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Ringrazio quanti mi hanno seguito e soprattutto Nicola Franceschini e i responsabili di FM-world per la magnifica ospitalità.
Buona estate a tutti e a presto.
Mauro Roffi
I ‘vincitori radiofonici’ del Prix Italia 2021
Si è chiusa circa una settimana fa l’edizione 2021 del Prix Italia, svoltasi, eccezionalmente in giugno, a Milano. Ci torniamo sopra per dare conto dei vincitori nelle varie categorie della radiofonia. Nella categoria Radio Music ha vinto “Musica per sirene”, ovvero ‘il presente in musica’, dell’emittente della Repubblica Ceca Czcr. “La combinazione di elementi sonori di diversa natura - scrivono i giurati - si trasfigura generando un terzo suono denso di suggestioni e capace di trasportare l’ascoltatore in una dimensione sospesa tra la realtà del presente e la trama musicale”. È andata, invece, all’emittente australiana Abc la menzione speciale per la musica enigmatica di “Solo con J.S. Bach”. Per il Radio Drama si è imposto il racconto doloroso, ma non senza speranza di “Sarai un uomo, papà” di ARTE Radio - ARTE France. Per i giurati, “in una superba dimostrazione del potere della radio - e senza eccessi emotivi - l’artista ci mostra con delicatezza la realtà del dolore per la perdita di un bambino. Un capolavoro toccante”. Menzione speciale, inoltre, per il balletto di due amanti in “Notti rumorose” della Orf austriaca.
Un passato che irrompe ancora nel presente è quello di “Il viaggio senza fine di un cranio umano. La Chiesa e la dominazione coloniale tedesca in Namibia” della Ard tedesca, che ha prevalso nella categoria Radio Documentari e Reportage. “Raccontando la storia di un dettaglio, un teschio - si legge nelle motivazioni - (il programma) presenta temi umani fondamentali come la colpa, l’espiazione, il dolore e il perdono, affrontando al contempo grandi questioni storiche e politiche riguardanti il colonialismo”. Alla RtvSlo della Slovenia, infine, è andata la Menzione speciale per la rilettura poetica del tema dell’ambiente in “La voce dello sciacallo”.
L’Agcom indica la nuova strada per le ricerche sull’audience
C’è stata nei giorni scorsi un’importante delibera dell’Agcom sul tema delle ricerche sull’audience riferite ai vari mezzi (i classici media) ma anche - ed è proprio questo il punto - alle grandi novità introdotte nel settore dalle nuove modalità di fruizione dei contenuti da parte del pubblico, con la necessità di ‘riunire al meglio’ le misurazioni sul consumo e la ‘combinazione’ fra i vari mezzi di cui sopra. Il tema - anche per via di recenti sviluppi negativi in materia - è attualissimo e la delibera interviene in modo molto forte, arrivando - come sottolinea l’Adnkronos - a dare precise indicazioni al settore delle misurazioni e rilevazioni delle audiences editoriali, sia televisive che digitali. L’indirizzo dettagliato e puntuale dell’Agcom vorrebbe porre fine ad un periodo caratterizzato da specifiche querelles sulla metodologia Audiweb e sul relativo utilizzo e transito dati verso Facebook, mentre nelle ultime settimane c’è stato, appunto, il fallimento della fusione ‘a freddo’ fra Audiweb e Audipress, con il conseguente annuncio da parte della Fieg di voler intraprendere in proprio la misurazione delle audiences digitali. Agcom punta il dito sull’eccessiva frammentazione delle ricerche e sulla non confrontabilità dell’operato di soggetti facenti capo e riferimento a stakeholder divisi per tipologia editoriale. L’Autorità concede ora 12 mesi di tempo ai soggetti aspiranti all’operatività di misuratore indipendente (JIC - Joint Industry Committee) per potersi allineare