Eurovision Song Contest: Marco Mengoni porterà ufficialmente “Due vite”

Adesso è ufficiale.

Sarà Marco Mengoni a rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest 2023, in programma a Liverpool nel mese di maggio.

Confermata anche la scelta di “Due vite”, la canzone che l’ha portato in trionfo all’ultimo Festival di Sanremo.

L’artista ha diramato in maniera definitiva la notizia via social.

La versione proposta del brano, tuttavia, andrà editata, in quanto tutti i pezzi in concorso all’Eurovision devono avere una durata massima di 3 minuti, mentre la canzone sanremese supera di 45 secondi il limite consentito.

Grazie emozione, dunque, sia dallo stesso Mengoni che dai tantissimi fan che lo sosterranno con entusiasmo all’atteso evento.

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Eurovision: le semifinali su Rai2, la finale su Rai1, radio ufficiale Rai Radio2

Cresce l’interesse verso l’Eurovision Song Contest. Pubblichiamo un estratto del comunicato Rai.

Dopo il successo dell’edizione di Torino 2022 organizzata da Rai, grazie alla vittoria dei Måneskin, Eurovision Song Contest 2023 si sposta nel Regno Unito e sarà la BBC a ospitare la 67ª edizione del concorso per conto di UA:PBC, il servizio pubblico ucraino, impossibilitato a ospitare la manifestazione in casa a causa dell’invasione militare russa.

L’Ucraina – presente a Torino nonostante le difficoltà con i Kalush Orchestra e la canzone “Stefania” – aveva vinto l’edizione di Torino grazie alla larghissima affermazione al televoto.

In programma dal 9 al 13 maggio alla Liverpool Arena, l’Eurovision Song Contest vedrà in gara i rappresentanti di 37 Paesi. Le 20 canzoni qualificate dalle due semifinali raggiungeranno in finale le 6 qualificate di diritto: Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito – i cosiddetti “big 5” – e l’Ucraina campione in carica. Le due semifinali del 9 e 11 maggio, andranno in onda in prima serata su Rai2, la Grand final del 13 maggio, invece su Rai1. Su Rai Radio2 il commento in simulcast delle tre serate. ESC 2023 sarà anche trasmesso su RaiPlay.

L’Italia sarà rappresentata per la seconda volta da Marco Mengoni che, dopo 13 anni di carriera, 7 album in studio, 69 dischi di platino, oltre 1.8 miliardi di stream audio/video e 9 tour live, ha trionfato alla 73° edizione del Festival di Sanremo.

Oltre a Mengoni, altri due paesi affideranno la propria bandiera ad artisti italiani. I nostri vicini di San Marino presenteranno “Like An Animal” dei Piqued Jacks, un gruppo vocale e strumentale definito rock-funk che a dispetto della lingua inglese sono pistoiesi, di Buggiano. I Piqued Jacks hanno vinto a sorpresa il concorso “Una voce per San Marino”, che determina il diritto di sventolare la bandiera del Titano all’Eurovision.

La Norvegia sarà rappresentata da Alessandra Mele, savonese di Cesano sul Neva, trasferitasi nel Paese materno dopo gli studi: si era fatta notare con un passaggio fugace in The voice of Norway, e, da semisconosciuta, ha ribaltato tutti i pronostici trionfando nel Melodi Gran Prix, il “Sanremo” norvegese.

A presentare lo spettacolo internazionale – un anno dopo Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika – ci sono Graham Norton, tra i conduttori radio e tv britannici più noti, l’attrice Hannah Waddingham e le cantanti Alisha Dixon, inglese, e Jula Sanina, ucraina.

(Comunicato stampa)

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“Una Voce per San Marino 2023”: 22 finalisti per un posto all’Eurovision

Tutto pronto per la finale di “Una Voce per San Marino 2023”.

Saranno 22 gli artisti a sfidarsi per conquistare un posto all’Eurovision Song Contest.

Il vincitore rappresenterà San Marino all’evento che quest’anno si terrà a Liverpool, nel mese di maggio.

Tra i partecipanti, nomi quali Roy Paci, gli Eiffel 65, Lorenzo Licitra (che nel 2017 vinse “X-Factor” davanti ai Måneskin) ed altri ancora.

La giuria che ha selezionato gli artisti finalisti era composta da Lia Fiorio, voce eurovisiva di San Marino RTV, il produttore Mimmo Paganelli, il cantautore Senatore Cirenga, il compositore Emilio Munda e la showgirl Christine Grimandi.

