Luca Viscardi, ospite martedì 28 aprile alle 21.00 del “Salotto FM-world”

Martedì 28 aprile torna un nuovo appuntamento con il “Salotto FM-world”.

Ospite dell’incontro via web, che si terrà come sempre alle 21.00 sulla pagina Facebook di FM-world, sarà Luca Viscardi.

Lo station manager di Radio Number One si confronterà con la nostra community per parlare di radio in periodo di emergenza, di smart working, di tecnologia e del futuro del mezzo.

Durante la serata, moderata da Nicola Franceschini, interverranno speaker e addetti ai lavori che animeranno il dibattito con Viscardi.

La location è come sempre www.facebook.com/fmworld

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Covid 19: Luca Viscardi racconta al Tg1 la battaglia vinta

Luca Viscardi testimone della propria terribile esperienza, legata al coronavirus, al Tg1.

È successo nell’edizione delle 20.00 di domenica 5 aprile, quando lo station manager di Radio Number One è stato intervistato dalla giornalista Felicita Pistilli.

Nel servizio, Viscardi ripercorre quando ha vissuto nell’ultimo mese, dal momento del ricovero, alle infinite giornate in cui ha lottato contro il virus, fino all’inizio della ripresa.

Oggi non è ancora completamente guarito, ma si sta riabilitando in una struttura ospedaliera di Bergamo, dopo tre settimane di ricovero all’ormai noto Papa Giovanni della stessa città.

Viscardi conclude il suo discorso, dicendo che è una battaglia che si può vincere, sebbene la malattia sia devastante.

Il servizio tg è disponibile cliccando QUI.

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]

Luca Viscardi verso la ripresa dopo il Covid 19: “Meglio due giorni in più in casa dell’incubo da cui mi sono svegliato”

Luca Viscardi si sta lentamente riprendendo dal coronavirus, dopo 26 giorni in ospedale.

E’ lo stesso station manager di Radio Number One a comunicarlo, in un post ripreso dalla propria emittente.

Di Viscardi, finora, avevamo volutamente scelto di parlarne poco o nulla, in attesa di notizie più rassicuranti che sono finalmente arrivate.

In realtà, come spiega il noto speaker, si tratta dell’inizio della fase 2, in quanto viene “trasferito in una struttura dove dovrò solo terminare le cure contro i danni collaterali del virus, in particolare quelli creati da una polmonite così persistente”.

“Sono stato in ospedale 26 giorni” – racconta – “io ho subito pensato di avere il fisico che sembra una mozzarella andata a male e invece mi dicono che la mia degenza sia nella norma, se non addirittura un pelo inferiore a quella di altri. Giusto per capire come funziona quella che “tanto é poco più di un’influenza”“.

In un lungo post, che riportiamo integralmente in coda a questo articolo, Viscardi racconta esperienze personali, vissute al Papa Giovanni di Bergamo, con una profonda riflessione finale, relativa alla solitudine che si prova, per via dell’isolamento fisico da tutti, familiari in primis.

“Ho la sensazione che questo particolare aspetto stia passando un po’ sotto traccia” – sottolinea – “e possa invece essere il terzo vero problema odierno dopo quella della salute e quello economico. Non dimentichiamolo. Io non tornerò ancora dalla mia splendida famiglia, ma oggi faccio un passo verso la normalità e quella maledetta agognata pizza per cui ormai potrei davvero fare gesti criminali. Vi ho annoiato a morte, perdonate la lunghezza: state al sicuro e fate di tutto per evitare questo inferno. La battaglia si vince, ma meglio due giorni in più in casa dell’incubo da cui mi sono svegliato“.

A Luca Viscardi e a tutti coloro che stanno superando brutta parentesi (compresi diversi radiofonici), la speranza di un ritorno quanto prima alla vita di sempre.

Luca Viscardi: “La radiofonia ha bisogno di forze giovani per intercettare i gusti dei loro coetanei”

Il 2020 è cominciato con cambiamenti e novità per Radio Number One.

La superstation lombarda, facente parte di un importante gruppo editoriale che spazia da Radio Nostalgia a One Dance, fino a Radio Millenote ed altre reti, è prossima a partire per Sanremo, dove sarà in diretta per tutta la settimana del Festival, ma sta lanciando anche un palinsesto parzialmente rinnovato dall’inizio dell’anno.

Abbiamo fatto un’ampia chiacchierata con Luca Viscardi, che di Number One ne è una delle voci e dei nomi più popolari (oltre che Station Manager), per fare il punto su vari aspetti.

* Partiamo da Sanremo: manca pochissimo alla partenza del Festival e Radio Number One sarà una delle emittenti presenti a raccontare la kermesse e ciò che ci gira intorno. Che cosa proporrete durante l’evento? Dove sarete e come sarà composto il vostro staff in loco?

