Le radio e gli eventi di massa: che cosa potrebbe succedere in futuro?
L’Italia sta attraversando uno dei suoi momenti più difficili con l’emergenza coronavirus.
Molte emittenti stanno facendo trasmettere i propri speaker da casa o da studi alternativi, per eliminare il potenziale rischio di contagio.
Le forti restrizioni di questo periodo dovrebbero aiutare a contenere la diffusione del virus, di cui – come ha sottolineato il premier Conte – si potrebbero vedere i primi effetti tra un paio di settimane.
Ammesso che, come tutti ci auguriamo, questo possa avvenire nel più breve tempo possibile, che cosa potrebbe succedere nella prossima estate per gli eventi pubblici, spesso legati anche a brand radiofonici?
Prevederlo oggi è pressochè impossibile, debellare un virus diffuso in ogni parte del mondo richiede periodi medio-lunghi, ma se anche dovessimo ritenerci “sanati” entro maggio o giugno, sarebbe rischioso proporre serate di piazza o iniziative che richiamino folle di persone?
Al momento – giustamente – nessuno si pronuncia e tutti sperano che la stagione più calda possa farci dimenticare questo momento di forte stress, ma non è da escludere che la paura a stare troppo vicini e accalcati possa condizionare – anche nel medio/lungo periodo – i comportamenti futuri della gente.
Di certo, il problema non riguarda la radiofonia in senso stretto che continuerà ad informare e ad intrattenere come sempre successo finora (anzi, più che mai oggi ce n’è bisogno), ma non è da escludere un ripensamento degli eventi “live”, per lo meno nel periodo immediatamente successivo al superamento del coronavirus.