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25 Settembre 2020
"Siamo particolarmente felici e anche orgogliosi" - ha dichiarato il direttore di Rai Radio3, Marino Sinibaldi - "di questo riconoscimento. Anzitutto perché Labanof tocca una delle pagine più sconvolgenti, eppure tra le più manipolate o rimosse del nostro tempo, ossia la morte “anonima” di migliaia di migranti nel mar Mediterraneo. E poi perché è un podcast originale interamente prodotto da Radio3 e destinato a circolare sulle piattaforme più diverse. Indica dunque che la Rai è all'altezza di quello che sarà il futuro della Radio".
"Labanof - corpi senza nome dal fondo del Mediterraneo" è la quinta puntata di una serie di podcast tutta dedicata al lavoro di Cristina Cattaneo e del suo team. Il Labanof è il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università di Milano dove ogni giorno la professoressa Cristina Cattaneo con odontologi, biologi, archeologi e antropologi, lavora per restituire un’identità a chi morendo l'ha persa.
Dopo aver risolto per anni alcuni dei casi più controversi di identificazione post mortem della storia italiana recente, nel 2016 una telefonata porrà tutto il team Labanof di fronte a una sfida mai tentata prima: dare un nome alle vittime di una delle più gravi tragedie del mar Mediterraneo, il naufragio di un barcone al largo delle coste libiche avvenuto il 18 aprile 2015.
Da qui ha inizio una missione che tuttora li vede impegnati nello studio dei resti e degli effetti personali dei naufraghi. Restituire un'identità a tutti i morti sconosciuti, senza distinzione di provenienza, è l’obiettivo. Per ridare loro una dignità e per offrire risposte a chi rimane.
"Che cosa vuol dire cercare di dare un’identità a quelle che sono le vittime di un naufragio?" - chiede la professoressa Cristina Cattaneo - "La risposta è: dobbiamo farlo perché sono i diritti di tutti. Diritto alla salute e diritto all’identità dei miei morti perché mi serve per continuare la mia vita, è una questione di salute mentale di chi sta cercando il [suo] morto e una questione di banale vita amministrativa. Quindi è una questione di diritti umani. Di cose che dovrebbero essere obbligatorie".
(Comunicato stampa)
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