali.
Ottime le performance sul dati del quarto d’ora medio, che con 474.000 ascoltatori registra il maggior incremento tra le principali emittenti nazionali, pari al +10% rispetto all’anno 2017. Un successo che si replica anche sui social, dove Deejay risulta il brand più
seguito a livello nazionale con 2,2 milioni di follower su Facebook, 2,3 milioni su
Twitter, 450.000 su Instagram.

Il suo sito è inoltre primo in assoluto tra quelli delle radio italiane con un’audience media giornaliera di 201.706 nel mese di giugno 2018, secondo dati Audiweb. “La risposta degli ascoltatori a ogni nostro evento, la leadership indiscussa nel mondo digitale e la crescita del 10% della permanenza media nel quarto d’ora sottolineano in maniera unica il legame che c’è tra noi e il nostro pubblico, un sentimento così profondo da farne un fenomeno inimitabile. Siamo molto orgogliosi”, ha commentato il direttore artistico Linus.

Ottimo risultato anche per Radio Italia, l’emittente di Mario Volanti partecipata dal gruppo GEDI, che con 5.148.000 ascoltatori nel giorno medio si conferma tra i leader. L’emittente è molto attiva sul territorio con numerosi eventi sia sportivi che musicali di primo ordine come i Tour di Lorenzo Jovanotti, Cesare Cremonini e Vasco Rossi. Con Radio Italia Live – Il Concerto ha contattato 10 milioni di persone allargando il target anche ad un pubblico più giovane grazie all’introduzione di Radio Italia Rap.
Stabile intanto Radio Capital, con 1.554.000 ascoltatori al giorno. Forte della sua nuova direzione, affidata a Massimo Giannini, editorialista, l’emittente si prepara a lanciare, per la prossima stagione, novità sul palinsesto concentrandosi sempre sul mix tra informazione e musica. Sono invece 1.558.000 gli ascoltatori nel giorno medio di m2o, altra personalità esclusiva nel comparto radiofonico, che segue e anticipa gusti e tendenze, capace di creare e stimolare costantemente un’audience altamente ricettiva e attiva.

FM – Primo semestre 2018: calano gli ascolti, impennata di Kiss Kiss e Radiofreccia

(https://www.fm-world.it/ 24 luglio 2018) Un milione di ascoltatori in meno rispetto al primo semestre di un anno fa e alcune variazioni importanti tra le emittenti nazionali. Sono usciti i dati del primo semestre 2018 dell’indagine Tavolo Editori Radio, relativi al periodo 30 gennaio – 25 giugno 2018.

Nel giorno medio ieri, gli ascoltatori della radio scendono da 35.540.000 a 34.535.000 contatti quotidiani.

RTL 102.5 è sempre prima, ma con 7.559.000 rispetto ai precedenti 8.483.000. Al secondo posto RDS con 5.641.000 (-60.000), mentre al terzo si consolida Radio Deejay (5.160.000, -72.000) a brevissima distanza da Radio Italia Solo Musica Italiana (5.148.000, -109.000).
Quinto posto per Radio 105 con 4.744.000 (-208.000), seguita da Radio1 Rai (3.784.000, -146.000).

Expoit per Radio Kiss Kiss che, in controtendenza con le altre emittenti, ottiene una sensibile crescita: oggi è a 2.917.000 con un guadagno di 493.000 unità.
Scende di conseguenza all’ottavo posto Radio2 Rai con 2.670.000 (-29.000), seguita a breve distanza da Virgin Radio (2.566.000, -188.000) e da Radio 24 (2.197.000, +53.000).

Chiude la soglia dei due milioni (in undicesima posizione) R101 con 2.060.000 (-15.000).

La classifica prosegue con m2o (1.598.000, -152.000) e Radio Capital (1.554.000, -90.000), mentre in quattrodicesima posizione si colloca Radio Monte Carlo (1.375.000, -25.000).

Radio3 Rai è a quota 1.275.000 (-110.000), mentre Radiofreccia sfiora il milione arrivando a quota 990.000 (+323.000).

Chiude la classifica delle nazionali Isoradio che passa da 910.000 a 790.000, rispetto al primo semestre del 2017.

La RTBF prépare la fin de la diffusion en AM de La Première et de VivaCité

(By La Première, https://www.rtbf.be/ 18 giugno 2018) En préparation à l’arrivée massive prochaine de la radio numérique DAB+ en Belgique, la RTBF poursuit son processus
d’extinction des ondes moyennes en réduisant les heures de diffusion quotidienne de son émetteur de Wavre 621 kHz.

Depuis le 31 mai, cet émetteur qui couvre en ondes moyennes toute la Belgique et au-delà, fonctionne tous les jours entre 6h et 20 heures (au lieu de 5h à minuit précédemment). Cette diminution s’inscrit dans un plan d’extinction progressif des émissions en modulation d’amplitude (AM) à la RTBF comme dans toute l’Europe.

Le mode de diffusion en modulation d’amplitude (qui comprend les ondes moyennes, les ondes longues et les ondes courtes) a été le premier mode de diffusion de la radio au siècle dernier, avant d’être progressivement remplacé par celui en fréquences modulées (FM) à partir des années 60.

