Massimo Cirri e Valeria Benatti: la radio avrà sempre un futuro
Un bell’incontro per parlare di radio e confrontarsi tra emittenti diverse: a Copparo, nel ferrarese, il festival di letteratura “Le Storie in testa” ha ospitato Massimo Cirri di Radio2 e Valeria Benatti di RTL 102.5.
Entrambi hanno all’attivo diverse pubblicazioni, l’ultima delle quali per Cirri tocca proprio il tema della radiofonia (“Sette tesi sulla magia della radio” è il titolo del libro). Per la Benatti, invece, gli argomenti affrontati sul cartaceo sono altri. E l’ultima sua pubblicazione, chiamata “Gocce di veleno”, è stata vincitrice del Premio Selezione Bancarella 2017.
Sul palco della kermesse copparese, assieme a Cirri e Benatti, anche i giornalisti Nicola Franceschini e Davide Bonesi (de “La Nuova Ferrara”) che si sono confrontati con i due attesi protagonisti.
E non c’è voluto molto per metterli “in sintonia”, sebbene la loro reciproca conoscenza fosse solo professionale e non si fossero mai incontrati di persona.
Cirri conduce “Caterpillar” da vent’anni, Benatti è a RTL 102.5 da sedici: per entrambi un’esperienza ormai consolidata, che li ha resi noti al grande pubblico, sebbene la prima attività di Cirri sia quello di psicologo e la radio, tramite l’esperienza di Popolare, nasca come passione parallela che poi negli anni è diventata prioritaria.
Diversa invece la carriera di Valeria Benatti, che a quindici anni era già in onda sulle radio locali di Verona, la sua città d’origine, per poi dividersi tra televisione ed altre esperienze nel mondo della comunicazione, fino alla consacrazione definitiva alla radio, che le ha dato lo stimolo ed il tempo per diventare anche scrittrice.
Il confronto non è stata una vera e propria intervista, ma una lunga e partecipata “chiacchierata” dove si sono alternati temi seri relativi al settore radiofonico, ad aneddoti curiosi che li hanno caratterizzati nel corso della loro carriera.
Il dibattito ha preso il via mettendo a confronto le realtà radiofoniche dove lavorano: Cirri punta quasi esclusivamente sul contenuto, sulla parola. Radio2 è un’emittente che ha un’alta percentuale di parlato ed un pubblico che la sceglie per quanto si dice, con programmi fortemente caratterizzanti.
Diversa la situazione a RTL 102.5 che ha un format riconoscibile nelle 24 ore, sempre in diretta, e dove la musica (basata sulle hit) occupa una porzione importante, assieme all’intrattenimento.
Per entrambi, però, la radio rappresenta un mezzo di comunicazione a cui la gente si lega fortemente: se per la tv ognuno di noi organizza un proprio palinsesto che varia più volte, anche durante la stessa serata, con il telecomando, chi sceglie una radio invece, in genere la “sposa”, diventando un ascoltatore di RTL 102.5, di Radio2 o di qualsiasi altra emittente che nell’arco della giornata resta quella.
E il legame col pubblico è confidenziale: la gente è portata a dare del tu a chi si trova davanti al microfono, perchè lo percepisce vicino, un compagno di vita quotidiano la cui voce diventa familiare.
Per questo, i tanti canali che oggi distribuiscono musica (da Spotify a YouTube) non potranno mai sostituire la radio che con la voce, la diretta ed il contatto con il pubblico, si mantiene come un mezzo di comunicazione unico.
E il futuro? Se per la radiofonia locale esiste ancora una propria identità, purchè non imiti i network e si comporti da vera “locale” (con informazione e contenuti legati al territorio di appartenenza), si è affrontato anche il tema del web e del valore aggiunto che oggi può offrire.
Valeria Benatti ha partecipato a laboratori di webradio universitarie, trasmettendo l’entusiasmo che ancora il mezzo suscita nei confronti dei più giovani, in un mondo dove la comunicazione e la musica si sono parcellizati su altri mezzi (social network in primis).
Una volta, la radio era la centralità sia per comunicare che per ascoltare musica nuova, oggi invece si conosce il mezzo più tardi, in genere quando si sale in auto, per quanto con lo smartphone tutti abbiano in mano un potenziale ricevitore.
Ma la forza della radio è proprio questa, e cioè quella di adattarsi ad ogni device. Cirri ha fatto l’esempio del giornale cartaceo che, chi fosse vissuto cento anni fa, ritroverebbe oggi prossochè identico. La televisione è diventata più sottile, ma resta lo schermo posizionato in salotti e cucine di tutte le case.
La radio invece oggi fisicamente non c’è quasi più e/o si è “reicarnata” in più device. Chi la ascolta dal telefono, chi dalla tv, chi in auto, chi dal computer: qualsiasi sia la fonte, il contenuto però resta quello.
Per questo la radio, data più volte per morta nel corso della storia, riuscirà sempre a “reinventarsi”. E a dimostrarlo sono i dati d’ascolto, con oltre 35 milioni di italiani che la seguono ogni giorno, nonchè con l’interesse che suscita nei confronti di grandi gruppi editoriali i quali, negli ultimi anni in particolare, hanno investito molto verso il mezzo.
Infine, una considerazione emersa sia dai moderatori, sia dal pubblico: il dibattito ha messo in evidenza una forte sintonia proprio tra Massimo Cirri e Valeria Benatti. Che sia stato il battesimo di una nuova futura coppia radiofonica?