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Non ancora la Radiotelevisione Italiana che conosciamo oggi, ma le Radio Audizioni Italiane.
La sua storia si intreccia con gli ultimi tempi della Seconda Guerra Mondiale.
La radio nel nostro Paese aveva avuto origine vent'anni prima, nel 1924 col nome di URI (Unione Radiofonica Italiana), diventata nel 1927 EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche).
Nel 1943 – con il graduale arrivo degli Alleati che partì dal Sud-Italia – anche la radiofonia italiana si spaccò letteralmente in due, con le stazioni radio di Palermo, Napoli e Bari gestite dal Psychological Warfare Branch (organismo del governo militare anglo-americano incaricato di esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione di massa italiani tra il ’43 ed il ’45) e quelle del Nord che divennero organo della Repubblica Sociale Italiana.
Il 26 ottobre 1944, tramite decreto legislativo luogotenenziale, l’EIAR fu riaperta nell’Italia liberata con la nuova ragione sociale Radio Audizioni Italiane (RAI), che aveva come socio di maggioranza la SIP, all’epoca acronimo di Società Idroelettrica Piemontese, prima che si trasformasse (negli anni ’60) in Società Italiana per l’Esercizio Telefonico.
Fu solo nel dicembre 1945, però, che il sistema radiofonico italiano – come riportano varie fonti – fu riunificato sotto la RAI e nel 1946 i trasmettitori superstiti furono organizzati in due reti: le stazioni dell’Italia centromeridionale vennero costituite nella “rete rossa”; mentre le stazioni dell’Italia settentrionale diventarono la “rete azzurra”.
La rete azzurra aveva sede a Torino con uffici decentrati a Milano e comprendeva le stazioni di Torino I, Milano I, Genova I, Bologna, Venezia, Verona, Padova, Bolzano, nonché quelle di Roma II, Napoli II e Bari II; mentre la rete rossa aveva sede a Roma con uffici a Firenze e comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, San Remo, nonché Torino II, Milano II e Genova II.
Nel 1950, venne creato il Terzo Programma radiofonico, il primo tra quelli attivi ad essere trasmesso in modulazione di frequenza. Alla fine del 1951, il palinsesto radiofonico fu ristrutturato intorno a tre programmi nazionali: il Programma Nazionale generalista, il Secondo Programma di intrattenimento leggero e il neonato Terzo Programma culturale. Grosso modo, il Programma Nazionale proseguiva la rete rossa, mentre il Secondo Programma era la continuazione della rete azzurra.
Dopo varie sperimentazioni, il 3 gennaio 1954 la RAI diede il via ai primi programmi televisivi, affiancando il servizio video a quello radiofonico.
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