Radio Fiemme: “Lunedì festeggiamo i nostri primi 50 anni”

Qual è stata la prima radio privata italiana?

Forse la risposta definitiva non si avrà mai, in diverse ne rivendicano il primato.

Tra queste c’è Radio Fiemme, emittente locale dell’omonima valle trentina che lunedì 3 luglio festeggerà i primi 50 anni di attività.

A fondarla fu Tarcisio Gilmozzi con il figlio Giuliano, con diffusione locale e inizialmente limitata a trasmettere un paio d’ore la domenica pomeriggio, per poi gradualmente espandersi fino alle 24 ore quotidiane.

Lunedì saranno visitabili gli studi dell’emittente, che ha sede in Piazza Italia a Ziano di Fiemme (Tn), ex sede della Cassa Rurale di Ziano.

A prenderne le redini, dal 2021, sono stati due giovani imprenditori: Luca De Marco e Alessandro Arici (nella foto, da vitatrentina.it).

Le frequenze FM di Radio Fiemme sono 103.7 e 104.0, la prima per Fiemme e Cembra, la seconda per Fassa.

In tutto il Trentino si ascolta in DAB+ ed è ovviamente presente sul web all’indirizzo radiofiemme.it.

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La battaglia vinta contro il Covid 19 dell’editore di Radio Italia Anni 60 Trentino

C’è un’altra battaglia vinta contro il coronavirus.

È quella di Alessandro Raffaelli, editore di Radio Italia Anni 60 Trentino, che in questi giorni è stato intervistato da alcune testate regionali quali “L’Adige” e “Trentino TV”.

Raffaelli ha riscontrato i primi sintomi il 27 febbraio, dopo il precedente weekend con diversi impegni professionali a Milano, tra la “Settimana della moda” ed incontri con discografici.

L’iter è quello di tanti: improvvisa febbre alta e fatica a respirare, ma il ricovero non è stato immediato ed i tamponi erano ancora pochi.

“Il 5 marzo” – racconta Raffaelli – “ho preso l’iniziativa: ho chiamato l’ambulanza e sono venuti a prendermi con lo scafandro. Ero positivo e sono stato ricoverato in isolamento, tra i primi del Trentino, con ossigeno ma non intubato”.

Tra pesanti antivirali e cure specifiche, il graduale percorso verso la guarigione dell’editore di Radio Italia Anni 60 Trentino – che ringrazia la professionalità e la delicatezza del personale sanitario – è durato oltre un mese. Dopo ben quattro tamponi, da pochi giorni può definirsi guarito.

Alessandro Raffelli tornerà al lavoro dopo Pasqua, ma intanto ammonisce tutti: “Non ci si lamenti di stare in casa” – dichiara – “perché gli intubati vivono peggio mentre noi possiamo leggere, guardare la tivù, ascoltare la radio, fare cucina”.

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