
FM-world chiarisce i termini essenziali della delibera Agcom sulla prominence
Ha riscosso molto interesse il webinar di venerdì 18 ottobre di FM-world, che ha intercettato la pubblicazione, di qualche giorno precedente, della delibera 390/24/CONS sulla prominence radio-tv, destinata ad incidere profondamente sul futuro dell’emittenza radiotelevisiva non solo italiana ma anche europea.
Al webinar – dove sono intervenuti Nicola Franceschini, Matteo Rossi e Francesca Angusti in rappresentanza di FM-world – ha partecipato l’avvocato Massimo Lualdi, direttore di Newslinet, la testata che più negli ultimi anni ha stimolato l’adozione di questo provvedimento, attuando quella che noi abbiamo definito una “moral suasion”.
Lualdi, che, come noto, è anche partner di Consultmedia, la principale struttura italiana di consulenza multidisciplinare verticale, ha risposto a 7 domande critiche poste dal direttore di FM-world, Nicola Franceschini.
In attesa di pubblicare il video del webinar, a richiesta dei partecipanti e soprattutto di coloro che, pur volendo, non hanno potuto partecipare, abbiamo deciso di approfondire in forma scritta le risposte fornite da Lualdi.
(FM-world) – Chi sono i Servizi di interesse generale? Sembrerebbe che non tutte le emittenti possano qualificarsi come tali.
(Massimo Lualdi) – In effetti, i Servizi di Interesse Generale (SIG) non comprendono tutte le emittenti: si tratta infatti di quei servizi di media a/v e radiofonici che hanno una funzione fondamentale per il pubblico (l’interesse generale, appunto) e, come tali, sono soggetti a obblighi specifici. In Italia, la normativa vigente impone alle emittenti che aspirano a essere riconosciute come SIG di soddisfare determinati requisiti di contenuto e di servizio al pubblico, i quali non sono limitati alla semplice trasmissione di programmi, ma includono anche la tutela di valori quali il pluralismo, la qualità e l’accessibilità dei contenuti. Appunto per ciò non tutte le emittenti possono ottenere lo status di SIG: la qualifica è riservata a quelle che, per la loro missione editoriale e per il tipo di servizio che offrono, sono considerate cruciali per la collettività. Ad esempio, le emittenti che, pur in possesso di un titolo FSMA o FSMR, operano esclusivamente con finalità commerciali, senza un evidente e qualificato impegno nei confronti dell’esigenza pubblico, potrebbero non ottenere questa qualifica.
Un altro fattore di differenziazione indiretta è dato dalle risorse e dalle competenze tecniche necessarie per mantenere gli standard richiesti per essere incluse nell’elenco SIG, il che può escludere emittenti minori che non dispongono delle infrastrutture o della capacità di rispettare tali requisiti. Di conseguenza, i SIG si distinguono non solo per il loro ruolo sociale, ma anche per l’impegno tecnologico ed economico necessario per mantenere un servizio di alto livello.
(FM-world) – La testata giornalistica è un obbligo che identifica l’emittente e non l’ente che la gestisce?
(Massimo Lualdi) – Esattamente. La testata giornalistica rappresenta un obbligo specifico che si applica all’emittente, non all’ente che la gestisce. Era, del resto abbastanza prevedibile (noi, infatti, da anni sosteniamo questa interpretazione): se evidentemente non è possibile ottenere il riconoscimento in capo allo stesso soggetto di emittente che che hanno la stessa identica programmazione, analogamente una testata giornalistica (che ne è un elemento SIG qualificante) non può identificare e reggere più prodotti contemporaneamente.
(FM-world) – La denominazione inclusa nell’elenco pare determinante, dovendo essere identica su tutte le piattaforme. L’escamotage dei caratteri speciali per collocarsi in alto nell’elenco DAB (peraltro fenomeno italiano) è destinato a concludersi?