Le DAB+ prend le relais de l’AM, trop gourmande en électricité 
Depuis une dizaine d’années, avec le développement progressif de la technologie de diffusion numérique DAB+ qui prend le relais de la diffusion en analogique AM puis en FM, la plupart des grandes radios qui émettaient en modulation d’amplitude ont décidé d’arrêter cette ancienne technologie. C’est le cas depuis un certain temps déjà chez nos voisins de la VRT et de Radio France par exemple. Tout comme pour l’émetteur anglais en ondes moyennes de BBC World Service arrêté il y a quelques années, qu’on peut maintenant écouter en DAB+ à Bruxelles. Il faut dire que tous ces émetteurs qui fonctionnent dans cette ancienne technologie analogique sont extrêmement gourmands en électricité.

La RTBF, qui est la dernière à émettre encore en ondes moyennes en Belgique, a établi une politique progressive de l’arrêt de ses émetteurs en modulation d’amplitude (AM) : les ondes courtes tout d’abord il y a une dizaine d’années, suivies de deux émetteurs en ondes moyennes en province de Liège et du Luxembourg. Restent actuellement un émetteur régional en ondes moyennes à Houdeng en Hainaut (relais de VivaCité sur 1125 KHz – 20 kWatts) et l’émetteur national très puissant de Wavre (621khz – 300 kWatts) qui relaie les programmes de La Première et les émissions sportives de VivaCité en soirée et le week-end.

Extinction progressive
En prévision du lancement massif de la radio numérique DAB+ en Belgique l’an prochain, la RTBF a décidé d’entamer un processus d’extinction progressif de la diffusion de ses émissions en ondes moyennes : tout d’abord une réduction de 5 heures par jour des émissions aux faibles heures d’écoute (avant 6h et après 20h) de son émetteur le plus puissant émettant sur 621 kHz depuis Wavre, avant l’arrêt complet de ses deux
derniers émetteurs en ondes moyennes dans les prochains mois.

La stratégie consiste à éteindre la plus ancienne technologie (AM) au moment du lancement massif d’une nouvelle (le DAB+), tout en poursuivant la diffusion simultanée en FM durant encore plusieurs années avant l’arrêt également de cette dernière technologie de diffusion analogique pour basculer dans le full digital DAB+/IP comme l’a fait la Norvège l’an dernier.

Difficulté de trouver des récepteurs AM/FM sur le marché
Les auditeurs ont déjà de plus en plus de difficulté de trouver des récepteurs AM/FM. Ils sont remplacés par les récepteurs (FM)/DAB+/internet car l’avenir de la diffusion radio est au tout numérique hybride couplant le DAB+ et l’internet (IP). Le DAB+ pour une écoute massive des programmes radio à large audience et en direct, l’internet pour une écoute de programmes plus pointus, ou à la demande ou en dehors du bassin de diffusion principal (Bruxelles et Wallonie pour la RTBF), comme à l’étranger. Et c’est dans cette stratégie que s’inscrit pleinement la RTBF en procédant par étapes successives par respect pour son public afin de lui laisser le temps de s’équiper des nouvelles technologies.

Une campagne d’information importante précèdera dans les prochains mois l’arrêt des deux derniers émetteurs AM de La Première et de VivaCité au moment du lancement du DAB+ (déjà en test par la RTBF et donc audible depuis 2012 quasi partout à Bruxelles et en Wallonie pour Classic 21 et La Première notamment).

Nous écouter sur Auvio

Rappelons enfin qu’il est aussi possible d’écouter les programmes radio de la RTBF, en direct et à la demande, partout dans le monde depuis les sites internet des six chaînes de la RTBF et depuis les sites et les applications mobiles rtbf.be, Auvio et Radioplayer.be.
La Modulation d’amplitude (AM) : il s’agit de la première technologie de diffusion de la radio, lancée il y a une centaine d’années. On distingue trois bandes de fréquences (selon la longueur d’ondes) : les ondes courtes (OC ou SW), les ondes moyennes (OM ou MW) et les ondes longues (OL ou LW).

La Fréquence Modulée (FM) : il s’agit de la deuxième technologie de diffusion de la radio, qui s’est développée à partir des années 60 et qui est encore aujourd’hui le moyen le plus largement utilisé pour écouter la radio.

La radio numérique DAB+ : il s’agit de la dernière technologie développée pour la diffusion de la radio, en DAB (compression en MPEG 2) tout d’abord dans les années 80 et ensuite en DAB+ (compression en MPEG4) depuis la fin des années 2000 et qui est en train de se généraliser en Europe. À la différence des deux premières technologies qui sont analogiques, le DAB+ est numérique. Son lancement massif dans toute la Belgique est prévu pour l’an prochain.

La radio numérique par internet: il s’agit d’un tout autre moyen de diffusion numérique, qui utilise l’IP (internet protocol) comme technologie de transmission et qui, à la différence des trois autres technologies dites ” broadcast ” (réception gratuite pour l’auditeur), nécessite une connexion à internet.