Questi i protagonisti in gara: Alfie Arcuri (Australia), Deborah Iurato (Italia), Deshedus (Italia), E.E.F. (Italia), Edoardo Brogi (Italia), Eiffel 65 (Italia), Ellynora (Italia), Iole (Italia), Kida (San Marino), Le Deva (Italia), Lorenzo Licitra (Italia), Mate (Italia), Mayu (Svizzera), NeVRuz (Italia), Piqued Jacks (Italia), Ronela (Albania), Roy Paci (Italia), Simone (San Marino), Thomas (Italia), Tothem (Italia), Vina Rose (Regno Unito), XGIOVE (Italia).

A condurre la serata – come nel 2022, quando vinse Achille Lauro – saranno Jonathan Kashanian e Senhit, mentre Al Bano dirigerà la giuria.

“Una Voce per San Marino 2023” andrà in onda sabato 25 febbraio alle 21.00 su San Marino Rtv (canale 831 del digitale terrestre, 520 di Sky, 93 di tivùsat), su Radio San Marino ed in streaming su sanmarinortv.sm.

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San Marino cerca una voce per l’Eurovision Song Contest

Dagli Eiffel 65 a Massimo Di Cataldo, da Roy Paci al rapper Moreno.

San Marino guarda all’Eurovision Song Contest e sta già selezionando l’artista o il gruppo che rappresenterà in maggio la Repubblica del Titano.

In questa settimana si stanno tenendo le semi-finali di “Una voce per San Marino”, i cui 22 finalisti si sfideranno sabato 25 febbraio.

A giudicarli, una giuria presieduta da Al Bano.

L’evento si terrà al Teatro Nuovo di Dogana e sarà trasmesso su tutte le piattaforme di Rtv San Marino (compreso il canale 831 del digitale terrestre).

L’anno scorso fu Achille Lauro a rappresentare il piccolo Stato, che parteciperà all’evento in programma a Liverpool dal 9 al 13 maggio.

“Una voce per San Marino” sarà condotto da Jonathan Kasanian e dalla cantante Senhit.

L’elenco completo dei semifinalisti è disponibile cliccando QUI.

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Arriva la versione ‘junior’ dell’Eurovision Song Contest

Sono passati alcuni mesi dalla riuscitissima edizione 2022, tenutasi a Torino, dell’Eurovision Song Contest, che è stata vinta dall’Ucraina (a poche settimane dall’inizio dell’invasione russa e della guerra) per volontà del Televoto e non delle giurie.

Ricordiamo che nonostante questa vittoria, diversa dal solito per la situazione di nazione aggredita in cui si è venuta a trovare l’Ucraina, è stato deciso che l’edizione 2023 non potrà ovviamente avere luogo in Ucraina ma si terrà invece nel Regno Unito (nel Paese secondo classificato a Torino) e per la precisione in un luogo musicalmente ‘simbolico’ come Liverpool.

Ma c’è un ‘fratellino minore’ (in tutti i sensi) dell’Eurovision Song Contest che reclama finalmente un po’ d’attenzione e quest’anno la Rai gliela darà con la diretta su Rai1 anche di questo evento. Si tratta proprio dello Junior Eurovision Song Contest, riservato ai cantanti più giovani, che ha un suo svolgimento autonomo rispetto a quello ‘adulto’ e si terrà domenica prossima, 11 dicembre, in Armenia.

Sarà la giovanissima Chanel Dilecta a rappresentare quest’anno la Rai e l’Italia alla manifestazione, in programma domenica all’Arena Demircian di Erevan, appunto in Armenia, Paese vincitore dell’edizione del 2021 con la cantante Maléna. Sarà possibile seguire il tutto in diretta, a partire dalle 15.50, su Rai1 e RaiPlay.

Chanel Dilecta interpreterà il brano ‘Bla Bla Bla’ (musica di Marco Iardella e testo di Carmine Spera, Fabrizio Palaferri, Angela Senatore, edito da Rai Com Edizioni Musicali), che nel titolo sembra alludere anche a un famoso discorso di Greta Thunberg, a proposito di quanto si dice (ma si fa, magari, per modo di dire) in tema di cambiamenti climatici (e non solo). Il videoclip della canzone, prodotto da Rai Kids con il supporto del Centro di Produzione Televisiva di Torino, è anche pubblicato online in queste ore.

Con ‘Spin The Magic’, lo slogan di questa ventesima edizione, lo Junior Eurovision Song Contest 2022 vedrà quest’anno la partecipazione, oltre all’Italia, di Albania, Armenia, Francia, Georgia, Irlanda, Kazakistan, Malta, Macedonia del Nord, Polonia, Portogallo, Serbia, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito e Ucraina.

