Sono passati ormai quarant’anni da quando Radiomusica esordiva a Milano, ai tempi sui 95,450 MHz e una postazione cittadina. Negli anni la radio ha sviluppato la rete lombarda, cambiando spesso frequenza e postazioni. Ma ascoltandola oggi, nella nuova veste di radio/televisione online, possiamo affermare che una cosa non è cambiata: l’attenzione alla musica che viene da Napoli e di conseguenza ai suoi artisti.
Abbiamo recentemente avuto occasione di intervistare l’editore e voce storica di Radiomusica Gaetano Risi: quello che segue il resoconto della nostra conversazione che potete ascoltare direttamente nel podcast a questo indirizzo.
L’intervista
Marco Hugo Barsotti: Presentati per chi non ti conosce.
Gaetano Risi: Sono Gaetano Risi, editore di Radiomusica, gruppo che nasceva nel 1983 a Milano.
MHB: La storia di Radiomusica penso sia interessante visto che ha così tanti anni di vita. Raccontacela…
GR: Siamo partiti con l’FM nell’83 e poi man mano, come tutti, abbiamo incominciato a scegliere delle zone di copertura non solo a Milano ma in vari impianti in Lombardia. Negli anni abbiamo cercato sinergie con altre aziende che stavano acquisendo impianti per le loro reti nazionali. Siamo stati tra i primi a Milano, poi abbiamo cambiato frequenza più volte fino ad arrivare ai 94 (93.950 poi arrotondati) dove siamo rimasti diversi anni. Poi lo abbiamo ceduto a Radio Classica e ci siamo concentrati sul web.
Programmazione e contenuti
MHB: Prima di arrivare al web, che tipo di programmazione e contenuti avevate?
GR: All’inizio, per distinguerci, abbiamo puntato sulla musica napoletana, uno spazio che ancora oggi non abbiamo abbandonato anche se ridotto.
MHB: Oggi siete diventati una radio online al 100%. Niente FM o DAB. Vi mancano le frequenze FM o siete soddisfatti così?
GR: Essere ancora qui oggi è già un successo, tra Covid, perdita di investitori pubblicitari ecc. Siamo soddisfatti della scelta di puntare sul web per allargare il bacino di utenti, anche se all’inizio gli smartphone non erano ancora diffusi. Siamo stati pionieri.
MHB: Rispetto al passato, com’è cambiato il vostro pubblico?
GR: Purtroppo i radioascoltatori più anziani li abbiamo persi, ma erano destinati a scomparire comunque. Questione di età. Oggi siamo seguiti soprattutto all’estero grazie alla musica napoletana, ma è difficile avere dati precisi dagli aggregatori. Riceviamo però feedback diretti tramite social e messaggistica. Quindi posso dire che si, abbiamo perso ascoltatori ma li avremmo persi anche con l’FM, in quanto…
MHB: …in quanto passavano a miglior vita, esattamente come mi avevano detto a Europa Radio. Ma poi loro sono rinati online e voi pure…
GR: Esatto: posso dire che online abbiamo acquisito ascoltatori.
Radiotelevisione
MHB: Avete anche un canale TV. Quanto è importante?
GR: È importante per raggiungere chi non ha più il classico radioricevitore in casa. I palinsesti sono diversi tra radio e TV. Stiamo valutando anche la radio digitale ma per ora ci concentriamo sulle app e sullo streaming.
MHB: Alcune radio puntano sulla prominenza, cioè essere in zone particolarmente visibili nelle varie app. Voi fate test di posizionamento per aumentare l’ascolto?
GR: Non è una priorità per noi essere in alto. Chi ci cerca sa dove siamo. Preferiamo il passaparola e i download delle nostre app. Siamo felici di come stanno andando le cose con la nostra “creatura”.
I giovani e la radio
MHB: Cosa ne pensi del futuro della radio tra 10-20 anni? I giovani la ascoltano sempre meno.
GR: Secondo me può resistere ancora, i ragazzi di oggi quando saranno adulti potrebbero riscoprirla. La radio è sempre stata tramandata tra generazioni, se dovrà essere ci vorrà comunque tempo prima che muoia definitivamente.
MHB: Hai qualcos’altro da aggiungere che non ti ho chiesto?
GR: Voglio ricordare i bei tempi di Radio Milano Palmanova, la prima dove ho lavorato.
Momenti indimenticabili che hanno alimentato la mia passione per la radio.
Ma lasciami concludere guardando avanti: siamo felici di continuare la nostra avventura e vedere cosa succederà con il prossimo switch off FM. Sarà una democratizzazione interessante. (M.H.B. per FM-World)