Wall Street Tries Shortwave Radio to Make High-Frequency Trades Across the Atlantic

(By David Schneider, spectrum.ieee.org 1 giugno 2018) In 2010, the company Spread Networks completed a fiber-optic cable linking two key trading hubs: Chicago and New York (or rather New Jersey, where Wall Street has its computerized trading equipment). That cable, built at a cost of some US $300 million, took the most direct route between those two points and shaved more than a millisecond from what had formerly been the shortest round-trip travel time for information: 14.5 milliseconds.

That tiny time savings was a boon for highfrequency financial traders, who could take
advantage of it to buy or sell before others learned of distant price shifts. This general
strategy, called latency arbitrage, has driven a technological arms race in the trading world, with companies competing fiercely to send information from one trading center to another in the minimum possible time.

The next salvo came shortly after Spread Networks’ cable started pulsing with light.
Companies such as McKay Brothers built special microwave links between those same
two trading centers. As anyone who has taken Physics 101 knows, electromagnetic waves
travel much faster through air than glass, so with the help of properly engineered radio equipment, microwave signals can readily beat out light in glass fiber.

A similar battle appears to be taking place now across the Atlantic, where information to
guide lucrative trades traditionally flows through fiber-optic submarine cables. In 2015,
Hibernia Networks (which was later acquired by GTT), together with TE Subcom, completed a 4,600-kilometer fiber-optic cable that followed a specially direct route between New York with London to offer the least delay—requiring only 59 milliseconds for a signal to make the round trip. Hibernia expected that its cable would service high frequency traders with the fastest possible connection between the two cities.

That cable, too, is in now peril of being beaten by radio waves. No, trading companies are not planning to array microwave towers on buoys across the Atlantic. But they seem to be pursuing the next-best thing—using shortwave radio to transmit trading information across the ocean the old-fashioned way.

Shortwave radio is venerable technology, dating back to the early part of the 20th century. Radio amateurs, often called hams, use it to contact one another around the world with modest equipment. So it’s surprising, really, that high-frequency traders have only lately begun to take advantage of this technique. But that appears to be what is happening.
I say “appears” because there’s only indirect evidence that traders are pursuing this approach. Most comes from Bob Van Valzah, a software engineer and networking specialist who characterizes himself as a “latency buster.” By chance, he stumbled on an odd-looking cell tower in West Chicago, near where he lives, and after much investigation (which he detailed in a blog post) concluded that the giant antennas sprouting from
it were sending signals about goings on at the Chicago Mercantile Exchange to trading centers in Europe.

Who exactly is using this link? If you dig through the FCC’s online license database, you can find that although the official licensee for the West Chicago tower that Van Valzah investigated was awarded to one company, the “real party of interest” is IMC B.V., a technology-driven trading firm that has invested in McKay Brothers and thus is no stranger to the value of low-latency radio links.
It’s likely that the high-frequency traders using shortwave bands are facing significant technical challenges.
And this is not the only example. “There are three different companies that have built million-dollar cornfields,” says Van Valzah, referring to giant shortwave antennas located
in agricultural lands near Chicago.
Exactly what frequencies they are using to transmit and how often is anyone’s guess. “If I were more ambitious,” says Van Valzah, “I’d get a spectrum analyzer and put up a pup tent” next to one of those antennas to find out.

Communications on shortwave, or high-frequency (HF) bands, as any radio amateur will tell you, is an iffy affair, because these long-distance transmissions depend on the configuration of the ionosphere, which in turn depends on such factors as time of day and the intensity of sunspots. Right now, the sun is at the very worst part of its 11-year cycle as far as shortwave communications goes. So it’s likely that the high-frequency
traders using shortwave bands are facing significant technical challenges.
Even if the integrity of the link itself were not a problem, those traders will have to contend with much lower bandwidth than they are used to. That means that they won’t be able to transmit very much information about price shifts—perhaps just a few bytes at a time (presumably well encrypted). If they tried to send more at the low data rates that shortwave affords, the time required would wipe out any latency gains over communications by fiber.

Still, with low-orbit satellites still not able to provide such fast communication links and lots of money to be made this way, it makes good sense that high-frequency traders are giving shortwave a try. What’s still a mystery to me, though, is why they didn’t attempt this many years ago.

About the Tech Talk blog

IEEE Spectrum’s general technology blog, featuring news, analysis, and opinions about engineering, consumer electronics, and technology and society, from the editorial staff and freelance contributors.

Si aggira in città con un disturbatore di frequenze, bloccato dalla Polizia

(www.altoadige.it 20 luglio 2018) BOLZANO. Nella giornata di mercoledì 18 luglio, il personale della Squadra Mobile della Questura di Bolzano, durante un servizio finalizzato a prevenire e reprimere reati contro il patrimonio, ha denunciato un soggetto che si aggirava in città pronto a utilizzare un dispositivo noto come “jammer”, prodotto il cui uso è consentito solo alle forze di polizia o esclusivamente per scopi militari.

