Dj Osso Radio lancia una nuova tecnologica app multifunzione

“Sono lieto di annunciare che Dj Osso Radio è la prima Radio Italiana ad aver sviluppato un nuovo sistema per la messa in onda Radiofonica, una nuova piattaforma dalla quale si potrà fare tante cose”.

Lo rende noto lo stesso Dj Osso sui social, anticipando che la nuova app “bypassa” gli store e ciò consentirà all’emittente di poter inviare le notifiche per ciò che riguarda news ed eventi sul palinsesto (dopo aver accettato il consenso).

“Trovate anche un Calendario” – aggiunge – “dove saranno inseriti gli eventi speciali nella giornata radiofonica”.

Nel post viene poi annunciato che è disponibile una pagina dedicata ai Videogame e che a breve usciranno videogiochi (totalmente gratuiti) con cui si potrà entrare nel mondo di Dj Osso Radio.

“Le novità sono tante e sono felicissimo di essere stato il primo a sviluppare questo sistema (per le Radio)”, sottolinea Osso che conclude augurandosi: “Spero vi piaccia, il lavoro è stato ed è enorme ma tutto questo è stato possibile grazie all’aiuto di Cardapp (geni ed amici)”.

Ulteriori dettagli sono disponibili cliccando QUI.

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Il Codacons chiede alle radio di boicottare le canzoni con frasi violente

“Abbiamo deciso di rivolgere un appello a tutte le radio italiane, a Youtube e alla Siae affinché boicottino i brani di rapper e trapper che contengono frasi violente o aggressive verso le donne”.

La richiesta arriva dal Codacons, dopo il drammatico caso di Giulia Cecchettin.

“Ogni giorno” – dichiara il presidente Carlo Rienzi“le emittenti radiofoniche nazionali trasmettono brani di artisti molto in voga tra i giovani, infarciti di frasi con riferimenti espliciti contro le donne, in grado di alimentare odio e violenza e incentivare aggressioni e gesti estremi”.

Il Codacons si rivolge anche alla Siae, affinché rifiuti la registrazione di brani contenenti frasi violente contro le donne.

Nel comunicato, vengono esplicitamente citati testi di rapper quali Emis Killa, Fedez e Gué.

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“Trasmettendo l’Italia”: alla Camera, un convegno sul contributo delle radio estere in lingua italiana

Qual è il contributo delle radio straniere in lingua italiana nel diffondere la cultura e la lingua del nostro Paese?

L’argomento è stato al centro di una conferenza, tenutasi nella sala stampa della Camera dei Deputati, organizzata da Fucsia Fitzgerald Nissoli, già deputata eletta in centro e nord America nella scorsa legislatura, moderata dal Consigliere d’Ambasciata del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Giovanni Maria De Vita.

“Trasmettendo l’Italia: il contributo delle radio italiane all’estero per la diffusione della cultura e della lingua italiana”, il titolo dell’iniziativa.

Sono intervenuti l’On. Deborah Bergamini e l’europarlamentare Salvatore De Meo che hanno sottolineato il valore delle radio italiane nel mondo, che tengono unite comunità lontane.

La radio ‘esporta l’Italia migliore’, ha poi rimarcato Massimo Veccia, Presidente del Business Care Communications USA, mentre Pauline Fitzgerald – giornalista televisiva texana – ha spiegato l’esperienza di “Crave”, programma radiofonico statunitense in lingua italiana, dove si racconta il made in Italy, tra musica, arte e moda.

Momento clou, quello dedicato alle radio in lingua italiana presenti all’estero.

Il primo a prendere parola è stato Tony Pasquale di ICN Radio, voce italiana di New York che quest’anno festeggia 40 anni di attività con un’emittente operativa nell’arco delle 24 ore.

Situazione analoga – anche se più recente essendo nata dieci anni fa – dalla capitale britannica, con l’esperienza di London One Radio, presentata dal fondatore Philip Baglini, che – come ha spiegato – ha cercato di raccontare la nuova emigrazione oltre Manica.

Spazio infine ad altre due realtà: Grada Radio (Panama) presentata da Alessio Gronchi, che ha messo al centro la propria programmazione, caratterizzata dalla musica del nostro Paese, come specchio della cultura italiana.

Iolanda Russo è invece intervenuta dal Canada a nome del programma “L’Eco del Lazio”, nato con la finalità di mettere in relazione gli italiani che vivono in Italia con gli italiani oltreoceano.

Il Consigliere De Vita ha chiuso la conferenza sottolineando come “il nostro sistema debba guardare con grande interesse alla radio, perché è una grande opportunità per il nostro Paese”.

L’intero convegno è disponibile ‘on demand’ cliccando qui sotto.

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Marco Baldini: si avvicina il ritorno in radio

Cresce l’attesa per il ritorno in radio di Marco Baldini.

Tramite il proprio canale TikTok, negli ultimi giorni ha anticipato diverse novità.

In primis, il programma – che condurrà in coppia – andrà in onda dalle 23.00 all’1.00 di notte.