alle direttive emanate. Queste ultime riguardano la necessità di misurare le performances di audience di tutti i soggetti operanti, in modo da consegnare agli investitori pubblicitari una misura la più completa possibile del quadro di attrazione e di comportamento dell’audience. Questo significa, per esempio, che per quanto riguarda le audiences televisive non dovranno più essere misurati soltanto gli spettatori dei broadcasters ma anche gli spettatori conseguiti dalle principali piattaforme di contenuti video come YouTube o Netflix e altre. Di qui il confronto diretto tra la capacità di attrarre l’attenzione degli spettatori sia sugli schermi domestici che su computer e smartphone. Un’altra indicazione fondamentale riguarda la disponibilità dei diritti di proprietà intellettuale degli asset strategici impiegati dai misuratori per realizzare la ricerca: i JIC devono poter effettuare il controllo su tutta la filiera di produzione del dato, con un ruolo di guida e indirizzo. Fortissimo il richiamo dell’Agcom a superare la frammentarietà del settore, auspicando una graduale convergenza tecnica e operativa e dunque di fatto suggerendo l’alleanza di tutti i soggetti editoriali per superare il periodo storico delle varie ‘Audi’, al fine di vedere un solo soggetto indipendente, trasparente e ispezionabile che misuri le audiences di carta, web e televisione (ma anche la radio dovrà poi pur essere coinvolta, evidentemente). L’Agcom, con la sua delibera, auspica un JIC capace di misurare (abilitando il confronto) le audiences di tutti i soggetti editoriali attivi, su qualunque mezzo operino, poiché il mercato pubblicitario è ormai unico e il digitale è diventato l’elemento comune e unificante dell’informazione e dell’intrattenimento.
La Regione Emilia-Romagna investe ancora sulle Web Radio
Sono 47, da Piacenza a Rimini, i progetti per ragazze e ragazzi che la Regione Emilia-Romagna finanzia nel 2021 con una cifra complessiva vicina al milione di euro (973.381 euro), grazie al bando di attuazione della legge regionale sulle politiche giovanili. Nel corso del programma triennale 2019-2021, ai bandi sono stati destinati dalla Regione in totale 4.014.906 euro, assegnati a Unioni comunali, Comuni capoluogo di provincia non inclusi in Unioni e Associazioni di Comuni capoluogo. I progetti del 2021 coinvolgono 214.496 giovani, 1.426 associazioni e 123 diversi partner: 14 affrontano come tematica principale l’aggregazione giovanile, 10 il proworking, cioè i percorsi per realizzare le proprie aspirazioni e progettare il futuro, 12 il protagonismo giovanile e la cittadinanza attiva, 8 la comunicazione, 2 l’informazione e 1 la creatività. “Le ragazze e i ragazzi - ha dichiarato la vicepresidente della Regione con delega alle Politiche giovanili Elly Schlein - hanno pagato un prezzo altissimo per quanto riguarda la socialità in questo anno segnato da chiusure e divieti; sostenere questi progetti dove sono loro i protagonisti è una prima importante e necessaria risposta che mette al centro i loro bisogni e i loro desideri. In questo bando, che chiude un percorso triennale che ci ha visto destinare oltre 4 milioni di euro a progetti per i giovani, c’è il sostegno a un’importante esperienza di comunicazione e condivisione come le Web Radio”. I 6 progetti di multimedialità e nuovi linguaggi comunicativi, in specifico, e soprattutto le Web Radio giovanili, puntano a offrire ai giovani uno strumento innovativo di aggregazione e condivisione che permetta, con la realizzazione di format, inchieste, trasmissioni e approfondimenti, di acquisire competenze utili anche per il mercato del lavoro.