In particolare l’uomo, un cittadino croato di 53 anni, è stato notato dagli operatori di polizia mentre osservava con attenzione alcune auto in sosta. Fermato dagli agenti, a seguito di un sommario controllo del borsello, è stato rinvenuto uno “jammer”. Tale strumento è un disturbatore di frequenza utilizzato per inibire trasmissioni in radiofrequenza. A secondo del tipo di utilizzo il jammer funziona a diverse frequenze inondando l’ambiente di onde radio che hanno il solo scopo di “sovrastare” e quindi disturbare i segnali di trasmissione.

Nello specifico le pratiche di “jamming” vengono spesso impiegate per “mettere a tappeto” molti sistemi di antifurti in particolar modo gli antifurti satellitari di autoveicoli per disturbare i segnali GSM e GPS, ma è in grado anche di eliminare il segnale del cellulare e di disturbare le radiofrequenze di altri sistemi elettronici.
L’uomo è stato denunciato, in stato di libertà, alla locale Autorità Giudiziaria.

Iraq. Radio Maria «on air» a Erbil per i cristiani della piana di Ninive

(da Avvenire.it 4 agosto 2018) Dopo due anni «pioneristici» finalmente Radio Maria inizia le trasmissioni «ufficiali» a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Adesso l’emittente, presente in 71 Paesi, dispone finalmente di una sede degna di questo nome, di una frequenza che copre tutta la piana di Ninive ed anche di una licenza ufficiale di trasmissione in FM sui 104.9 MHz.
«Può essere l’inizio di una Radio Maria per i cristiani iracheni – afferma il direttore, padre Livio Fanzaga -. C’è un contributo di programmi da parte di Radio Mariam (la radio
Maria in lingua araba con programmi diffusi in diversi Paesi, ndr), ma anche una produzione locale propria, che viene realizzata grazie ai nostri tecnici e ai volontari. Inoltre
ci hanno garantito che ci daranno un’altra frequenza verso le zone di guerra. È vero che tanti cristiani sono fuggiti, ma tanti ce ne sono ancora e credo che la Madonna voglia essere vicino a questi che sono rimasti, per dimostrare il conforto di Radio Maria a chi ha
avuto il coraggio di rimanere».

Le prime trasmissioni iniziarono nell’autunno del 2016 proprio per servire i circa 150mila rifugiati cristiano fuggiti in Kurdistan per scampare alla furia assassina dei terroristi del Daesh (Isis) La presenza di Radio Mariam nel mondo arabo è ormai radicata. Ci sono studi mobili, come quelli in Giordania ormai storici. E c’è la possibilità di trasmettere concretamente due o tre volte alla settimana dal Libano. Così come ci sono gli studi mobili anche in Egitto, «ma la situazione è molto pericolosa», ricorda padre Livio. Poi la Siria, dove viene anche trasmessa la Messa da Aleppo.

Per saperne di più su Radio Maria nel mondo CLICCA QUI
Per vedere alcuni video di Radio Maria a Erbil CLICCA QUI

Rassegna Stampa Radiorama Luglio 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.82 di Luglio 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
https://www.air-radio.it/index.php/2018/07/22/radiorama-numero-82/

DAB Receiver “Sales Record” – Another Lobbying Illusion

Sales are not impressive, not even in Norway
(da http://digitalradioinsider.blogspot.com/ 21 maggio 2018)

The WorldDAB organisation reports that almost 12 million DAB receivers were sold in 2017 in Europe and Asia Pacific, a new record for yearly sales. Almost half (5.9m) of the sales were for automotive devices, with key markets showing a significant increase in the number of cars sold with DAB fitted as standard.

The new data published by WorldDAB shows ”strong growth in the uptake of DAB across all major digital radio markets”. The WorldDAB infographic covers DAB receiver sales, population coverage, household penetration, digital radio reach, DAB share of listening and the number of national stations available on DAB – with statistics for ten markets in Europe and Asia Pacific up to the end of 2017. Cumulative sales for DAB receivers have now reached over 65 million for the markets covered: Australia, Belgium, Denmark, France, Germany, Italy, the Netherlands, Norway, Switzerland and the UK. (WorldDAB infographics below)

Patrick Hannon, President, WorldDAB said: The last 12 months have been a strong period for DAB radio. International receiver sales are at their highest level ever – boosted by the switch-off of FM in Norway and strong growth in other European markets. He also says that DAB is increasingly becoming a global standard.

The UK (36 million), Germany (nearly 10 million) and Norway (nearly 6 million) have the largest installed base of receivers.
Read more: 2017: a record year for DAB receiver sales (WorldDAB release)

Sales of DAB radios in Norway in 2018 is not going according to expectations. Prior to the Easter holidays the leading importer and seller of DAV receivers Sahaga AS put a lots of brands for sale at 40-50% discount.
According to its financial analysis the chain Mekonomen concluded that during the first quarter it was negatively affected by significantly lower sales of DAB products in Norway. During the first quarter, a writedown of DAB products in inventories was made which had a negative effect of SEK 20 million on earnings.

  • WorldDAB is an organisation created by public broadcasters and the EBU in the 1990’s in order topromote the DAB technology for terrestrial digital radio. Promoters of other competing system (somemore modern and efficient) lack the power of WorldDAB which is much funded by public means (tv license fees or taxes). The other systems are DRM, HD Radio, DVB-T2 Lite, CDR and ISDB-T.

