Al via Radio Nizza: nasce la radio per gli italiani in Costa Azzurra

Debutta il 2 giugno, Festa della Repubblica, la radio digitale per la comunità italiana presente nel Dipartimento delle Alpi Marittime.

Nata nel 2018 come “podcast magazine”, anticipando quella che è poi diventata la realtà della fruizione audio dei contenuti on-demand, su Radionizza.fr inizia una nuova era per Radio Nizza.

Un canale di musica internazionale che attraversa i generi e le epoche, un melange di suoni e informazione locale francese in lingua italiana all’insegna del cosmopolitismo che contraddistingue il Sud della Francia.

Cuore italiano, spirito francese e vocazione internazionale contraddistinguono la redazione di Radio Nizza che ogni settimana propone rubriche di pubblica utilità, approfondimenti dedicati alle bellezze del territorio della Costa Azzurra, interviste agli italiani che qui lavorano e hanno messo nuove radici, proposte per vivere il tempo libero.

Radio Nizza si attesta come unica fonte di informazione audio (anche se non mancano articoli sulle pagine del sito) presente nel territorio francese della Région Sud PACA.

Dal 2 giugno dunque l’offerta per gli ascoltatori di Radio Nizza raddoppierà: su Radionizza.it saranno sempre disponibili ogni settimana i podcast (come su tutte le piattaforme di streaming e gli smartspeaker), mentre su Radionizza.fr è già attivo lo streaming, come pure sull’aggregatore FM-world alla sezione “radio world”.

Responsabile dell’emittente è Marco Casa che, contattato da FM-world, ci spiega che dopo 5 anni in podcast-magazine, con il gruppo iniziale che si è allargato, si è deciso di “creare una radio in italiano, che parli di Francia per gli italiani che vivono in loco”.

“Siamo di fatto l’unico presidio italiano nel sud della Francia”, sottolinea con orgoglio.

La musica avrà la sua importanza con hit internazionali, francesi e qualche richiamo all’Italia.

“La ‘Promenade de la Musique'” – ci spiega Casa“sarà il claim della nostra playlist, richiamando la celebre Promenade des Anglais di Nizza”.

Radio Nizza si rivolge dunque ad italiani, italiani in Francia, italiani di più generazioni che sono ormai francesi ma non dimenticano le proprie origini, oltre che ai francesi stessi innamorati dell’Italia.

“Abbiamo un archivio frutto di anni di lavoro e costantemente aggiornato che comprende approfondimenti tematici su arte, luoghi di interesse turistico e culturale, gastronomia, cittadinanza e curiosità e che inseriremo in onda regolarmente. Oltre ovviamente alle news, prodotte giornalmente e con un importante compendio a fine settimana. Il tutto” – conclude Casa“sotto forma di contenuti agili e di piacevole ascolto, proposti ogni 15 minuti di ottima musica”.

Infine, in casi particolari si sta pensando anche ad eventuali dirette, in concomitanza di iniziative particolari.

Non resta che attendere il 2 giugno per entrare nelle atmosfere di Radio Nizza, pronta per far assaporare a tutti la Costa Azzurra e le sue eccellenze.

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“L’Ora della Venezia Giulia”: come seguire il programma per la comunità italiana di Slovenia e Croazia

“L’Ora della Venezia Giulia” è la trasmissione prodotta dalla Sede Rai del Friuli Venezia Giulia che si rivolge alla Comunità Nazionale Italiana di Slovenia e Croazia.

Diffuso fino allo scorso 10 settembre in onde medie sui 936 KHz di Venezia, con la disattivazione degli AM Rai il programma è rimasto in onda esclusivamente in streaming e via satellite.

Nell’ultimo fine settimana, “L’Ora della Venezia Giulia” è stato tuttavia trasmesso (provvisoriamente?) anche su un canale FM veneto di Rai Radio1, confermato da diverse segnalazioni giunte alla nostra redazione.

Ora il contenitore, che si apre alle 15.45 con il notiziario realizzato dalla Tgr e a cui segue “Sconfinamenti” di Massimo Gobessi, continua ad essere diffuso esclusivamente su canali digitali.

Nel dettaglio, è presente in streaming sul sito web di Rai Friuli Venezia Giulia (disponibile cliccando QUI), sull’applicazione Rai Play Sound e in chiaro sul satellite 13.0°E Hot Bird 13C frequenza 11766,00 MHz polarizzazione V 52 HB9 Europa DVB-S2 8PSK 29900 3/4 (canale 638 di tivùsat).

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Rai Storia celebra Guglielmo Marconi in uno ‘speciale’

Novant’anni fa, Guglielmo Marconi accendeva da Roma ‘via etere’ i fari della statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro.

In occasione dell’anniversario dello storico evento, Rai Storia dedica una puntata speciale al celebre inventore bolognese del programma “Italiani”.