La Radio dell’Università Federico II ancora alla ribalta
È partito giovedì 10 giugno ‘Nel corpo di Napoli’, nuovo format radiofonico di F2 RadioLab, il ‘laboratorio radiofonico’ (appunto) dell’Università Federico II del capoluogo campano. La trasmissione, dedicata alla cultura napoletana, è incentrata sulla canzone classica napoletana, dalle origini ai nostri giorni. Va in onda il giovedì dalle 13 alle 14 e gli studenti della web radio dell’ateneo federiciano esplorano la musica, i generi, i contenuti poetici, aneddotici e storici della Canzone Napoletana. L’intento del programma è portare all’attenzione del pubblico studentesco proprio la Canzone Classica Napoletana, le sue evoluzioni e contaminazioni, attraverso una modalità di racconto che ne esalti la bellezza senza età, la godibilità al di là dei generi musicali, l’importanza musicale a livello internazionale, l’importanza fondamentale nella costruzione dell’identità culturale e sentimentale del cittadino napoletano. F2 Radio Lab - lo ricordiamo - è la web radio ufficiale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Uno strumento di formazione, comunicazione e orientamento dell’Ateneo nato nel 2004 che trasmette informazioni e contenuti di carattere istituzionale, scientifico e di costume. È un laboratorio ‘professionalizzante’ al quale partecipano gli studenti provenienti da ogni corso di laurea, che diventano speaker, registi radiofonici, programmatori musicali e redattori. Negli anni il palinsesto di F2 Radio Lab si è arricchito proprio grazie alle idee, al talento, alla visione degli studenti, attraverso la creazione di vari programmi. Numerosi sono stati i riconoscimenti ottenuti dagli studenti di F2 Radio Lab in questi anni. Ultimo il primo premio ricevuto dall’associazione radiofonica RADUNI, che riunisce le Radio universitarie italiane, quale miglior programma 2021 per “La straordinaria e contorta vita di uno studente”, la prima sit-com radiofonica che racconta le vicende dei diretti protagonisti (docenti a parte) del mondo universitario. Sempre per i premi 2021 di RADUNI anche ‘CasaFrequenza’, il programma settimanale di RadioFrequenza - la radio dell’Università di Teramo - è salito sul podio, aggiudicandosi il secondo posto, sempre nel contest ‘Miglior programma radiofonico 2021’. ‘CasaFrequenza’ è un format vivace condotto dagli studenti Lorenzo Olivieri e Alessandro Pediconi, con notizie, sketch e personaggi comici, in onda dal 2018 ogni giovedì dalle 17.30 alle 18.30. Il format ‘Le Ragazze stanno bene’ di Radio Sapienza (che fa capo naturalmente all’omonima università romana) ha invece vinto il Premio del Pubblico 2021 di RADUNI. Nato nel 2019 e con due stagioni all’attivo nel palinsesto di Radio Sapienza, ‘Le Ragazze stanno bene - Femminismo in pillole buone da ascoltare’ è un format scritto e condotto da Nicoletta Labarile e ha il preciso obiettivo di parlare di donne, ribaltandone la postura: ‘tutto ciò che non si poteva dire, ora si dice’. E ha anche come scopo quello di ‘dimostrare di non essere una trasmissione per sole ragazze’.