Radio Number One torna anche quest’anno a Sanremo, ma lo farà con una postazione rinnovata. Trasmetteremo in diretta dal Miramare Palace Hotel dalle 9.00 del mattino. Nelle prime tre ore saremo, come da palinsesto, io e Laura Basile, ma fino alle 20.00 garantiremo collegamenti e aggiornamenti su tutto ciò che accade attorno al Festival. Abbiamo siglato un accordo con CityNews, il circuito delle testate Today, che ci informerà in tempo reale dall’ufficio della sala stampa dell’Ariston. Sarà una settimana ricca di sorprese in compagnia del nostro staff.

* A proposito di staff, Radio Number One ha recentemente modificato parte del palinsesto, tra new entry e voci che hanno lasciato la radio. Ci puoi descrivere i principali cambiamenti di queste ultime settimane?

Dall’inizio del 2020 abbiamo introdotto una novità importante che è quella di un nuovo morning show condotto da Alex Peroni insieme a Patrizia Zani, Sergio Sironi e Claudio Chiari. Tutto questo è avvenuto in seguito alla scelta di Grant Benson di lasciare la radiofonia e che ci ha fatto ripensare il primo mattino di Number One. E’ cambiato il taglio del programma e le prime settimane ci stanno già dando tanta soddisfazione. Ti segnalo, tra i momenti più apprezzati dal nostro pubblico, una gag di Sergio Sironi dove interpreta il “doppio Conte”, una miscela tra Presidente del Consiglio e l’allenatore dell’Inter che sta diventando un piccolo “tormentone” del nostro morning show. Altra novità importante è Filippo Marcianò che va a rinnovare la fascia serale. Per il resto abbiamo più o meno confermato il nostro palinsesto.

* Sono usciti in questi giorni i dati RadioTER. Al di là dei vostri risultati e di quelli altrui, ciò che ha colpito è la presa di posizione della Rai che ritiene la metodologia superata e poco affidabile. Tu che ne pensi? Servirebbe una nuova indagine per ottenere risultati più attendibili?

Sul fronte delle indagini, credo non ci siano mezzi termini sul giudizio del gruppo che rappresento. Noi da anni consideriamo la metodologia telefonica, superata, obsoleta e poco attendibile. Siamo stati felicissimi di affrontare il test del meter qualche anno fa. Continuiamo a pensare che condizionare le scelte editoriali su dati che vengono forniti una volta sei mesi e che arrivano con settimane di ritardo, sia un modo fuori dal tempo per “misurare” il lavoro che svolgiamo quotidianamente. Siamo a favore del meter e di un profondo rinnovamento dell’indagine. I dati dello streaming, peraltro, sono sempre più importanti e spesso ci danno indicazioni molto diverse da quelli rilevati dalle indagini di ascolto. Quindi se lo streaming è fortemente distonico rispetto all’indagine basata sul ricordo, probabilmente è arrivato il momento di una forte riflessione su come misurare i dati d’ascolto.

* Torniamo a parlare di voi. Il gruppo Number One è ampio e complesso, con emittenti per i più svariati target. Come vedi la radiofonia nei prossimi anni (sia del vostro gruppo sia in generale), anche e soprattutto in vista di un crescente interesse da parte dei giovani verso piattaforme alternative al mezzo quali Spotify, Youtube, i podcast. Come potrà la radio risultare attrattiva ad un pubblico che oggi dispone di una varietà di canali per trovare musica, intrattenimento e informazione?

Devo essere sincero. La domanda su che cosa sarà la radio domani è qualcosa che mi assilla di giorno e di notte. Penso che sia difficile fare proiezioni, non dico a lungo ma anche a medio termine. Le stesse abitudini della popolazione più giovane sono un qualcosa di molto più complesso di quanto si possa pensare. Vi faccio un esempio che mi riguarda da vicino: mio figlio ha 8 anni e per lui l’ascolto “on demand” è la cosa più naturale che esista. Però sapere che la radio passa certi brani e li considera “forti”, condiziona in parte le sue scelte, per cui non ne è totalmente estraneo o indifferente. Dobbiamo quindi porci il problema su quali prodotti interessino ad un pubblico giovanile. L’intero mercato deve porsi la domanda su quale sia l’offerta per adolescenti e neo-maggiorenni. Da anni consideriamo la musica dance un formato per catturare i giovani (e credo sia un concetto sbagliato), dall’altro fatichiamo a trovare un linguaggio che sia stimolante per loro. Quando nascevano le radio che oggi si sono strutturate e radicate, erano fatte da giovani e chi le ascoltava lo sapeva e lo percepiva. Oggi invece gli speaker sono quasi tutti adulti/molto adulti che presumono di poter interpretare il gusto di persone con quarant’anni di meno. Questo probabilmente è l’errore strutturale più grande che stiamo facendo.

* In sintesi, dunque, che cosa bisogna fare per riavvicinare adolescenti e giovani adulti alla radio?

Credo si debbano inserire forze giovani, con un impeto creativo superiore rispetto a quanto offre la radio oggi, ma soprattutto con la capacità di intercettare il gusto dei propri coetanei che chi ha la mia età oggi non è più in grado di fare.

* FM-world –> per contatti e segnalazioni: [email protected]