Analysis
WorldDAB is trying to make bricks without straw. The cumulative sales for DAB receivers presented with infographics by WorldDAB indicates sales of 65 million sets 2008-2017 but the real period is starting already 1995 with the U.K. representing most sales; 55 %. It should also be noted that sales in Norway is not made on a free market driven by consumer demand but rather by coercion. Listeners were forced to switch-over
from FM (and old DAB) to DAB+ in order to be able to listen to national radio. To include this in ”record sales” is just dishonest.

The WorldDAB figures should also be put in a global perspective. There are more than 6 billion FM receivers in the world only to be challenged by 2,5 billion smartphones as a platform for radio listening. It is quite difficult to envisage Patrick Hannon’s vision that DAB is becoming “a global standard”.

As always with its infographics WorldDAB never mention the listeners. How many are really using DAB as a listening platform? There are only five countries with a DAB listening on a weekly basis of more than 10%; the U.K. Denmark, Norway, Australia and Switzerland. And all 220 countries in the world are still using FM radio – even Norway.

For a technology being on the market for more than 22 years an installed based of 65 million receivers it is a record – of failure. There might be some problems as slanted facts presented by a resourceful lobby organisation are being regularly republished without any prior scrutiny by media journalists.

Also & read:

The Illusions of the DAB Radio World Are Worrying
The Impossible Mission: A Global Future for DAB Radio

Small Scale DAB trial to be extended to 2020

(da radiotoday.co.uk 7 marzo 2018) The ten small-scale DAB triallists operating multiplexes around the UK will continue their service till 31 March 2020. By extending the trial period, around 150 radio services will continue to be available to listeners in the test areas. The trial extension will also allow Ofcom to continue gathering useful information to help inform a new, formal framework for licensing small-scale DAB multiplexes across the UK, which is currently in development.

Ofcom expects that interested parties, including the current trial licensees as well as those not taking part, will have the opportunity to apply for such licences under the new framework in 2019.

Multiplexes are on-air in Bristol, Manchester, Portsmouth, London, Cambridge, Aldershot, Brighton & Hove, Norfolk, Glasgow and Birmingham.

David Duffy from Niocast, who runs the small-scale DAB/DAB+ trial in Manchester, told RadioToday:
“Niocast welcomes Ofcom’s extension of the small scale DAB/DAB+ trial to March 2020 which provides our service providers in Manchester and their loyal audiences with a level of continuity. At the same time, we  understand the frustration of the many stations around the country eager to pursue a digital pathway and those who, like us, want to facilitate that by operating small-scale multiplexes.

“Hopefully it won’t be too long before there is a licensing process in place that will allow for a wide scale rollout of small-scale DAB/DAB+ across the country.”

Ten trial licences were awarded in 2015 to parties in different areas who wanted to operate a small-scale DAB multiplex. The trial multiplexes cover a relatively small geographical area compared to local and national DAB multiplexes. The small-scale DAB trials keep costs low by making use of relatively inexpensive transmission equipment and the freely available ‘open-source’ software.

They were extended for a further two years after the initial nine month trial. Ofcom has started the licence variation process with the individual trial multiplex licensees. Their current licences will expire between 30 April and 29 August 2018 if they are not extended. There is no new funding from Government or Ofcom to support trial licensees with on-going running costs.

FM Radio Will Be Retained in South Tyrol


Analogue and digital radio will co-exist also in the future 

Consumer Center South Tyrol welcomes the statement of th regional government that FM broadcasting will continue to function.

Earlier the broadcaster Rundfunkanstalt Südtirol (RAS) had taken the position that the old analogue FM network would eventually coming to a switch-off.

Many radio listeners were worried that their FM radios would then be dead.

Landeshauptmann (the Governor) Dr. Arno Kompatscher has pointed out that the transition plan to digital radio DAB+ ensure universal coverage with FM radio in the future.

This provides for the South Tyrolean radio listeners also in the future the choice between digital and analog radio. Currently, 8 out of 10 radio users listen to analog FM radio, while 1 in 4 users listen to digital radio.
(www.consumer.bz.it)

This is also good news for all drivers of foreign cars and trucks which is not equipped with DAB radio and transiting this automonous Italian region from and to Austria.

This is killing the false statement by the lobby organisation WorldDAB that South Tyrol will switch-off all FM already 2017. Still, Norway is the only country in the world to switch-off its national FM network. (http://digitalradioinsider.blogspot.com/ 14 giugno 2018)

Icasa takes first step to commercial digital radio in South Africa

(da https://techcentral.co.za 13 aprile 2018) Communications regulator Icasa has taken the first step to possibly introducing digital radio broadcasting in South Africa. The authority has published a discussion document on digital sound broadcasting services to solicit feedback from the industry.

South Africa has run several trials involving both digital audio broadcasting (DAB+) and digital radio mondiale (DRM) technology, but no commercial services have been launched to date.