Radio Uau si fa notare a Pavia e anche a ‘Radio Fenomeni’
‘Radio Femomeni’ è un bel programma (ma sta diventando anche un vero e proprio ‘contenitore’ sui temi della Radio) di Franco Lazzari in onda su Radio4You e sulla Tv del gruppo (ben diffusa in alcune regioni del Nord e Centro Italia) il martedì e giovedì sera; si occupa appunto di radiofonia e delle sue ‘voci’. Collabora da qualche tempo anche un altro personaggio notissimo in Fm, Massimo ‘Max’ Pagani. Così ne raccolta la nascita lo stesso Lazzari, nome ben noto a sua volta nel campo della Radio: “Il nuovo progetto ‘Radio Fenomeni’, partito il 4 aprile 2016 proprio su di una Radio Web, ma ora ritornato in FM, in DAB, e in Televisione, … vuole essere un programma raccontato e non presentato o speakerato, vuole essere un ritrovo di amici che parlano delle loro esperienze radiofoniche indimenticabili ed uniche, amici che raccontandosi fanno anche la Storia delle Radio che li ha visti protagonisti, a prescindere dal loro successo personale. ‘Radio Fenomeni’ è la Storia delle Voci della Radio in Fm, voci più o meno conosciute che hanno avuto la fortuna di farsi ascoltare facendo innamorare un’intera generazione…”. E questo con riferimento particolare al ‘periodo d’oro’ delle Radio libere e dei suoi protagonisti, quello che va dal 1975 al 1990. Ma a ‘Radio Fenomeni’ adesso non si parla più solo del passato ma anche di quel che accade attualmente nel mondo radiofonico. Mi è capitato così di vedere in Tv la puntata di giovedì 17 giugno, in cui si parlava di Radio Uau (scritta proprio così), nuova emittente web di Pavia, in onda dal 1° maggio scorso, che va a colmare un certo vuoto (almeno in Fm) nella città lombarda, dove ultimamente è andata esaurendosi anche l’esperienza di Radio Ticino della Curia locale. Ospiti in studio a ‘Radio Fenomeni’ c’erano Pierluigi e Alessandro Sacchi, padre e figlio e protagonisti della nuova Radio Uau. Un articolo di Daniela Scherrer su ‘La Provincia Pavese’ mi ha poi consentito di avere un quadro più ampio della situazione nella città lombarda: “Dal 1° maggio è… già funzionante Radio Uau, web radio pavese (scaricabile anche via app) di cui è editore la Seire srl di Mario Turco Liveri, nata dalla passione e dall’esperienza di Pierluigi Sacchi e del figlio Alessandro. Papà Pierluigi, che di anni ne ha 62, è nato e cresciuto con la passione per la radio e la sua voce si è impressa nel tempo in quasi tutte le emittenti della nostra zona, a partire da Pavia Radiocity, che lo ha visto muovere i primi passi nel 1975, fino a Radio Time di Casorate, aperta da lui in maniera totalmente automatizzata quando ancora era quasi fantascienza. Un amore che ha contagiato anche il figlio trentunenne Alessandro, laureato in comunicazione e marketing a Milano, e con esperienze acquisite prima a Radio Ticino, con il programma satirico ‘Fireball’, e poi a Radio Hinterland Binasco fino a due anni fa…”. Peraltro “Pavia, con lo stop di Radio Ticino, è rimasta senza più radio in città ed è in quel momento che Pierluigi e Alessandro, insieme a Marco Turco Liveri, hanno deciso di tentare la grande avventura. «In realtà avevamo inizialmente cercato di trovare un accordo con la Curia di Pavia per subentrare nella gestione con una programmazione ben studiata e tener viva almeno una delle frequenze di Radio Ticino - spiegano padre e figlio - , avevamo anche fatto un’offerta, ma alla fine la trattativa si è interrotta». È Alessandro, station manager, ad anticipare come sarà impostata Radio Uau, a partire dal nome singolare. «Siamo gli ultimi arrivati a Pavia ma alla fine siamo anche i primi proprio perché gli unici - sorride - : abbiamo scelto questo nome simpatico, perché vogliamo essere una radio che urla al mondo… Saremo una radio per tutti che darà spazio ad ogni genere musicale, dal rock al pop fino agli Anni Settanta e alla canzone italiana, e alla mattina avremo pure un programma autogestito dagli ascoltatori»”. Fra i componenti della folta squadra di speaker, c’è anche Ottiper, un dj che a Pavia (e non solo) ha fatto cantare e ballare più di una generazione.
