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20 Ottobre 2023
Avete letto sui giornali che Radio 2.0 chiude: purtroppo è vero. Chiude l’ultima radio locale in Val Brembana, chiude un progetto di volontariato legato al territorio che per anni ha provato ad esserne voce, raccogliendo partecipazione e creando comunità.
Avete letto certamente delle difficoltà nel tenere in vita un progetto così, che sono reali. Una precisazione: chiudiamo l'attività di Radio 2.0 al servizio della Valle, non l'Associazione Radio 2.0 che c'è alla base, che ha svolto e continuerà a svolgere diverse attività e il cui bilancio è sano.
La nostra è una radio comunitaria, non commerciale, e ha senso che sostenga dei costi per svolgere il suo servizio alla comunità, al territorio, quando c'è un equilibrio con ciò che il territorio le restituisce. Radio 2.0 è cresciuta così tanto, negli anni, che il suo territorio, grazie alla nuova radio digitale DAB+, ora comprende anche Milano e gran parte della Lombardia.
Perché dunque facciamo questa scelta? Perché oggi ci accorgiamo che il progetto di una radio della Valle non si sostiene più? Perché abbiamo voluto crescere, col diritto che ha chiunque a farsi le ossa, provare, sbagliare e riprovare. Il desiderio di non essere più solo quel gruppo di ragazzi che faceva le prime serate caricando e scaricando una station wagon vecchia e malandata; come cantano i nostri amici Pinguini Tattici Nucleari: “ci ridevano dietro le spalle, ed è così che sono diventate larghe”.
Perché allora chiudiamo? E cosa chiudiamo? Una porta? Un microfono? No, chiudiamo un capitolo.
Il capitolo della nostra vita in cui abbiamo sperimentato, cercato un linguaggio, cercato noi stessi. La radio è questo. Troppo spesso legata al mezzo di diffusione, la radio è molto di più; così almeno la intendiamo noi. Una radio comunitaria è senso di comunità, cioè è fatta di idee, parole e musica che viaggiano tra le persone. Ma qui sorge il primo ostacolo: non è più possibile oggi, sul nostro territorio, legare questa comunità al territorio stesso. Non lo è perché più cresci e più vorresti crescere, ma prima o poi si raggiunge il punto critico oltre il quale hai solo 2 scelte: accontentarti e stare nel tuo (scelta Zen, ma che tende alla noia), oppure continuare a crescere finché non sarà arrivato il momento di chiudere. Per questo Radio 2.0, consapevolmente, chiude. Perché l’opportunità di far conoscere la Valle e la bergamasca a chi viene da fuori, ora realistica grazie alla nuova radio digitale DAB (a copertura regionale), al web e alla nostra redazione, è più di quanto si possa sostenere con fondi, donazioni e pubblicità dal territorio. Il territorio, per farla breve, non è più, purtroppo, un punto su cui fare forza.
Onore al merito e tanti in bocca al lupo sinceri, invece, alle altre radio territoriali della bergamasca che continueranno questa difficile avventura: in primis Teo Mangione di Radio Alta, Angelo e i colleghi di Radio Like a Clusone, Radio Pianeta a Cividate al Piano, Angelo di Radio Universal di Casnigo e gli amici di Pienneradio, a Pontirolo Nuovo. Un in bocca al lupo anche ai giovanissimi di Radio Brusa di Brusaporto, forse l’ultima nata tra le radio territoriali della nostra provincia.
Grazie a Enrico Tamborini per ciò che ci ha insegnato con Radio Ponte, chiusa ormai da tempo.
E visto che siamo nel mood, grazie al vescovo Beschi, a Don Francesco, Don Stefano, Don Fulvio e Don Alberto. Non siamo mai stati una radio parrocchiale, ma questi sacerdoti hanno saputo capirlo, accettarlo e anzi valorizzarlo, dandoci una mano al momento giusto.
Grazie a Jonathan Lobati e a quegli amministratori locali di Val Brembana e Seriana che, nel tempo, ci hanno incontrato e sostenuto. Grazie a chi ha investito anche solo 5 Euro per avere in cambio pubblicità, confezionata sempre con attenzione al messaggio. Grazie a tutti gli ascoltatori, a chiunque si sia fermato ad ascoltarci per almeno il tempo di una canzone.
Radio 2.0, che venerdì diventa maggiorenne, “chiude perché è ora”. Quello che verrà dopo non è figlio di 2.0, ma di quello che siamo diventati mentre facevamo 2.0. “La fine è il mio inizio” è il titolo di un’opera di Terzani, ed è sempre triste scrivere la parola “fine”, ma non lo è affatto pensando in prospettiva Futura.
(Comunicato Radio 2.0)
* Per comunicati e segnalazioni: [email protected]