DAB is effectively a digital alternative to the analogue FM band, while DRM is effectively an alternative to AM broadcasts. Both offer better quality and more services than they analogue counterparts.
Icasa said it intends conducting an inquiry into the prospects of implementing a digitalsound broadcasting service in South Africa.

Parties interested in commenting on the discussion document must make representations with 45 days 

“Digital broadcasting service is an audio broadcasting technology aimed at providing superior quality sound broadcasting service using digital communication technology,” the regulator said in a statement. Digital services differ from traditional analogue broadcasting services in that signals can be transmitted successfully at lower transmitter power, Icasa said.

“Digital radio is also easier to use and tune in to than analogue radio,” it said. “Data capabilities of digital radio can be used directly or modified for other related broadcasting activities such as Internet radio.”

Councillor Dimakatso Qocha said digital radio, if and when implemented, could help improve spectrum efficiency and management, and offer more choice for consumers.

Parties interested in commenting on the discussion document must make representations with 45 days. The discussion document is available on Icasa’s website.

TechCentral held a round-table discussion with key figures in the radio industry in South Africa in 2017 where digital radio was discussed in detail. The panellists were Primedia Broadcasting CEO Omar Essack, Southern African Digital Broadcasting Association (Sadiba) chairman Lynn Mansfield, South African DRM consortium member and adviser to Radio Pulpit Chris Joubert, and Dave Cherry, chairman of the Sadiba/National Association of Broadcasters Digital Working Group (focused on DAB+). — (c) 2018 Bloomberg LP

Rassegna Stampa Radiorama Giugno 2018

Rassegna Stampa mensile a cura di Giampiero Bernardini.

Tratta dal numero n.81 di Giugno 2018 di Radiorama, rivista online edita dall’Associazione AIR: www.air-radio.it e scaricabile (assieme ai numeri precedenti) al link:
http://www.air-radio.it/index.php/radiorama/

Per chi volesse scaricare il pdf, potete trovarlo qui:
http://www.air-radio.it/wp-content/uploads/2018/06/Radiorama-n.81-v1.pdf

Deep Decline for Radio Ads in Norway Bad News for DAB Broadcasters

The transition from FM is considered to be the problem. Meanwhile, all good news for local FM radio.


During 2017 national public and commercial radio made a complete with-over from FM to DAB+. Now, media agencies’ investments in radio advertising show that the two commercial networks Radio Norway and P4 in four months have backed from NOK 144.5 million to a turnover of 133.2 million. By April they have backed 7.8 %, says the CEO of the Media Agency, Merete Mandt Larsen to ad business magazine Kampanje. Just
for April development is even worse. Radio ad investments was down by 17%.

It is a difficult market for radio today, not least because of the transition to DAB. There are fewer listening to DAB radio and the range is decreasing, says Jarle Thalberg, Sales Manager, MediaManager GroupM. The
transition from FM to DAB affects P4 and Radio Norway’s main radio channels when many are listening to a broader output with more and niched channels. It’s worrying is that advertisers seem to have lost their desire for radio, says Thalberg.

In this context, local radio advertising sales have not been included. But there are continued reports of significant increased listening and also increasing advertising revenues for local stations, which continues on FM. For example, one of the larger local radio networks with nine stations Jærradiogruppen – has had a 35 percent increase during the first quarter of the year. It is about local advertising as well as national advertising via media agencies. Radio Metro stations reported have doubled their advertising sales.

Local radio continues to be expanded in areas outside the largest cities where FM is still allowed to broadcast. This week Radio Metro received a local radio concession for Osterøy, Masfjorden, Lindås, Modalen, Meland, Austreim, Radøy, Fedje and Vaksdal in Hordaland county (north of Bergen). The concession was obtained after lottery drawing at the Media Authority because there were two applicants.

The current strike at public broadcaster NRK may benefit local radio more than the two commercial networks DAB channels. This is mainly due to the fact that NRK now broadcasts more music in the absence of news
and current affairs content. Local Radio’s regional and local identity and control override the music playlists of the national commercial channels.

Local radio in Norway is owned and operated entirely by Norwegian interests while the national commercial radio is owned by two foreign companies; German Bauer and Swedish MTG.
In neighbouring Finland and Sweden the radio ad business is increasingly good on national FM networks especially for Bauer. No transition to DAB is on the agenda in those countries. In Denmark Bauer is on FM
and DAB but in order to retain its business position Bauer want to stay on FM.

(da http://digitalradioinsider.blogspot.com 18 maggio 2108)

Bright Future for Commercial Radio in Finland

FM radio is secured until 2030. The Baltic Sea region will be DAB free.

January 2020 is the start of a new tenyear
license period for the commercial
radio in Finland. There will be seven
national FM licenses, with a coverage of
at least 75 percent of the population. In
addition, eleven partially national radio networks (at least 40% in household
coverage) are announced as well as a
number of regional and local states.
Among other things, there is room for AM
and also eight stations in Helsinki.
It will be possible to broadcast on three
long/medium wave frequencies in Pori
(92.2 and 1485 kHz) and Tampere (648
kHz). – Commercial radio in Finland
continues to be the most profitable in the
Nordic region and has increased its
turnover by ten percent in April 2018.
There are no concession fees for
commercial radio in Finland.