(Massimo Lualdi) – L’utilizzo arbitrario di caratteri speciali per posizionarsi in alto nelle liste DAB è una deleteria abitudine italiana, il cui futuro è, per fortuna, segnato. La denominazione identica su tutte le piattaforme prevista dalla delibera 390/24/CONS è un requisito cruciale per evitare confusione nel pubblico e garantire una coerenza di brand che rispetti i principi di trasparenza e riconoscibilità dei SIG (oltre ad una concorrenza sana tra i fornitori SMR). D’altra parte, la prossima esplosione dei comandi vocali in auto renderebbe irrintracciabile una denominazione caratterizzata da un carattere speciale anteposto.
(FM-world) – Sembrerebbe comunque privilegiato l’ordine alfabetico dei SIG. Ma sui dispositivi mobili ci sarà un criterio proxy (es. le radio della regione dove ci si trova)?
(Massimo Lualdi) – La questione sarà oggetto di trattazione nei tavoli tecnici che saranno avviati sul tema; tuttavia, mentre l’ordine alfabetico rimane uno dei criteri principali per organizzare l’elenco SIG, sui dispositivi mobili esistono già criteri proxy che sfruttano la geolocalizzazione dell’utente. Le radio e le emittenti locali, in particolare, tendono a comparire in base alla regione o alla località in cui si trova l’utente, offrendo un servizio più mirato. Questi criteri di selezione regionale sono già applicati in molte piattaforme di streaming e app di radio digitali, in cui la posizione geografica dell’utente diventa un fattore di filtro per la visualizzazione dei contenuti. Tuttavia, questo approccio deve essere bilanciato con il diritto dell’utente di accedere a SIG anche se al di fuori della propria area geografica, garantendo quindi la possibilità di scegliere tra emittenti nazionali e regionali.
(FM-world) – L’elenco SIG viene aggiornato periodicamente?
(Massimo Lualdi) – L’elenco dei SIG sarà aggiornato annualmente non solo per includere nuove emittenti che soddisfano i requisiti, ma anche per rimuovere quelle che non rispettano più gli standard richiesti. Ciò garantisce che l’elenco sia sempre in linea con i bisogni del pubblico e con i cambiamenti tecnici o editoriali che possono verificarsi nel settore.
(FM-world) – Così però c’è rischio di una vacatio di 12 mesi per chi avvia l’attività immediatamente dopo l’ultimo aggiornamento.
(Massimo Lualdi) – Sì e ciò potrà creare una situazione difficile per chi è in procinto di lanciare un nuovo servizio e non riesce a ottenere la qualifica di SIG fino al successivo aggiornamento dell’elenco. D’altra parte, bisogna anche considerare che i produttori di device ed i gestori del relativo funzionamento non possono prevedere aggiornamenti istantanei, dovendo validare i protocolli.
(FM-world)– Appunto. Non basterà comparire in elenco: ogni piattaforma esigerà delle condizioni tecniche affinché un SIG possa essere acquisito in elenco. Penso ai metadati, alle dimensioni delle icone, ai formati dei flussi streaming? Difficile che un’emittente possa far tutto da sé.
(Massimo Lualdi) – Certamente, la semplice inclusione nell’elenco SIG non garantisce l’accesso automatico a tutte le piattaforme. Esse richiederanno una serie di requisiti tecnici che le emittenti devono rispettare per poter essere integrate. Questi requisiti possono riguardare vari aspetti, tra cui i metadati; le dimensioni delle icone; i formati dei flussi streaming. Molte emittenti, soprattutto quelle meno strutturate, potrebbero avere difficoltà a soddisfare tutti questi requisiti tecnici da sole. Per questo motivo, è sempre più comune che si affidino a servizi in outsourcing, che offrono soluzioni chiavi in mano per garantire la conformità alle normative e alle specifiche delle piattaforme. Questo riduce i costi e la complessità, permettendo anche alle emittenti minori di competere con quelle più grandi sul piano tecnologico.
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