Una settimana di Pride su Radio Mia Palermo
Giugno è il mese del Pride e anche quest’anno, nonostante la pandemia, le celebrazioni non si fermano. Così, Radio Mia 98.6 di Palermo ha deciso di dedicare un’intera settimana al ‘Radio Mia Pride’, kermesse radiofonica in svolgimento dal 21 al 27 giugno. “Si tratta - scrive Palermo Today - di una vera e propria maratona, in diretta dalle 7 alle 24, nel corso della quale viene dato spazio ai rappresentanti di istituzioni, associazioni sociali e civili, artisti e icone pop”. Il filo conduttore delle varie giornate è quello dei diritti con un occhio sempre rivolto alla realtà locale palermitana, alla quale sono via via ricondotte le varie tematiche affrontate. Oggi, 26 giugno, inoltre, il Radio Mia Pride esce dalla Radio per dirigersi verso il cuore di Palermo e omaggiare un locale che da 25 anni rappresenta il punto di riferimento della comunità lgbt palermitana: l’Exit Club, in piazza San Francesco di Paola.
Radio Stop si fa largo nella FM toscana
Ancora un’interessante intervista di Roberto Polisano a un editore radiofonico locale su ‘Di Più Tv’. Stavolta è di scena l’emittente toscana (di Cecina, in provincia di Livorno) Radio Stop, in progressiva crescita negli ultimi anni, e a parlare è stato l’editore Roberto Giannoni. Il punto di forza di Radio Stop - specifica l’articolo di Polisano - “è la programmazione musicale molto curata, con i grandi successi di sempre e tante novità pop del momento”. Inoltre “Radio Stop si ascolta in Fm e nel formato digitale Dab in gran parte della regione Toscana e in tutto il mondo attraverso le app per cellulari Apple e Android e per l’assistente vocale Alexa di Amazon”. Ma vediamo le dichiarazioni di Giannoni: “Radio Stop è nata a Livorno nell’ormai lontano 1982. Dopo diversi cambi di proprietà e di sede, è arrivata a me, da sempre un grande appassionato di musica pop. Desideravo proporre questo repertorio al pubblico; così, grazie al sostegno della mia famiglia, ho rilevato nel tempo tante emittenti locali per trasformarle in un’unica grande radio regionale. Tecnicamente e artisticamente siamo cresciuti tantissimo, anno dopo anno”. Nel campo dell’informazione, ci sono i giornali radio di Radio Stop, con notizie da tutto il territorio, in onda ogni ora, dalle 7 alle 20. C’è poi la collaborazione con la Regione Toscana, per la diffusione dei suoi bollettini ufficiali sui temi delle attività produttive e degli affari istituzionali. A tutto ciò vanno aggiunti i radiogiornali nazionali, in onda ogni ora, e frequenti aggiornamenti sul traffico in sede locale. In campo musicale, Radio Stop propone esclusivamente musica pop, contemporanea e da classifica. “Facciamo un’unica eccezione: una volta ogni ora facciamo un ‘salto indietro nel tempo’ e proponiamo un brano pop del passato - spiega Giannoni - . Ma puntiamo molto sulle novità: da noi da sempre si ascoltano tutte le nuove uscite. Inoltre realizziamo tantissime interviste agli artisti più affermati”. Negli ultimi tempi c’è stata poi la forzata sospensione dei Radio Stop Festival, che si svolgevano nelle piazze della regione. Ma è ferma intenzione dell’editore adesso riprendere questo tipo di importanti eventi.
‘Sapori di blues’ secondo Radio Roccella
L’Associazione Culturale Radio Tele Roccella presenta un nuovo progetto denominato ‘Sapori di blues’, che si svolgerà nel periodo 30 giugno - 3 luglio 2021. Gli obiettivi sono potenziare l’offerta culturale e turistica attraverso azioni volte alla conoscenza dell’ambiente, del patrimonio naturalistico, culturale, delle identità e delle tradizioni locali di questa parte della Calabria. L’iniziativa si svolgerà grazie alla collaborazione sinergica tra la Radio e le associazioni culturali e con i soggetti privati che operano nel settore della valorizzazione del patrimonio culturale. Il Progetto è co-finanziato dalla Regione Calabria attraverso i PAC 2014/2020. La direzione artistica sarà a cura del Maestro Claudio Cojaniz e la direzione tecnico-organizzativa sarà di Mariagrazia Vigliarolo. Le tematiche previste spazieranno dalla sostenibilità ambientale allo sviluppo sostenibile passando per i prodotti a km0 e le politiche per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e delle sue tradizioni. Grazie al lavoro del direttore artistico, ci saranno poi i concerti serali, che esalteranno la creatività della canzone d’autore calabrese.