È il 12 ottobre del 1931 quando, in un lussuoso appartamento in via Condotti, a Roma, un uomo spinge il pulsante di un trasmettitore. Quel gesto dà il via a qualcosa di magico: un flusso di invisibili onde attraversa l’oceano Atlantico e raggiunge la capitale del Brasile, Rio de Janeiro, a più di 9 mila chilometri di distanza, dove accende i fari che illuminano una statua, appena terminata e destinata a diventare una nuova meraviglia del mondo: la statua del Cristo redentore.

È l’ennesima prova della potenza e dell’efficacia della telegrafia senza fili, la nuova tecnologia wireless che, grazie alla trasmissione delle onde elettromagnetiche, unisce popoli e continenti. Ma chi è quell’uomo che, con la semplice pressione di un dito, ha acceso il Cristo Redentore a Rio e l’anno prima il municipio di Sidney, ancora più lontano, e sempre nel ‘31 ha portato la voce del Papa nel mondo grazie alla “Stazione Radiofonica Vaticana” da lui progettata? È un inventore, uno scienziato, un imprenditore italiano, si chiama Guglielmo Marconi, e sta portando l’uomo nel futuro. È lui il protagonista del nuovo appuntamento con Paolo Mieli e con “Italiani”, in onda in prima visione martedì 12 ottobre alle 22.10 su Rai Storia.

La sua avventura nasce più di 30 anni prima, nel 1895, quando, senza una laurea e nemmeno un diploma alle spalle, ma armato solo di ingegno, passione e ambizione, il giovane Marconi, con lo stesso gesto, la pressione di un dito sul tasto di un trasmettitore, emette un segnale che parte dal giardino della casa paterna, a Pontecchio, nei pressi di Bologna, percorre due chilometri, scavalca una collina, la collina dei Celestini, e raggiunge un ricevitore posto in mezzo alla campagna.

È quella la prima trasmissione di telegrafia senza fili nella storia. Ma nel giro di soli 6 anni quei 2 chilometri diventano più di 3 mila e i segnali di Marconi scavalcano l’Atlantico e uniscono le sponde dell’Inghilterra con quelle del Canada. Quegli stessi segnali, emessi da navi in movimento, salveranno le vite in mare, porteranno voci, musiche e messaggi nel mondo attraverso la radiofonia e ci permetteranno di vedere le stelle e studiare l’universo attraverso la radioastronomia. Ma tutto parte da lì, dalla pressione di quel dito su un tasto, dal semplice gesto di quel giovane sognatore, Guglielmo Marconi. Un inventore, uno scienziato, un imprenditore? Gli americani lo definiranno un mago, the “wireless wizard”.

(Comunicato stampa)

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La voce che ha unito le minoranze: compie 70 anni Radio Capodistria

Radio Koper Capodistria festeggia settant’anni di attività.

A ricordarlo è l’emittente stessa che, attraverso il proprio sito internet, sottolinea che il 2019 “è una data importante, perché è anche scontato dire che settanta anni sono tanti, per una emittente che ha attraversato un arco di tempo molto travagliato, non facile per queste terre”.

Nata esattamente il 25 maggio 1949 col nome di Radio Trieste Zona Jugoslavia, l’emittente ha dato voce a diverse storie.

Il primo intento era quello di essere cassa di risonanza del regime jugoslavo, “contribuendo all’apertura di quest’area verso l’occidente durante la cortina di ferro”.

Negli anni si è sviluppata in due programmi, due emittenti autonome ben distinte all’interno del sistema pubblico della radiotelevisione slovena. Quello che dà voce alla popolazione slovena e la versione che dà voce alla comunità italiana del territorio.

Un lavoro che svolge “anche oggi – riporta il sito – malgrado le difficoltà che ci sono fra la Slovenia e la Croazia, malgrado il confine che divide l’Istria. Malgrado i nuovi nazionalismi o sovranismi, che rendono più difficile il dialogo alla sopravvivenza delle minoranze”.

Negli anni, Radio Capodistria è cambiata molto. Ha attraversato la caduta del muro di Berlino, che ha segnato la disfatta dei regimi comunisti e la nascita di nuovi Stati. Ha attraversato le crisi economiche che hanno provocato, o sono state usate come pretesto per provocare drastici tagli agli organici della radio.

Il sito della radio conclude dicendo che “dopo settanta anni siamo ancora qui, ventiquattro ore al giorno in lingua italiana e con buona musica, con un nostro pubblico, che c’è. E siamo anche cresciuti su nuove piattaforme”.

E tra le tante nuove modalità digitali di diffusione, Radio Capodistria resta ancora viva anche sul canale che l’ha resa celebre al pubblico italiano: i 1170 KHz in onde medie.

Per gli utenti satellitari, l’emittente è presente sul canale 700 di Sky e sul 657 tra le radio di TiVuSat.