Rai Kids si è occupata altresì non solo della scelta della giovane interprete Chanel Dilecta Apolloni ma anche del brano, della registrazione della canzone e realizzazione del videoclip (come detto), dell’ideazione e supervisione della stage performance, della selezione dei giurati e delle votazioni, fino alla messa in onda in diretta via satellite con il commento dei conduttori italiani. Ci saranno Francesca Fialdini e Mario Acampa, con la partecipazione nientemeno che di Rosanna Vaudetti e Gigliola Cinquetti.

L’iniziativa è realizzata con la collaborazione e la supervisione della Direzione Relazioni Internazionali e Affari Europei della Rai, a cui è affidato il coordinamento delle attività legate all’evento in loco, con particolare riferimento ai rapporti con la produzione dell’Host Broadcaster Armtv e con l’European Broadcasting Union (Ebu).

Mauro Roffi

L’Eurovision Song Contest 2023 non sarà in Ucraina. Ma gli ucraini protestano

Sono passate solo alcune settimane dalla trionfale finale di Torino dell’Eurovision Song Contest 2022 ma già si parla della prossima edizione, che a rigor di logica (e di regolamento), dovrebbe svolgersi in Ucraina. Ci sono però molti dubbi che ciò possa davvero accadere e tantomeno che la manifestazione – come era stato prospettato in modo ‘romantico’ ma anche un po’ scaramantico, per così dire – possa avere luogo a Mariupol, come pure qualcuno aveva sognato.

La dura realtà del conflitto in atto, per chissà quanto tempo ancora, e l’esigenza di iniziare a predisporre le prime mosse per l’edizione 2023 (non è poi così presto, come si può pensare) impongono, almeno al momento, di mettere da parte i sogni e scendere un po’ sul terreno pratico. O almeno questo è quel che pensa l’Ebu-Uer, che – lo ricordiamo – organizza per la gran parte questa prestigiosa manifestazione musicale e televisiva.

Ecco così che nelle ultime ore se ne sono sentire parecchie sul tema. Proprio l’Ebu venerdì ha fatto sapere che l’Eurovision Song Contest 2023 non si svolgerà in Ucraina. La decisione è legata alle “circostanze attuali” della guerra in corso e alla mancanza delle necessarie garanzie di sicurezza.

“L’Eurovision Song Contest è una delle produzioni televisive più complesse al mondo con migliaia di persone che lavorano e partecipano all’evento e dodici mesi di tempo di preparazione necessari – ha spiegato l’Ebu – . Il consiglio di amministrazione del concorso ha stabilito che le garanzie di sicurezza e operative richieste a un’emittente per ospitare, organizzare e produrre l’Eurovision Song Contest ai sensi delle regole Esc non possono essere soddisfatte da UA:PBC”, ovvero l’emittente pubblica, anche a carattere internazionale, dell’Ucraina.

Ricordiamo che la Rai, dopo l’ottimo esito dell’edizione di Torino, da una parte aveva dato la disponibilità ad ospitare ancora (eventualmente) l’evento ma soprattutto si era offerta di aiutare Kiev (l’Ucraina peraltro ha già ospitato la manifestazione non molti anni fa) a organizzarsi per essere in grado di allestire sul serio l’edizione 2023.

Ma l’annuncio dell’Ebu, che francamente appare più realistico di questi auspici, ha gelato un po’ tutti, tanto più che sembrava di capire che a organizzare l’Eurovision Song Contest 2023 poteva essere (invece) il Regno Unito, la cui canzone era arrivata a Torino seconda, ma solo dopo il plebiscitario esito del televoto a favore dell’Ucraina.

Le mosse dell’EBU devono essere state però un po’ premature e così subito sono fioccate le polemiche.

L’Ucraina, punta sull’orgoglio, ha infatti fatto sapere di non essere d’accordo con la valutazione dell’Ebu e di voler chiedere una revisione della decisione presa di escluderla dall’organizzazione della prossima edizione. In specifico, il ministro della Cultura e dell’Informazione ucraino Oleksandr Tkachenko ha dichiarato che Kiev “crede di avere motivi per condurre ulteriori discussioni sulla ricerca di una soluzione che soddisfi tutti” e di ritenere “di poter rispettare tutti gli impegni”.

Se Gran Bretagna doveva poi essere nel 2023, il primo ministro inglese (pur un po’ in bilico) Boris Johnson, nell’ambito dell’ulteriore recentissima visita in Ucraina, ha detto che l’Eurovision Song Contest a suo parere può invece svolgersi ancora nel Paese invaso dai russi.

Insomma, si prenderà un altro po’ di tempo per ulteriori approfondimenti. Ma il tempo a disposizione non è molto e mano a mano il ‘sogno ucraino’ di riuscire a ‘fare il miracolo’ nel 2023 rischia di diventare un’aspirazione piuttosto velleitaria e irrealistica.

Mauro Roffi
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