Andrea Borgnino racconta a Wikiradio la storia di Voice of peace
È una storia bellissima e davvero intrigante quella raccontata da Andrea Borgnino giovedì 19 maggio nel corso di ‘Wikiradio’ su Radio3 e riguarda la ‘radio pirata’ Voice of peace, che, quasi cinquant’anni fa, il 20 maggio 1973, iniziò le sue trasmissioni a bordo di una nave da trasporto in Medio Oriente.
Spiegata con dovizia di particolari e debitamente arricchita con molto materiale originale d’epoca (soprattutto le trasmissioni stesse dell’emittente), quella narrata su ‘Wikiradio’ è la vicenda quasi incredibile e rocambolesca di una Radio (certo meno nota di Radio Caroline ma importante e significativa anche dal punto di vista politico) che aveva ‘il destino nel suo nome’, verrebbe da dire.
Voice of Peace (in ebraico, Kol HaShalom) è stata infatti una stazione dal chiaro intento pacifista, rispetto alle infinite tensioni del Medio Oriente, che ha trasmesso per oltre 20 anni (fino al novembre 1993) dall’ex nave mercantile olandese MV Peace, ancorata al largo della costa israeliana nel Mediterraneo orientale. Fondata da Abie Nathan (personaggio-chiave di tutta la storia) e dalla Peace Ship Foundation con sede a New York, la Radio si rivolgeva principalmente (ma non esclusivamente) a Israele e si faceva promotrice dei valori di una pacifica convivenza appunto in Medio Oriente.
Ma c’era anche molta musica (in genere ‘pop’) in onda, presentata principalmente da disk-jockey britannici che trasmettevano ugualmente in diretta dalla nave. Non mancavano, naturalmente, gli spot pubblicitari, che servivano a finanziare l’emittente e tutta l’operazione e anche questa, agli inizi, fu ‘una rivoluzione’.
Inizialmente, la stazione trasmetteva sulle Onde Medie, cui nel 1980 aggiunse un segnale FM. Le trasmissioni venivano effettuate principalmente in inglese, ma talora anche in ebraico, arabo e francese.
Impressionante poi la vicenda legale di Voice of Peace, che fu per un certo periodo tollerata di fatto dal Governo israeliano (data anche la notorietà di Abie Nathan nel Paese) ma poi, data la popolarità acquisita, fu anche osteggiata e Nathan fu anzi anche arrestato. In un continuo tira e molla, si tentò in più occasioni di ‘regolarizzare’ dal punto di vista legale l’emittente e di farle lasciare le acque internazionali ma anche di ‘controllarne’ e ‘ammorbidirne’ i messaggi pacifisti.
Alla fine Nathan decise di affondare intenzionalmente la nave proprio in acque internazionali il 28 novembre 1993, quando sembrava che in Medio Oriente ci fossero concrete prospettive di pace (gli accordi di Oslo), e così chiuse la stazione, anche a causa delle pesanti perdite economiche accumulate. Nathan in seguito fu prima colpito da un ictus nel 1997 e poi morì a Tel Aviv il 27 agosto 2008.
Ma qualcuno provò anche a prendere il testimone da lui. In particolare ci fu un rilancio di Voice of peace come stazione on line nell’agosto 2009, con il successivo varo anche di una seconda rete, The Voice of Peace Classics, nel 2014. Ma anche queste esperienze si sono concluse con la fine delle trasmissioni il 18 luglio 2020, anche a causa della pandemia.
Quello raccontato è naturalmente solo uno degli ‘intriganti’ interventi di Andrea Borgnino a Radio3 (non solo a ‘Wikiradio’ ma su temi quasi sempre ‘radiofonici’) ed è poi molto nota la sua recente esperienza di responsabile dei contenuti di Radio Teche Tè, emittente che si basa sull’immenso archivio di RadioRai.
Ma da poco c’è anche di più. Borgnino infatti ora si occupa anche della nuova piattaforma RaiPlay Sound, che riunisce l’offerta podcast della Rai. Intervistato da Paolo Restuccia per storygenius.it, ha rilasciato dichiarazioni sempre interessanti. Leggete qui:
“L’altro giorno stavo scaricando dall’archivio delle vecchie registrazioni degli storici ‘avvisi ai naviganti’ (qualcuno li ricorderà sicuramente; N.d.R.) che venivano trasmessi di notte. Erano uno strano flusso di informazioni, tutto analogico, un elenco lunghissimo di informazioni sul meteo e sulle boe, sui fari, qualcosa di veramente unico. Mi piacerebbe usare queste voci antiche e aggiungere della musica elettronica, qualcosa per raccontare come la radio è sempre stata uno strumento vitale per chi navigava”.
Quanto a RaiPlay Sound, “mi ritrovo a fare l’editore e quindi a scegliere nuovi contenuti, nuovi autori, e nello stesso tempo a dare spazio e visibilità a tutti i canali di RadioRai. E poi a curare la comunicazione all’interno della Rai del mondo dell’audio, in un’azienda che è nata per fare Tv o Radio. È un’esperienza molto molto interessante”.
La novità principale di RaiPlay Sound è l’offerta: “Ci sono oltre 60 nuovi podcast ‘originali’ e quindi nuovi contenuti, ci sono le audiodescrizioni e quindi la possibilità di ascoltare oltre 200 programmi tv o film e fiction. Ci sono poi molti audiolibri e contenuti d’archivio. C’è un motore di ricerca molto potente per poter cercare e personalizzare questi contenuti”.
Ci sarebbe abbastanza per ingolosire – crediamo – qualsiasi lettore di FM-world ma c’è ancora di più: Borgnino sta difatti anche lavorando a un nuovo radiodocumentario sempre per Radio3 “su una storia che arriva dagli anni ‘70, sugli studi segreti radio/tv della Rai da usare in caso di golpe”. Qualcosa di simile si è visto di recente su ‘Atlantide’ di La7 ed è stata una scoperta storica davvero memorabile.
Mauro Roffi
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