Un minuto di silenzio in radio per le esequie di Papa Francesco

Un minuto di silenzio in radio per le esequie di Papa Francesco

26 Aprile 2025

Sabato 26 aprile, alle ore 10.00, le radio italiane si sono fermate in un silenzio profondo e condiviso.

In contemporanea con l’inizio delle esequie solenni di Papa Francesco, le emittenti radiofoniche italiane — pubbliche e private — hanno osservato in buona parte un minuto di silenzio per rendere omaggio alla memoria del Pontefice scomparso lunedì mattina, all’età di 88 anni. Alcune reti hanno preferito trasmettere un brano di musica classica, mentre Radio Globo ha proposto un messaggio di forte impatto del Papa, diventato poi 'virale' sui social (che riportiamo in coda a questo articolo).

La decisione, comunicata ufficialmente dagli Editori Radiofonici Associati, rappresenta un gesto corale di adesione al lutto nazionale proclamato dal Consiglio dei ministri, che ha voluto così riconoscere il valore universale della figura di Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, primo pontefice proveniente dall’America Latina, primo gesuita sul soglio di Pietro e guida della Chiesa cattolica per oltre un decennio.

“Alle ore 10:00 del 26 aprile, in occasione della celebrazione dei funerali”, si legge nella nota congiunta delle emittenti, “tutte le radio hanno deciso di osservare un minuto di silenzio come atto solenne e di commemorazione per il defunto Papa”.

Un momento che si preannuncia carico di intensità simbolica: un’Italia che si ferma, nel silenzio collettivo, per ricordare il Papa che ha segnato un’epoca.

Le radio pubbliche e private hanno sospeso la programmazione in corso per lasciare spazio a un "vuoto sonoro" che sarà tutt’altro che assenza. Una pausa piena di significato, capace di unire milioni di ascoltatori in un gesto semplice ma potente, che attraversa territori, culture, sensibilità.

Papa Francesco è stato un protagonista del nostro tempo, non solo per la sua guida spirituale ma anche per la sua costante attenzione alle fragilità del mondo: il grido dei poveri, il dramma dei migranti, la crisi climatica, i conflitti dimenticati. La sua voce si è fatta spesso megafono delle istanze più urgenti dell’umanità. Quel minuto di silenzio, sabato mattina, è stato anche un modo per ascoltare ancora una volta tutto ciò che ha rappresentato.

Non è la prima volta che il mezzo radiofonico si fa veicolo di partecipazione nazionale. Ma in questo caso, più che mai, la radio dimostra la sua forza unica: quella di unire le persone, anche nel silenzio. E proprio in quel silenzio — condiviso da studi di registrazione, redazioni, conduttori e ascoltatori — risuona forse il messaggio più potente.

 

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