Radio Sherwood: un’emittente che ‘resiste nel tempo’
Segnaliamo in chiusura un bell’articolo uscito sul ‘Venerdì di Repubblica’ del 18 giugno scorso a firma di Raffaele Oriani e intitolato in modo efficace ‘In diretta dagli anni Settanta’. Sotto esame era un’emittente molto nota (per un certo periodo anche in sede giudiziaria), ovvero Radio Sherwood di Padova, che prosegue tuttora via Web la sua attività, mantenendo anche una certa coerenza rispetto al suo passato. “Radio Sherwood nasce a Padova nel 1976 e quest’anno (pare in autunno) compie quarantacinque anni” - specifica ‘Il Venerdì’. A parlare a nome dell’emittente è soprattutto Carmen Sabello, decana di Radio Sherwood: “La nostra è una lunga storia, ma neanch’io so raccontartela dall’inizio. Noi (comunque) non abbiamo mai smesso di occuparci di diritti sociali e di lotta al sessismo, al razzismo, al fascismo”. Sherwood è stata in particolare - si sa - la Radio dell’Autonomia padovana e dopo il sequestro Moro fu anche travolta da un’ondata di arresti che colpì anche il fondatore Emilio Vesce (poi diventato anni dopo anche presidente del Corerat del Veneto). Oggi invece sembra essere soprattutto la Radio dei giovani che amano l’heavy metal, il punk e il rap, generi musicali molto presenti nella programmazione. E poi c’è un capitolo a parte, quello del frequentatissimo Sherwood Festival, un importante evento per la città di Padova e per la regione. “Salendo le scale della vecchia sede - scrive ancora ‘Il Venerdì’ - ci si infila in un diverso Nordest, testardamente refrattario al culto degli schei. Negli studi di Radio Sherwood nemmeno i trentenni hanno mai smesso di trasmettere in diretta dagli anni Settanta”. Inoltre, “per il quarantacinquesimo compleanno quelli di Sherwood si sono regalati un Centro Studi che hanno chiamato Open Memory”. Infatti, nella sede di Padova, “mezzo secolo di memoria… è deflagrato in tutte le direzioni, sparpagliandosi sui tavoli e arrampicandosi sulle pareti. E (c’è) una nuvola di giornali, volantini, manifesti, reperti audio e videocassette che parlano di lotta al nucleare, controinchieste su ‘omicidi di stato’, viaggi in Palestina, presidi antirazzisti”. A Sherwood non si sentono però ‘reduci’ ma hanno ancora voglia di combattere . E poi da trent’anni ogni luglio (ci) si dà appuntamento appunto al Sherwood Festival, “un mese di musica e parole fondamentale per stare insieme e fare il punto sul nostro percorso”, come spiega Gianluca ‘Pino’ Pizzotti, trentacinquenne conduttore della Radio veneta. Dopo la forzata sospensione dello scorso anno, dal 23 giugno si è così tornati a fare musica e si andrà avanti per alcune settimane. Secondo Alex Favaretto, direttore artistico del festival di Sherwood, “mai come quest’anno musica e socialità devono essere alla portata di tutti e fino al 24 luglio offriremo concerti e spettacoli con la formula ‘un euro può bastare’”. Il Festival è infatti fondamentale anche per l’autofinanziamento dell’emittente. E anche per trovare nuove leve in grado di condurre trasmissioni, avvicinandosi a loro volta ai microfoni di Sherwood.
Mauro Roffi
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