There are no plans for DAB radio in Finland, which in 2005 decided to use the full spectrum of VHF band III for television only (DVB-T). Sweden and Latvia are other Baltic Sea region countries which have rejected proposals to replace FM with terrestrial DAB. But digital radio listening online is increasingly strong in the three countries thanks to the smartphone population and full coverage and low cost of 4G LTE for mobile
broadband. (da http://digitalradioinsider.blogspot.com)

La RAI vara Radio1Sport: un canale radio interamente dedicato allo sport


(da www.goal.com giugno 2018) Il 14 giugno prossimo partono i Mondiali di calcio in Russia, appuntamento che tutto il globo calcistico attende con ansia e che noi dovremo accontentarci di vedere da soli spettatori, vista la dolorosa eliminazione dell’Italia allo spareggio da parte
della Svezia.

La RAI, che pure ha lasciato la trasmissione televisiva in chiaro di tutte le partite a Mediaset, ha comunque deciso di approfittare dell’hype che circonderà l’inizio della competizione per lanciare proprio nel giorno inaugurale dei Mondiali il proprio nuovo canale radio, interamente dedicato allo sport.

Tra poco più di una settimana, dunque, partiranno le trasmissioni di Radio1Sport, canale digitale che sarà fruibile su Dab, Dab+, satellite, digitale terrestre, web e app, come recita il tweet di presentazione della
nostra emittente pubblica.

Samsung sbloccherà il chip FM sui propri smartphone venduti in Nord America

(Da https://www.tuttoandroid.net) TagStation LLC, la compagnia proprietaria della nota applicazione NextRadio, ha annunciato che anche Samsung si è unita alla lista di produttori di smartphone che ha deciso di sbloccare il chip radio FM sui propri dispositivi.

Come molti altri produttori anche Samsung costruisce smartphone che contengono chip in grado di ricevere il segnale delle radio FM e grazie all’intervento di TagStation, che ha condotto una campagna a favore
dell’operazione, gli utenti nord americani potranno ascoltare gratuitamente le stazioni radio.

In questo modo gli utenti avranno la possibilità di rimanere sempre in contatto con qualcuno anche in caso di emergenze o di calamità naturali, quando la Rete Internet potrebbe non funzionare. Grazie all’applicazione NextRadio i possessori di smartphone Samsung potranno ricevere dunque le classiche stazioni FM, che nel caso di recenti disastri meteorologici hanno consentito a milioni di persone di essere raggiunte con bollettini
e annunci di pubblica sicurezza.

Il nome di Samsung si aggiunge a quelli di LG, Motorola e Alcatel che avevano già sbloccato in precedenza il ricevitore FM sui loro dispositivi.

Appel d’offres en Suisse romande pour des programmes radio DAB+


(da https://www.swissinfo.ch 28 maggio 2018) Comme annoncé, la Commission fédérale de la communication (ComCom) a publié lundi un appel d’offres pour un nouveau réseau DAB+ en Suiss romande. La date limite de dépôt des offres est fixée au 27 juillet prochain.

Le Conseil fédéral a décidé, le 25 octobre dernier, que le DAB+ deviendrait le principal vecteur de diffusion des programmes radio à compter du 1er janvier 2020.

En Suisse romande, plusieurs entreprises ont manifesté leur intérêt pour une couverture DAB+ supplémentaire. Le Département fédéral des télécommunications (DETEC) a donc décidé d’adjuger le nouveau bloc de fréquences DAB+ dans le cadre d’un appel d’offres public.

L’autorité compétente pour octroyer la concession de radiocommunication est la ComCom. Le renforcement de la diversité des médias, la grandeur du bassin de diffusion et la qualité de réception seront les critères
d’adjudication décisifs.

Dès le 1er janvier 2020, le DAB+ deviendra le principal vecteur de diffusion des programmes radio

Radio. La moria delle emittenti religiose e la conversione delle piccole commerciali in comunitarie

(By Redazione, www.newslinet.com 27 maggio 2108) Insieme allo sviluppo della radio digitale sulla tv (DTT, per il quale presto si limiteranno le possibilità d’ingresso) e sul web (quanto a piattaforma distributiva dei contenuti), ci sono altre due tendenze in corso: la chiusura delle radio religiose (generalmente cattoliche) e la trasformazione di piccole emittenti commerciali in comunitarie, usufruendo delle opportunità offerta dall’art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005.

Quanto al primo aspetto, la discesa della saracinesca riguarda una platea eterogenea di soggetti: tocca certamente le radio parrocchiali, quasi sempre sostenute dalle casse delle Chiese di piccoli centri urbani, ma anche importanti stazioni regionali, magari sovvenzionate da Diocesi o da enti di matrice religiosa che si chiedono se la mission (nel vero senso della parola) abbia ancora un senso, alla luce di taluni fattori oggettivi.

