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“Il comportamento della Rai – dice Suraci - è quindi due volte irresponsabile. In primo luogo perché ha vietato la pubblicazione di dati regolarmente pagati da tutti i soci di Audiradio, pubblici e privati, non affetti da irregolarità. In secondo luogo perché, in un periodo di crisi economica, ha gettato al vento denaro pubblico e, ponendo il veto alla pubblicazione dei dati d’ascolto alle emittenti nazionali private, sue concorrenti, ha creato turbativa di mercato”. “Non ho ritenuto di votare le varie ipotesi di bilancio discusse – continua Suraci - perché il patrimonio netto di Audiradio non avrebbe coperto i fondi rischi che si sarebbero dovuti accantonare a fronte di eventuali, e probabili, contenziosi dovuti alla non pubblicazione, per un anno e mezzo, di qualsiasi tipo di dato di ascolto, circostanza questa che ha determinato l’assoluta inadempienza contrattuale nei confronti dei clienti da parte di Audiradio”.
“La prudenza è un principio generale per gli imprenditori privati che rischiano soldi in proprio. Chi è abituato – conclude Suraci - ad amministrare soldi pubblici, e quindi dei cittadini, decide unicamente su principi del tutto teorici. Le ipotesi di bilancio discusse non avrebbero tutelato la stessa Audiradio ed i suoi amministratori. È del tutto fuori luogo che, proprio per questo, chi ha mantenuto sempre un comportamento responsabile sia accusato di essere irresponsabile”.