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13 Dicembre 2020
Telecronista sportivo di Mediaset e DAZN, Callegari ha proposto recentemente sei episodi, distribuiti su tre settimane, in cui ha ripercorso la storia di epiche sfide che hanno segnato la Champions League.
Il tutto, in concomitanza con le ultime tre giornate dei gironi della Champions (24 novembre, 1 e 8 dicembre).
Ai podcast, tuttavia, Massimo Callegari ci è arrivato dopo una lunga militanza non solo televisiva, ma anche radiofonica.
I primi passi sono avvenuti su Radio 24 ai tempi del suo impegno con Sportitalia.
Il successivo approdo a Mediaset, poi, gli ha permesso di commentare gli Europei nel 2016 su Radio Monte Carlo con Max Venegoni e Monica Sala e successivamente, affiancare Tony e Ros su Radio 105.
Mentre l'impegno televisivo di Callegari continua, arriva ora il podcast - targato Dopcast - a cui il telecronista aveva già pensato prima del lockdown, ma che con lo 'stop forzato' di primavera ha assunto una forma concreta.
"Si è trattato di un progetto ragionato" - racconta Callegari a FM-world - "volevo realizzare una serie di podcast curati, con contenuti che portassero ad un approfondimento".
Ed è proprio questo il punto cruciale su cui si sofferma. Rispetto alla radio, che ha tempi più veloci, il podcast permettere di entrare maggiormente nel merito del contenuto.
I contenuti di "Io c'ero" hanno conquistato il cuore degli sportivi.
Si parte dalla finale di Manchester del 2003 tra Milan e Juventus, il cui racconto si apre e si chiude con lo sguardo glaciale di Andriy Shevchenko, pronto a calciare il rigore decisivo della partita.
A seguire, imprese mancate per un soffio, tra cui la sfida tra Real Madrid e Juventus di due anni fa, passata alla storia per la furia cieca di Gianluigi Buffon diretta contro l’arbitro, reo di avere “un bidone dell’immondizia al posto del cuore”.
E ancora, partite che fanno da contorno a drammi personali, come Spartak Mosca-Napoli del 7 novembre 1990. Una data che tutti i tifosi del Napoli non possono dimenticare, con Maradona relegato in panchina, alla sua ultima apparizione in una competizione internazionale prima di prendere definitivamente la parabola discendente, che culminerà da lì a pochi mesi con la squalifica per doping e la fuga da Napoli.
Il racconto è poi arricchito dalle testimonianze dei protagonisti: giocatori, allenatori, commentatori e giornalisti che quelle partite le hanno giocate, narrate o vissute a vario titolo.
Tra questi intervengono grandi firme del giornalismo, come Sandro Piccinini, che ricorda tutte le emozioni di Milan-Juventus, la partita di club più vista della storia, e dell’incredibile Chelsea-Liverpool 4-4; e Maurizio Crosetti, storica firma di Repubblica, presente al Bernabeu nella serata rovente di Real-Juve.
Ma anche calciatori come Amedeo Carboni, che allo stadio Giuseppe Meazza di Milano sbaglia uno dei rigori decisivi della finale di Champions del 2001 tra il suo Valencia e il Bayern Monaco, e Ciro Ferrara, protagonista con Diego Armando Maradona degli anni d’oro del Napoli, che però dopo un’entusiasmante seconda metà degli Anni 80 deve fare i conti con le bizze del suo campione più affermato.
Sei racconti della durata media di 15 minuti che Callegari spera siano solo l'inizio di un percorso, disponibile all'indirizzo https://smi.lnk.to/iocero.
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