L’esordio dovrebbe avvenire lunedì 16 ottobre.

E l’emittente? Baldini, in maniera scaramantica, fa sapere che il nome della radio sarà ufficialmente annunciato a breve.

Anticipa tuttavia che si tratta di una radio che “si sente benissimo in FM in tutto il nord-Italia”, ma che può essere seguita anche in molte altre zone del centro-sud tramite DAB+, oltre a streaming e app che permetteranno di seguirla ovunque (“anche su Marte”, scherza su TikTok).

Nelle ultime settimane, Marco Baldini ha rinsaldato un legame molto forte col proprio pubblico, via social network, rispondendo a tutti, anche a chi lo commenta in maniera critica.

Non resta che attendere il ritorno “on air”, indubbiamente molto atteso e che – anche tra i lettori di FM-world – ha suscitato forte interesse.

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99 anni di radio in Italia: il primo annuncio, il 6 ottobre 1924

Il 6 Ottobre 1924 alle 21.00 esordiva la radio in Italia, che compie quindi 99 anni.

La prima voce a trasmettere via etere – secondo le ricostruzioni più recenti – sembra essere stata quella di Ines Viviani Donarelli, anche se per molto tempo l’annuncio inaugurale venne attribuito a Maria Luisa Boncompagni, che ebbe successivamente una lunga carriera, tanto da essere ricordata come “zia Radio” e “l’usignolo della radio”.

A chiarire il dilemma della trasmissione inaugurale fu Barbara Scaramucci, già direttrice delle Teche RAI, che nel 1997 scoprì che dai documenti originali degli archivi RAI di Firenze risultava che la voce del primo annuncio dell’URI fosse – appunto – quella di Ines Viviani Donarelli.

Il palinsesto inaugurale prevedeva un concerto di musica operistica, un bollettino meteo e le notizie della borsa e venne così annunciato:

“Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo”.

Quel “che vi sta parlando” pare fosse stato tagliato da vecchie registrazioni – non se ne conosce il motivo – portando così l’attribuzione dell’annuncio a Maria Luisa Boncompagni.

Vera o presunta che sia questa ricostruzione, l’audio dell’annuncio è contenuto nel sito radiodrammi.it.

Passando a questioni puramente tecniche, la lunghezza d’onda era pari a 425 metri, il che significava che la frequenza trasmetteva circa a 705 KHz.

L’URI, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, era stata fondata poche settimane prima, il 27 Agosto 1924.

Si trattava di un accordo tra due importanti gruppi del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società era Enrico Marchesi, ex direttore amministrativo della FIAT di Torino.

La prima stazione trasmittente si trovava a Roma, a cui seguirono Milano nel 1925, Napoli nel 1926 e Torino nel 1929.

Nel gennaio 1928, l’URI diventava EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, per poi adottare la definitiva e ancora attuale denominazione RAI col finire della guerra.

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“Radio & Podcast”: i finalisti del Prix Italia

Ha preso il via la 75esima edizione del Prix Italia.

Il concorso internazionale italiano – organizzato dalla Rai sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, che premia i migliori programmi radio, TV e web per qualità, innovazione e creatività realizzati a livello globale – si tiene dal 2 al 6 ottobre a Bari.

Nove le categorie con 27 candidati, che si contenderanno gli ambiti premi.

Cinque le produzioni Rai in finale, ma di queste nessuna in ambito di radio e podcast.

Quali saranno dunque i finalisti nelle sezioni che interessano maggiormente la nostra testata?

Questi i nomi, resi noti nelle scorse settimane.

* RADIO & PODCAST MUSIC
Australia – ABC Australian Broadcasting Corporation
Fairlight CMI: The Sound You’ve Never Heard Of (Fairlight CMI: il suono che non avete mai sentito)

Netherlands, NPO Nederlandse Publieke Omroep
De laatste dagen van Marvin Gaye (Gli ultimi giorni di Marvin Gaye)

Slovenia – RTVSLO Radiotelevizija Slovenija
Morje (Il mare)

* RADIO & PODCAST DRAMA
Germany – ARD Arbeitsgemeinschaft der öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten der Bundesrepublik Deutschland
Campo

Norway – NRK Norsk Rikskringkasting
Vennen (L’amico)

Switzerland – SRG SSR Société suisse de radiodiffusion et télévision
Die eingebildete Maske (La mascherina immaginaria)

* RADIO & PODCAST DOCUMENTARY AND REPORTAGE
France – ARTE RADIO/ ARTE FRANCE
À coeur ouvert (A cuore aperto)

France – RADIO FRANCE
Inside Kaboul (Dentro Kabul)

Ireland – RTÉ Raidió Teilifis Éireann
Documentary On One: Blackrock Boys (Documentary on One: I ragazzi di Blackrock)

La cerimonia di premiazione si terrà nella serata di venerdì 6 ottobre, sarà condotta da Carolina Di Domenico e Filippo Solibello e si potrà vedere in diretta su RaiPlay.

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