Ci si domanda, in particolare, se abbia ancora un fine concreto tenere accesi ripetitori FM per veicolare spesso contenuti altrui (di solito InBlu, piuttosto che Radio Vaticana o qualche altra importante emittente religiosa), stante la difficoltà di produrne di propri, vista la disaffezione di collaboratori (i giovani non sono particolarmente motivati verso un impegno costante nelle radio comunitarie, mentre i volontari storici mollano per sopraggiunti limiti di età). Ma soprattutto, al di là della classica trasmissione delle liturgie religiose, l’interrogativo che serpeggia è: la radio ultralocale rappresenta un mezzo ancora adatto per un efficace proselitismo? Il respiro del web si sente sul collo delle minuscole emanazioni radioelettriche della Chiese. Sempre di più; al punto da spingere a riflessioni economiche ed editoriali oggettive.

Così, sono sempre di più i parroci che abbandonano il colpo; se va bene cedendo la frequenza paesana (ormai) per un tozzo di pane alla rete nazionale di turno, che spesso ha un proprio diffusore limitrofo o isofrequenziale; se va male, spegnendo il trasmettitore o utilizzandolo solo per la diffusione della messa. Le 2000 radio parrocchiali (comunitarie) di trent’anni fa sono un ricordo: sulla carta ne rimangono circa 400 ed il
ritmo di chiusura e impressionante: da due a quattro al mese…

Relativamente allo sfruttamento delle opportunità ex art. 27 c. 6 del D. Lgs. 177/2005, ricordiamo che tale disposto normativo consente “alle emittenti di radiodiffusione sonora operanti in ambito locale di ottenere che la concessione precedentemente conseguita a carattere commerciale sia trasferita ad un nuovo soggetto  avente i requisiti di emittente comunitaria“ (NB: si tratta di un processo irreversibile, nel senso che una volta variato il carattere concessorio da commerciale a comunitario non si può più tornare indietro.

Tuttavia, considerati i vincoli cui sono soggette le emittenti commerciali (gestione di una società, di persone o di capitali; due dipendenti; sopravvenute ridotte possibilità di conseguire contributi governativi) e che il tetto pubblicitario del 25% loro concesso difficilmente viene sfruttato, ben si può comprendere come i limiti delle comunitarie non siano così insostenibili. Meglio, cioè, subire un tetto del 10% a fronte di spot venduti con maggiore dignità di listino, senza però soggiacere all’insostenibile onere dei due dipendenti e dei costi di gestione societaria, che un default concreto.

Certo, l’orgoglio degli editori può subire un contraccolpo nel trasferire la propria radio ad una associazione perdendo il carattere commerciale per conseguire quello comunitario; ma è sempre meglio che dover alzare
bandiera bianca. Soprattutto se le possibilità di restare sul mercato ci potrebbero essere ancora a fronte di una riduzione dei costi d’esercizio. Così, del migliaio di titoli concessori formalmente in circolazione, sono
ormai sempre di più quelli che passano da commerciale a comunitario, diminuendo nel contempo il novero delle stazioni con velleità strettamente d’impresa. D’altra parte, la vecchia FRT (oggi Confindustria Radio Tv)
aveva sempre sostenuto che il mercato poteva sostenere non più di 300 emittenti commerciali, ad esser generosi (qualcuno oggi dice che siano 200). Ed effettivamente, ancorché a quasi 30 anni di distanza dal
proclama, questo è l’assetto che il sistema sembra assumere.

“Tra il 2016 ed il 2017 abbiamo curato numerosissime pratiche di trasferimento di emittenti commerciali verso enti in possesso dei requisiti per gestire un’emittente comunitaria“, dichiara Giovanni Madaro,
responsabile dell’Area Affari Economici di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico), che, confermando nel 2018 la prosecuzione del trend, precisa: “Lo stesso Ministero dello
Sviluppo Economico ci conferma che è in corso un trend notevole in tale direzione, soprattutto nelle aree più sofferenti dal punto di vista economico”.“A ciò si aggiunge un secondo fenomeno, altrettanto rilevante: quello delle piccole radio che migrano dall’FM alla tv – continua Madaro -. La radio è ascoltata per quasi il 90% in auto, ma solo a condizione che la frequenza FM sia sintonizzabile lungo tragitti di lunga percorrenza diversamente essa non entra nelle preselezioni delle autoradio (e quindi è sconosciuta alla quasi totalità dell’utenza o, per dirla diversamente, è ERP al vento). Le concessionarie di auto spesso effettuano dei check sulle autoradio delle vetture in manutenzione per verificare quali sono le stazioni memorizzate, al fine di stabilire su quali investire pubblicitariamente.

Ebbene, fermo restando che difficilmente l’automobilista va oltre le prime sei preselezioni (di cui quattro sono quasi sempre le top radio nazionali), nella quasi totalità dei casi le emittenti con raggio operativo inferiore ai
30-50 km non entrano nelle memorie. A questo punto, la riflessione è oggettiva: se devo limitare il mio potenzialità d’ascolto all’indoor, dove ormai c’è solo un ricevitore FM ogni due case (fenomeno in corso in
tutto il mondo tecnologicamente evoluto, come dimostra un recente rapporto USA di cui abbiamo dato conto ieri), tanto vale puntare a cambiare vettore migrando sulla tv, dove almeno c’è la certezza di avere
quantomeno due televisori per casa.